La mia CASA dolce Casa_ speciale incentivi fiscali CANTU/ERBA

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Anno IV | Numero 1

Marzo 2023

CASA La mia dolce casa

SPECIALE INCENTIVI FISCALI

BONUS CASA

Tutte le novità e le conferme del 2023

SUPERBONUS

La detrazione diventa del 90%

UNDER 36

Le agevolazioni per la prima casa

GUIDA AL RISPARMIO

Alcuni consigli e info utili per i lettori

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1 SOMMARIO Bonus casa: cosa cambia nel 2023 2 Superbonus 90% 5 Ecobonus ok 8 Sisma bonus 11 Cos’è l’APE 12 Bonus verde 14 Bonus ristrutturazione 16 Bonus mobili 19 Barriere architettoniche 20 Altri bonus 22 Agevolazioni prima casa 24 Mutui 26 Affitti 27 Bollette 29 Isee e agevolazioni famiglia 30 Conto termico 32
SPECIALE INCENTIVI FISCALI CASA La mia dolce casa

BONUS CASA: COSA CAMBIA NEL 2023

Come cambiano gli incentivi sulla casa nel 2023? Per scoprirlo bisogna consultare la Legge di Bilancio approvata il 29 dicembre scorso e alcuni provvedimenti precedenti.

SUPERBONUS

Nonostante fin dalla seconda metà del 2022 le maglie del Superbonus siano state ristrette, è ancora possibile riqualificare la propria abitazione sfruttando convenienti agevolazioni fiscali. Rimaneggiato profondamente, ma confermato, infatti, il Superbonus è in vigore anche nell’anno in corso, ma con percentuali assolutamente diverse

Come ampiamente previsto, la Legge di Bilancio non contiene alcun riferimento al Bonus facciate che, in vigore fino allo scorso 31 dicembre, di fatto dal 2023 non esiste più. Prima del 90%, poi ridotto nel corso del 2022 al 65%, le falle di questo Bonus hanno dato il via a una serie di ripensamenti (e revisioni) dell’intero impianto dei benefici fiscali da parte del Governo.

(e inferiori) rispetto al precedente 110%. L’incentivo 2023, portato al 90%, interessa i condomìni, gli edifici plurifamiliari (composti da almeno 4 famiglie), nonché le villette, o case d’abitazione unifamiliari. In quest’ultimo caso, però, ne ha diritto solo il proprietario con reddito complessivo inferiore a 15.000 euro, incrementato del quoziente familiare. È ancora possibile fruire del 110%? In alcuni casi sì, vedremo più avanti quali sono; qui ricordiamo, invece, che nei prossimi anni il Superbonus vedrà ridursi ulteriormente il beneficio che calerà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

Meglio affrettarsi, dunque, se si desidera riqualificare energeticamente un edificio obsoleto, restituendogli valore e mercato.

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La Legge di Bilancio 2023 consente la rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario per ottenere l’applicazione del tasso fisso. Occorre, però, presentare un ISEE non superiore a 35.000 euro e non aver mai fatto registrare ritardi nel pagamento delle rate (salvo diverso accordo tra le parti). Per accedere al beneficio è necessario inoltre che l’importo originario del mutuo non superi i 200.000 euro.

Come cambia il Superbonus

BONUS RISTRUTTURAZIONE ED ECOBONUS CLASSICO

Sul fronte del Bonus ristrutturazione e dell’Ecobonus non cambia nulla. Resta, nel primo caso, la possibilità di fruire degli incentivi al 50%, nel secondo quella di eseguire l’efficientamento energetico avvalendosi di un bonus variabile dal 50% al 65%, a seconda dei lavori svolti. Rispettando le normative in vigore si ottiene, dunque, anche nel 2023 un consistente sconto fiscale. Su questi bonus e sul Superbonus, salvo lavori già avviati, non è più possibile pagare sfruttando sconto in fattura e cessione del credito.

Buone notizie per i giovani che potranno sfruttare l’agevolazione «Prima casa under 36» fino al 31.12.2023. Chi può fruirne è esente dall’imposta di registro e altre imposte d’atto. Può inoltre godere di benefici mirati ad agevolare l’acquisto

Prorogato al 2025 il Bonus che prevede lo sconto fiscale del 75% per gli interventi finalizzati all’eliminazione di barriere architettoniche che rispettano i requisiti. Previste cinque detrazioni annuali di pari importo.

BONUS MOBILI

Il limite di spesa per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici dal quale detrarre il 50% è quest’anno pari a 8.000 euro.

della CILAS

il 25 novembre 2022

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PROROGA BONUS BARRIERE ARCHITETTONICHE Per i lavori in condominio approvati dall’assemblea entro il 24 novembre 2022 con presentazione entro Per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 Per le spese sostenute nel 2024 Per le spese sostenute nel 2025
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Fino all’anno scorso, eravamo abituati a continue proroghe dei bonus più gettonati dai contribuenti, senza modifiche. Quest’anno, per il Superbonus, varato nel 2020 con il Decreto Rilancio, non è andata così.

DAL 110% AL 90%

Com’era immaginabile, infatti, poiché il trend innescato dalla maxi-agevolazione avrebbe presto portato le casse dello Stato a esborsi insostenibili, si è deciso già sul finire del 2022 di tirare il freno a mano, riducendo il beneficio dal 110% al 90% con un apposito provvedimento. Lo sconto resta importante, ma non copre più tutte le ingenti spese necessarie per la riqualificazione energetica.

SUPER BONUS 90%

COME FUNZIONA IL SUPERBONUS 2023

Il Superbonus 2023 si rivolge ai condomìni, alle case pluriproprietario (minimo 4 proprietari) e alle villette o case unifamiliari se il proprietario ha un reddito inferiore a 15.000 euro incrementato del quoziente familiare. Resterà in vigore fino al 2025 con differenti percentuali: 90% nel 2023, 70% nel 2024 e 65% nel 2025. Il meccanismo è quello già noto: effettuando almeno uno dei lavori di efficientamento energetico detti «trainanti» (installazione del cappotto termico e/o sostituzione dell’impianto di riscaldamento con dispositivi nuovi ad alta efficienza), si ha la possibilità di collegare all’intervento anche

ONLUS, ODV, APS E IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Onlus, organizzazioni di volontariato (ODV) e Associazioni di promozione sociale (APS) iscritte agli appositi registri hanno diritto al Superbonus anche per gli interventi «trainati» di installazione di impianti fotovoltaici, di cui all’art. 119 co. 5 del DL34/2020 DL, installati in aree o strutture non pertinenziali, anche di proprietà di terzi, diverse dagli immobili sui quali sono realizzati gli interventi «trainanti». Questo a condizione che gli immobili oggetto di lavori siano all’interno di centri storici soggetti ai vincoli di cui all’art. 136 co. 1 lett. b) e c) e all’art. 142 co. 1 del DLgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

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Il maxi-incentivo è stato ridimensionato ma resta comunque un’opzione interessante per la riqualificazione energetica degli edifici

Superbonus solo se prima casa e con ISEE fino a 15.000 euro

Per gli interventi su edifici unifamiliari e/o unità immobiliari funzionalmente indipendenti la situazione non è univoca.

