Novembre 2022

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stato dell’arte

Il valore dell’esperienza | NOVEMBRE 2022 | Anno XLIV - n.11 - € 2,50 I.P. Il nostro Paese vanta un patrimonio immenso. INCHIESTA Lo
in Italia SOCIETÀ Per combattere la povertà lavorativa in Italia, serve il salario minimo? È un primo passo, ma non ESTERO La guerra tra Ucraina e Russia ha scatenato una crisi alimentare A farne le spese, anche i Paesi dell’Africa e del Medio Oriente SCIENZE Cataratta: oggi si può curare Merito di una tecnica chirurgica oftalmica sempre più avanzata

Mensile di attualità e cultura di 50&Più Sistema Associativo e di Servizi 50&Più il valore dell’esperienza

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La politica deve essere di tutti Carlo Sangalli 5 Ed ora... spazio alla redazione Anna Maria Melloni 6

In questo numero

Periscopio, notizie dal mondo Dario De Felicis 18 Lavoro povero: sì al salario minimo Annarita D’Agostino 20

Il Sud in ripresa Rita Nicosanti 24 Ucraina: é crisi alimentare Ilaria Romano 32

Tecnologia e dintorni Valerio Maria Urru 42 Intervista a Fio Zanotti Anna Grazia Concilio 60 Parlare in Cörsivœ Sadìa Maccari 62 Come nasce e cos’è un Déjà vu Anna Costalunga 64 Giuseppe Moioli, la leggenda del remo Romina Vinci 66 Fisco Alessandra De Feo 78 Previdenza Luca Giustinelli 80

Anno XLIV - n. 11 - novembre 2022

SANITÀ: È ORA DI CAMBIARE MARCIA

Nuovi progetti

Tra le novità, Case e Ospe

CORTI DI LUNGA VITA: L’ENERGIA È IL TEMA DELLA QUINTA EDIZIONE

L’energia, in tutte le sue forme e significati, sarà il filo condutto re del Concorso di cortometraggi promosso dalla 50&Più.

VIVERE MEGLIO, NELL’ALBERGO ETICO

Arriva anche a Roma un nuovo modello di RSA, che ridefinisce il concetto di socialità, inclusione e assistenza.

Sommario
grazie ai fondi del PNNR.
dali di Comunità e le Centrali ope rative territoriali.
58 36 di
G. Valdannini
di
G. Capuano
68 di A.G.
Concilio
Riparte la stagione online, con tanti nuovi appuntamenti di Linda Russo Tornano i Webinar di Spazio50 40 Presente e futuro delle meraviglie culturali nostrane di G. Vecchiotti, A. Costalunga, E. Roz za, R. Carabini, I. Romano, L. Tamburi Inchiesta: lo stato dell’arte in Italia 45 Rubriche La forma delle nuvole Gianrico e Giorgia Carofiglio 10 Il Terzo Tempo Lidia Ravera 12 Anni possibili Marco Trabucchi 14 Effetto Terra Francesca Santolini 16 Lettere al Direttore Giovanna Vecchiotti 98 novembre 2022 | www.spazio50.org 3

Intervista

Di Tizio,

salvarci

deciso

Scienze

aumento

salva

Italia

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vi(s)ta

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“diabesità”

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longevità

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NUMERO CERTIFICATO 8956

DEL 6/04/2022

ASSOCIATO ALL’USPI UNIONE STAMPA

PERIODICA ITALIANA

Credit foto: Agf, Contrasto, Masterfile, Shutterstock, Antonio Barella, ©Alessandro Carofiglio, Antonio Pelosi. Shutterstock: Kathy Hutchins, Sulastri Sulastri, Marcelo Mollaretti, Nbeaw, Maarten Zeehandelaar, Trabantos, Leitenberger Photography. Foto di copertina: Shutterstock. Illustrazioni: Enrico Riposati.
2022
Luciano
presidente WWF
«Per
serve un
cambio di passo» di
27 Cultura
I
di 50&Più 84 Libri,
Teatro, Musica, Cinema 87 Vivere in Armonia 92 Giochi 94 Bacheca 95 Bazar 97 www.spazio50.org | novembre 20224 Con le
meno
e
più
Cataratta, un
che
la
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È in
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LA POLITICA DEVE ESSERE DI TUTTI

Da poco si è aperta una nuova legislatura con un Parlamento eletto da appena il 63,9% degli aventi diritto al casione è stato approvato il disegno di legge delega per

Tra le proposte della riforma, ad re alla dimensione sociale e familiadi misure a favore dell’inclusione soni sanitarie e interventi di carattere previsto un riesame delle tutele esistenti per il loro reinInsomma, una riforma importante e destinata a una pla-

novembre 2022 | www.spazio50.org 5
«SI INTENDE SUPERARE LA SCARSA OFFERTA RELATIVA AI SERVIZI PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI»
Il nuovo esecutivo è tenuto ad affrontare un complesso banco di prova: portare avanti la riforma sulla non autosufficienza già iniziata la scorsa legislatura. Un provvedimento corposo che interessa circa 14 milioni di persone tra anziani, familiari e operatori

Il 13 settembre una giovane di 22 anni stava visitando Teheran, la capitale dell’Iran, con la famiglia. Erano davanti alla fermata della metro quando la polizia si è avvicinata e l’ha accusata di non indossare correttamente l’hijab - il velo - come prescritto dalle leggi dello Stato. Mahasa Amini, originaria del Kurdistan iraniano, è stata quindi arrestata e condotta al centro di detenzione di Vozara. Da qui il trasferimento in ospedale: la ragazza è morta dopo tre giorni di coma. Immediatamente, si sono innescate decine di proteste, anche online, che hanno portato il governo iraniano a limitare l’accesso a internet in varie zone

Al funerale di Mahasa Amini, infatti, tante donne hanno manifestato contro le autorità iraniane togliendosi il velo e sventolandolo o bruciandolo in segno di protesta. Sui social mondiali molte altre si sono tagliate i capelli (un segno di lutto nella cultura islamica) per manifestare solidarietà. Un movimento che, nelle strade iraniane, è stato represso dalle forze dell’ordine che non hanno mancato di fare ricorso alle armi per bloccare la folla.

da oltre quarant’anni, quando nel 1981 in Iran è entrata in vigore una

legge approvata dal regime islamista che impone alle donne di mostrarsi in pubblico indossando un chador, un mantello generalmente nero che le copra dalla testa ai piedi, oppure un hijab, che avvolga la testa, il collo e i capelli e al quale vanno abbinate maglie a maniche lunghe che coprano le braccia. Da quel momento, le strade delle città sono pattugliate dalla polizia religiosa, che vigila sul rispetto delle norme islamiche e conservatrici, fra cui quelle sull’abbigliamento femminile. Dall’insediamento del governo ultraconservatore del presidente Ebrahim Raisi, in carica dal 2021, però, le proteste contro le norme sul vestiario femminile vengono trattate con maggiore severità. Proprio a metà

mato un decreto che stabilisce pene più dure per chi viola le leggi sull’abbigliamento da tenere in pubblico. C’è uno slogan che risuona per le strade della città: “Donne, vita, libertà”.

O in molti casi solo “libertà”. Perché è questo che si chiede: libertà di scegliere, di decidere se portare il velo o no, di rispettarsi reciprocamente nella decisione di adottare o abbandonare le tradizioni del Paese. Nel mese in cui ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne - il 25 novembre - è importante

ce alle libertà ancora da raggiungere. Purtroppo, ancora oggi in tanti Paesi del mondo, si assumono scelte sul corpo e sulla vita delle donne che loro stesse non possono arginare. Basta analizzare i dati a livello globale relativi ai femminicidi o omicidi di genere pubblicati nel 2019 dall’Uftrollo della droga e la prevenzione del crimine (UNODOC). Sulla base delle statistiche fornite dalle nazioni, ogni giorno sono morte nel mondo 137 donne per mano del partner o di un familiare: il 58% delle 87.000 sono state uccise intenzionalmente. Oppure pensiamo ai disagi delle donne che intendono interrompere una gravidanza, ma che sono obbligate a spostarsi in un altro comune, se non in un’altra regione, e che spesso intraprendono questa scelta in seguito a problematiche legate all’ambito lavorativo, familiare, psicologico ed economico. Anche per questo dobbiamo inneggiare alla libertà: al raggiungimento di quell’equilibrio che permetta il diritto di scegliere senza sentirsi proprietà di nessuno.

www.spazio50.org | novembre 20226
Da questo numero questo spazio viene dedicato a idee, considerazioni,
ED ORA... SPAZIO ALLA REDAZIONE
DRONE PHOTO AWARDS 22 il concept dello scatto Like a Painted Picture del fotografo polacco Krzysztof Krawczyk, che ha vinto il pri-
© KRZYSZTOF KRAWCZYK

LE CRISI? SI SUPERANO “PERDENDOSI”

Maisentito parlare dei mento fondamentale della pratica zen e con-

in realtà capaci di mettere in crisi la nostra ordinaria capacità di interpretare il mondo.

nanze sono completamente deserte e tra domanda: “Come facciamo a dire

problema. Possono servire a trasfortamento, per allenarsi alla capacità di

www.spazio50.org | novembre 202210
La
forma delle nuvole Un padre e una figlia osservano il mondo
di La realtà è un poliedro di possibilità che può lasciarci spaesati e disorientati. Per questo dobbiamo imparare a conoscerla, capirla, e trovare gli strumenti giusti Imparando a guardarla da altri punti di vista

mano il percorso non in base a ciòeravamo mai accorti. È impossibile

ci permette di abbandonare la ricerca forsennata di certezze, di convivere creativo i problemi delle esistenze inparticolarmente importante in tempi di crisi. Ecco cosa ne pensava Albert Einstein. benedizione per le persone e per le

novembre 2022 | www.spazio50.org 11

IMPARIAMO AD ESSERE FELICI

Lezioni di felicità, è questo che vorrei. Vorrei che ci fosse una scuola dove gli adulti molto adulti, come me (e come tante e tanti che conosco, che mi scrivono, che leggono questa pagina

ne imbarazzanti per numero) possano studiare serenità, essere educati al sorriso, a vedere il lato positivo in ogni avvenimento, disgrazia o novità. Ad insegnare dovrebbe essere una persona molto vecchia o una bambina abbastanza piccola da sorridere per istinto ad ogni raggio di luce che mette a dormire la notte.

Da zero a tre anni direi, sarà l’età dell’insegnante di ruolo. Sopra i novanta, l’età di quella di sostegno.

Mi siederei in prima fila e prenderei appunti.

Come si fa a svegliarsi felici?

Abbiamo passato, in rapida successione, tre turni di pandemia grave, con l’ansia di ammalarci, di contagiare le persone che amiamo, di danneggiare sconosciuti con cui abbiamo avuto contatti fuggevoli.

Non è ancora passata. E nessuno ci assicura che non ce ne sarà un’altra. Non bastava?

Ecco che la Grande Madre Russia invade la pugnace Ucraina, coinvolgendo noi e il resto d’Europa. Appli-

chiamo sanzioni, mandiamo armi, ci apprestiamo a sopportare le reazioni di Putin. Il gas ce l’hanno i russi. Noi resteremo al freddo.

Ne volete di più? La siccità di una estate troppo calda provoca allagamenti, esondazioni e smottamenti. Incomincia Stromboli nel mese di agosto, il 12: vien giù la montagna, alla prima pioggia. Anzi, scusate, alla prima bomba d’acqua, perché ormai le piogge non esistono più, come le mezze stagioni. Calamità nazionale.

rantaquattro case distrutte, intere famiglie - fra cui la mia - vive per miracolo. Non basta: un mese dopo,

me nelle Marche. Dodici morti, una donna dispersa.

È un disastro idrogeologico. Ne seguiranno altri, perché il pianeta è malato e nessuno lo sta davvero curando. Neanche qui, in Italia.

bre un’altra consultazione elettorale dopo l’ennesima crisi di governo. Va a votare circa il 60% degli aventi diritto. Gli altri, purtroppo, si astengono, voltando le spalle al proprio dovere civico.

Intanto le bollette piombano sulle famiglie come mannaie, decapitano economie risicate, riducono alla miseria chi se la cavava non senza fatica,

ma dignitosamente.

Le rate del mutuo diventano appuntamenti con la disperazione.

O mangi o paghi luce e gas, e accendi - poco e in ritardo - i caloriferi.

Tutti parlano del PNRR, ma nessuno sa cosa ne stanno facendo, come funziona, quando aiuterà chi non

www.spazio50.org | novembre 202212 Il TERZO tempo

ce la fa più.

Abbiamo bisogno di tornare fra i banchi di una scuola immaginaria e im parare a sorridere di nuovo, a non cedere all’ansia, a fidarci di chi ma neggia i fondi europei come se fosse ro mamma e papà. Come se ci volessero bene.

Dobbiamo gettare il cuore al di là dell’ostacolo, come si dice. Ma gli ostacoli sono tanti e il cuore è uno solo. Ciascuno palpita con il suo. Fatemi sapere come state, lettrici e lettori. Proviamo anche da questa pagina a far sentire la nostra voce.

PARLIAMONE...

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novembre 2022 | www.spazio50.org 13

IL SENSO DELLA VITA NELLE CASE DI RIPOSO

È“una vita possibile” quella della persona anziana ospitata in una casa di riposo? Certamente è una condizione particolare, spesso dominata dalla malattia e dalla perdita

sti ambienti, però, è possibile una vita degna di essere vissuta. Molto trattamento da parte del personale

l’ospite verso il passare del proprio tempo.

risiede nella propria casa, ma è sempre augurabile costruire un modo permanenza in una RSA (così sono sidenze per anziani, almeno quelle più moderne e meglio attrezzate) un momento di vita.

deve interpretare le RSA del proprio compagnati da malattie. Non sono nicomi, ma ambiti più o meno belli

www.spazio50.org | novembre 202214 Anni possibili

dove la persona riceve un’assistenza adeguata alle sue esigenze, mirata a ridurre il dolore, a combattere la solitudine, a controllare le malatla vita, a dare senso alla giornata. La comunità deve collaborare alla costruzione di senso alla vita dei possono più rimanere a casa a causa di rilevanti interventi clinico-assistenziali. La comunità non deve ciale dove vivono gli anziani. Questi, così, avranno l’impressione di essere all’interno di una generosa comunità curante e non si sentiranno relegati ma sempre altro rispetto al resto della città. Purtroppo, la crisi del

ritornando ad una relativa normalità (nella speranza di una evoluzione benigna della pandemia).

Un contributo importante alla vita possibile nelle RSA viene dato dai

la crisi provocata dal ricovero e i relativi sensi di colpa. È un passaggio riodica deve inserirsi nella giornata -

tanti momenti negativi. In questa ratori deve essere un momento di vita normale, non occasione per recriminazioni e tensioni. Il proprio caro ospitato in una RSA è accudito da persone capaci, amorevoli, disponibili, con le quali spesso svilup-

su basi diverse rispetto al passato una nuova convivenza, nella quale invidie e senza il timore di essere caro. Oppure, al contrario, senza il timore di un trattamento inadeguamente, l’ospite, creando situazioni di disagio.

Il tempo trascorso dall’ospite con gli operatori è caratterizzato da atti di

giornata. Sempre, prevalgono i tempi della relazione, della vicinanza, dell’accompagnamento. D’altra parte, spesso la vita prima dell’ingres-

so era caratterizzata da scarse relale molte ore vuote, da un’assistenza vita è migliorata rispetto al tempo precedente, con vantaggi indubbi per la salute e la serenità dell’ospite. dell’ingresso, mentre il ripetuto appello pieno di tristezza “voglio tornare a casa” continua a risuonare. disponibilità e intelligenza da parte del personale, per costruire con pazienza e determinazione una “vidi colpa). nale: tra i lettori della nostra Rividirettamente o indirettamente, sono coinvolte con la vita nelle RSA. Questo articolo non vuole essere un panuna situazione, con il relativo carico una modalità di “vita possibile” oggi nella realtà italiana.

PARLIAMONE...

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novembre 2022 | www.spazio50.org 15
La Residenza Sanitaria Assistita per gli ospiti può diventare un trauma, così come per le loro famiglie, è fondamentale creare un ambiente favorevole dal punto di vista relazionale, empatico e, naturalmente, di cura

I DANNI COLLATERALI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Gli impatti del cambiamento climatico dimostrano già oggi che saranno sempre di più le fasce sociali più deboli della società a pagare il prezzo più alto del clima impazzito. A livello globale, si fa riferimento al termine “giustizia climatica” per indicare il fenomeno in base al quale le popolazioni che subiscono maggiormente le conseguenze del riscaldamento globale, sono quelle che meno hanno contribuito a creare il fenomeno. Non parliamo quindi solamente di cambiamento climatico, ma di cambiamento climatico in un mondo ingiusto e disuguale. E

www.spazio50.org | novembre 202216 Effetto Terra
di Francesca Santolini

tersezione tra le dinamiche climatiche e il mercato immobiliare. Viene chia-

sito di una ricerca condotta da Jesse Harvard. Secondo il professor Keenan e il suo team di ricercatori, il rispesso con ritmi drammatici, la topoMiami, in Florida, lo studio dimostra stia causando ondate migratorie nelle città più vulnerabili al clima, con spostamento della popolazione più benestante verso quartieri un tempo popolari, situati in aree delle città meno esposte al rischio di inondazioni, sicmento del livello del mare fa già parte

della vita quotidiana, ma non colpisce tutti nello stesso modo. A partire dagli inizi degli Anni 2000, la tendenza delle famiglie ad alto reddito è stata quella di lasciare gradualmente la ricca Miami Beach ed investire in quartieri popolari come il ghetto nero di Liberty City, oppure Little Haiti, cioè in quartieri popolari dove vivono tradizionalmente afroamericani, cubani e in generale i ceti sociali più bassi.

interna della città, sono più protetti e meno esposti al rischio di inondazioni, e quindi in prospettiva rappresentano un investimento più vantaggioso di una bella casa sulla costa, che potreb-

troppo remoto. Così facendo, però, si sta creando una vera e propria bolla immobiliare, con un innalzamento dei prezzi delle case e dei servizi che va a svantaggio dei tradizionali abitanti.

a causa degli incendi, chi abita sulle prestigiose colline cittadine sta lentamente decidendo di andare a vivere in luoghi meno soggetti al rischio climatico, spostandosi in quartieri che sono prevalentemente abitati dai ceti

dove le ondate di calore hanno portadal record di 122 gradi Fahrenheit (50 gradi Celsius) e il problema è sempre lo stesso: i più ricchi possono affrontare un ricollocamento abitativo, i meno abbienti invece ne pagano le conseguenze.

La previsione è che in molte aree ranno ripetute ondate migratorie che cambieranno radicalmente la distribuzione territoriale della popolazione da qui al 2070.

Lo studio cita come esempio di genVenezia. In questo caso essa viene decost-burden pathway cioè una

dove solo le fasce sociali più alte possono permettersi di vivere nelle zone costo della vita associato alle spese di mitigazione del cambiamento climatico (costi di assicurazione, tasse sulla proprietà, manutenzione). Qui la tendenza delle fasce sociali medio-basse, è quella di spostarsi verso Mestre, sulla terraferma, per evitare i costi legati alzione del fenomeno. Tra non molto, in uno scenario business as usual, e cioè dando per scontato che la politica non dovrebbe, chi potrà permetterselo inizierà a trasferirsi in aree dove troverà condizioni meteo climatiche meno critiche, mentre il resto della popolazione si troverà senza difese.

