Braille Mountain Initiative Tyson Rettie BY MARTA MANZONI PHOTOS RYAN CREARY
Prima di diventare cieco nel giro di due anni, Tyson Rettie era una Guida Alpina, eli-soccorritore, e professionista delle valanghe del Canada. La sua vita è cambiata sotto molti aspetti, tranne uno: Tyson Rettie non ha mai smesso di fare sci alpinismo nella natura incontaminata e di scalare le montagne.
Presto è nata la voglia di condividere queste esperienze rendendole possibili ad altre persone con la sua stessa disabilità: così, nel maggio del 2020, è nata la Braille Mountain Initiative, un'organizzazione senza scopo di lucro con l'obiettivo d’ispirare le persone non vedenti e ipovedenti e renderle partecipi di avventure di backcountry in montagna. La Braille Mountain Initiative è il primo progetto al mondo di questo tipo: l’obbiettivo è offrire con regolarità dei programmi di gite di sci alpinismo per non vedenti. Ci racconti la tua storia? Prima di perdere la vista due anni fa a causa di una malattia rara chiamata neuropatia ottica ereditaria di Leber, lavoravo qui in Canada come Guida Alpina, eli-soccorritore, e professionista delle valanghe. A fine novembre del 2018 ho iniziato a perdere la vista del mio occhio destro e in due settimane non ci vedevo più. Otto mesi più tardi, nell’estate del 2019, è successa la stessa cosa all’occhio sinistro e a quel punto sono diventato cieco. Al momento ho una vista quasi inesistente, che non mi permette di riconoscere i volti delle persone, leggere o guidare. Riesco con difficoltà a muovermi in una stanza e a riconoscere vagamente i contorni sfuocati degli oggetti al suo interno. Ho smes-
so di lavorare come Guida Alpina ed eli-soccorritore ma non ho mai smesso di fare sci alpinismo con gli amici. Com’è nata l'idea della Fondazione? Quando ho perso la vista ho iniziato subito a cercare un modo per usare le mie capacità come esperto di montagna per le persone con disabilità, e ho fatto un po’ di ricerche. C’erano solo alcune opportunità di prendere lezioni per i principianti, rimanendo sempre vicino agli alberghi, senza spingersi mai nella natura incontaminata. Presto mi sono accorto che non esistevano programmi di sci alpinismo per non vedenti che avessero un buon livello e volessero lanciarsi in nuove sfide e avventure in montagna. Ho realizzato che sarebbe stato fantastico condividere queste esperienze con altri atleti e sciatori non vedenti e ipovedenti: così a maggio del 2020 ho fondato la Braille Mountain Initiative, un'organizzazione senza scopo di lucro che ha l'obiettivo di ispirare le persone a vivere il backcountry e creare concretamente le opportunità per farlo. Come sta andando il progetto? Quali sono le attività che proponete? Il progetto è cresciuto rapidamente e ho trovato subito diversi partner e sostenitori che ci hanno creduto. Abbiamo esaurito immediatamente i posti disponibili per la prima gita di più
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giorni che abbiamo proposto e al momento c’è la lista di attesa per i prossimi eventi che abbiamo organizzato. Nella primavera del 2021 porteremo in Canada quattro sciatori non vedenti e le loro guide in una baita sperduta trai i monti, e faremo una settimana sci alpinismo. Sono sicuro che questa esperienza cambierà la vita a ogni partecipante. Il prerequisito per candidarsi per questa avventura era essere uno sciatore esperto con un buon livello di forma fisica. Non era necessaria alcuna precedente esperienza di backcountry: visto che non esistevano programmi come questo era improbabile che gli sciatori non vedenti avessero avuto l’opportunità di sviluppare un'esperienza precedente. Durante questi programmi ci saranno anche le guide vedenti, poiché, per ragioni di sicurezza, in qualsiasi contesto di sci per non vedenti è importante mantenere un rapporto di uno sciatore vedente per uno sciatore non vedente. Crediamo che la cosa migliore sia che questa persona sia qualcuno di importante nella “vita da sciatore” della persona non vedente, come un amico con il quale si praticava questo sport in passato e si desidera continuare a farlo. Inoltre per ragioni di sicurezza saranno sempre presenti delle Guide Alpine che lavoreranno con noi, alcuni come volontari altri retribuiti.