Bonus al 110% se...

Stando alle normative in essere, si potrà infatti ottenere il Superbonus con aliquota 110% per le spese sostenute entro il 31 marzo 2023, solo a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo (SAL 30%), nel cui computo possono essere compresi anche i lavori non agevolati. Per tutti gli interventi, che hanno avuto inizio dopo la pubblicazione in Gazzetta

Ufficiale del Decreto Legge “Aiuti quater” (datato 18 novembre 2022) e termineranno entro il 31 dicembre 2023, si applicherà l’aliquota ridotta al 90%.

Beneficio riservato a pochi

Non tutti i contribuenti intenzionati a fare interventi su edifici unifamiliari potranno però beneficiare della super-agevolazione. Il Superbonus 2023 è infatti riservato alle “prime case” e ai soggetti titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare e che abbiano un reddito di riferimento non superiore a 15.000 euro.

Reddito di riferimento

Il reddito di riferimento si calcola dividendo la somma dei redditi complessivi del nucleo familiare, percepiti nell’anno precedente, per il quoziente familiare. Quest’ultimo è un valore che cresce al crescere del numero dei membri che compongono la famiglia. Nella fattispecie sarà 1 (se il nucleo familiare è composto da un solo componente), 2 (se ci sono entrambi i coniugi o componenti delle unioni civili o conviventi di fatto). A tali valori si devono poi aggiungere: 0,5 per un familiare a carico, 1 per due familiari, 2 in caso di tre o più familiari a carico. Fatto questo calcolo, se l’importo ottenuto non risulta superiore a 15.000 euro, è possibile accedere alle agevolazioni del Superbonus 90% entro la fine dell’anno.

Eccezioni: per aver diritto al beneficio al 110% 2023 è necessario aver rispettato tutte le scadenze indicate dalle norme

i cosiddetti lavori «trainati» (tutti quelli che rientrano nell’Ecobonus tradizionale). Condizione per poter fruire dell’incentivo è che, ultimate le opere, venga attestato con apposito APE il doppio salto di classe energetica

ECCEZIONI CHE DANNO

DIRITTO AL 110%

Ci sono casi in cui è ancora possibile beneficiare del 110%. Nello specifico:

→ il condominio che ha approvato l’esecuzione dei lavori tramite delibera assembleare prima del 19.11.2022 a condizione che per tali interventi, alla data del 31.12.2022, sia stata presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILAS);

→ gli interventi effettuati dai condomini per i quali la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori risulta adottata in una data compresa tra il 19.11.2022 e il 24.11.2022, a condizione che per tali interventi, alla data del 25.11.2022, risulti effettuata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILAS);

→ gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici per i quali alla data del 31.12.2022 risulta presentata l’istanza per l’acquisizione e del titolo abilitativo. La demolizione e ricostruzione, dunque, è ammessa al maxi incentivo.

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La Legge di Bilancio 2023 conferma fino al 31 dicembre 2024 la detrazione fiscale (dall’Irpef e dall’Ires) per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti di qualunque categoria catastale, anche rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale. Le detrazioni, del 50% o 65% a seconda della tipologia di intervento realizzata, sono da ripartire in dieci rate annuali di pari importo e variano a seconda che l’opera riguardi la singola unità immobiliare o gli edifici condominiali e in base all’anno in cui sono stati effettuati i lavori.

GLI INTERVENTI AMMESSI

Le agevolazioni sono riconosciute se le spese sono sostenute per i seguenti interventi:

→ riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’intero edificio;

→ miglioramentodelle prestazioni termiche dell’involucro dell’edificio attraverso la coibentazione di solai, pareti o la sostituzione di serramenti o parti di essi;

→ installazionedi pannelli solari;

→ sostituzionedegli impianti di climatizzazione invernale;

→ acquistoeposainoperadelle schermature solari;

ECOBONUS OK

→ acquistoeposainoperadi impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore a biomassa combustibile;

→ acquisto,installazioneemessainopera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda o di climatizzazione delle unità abitative.

QUANDO LA DETRAZIONE È DEL 50%

La detrazione è pari al 50% delle spese sostenute per i seguenti interventi:

→ acquistoeposainoperadi finestre comprensive di infissi;

→ acquistoeposainoperadi schermature solari;

→ sostituzionediimpiantidi climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione almeno in classe A o con

impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Le caldaie a condensazione fruiscono della detrazione del 65% nel caso in cui, oltre ad essere almeno in classe A, siano dotate di sistemi di termoregolazione evoluti; → interventisulle parti comuni degli edifici condominiali per le spese riguardanti l’acquisto e la posa in opera di finestre comprensive di infissi, di schermature solari, o la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione almeno in classe A o con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.

QUANDO LA DETRAZIONE È DEL 65%

La detrazione è del 65% in caso di spese sostenute per:

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L’Ecobonus classico offre ai contribuenti la possibilità di godere di uno sconto fiscale compreso tra il 50% e il 65%. Anche di più per i lavori in condominio

→ l’acquisto e laposainoperadi micro-cogeneratori insostituzionediimpiantiesistenti e fino a unvaloremassimodelladetrazionedi100.000euro(attenzione:per beneficiaredelladetrazione è necessario chegliinterventieffettuatiportino a un risparmiodienergiaprimariaparialmeno al20%);

→ gliinterventidisostituzionediimpianti diclimatizzazioneinvernaleconimpianti dotatidi apparecchi ibridi, costituitida

A CHI SPETTA L’INCENTIVO

La detrazione per la riqualificazione energetica degli edifici (Ecobonus) spetta a tutti i contribuenti privati, residenti e non residenti, oltre che ai contribuenti titolari di reddito d’impresa che detengono a qualsiasi titolo l’immobile oggetto dell’intervento di riqualificazione. In particolare possono beneficiarne: le persone fisiche proprietarie dell’immobile; i titolari di un diritto reale sull’immobile, i condomini in merito agli interventi sulle parti comuni condominiali, gli inquilini e coloro che hanno in comodato d’uso l’immobile; gli esercenti arti e professioni; i contribuenti con redditi d’impresa, quindi persone fisiche, società di persone, società di capitali associazioni tra professionisti; gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale; gli Istituti Autonomi Case Popolari (IACP) che sostengono le spese per interventi su immobili di loro proprietà adibiti a edilizia residenziale pubblica. Il bonus spetta anche ai familiari che convivono con la persona che detiene o possiede l’immobile oggetto dell’agevolazione, quindi il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado, qualora siano loro a sostenere le spese per la realizzazione dell’intervento. I titolari di reddito d’impresa possono fruire della detrazione solo se gli interventi vengono realizzati sui fabbricati strumentali utilizzati nell’esercizio dell’attività imprenditoriale.

pompadicaloreintegrataconcaldaia a condensazione,assemblatiinfabbricaed espressamenteconcepitidalfabbricante perfunzionareinabbinamentotraloro; →acquistoeposainoperadi generatori d’aria calda acondensazione.