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novembre 2022 | www.spazio50.org 17
Si chiama climatica” ed è in tempi relativamente recenti: a causa del si

Periscopio

LA DIGNITÀ DEI MESTIERI DIMENTICATI

Il mercato del lavoro è cambiato, è vero; anzi, è in continuo cambiamento. Fioriscono i brevetti di nuove invenzioni, la produttività è l’ago della bilancia dell’economia e Internet e la robotica stanno facendo il resto, in questa epoca di piccole rivoluzioni tecnologiche. Eppure, non troppi anni fa - circa cento, diciamo - esistevano lavori impensabili al giorno d’oggi, ma di assoluta dignità e utilità. “L’arte aguzza l’ingegno”, dicevano i nostri nonni, e loro d’ingegno ne avevano tanto da crearsi un mestiere che potesse sfamare la fami-

tempo che fu, ormai quasi scomparsa dai lavori contemporanei considerati “normali”; oppure il lampionaio, che curava l’illuminazione cittadina ma che, aggirandosi in orari inconsueti, fungeva anche da guardiano notturno. Sempre in strada si poteva trovare il cantoniere, o lo stradino, che curava le vie sterrate sempre bisognose di manutenzione. C’erano poi lavori ad appannaggio esclusivamente femminile, come la levatrice, che aiutava le donne a partorire in casa, e poi la balia, per allattare i bambini le cui mamme non avevalavandaie, spesso al soldo di ricche famiglie che le assumevano per avere un bucato sempre impeccabile (e per lavare si usava la cenere).

Tra carrettieri e barcaioli, precursori del trasporto moderno, si camminava imbattendosi nelle botte-

ghe degli artigiani per eccellenza: falegnami, sarti e calzolai, questi ultimi tra i mestieri più penalizzati dall’automazione e dal moderno consumismo.

Seduti accanto alle loro botteghe c’erano lo scalpellino, che con la sua arte fregiava lapidi e segnaletica stradale, e gli scopettai, che pulivano con cura e delicatezza i vestiti di quelli che uscivano dal barbiere. Nella speranza di una lauta mancia. Si girava in strada, incontrando il lattaio che faceva il giro delle case, specialmente al mattino, per consegnare il fresco prodotto delle mucche al pascolo, e si sentiva forte il richiamo dell’arrotie piccoli utensili, perché il recupero degli oggetti era di fondamentale importanza. Similare era il mestiere dello stagnaio, abile nel fondere, appunto, lo stagno per fare saldature e aggiustare vari tipi di pentole e recipienti. Ma esisteva anche la che, previo compenso, aveva lo scopo di mettere d’accordo due parti, che fosse per la compravendita di terreni, un contratto di lavoro o di animali da fattoria. Alcuni di questi mediatori venivano chiamati addirittura per combinare matrimoni. Le foto in bianco e nero sono testimoni di un mondo che non esiste più, fatto di mestieri che sono stati persi, dimenticati, sostituiti. Oggi ci fanno sorridere; ma ne terremo per sempre gelosa memoria.

a cura di Dario De Felicis

In giro per il mondo

novembre 2022 | www.spazio50.org 19
SONS OF THE PIONEERS dal 1933 GOLDEN EARRING dal 1961 THE BEACH BOYS dal 1961 THE ROLLING STONES dal 1962 UNA STORIA LUNGA 11MILA ANNI www.travel365.it UNA PAROLA, CENTINAIA DI SIGNIFICATI Oxford English www.reddit.com PAUSA THÈ. A QUALUNQUE COSTO www.infothe.it SABBIA A PERDITA D’OCCHIO www.queensland.com L’ODORE DELL’UNIVERSO www.focus.it IL CUORE NASCOSTO NEL MARE www.travelworld.it MASTICARE, PER MANTENERE L’ATTENZIONE www.ilgiornaledelcibo.it LE ROCK BAND PIÙ LONGEVE A PROPOSITO DI... di NUMERI DA RECORD LA CANZONE DEL SECOLO LA GALLERIA INFINITA

CONTRO IL LAVORO

“POVERO” IL SALARIO MINIMO È NECESSARIO. MA NON BASTA

Di salario minimo, in Ita lia, si discute da oltre venti anni. Consultando gli archivi delle proposte di legge di Camera e Senato, si indi viduano almeno 9 diverse iniziative legislative. Ferme nelle commissio ni parlamentari per anni. Il tema è tornato in auge con la di

rettiva del Parlamento europeo e del Consiglio, che fissa le proce dure per introdurre salari minimi adeguati nell’Ue. Cosa cambierà per il nostro Paese? «Formalmen te nulla», afferma Michele Raita no, professore ordinario di Politica economica presso l’Università La Sapienza di Roma e membro del

Gruppo di lavoro sugli “Interventi e le misure di contrasto alla po vertà lavorativa” in Italia, istituito nel 2021 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. «La diretti va - spiega - si applica ai Paesi che hanno un livello di contrattazione collettiva che copre meno dell’80% della forza lavoro o che hanno mi

di
Annarita D’Agostino
www.spazio50.org | novembre 202220 Società

nimi salariali talmente bassi da creare condizioni di concorrenza sleale, come i Paesi dell’Europa dell’Est. In Italia, sostanzialmente, tutto il lavoro dipendente è coperto da contrattazione collettiva, quindi non c’è un obbligo di salario minimo legale, ovvero imposto per legge. Sicuramente però, grazie alla discussione sulla direttiva UE, si è ricominciato a porre attenzione ai temi salariali e, in particolare, al lavoro povero».

Quello della povertà lavorativa, conferma Raitano, è purtroppo oggi un “problema strutturale” del mercato del lavoro italiano, dovuto a salari stagnanti e contratti sempre più precari. Ma anche un fenomeno “diffuso”. «Il lavoro povero non è solo dovuto ad un basso salario, ma anche a forme contrattuali atipiche, tempi di lavoro limitati, carriere frammentarie. Posso avere un salario orario alto - spiega l’economista - ma, se lavoro poche settimane in un anno o part-time per poche ore a settimana, il mio livello retributivo certo non mi permetterà di vivere dignitosamente. Si tratta di una condizione peraltro persistente, che non riguarda solo i giovani all’ingresso del mercato del lavoro ma rimane tale per molti anni e arriva ad incidere sulle pensioni, creando le condizioni per una generazione di anziani che saranno sempre più poveri, oltre che più numerosi».

Il salario minimo è una misura

preoccupante fenomeno?

Possiamo dire che è una condizione necessaria ma non è assolutamente sufficiente. Il salario minimo può funzionare, ma nella cornice della contrattazione collettiva. Infatti, nei settori economici in cui la contrattazione collettiva è forte, i salari minimi sono più alti. Bisogna considerare poi che un contratto non garantisce solo i minimi salariali, ma anche una serie di diritti, dalle ferie al TFR al welfare.

Il problema è che, nel corso degli anni, il lavoro si è indebolito molto e oggi ci sono settori dove i salari sono davvero bassi nonostante i contratti collettivi. Penso alla logistica o alla ristorazione, per fare solo alcuni esempi. Oppure sono vigenti contratti “pirata” siglati da associazioni sindacali non rappresentative. Si tratta di contratti che riguardano pochi lavoratori, ma che rappresentano comunque una minaccia per l’equità salariale. Ma perché le imprese pagano salari bassi?

In molti casi perché si posizionano su segmenti poco produttivi, dove negli anni hanno potuto sopravvivere anche grazie alle politiche pubbliche. Paradossalmente i bassi salari sono una trappola: se l’impresa può pagare poco il lavoratore, continua a fare produzioni a basso valore aggiunto in cui compete sul costo del lavoro. Invece, un paese innovativo, ricco di risorse e di capitale umano come l’Italia dovrebbe cercare di muoversi verso produzioni a più alta tecnologia. All’Italia quindi può servire un salario minimo?

«Il salario minimo può funzionare, ma nella contrattazione collettiva(nella foto) -. Infatti, nei settori economici in cui quest’ultima è forte i salari minimi sono più alti»

Il gruppo di lavoro sulla povertà lavorativa con l’ausilio dell’Inps ha calcolato che circa 1 lavoratore su 4 guadagna meno di 9 euro lordi all’ora. Dunque un salario minimo a 9 euro lordi all’ora potrebbe servire ad alzare i livelli salariali più bassi (in questa cifra non sono inclusi però tredicesima e TFR; inoltre, non tutti i contratti prevedono la quattordicesima e le stesse misure di welfare, n.d.r.). La discussione è quindi complessa, in parte anche perché alcune imprese non rispettano neppure i minimi previsti dai contratti. Non rafforzando la contrattazione, con un aumento dei minimi salariali le imprese potrebbero addirittura rispondere

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riducendo l’orario di lavoro o pagando una parte di stipendio “fuori busta” e dunque alimentando il lavoro nero.

C’è quindi anche un problema di rispetto delle norme vigenti.

La parte più innovativa, a mio avviso, della Relazione del Gruppo di lavoro sulla povertà lavorativa è proprio quella relativa alla “vigilanza documentale”. I documenti per controllare il rispetto delle norme sono già disponibili: si conosce a quale comparto appartiene l’impresa e che Ccnl deve applicare; basterebbe aggiungere alcune informazioni che l’impresa può fornire a costo zero al momento del pagamento dei contributi, come il livello di inquadramento del lavoratore e le ore lavorate. A quel punto, è facile verificare se sta pagando il giusto.

E combattere anche distorsioni della contrattazione collettiva come i contratti “pirata”?

In questa direzione, una legge sulla rappresentanza sarebbe prioritaria rispetto a una legge sul salario minimo. Ovvero una norma che stabilisca chi ha diritto di siglare i contratti collettivi e quali sono i perimetri precisi di applicazione del contratto stesso per evitare, come succede oggi, che un’impresa possa scegliere di applicare il Ccnl di un altro settore perché più conveniente.

Per alzare i salari non sarebbe meglio rimodulare le scale?

La riforma fiscale ha senso per redistribuire risorse fra

Società

chi può di più e chi di meno, ma non possiamo pensare di alzare strutturalmente i salari abbassando il cuneo perché significa dare con la mano destra e togliere con la sinistra. Alla fine ci sarebbe un conto pubblico da saldare, e chi lo pagherebbe? Di nuovo i lavoratori e i pensionati attraverso le imposte, perché su di loro grava gran parte del carico fiscale. Inoltre, l’aumento salariale che si può avere attraverso il cuneo fiscale è molto limitato, a meno che non si vada ad intaccare i contributi previdenziali tagliando l’aliquota del 33%, ma questo è impensabile perché vuol dire, ancora una volta, dare oggi per togliere domani. Significa mettere a rischio la garanzia di pensioni decenti in futuro. Non

possiamo certamente giocare a fare le cicale. L’unico modo per aumentare i salari in modo equo e strutturale è incentivare le imprese alla produttività e rafforzare il lavoro combattendo quei comportamenti di mera ricerca del profitto che, sul lungo periodo, sono un danno per lo sviluppo economico dell’intero sistema Paese.

Non c’è solo il salario minimo dei dipendenti, ma anche il tema dell’equo compenso dei professionisti... Non sarebbe una questione di equità pensare a tutte e due le facce della medaglia? Esiste certamente un problema di povertà lavorativa per molti professionisti, ma non si può pensare genericamente che alzare parcelle o tariffe sia una soluzione. Il punto

è innanzitutto capire quanto questi professionisti lo siano per libera scelta e quanto per celare forme di lavoro che andrebbero riportate nell’alveo del lavoro dipendente. Basti pensare che il nostro Paese ha circa il 25% di forza lavoro che non è inquadrata come dipendente, mentre negli altri Paesi europei con un livello di sviluppo simile siamo fra l’8 e il 10%. All’estero gli autonomi sono in primo luogo imprenditori; in Italia abbiamo una pletora di forme lavorative. Di nuovo, se noi rafforzassimo il sistema produttivo evitando che il costo del lavoro o l’evasione fiscale siano strategie competitive, le forme di lavoro autonomo “involontario” scomparirebbero e si valorizzerebbe anche il vero lavoro indipendente.

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IL SUD È IN RIPRESA

Imprenditorialità giovanile, innovazione e digitalizzazione: le regioni del Meridione viaggiano a ritmo sostenuto per recuperare il divario con il Nord

Quando il premier Mario Draghi, nell’aprile 2021, presentava alla Camera dei Deputati le missioni da perseguire attraverso il PNNR, dichiarava in modo chiaro e conciso: «La crescita del Mezzogior-

no è un aspetto prioritario, se cresce il Sud cresce l’Italia». E qualcosa, ultimamente, si sta muovendo. Nonostante infatti il divario digitale con il Nord sia ancora ampio, il Sud sta segnando passi incoraggianti nell’ultimo periodo.

IMPRENDITORIALITÀ GIOVANILE

Le regioni del Meridione stanno infatti assistendo a dei cambiamenti importanti in termini di innovazione e digitalizzazione. E punta sui giovani.

Con un tasso di imprenditorialità giovanile al 10%, il Sud non solo supera le regioni del Nord, ma addirittura la media nazionale che è dell’8,4%.

Il rilancio digitale è dovuto a importanti investimenti che sono stati fatti, investimenti pubblici (come il PNRR), ma anche da parte di grandi gruppi privati. Bari, ad esempio, si è trasformata in un hub digitale e tecnologico: gruppi internazionali come Nexi, Pirelli, EY e NTT Data hanno deciso di investire in questo territorio. E non solo.

www.spazio50.org | novembre 202224 Società

IN SICILIA L’ECOSISTEMA DELL’INNOVAZIONE

Ma neanche l’Isola sicula rimane ferma a guardare. Ha preso piede infatti SAMOTHRACE (acronimo che sta per SiciliAn Micro and NanO TecHnology Research and InnovAtion Center), un progetto con 120 milioni di euro di budget da impiegare in tre anni. Coordinatrice del piano è l’Università di Catania. L’iniziativa punta tutto sulla microelettronica e le micro tecnologie per sviluppare il tessuto economico sociale della Regione Sicilia e rendere più competitiva l’Italia. Le aree di applicazione sono sei: energia, ambiente, smart mobility, sistemi intelligenti per l’agricoltura di precisione, salute e beni culturali.

Si prevedono assunzioni per 115 ricercatori, 69 borse di dottorato di ricerca, 8 milioni di euro per “bandi a cascata” destinati ad altre realtà industriali da coinvolgere.

NAPOLI E LA CITTÀ DELLA SCIENZA

La Campania, da parte sua, punta sul rilancio della Città della Scienza, uno dei principali poli nazionali di divulgazione e promozione scienincendio nel 2013 e, ora, verrà interamente ricostruito. Uno spazio di quattordicimila metri quadrati (tra interni ed esterni), una cittaNapoli, in un’aerea in decadimento post-industriale. Al di qua un panosociale ed economico. E la rinascita del Design Center va in parallelo con lo ospita, Bagnoli, un’area che verrà punto di vista energetico. Il quartiere subirà una grande trasformazione, passando da luogo simbolo dell’inquinamento a luogo simbolo della transizione ecologica.

SOUTH WORKING

Un altro fenomeno ha visto un’accelerata grazie alla pandemia: lo smart working. Molte persone originarie del Meridione e che erano impiegate al Nord, infatti, dopo i lockdown hanno scelto di non tornare al lavocittà in cui sono nate. E così, oggi che i nuovi standard del lavoro mantengono massicce dosi di “lavoro da remoto”, molti sono rimasti al Sud pur lavorando per aziende di Milano, Roma, Torino o altre città italiane del Centro e del Nord.

“South Working”, che letteralmenmovimento culturale che promuove periodi di lavoro agile dalle aree interne e dal Sud Italia. Secondo un’indagine condotta nell’autunno 2020 da Datamining, sono stati 45mila i lavoratori che hanno deciso di lasciare il Nord per lavorare da remoto dal Sud.

IL NODO DELLE INFRASTRUTTURE

Perché il rilancio digitale del Meridione possa andare avanti, un prerequisito essenziale riguarda le infrastrutture: sociali, di mobilità e soprattutto tecnologiche. Non possono mancare, ad esempio, una buona connessione Internet,

un efficiente collegamento ad un aeroporto o ad una stazione treni dell’Alta Velocità (dovrebbe essere raggiungibile, con mezzo privato, nell’arco di due ore) e il cosiddetto “presidio di comunità”, ovvero uno spazio, pubblico o privato, da cui lavorare rispettando le esigenze di socialità. Semaforo verde quindi a spazi di co-working, a biblioteche, a community hub, o spazi pubblici dove ospitare dialogo intergenerazionale per le comunità locali, per i nuovi arrivati, per coloro che hanno deciso di tornare nelle terre natie. Per quanto riguarda la connessione web, non si è messi poi tanto male.

e sicura, serve una velocità di connessione non inferiore a 30Mbps.

che, tra le cinque Regioni italiane con la percentuale più alta di comuno al Sud: la Calabria con il 57%, la Campania con il 41%, la Puglia con il 35,2% e la Sicilia con il 33,4%. Perché senza le infrastrutture digitali e tecnologiche, esempi virtuosi come quelli di Bari e Catania non potrebbero esistere. La strada sembra tracciata, non resta che continuare a percorrerla.

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Intervista

LUCIANO DI TIZIO:

di

Ètra i principali portavoce di difesa della natura. Che troppo spesso sfruttiamo, disinteressandoci degli effetti che, come un domino, si stanno nella spinta dei giovani e nei Governi sensibili alla questione ambientale.

to per molti anni come giornalista a far conoscere e sollecitare la soe divulgative sulla piccola fauna. guardia volontaria ittica-ambientale Herpetologica Italica. Chiamato improvvisamente a sostituire Daniela Ducato, dimissionaria per motivi personali dopo meno di tato proponendo, come mattoni per e inclusiva, «la tutela della biodiverconversione in senso sostenibile del-

matiche ambientali e ci spiega come difendere la natura nel nostro Paese, e non solo.

Qual è il ruolo e l’azione del WWF della natura. Agisce in buona parte

direttamente con progetti e interventi a tutela di ambienti e specie a rischio (uomo compreso), sia svolgendo un ruolo di stimolo e di supporto nei confronti dei singoli cittadini, delle

nei confronti del pianeta. Un ruolo storica nella quale viviamo. so la gestione diretta nelle sue oltre

verso le proprie guardie ambientali che contribuiscono fattivamen-

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Intervista

nel suo complesso. Noi tutti della famiglia del Panda abbiamo un grande senso di gratitudine nei confronti di una gratitudine che spero sentano tutti gli italiani.

vati e quelli pubblici. Questi ultimi appartengono a tutti, quindi anche a mente non riusciamo a capirlo. Non si spiega altrimenti il fatto che conmolte parti del Paese a stentare con lite rappresentano un vantaggio per salutare per il pianeta e per ciascuno altrimenti non saprei proprio come spiegare certi comportamenti… -

Credo sia evidente come il cambiaimpresso a questo cambiamento con i nostri comportamenti scellerati a sono troppo repentine non abbiamo

scotto aggiuntivo di avere una classe politica che non guarda avanti nel tempo, oltre i propri immediati interessi elettorali. Ci vogliono, e sono urgenti, scelte coraggiose. Invece, per dirne solo un paio, sul fronte energia continuiamo ad accumulare ritardi sulle rinnovabili, e anche su queste e facciamo troppo poco, spesso quasi nulla, per mandare in pensione le fonti fossili.

fondamentale. Del resto la gestione spetta principalmente al Consiglio

dirigerlo. Bisogna tuttavia aggiungere che, certamente, ogni presidente ha le proprie personali caratteristiche mandato. Nella gran parte della mia vita professionale ho lavorato come giornalista professionista, ma contemporaneamente ho coltivato le mie

cupato e mi occupo tuttora di erpetologia e ittiologia. In altre parole sono

In Italia in particolare paghiamo lo

www.spazio50.org | novembre 202228

a svolgere), oggi anche da presidente. Come pensa si possa conciliare Questa domanda contiene un equisere forse “troppo costosa” se i costi continuiamo a misurarli esclusivamente in termini economici, ma queterci di usarlo. Quello che gli scien-

so non si adegua in fretta virando -

per le industrie, così come anche per ciascuno di noi nel proprio piccolo. -

Per molti anni siamo vissuti immaginando il mondo degli esseri viventi come una piramide nella quale alla gli animali, a cominciare da quelli che arbitrariamente consideravamo siano illusi che il pianeta fosse fatto di un cerchio nel quale ogni essere librio complessivo. Ridurre la bio-

-

ciamo parte come ogni altro animale e qualsiasi pianta, distruggendolo nei confronti della nostra specie. Un esempio di immediata comprensiodanno immenso alle nostre stesse-

acquisti, non comprando cose inuplastica usa e getta; far durare gli oggetti il maggior tempo possibile, abbandonando per sempre la loginato, quanto meno nel mondo occidentale, negli ultimi decenni. Per

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Intervista

modello rottamando quello che abbiamo comperato pochi mesi fa, e questo vale per qualsiasi altra apparecchiatura. Un aspetto particoprivate e usate solo quando serve, sommano a quelle di coloro che di volta in volta scegliamo per gestire la cosa pubblica.

