S P E C I A L E M A I D I C O LT U R A
Il bilancio della campagna 2019 e le prospettive future di Silvia Piconcelli
A tutto mais
A
nche quest’anno durante la “Giornata del Mais”, organizzata dal Crea, sono stati puntati i riflettori sulla coltura che da sempre rappresenta uno dei quattro pilastri dell’alimentazione globale e che una volta, anche nel nostro Paese, garantiva i maggiori volumi produttivi. Il consuntivo della campagna 2019 del comparto evidenzia accenni di ripresa sia per quanto riguarda le produzioni, sia per le estensione delle superfici seminate. Le produzioni si sono attestate a valori intorno ai 6,3 milioni di tonnellate, con un minimo aumento rispetto quelli del biennio 2015/2017 che segnarono il minimo storico stabilizzandosi a 6 milioni di tonnellate. Le superfici, con valori pari a 630 mila ettari, segnano un trend di lieve ripresa, considerando che dal 2011 ad oggi sono andati perduti circa 360 mila ettari di aree investite a mais. L’andamento delle rese indica un leggero calo con valori attorno ai 100,2 q/ha, in diminuzione rispetto al 2018 in cui si erano toccati valori di 104,5 q/ha; le oscillazioni in ogni caso sono in linea con 48 | MONDO AGRICOLO | GENNAIO-FEBBRAIO 2020
l’andamento produttivo degli ultimi 22 anni caratterizzato da cifre altalenanti dovute a fattori climatici, sanitari ed agronomici. Questi i dati illustrati da Dario Frisio, economista dell’Università di Milano, durante la giornata di lavori che ha di nuovo evidenziato la grave situazione in cui versa la maidicoltura italiana. “Lo stato di crisi del comparto è fenomeno risaputo ed il 2019, nonostante i segnali di lieve ripresa, ha chiuso con due record negativi”, ha asserito il professore, evidenziando come le importazioni si siano attestate per la prima volta sopra i 6 milioni di tonnellate, con va-
lori pari ad un miliardo di euro e un tasso di autoapproviggionamento superiore al 50%, con il peggior risultato di sempre. Dati così negativi che non possono non mettere in allarme l’intero comparto e quello collegato delle produzioni zootecniche. Con questi valori di import, includendo anche la soia, stiamo erodendo, come sistema Paese, tutto il valore delle produzioni di qualità Dop ed Igp. Come evidenziato, le importazioni, al picco storico nell’ultimo secolo, provengono soprattutto da Ucraina, che mantiene la leadership seppur con lievi diminuzioni, da Ungheria,