IN CONDOMINIO

Leopereeffettuatesulleparticomunidegliedificicondominialiocheinteressino

tutteleunitàimmobiliaridicuisicompone ilsingolocondominiopossonousufruiredi detrazioni più elevate (del70odel75%) quandosiriesconoaconseguiredeterminatiindicidiprestazioneenergetica.Esse vannocalcolatesuunammontarecomplessivononsuperiorea40.000euromoltiplicatoperilnumerodelleunitàimmobiliarichecompongonol’edificio.Nellezone sismiche,infine,inalcunicasièpossibile ottenerescontifiscalifinoall'85%.

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SISMA BONUS

L’AGEVOLAZIONE IN CONDOMINIO

Del Sismabonus possono avvalersi anche i condomini per interventi sulle parti comuni degli edifici: il beneficio è maggiorato al 75%, se c’è il passaggio a una classe di rischio inferiore; all’85%, quando si passa a due classi di rischio inferiori.

In questo caso, la detrazione deve essere calcolata su un ammontare di spesa non superiore a 96.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.

Confermato fino al 31 dicembre 2024 anche il Sismabonus per opere di messa in sicurezza statica degli edifici. La detrazione può essere usufruita per interventi realizzati su tutti gli immobili di tipo abitativo e su quelli utilizzati per attività produttive. L’agevolazione è rivolta sia a alle persone fisiche (che pagano Irpef) sia ai soggetti passivi Ires.

ZONE SISMICHE

Gli edifici devono ricadere nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1 e 2) o a minor rischio (zona sismica 3) individuate

dall’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3.274 del 20 marzo 2003. Le opere devono essere realizzate sulle parti strutturali degli edifici o complessi di edifici collegati strutturalmente e comprendere interi edifici. Se riguardano i centri storici, devono essere eseguite sulla base di progetti unitari e non su singole unità immobiliari.

CINQUE QUOTE ANNUALI

Per le spese sostenute spetta una detrazione del 50%, che va calcolata su un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (per ogni anno) e che deve essere ripartita in cinque quote annuali di pari importo. Il limite

di spesa riguarda il singolo immobile e le sue pertinenze unitariamente considerate, anche se accatastate separatamente. La detrazione è più elevata (70% od 80%) quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione di rischio di 1 o 2 classi.

CASE ANTISISMICHE

Chi acquista un immobile in un edificio demolito e ricostruito nei Comuni in zone a “rischio sismico” può detrarre una parte del prezzo di acquisto. Si tratta del 75 o 85%, fino a un massimo di 96.000 euro, in base alla riduzione del rischio conseguita (una o due classi).

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La detrazione base, da calcolare su un importo massimo di 96.000 euro, è del 50%, ma può arrivare all’85%

CODICE CIVILE

COS’È L’APE

Qualifica energeticamente gli edifici attraverso la valutazione dei consumi con una scala dalla A4 alla G

L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) contiene le caratteristiche energetichedi un edificio, un’abitazione o un appartamento. Qualifica energeticamente il fabbricato attraverso la valutazione dei suoi “consumi” classificandone le prestazioni energetiche in una scala dalla A4 (più efficiente) alla G (meno efficiente).

Impianto green a uso privato? Sì fa anche in condominio

Il Codice Civile (articolo 1122-bis) consente l’installazione, senza autorizzazione assembleare, di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinati al servizio di singole unità del condominio sullastrico solare, su ogni altra idonea superficie comunee sulle parti di proprietà individuale dell’interessato. Unica condizione richiesta è che l’intervento sia realizzato rispettando la destinazione delle cose comuni, della tutela del diritto d’uso di ciascun condomino, del minor pregiudizio per le parti condominiali o individuali, della salvaguardia, della stabilità, della sicurezza e del decoro architettonico dell’edificio. In sostanza, ogni singola unità immobiliare può installare, senza chiedere il permesso al condominio, il proprio impianto per la produzione di energia da fonte rinnovabile utilizzando le parti comuni. A prima vista questa possibilità appare come un vantaggio, nella realtà sembra una norma di difficile applicazione, soprattutto in edifici con numerose unità immobiliari. Per esempio, in condomini a forte sviluppo verticale (di molti piani), con superfici al tetto ridotte sembra impossibile trasformarla in realtà. Qualora tutti i proprietari volessero produrre energia green in proprio, infatti, lo spazio necessario per installare gli impianti a uso individuale nelle aree comuni sarebbe sicuramente insufficiente per soddisfare le richieste.

QUANDO SERVE

Va presentato quando si procede a un atto di compravendita, donazione o di locazione di un immobile. Non è richiesto solo se il trasferimento dell’immobile avviene per successione. La redazione del documento è obbligatoria per gli interventi edilizi di nuova costruzione e ampliamento, per le ristrutturazioni importanti di primo e secondo livello, per gli edifici utilizzati dalla Pubblica Amministrazione e aperti al pubblico con superficie utile oltre i 250 mq.

DURATA DEL DOCUMENTO

Ha la durata di 10 anni e va aggiornato se l’immobile è sottoposto a lavori di riqualificazione o ristrutturazione che ne modificano la prestazione energetica, come per esempio nei casi di sostituzione degli infissi, della caldaia o di tutti i lavori di coibentazione dell’involucro edilizio.

NON SERVE PER I LOCALI ACCESSORI

Sono esclusi dall’obbligatorietà di allegarlo al contratto di locazione o vendita box, cantine, autorimesse e depositi, il cui utilizzo standard non prevede l’installazione di sistemi di climatizzazione, i fabbricati isolati di superficie inferiore a 50 mq, i ruderi e altre tipologie particolari (luoghi di culto, monumenti, etc).

CHI PUÒ RILASCIARE IL DOCUMENTO

Il documento è redatto da un “certificatore energetico”, solitamente un tecnico abilitato alla progettazione di edifici e impianti come l’architetto, l’ingegnere e il geometra. Per stilarlo si esegue un’analisi energetica dell’immobile considerando le caratteristiche di murature, infissi, consumi, impianti per la produzione di acqua calda, di raffrescamento e di riscaldamento degli ambienti.

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BONUS VERDE

Tra i vari bonus confermati per il 2023 (e valido anche nel 2024) rientra il Bonus Verde. Si tratta di un’agevolazione fiscale che premia la manutenzione straordinaria di giardini, terrazzi e aree scoperte pertinenziali. Essa consiste in una detrazione Irpef del 36% da calcolare su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare residenziale, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo.