-

biente, così come troviamo giovani e persone adulte (in questo caso, mi

ovunque nel mondo, per chiedere alla politica di non derubarli del loro futuro, rappresentano una grande dare un consiglio a questi giovani. anche andare tutti a votare, scegliere le persone che ci governeranno tra turo del pianeta, e anche impegnarsi in prima persona, candidarsi, per creare nel prossimo futuro una classe dirigente migliore di quella che le i risultati noi abbiamo fallito. Non basta denunciarlo, occorre darsi da

fare per sostituirci con persone mimente possibile.

delle pandemie? In quel testo si trova un quadro sorprendentemente esatto

so solo le persone conosciute, che appaiono in Tv o dilagano sui social, hanno grande seguito. Eppure dagli studiosi e dagli ambientalisti ci arrivisioni che non sono basate su una sente il libro Spillover. L’evoluzione

continuiamo a devastare la natura, a tempo a salvarci, noi stessi, non il pianeta che se la caverebbe ottimadi ciascuno di noi e dei governi che sere ottimisti.

www.spazio50.org | novembre 202230

DIARREA, DOLORI ADDOMINALI, FLATULENZA?

Ecco spiegato perché non dovreste ignorare questi sintomi

I disturbi intestinali ricorrenti come diarrea, dolori addominali, flatulenza e/o costipazione possono limitare la vita di chi ne è affetto. Un prodotto come Kijimea Colon Irritabile PRO può costituire un aiuto.

Molte persone soffrono regolarmente di diarrea, dolori addominali, fl atulenza o stitichezza. Se i sintomi sono ricorrenti, potrebbe trattarsi della cosiddetta sindrome dell’intestino irritabile. Un prodotto come Kijimea Colon Irritabile PRO (in farmacia) può essere d’aiuto. Si ritiene che una barriera intestinale danneggiata sia spesso la causa dei disturbi intestinali cronici. Anche i danni più piccoli alla barriera intestinale sono infatti sufficienti per permettere agli agenti patogeni e alle sostanze nocive di penetrare attraverso la barriera intestinale: questi provocano l’irritazione del sistema nervoso enterico e generano infiammazioni.

Le conseguenze sono molteplici: diarrea ricorrente, spesso accompagnata da dolori addominali, flatulenza e a volte costipazione. A partire da questi presupposti è stato sviluppato Kijimea Colon Irritabile PRO. I bifidobatteri del ceppo HI-MIMBb75, contenuti in Kijimea Colon Irritabile PRO, aderiscono alle aree danneggiate della barriera intestinale: possiamo immaginarli come un cerotto su una ferita. L’idea: al di sotto di questo cerotto, la barriera intestinale può rigenerarsi e i disturbi intestinali possono attenuarsi. Kijimea Colon Irritabile PRO off re un aiuto a chi soffre di disturbi intestinali ricorrenti, come diarrea, dolori addominali, flatulenza e stitichezza.

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È un dispositivo medico CE 0481. Leggere attentamente le avvertenze o le istruzioni per l’uso. Autorizzazione ministeriale del 09/03/2022. • Immagini a scopo illustrativo. Informazione Pubblicitaria
www.spazio50.org | novembre 202232 Estero
Lin Ucraina non riguardano CRISI ALIMENTARE. L’ALTRO FRONTE

dell’America Centrale e dell’India.

Un altro elemento importante che in cide sulla scarsità dei raccolti è la di minuzione dei fertilizzanti: secondo il National Geographic, oltre tre miliar di di persone nel mondo dipendono dai prodotti a base di azoto, dei quali la Russia esportava il 20% del tota le, che oggi - a causa delle restrizioni all’export - sono preclusi a gran parte degli agricoltori degli altri Paesi. L’Africa australe, subsahariana e me ridionale sono regioni ancora al riparo da una minaccia diretta a breve ter mine, ma tutto il Continente dipende comunque dalle importazioni di gra no, carburanti, macchinari agricoli. Tunisia, Marocco e Sudan, insieme a Libano e Giordania in Medio Oriente,

DELLA GUERRA IN UCRAINA

consumano circa 128,4 kg di grano pro capite l’anno, mentre il resto del mon do ne consuma 65,4.

Dalle stime della Fao, già nel 2021, le persone colpite da insicurezza alimen tare nel mondo avevano raggiunto la cifra di quasi 200 milioni, e oggi i nu meri sono destinati a crescere: le Na zioni Unite e il World Food Program me sostengono che questo conflitto abbia innescato una crisi alimentare che porterà circa 47 milioni di persone verso la fame acuta, e che il Continen te africano sarà quello che ne risentirà di più perché dipendente dall’export ucraino. Come ha scritto Jason Burke su The Guardian: «L’Africa è un altro fronte di questa guerra». L’Ucraina è tra i primi produttori mondiali di mais, orzo, olio di semi di girasole e frumento. La maggior parte

del raccolto di grano viene esportato in Nord Africa e Medio Oriente, e molti Paesi dipendono in modo consistente da queste derrate: il Libano importa l’81% del proprio fabbisogno di gra no dall’Ucraina, la Tunisia il 49%. Dai cereali esportati da Kyiv dipendono all’incirca le vite di 400 milioni di per sone, secondo le stime pubblicate da The Economist. Inoltre, l’aumento dei prezzi, unito agli effetti della pandemia e all’inter ruzione delle catene di approvvigio namento, sono fattori che concorrono alla mancanza di cibo, insieme all’e mergenza climatica, dato che la siccità ha rovinato i raccolti di gran parte dei Paesi dell’Africa, oltre che della Cina,

Se in Sudan ci si aspetta un aumento del 10% dei casi di malnutrizione entro la fine dell’anno, in Etiopia il prezzo dei fertilizzanti è aumentato del 196%, mentre in Somaliland il costo dell’olio è salito del 260% e quello del pane del 163%. Nella regione del Corno d’Afri ca, già fiaccata dalla peggiore siccità degli ultimi decenni, le famiglie paga no il doppio o il triplo i beni alimentari di base. In Kenya, in particolare, sono già 17 milioni le persone che si trova no in un nuovo stato di denutrizione. La Somalia rappresenta uno dei luo ghi più sensibili di quest’area: secondo il Report dell’Unctad, la Conferen za delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo, il Paese importa più del 90% del grano consumato (circa un terzo proviene dalla Russia, il resto tutto dall’Ucraina). Con l’attuale

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www.spazio50.org | novembre 202234 Estero scorso anno la produzione locale ha - Lo shock alimentare riducendo l’accesso alle risorse potrebbe

Grazie anche alla spinta economica del PNRR, come conseguenza del Covid, è in atto un forte cambiamento per il nostro sistema sanitario; a partire da nuove strutture, come le Case e gli Ospedali di Comunità, e le Centrali Operative Territoriali

Molto è destinato a cam biare. Se in meglio, lo si suppone ma sarà co munque tutto da vedere. Il restyling della sanità italiana passa attraverso il PNRR e punta a rifor mare il tema della salute in termini di prossimità. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha infatti l’obiet tivo di garantire al nostro Paese nuove strutture che impareremo a conoscere come Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Ter ritoriali. Se le prime saranno 1.430, i secondi saranno 435, mentre le terze arriveranno a quota 611. Un cambio di passo poderoso per cui verranno mes si in campo 15 miliardi di investimenti da qui al 2026, che mirano a ridefinire

l’ossatura del sistema di cura in Italia. Prossimità, dicevamo, come chiave di volta per dare risposte in un contesto come quello della salute che, durante la pandemia, ha sicuramente subìto un grosso contraccolpo ma ha anche capito quanto “vicino” possa essere meglio. E il piano d’azione - stando almeno alle disposizioni in materia - è serratissimo, al punto che entro i primi tre mesi del prossimo anno dovranno partire le gare d’appalto per la costruzione dei ples si in questione per far sì che le prime aperture coincidano col 2024, mentre nel 2026 le tre grandi novità dovranno essere operative e, dunque, completa mente realizzate.

Di certo, la lunga emergenza Covid ha mostrato tutte le criticità del sistema sa

Società
NUOVI PROGETTI PER LA SANITÀ CHE CAMBIA www.spazio50.org | novembre 202236

lute, come l’integrazione spesso carente tra servizi ospedalieri, sociali e territoriali, con tempi di attesa (eccetto che

se non bastasse, la disparità di tutele e servizi tra regione e regione non ha fatto che mostrarsi ancora un volta e in modo molto chiaro. A tale scopo, può valere la pena ricordare che, per via dell’autonomia della quale godono, Regioni e Province autonome hanno agito negli anni in maniera diversa in tema sanitario: talune hanno puntato il tutto per tutto sugli ospedali pubblici; altre hanno invece preferito giocare la carta degli ospedali privati, però “convenzionati” con l’ente regionale. Una gestione che ha provocato un passo profondamente aree del nostro Paese. Un “work in progress” - quello dettato perciò dal PNRR - che sarà dunque l’ossatura del nuovo impianto sanitario con le Case di Comunità, gli ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali, che avranno ciascuno il prodettaglio. Le Case di Comunità saranno delle sedi dove gli abitanti di ogni singolo territorio potranno entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale. Gli Ospedali di Comunità saranno invece strutture che garantiranno un ricovero territoriale, svolgendo una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Sa-

Il restyling della sanità italiana passa attraverso il PNRR e punta a riformare il tema della salute in termini di prossimità

erogabili a domicilio - e che mostrino necessità di assistenza e sorveglianza sanitaria e infermieristica continuativa, anche notturna. Altro discorso per le Centrali Operative Territoriali (i cosiddetti COT), che avranno funzione di coordinamento della presa in carico della persona fungendo da raccordo tra servizi e professionisti con lo scopo di assicurare continuità, accessibilità ed integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria.

Detta in modo ancora più chiaro, Case e Ospedali di Comunità funzioneranno così: nelle prime potrà recarsi chi ha bisogno di una visita medica o comunque necessiti di semplici diagnosi

tre, nelle Case di Comunità - operative h24 - sarà possibile avere la consulenza di personale medico per prelievi e vaccinazioni. Fondamentale - qualora le condizioni di salute lo consentano - il ricorso del paziente anche alla telemedicina che ha sì acquisito tanto più rilevanza durante la pandemia ma che, negli obiettivi, sarà potenziata.

ranno rivolte a pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minore o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari ma di bassa intensità clinica - potenzialmente

All’Ospedale di Comunità si potrà ricorrere, invece, quando un paziente - non avendo bisogno del ricovero in ospedale - potrà essere gestito al di fuori di un nosocomio, in caso con brevi ricoveri, e con particolare attenzione a malati cronici e persone anziane.

In buona sostanza, tutte le nuove novembre

2022 | www.spazio50.org 37

strutture avranno un collegamento diretto col cittadino ma l’accesso alle Centrali Operative Territoriali è precluso ai pazienti dal momento che, piuttosto, avranno il compito di coadiuvare e fungere da catalizzatore e regia per le cure fornite al di fuori dell’ospedale. Il che, vale dire, che lo scopo del nuovo sistema nascente sarà quello di dare risposte più pronte, ef-

Ci si riuscirà? È presto per dirlo. Sicuramente l’intento sarà quello di provare a dare spazio, connessione e valore a

rio con l’obiettivo di aggiungerne delle altre, sempre più in rete e sempre più numerose: dalle aziende sanitarie locali alle amministrazioni locali passando per pazienti, professionisti ma anche i preziosi caregiver nonché le organizzazioni del Terzo Settore.

Rispondere alle disparità territoriali resta, dunque, una delle chiavi di quello

che vuole essere un cambio di passo radicale nella cura della salute nel nostro Paese, ma anche la traiettoria ritenuta più idonea per andare incontro alle ne-

Secondo le rilevazioni degli ultimi an-

te malattie croniche: quelle, ossia, che non richiedono necessariamente un ri-

le, artrite, Alzheimer, glaucoma, ipertensione arteriosa, patologie di cui ci si

strutture - appunto non ospedali - in grado di assicurare comunque al paziente le cure necessarie. Agli anziani -

di comorbidità, e che faticano magari a spostarsi: anche a loro guarda il riassetto del sistema salute che il PNRR vuole appunto incentivare.

Ma all’elenco delle intenzioni in un programma sicuramente robusto economicamente e concreto si aggiungo-

no, però, le preoccupazioni che spaziano dall’organizzazione agli stessi fondi, che pure appaiono al momento consistenti. Le maggiori perplessità di specialisti e addetti ai lavori riguardaprogrammati per la realizzazione delle strutture della salute come anche che si possa realmente giungere ad una omolivello regionale.

Una volta esauriti i fondi utili alla “messa a terra” delle nuove unità sanitarie, zionare? Questo è solo uno degli interrogativi perché c’è anche chi si domanda come - e dunque con quali risorse - si procederà all’assunzione di nuovo personale utile a potenziare l’assistenza territoriale nonché le centrali operative sul territorio incaricate di occuparsi dell’assistenza domiciliare. E parliamo di ulteriori infermieri, medici di medicina generale, personale amministrativo spesso in forte carenza negli organici delle realtà già oggi esistenti.

Nel complesso, siamo di fronte a un disegno di riforma del sistema sanitario che - secondo il Consiglio di Stato - delinea “un innovativo modello organizzativo dell’assistenza sanitaria territoriale, condivisibilmente imperniato su un archetipo antropocentrico, che prevede la rimodulazione dei serviziano il più possibile prossimi all’utente

Una ristrutturazione funzionale a “foralla necessità, sempre più avvertita, di costruire una rete assistenziale territoriale che sia alternativa all’ospedale e che sia accessibile a tutti, contrastando le disparità di salute” determinate dai livelli di reddito ovvero dall’area vendo un sistema sanitario sostenibile in grado di erogare cure di qualità”. Le premesse ci sono, dunque: per i risultati non possiamo che aspettare.

Società
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Tempo libero

TORNA ONLINE

L’invenzione del telefono, della lampadina, dei vaccini, dell’automobile, del microscopio. Ci sono storie di idee geniali che hanno cambiato la nostra vita e che conosciamo bene. Esistono, poi, storie sconosciute che hanno però un notevole peso sulla nostra quotidianità e che spesso conosciamo più tardi del dovuto. Una di queste è quella di Giorgio Coraluppi, scomparso a dottorato in ingegneria, alcuni lavori svolti per Olivetti e IBM, è migrato negli Stati Uniti insieme alla moglie Laura durante gli anni Sessanta. All’inizio il trasferimento sarebbe dovuto durare solo due anni, ma Coraluppi e la sua famiglia non sono mai tornati. E dalla

città di Monroeville in Pennsylvania, a mezz’ora d’auto da Pittsburgh, il suo lavoro è stato quello di uno straordinario inventore, risolutore di problela matematica e determinazione nel trovare soluzioni. È sua, ad esempio, l’idea per il funzionamento del supercomputer di IBM, che poi è diventato il sistema di calcolo DeepBlue, il primo computer a battere il campione mondiale di scacchi Garry Kasparov nel 1997, e successivamente Watson, Big Blue. Ma, soprattutto, è a lui che si deve l’algoritmo per la videoconferenza che ha permesso alla Nasa negli anni Settanta e Ottanta di collegare migliaia di tecnici e ingegneri in ma-

dei lanci delle missioni Apollo e poi degli Shuttle, e che oggi è alla base di tutti i sistemi di videoconferenza come Zoom, Teams, FaceTime, WhatsApp. Un’invenzione che gli è valsa l’inserimento nella Space Technology Hall of Fame in occasione del trentaseiesimo Space Symposium annuale del 2020 e che vale a noi gli strumenti di cui ci siamo avvalsi con più frequenza negli ultimi due anni.

Quegli stessi strumenti che abbiamo usato per incontrare amici, organizzare riunioni lavorative, partecipare a conferenze e a occasioni di svago. Proprio su Zoom, infatti, migliaia di spettatori si sono incontrati per prendere parte ai webinar organizzati da

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50&Più. Un’occasione che potranno continuare a cogliere grazie al nuovo ciclo di incontri iniziato a ottobre e che continuerà a novembre e nei mesi successivi. Si parte dal lunedì mattina con uno spazio dedicato allo yoga di Alessandra Miccinesi, mentre il pomeriggio rimane impegnato, a settimane alterne, dagli approfondimenti di Fla vio De Bernardinis su cinema e cibo e da un ciclo alla scoperta della storia televisiva con i programmi che hanno segnato la nostra storia (da Carosel lo ai quiz più amati fino al varietà), a cura di Anna Bisogno. Il mercoledì, invece, è il momento della letteratura e anche in questo caso sono due cicli a intervallarsi tra loro: da una parte, gli incontri con gli autori in cui avre

Scrittori, autori, giornalisti, ma anche medici, professori, psicologi, esperti di arti visive, di cinema e molto altro. Sono gli ospiti che prenderanno parte a Zoom - I webinar di Spazio50, una serie di appuntamenti accessibili gratuitamente online

mo modo di conoscere gli scrittori in lizza per i premi più prestigiosi (Strega, Campiello, Bancarella e molti al tri), dall’altra, la riscoperta dei grandi classici con la spiegazione e la voce di Enrico Valenzi. Ma c’è spazio anche per l’arte negli appuntamenti del martedì con Serena Colombo e a temi le gati a salute e psicologia negli incontri mensili con Marco Trabucchi. Mentre l’incontro di questo mese in merito ad ambiente ed ecologia si terrà giovedì 24 novembre, con Francesca San tolini e Valerio Rossi Albertini. Chiu de tutte le settimane, poi, il pilates di Alessandra Miccinesi. Una fitta pro posta d’incontri in costante aggiorna mento che saprà dare spazio agli inte ressi di tutti gli spettatori. Partecipare

CALENDARIO NOVEMBRE

è semplice e gratuito: basterà consul tare il calendario alla pagina dedicata, www.spazio50.org/webinar, cliccare sugli appuntamenti ai quali si desidera partecipare e compilare la scheda di iscrizione al loro inter no. Una volta completata la procedura si riceverà un’e-mail di conferma e il giorno del webinar si riceverà il link con cui collegarsi alla stanza virtuale. Durante gli incontri sarà poi possibile porre domande ai relatori e ai docenti e proporre nuovi argomenti.

