Alberto Succi
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MANAGEMENT
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CONTRATTI, CHIUSURE E POSSIBILITÀ DI BLOCCARE O RIVEDERE I CANONI Nella difficoltà crescente per i centri sportivi privati e pubblici, le norme offrono qualche spiraglio per negoziare soluzioni che aiutino ad affrontare la fase delicata Le norme restrittive emanate a seguito della pandemia di Coronavirus che hanno imposto la chiusura degli impianti sportivi, hanno provocato e provocano tutt’ora una grave crisi di liquidità per le società e associazioni sportive dilettantistiche - ma anche per i soggetti che operano nel settore sportivo a livello commerciale che gestiscono tali impianti. Inoltre, le attività sportive svolte nelle
palestre, nei centri fitness, nelle piscine e nelle altre strutture sportive sono ricomprese nel codice ATECO R 93 e vengono considerate attività “a rischio” appartenenti alla classe di aggregazione 4 (la più alta), secondo quanto indicato dalla task force governativa. Tale classificazione fa sì che la riapertura di queste strutture sia posticipata rispetto ad altre. Tra le urgenze emerse in questo
periodo vi è stata quella relativa ai canoni di locazione che le società e associazioni sportive devono corrispondere per l’affitto degli impianti. Dall’esame delle norme emanate per il periodo contingente e vigenti al momento della stesura delle presenti note (28 aprile 2020), si rileva quanto segue. Un primo aspetto riguarda gli impianti sportivi pubblici, in relazione
Piscine piene solo d’acqua e non di clienti, richiedono interventi radicali sui canoni di locazione e altri costi
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HA 3 - 2020
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