GLI INTERVENTI AGEVOLABILI

→ “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici residenziali esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni;

→ realizzazionedi impianti di irrigazione e di pozzi;

→ realizzazionedicopertureaverdeedi giardini pensili

36% NON PER TUTTI

Nel caso in cui gli interventi di “sistemazione a verde” siano realizzati su unità immobiliari residenziali adibite promiscuamente all’esercizio dell’arte o della professione, oppure all’esercizio di attività commerciali, la detrazione spettante è ridotta del 50 per cento. Questo significa che, nel caso in cui la casa di abitazione sia anche sede di studio professionale del proprietario, la detrazione massima per gli interventi realizzati attraverso questo incentivo non sarà più di 1800 euro da ripartire in 10 anni, ma di 900 euro complessivamente. E’ una notizia che interessa in modo particolare chi lavora con partita IVA domiciliata nella propria abitazione.

Danno diritto al bonus solo gli interventi straordinari, cioè le opere che si inseriscono in un intervento relativo all’intero giardino o all’area interessata e che portino alla

sistemazione a verde ex novo o al rinnovamento dell’esistente. La realizzazione di fioriere e l’allestimento a verde di balconi e terrazzi è agevolabile solo se permanente e se l’intervento è innovativo. Possono essere incluse anche le spese di progettazione e manutenzione se connesse all’esecuzione delle suddette opere.

MANUTENZIONE ORDINARIA

La detrazione non spetta per le spese relative alla manutenzione ordinaria e periodica dei giardini e per i lavori in economia. Se un contribuente esegue gli interventi su più unità immobiliari il diritto alla detrazione è riconosciuto più volte. In caso di vendita dell’unità immobiliare, la detrazione non utilizzata viene trasferita per i rimanenti periodi di imposta, salvo diverso accordo delle parti, al nuovo acquirente. In caso di decesso invece, la fruizione del beneficio fiscale si trasmette, per intero, esclusivamente all’erede che conserva la detenzione materiale e diretta dell’immobile.

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In vigore fino a tutto il 2024, prevede una detrazione del 36% su un importo massimo di spesa di 5.000 euro
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Anche quest'anno i contribuenti hanno la possibilità di detrarre le spese di ristrutturazione avvantaggiandosi di un'agevolazione fiscale pari, come già in passato, al 50%

MASSIMO 96.000 EURO

Gli interventi di recupero del patrimonio edilizio fino al 31 dicembre 2024 possono beneficiare del Bonus Ristrutturazione, ossia la possibilità di detrarre dall'Irpef fino al 50% delle spese sostenute con un tetto di spesa pari a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.

Salvo che non intervenga una nuova proroga, dal 1° gennaio 2025 la detrazione tornerà invece alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro. L'agevolazione è fruibile sia quando si effettuano opere su singole unità abitative sia quando riguardano lavori su parti comuni di edifici condominiali. Il tetto di spesa è annuale e riguarda il sin-

PERTINENZE E BOX

E' possibile beneficiare del Bonus Casa anche se gli interventi vengono effettuatisolo su una pertinenza e "indipendentemente dalla circostanza che l’intervento interessi anche il relativo edificio residenziale principale" come evidenziato nella Circolare n. 30/E/2020 e nella risposta n. 806/2021 dell'Agenzia delle Entrate. Gli interventi solo sulla pertinenza sono possibili anche in ambito condominiale. In questo caso possono accedere al bonus anche i possessori o i detentori di sole pertinenze. Condizione necessaria è che essi sostengano le spese per i lavori sulle parti comuni (Circolare delle Entrate n. 24/E/2020, paragrafo 2).

La normativa in materia specifica che tutti i lavori effettuati su tutte le tipologie di boxes (interrati o fuori terra, autorimesse collettive, posti auto coperti o scoperti) possono usufruire dell’agevolazione purché siano pertinenziali ad una abitazione. Se le opere però determinano un cambio di destinazione d’uso, le somme spese non possono essere portate in detrazione.

golo immobile e le sue pertinenze unitariamente considerate, anche se accatastate separatamente. Gli interventi edilizi effettuati sulla pertinenza non hanno, infatti, un autonomo limite di spesa, ma rientrano nella somma massima prevista per l’unità abitativa di cui la pertinenza è al servizio.

DETRAZIONE DIMEZZATA SE...

Quando gli interventi di ristrutturazione sono realizzati su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio di un’attività commerciale, arte o professione, la detrazione spetta nella misura ridotta del 50%.

10 QUOTE

L’agevolazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Ciascun contribuente ha diritto a detrarre annualmente la quota spettante nei limiti dell’Irpef dovuta per l’anno in questione. Non è ammesso il rimborso di somme eccedenti l’imposta.

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BONUS RISTRUTTURAZIONE

La Legge di Bilancio 2023 stabilisce che l’incentivo resterà in vigore fino al 2024 con le stesse regole di oggi

GLI INTERVENTI SULLE PARTI COMUNI DEI CONDOMINI

Se un contribuente, pur avendone diritto, non ha usufruito dell’agevolazione in uno o più anni, può comunque beneficiare della detrazione nei successivi periodi d’imposta, indicando in dichiarazione il numero della rata corrispondente.

FABBRICATI ESISTENTI

Per poter fruire del Bonus Ristrutturazione le opere edilizie devono essere effettuate su fabbricati esistenti, cioè iscritti al catasto o con richiesta di accatastamento in corso. Prima dell'inizio dei lavori è necessario inviare la notifica preliminare all'Azienda sanitaria locale competente per territorio, fatta eccezione dei casi in cui le norme sulle condizioni di sicurezza nei cantieri non ne prevedono l’obbligo.

GLI INTERVENTI AMMESSI

→ interventidimanutenzionestraordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze. Sono ammessi anche gli interventi di manutenzione ordinaria solo su parti comuni di edifici residenziali

→ ilavoriperlaricostruzioneoilripristino di immobili danneggiati da eventi calami-

Anche gli interventi di ristrutturazione che interessano le parti comuni di edifici condominiali possono fruire della detrazione al 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024, con un limite massimo pari a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Le agevolazioni spettano a ogni singolo condomino in base alla quota millesimale di proprietà e il beneficio compete con riferimento all’anno di effettuazione del bonifico da parte dell’amministrazione del condominio. Per fruire del bonus il contribuente deve utilizzare e conservare la certificazione che l’amministratore del condominio è tenuto a rilasciare al termine dei lavori. Sulla certificazione, l’amministratore deve riportare la somma versata dal contribuente e della quale può tenere conto ai fini della detrazione oltre alla dichiarazione di avere adempiuto a tutti gli obblighi previsti dalla legge. L'agevolazione sulle parti comuni è valida anche per i condomini minimi (edifici fino a otto condòmini senza amministratore e codice fiscale).

tosi a condizione che sia stato dichiarato lo stato di emergenza

→ interventifinalizzatiall’eliminazionedelle barriere architettoniche

→ realizzazionediautorimesseopostiauto pertinenziali anche di proprietà comune

→ interventiperl’adozionedimisureattea prevenire atti illeciti da parte di terzi

→ interventidibonificadall’amiantoeper opere volte a evitare infortuni domestici

→ interventiperlacablaturadegliedifici e il contenimento dell’inquinamento acustico

→ interventiperilrisparmioenergetico:installazione impianti basati su fonti rinnovabili di energia (p. es. fotovoltaico)

→ Opereperlamessainsicurezzastatica.