Info: Per avere maggiori informazioni o risolvere problemi durante la diretta, scrivere una mail a webinar@spazio50.org o chiamare il numero 0668883230 dalle 8:00 alle 17:30.

Lunedì

Martedì

Martedì

Leggere e rileggere i classici: "Cime tempestose" di Emily Jane Brontë

novembre dalle 16:30 alle 17:30 Anna Bisogno presenta Storie della televisione italiana: “Prove tecniche di trasmissione”

novembre dalle 16:30 alle 17:30 Marco Trabucchi presenta “Prevenire e superare le cadute”

novembre dalle 17:00 alle 18:00 Luca Nannipieri presenta “Candore immortale”

Giovedì 24 novembre dalle 16:00 alle 17:00 Francesca Santolini presenta "Sostenibilità ambientale", con Valerio Rossi Albertini

Lunedì 28 novembre dalle 16:30 alle 17:30 Flavio De Bernardinis presenta "Cinema e cibo (a tavola)"

Martedì 29 novembre dalle 16:30 alle 17:30 Serena Colombo presenta “Io sono la morte e porto la corona” Mercoledì 30 novembre dalle 16:30 alle 17:45 Enrico Valenzi presenta Leggere e rileggere i classici: “La casa degli spiriti” di Isabel Allende

Tutti i lunedì dalle 9:00 alle 10:00 Vivere con gioia: pratica di Yin Yoga con Alessandra Miccinesi Tutti i venerdì dalle 9:00 alle 10:00 Mat Pilates: una ginnastica di consapevolezza con Alessandra Miccinesi

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Mercoledì 2 novembre dalle 16:30 alle 17:45 Enrico Valenzi presenta Leggere e rileggere i classici: "Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar Lunedì 14 novembre, dalle 16:30 alle 17:30 Flavio De Bernardinis presenta "Cinema e cibo (a tavola)" Martedì 15 novembre dalle 16:30 alle 17:30 Serena Colombo presenta “Omaggio a Monet” Mercoledì 16 novembre dalle 16:30 alle 17:45 Enrico Valenzi presenta
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Tecnologia e dintorni

Internet è ovunque. Persino sull’Everest, dove un ripetitore della “Everest Link” può inviare 50 megabyte al secondo. Inoltre, funziona grazie a pannelli solari.

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SEMPRE MENO CHIP SUL MERCATO MONDIALE

La crisi ha colpito soprattutto la produzione di auto elettriche

La carenza mondiale, dovuta all’arresto - totale o parziale - durante la pandemia dell’attività di estrazione delle materie prime con cui sono prodotti chip e semiconduttori, ha messo in crisi un mercato da 600 miliardi di dollari. La domanda ha poi visto una forte ripresa, ma la carenza di chip da 50 centesimi ha rallentato la produzione di auto elettriche. I colossi mon diali del silicio stanno investendo decine di miliardi di euro, ma la strada resta piuttosto lunga.

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UN’APP PER FACILITARE LE PULIZIE DI CASA

Non farà le pulizie al posto nostro, ma ci aiuterà a pianificarle

Ottimizzare i tempi per pulire casa sarebbe l’ideale. L’App Tody-Smarter Cleaning non fa le pu lizie al posto nostro, ma sicuramente funge da timer e tracker preciso. Pratica e intuitiva, con sente di “tenere sotto controllo” l’igiene della nostra abitazione, aggiungendo stanze e attri buendo loro le varie attività. Interagendo, lo stato di pulizia viene costantemente aggiornato, mentre attività come passare l’aspirapolvere o pulire i bagni sono generate automaticamente. https://play.google.com

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ARTE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Meta può trasformare i testi in video

Rapporto sempre più stretto tra arte digitale e Intelligenza Artificiale. Da mesi spopolano pro grammi in grado di creare opere digitali partendo da una semplice “riga di comandi”, ossia una descrizione in codice informatico. La piattaforma Meta ha presentato da poco Make-a-Video, nuova IA capace di trasformare istruzioni scritte in clip video in alta qualità. Anche se ancora in fase embrionale, questo genere di tecnologia ovviamente solleva tante riflessioni etiche. https://about.meta.com

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TODOIST, UN’APP PRODUTTIVA E UTILE

Come organizzare (e armonizzare) vita e lavoro con pochi “tap”

Todoist è un’App realizzata per gestire attività e liste di cose da fare. Un prodotto semplice e potente al tempo stesso, con cui organizzare la propria vita familiare e lavorativa, e non solo. Todoist, infatti, è un task manager che facilita anche la condivisione con colleghi o familia ri attraverso un’interfaccia lineare. È disponibile su tutti i dispositivi e compatibile con App, estensioni e widget vari. Per portare a termine obiettivi, anche la tecnologia può essere d’aiuto.

https://play.google.com

IAB Forum, il principale evento sull’innovazione digitale in Italia, quest’anno compie 20 anni e si svolge a Milano dal 15 al 16 novembre. https://iab.it/eventi/iab-forum-2022

a cura di Valerio Maria Urru LO SAPEVATE CHE?
CURIOSITÀ
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Con il “Panettone per la Ricerca” doni speranza ai bambini malati di tumore.

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STATO DELL’ARTE

di

«Ero già in una sorta di estasi all’idea di trovarmi a Firenze (…). Assorbito nella contemplazione della bellezza sublime, la vedevo da vicino, la toccavo per così dire. Ero giunto a quel livello di emozione, dove si incontrano le sensazioni celestiali date dalle arti e i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere». Era il 1817 quando uno scrittore francese all’epoca semi sconosciuto, un certo Marie-Henri Beyle, descrisse le sensazioni violente che gli aveva procurato visitare una delle più belle basiliche del nostro Paese, Santa Croce a Firenze. La città toscana faceva parte di un

l’Italia e di questo viaggio teneva un diario che poi diede alle stampe, col titolo Roma, Napoli e Firenze uno pseudonimo: Stendhal.

Il “malessere” che colpì lo scrittore francese è oggi conosciuto come Sindrome di Stendhal (che da lui prese il nome), ed è un disturbo psicosomatico che si manifesta in alcune persone particolarmente sensibili alla visione della bellezza scaturita dalle opere d’arte, siano esse statue, dipinti, opere architettoniche o monumenti.

A ben guardare nel nostro Belpaese, tutti dovremmo essere in un costante stato di estasi solo per l’essere circondati da un patrimonio artistico-culturale di ineguagliabile valore. Basta scorrere i numeri: in Italia ci sono oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e 58 siti Unesco, riconosciuti Patrimonio dell’Umanità. Nessun’altra Nazione eguaglia la nostra ricchezza artistica. Eppure, in base agli ultimi dati Istat, la spesa pubblica che il nostro Paese assegna alla tutela e alla valorizzazione del proprio patrimonio artistico è pari a 5,1 miliardi di euro, il 2,9 per mille del suo Pil (la media europea è del 4 per mille). Non un granché, se si pensa che Francia e Germania investono nel loro patrimonio artistico rispettivamente 14,8 e 13,5 miliardi.

La realtà è che la maggior parte degli italiani non ama frequentare musei e aree archeologiche, e in troppi credono che la cultura non sia fondamentale nella vita delle persone. Una credenza che colpisce tanto il cittadino quanto la classe dirigente, poco incline a considerare anche l’alto valore economico che ha il nostro patrimonio artistico e a valorizzarlo. È importante cambiare rotta, e dare la possibilità alle nuove generaabbiamo goduto noi. Facciamo provare anche a loro che cosa

LO
Focus

BENVENUTI AL MUSEO ITALIA!

Italiae cultura rappresentano nell’immaginario collettivo un binomio inscindibile. Del resto U.S. News & World Report, storica rivista statunitense nota per le sue il nostro Paese primo al mondo per primato decisamente invidiabile, che non rappresenta certo una novità: dai viaggi degli Umanisti al Grand Tour del Sette/Ottocento, le opere d’arte e i paesaggi archeologici hanno attirato un numero sempre crescente di viaggiatori. Ma quali sono oggi i musei più visitati del nostro Paese?

THE BEST OF: CHI SALE …

Giornale dell’Arte vede al primo posto

(quinta posizione assoluta al mondo) che, con oltre 1,7 milioni di visitatori, “battono” i Musei Vaticani e il Colosseo, retrocessi al decimo e nono posto. Questo inaspettato disamore verso i gladiatori trova peraltro conferma nella altre strutture sul podio: le Gallerie dell’Accademia di Firenze, il Museo della Triennale di Milano e l’ormai celebre Museo Egizio di Torino. Il capoluogo piemontese, inoltre, rimane nella top ten con il Museo Nazionale del Cinema e i Musei Reali. Ottima performance per le aree all’aperto: Villa d’Este e Villa Adriana a Tivoli compaiono

tivamente al 13° e al 32° posto. Una città ricca di tesori come Roma è sesta con Castel Sant’Angelo (e nona con la

Galleria Borghese), Napoli arriva poco fuori dai primi dieci posti con il Museo Archeologico Nazionale, mentre il Cenacolo di Leonardo da Vinci a Milano guadagna la 14ª posizione, seguito dalla Pinacoteca di Brera. Grande successo anche per il Museo Archeologico di Venezia, il Palazzo Ducale di Mantova e i Musei del Bargello di Firenze.

… E CHI SCENDE

Ma in questo giro virtuale per l’Italia, c’è anche chi perde posizioni, come il castello di Miramare a Trieste, la Galleria di Urbino, Palazzo Madama a Torino e il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma. Un fatto da segnadelle istallazioni e delle strutture d’arte contemporanea, fanalino di coda del

Inchiesta 50&Più
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TRA MUSEI, AREE ARCHEOLOGICHE E SITI UNESCO, IL BELPAESE VANTA UN PATRIMONIO CULTURALE, NATURALE E ARTISTICO SCONFINATO

sistema culturale italiano. È questo il caso di Pirelli HangarBicocca, seguito dalla Gam di Torino, dalla Galleria Nazionale di Roma, dalla GAMeC di Bergamo e dal MaGa di Gallarate, mentre il MAMbo di Bologna si trova in 51ª posizione.

DIAMO I NUMERI!

Secondo i dati Istat riferiti all’anno in corso, un comune su quattro ospita una struttura museale. Di queste, quasi la metà si trova nelle regioni del Nord (46,2%), il 28,9% è al Centro e il 24,9% al Sud e nelle Isole. Nel Mezzogiorno, però, si concentrano oltre la metà delle aree archeologiche (51,5%) mentre in Italia settentrionale si trovano il 49,4% dei musei e il 40% dei monumenti. La più alta concentrazione di strutture è in Toscana (541), Emilia-Romagna (402), Lombardia (387), Piemonte (346) e Lazio (357). Probabilmente in nessun altro Paese è possibile incontrare un patrimonio culturale e artistico più vario. L’Italia, culla di culture millenarie e camerevoli musei e parchi archeologici, anche localizzati nelle zone più interne del Paese, da tempo oggetto di un turismo ecologico e slow. Naturalmente non tutti i musei contengono opere d’arte: li archeologici, i musei antropologici e i musei degli strumenti musicali, i musei storici e persino gli ecomusei, che tutelano interi ambienti naturali, insieme alle tradizioni delle piccole comunità.

IL PATRIMONIO UNESCO IN ITALIA

culturale italiana si trovi solo nei musei e nelle aree archeologiche, dal momento che il nostro Paese detiene ben 58 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Quella di “patri-

nasce nel 1972, quando l’ONU adotta la Convenzione per la Protezione del Patrimonio Culturale e Naturale, con l’intento di salvaguardare i siti di “eccezionale valore universale”. Una missione importante per valorizzare e conservare siti archeologici, ville e dimore storiche, piccoli borghi, e persino paesaggi naturali, come catene montuose e vulcani. Ed ecco che, in questo lungo elenco (consultabile sul sito www.unesco.it), compaiono le Dolomiti, l’Etna, i portici di Bologna, Mantova e Sabbioneta, le Residenze Sabaude e la Basilica di San Francesco ad Assisi. Tuttavia non bisogna dimenticare che la cultura di un popolo non è solo un patrimonio, per così dire, tangibile, ma passa anche attraverso le tradizioni orali, il folklore, le pratiche religiose e i riti ancestrali, trasmessi da una generazione all’altra. Per questo, nel 2003 l’Unesco

trimonio culturale immateriale”, dando vita ad una lista che in Italia comprende antiche arti e mestieri come la ricerca del tartufo, la transumanza, l’arte dei piazzaioli napoletani e persino la dieta mediterranea.

UN PATRIMONIO SEMPRE PIÙ DIGITALIZZATO

“La cultura non si ferma” non è solo uno slogan, ma una af fermazione che nasce dai fatvid hanno previsto la chiusura

do appena possibile - e con successo - al pubblico, no

La pandemia ha accelerato la digitalizzazione dei servizi, in crementando le prenotazioni

sione di immagini e percorsi

stenuta anche dai fondi del 500 milioni di euro entro il del patrimonio culturale, alla dotazione tecnologica delle

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DI FRONTE ALLA SFIDA DEL FUTURO

Non più solo luoghi di esposizione, i musei hanno cambiato da qualche tempo la loro missione:

getto all’azione, il processo di fruizione dell’arte da parte del pubblico è in continuo mutamento. E proprio il pubblico, i visitatori, sono il punto di attenzione di chi è chiamato a dirigere e a gestire le strutture che dell’arte non possono più essere solo custodi: i musei.

La ricercatrice Deborah Agostino, recentemente impegnata in un progetto teso a individuare come possano creare sei, negli ultimi anni, hanno cambiatosformandosi da musei che mettono al centro della propria attività la tutela della collezione in musei che mettono al centro il visitatore/utente: que-

di educarli/intrattenerli». L’edutainment del pubblico è prospetticamente determinante. Se oggi i musei attraggono soprattutto una platea femminile, di nazionalità italiana, di età media e che dedica loro circa tre uscite all’anno, la scettico”, da chi non ha mai neppure sentito parlare del museo a chi preferisce occupare il tempo libero con lo sport, gli amici, in casa, a chi, pur interessato al consumo culturale, non sceglie i musei oppure non ritiene utile visitarli una seconda volta.

Nicolas Bourriaud, già direttore dell’École nationale supérieure des Beaux Ar-

una recente intervista: «L’opera d’arte è come la sporcizia: non è mai al posto giusto», teorizzando che, nell’attuale era dell’antropocene, «non può esserci osservazione senza partecipazione» e bisogna riarticolare il dialogo tra soggetti e oggetti «per porsi come laboratorio in cui l’ideologia viene messa in discussione». Sono questi i punti di

riferimento da cui bisognerebbe partire per dare una nuova “vita” ai musei, dopo lo tsunami del lockdown, alla ricerca di un equilibrio tra educazione, intrattenimento, sostenibilità economica, impatto sociale e territoriale. Dopo gli storici mutamenti dettati dalla riproducibilità tecnica dell’opera d’arte - il celebre saggio di Walter

“perdita dell’aura” - e dalla “performing art”, che spostò negli Anni ’60, il baricentro del gesto artistico dall’og-

Se da un lato non bisogna minimamente demonizzare la pura contemplazione estetica delle opere - che è già, come ricordava Bourriaud, “partecipazione” a un universo di segnali, insegnamenti, memoria -, è ormai indispensabile produrre una programmazione, e anche un percorso di attraversamento e visione, che sappia educare, intrattenere, coinvolgere. Programmazione che ha il compito di confrontarsi e di integrarsi con quelle di altre istituzioni culturali, pubbliche e private, presenti nella zona, in particolare con chi organizza esposizioni

Inchiesta 50&Più
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e mostre in maniera spesso continuativa. Se allargare l’utenza in maniera sinergica rischia di produrre un’ecsbagliato qualcosa nella proposta. Dovremmo invece assistere a una contemporanea e innovativa continuazione della formidabile intuizione illuministica secondo la quale l’arte può essere per tutti, da cui sono nate le gallerie pubbliche e private, di raccolta e libera visione. «Il museo che verrà dovrà essere sempre di più un’intelligenza viva, attenta a quello che succede fuori, pronta a recepire e raccontare i cambiamenti. Ripensare un museo vuol dire interrogarsi su come produrre cultura». Così diceva Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI, ai festeggiamenti per il decennale dell’istituzione romana. E dettava anche una ricetta: «Fare ricerca, coltivare incontri culturali, rinforzare la sezione educativa e didattica»; e ancora: «cucire rapporti con il territorio, farsi interprete di bisogni reali». Il museo come teatro della realtà, in cui le opere esposte non sono semplici simulacri (né, per quel che riguarda le mostre organizzate all’interno delle strutture, semplici oggetti di un viavai frenetico da un continente all’altro), bensì strumenti sensibili per capire il presente, siano esse capolavori del passato oppure realizzazioni contemporanee. Nella nostre città i musei sono chiamati ad assumere un sempre maggiore ruolo sociale, arrivando a coinvolgere le periferie e persino le realtà carcerarie, anche con iniziative di arte pubblica che li portano a superare i loro

miche dettate dal “turismo culturale”, li renda soggetti attivi nelle politiche territoriali. La provocatoria sporcizia di Bourriaud indica, oltre alla sinergia tra natura e cultuil pensiero occidentale, la capacità di estrarre segni da un territorio e la continua ricerca di uno spazio “giusto” in quello stesso habitat dove collocarli. Attività questa che richiede un nuovo utilizzo e nuove specializzazioni del personale, che non dovrà più limitare le proprie attività lavorative a vigilanza, sorveglianza e segreteria. Le relazioni con il territorio (per i musei maggiori anche tramite la delocalizzazione di opere in piccole realtà locali), così come il “fundraising” e il marketing per un ampliamento delle possibilità economiche e la visibilità online, dovranno essere potenziate e sostenute da specialisti ad hoc, non solo dai direttori come è “Uno dei luoghi che danno l’idea più elevata dell’uomo”,

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scrittore che da ministro della Cultura permise l’esposizione della Gioconda al Metropolitan di New York, avrà sempre maggior bisogno di visicome Il codice da Vinci o The Dreamers, di video musicali come Apeshit di Beyoncé e Jay-Z (nonostante le 267 milioni di visualizzazioni), di

terminante nella rete, sfruttando le e dalle piattaforme. Le modalità sono numerosissime, partendo dalla creazione di app dedicate.

Dalla semplice, indispensabile digitalizzazione della collezione e dalla creazione di percorsi tematici, su periodi storici oppure artisti, alla programmazione di interventi di approfondimento sulle opere, che potrebbero diventare podcast scaricabili o addirittura veri e propri canali YouTube. Ancora, la realizzazione di show culturali radiofonici e visuali, di ricostruzioni storiche grazie alla realtà aumentata, di viaggi immersivi, di giochi intelligenti, di collaborazioni-confronto con altre

social più frequentati dai giovanissimi, come TikTok o il cinese Douyn.

massive open online courses), corsi accademici gratuiti e accessibili.

ale - magari con il suo patrimonio riallestito e con i depositi e gli archivi valorizzati - a essere la fonte di quanto immesso in rete. Internet è ancora mezzo di informazione di qualcosa che si trova al di fuori di Internet. Almeno

tarsi con l’avvento degli Nft, le opere “not-fungible token” di realizzazione digitale conservate in banche dati collocate nelle cloud di conservazione dei

LA PAROLA AI DIRETTORI

Abbiamo chiesto il parere

a guidare: James Bradburne, il museologo e manager culturale anglo-cadi una delle maggiori pinacoteche italiane, la milanese Brera, e la stofebbraio alla direzione del piccolo e Conservazione ed esposizione, tutela e ricerca, piacere ed educazione: quale

James Bradburne: «Brera è un grande museo nazionale, con personale dalle molteplici competenze, per cui nessu-

na ha le sue esigenze, ognuna ha le mente dialoghi che invitano i nostri ricerca e pubblichiamo regolarmente,

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e abbiamo uno straordinario servizio grammi che vanno dai bambini più

: «Devo dire, senza presunlavorare più che altro sulla conservazione, anche perché abbiamo alcune un Nivola gigantesco, che hanno neDobbiamo fare molta comunicazione, però dobbiamo - come missione numero uno - tutelare e custodire le opevincere il bando del ministero per il stemare degli spazi e di fare nuove ac-

Le esigenze delle opere e quelle del pubJames Bradburne conservare e proteggere le opere non ho mai incontrato una situaziofosse un impedimento per rendere posizione, perché tante opere che i visitatori vorrebbero guardare da un re o interagire con esse, non possomostra opere girevoli, che dovrebbero il visitatore non ha contezza che co-

tonomamente il proprio budget per assegnare alle persone giuste il lavo-deguamento di sistemi ambientaliza… - con apparecchiature sempre-

James Bradburne non può e non deve essere una scuoinformale, come una biblioteca o un dimento può essere o meno presenturismo è la conseguenza della creazione di un museo amato dai suoi

James Bradburne colo che impedisce ai musei statapubblico è la mancanza di autonomia saranno mai in grado di servire piesoldi - o è in grado di trovarli - ha

: «Bisogna cercare di far museo deve sicuramente aprirsi alle di pubblico, proponendo diversi lilezione, ogni mostra, ogni apparato pubblico va educato, senza abbassare la guardia, tenendo sempre un novembre

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L’ARTE (S)CONOSCIUTA DEI DEPOSITI

L’artein Italia, ma spesso an che per le maggiori istituzioni museali del mondo, è un ice berg. Se ne può vedere solo il 10-15%, la parte restante è sommersa nei depositi e negli archivi. La funzione di conservazione, considerata sempre la più importante, ha spesso travalicato quella sancita dall’International Coun cil of Museums (ultimo aggiornamento del 22 agosto scorso), la quale afferma che un museo, per essere tale, debba promuovere la diversità e la sosteni bilità, operare e comunicare «in modo

etico, professionale e con la parteci pazione delle comunità, offrendo sva riate esperienze di educazione, diverti mento, riflessione e condivisione delle conoscenze». E sottolinea che, «senza fini di lucro, al servizio della società, ricerca, raccoglie, conserva, interpreta ed espone un patrimonio materiale e immateriale».

È già della fine dell’800 la regola che caratterizza l’operatività dei musei: le opere d’arte più celebri sono esposte al pubblico, quelle che rivestono princi palmente un interesse scientifico fini

scono in deposito, ad uso e consumo degli studiosi. Le collocazioni museali italiane, spesso in palazzi di anti ca edificazione e vincolati - i cui spazi sono stati riadattati - non consentono quasi mai la fruizione della maggior parte delle opere, ormai pressoché stabilmente divise in tre categorie: i capo lavori intoccabili, quelle che possono ruotare nell’esposizione (o che possono essere concesse in prestito a musei mi nori del territorio) e quelle stabilmente confinate nei depositi. Con la variante delle opere di cui è valutabile la conces sione per mostre temporanee, reperibi li, ma di rado, anche nell’ultima fascia. In queste condizioni è ovvio che esporre tutto il patrimonio è impossibile. Già un semplice ampliamento delle superfici visitabili comporterebbe co sti sempre elevatissimi. La situazione non è paragonabile a quella del museo etnografico della British Columbia University di Vancouver che, nel 1976, progettò il primo deposito completa mente accessibile ai visitatori. Per il vi sible storage serve una predisposizione precisa fin dalle istruzioni date agli ar chitetti progettisti, come avvenuto per il MUDEC di Milano sull’esempio di grandi musei americani (e del parigi no Musée du quai Branly dell’archistar Jean Nouvel, che ospita in una torre di vetro alta 27 metri e divisa in sei livel li, oltre che 10mila strumenti musicali etnici provenienti da tutto il mondo).

In questa direzione ha fatto scalpore, giusto un anno fa, l’apertura del Depot del museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam (espone in sede solo il 7% della raccolta), perché la nuova costru zione vede i quadri conservati su tre piani in rastrelliere disposte a seconda delle esigenze di conservazione e non per periodi storici, e offre un giardino delle sculture, laboratori per il restau ro e ottimi servizi per i fruitori, tra cui un ristorante stellato. E restiamo in attesa di vedere completate le nuove

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Quello che vediamo nei musei è solo una piccola parte delle opere a disposizione, spesso relegate in ricchissimi magazzini. Molte di queste raramente verranno esposte. Un problema risolvibile con la disponibilità di maggiori risorse e spazi necessari

storehouse del Louvre e del Victoria & Albert Museum londinese.

Ben diversa è la generalizzata situazio ne italiana, nonostante la parole d’or dine lanciate da Matera, Capitale europea della Cultura 2019: «L’essenziale è invisibile agli occhi». Purtroppo, viene da aggiungere, perché gli spazi sono quelli che sono, anche se si sta cercan do di aumentarli e razionalizzarli. Quali interventi attuare nell’immediato?

Almeno due, come afferma Eike Sch midt, il direttore degli Uffizi di Firen ze, tra i più attivi nella valorizzazione dei depositi: la rotazione e soprattutto l’allestimento dislocato, «inteso come una vera e propria operazione scientifi ca: esporre opere finora inaccessibili in luoghi vicini a dove le persone vivono e lavorano». Come corollario, deter minante rimane la digitalizzazione di quanto conservato (il suo impulso è stato l’unico, o quasi, effetto positivo del lockdown), la cui visibilità virtuale non è certamente paragonabile a quel la de visu. Però è anche un mezzo per attuare quelle attività di studio e ricer ca che sono alla base delle rotazioni, dei prestiti e le esposizioni tematiche che vari musei attuano come metodo di presentazione dei propri patrimoni “occulti”.

Non sono numerosi gli esempi felici, come la Pinacoteca Brera di Milano, il cui direttore James Bradburne dice: «Rispetto ad altri musei, Brera espone gran parte della sua collezione, ben oltre i due terzi. Tuttavia, non tutta la collezione è visibile nel Palazzo di Bre ra, poiché gran parte di essa si trova nei cosiddetti “depositi esterni”, aperti al pubblico in chiese, uffici pubblici e altri musei. Attualmente stiamo lavo rando a un grande progetto di mappa tura ed etichettatura di tutti gli oggetti esposti nei depositi esterni, a partire da quelli presenti nelle chiese e nei musei milanesi».

Va però detto che nei depositi, oltre

a importanti nuclei di difficile con servazione - dalle stampe ai disegni - e di impossibile esposizione conti nuativa, una certa percentuale delle opere avrebbe bisogno di un restauro e un’altra parte poco aggiungerebbe a quelle già visibili, senza dire delle croste di bassissimo livello artistico e culturale, frutto di acquisizioni più ampie. Questo induce diversi opera tori a spingere per consentire e rego lamentare il deacessioning, diffuso nel mondo anglosassone, ma in Ita lia proibito dall’articolo 54 del Codi ce dei Beni Culturali, che ne prevede l’inalienabilità.

Paolo Manazza, direttore di ArtsLife. com ed esperto del mercato dell’arte per il Corriere della Sera, è «assolu tamente d’accordo con chi pensa che una certa parte minore delle opere conservate nei depositi potrebbe es sere venduta per finanziare una mi gliore fruizione di quelle esposte». E specifica: «Il problema sarebbe quello di istituire un comitato di esperti che, insieme ai direttori museali, possano scegliere quali. Negli Usa, ad esempio, vendono delle opere minori o di artisti già ben rappresentati nelle sale, per compiere ulteriori acquisti di capola vori da esporre».

PATRIMONIO CULTURALE: QUANTO SPENDIAMO IN ITALIA?

Secondo

le stime del Fondo ambientale italiano, il nostro Paese detiene il primato mon diale per ricchezza culturale e ambientale, con 58 siti che rientrano nella lista Unesco dei patrimoni mon diali dell’umanità, contro i 56 della Ci na e i 50 della Germania, al secondo

e al terzo posto. L’Italia possiede un inestimabile ricchezza distribuita su tutto il territorio nazionale e può con tare su una rete di oltre 4 mila musei, 600 aree archeologiche, 85 mila chiese soggette a tutela e 40 mila dimore sto riche. Il valore in termini economici si aggira intorno ai 990 miliardi di

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euro, e solo le opere d’arte classiturale, biblioteche e archivi valgono 174 miliardi di euro, una cifra pari al 10,4% del nostro Pil. Eppure la percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura è sempre agli ultimi posti nella media europea, e spesso guidata dalla logica delle emergenze. Nel 2020 la Corte dei Conti aveva istituito un’indagine sul Fondo per la tutela del patrimonio culturale, istituito dalla Legge di Stabilità del 2015, con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro annui dal 2016 al 2020: l’obiettivo era la manutenzione e conservazione del patrimonio culturale del Paese. Le criticità individuate riguardavano proprio l’orientamento degli interventi in termini di emergenzialità e con carattere d’urgenza, oltre alla scarsità di risorse disponibili e ai ri-

tardi negli stanziamenti.

La pandemia ha poi ulteriormente peggiorato la situazione, per la sua ricaduta negativa sul patrimonio artistico, dovuta all’impossibilità di effettuare le visite in presenza durante i periodi di lockdown, e causando di conseguenza un’ulteriore riduzione dei fondi a disposizione, oltre che una perdita di posti di lavoro pari a 55 mila, il 6,7%, oltre il triplo rispetto al calo dell’occupazione totale, che è stato del 2,4%.

La scorsa estate ha però segnato una ripartenza dei consumi culturali, che con una spesa media di 125 euro pro capite si sono riavvicinati ai livelli del 2019: secondo i dati dell’indagine dell’Osservatorio di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, realizzata in collaborazione con Swg, la frequentazione di mostre, musei e siti arche-

ologici è cresciuta del 14%, quella del cinema del 13%, del teatro del 5% e degli eventi dal vivo, in particolare all’aperto, del 7%.

A oggi l’ossigeno dovrebbe arrivare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr, che include una missione dedicata a turismo e cultura, per un investimento di 6,7 miliardi di euro. Ma questi interventi di natura straordinaria devono essere sostenuti da azioni locali mirate, perché anche nei bilanci dei Comuni ci sono due voci di spesa legati a “valorizzazione dei beni di interesse storico” e “attività culturali e interventi diversi nel settore culturale”.

A livello locale, la spesa media pro capite è di 28,21 euro (dati 2020), con picchi di 108,40 euro per i comuni della provincia autonoma di Bolzano, seguiti da quelli della Sardegna (85,50 euro) e della Valle d’Aosta (71,60 euro). Gli enti locali che riportano le spese più basse sono quelli del Piemonte (16,18 euro), del Molise (15,82 euro) e della Liguria (14,23 euro).

INTERVENTIEINVESTIMENTIPREVISTIDALPNRR

Le misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel campo dei beni culturali riguardano il sostegno al patrimonio per la prossima generazione, la rigenerazione di miliardi di euro, prevede la creazione di un sistema di digita lizzazione della cultura, per favorirne la fruizione e lo sviluppo me e strategie di accesso alla cultura (500 milioni di euro), la

di culto si guarda alla sicurezza sismica, al restauro del pa

Inchiesta 50&Più
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La pandemia ha messo a dura prova la tenuta dei musei e delle

A TUTELA DI UN PATRIMONIO INFINITO SOTTO ATTACCO

Mentre

Napoleone rastrellava opere d’arte dai territori conquistati con le sue Campagne, lo studioso francese Quatremère de Quincy scriveva che un museo «è composto dai luoghi, dai siti, dalle montagne, dalle strade, dalle vie antiche, dalle rispettive posizioni delle città in rovina,

fra tutti gli oggetti, dai ricordi, dalle tradizioni locali, dagli usi ancora esistenti, dai paragoni e dai confronti che non si possono fare se non nel Paese stesso». Una denuncia forte di come la perdita di “pezzi” del patrimonio artistico e archeologico di un popolo sia

le protezioni e i sistemi in misura minore

un depauperamento della sua identità, della sua storia, della sua cultura, e un impoverimento del suo futuro. Non sembri retorica ma piuttosto un invito alla sua valorizzazione e preservazione, perché nel tempo il patrimonio storico-artistico (e anche paesaggistico) italiano è sempre stato, ed è tuttora, costantemente a rischio. Sue nemiche giurate, di volta in volta, sono state le guerre e le calamità naturali, l’incuria e la polvere del tempo, ma soprattutto, ieri oggi domani, l’umana ingordigia. Non solo, da più parti si lamenta che in Italia si stia a poco a poco perdendo, da parte della gente, e dei giovani in particolare, l’attenzione e la conoscenza dei valoattenzione e conoscenza che costituiscono la loro più importante difesa. Oggi i musei sono protetti piuttosto bene - gli ultimi furti sono delle ra-di

del Patrimonio Culturale dei Carabinieri
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pine, effettuati bloccando l’addet to alla vigilanza e non perché l’im pianto d’allarme non funzionava o non era inserito -, ma per gli scavi e le chiese la situazione è differente, perché gli uni sono diffusi su ampie zone e le altre sono numerosissime e non di rado non presidiate. Non c’è lo stesso livello di sicurezza di un museo, dove però ci sono numero

giudiziaria, con quasi 7.000 control li (38 gli scavi clandestini chiusi) e 565 perquisizioni. Il NTPC, solo lo scorso anno, ha recuperato quasi 34.000 beni (tra cui 23.441 reperti archeologici) e di 1.748 falsi (parti colarmente importante l’operazione contro una banda di contraffattori delle opere di Francis Bacon), per un valore di circa 550 milioni di eu

se opere importanti, mentre in altre situazioni magari ce n’è una sola o non si sa neppure se sotto terra c’è qualcosa.

Il dossier Attività operativa 2021 del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri è il più recente specchio della situazione in Italia dei traffici illeciti di beni cultu rali e del loro contrasto. I dati dico no di oltre 2.000 persone denuncia te e più di 1.200 deferite all’autorità

ro. Risultati importanti, che da alcuni anni fanno sì che le azioni illegali legate ai beni artistici siano in calo, e per il 2021 il confronto è con il 2020, annus horribilis della pande mia, in cui qualunque attività si era come sospesa, comprese quelle cri minali. E, se i furti sono aumentati da 287 a 346, quasi uno al giorno, si è dimezzato il numero delle opere trafugate.

Il NTPC ha recuperato di tutto, dalle

statuette di epoca precolombiana a vari reperti archeologici romani, dai sarcofagi ai crateri, dalle antefisse alla preziosa Testa dell’Imperato re Settimio Severo (tra le principali restituzioni ottenute da numerosi stati), dalle monete ai libri antichi, dagli affreschi strappati agli elementi architettonici, fino a quadri più recenti, tra cui un fondo oro del ma estro del Quat trocento sene se Sano di Pietro e un impor tante dipinto del XVI secolo di Key Willem, trafugato dalle truppe nazi ste nel giugno 1944 ai dan ni di Villa San Marco di Perugia. E fino ai 658 falsi Ba con in tecnica mista, pronti a essere immessi sul mercato per un valore valutato attor no ai 240 mi lioni di euro. Inoltre, la re cente approva zione del pro getto di legge A.C. 893-B riforma le disposizioni penali a tutela del patrimonio cul turale, contenute prevalentemente nel “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D.Lgs. n. 42 del 2004), e le inserisce nel Codice penale, con un inasprimento delle sanzioni e la possibilità di utilizzare nuovi stru menti d’indagine, tra cui l’attività sotto copertura e l’attivazione di si ti civetta per i reati di riciclaggio e auto-riciclaggio di beni culturali.

www.spazio50.org | novembre 202256 Inchiesta 50&Più
Quando doni, sostieni i sacerdoti che ogni giorno si dedicano a questi posti e alle nostre comunità. #UNITIPOSSIAMO Vai su unitineldono.it e scopri come fare. Sono i posti dove ci sentiamo parte di un progetto comune; dove ognuno è valorizzato per il proprio talento e riesce a farlo splendere in ogni momento; dove tutto diventa possibile se solo si è uniti. Sono i posti che esistono perché noi li facciamo insieme ai sacerdoti. Versamento sul conto corrente postale 57803009 Carta di credito chiamando il Numero Verde 800 825000 DONA ANCHE CON CI SONO POSTI CHE NON APPARTENGONO A NESSUNO PERCHÉ SONO DI TUTTI.

È L’ENERGIA IL TEMA DELLA QUINTA EDIZIONE DI “CORTI DI LUNGA VITA”

Èincantiere la quinta edizio ne dei Corti di Lunga Vita, il concorso internazionale di cortometraggi - firmato 50&Più - che ha l’obiettivo di pro muovere la realizzazione di lavori audiovisivi incentrati su argomenti legati all’anzianità. Il tema scelto per il 2023 è “energia”. La parola, che in greco significa “forza in azione”, con tiene sfaccettature e possibili inter pretazioni che solo la fantasia di sin goli e gruppi potrà rappresentare in ogni aspetto. Aperto a soci e addetti ai lavori, il Concorso rientra nell’ambito dei grandi eventi che 50&Più organiz za da anni per valorizzare l’impegno, la condivisione e la partecipazione tra

L’attualità sembra spingerci verso un diffuso pessimismo nei confronti del futuro. E allora usiamo “l’energia” per invertire questo circolo vizioso. Perché proprio l’energia - e le sue molteplici sfaccettaturesarà il filo conduttore del prossimo Concorso

di Grazia Capuano

gli iscritti. È Gabriele Sampaolo, il se gretario generale 50&Più, ad antici pare dettagli e riflessioni sulla quinta edizione del Concorso internazionale. Come mai la scelta della tema tica, quest’anno, è ricaduta su “energia”?

È un tema di fortissima attualità. So lo pronunciare questa parola signi fica richiamare ognuno di noi a un mondo di preoccupazioni e di notizie che ci raggiungono di continuo. Già, perché c’è un tema “energia” che ri chiama una situazione attuale legata alle angosce. Non possiamo non pen sare alla guerra, all’impoverimento dopo la pandemia. Ma c’è anche un tema che richiama molto altro e mi

www.spazio50.org | novembre 202258
Eventi

te umano del termine. L’energia, per esempio, è ciò che ci consente di vivere e, a ben guardare, anche il rapporto tra persone ha bisogno di enerconsumiamo per accendere una luce da noi stessi e incontrando gli altri. cosa scontata. Non solo. L’energia è anche un momento creativo che si compie quando ciascuno utilizza la propria creatività: anche questo ha bisogno di una spinta. E inevitabili diventano degli interrogativi. Cos’è che produce energie e cosa, invece, le time elezioni ne sono prova con la registrazione di un massiccio assenteismo, chiaro segno di una mancanza

gia da un punto di vista della psicologia sociale, ci rendiamo conto che lare o diminuire l’energia. Come si collega il tema dell’energia a quelli delle edizioni precedenti?

Il tema dell’incontro tra persone è il che unisce le varie edizioni dei Corti di Lunga Vita . L’energia dell’abbraccio, quella dell’incontro.

“incontro”. Ce ne siamo resi conto in maniera particolare durante la pandemia quando l’incontro è mancato. E il titolo della scorsa edizione

- Abbracciami - è stato un modo per richiamare la volontà di tornare ad abbracciarsi perché anche la disponibilità all’abbraccio, insieme allo slancio, richiede energia.