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BONUS MOBILI

Il Bonus mobili è applicato all’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici per un immobile oggetto di recupero edilizio. È una detrazione IRPEF al 50% che si ottiene indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi. Il Bonus per gli anni 2023 e 2024 si calcola su un massimo di 8 mila euro da ripartirein dieci quote annuali di pari importo.

BONUS VALIDO ANCHE PER LE PERTINENZE

La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare l’immobile ma l’intervento cui è collegato l’acquisto viene effettuato su una pertinenza dell’immobile stesso, anche se accatastata autonomamente. La detrazione non utilizzata in tutto o in parte non si trasferisce né in caso di decessodel contribuente né in caso dicompravendita dell’immobile.

A CHI SPETTA LA DETRAZIONE

La detrazione spetta unicamente al contribuente che fruisce dell’agevolazione per le spese relative all’intervento di recupero edilizio, questo vuol dire che il pagamento lo deve fare lo stesso soggetto. Se le spese di ristrutturazione sono pagate da uno dei coniugi e quelle per l’arredo dall’altro, il bonus non spetta a nessuno dei due. Il pagamento deve essere effettuato con bonifico bancario o postale e/o carta di debito o credito. No ad assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.

Tutti i prodotti ammessi al beneficio fiscale

È agevolabile l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici ma non quello di porte, pavimenti e tende. Le agevolazioni interessano anche l’acquisto di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A per i forni, alla E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie e alla classe F per i frigoriferi e i congelatori. Possono beneficiarne anche altre apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, a condizione che siano almeno in classe A. L’acquisto di grandi elettrodomestici sprovvisti di etichetta energetica è agevolabile invece, solo se per quella tipologia non sia ancora previsto l’obbligo di etichetta energetica. Se si acquistano forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga e lavatrici è necessario inviare all’ENEA i dati relativi alla classe energetica e alla potenza elettrica assorbita entro 90 giorni dalla data del pagamento. La detrazione fiscale è fruibile solo se l’immobile è sottoposto a interventi di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia con inizio lavori precedente all’acquisto. Rientrano anche gli interventi di ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati a seguito di eventi calamitosi. Sono ammessi, infine, i lavori di manutenzione ordinaria se riguardano le parti comuni di edifici plurifamiliari.

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L’INCENTIVO
L’importo massimo su cui calcolare l’incentivo è pari a 8.000 euro

BARRIERE ARCHITETTONICHE

DA SAPERE

Tra gli interventi agevolati dal Bonus barriere architettoniche rientrano anche:

→ realizzazione di rampe, ascensori, piattaforme elevatrici, l’adeguamento dei servizi igienici per consentire a tutti l’accessibilità, la manovrabilità e utilizzo degli apparecchi sanitari;

→ lavori di sistemazione di impianti elettrici e citofonici;

→ interventi di automazione degli impianti funzionali ad abbattere le barriere architettoniche;

→ ampliamento delle porte e sostituzione dei sanitari per rendere accessibile il bagno secondo quanto previsto dal DM 236/1989.

Occorre inoltre ricordare che:

→ per la sostituzione di un impianto esistente sono agevolati i costi dello smaltimento e della bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito;

Prorogato fino al 31 dicembre 2025 il Bonus barriere architettoniche che prevede una detrazione del 75% (per soggetti IRPEF e IRES) delle spese per interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche. Non sono agevolabili, invece, le opere, pur effettuate a questo lo scopo, riguardanti immobili di nuova costruzione. Il beneficio può essere utilizzato direttamente in dichiarazione dei redditi in 5 quote annuali di pari importo. Non è più possibile sfruttare lo sconto in fattura e la cessione del credito, fatti salvi lavori già avviati.

I TETTI DI SPESA

Per fruire del bonus sono previsti diversi tetti di spesa:

→ 50mila euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari in edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno;

→ 40mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari, per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari;

- 30mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio, per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.

REQUISITI DEI LAVORI

Per poter fruire dell’agevolazione fiscale è indispensabile che i lavori rispettino i requisiti previsti dal Decreto Ministeriale n. 236/89.

→ per l’applicazione del Bonus barriere architettoniche in condominio le deliberazioni adottate in sede di assemblea condominiale devono essere approvate con una maggioranza che rappresenti almeno un terzo del valore millesimale dell’edificio. Si tratta, dunque, di una maggioranza semplificata.

→ i lavori di eliminazione delle barriere architettoniche, qualora inclusi in un intervento «Superbonus 90%», possono rientrare tra gli interventi «trainati».

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INFISSI E SERRAMENTI

ALTRI BONUS C

Non esiste un Bonus specifico per la sostituzione delle finestre. I contribuenti, tuttavia possono sostituire infissi e serramenti avvalendosi, a scelta, dell’Ecobonus 50%, del Bonus ristrutturazione (sempre al 50%) oppure del Superbonus 90%. Per individuare l’incentivo più adatto alle proprie necessità sarà prezioso il supporto di un professionista del settore. Una dritta: poiché la sostituzione dei serramenti con altri di diverso materiale è considerata manutenzione straordinaria, l’intervento può avvalersi del Bonus Casa 50% senza effettuare altre opere.

i sono Bonus che possono essere sfruttati per rinnovare le tecnologie di climatizzazione ed efficienza energetica/idrica della propria abitazione, fruendo di consistenti sconti fiscali.

BONUS CALDAIA

La normativa prevede un bonus fiscale del 50% o 65% a seconda del tipo di intervento portato a termine. Il beneficio è del 50% se si sostituisce la vecchia caldaia con una nuova in classe A di efficienza energetica; sale al 65% dell’importo se, oltre alla caldaia, si installano anche le valvole di termoregolazione o pompe di calore integrate. Il bonus dal 2023 si applica esclusivamente

attraverso la detrazione fiscale che viene suddivisa in 10 quote di pari importo spalmate su altrettanti anni.

BONUS CLIMATIZZATORI

Ogni contribuente può sostituire il vecchio climatizzatore domestico con un apparato nuovo e più efficiente avvalendosi di diversi incentivi: tre le modalità a disposizione. La prima prevede di sostituire il vecchio dispositivo con uno nuovo sfruttando il cosiddetto Bonus mobili ed elettrodomestici L’agevolazione può essere fruita sia nelle abitazioni private, sia in condominio per apparecchi da installare nelle parti comuni. La seconda modalità rientra nell’ambito del cosiddetto Ecobonus. In tal caso è possibile fruire di una detrazione fiscale (in dieci quote annuali di pari importo) elevata al 65%. Per aver diritto al beneficio la scelta del nuovo dispositivo, oltre alla miglior classe di efficienza energetica, non può prescindere dalla presenza della tecnologia a pompa di calore che permette non solo di raffrescare l’ambiente in estate, ma anche di riscaldarlo nel periodo invernale. La terza via per sostituire il climatizzato-

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Dal Bonus serramenti al Bonus schermature solari, passando per gli incentivi per la sostituzione della caldaia o del climatizzatore con dispositivi di ultima generazione

re, infine, è quella del Superbonus 90%. Nel rispetto delle normative che regolano l’intervento di efficientamento energetico, occorre indirizzare la scelta su un nuovo impianto centralizzato ad alta efficienza energetica, in grado di assicurare sia la climatizzazione estiva che quella invernale.