Oggi è come se entrassimo dentro questo abbraccio chiedendoci cosa c’è. E c’è l’energia di venirsi incontro. Allo stesso tempo c’è altresì l’energia

che si sprigiona dall’abbraccio. Anche l’energia della condivisione?

Le società che condividono i valori comuni sono società che hanno più energia perché producono quello

dua le soluzioni. Come associazione

tutto questo e incentrarlo sul tema dell’energia. Chi vorrà cimentarsi

gomento.

Cosa si aspetta di vedere dai corti del prossimo anno?

Ho imparato che le visioni soggettive sono sempre belle ma restano soggettive e quando queste aprono un sipario dove tante opinioni soggettive si esprimono, c’è sempre da imparare.

nelle edizioni precedenti, sono stati eccezionali superando le aspettative. Nelle opere in concorso abbiamo colcollettivo. In realtà, non lo so cosa mi aspetto e mi piace non saperlo. Mi entusiasma aspettare e vedere cosa viene prodotto. Il tema è certamente molto intrigante.

Rispetto ai tanti sinonimi della parola “energia”, secondo lei qual è quello più adatto?

La vitalità. È la rappresentazione esteriore di un’energia interiore. La nostra è un’associazione che non si rivolge solo alle persone vitali in ma è un’associazione di anziani vitali che mostra vitalità già dall’aspetto interiore.

Come uno stato d’animo? Certo. Tutti possiamo ottenere vantaggi uscendo dalla nostra zona di

Questo ci consente anche di avviare un discorso di condivisione Assolutamente sì. La matematica non conta molto, in questo ambito uno

ciazione che vive al proprio interno questi temi è un’associazione che dà molto all’esterno: è un riscontro che otteniamo. I soci sono contenti. E la contentezza cos’è se non provare dentro di sé una energia nuova?

Le iniziative di 50&Più testimoniano da decenni la vitalità dei soci. Rispetto a tutto questo, cosa c’è nel futuro dell’Associazione dal punto di vista dello sviluppo dell’energia?

maggiore attività di tutela e di rappresentanza. Si tratta di un progetto strategico che dobbiamo portare avanti a livello locale e nazionale, che si traduce in una assistenza delle reali problematiche. Faccio un esempio. Da pochi giorni è stato approvato un disegno di legge che riguarda gli anziani. E il nostro impegno non si traduce solo nel seguire l’iter ma anche sia un’applicazione reale. Poi c’è un altro aspetto che riguarda deciso di imprimere sui nostri grandi eventi. Il meeting di novembre è occasione per ricaricare le batterie anche a livello locale dopo la pandemia. Perché il tempo del lockdown sogno di un processo che lo accomdi questo. Avvertiamo una diminucologico. Non possiamo accettarlo. È nostro dovere riaccendere l’entusiasmo. L’appuntamento di novembre è importante perché individua le linee operative e strategiche dei prossimi due anni: una coalizione di volontà sul rilancio della vita associativa a seguito della pandemia che ci ha segnato tantissimo.

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Scopre

il suo talento all’età di quattro anni, quando riceve in regalo un’armonica a boc ca. Da quel momento la sua vita ha un unico grande fil rouge: la musica. «Si deve suonare con il cuo re, con la testa e con le mani», rac conta Fio Zanotti, classe 1949, musi cista, compositore e maestro d’orche stra. Una carriera in continua asce sa che lo porta a lavorare con i più grandi nomi del panorama musicale italiano, fino a diventare scopritore di giovani talenti. Lo abbiamo in contrato alle semifinali di Italia In… Canto, seduto in giuria ad ascoltare i partecipanti dello storico Concorso firmato 50&Più.

Come nasce la sua vocazione alla musica?

Avevo 4 anni, abitavo ai “bordi di periferia” come dice un mio grande amico. Mio nonno mi regalò un’ar monica a bocca e dopo dieci minuti suonai quello che sentivo alla ra dio. Sorpreso da quanto avevo fatto, sempre mio nonno, all’età di 5 anni, mi regalò una fisarmonica e si ripeté ciò che era accaduto con l’armonica. L’anno successivo ero con mia madre nel centro di Bologna, in un negozio di strumenti musicali; lì notai un pia noforte, mi sedetti e iniziai a suonar lo. Da autodidatta. In quel momento capii che la musica sarebbe stata la mia vita. E in verità ero bravo anche a calcio, quindi, ero indeciso. Aveva l’appoggio della fami glia? I suoi erano contenti che lei seguisse questa strada?

Mio padre voleva che io lavorassi nell’azienda di famiglia. E dai 10 an ni fino ai 20 anni ho lavorato con lui, ma continuavo a suonare la fisarmonica per diletto.

Succede, poi, un episodio che inizia a cambiare il suo destino. Sì. Un nostro dipendente mi dice che i Judas cercavano un musicista. Era uno dei gruppi musicali più impor

FIO ZANOTTI: «SI DEVE SUONARE CON CUORE, TESTA E MANI»

tanti dell’epoca. Mi hanno portato l’organo Hammond per farmi eserci tare e mi hanno dato un mese di tem po. Di giorno lavoravo, di notte stu diavo musica. Quando mio padre ha deciso di fittare l’azienda, finalmente ho potuto dedicarmi ai miei sogni.

Solo il talento è sufficiente per ché si abbia un musicista del suo calibro?

No. Il talento è importante ma è ne cessario anche studiare. Mi sono iscritto al conservatorio e ho ini ziato a prendere lezioni di armonia,

Intervista
di Anna Grazia Concilio
www.spazio50.org | novembre 202260

ca. Era

poi ancora . Da allora hanno iniziato a contattarmi le case dirivate le collaborazioni con Ornella Vanoni, i

e Adriano Celentano. E ancora Loredana Bertè, Anna Oxa, Ivano

Claudio Baglioni, Fiordaliso.

Con qualcuno, in particolare, c’è stata più intesa?

Ognuno di loro ha delle caratteristiche e mi ha arricchito a suo modo.

Con Adriano (Celentano n.d.r.) è successo dell’incredibile. Con abbiamo avuto il secondo record assoluto.

il cuore, con le mani.

Sta lavorando ad un nuovo progetto. Qualche anticipazione? È un progetto che sogno di fare da Hammond in legno. È un lavoro sulle composizioni, sulle colonne sonore: il Che cosa c’è nel futuro di Fio Zanotti?

Ho realizzato uno studio di registrazione molto grande, ne realizzerò altri due, vicino casa mia, sui colli bolognesi. Uno probabilmente lo chiamerò “Studio Adrian”, in onore del mio grande amico Celentano, l’altro vedremo. Questi due spazi saranno dedicati ai giovani, se vedrò in loro del talento - dopo un mese di studio -, li promuoverò e li supporterò nel-

una fortuna ma da solo il talento non basta, deve essere accompagnato alla tecnica che si apprende studiando. E ai giovani dico: “Non abbiate fretta”, bisogna fare le cose con calma.

Tra i giudici di Italia In... Canto per la prima volta, quest’anno. Com’è stato?

è stata un’esperienza straordinaria. Mi sono divertito come un bam-sonaggi straordinari con una umanità incredibile sia per-

non hanno nulla da invidiare ad artisti già conclamati. Grato anche per aver ricevuto una statuetta, per me è stato come un Oscar.

contrappunto, tecnica. Ho avuto insegnanti straordinari che mi hanno trasmesso tanto.

Il primo appuntamento importante?

Come nasce la sua musica? Nasce improvvisando. C’è il “colpo di genio” che spesso dà il la alla composizione, poi magari ci vuole più l’istinto è una cosa e la tecnica un’altra. Si deve suonare con la testa, con

Una considerazione sulla musica di oggi.

È importante fare attenzione alla tecalcuni passaggi, dall’altro fa correre il rischio di sentirsi arrivati e invece bisogna sempre studiare e abbinare la tecnica al talento.

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Il bambino prodigio dei colli bolognesi che diventa musicista e maestro d’orchestra. Ha lavorato con i più grandi nomi del panorama musicale italiano.
A 50&Più racconta come nasce l’artista e quali progetti realizzerà in futuro

CÖRSIVŒ, LO SLANG NATO SU TIKTOK

Iniziato come canzonatura di un certo tipo di dialetto milanese, è diventato in breve tempo un fenomeno virale, “insegnato” da una influencer 19enne

Vi è mai capitato di incon trare giovani che parlasse ro italiano con un accento del tutto singolare? Una sorta di cantilena che non ha nien te a che vedere coi dialetti nostrani: sonorità, insomma, che ci somiglia no ma anche no. Se vi è capitato e vi siete domandati di cosa accidenti si tratti, sappiate che - presumibilmen te - vi siete imbattuti nel Corsivo: anzi, Cörsivœ.

Si tratta di una moda che spopola tra i ragazzi e che si parla utilizzando le vocali in maniera piuttosto chiusa e allungando la pronuncia della paro la, soprattutto nella sua parte fina le. Il risultato? Un ritmo, appunto, cantilenato.

Ora, sul se serva a qualcosa, propen deremmo per il no. Più plausibilmen te è una pratica giocosa, che fa co munità e che riguarda, non a caso, un target di giovanissimi. Sentirlo

parlare può dare di certo un po’ di noia - viste le sonorità strambe e acu te - ma è un fenomeno e, come tale, va trattato: passata la moda - come è probabile - tramonterà. Sta di fatto che questo Cörsivœ sa rebbe nato come una sorta di presa in giro della cadenza milanese e di un certo atteggiamento chic, piuttosto ricercato, attribuito a talune signo re “in” del capoluogo lombardo. Ciò vuol dire che, questo nuovo modo di

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Costume

parlare non sarebbe nient’altro che una canzonatura che ha preso, però, poi strada autonoma.

Voi direte: “Beh, che c’è di strano?”. In effetti, poco o nulla, specie per chi ha una memoria di lungo corso. Me morabili sono, infatti, le performance dell’attrice Franca Valeri che, per an ni, ha portato in scena il personaggio radiofonico e teatrale della Signorina Snob, giunto nelle nostre case - attra verso la televisione - in numerosissi mi programmi degli anni Cinquan ta. Solo che all’epoca, quel carattere così peculiare, e pur così noto, rimase dentro alla televisione, mentre dal web il Cörsivœ è uscito e si ritrova parlato persino per le strade.

Analoga ma d’oltreoceano la tendenza “Valley Girl” che - già negli anni Novanta - aveva diffuso negli States questo modo di parlare delle giovani ragazze, tipico dell’upper class cali forniana: all’epoca, fu un trend diffuso nelle serie Tv; oggi lo sarebbe - come lo è il Cörsivœ - in internet. Ecco perché il Cörsivœ non sembra essere altro che l’evoluzione 4.0 di questa categoria di gag al vetriolo, che prendono di mira figure appar tenenti ad un determinato ambito sociale. Quello che differisce è però il fatto che lo si emuli da un capo all’altro della Penisola - anche laddove le “sciure” milanesi sono pres soché ignote -, ma ciò avviene per effetto di una specie di vita propria presa da questo gioco. Il che signifi ca anche che se il Cörsivœ all’inizio era un modo per mettere alla ber lina un certo modo di parlare, oggi si è invece trasformato in un vero e proprio linguaggio. Chi lo abbia inventato, non è dato sapere. Per certo, si è diffuso in modo dilagante sul web e viene ricondotto a una giovane che lo ha reso famoso. Si tratta di Elisa Esposito, una 19enne di Milano che, per prima, ha iniziato ad insegnare come parlare in Cörsivœ

attraverso tutorial diffusi sul web. Una giovanissima, dunque, che a fine 2020 ha aperto sul social TikTok un profi lo di grande successo che, oggi, conta quasi 800mila follower e più di 27 mi lioni di like. Su Instagram di seguaci ne ha oltre 270mila. Un seguito che le è valso una enorme popolarità e che, da qualche tempo, l’ha resa nota al piccolo schermo, dove spesso è ormai ospite. Eppure, sono in tanti ad attribuire la maternità - o paternità che sia - ad altri. In molti sostengono che la “prof di Cörsivœ” - sì, la chiamano così Eli sa Esposito - sia semplicemente colei che lo ha reso famoso. Ma veniamo al concreto con un piccolo esercizio: la parola per eccellenza - quella più diffusa in ogni frasario cörsivœ sul web - è “amïo”, variante - appunto, “corsiva” - della parola amo: quella usata, per intenderci, tra molti ragaz zi al posto di “amore”. Niente a che vedere con l’amore passionale, quan to piuttosto un intercalare tra amici: anzi, soprattutto amiche. Questo per ché il Cörsivœ è una moda nata tra

donne ma che evidentemente anche i giovani uomini non disdegnano. La riprova sta nel fatto che, su internet, circolano a migliaia i video che la ripropongono e in questi video non c’è genere - maschile o femminileche tenga.

La curiosità è che anche tanti giovani cantanti sembrano parlare in questa maniera: sebbene, spesso, abbiano iniziato a farlo ben prima che questa tendenza avesse un nome. E parlia mo di giovani performer come Blan co, Rkomi, Madame, Tha Supreme e Sangiovanni. Se non li conoscete, sappiate che sono molto apprezzati dalla Generazione Z.

Una tendenza, perciò, una provoca zione che si è trasformata in gioco col lettivo. Il pro-pro-pro nipote dell’al fabeto farfallino col quale - ne sia mo certi - anche qualcuno di voi avrà giocato. Ah, l’ultimissima tendenza, però, è il grassetto. Se il Cörsivœ è appuntito e allungato, il grassetto è rude, gutturale e profondo. Ecco, giu sto per restare al passo coi tempi.

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Un esempio di Cörsivœ è “amïo”, variante della parola amo: quella usata, per intenderci, tra molti ragazzi al posto di “amore”
www.spazio50.org | novembre 202264 DÉJÀ VU, QUELLA STRANA SENSAZIONE DI AVER GIÀ VISSUTO Psicologia N
Quante volte è capitato di vedere un luogo o di ascoltare una conversazione con l’impressione di aver già vissuto quei momenti? Da sempre l’uomo si interroga su questo illusorio fenomeno, ma ora la scienza sembra avere trovato una risposta che ribalta tutte le precedenti teorie DÉJÀVU DÉJÀ VU

UNA BREVE STORIA

falsae memoriae

SCHERZI DELLA MEMORIA: POSSIAMO FIDARCI DEI NOSTRI RICORDI DA BAMBINO?

I ricordi dei nostri primi anni di vita sono anche i più preziosi, ma è probabile che in buona parte siano solo un’invenzione della mente. Lo afferma versità di Londra, che ha esaminato le prime reminiscenze di 6.641 persone. I ricercatori hanno scoperto che 2.487 dei ricordi condivisi, come quello di trovarsi in carrozzina, era-

L’ULTIMA RISPOSTA DELLA SCIENZA

ERRORI DEL CERVELLO?

età, mentre 887 riguardavano un evento precedente al primo compleanno. Nella magfelici e solo il 18% degli interPer il team è improbabile che queste memorie siano reapitoli della nostra infanzia che ricordiamo con tenerezza non

La ragione è nel bisogno, tutto umano, di “inventare” unapria vita, condita - più o meno in grado di fornire un quadro

passeggiata coi nonni o di un viaggio con la famiglia sarebbe

se esperienze che, sommate insieme, forniscono un quadro verosimile spacciato dalla

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www.spazio50.org | novembre 202266
Sport

«Il canottaggio non è sentito più come prima. Adesso i ragazzi preferiscono sport meno impegnativi»

io a. zzi

Inclusione, socialità, autonomia. Sono questi i cardini intorno cui ruotano i progetti di Antonio Pelosi: l’ingegnere e imprenditore romano che nella Capitale ha aperto il primo albergo etico del Lazio e, qualche anno più tardi, ha dato il via al progetto di “living senior”, costruito sul modello americano. Lo ha fatto partendo da un evento che ha segnato profondamente la sua vita: l’incidente in moto del 2007 che lo ha costretto al coma. Di questo e delle idee in cantiere da sviluppare in futuro ha parlato con noi di 50&Più

L’esperienza del coma La vita di Antonio Pelosi, ingegne-

www.spazio50.org | novembre 202268 Società
Nasce anche a Roma un nuovo modello di RSA, di Anna Grazia Concilio DALL’ALBERGO ETICO AL LIVING SENIOR: DOVE SI PARLA DI INCLUSIONE

re con MBA, cambia drasticamente nel 2007. Quell’anno subisce un incidente in moto e inizia un percorso di riabilitazione che finisce due anni più tardi. «Non è stata una passeggiata ma ne sono uscito arricchito - ha detto -. Da allora ho iniziato a svolgere attività di volontariato in maniera ancora più intensa, supportando persone con la mia stessa esperienza. Non ho competenze sanitarie né assistenziali, durante le ore di volontariato in contesti in cui vivono persone nel post-coma porto la mia testimonianza, incitandoli a prendere ciò che di buono c’è in un percorso come questo». Il coma, per Pelosi traccia una linea: «Avevo conoscenze imprenditoriali nel settore alberghiero e anche in quello della disabilità dopo un’esperienza di coma. Allora perché non unire i due aspetti?», ha commentato. È nato così il primo albergo etico di Roma, il secondo in Italia.

Il primo albergo etico di Roma Nel dicembre del 2018 la conferenza stampa in Campidoglio annuncia l’arrivo in città di una nuova forma di attività ricettiva: un albergo etico. A rendere particolare il progetto è, senza dubbio, l’impiego di giovani disabili. E così, l’antica palazzina novecentesca di via Pisanelli - un tempo scuola materna - diventa, nel cuore del centro storico della Città eterna, lo spazio utile e funzionale dove ospitalità e social responsibility si fondono, disegnando un nuovo concetto di inclusione e impegno. «Ho cercato di capire quale fosse un modello giusto da importare a Roma e l’ho trovato nell’albergo etico di Asti», ha spiegato l’imprenditore romano. Nella struttura di via Pisanelli lavorano ragazzi con diverse disabilità: «In passato ero io ad invitare i giovani

presso il nostro albergo - ha detto Pelosi -, adesso sono loro a proporsi. Trascorrono da noi un periodo di tempo necessario per apprendere tecniche e modi di lavorare, e dopo il tirocinio formativo possono essere assunti in altre strutture alberghiere della città. Tanti imprenditori non sanno che una legge ne indica l’assunzione». Può capitare che il personale dell’albergo etico sia al completo e, in quel caso, i giovani vengono invitati a presen-

tarsi nei mesi successivi: il ciclo di formazione consente un cambio di dipendenti tale che ci si possa formare nelle diverse mansioni proprie di un’attività ricettiva.

Living senior: la parola d’ordine è autonomia “Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro”. È una frase di Epicuro,

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Società

il filosofo della Grecia antica a dare il benvenuto ai visitatori sul sito di “La Residenza-Torlonia Senior Living”: un’altra iniziativa che porta la firma di Antonio Pelosi. A due passi dal complesso monumentale di Villa Torlonia, al Nomentano, sorge uno spazio dedicato agli anziani autonomi che non hanno intenzione di rinunciare alla loro libertà. «L’idea è creare un posto dove gli anziani possano vivere in compagnia e abbiano la possibilità di frequentare corsi di varie tipologie, dai laboratori di pittura a quelli di informatica, e svolgere attività fisica come la ginnastica dolce. Hanno la possibilità di fare passeggiate e gite. È uno spazio dove ognuno può raccontare ciò che ha fatto nella sua vita», ha aggiunto. Convinto che la cultura italiana stigmatizzi le case di riposo, Pelosi sostiene che - invece - esiste la possibilità per molti anziani di decidere di abbandonare le abitudini della vita precedente e optare per un ambiente come il “living senior”, già noto in altri Paesi. La residenza può accogliere un massimo di 40 ospiti, soprattutto over 65. «Tra loro, anche persone ancora impegnate lavorativamente che escono di mattina e rientrano la sera. L’ospite è libero - ha specificato -, parliamo di un’utenza autonoma che desidera rimanere autonoma: sei tu stesso che scegli di esserci».