BONUS IDRICO

Poiché l’acqua è una risorsa preziosa per la salute e l’ambiente, lo Stato agevola chi sostituisce i vecchi rubinetti con dispositivi nuovi di ultima generazione con il Bonus Idrico (rimborso massimo, 1.000 euro senza limiti di ISEE per il 2022-2023). Nel 2023 saranno rimborsate le spese effettuate nel 2022.

BONUS ACQUA POTABILE

Il Bonus acqua potabile, introdotto con la Legge di Bilancio 2021, è un’agevolazione statale concepita con l’obiettivo di razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica. Il nuovo beneficio consiste in un credito d’imposta del 50% delle spese sostenute tra il 1° gennaio

SCONTATE LE SCHERMATURE SOLARI

Il bonus tende da sole (schermature solari) esiste ancora? Sì, il bonus (che prevede un tetto di spesa pari a 60.000 euro) esiste ancora. Rientra nell’ecobonus classico e prevede uno sconto del 50% sul prezzo della fornitura, smontaggio del preesistente, opere provvisionali e spese professionali. Attenzione, non godono del beneficio le tende che non sono attaccate all’edificio o che sono esposte a nord. Per fruire dell’incentivo sono previste detrazioni dall’IRPEF di pari importo per 10 anni. Eventuali zanzariere sono scontate solo se rispettano le stesse caratteristiche previste per le schermature solari.

Rientrano nell’agevolazione anche le tapparelle avvolgibili, considerate vere e proprie schermature solari: queste ultime, infatti, essendo applicate sull’involucro edilizio totale e classificate come chiusure-mobili-oscuranti-tecniche possono essere portate in detrazione.

Naturalmente, se inseriti in un più ampio contesto di riqualificazione energetica o ristrutturazione gli interventi di installazione di schermature solari possono rientrare nel Bonus Casa, nell’Ecobonus, oppure anche nel Superbonus 90%.

2021 e il 31 dicembre 2023 per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare E290 oltre a tutti gli altri dispositivi che consentono di apportare migliorie sull’acqua per il consumo umano erogata dagli acquedotti. Possono beneficiare del Bonus acqua potabile soggetti privati, soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni, esercenti attività di somministrazione di cibi e bevande ed enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo Settore e gli enti religiosi riconosciuti. L’importo massimo su cui calcolare l’agevolazione è di 1.000 euro per le persone fisiche e 5.000 per ogni immobile adibito ad attività commerciale o istituzionale.

elevati nel nostro Paese

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Il Bonus idrico e il Bonus acqua potabile sono due strumenti diversi loro, caratterizzati però da un obiettivo comune: limitare e razionalizzare gli sprechi d’acqua potabile oggi ancora troppo

SOSTENIBILITÀ

Dallo Sconto IVA del 50% ai convenienti mutui «green»

Nella Legge di Bilancio 2023 è prevista una nuova agevolazione, ovvero una detrazione IRPEF del 50% dell’importo dell’IVA dovuta per l’acquisto di case green. Gli immobili verso cui si rivolge tale vantaggio sono esclusivamente quelli a destinazione residenziale che rientrano nelle classi energetiche A e B acquistati entro il 31 dicembre 2023 direttamente dall’impresa costruttrice o dagli OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio). La detrazione deve essere ripartita in dieci quote costanti nel periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese e nei nove periodi d’imposta successivi. Anche gli istituti di credito stanno rivolgendo sempre più le proprie attenzioni alle case green. In dettaglio, stanno mettendo a punto una serie di prodotti volti a finanziarne l’acquisto particolarmente convenienti. Sono i cosiddetti mutui green pensati per incoraggiare gli investimenti relativi all’edilizia ecologica. Le banche propongono un tasso favorevole e condizioni contrattuali agevolate a chi mostra attenzione e cura per l’ambiente e sceglie di comprare o ristrutturare casa nell’ottica dell’efficientamento energetico. Esistono tre tipologie diverse di mutui green:

- per l’acquisto di una casa ecologica

- per la costruzione di una casa eco

- per la ristrutturazione di una casa in senso «green».

AGEVOLAZIONI PRIMA CASA

Ne possono beneficiare gli Under 36 con ISEE non superiore a 40.000 euro Previste diverse esenzioni dalle imposte

Per favorire l’autonomia abitativa dei giovani sono state introdotte alcune agevolazioni fiscali in materia di imposte indirette per l’acquisto della “prima casa”. Possono beneficiarne, entro il 31 dicembre 2023, coloro che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età nell’anno in cui l’atto è stipulato e hanno un indicatore ISEE non superiore a 40.000 euro annui.

LE ESENZIONI PREVISTE

Nel dettaglio le agevolazioni consistono:

→ esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale per le compravendite non soggette a Iva

→ pergliacquistisoggettiaIva,oltreall’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, il riconoscimento di un credito d’imposta di ammontare pari all’IVA corrisposta al venditore

→ esenzionedall’impostasostitutivaperifinanziamentierogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo.

NEL BENEFICIO CASA E PERTINENZE

Ammessi al beneficio sono gli immobili di categoria catastale compresa tra la A/2 e la A/7 oltre alla A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi). Le agevolazioni si estendono anche per l’acquisto delle pertinenze classificate o classificabili nelle categorie catastali C/2 (magazzini e locali di deposito), C/6 (per esempio, rimesse e autorimesse) e C/7 (tettoie chiuse o aperte), limitatamente a una pertinenza per ciascuna categoria e destinate a servizio dell’immobile oggetto di acquisto agevolato. La pertinenza può essere acquistata contestualmente all’abitazione principale, o anche con atto separato, purché stipulato entro il termine di validità temporale dell’agevolazione e nel rispetto dei requisiti soggettivi previsti.

24 GUIDA AL RISPARMIO

Mutui casa, con i tassi d’interesse in crescita, meglio sottoscrivere il tasso variabile, o quello fisso?

E’ una domanda alla quale non è facile rispondere. C’è chi consiglia di sottoscrivere un tasso fisso per bloccare l’importo della rata al costo del denaro di oggi (l’indice Eurirs su cui si calcola il tasso fisso è pari, in gennaio, al 2,5%) e chi invece consiglia il tasso variabile, sostenendo che l’inflazione potrebbe calare presto e che quindi nel giro di qualche anno anche i tassi torneranno a scendere (il variabile si calcola in base all’Euribor a tre mesi sempre a gennaio 2023 salito fino al 2,4%).