La telemedicina nel futuro L’autonomia degli over 65 passa anche dalla telemedicina. Come? Grazie all’utilizzo dello smartwatch: uno strumento tecnologico che, alla stregua di un orologio indossato al polso, registra i parametri vitali e fornisce informazioni sulla geolocalizzazione. «È un progetto che abbiamo già avviato e che stiamo implementando. Vo-

gliamo puntare a trasferire tutte le informazioni necessarie contenute nello strumento sia al medico che alla famiglia del nostro ospite, così che - anche in caso di ricovero o intervento - il medico abbia a disposizione informazioni utili nella cartella clinica».

Il riconoscimento delle Residenze Assistenziali Alberghiere Sulla scia di una deliberazione regionale del Piemonte del 1992, Pe-

losi ha avviato un dialogo con le Istituzioni perché anche nel Lazio e in tutte le Regioni venga riconosciuta l’esistenza di “Residenze Assistenziali Alberghiere”. «Nel nostro caso - ha concluso l’ingegnere - possiamo distinguere tra alberghi e case di riposo. In questa maniera, però, gli anziani che non hanno difficoltà alcuna ma che decidono di vivere insieme ad altri in un ambiente autonomo, vengono impropriamente considerati persone da curare. E questo non è giusto».

www.spazio50.org | novembre 202270
Successione complicata? Ti aiutiamo noi! Rivolgiti ai nostri di SUCCESSIONE E VOLTURE CATASTALI La dichiarazione di successione va presentata dagli eredi entro un anno dalla data del decesso del titolare dei presentazione della dichiarazione. Chiama il numero unico nazionale o trova la sede a te più vicina sul nostro sito www.50epiucaf.it 50&PiùCaf, grazie all’accordo stipulato con il Patronato 50&PiùEnasco, offre inoltre assistenza per la pensione di reversibilità. DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE

CATARATTA, UN INTERVENTO CHE SALVA LA VI… STA

C’èchi pensa alle serie pre-

mette di ottenere molto di più rispetto alla sola rimozione della “patina” che

chi ai video archiviati sul telefonino che immortalano le prodezze dei nipoti. Si fa una rapida carrellata dei di perdere e la scelta sembra inevitabile. L’operazione della cataratta restituisce pezzi di vita. «Ricordo che attraverso la vista passa l’84% delle cità di orientamento e di collegamento col mondo reale. Non avere una vista rispetto alle altre persone e al giorcietà Oftalmologica Italiana nel corso del 19° Congresso Internazionale che si è tenuto lo scorso maggio a Roma. La chirurgia tradizionale della cataratta consiste nell’asportazione del cri-

propria operazione salva-vista. «La chirurgia della cataratta oggi può essere eseguita con una nuova tecnica che permette di rimuovere la cataratta e nel contempo correggere dispiega Matteo Piovella.

rimuovere la lente naturale opacizzata (cataratta) e di sostituirla con cristallini di ultima generazione che risolvono i difetti visivi.

Nazionale non mette a disposizione di chi ne ha bisogno gli ambulatori specialistici che potrebbero garantigior parte dei pazienti deve pagarlo di tasca propria oppure accontentarsi dell’operazione alla vecchia maniera.

no all’intervento di chirurgia rifrattiva del cristallino grazie all’impianto dei giornale senza ricorrere agli occhiali. «Eppure nel nostro Sistema Sanitario

sono adottate solamente nel 4% delle denuncia Piovella.

La Società Italiana di Oftalmologia parla di diritti negati ai pazienti co-

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Scienze

stretti ad accontentarsi di un intervento che ora come ora può essere conrinunciare - per i costi elevati - a una soluzione molto più vantaggiosa. stata molto penalizzata a livello di risorse economiche. Per un singolo indal punto di vista economico che politico. Risultato: nel Sistema Sanitario Nazionale si fa ancora una chirurgia ferma Piovella. La cataratta è un naturale processo all’invecchiamento. In pochi ne vengono risparmiati: all’età di 80 anni Anche chi non guida potrebbe ottetuzione del cristallino naturale con

“lente intraoculare”). Chi si opera didalla luce e l’orologio biologico interno va in tilt se ne viene percepita troppo poca.

Un piccolo ma interessante studio che ha coinvolto 29 persone tra i 55 e gli Jama Ophthalmology gna correggendo il difetto della vista. Dall’analisi dei dati è emerso che le persone che avevano subìto l’intervento di cataratta avevano livelli più bassi

esposti alla luce rispetto a chi non era stato sottoposto all’intervento. Questo

Chi si opera di cataratta ottiene miglioramenti anche nella qualità del sonno. Il ritmo sonno-veglia, infatti, è regolato dalla luce e, se ne viene percepita troppo poca, l’orologio biologico interno va in tilt

viene normalmente osservato nelle persone più giovani ed è indicativo di do c’è la luce l’ormone del sonno deve infatti essere disattivato.

passavano più tempo nella fase di sonno profondo e ottenevano anche risultati migliori nei test cognitivi rispetto ai coetanei non operati.

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Salute
VISIONE SENZA CATARATTAVISIONE CON CATARATTA

LA DIABESITÀ, EMERGENZA SANITARIA MONDIALE

Diabete e obesità, due patologie croniche riunite in un solo termine: “diabesità”. Il neologismo è stato coniato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2008 per sottolineare la relazione - dimostrata dalla Scienza - tra un aumento eccessivo del peso corporeo e la comparsa del diabete mellito. La malattia è in progressivo aumento nel “pandemia silente del terzo millennio”. L’International Diabetes Federation stima che 642 milioni di tutto il pianeta. In Italia, oggi, sono oltre tre milioni e mezzo le persone con diabete mellito o diabete dell’adulto. Tuttavia, sarebbero molte di nota ce n’è una che ignora di avere la malattia, che nella letteratura

tipo 2 (DT2).

Si tratta di un’emergenza sanitaria e sociale allarmante per una condizione patologica prevenibile con una dieta corretta e un idoneo esercizio

1991 - a istituire la Giornata mondiale del diabete il 14 novembre di ogni anno. Una data simbolica in quanto si celebra la nascita del medico canadese Frederick Banting, che centouno anni fa scoprì l’insulina.

Il DT2 è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia (aumento della concentrazione di glucosio nel sangue eguale o superiore a 120 mg/ dl a digiuno) derivante da un’alterata azione dell’insulina. A lungo termine provoca danni ad occhi, reni, sistema nervoso periferico, apparato cardiovascolare ed è la prima causa - non traumatica - di amputazione degli arti inferiori -, ci spiega Francesco Morelli, specialista in Scienza dell’alimentazione, Cardiologia ed Endocrinologia a indirizzo diabetologico e metabolico.

Il diabetologo, autore di vari bestseller sull’argomento, come La dieta libera (Cairo Editore), giunta all’undicesima ristampa, e il recentissimo Diabesità, pubblicato da Franco AnDT2 ha fatto capolino nel decennio diale, quando alle privazioni della

guerra si sostituì l’abbondanza. Ed è poi esploso in parallelo con il consumismo sfrenato e la sedentarietà.gro e asciutto tipico dei contadini ha ceduto il posto alla “pancetta” del commendatore. Con conseguenze purtroppo nefaste. Tuttavia - ci dice -, il diabete impiega anni prima di manifestarsi in fase conclamata, dandoci così il tempo di prendere le opportune contromisure preventive. E qual è il primo segnale d’allarme cui prestare attenzione?

Dobbiamo fare attenzione sin da su-

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Scienze

Salute

bito a quegli strati di grasso in eccesso spalmati sulla pancia. Avere qualche chilo in più sulle cosce o dall’avere la stessa quantità di grasso sul ventre. L’obesità viscerale o addominale, infatti, rappresenta lo “start” di molte delle cosiddette malattie del benessere, con il diabete in testa. In generale, il girovita non dovrebbe superare 102 centimetri negli uomini e 88 nelle donne. L’aumento della circonferenza addominale al di sopra di questi valori può indicare un rischio di ammalarsi di

diabete anche in soggetti apparentemente normopeso, ma con una percentuale di grasso corporeo superiore alla media disposta proprio lì in “zona diabesità”. Il tessuto adiposo produce una serie di sostanze, le adipochine, che antagonizzano l’azione dell’insulina prodotta dal pancreas, il cui compito è mantenere stabili i livelli di glicemia nel sangue, instaurando l’insulino-resistenza e aprendo così la strada alla sindrome metabolica.

Di cosa si tratta?

La sindrome comprende disordini

del metabolismo glucidico e lipidico e ipertensione arteriosa che, associati all’obesità viscerale, costituiscono un pericoloso insieme di fatmortale” per la salute del cuore e delle nostre arterie. Ma la sindrome metabolica, con uno stile di vita corretto - meno calorie e grassi animali, più frutta e verdura e più moto al posto di poltrona e Tv - può regredire. Al contrario, se si perdura con l’eccesso di calorie e la sedentarietà, il diabete diventa cronico. E, una volta che si è “insediato”, il nostro organismo viene “assediato” da alterazioni patologiche sia dei piccoli vasi (microangiopatia) sia dei grandi vasi arteriosi (macroangiopatia), aumentando il rischio di infarto del miocardio, retinopatia, neuropatia e nefropatia diabetica.

bete di tipo 2 viene sottovaluto pur essendo una malattia prevenibile al pari dell’obesità? Il motto “prevenire è meglio che curare” per questa malattia, che accorcia la vita in media di sei o sette anni, è quanto di più esatto si possa dire. Bisogna avviare un’educazione alimentare che inizi dall’infanzia e duri tutta la vita per mantenere il giusto peso che, se si alza l’asticella, è il primum movens di tutta la lica-diabete. L’obesità poi è malatrebbe togliersi di dosso “il grasso in eccesso” ma lo vorrebbe fare in poche settimane ed è spesso preda della “diet-industrie” e delle false promesse della pubblicità. È bene

abbiano alle spalle una collaudata esperienza della malattia perché l’obiettivo non è solo perdere peso ma mantenerlo tutta la vita, prevenendo così anche il diabete e le sue complicanze.

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Per gli esperti di nutrizione è un mantra: la dieta me diterranea è uno dei regimi alimentari più sani. Dichia rata Patrimonio Immateriale dell’U manità dall’UNESCO, non è in realtà una specifica dieta, piuttosto è un in sieme di abitudini alimentari e tradi zioni tipiche dell’area mediterranea. Gli “ingredienti” base sono alimenti prevalentemente di origine vegetale (frutta, verdura in abbondanza, le gumi e cereali integrali), pesce e lat ticini, e poca carne. Il tutto condito con… olio di oliva. È lui, l’olio d’oliva, il vero protagonista gustato in cuci na e studiato con crescente interesse dalla ricerca sulla prevenzione delle malattie e sulla longevità.

LA RICERCA SCIENTIFICA

Diversi studi in vitro e su animali hanno documentato effetti benefici e preventivi, sia dei singoli nutrienti sia dell’alimento completo. Ci sono anche dati recenti e interessanti su popolazioni ampie, in cui ad esem pio un maggior consumo di olio ex travergine di oliva è associato ad una riduzione della mortalità per eventi cardiovascolari (studio “PREDIMED, PREvención con DIeta MEDiterrán ea”). O, ancora, in cui più di 1 o 2 cucchiai di olio d’oliva al giorno sono associati a un più basso rischio di morte per malattie cardiovascolari, neurodegenerative e polmonari, e per tumori, rispetto a chi non ne fa uso o utilizza margarina, maionese, burro e altri derivati del latte (Harvard T.H. Chan School of Public Health).

TANTE DOMANDE

L’ambito di studio è avvincente e tante sono le domande ancora senza ri sposta. Ad esempio, è possibile che il più alto consumo di olio d’oliva sia indice di uno stile di vita più sano e un più alto status sociale? Il nesso tra consumo e riduzione del rischio

LA LONGEVITÀ NELL’OLIO D’OLIVA

a cura di Fondazione Umberto Veronesi

è causale o influenzato da altri fat tori? E qual è la quantità minima di olio d’oliva richiesta per ottenere un effetto protettivo?

QUANTO USARNE?

Secondo il più noto dei modelli per una sana alimentazione, la cosiddetta “piramide alimentare”, l’olio di oliva è collocato nella fascia intermedia della figura, fra gli alimenti da consumare quotidianamente nella misura di 3-4 porzioni al giorno (dove una porzione è intesa pari a un cucchiaio, circa 10 millilitri). Meglio usarlo a crudo e non eccedere se si vuole evitare di prende re peso, mentre resta un buon alleato per arricchire di energia e sapore i pa sti di chi ha problemi di inappetenza o malnutrizione.

VISTO DA VICINO

Che cosa c’è di tanto speciale per la nostra salute nell’olio extravergine di oliva? Soprattutto la sua composi zione in grassi “buoni” per il nostro organismo e la presenza di composti fenolici. Non tutti i grassi sono ugua li. Fra quelli utili vi è l’acido oleico, il più presente nell’olio extravergine d’oliva, a cui si attribuiscono vari ef fetti positivi: può incidere sul cole sterolo nel sangue, portando ad una piccola riduzione della frazione di co lesterolo LDL (che se è troppo alta è una minaccia per la salute cardiova scolare); inoltre, viene studiato per ché potrebbe essere coinvolto nella soppressione dell’azione degli onco geni, i geni responsabili di alcune for me tumorali.

Scienze www.spazio50.org | novembre 202276
PER IL CUORE E I VASI SANGUIGNI CONTRO I TUMORI E NON SOLO…COME SAPERE SE L’OLIO CHE COMPRO È “QUELLO BUONO”? OLIO DI OLIVA EXTRAVERGINE OLIO VERGINE DI OLIVA OLIO DI OLIVA Prevenzione novembre 2022 | www.spazio50.org 77

ULTERIORI BONUS per uscire dalla crisi

Continua l’intervento dello cile periodo che si sta attrapubblicato (G.U. 23.09.2022) il Decreto Aiuti Ter, il prosieguo del Decreto Aiuti Bis, convertito in legge (si veda il nostro articolo pubblicato sul numero di ottobre u.s. della Rivista) È stato previsto un ulteriore bonus (una tantum) di 150 euro che sarà erogato a novembre 2022 per tutte le categorie che avevano già percepito i 200 euro a luglio scorso, il cui funzio-

Per i lavoratori dipendenti vi sono le seguenti novità. Il bonus spetterà a chi avrà: una retribuzione imponibile nella competenza del mese di novembre 2022 non eccedente l’importo di 1.538 euro; un reddito non superiore ai 20.000 euro percepiti nel 2021. casi in cui il lavoratore sia interessato da eventi con copertura di contribue spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro. Il

denti previa autodichiarazione di non indicate all’art.19 (trattamenti pensionistici o di accompagnamento alla pensione, reddito di cittadinanza), e verrà elargito, in via automatica, per il tramite dei datori di lavoro. Per quanto riguarda, i pensionati il bonus sarà di 150 euro. Sarà corrispo-

sto, nel mese di novembre, a coloro che hanno un reddito assoggettabile all’IRPEF non superiore a 20.000 euro lordi annui. In questo caso ad

L’indennità da 150 euro verrà ricotadinanza.

Le altre categorie che avranno il bonus in automatico sono: disoccupati

dei bonus Covid previsti dai Decreti Sostegni e Sostegni bis. Tutti avranno l’accredito dopo la presentazione delle denunce di recupero delle somme anticipate in compensazione dai datori di lavoro che corrispondono il bonus 150 euro ai dipendenti, per evitare la doppia erogazione.

Hanno diritto al bonus, in automatico, anche coloro che percepiscono l’assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché titolari di trattamenti di accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 1° ottobre 2022, e con reddito personale assoggettabile ad IRPEF, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali, non superiore, per l’anno 2021, ad euro 20.000.

È invece richiesta un’apposita dosegnisti, dottorandi, lavoratori autonomi con o senza partita IVA (il cazione), stagionali, lavoratori del-

lo spettacolo e sportivi, incaricati di vendite a domicilio. I collaboratori domestici (colf e badanti), invece, qualora abbiano già presentato, entro la scadenza del 30 settembre, la domanda per il bonus 200 euro, avranno automaticamente il nuovo beneficio senza dover presentare l’apposita domanda. Anche a dette viene rispettato il limite reddituale rappresentato dai 20.000 euro per l’anno 2021.

utilizzando le consuete credenziali di accesso ai servizi:

SPID di livello 2 o superiore; Carta di Identità Elettronica 3.0 (CIE);

In alternativa al portale web, le indennità da 150 euro possono essere richieste tramite il servizio di Contact Center Multicanale, telefonando al (gratuitamente) oppure al numero 06164164 da rete mobile (a pagadai diversi gestori).

Per coloro che non sono in possesso di alcuna delle anzidette credenziali, traverso il nostro Patronato.

a cura di Alessandra De FeoFisco
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Potresti essere un “lavoratore precoce”. HAI INIZIATO A LAVORARE PRIMA DEI 19 ANNI? CHI NE HA DIRITTO I “lavoratori precoci” sono coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di lavoro prima del compimento dei 19 anni di età. Possono andare in pensione con 41 anni di Chiama il numero unico nazionale o trova la sede a te più vicina sul nostro sito www.50epiuenasco.it 50&PiùEnasco per un’analisi personalizzata della tua posizione contributiva, valuteremo il diritto alla pensione e cureremo l’inoltro della domanda. PENSIONE ANTICIPATA PRECOCI 2022 SCADENZA DOMANDE ENTRO IL 30 NOVEMBRE ISTITUTO DI PATRONATO E DI ASSISTENZA SOCIALE

PENSIONE AI SUPERSTITI: REQUISITI

Iltema delle pensioni e dell’introbilità in uscita dal mondo del lavoro per evitare lo “scalone” che scatterebbe dal 2023 costituisce, come tutti sappiamo, uno dei temi maggiormente dibattuti e che dovrà dell’agenda del nuovo Parlamento e del nuovo Governo.

Una tipologia di pensione di cui invece si parla molto poco - perché non collegata all’uscita dal lavoro - è la pensione ai superstiti, benché sia stata a più riprese oggetto di interventi legislativi e pronunciamenti della magistratura di legittimità e sia stata oggetto di riquesto anno 2022.

Questa prestazione viene riconosciuta a seguito del decesso del pensionato (prende il nome, in questo caso, di “pensione di reversibilità”) o del lavoratore non ancora pensionato (in questo caso si chiama tecnicamente “pensione indiretta”) che possa far valere almeno 15 anni di contribuzione o almeno 5 anni di contributi, di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la data del decesso.

lavoratore/pensionato deceduto: il

limite di età. In assenza di coniuge pensione ai superstiti anche i nipoti del deceduto o - purché vengano soddisfatte in questo caso particolari condizioni di età e vivenza a carico - i genitori o, in ultimo, fratelli e sorelle del deceduto.

Nel corso del 2022, la Corte Costituzionale (sentenza n. 88 del 5 aprile 2022) ha esteso la platea dei benediretti ed immediati della pensione di reversibilità anche i nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro e viventi a carico del lavoratore deceduto.

scuno. In caso di quote che superino percepita (o dovuta al, in caso di “indiretta”) dal deceduto.