Se per comprare casa oggi si accende un mutuo, dunque, è bene sapere che lo si sta sottoscrivendo in un momento delicato dal punto di vista di congiuntura internazionale e che qualunque scelta si faccia, a un certo punto potrebbe suscitare dei rimpianti.

RINEGOZIAZIONE

In ogni caso, visto il lievitare degli importi delle rate dei mutui a tasso variabile, trend ormai in corso da diversi mesi, sono molti coloro che hanno scelto di rinegoziare il proprio mutuo presso l’istituto di credito al quale si sono affidati, chiedendo di passare, con questa operazione, al tasso fisso.

TASSO VARIABILE, FISSO E ANCHE MISTO

Mutuo a tasso variabile, a tasso fisso oppure misto: vediamo cosa sono. Nel mutuo a tasso variabile il tasso di interesse, sulla cui base si calcola l’importo della rata mensile che può appunto «variare» volta per volta, si mantiene «variabile» per tutta la durata del finanziamento. Il tasso è composto da una parte variabile (Euribor) e da una parte fissa (spread > guadagno della banca) determinata in relazione alla durata del finanziamento.

Il mutuo a tasso fisso, contrariamente a quello a tasso variabile, consente di contare su una rata mensile dall’importo fisso, quindi non soggetta a variazioni sulla base del tasso d’interesse legato al costo del denaro. L’importo della rata del mutuo a tasso fisso, solitamente, è più elevato di quello di un mutuo a tasso variabile calcolato sulla stessa cifra e della stessa durata.

C’è infine il mutuo a tasso variabile con rata fissa. Il tasso è variabile per tutta la durata del finanziamento ma l’importo delle rate è determinato sulla base delle proprie capacità di risparmio. Se l’importo della rata è fisso, ma il tasso variabile, la durata del mutuo può prolungarsi nel tempo di alcuni anni.

Una mossa prevista dalla Legge di Bilancio 2023 per mettere un freno agli incrementi delle rate e limitare l’erosione del potere d’acquisto. Attenzione, è nella facoltà della banca rifiutare la rinegoziazione qualora il cliente abbia un ISEE superiore a 35.000 euro o non abbia pagato tutte le rate.

SURROGA, CHE COS’È

Qualora la banca rifiuti la rinegoziazione, il cliente ha la facoltà di effettuare una surroga del proprio mutuo da un istituto di credito a un altro che pratica condizioni più vantaggiose. Questa operazione ha dei costi e richiede un nuovo atto notarile.

26 GUIDA AL RISPARMIO
MUTUI
Rinegoziazione e surroga permettono au mutuatari di tutelarsi dal rischio dell’aumento degli importi delle rate

Anche per quanto riguarda gli affitti, nel 2023 esistono diverse agevolazioni messe in campo per andare incontro particolarmente alle esigenze dei giovani e delle persone in condizioni di difficoltà economica.

IL BONUS AFFITTI 2023

Introdotto l’anno scorso, il Bonus Affitti per giovani dai 20 ai 31 anni è stato confermato anche nel 2023.

Il beneficio consiste in una detrazione lorda del 20% dell’ammontare del canone, fino al limite massimo di 2.000 euro.

UN RISPARMIO DI 2.000 EURO

Dunque, i giovani che andranno ad abitare in affitto, per i primi 4 anni di locazione avranno la possibilità di risparmiare fino a 2.000 euro l’anno sull’affitto di una casa, o di una parte di essa destinata a residenza. Bisogna però prestare attenzione: il Bonus, infatti, è aperto solo a precise condizioni.

CHI NE HA DIRITTO

Oltre a rientrare nel requisito dell’età, per poter beneficiare del Bonus affitti è anche necessario:

→ cheilredditocomplessivodell’affittuario non sia superiore a 15.493,71 euro;

→ chevengacompilatoesottoscrittoun contratto di locazione per l’intera unità immobiliare o parte della stessa da destinare a propria abitazione principale, quindi spostarvi la residenza;

→ cheilcanonediaffittoannuononsiainferiore ai 991,60 euro

COME RICHIEDERE IL BONUS

Il Bonus Affitti 2023 si richiede in fase di presentazione della Dichiarazione dei Redditi, comunicando all’Agenzia delle Entrate le seguenti informazioni:

GUIDA AL RISPARMIO

AFFITTI

DIFFICOLTÀ ECONOMICA

Per ottenere il Contributo Affitto al quale accenniamo a lato è necessario trovarsi in condizioni di difficoltà economica.

È possibile richiedere il Contributo Affitto nel caso in cui ci si trovi in una delle seguenti condizioni:

→ Licenziamento

→ Riduzione dell’orario di lavoro

→ Messa in Cassa integrazione

→ Contratto a tempo determinato non rinnovato

→ Cessazione dell’attività lavorativa per cause indipendenti dalla propria volontà

→ Infortunio o decesso di un qualsiasi componente familiare concorrente al reddito del nucleo

Per incentivare i giovani ad andare a vivere da soli, il Governo ha confermato il Bonus affitti. Confermato anche un secondo strumento: il Contributo affitto

→ Idatidell’immobilechediventeràresidenza;

→ ilcontrattod’affittostipulatoconilpadrone di casa;

→ L’ammontaredelproprioredditoannuo.

IL CONTRIBUTO AFFITTO

Un’altra formula di sostegno statale a chi vive in un alloggio in locazione è rappresentata dal Contributo affitto, un bonus a sostegno dei cosiddetti «inquilini vittime di morosità incolpevole».

Disponibile fino a esaurimento fondi, è erogato dallo Stato anche attraverso il Comune di residenza. Per verificare se si ha la possibilità di fruire del contributo è necessario partecipare ad appositi bandi comunali. Informazioni in merito si possono richiedere al proprio Comune di residenza.

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La Legge di Bilancio 2023 conferma, potenziandolo, il Bonus bollette, altrimenti noto con il nome di Bonus Sociale erogato alle famiglie in difficoltà economica per agevolare il pagamento delle utenze luce, gas e acqua.

BONUS LUCE E GAS

Il Bonus per energia elettrica e gas spetta alle famiglie con indicatore ISEE fino a

Il Bonus sociale è erogato alle famiglie in difficoltà economica per il pagamento delle utenze di luce, gas e acqua. L’indicatore ISEE per essere ammessi al beneficio è stato portato a 15.000 euro

A QUANTO AMMONTA IL BENEFICIO

L’importo del Bonus elettricità per disagio economico, nel rispetto dei valori in vigore nel I trimestre 2023, dal 1° gennaio al 31 marzo,

è il seguente:

→ Per famiglie fino a due componenti 182,7 euro a trimestre (Bonus ordinario+compensazione integrativa straordinaria)

→ Per famiglie fino a 4 componenti 236,7 euro a trimestre

→ Per famiglie oltre 4 componenti, 265,5 euro a trimestre.

15.000 euro (fino a dicembre scorso questo limite era fissato in 12.000 euro), oppure fino a 20.000 euro nel caso di nuclei con 4 o più figli a carico.

REQUISITI

Per aver diritto al Bonus è necessario che almeno uno dei componenti il nucleo familiare sia intestatario di un’utenza luce/gas per utilizzo domestico attiva (anche se temporaneamente sospesa per morosità).

In alternativa, uno dei componenti del nucleo familiare ISEE deve usufruire, in locali adibiti ad abitazione a carattere familiare, di una fornitura condominiale (centralizzata) di gas naturale e/o idrica per uso civile e attiva. Si ha diritto a un solo Bonus per tipologia,

per anno. Per esempio, nel 2022 ogni nucleo beneficiario ha avuto diritto a un solo Bonus elettrico, per il gas o idrico.

COME SI RICHIEDE

Il Bonus Sociale è assegnato automaticamente alle famiglie che presentano la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) annuale contestualmente a un’attestazione ISEE.

BONUS IDRICO

Il Bonus Idrico si ottiene con modalità simili al Bonus elettricità/gas, ma il limite ISEE entro il quale è possibile beneficiarne è di 9.530 euro. Anche in questo caso deve essere attiva un’utenza domestica.

Il valore del Bonus gas (da 64,80 a 511,20 euro) dipende dal numero dei componenti della famiglia, considera il tipo di utilizzo della fornitura (acqua calda sanitaria e cottura cibi, riscaldamento, entrambi gli usi) e la zona climatica.

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GUIDA AL RISPARMIO BOLLETTE

È previsto

un contributo

tra 150 e 500 euro mensili

Per sostenere le famiglie in difficoltà economica il Governo ha confermato diversi Bonus da calcolare in base all’indicatore di Situazione Economica

GUIDA AL RISPARMIO

ISEE E AGEVOLAZIONI FAMIGLIA

Il Bonus figli disabili 2023 consiste in un sussidio, non tassabile ai fini IRPEF, rivolto a genitori disoccupati o monoreddito con figli a carico affetti da disabilità non inferiore al 60%. Consiste in un contributo di importo pari a 150 euro mensili. Se in famiglia vi è la presenza di «due o più figli a carico con una disabilità riconosciuta in misura non inferiore al 60%» l’importo passa a 300 euro mensili o a 500 euro mensili complessivi se i figli sono più di due. Il diritto al Bonus decade in caso di decesso del figlio, di perdita della potestà genitoriale, di affidamento del figlio a terzi o ricovero presso una struttura residenziale di cura a carico dello Stato. La richiesta per ottenere il contributo deve essere presentata ogni anno dal genitore in via telematica all’INPS, secondo le modalità e le scadenze definite dall’Istituto con apposita circolare. Quest’anno la presentazione deve essere inoltrata entro il 31 marzo. Per accedere al contributo è necessario possedere alcuni requisiti: bisogna essere residenti in Italia (hanno diritto sia i cittadini italiani, sia i comunitari, sia gli extracomunitari con permesso di soggiorno), disoccupati o monoreddito, percettori di reddito da lavoro dipendente non superiore a 8.145 euro o 4.800 euro in caso di lavoro autonomo, appartenere a un nucleo famigliare monoparentale, con ISEE non superiore a 3.000 euro.

Le famiglie in difficoltà economica attestata dall’indicatore ISEE, cui sono indirizzati molti dei bonus indicati nelle pagine precedenti, hanno diritto anche ad altre utili agevolazioni: vediamo quali sono.

ASSEGNO UNICO UNIVERSALE

L’Assegno unico si richiede all’INPS e ha un importo da 175 a 50 euro al mese per figlio a carico, a seconda dell’attestazione ISEE. Numero ed età dei figli possono dare diritto ad aumenti.

BONUS ASILI NIDO

Confermato dalla Manovra del Governo Meloni questo Bonus contribuisce al pagamento delle rette di asili nido pubblici e privati. Con ISEE inferiore a 25.000 euro l’importo del contributo è fino a 3.000 euro. Il bonus cala al crescere dell’ISEE.

ACQUISTI ALIMENTARI E ALTRI BONUS

Alla Social Card per redditi fino a 15.000 euro gestita dai Comuni, si affianca la Carta Acquisti Ordinaria di Poste Italiane per cittadini con ISEE fino a 7.120,39 euro (e altri requisiti). Introdotto anche un fondo sperimentale per il reddito alimentare. Per ISEE fino a 10.000 euro esiste il Bonus occhiali, mentre il Bonus Psicologo è riservato a ISEE fino a 50.000 euro. Per i 18enni (nati nel 2005), infine, nasce la Carta Cultura e del Merito

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CONTO TERMICO

Il Conto Termico incentiva gli interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili in edifici o singole unità immobiliari accatastati e dotati di un impianto di riscaldamento. L’incentivo è gestito dal GSE (Gestore Servizi Energetici)

RECUPERO DELLA SPESA

Il Conto Termico offre al contribuente la possibilità di recuperare parte della spesa sostenuta nel giro di poco tempo (2 mesi) qualora il contributo sia minore o uguale a 5.000 euro. Negli altri casi l’incentivo è corrisposto in rate annuali costanti della durata compresa tra 2 e 5 anni, a seconda della tipologia di intervento e della sua dimensione.

PERCENTUALE DI DETRAZIONE

Le detrazioni possono arrivare al 65% per le spese sostenute per i cosiddetti “Edifici a energia quasi zero”(nZEB), al 40% per gli interventi di isolamento di muri e coperture e altre opere, nonché al 50% per gli interventi di isolamento termico nelle zone climatiche E/F e altri interventi di isolamento

termico abbinati ad altro impianto (caldaia a condensazione, pompe di calore, solare termico, ecc.); fino al 65% per pompe di calore, caldaie e apparecchi a biomassa, sistemi ibridi a pompe di calore e impianti solari termici per le Pubbliche Amministrazioni (e le ESCO - Energy Service Company - che operano per loro conto), il 100% delle spese sostenute per la Diagnosi Energetica e l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) e il 50% per i soggetti privati, le cooperative di abitanti e le cooperative sociali.

COME RICHIEDERLO

La richiesta deve essere presentata entro 60 giorni dalla fine dei lavori, pena la decadenza del diritto all’incentivo. I pagamenti,

inoltre, non potranno essere datati più indietro di 90 giorni dalla data di presentazione dell’incentivo.

RICHIESTE MULTI-INTERVENTO

Per le richieste multi-intervento l’ammontare sarà pari alla somma degli incentivi relativi ai singoli interventi.

Sul sito del Gestore dei Servizi Energetici è presente la cosiddetta “scheda domanda” che, una volta compilata e trasmessa, permette di accedere al contributo promesso. Il processo di valutazione della richiesta prevede la verifica tecnico amministrativa dei dati e delle informazioni inerenti all’intervento forniti. L’istruttoria si conclude entro 60 giorni dal ricevimento dell’istanza.

32 GUIDA AL RISPARMIO
L’incentivo
può essere incassato in 2 mesi qualora il contributo a carico del GSE sia minore o uguale a 5.000 euro
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