A seguito della Legge “Dini” (Legge 335/1995), la quota di pensione ai superstiti così determinata può essere de-

propri superiori ai limiti di determinati scaglioni.

Proprio la questione della decurtazione del trattamento prevista dalla Legge

Previdenza
E
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BENEFICIARI

pio, quella norma del 2011 (al tempo indicata giornalisticamente come legge “anti badanti” e successivamente abrogata perché dichiarata incostituzionale) che - nell’intento di ridurre il costo sociale conseguente ai matrimoni tra uomini di età avanzata e donne molto giovani - prevedeva che quando uno dei coniugi avesse almeno 70 anni di età, tra i due ci fosse una

trimonio fosse durato meno di 10 anni, l’importo della pensione spettante al coniuge superstite venisse ridotto in misura proporzionale al numero di anni di matrimonio mancanti a

l’importo in caso di decessi avvenuti subito dopo il matrimonio).

“Dini” è stata - sempre nel corso del giugno 2022) che ne ha riconosciuto la legittimità, ma ha stabilito che tale decurtazione non possa essere superiore all’ammontare complessivo dei redditi aggiuntivi.

Nel caso in cui non esistano le condizioni richieste per la pensione indiretta, in caso di decesso di un lavoratore già assicurato al 31/12/1995, è prevista la liquidazione di una “indennità per morte” (a condizione che il defunto potesse far valere almeno un anno di contributi nei cinque anni precedenti entro un anno dalla morte del lavoratore assicurato. In caso di decesso di lavoratori assicurati dopo il 31/12/1995, è prevista invece, al ricorrere di determinate condizioni, la liquidazione di una “indennità una tantum”.

Tra i vari interventi legislativi e pronunciamenti giurisprudenziali che nel corso del tempo hanno interessato questa prestazione, molti hanno riguardato il diritto nei confronti del coniuge.

Qualcuno forse ricorderà, ad esem-

Il coniuge superstite, quindi, ha sempre diritto alla pensione, unicamente per l’esistenza del rapporto coniugale con il coniuge defunto (pensionato o assicurato), senza che venga richiesta la vivenza a carico del dante causa al momento della morte di quest’ultimo e senza che sia necessario soddisfare alcuna altra condizione (indipendentemente, ad esempio, dal regime di separazione o comunione dei beni).

Il diritto alla percezione della prestazione ai superstiti viene meno, tuttavia, nei casi in cui il coniuge superstite contragga successivamente nuovo diritto alla pensione ai superstiti e al coniuge che è passato a nuove nozze viene liquidato un assegno una tantum pari a due annualità della pensione in godimento (o della quota di pensione attribuita allo stesso coniuge, in caso

oggi lo stesso aveva diritto alla prestazione solo se risultava titolare di assepensione ai superstiti in favore del coniuge separato per colpa o con addebito della separazione con sentenza passata in giudicato, veniva subordinato quindi alla sussistenza del diritto agli alimenti a carico del coniuge deceduto. Dal 2022, tuttavia, l’INPS (recependo il consolidato orientamento della principio secondo cui non sussiste alconiuge separato in ragione del titolo della separazione) ha stabilito che anche il coniuge separato - anche se con addebito o per colpa senza diritto agli alimenti - è equiparato sotto favore del quale opera la presunzione della vivenza a carico del dante causa al momento della morte di quest’ultimo, e pertanto ha diritto alla pensione ai superstiti.

Anche il coniuge divorziato è incluso dizione che sia titolare di assegno di divorzio, non abbia contratto nuovo matrimonio e purché il dante causa risultasse iscritto all’Ente previdenziale prima dell’emissione della sentenza di divorzio.

Ad oggi, quindi, la pensione ai superstiti viene riconosciuta al coniuge o all’unito civilmente che si trovi in una di queste condizioni:

coniugato con il dante causa al moseparato legalmente (con o senza

to alla pensione anche il superstite di una coppia unita civilmente, mentre il diritto non sorge in caso di semplice convivenza “more uxorio”.

Anche il coniuge separato ha diritto alla pensione ai superstiti, ma nel caso

divorziato, titolare di assegno divorzile, che non abbia contratto nuovo matrimonio.

La pensione ai superstiti decorre dal mese successivo al decesso del pensionato/lavoratore ed è concessa a seguito della presentazione di apposita domanda, da inviarsi telematicamente all’INPS.

novembre 2022 | www.spazio50.org 81 a cura di Luca Giustinelli

Abruzzo Telefono

L’Aquila - Viale Corrado IV, 40/F 0862204226

Chieti - Via F. Salomone, 67 087164657

Pescara - Via Aldo Moro, 1/3 0854313623

Teramo - Corso De Michetti, 2 0861252057

Basilicata Telefono

Matera - Via Don Luigi Sturzo, 16/2 0835385714

Potenza - Via Centomani, 11 097122201

Calabria Telefono

Cosenza - Viale degli Alimena, 5 098422041

Catanzaro - Via Milano, 9 0961721246

Crotone - Via Regina Margherita, 28 096221794

Reggio Calabria - Via Tenente Panella, 20 0965891543

Vibo Valentia - Via Spogliatore snc 096343485

Campania Telefono

Avellino - Via Salvatore De Renzi, 28 082538549

Benevento - Via delle Puglie, 28 0824313555

Caserta - Via Roma, 90 0823326453

Napoli - Via Cervantes, 55 int. 14 0812514037

Salerno - Via Zammarelli, 12 089227600

EmiliaRomagna Telefono

Bologna - Strada Maggiore, 23 0516487548

Forlì - Piazzale della Vittoria, 23 054324118

Ferrara - Via Girolamo Baruffaldi, 14/18 0532234211

Modena - Via Begarelli, 31 0597364203

Piacenza - Strada Bobbiese, 2 - c/o Unione Comm.ti 0523/461831-32-61

Parma - Via Abbeveratoia, 61/A 0521944278

Ravenna - Via di Roma, 104 0544515707

Reggio Emilia - Viale Timavo, 43 0522708565-553

Rimini - Viale Italia, 9/11 0541743202

FriuliVeneziaGiulia

Telefono

Gorizia - Via Vittorio Locchi, 22 048132325

Pordenone - Piazzale dei Mutilati, 6 0434549462

Trieste - Via Mazzini, 22 0407707340

Udine - Viale Duodo, 5 0432538707-538705

Lazio Telefono Frosinone - Via Moro, 481 0775855273

Latina - Via dei Volsini, 60 0773611108

Rieti - Largo Cairoli, 4 0746483612

Roma - Via Cola di Rienzo, 240 0668891796

Viterbo - Via Belluno, 39/G 0761341718

Liguria Telefono

Genova - Via XX Settembre, 40/5 010543042

Imperia - Via Gian Francesco De Marchi, 81 0183275334

Savona - Corso A. Ricci - Torre Vespucci, 14 019853582

Lombardia Telefono

Bergamo - Via Borgo Palazzo, 133 0354120126

Brescia - Via Trento, 15/R 0303771785

Como - Via Bellini, 14 031265361

Cremona - Via Alessandro Manzoni, 2 037225745-458715

Lecco - Piazza Giuseppe Garibaldi, 4 0341287279

provinciali

Lodi - Via Giovanni Haussmann, 1 0371432575

Mantova - Via Valsesia, 46 0376288505

Milano - Corso Venezia, 47 0276013399

Pavia - Via Ticinello, 22 038228411

Sondrio - Via del Vecchio Macello, 4/C 0342533311

Varese - Via Valle Venosta, 4 0332342280

Marche Telefono

Ancona - Via Alcide De Gasperi, 31 0712075009

Ascoli Piceno - Viale Vittorio Emanuele Orlando, 16 0736051102

Macerata - Via Maffeo Pantaleoni, 48a 0733261393

Pesaro - Strada delle Marche, 58 0721698224/5

Molise Telefono

Campobasso - Via Giuseppe Garibaldi, 48 0874483194

Piemonte Telefono

Alba - Piazza S. Paolo, 3 0173226611

Alessandria - Via Trotti, 46 0131260380

Asti - Corso Felice Cavallotti, 37 0141353494

Biella - Via Trieste, 15 01530789

Cuneo - Via Avogadro, 32 0171604198

Novara - Via Giovanni Battista Paletta, 1 032130232

Torino - Via Andrea Massena, 18 011533806

Verbania - Via Roma, 29 032352350

Vercelli - Via Duchessa Jolanda, 26 0161215344

Puglia Telefono

Bari - Piazza Aldo Moro, 28 0805240342

Brindisi - Via Appia, 159/B 0831524187

Foggia - Via Luigi Miranda, 8 0881723151

Lecce - Via Cicolella, 3 0832343923

Taranto - Via Giacomo Lacaita, 5 0997796444

Sardegna

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Cagliari - Via Santa Gilla, 6 070280251

Nuoro - Galleria Emanuela Loi, 8 0784232804

Oristano - Via Sebastiano Mele, 7/G 078373612

Sassari - Via Giovanni Pascoli, 59 079243652

Sicilia

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Caltanissetta - Via Messina, 84 0934575798

Catania - Via Mandrà, 8 095239495

Enna - Via Vulturo, 34 093524983

Messina - Via Santa Maria Alemanna, 5 090673914

Palermo - Via Emerico Amari, 11 091334920

Ragusa - Viale del Fante, 10 0932246958

Siracusa - Via Eschilo, 11 093165059-415119

Trapani - Via Marino Torre, 117 0923547829

Toscana

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Arezzo - Via XXV Aprile, 12 0575354292

Carrara - Via Don Minzoni,20/A 058570973-570672

Firenze - Via Costantino Nigra, 23-25 055664795

Grosseto - Via Tevere, 5/7/9 0564410703

Livorno - Via Serristori, 15 0586898276

Lucca - Via Fillungo, 121 - c/o Confcommercio 0583473170

Le sedi 50&Più

Pisa

Prato

6705025196-0507846635/30

San

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Pistoia - Viale Adua, 1280573991500 Siena - Via del Giglio, 10-12-14 0577283914

Bolzano - Mitterweg - Via

50471978032

Trento - Via Solteri, 780461880408

Perugia - Via Settevalli, 3200755067178

Terni -

Aristide

Aosta - Piazza

Belluno - Piazza

d’Augusto,

Padova - Via degli Zabarella,

Rovigo - Viale del Lavoro,

Treviso - Via Sebastiano

Venezia Mestre - Viale Ancona,

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Arco
10016545981 VenetoTelefono
Martiri, 160437215264
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9 0415316355 Vicenza - Via Luigi Faccio, 380444964300 Verona - Via Sommacampagna, 63/H - Sc. B045953502 Le sedi 50&Più all’estero ArgentinaTelefono Buenos Aires0054 11 45477105 Villa Bosch0054 9113501-9361 AustraliaTelefono Perth0061 864680197 BelgioTelefono Bruxelles0032 25341527 BrasileTelefono Florianopolis0055 4832222513 San Paolo0055 1132591806 CanadaTelefono Burnaby - Vancouver BC001 6042942023 Hamilton001 9053184488 Woodbridge001 9052660048 Montreal Riviere des Prairies001 5144946902 Montreal Saint Leonard001 5142525041 Ottawa001 6135674532 St. Catharines001 9056466555 Toronto001 4166523759 GermaniaTelefono Dusseldorf0049 021190220201 SpagnaTelefono Valencia 0034 961030890 SvizzeraTelefono Lugano 0041 919212050 UruguayTelefono Montevideo 0059 825076416 USATelefono Fort Lauderdale 001 9546300086

Meta turistica da più di 2000 anni, Abano Terme è il più importante e antico centro termale d’Europa.

Le proprietà benefiche delle acque termali di Abano Terme sono conosciute dal VI secolo a.C. Così infatti testimoniano gli scavi archeologici e i ritrovamenti fatti nell’attuale comune di Montegrotto Terme dove un tempo probabilmente si trovava l’antico centro.

Trattamenti termali ed estetici a parte, ad Abano Terme non dovete dimenticare di fare e vedere alcune cose. Innanzitutto la Piazza del Sole e della Pace, anche conosciuta come la Piazza della Meridiana per la caratteristica enorme meridiana situata al suo centro che segna costantemente l’ora. Il centro storico di Abano Terme inoltre si sviluppa intorno al Duomo di San Lorenzo, impossibile quindi non visitare la cattedrale. La prima caratteristica è che il suo campanile è stato costruito in epoche diverse, a partire dalla base che risale al 900 d.C. fino ad arrivare alla sommità che è del 1300.

HOTEL TERME INTERNAZIONALE (4 stelle)

https://www.termeinternazionale.it/ È circondato da un grande parco nel centro di Abano, ideale per chi cerca il comfort di un grande albergo e un centro qualificato per le cure termali. L’Hotel dispone di camere doppie/matrimoniali standard dagli spazi es senziali con balcone oppure di camere doppie/matrimoniali Superior ac coglienti e spaziose con balcone.

A disposizione degli ospiti: ampie piscine termali (35°-33°) a varia profon dità con nuovo massaggio cellulare subacqueo, grotta termale sudatoria, bio-sauna, massaggi, estetica termale e fangoterapia.

N.B.: Per usufruire delle cure termali convenzionate con il Servizio Sa nitario Nazionale è necessario presentare l’impegnativa ASL del proprio Comune con prescrizione: “ciclo di fangoterapia con bagno terapeutico”.

(Aut. Reg. 388/87) Tel. 06 6871108/369 Fax 06 6833135 - Email: info@50epiuturismo.it www.50epiuturismo.it

QUOTE DI PARTECIPAZIONE

27/12/2022 - 03/01/2023 /7 NOTTI)

In camera doppia “Superior” € 930,00 (confortevole e spaziosa, arredata in stile classico comodo e funzionale con vista piscina/parco o colli)

In camera doppia “Standard” € 830,00 (con letto matrimoniale, sempre gradevole, curata e dagli spazi più essenziali)

In camera singola “Comfort” € 980,00 (accogliente e confortevole arredata in stile classico e con vista sul parco piscine)

Quota di iscrizione per i non soci 50&Più: € 50

La quota comprende: 7 pernottamenti nella tipologia di camera riservata - Trattamento di pensione completa incluso ¼ vino ed ½ acqua minerale ai pasti (dalla cena del giorno di arrivo al pranzo del giorno di partenza)Gran Cenone di fine Anno con intrattenimento (escluso brindisi di mezzanotte) - Programma di intrattenimenti - Ingresso Spa: uso piscine termali 35°/33° a varia profondità con angolo idro massaggio, percorso vascolare esterno ozonizzato, acquagym, uso della grotta termale, utilizzo della doccia emozionale e della bio-sauna - Collegamento wifi gratuito - Assicurazione bagaglio/ sanitaria Unipolsai con estensione Covid (polizza annullamento facoltativa a pagamento).

La quota non comprende: Trasporti da e per Abano TermeEscursioni facoltative da prenotare e pagare in loco - Brindisi di mezzanotte, mance, extra personali e tutto quanto non sopra specificato - Noleggio accappatoio - Imposta comunale di sog giorno (se prevista dalle normative vigenti) da saldare in locoAssicurazione annullamento (facoltativa) euro 20,00.

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DAL 27 DICEMBRE 2022 AL 3 GENNAIO 2023 ABANO TERME

Emirati Arabi e Oman con Costa Toscana

Una crociera negli Emirati Arabi è perfetta per chi vuole scoprire un’arte antica, sapori speziati, la modernità e tutta la magia del deserto.

Escursioni: soste notturne sotto le stelle del deserto e tanto

per appassionarsi alla bellezza futuristica di Dubai, passeggiare nell’antica città di Muscat, navigare nel fiordo in Oman, ammirare le moschee di Abu Dhabi.

LA NAVE COSTA TOSCANA

Elegante, ecologica ed efficiente, la nuova ammira glia Costa rappresenta il carattere della regione da cui prende il nome, la Toscana. Scopri le declinazioni dello stile italiano tra grandi firme, cabine raffinate e gusto, non solo nel design ma anche nell’offerta gastronomica.

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Dubai

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La tua cabina: moderna e colorata, è dotata di ogni comfort: servizio h24, Tv interattiva, aria condizionata, cassaforte, asciu gacapelli e telefono.

Trasferi menti da e per il porto di Dubai

Volo da Milano/Roma

Sistemazione nella cabina prescelta con trattamento di pensione completa

Accom pagnatore 50&Più (al raggiungimento di 20 partecipanti).

Le quote non comprendono: Bevande al bar e ai pasti • Tasse portuali (€ 150) • Quote di servizio obbligatorie da pagare a bordo (€ 77) • Escursioni e tour organizzati

Assicurazione medico-bagaglio e annullamento viaggio (€ 50)

Extra di natura personale e tutto quanto non espres samente indicato nella voce “Le quote comprendono”.

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tempo
DATA PORTO ARRIVO PARTENZA 17-02 ven
18-02 sab
23:59 19-02 dom
20-02 lun
07:00 21-02 mar
17:00 22-02
18:30 23:59 23-02
00:01 20:00 24-02 ven
05:00
Le quote comprendono:
dal 17 al 24 febbraio 2023 GRANDI CROCIERE 50&PIÙ TURISMO
Doppia
€ 1.150 Doppia
€ 1.270 Doppia
€ 1.320 Singola su richiesta Assicurazione € 50 Tasse portuali € 150 Quota supplementare per i non soci 50&Più: € 50

Le

Una delle più belle crociere fluviali che l’Europa possa offrire

Da Le Havre e la costa della Normandia fino a Parigi attraverso incantevoli paesaggi, città antiche, castelli e scenari romantici, la cui luce ha stregato i pittori impressionisti. La Senna ha tanto da offrire: tornanti e meandri, ponti e vigneti, castelli, abbazie e cittadine che invitano allo sbarco, regalando sorprendenti sensazioni in un’atmosfera di completa rilassatezza.

LA MOTONAVE VIVA GLORIA

Rinnovata nel 2022, la Motonave dispone di 3 ponti con 76 cabine tutte rivolte verso l’esterno. Le cabine dispongono di Tv a schermo piatto, radio, minibar, cassaforte, asciugacapelli, aria condizionata, doccia, wc. I Ponti Diamante e Rubino, col legati da un ascensore, hanno balconi alla francese. Inoltre, la Motonave dispone di bar panoramico, pista da ballo, bouti que di bordo, ristorante, area benessere con idromassaggio, sauna, bagno turco e solarium.

IN NAVIGAZIONE

Si parte da Le Havre, la “porta sull’Oceano Atlantico” immersa in quella luminosità speciale che incantò Monet e gli impres sionisti. Da qui, attraversando la Normandia caratterizzata da scogliere di gesso bianco e dalle sue spiagge, si arriva ai luoghi teatro dei combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, tra cui la famosa Omaha Beach dove avvenne lo sbarco del D-Day (escursione facoltativa). Dalla costa settentrionale, si scorge l’i sola rocciosa di Mont Saint Michel con la sua abbazia gotica, “Meraviglia dell’Occidente”, che appare come per incanto dal mare (escursione facoltativa). Navigando la Senna, si arriva al delizioso porticciolo di Honfleur: l’immagine delle antiche case sul porto è da cartolina! Rouen, la splendida capitale normanna: un migliaio di case a graticcio intatte per una vera città-tesoro (Monet ne ha dipinto la cattedrale ben 40 volte a tutte le ore del giorno); le falesie di calcare bianco e le rovine di Chateau Gaillard, la fortezza di Riccardo Cuor di Leone caratterizzano Les Andelys e poi Giverny, il paese natale di Monet.

E per chiudere in bellezza “et voilà Paris”! Mitica, trendy, pop, centro mondiale di arte, cultura, moda e gastronomia. Caratte ristici i suoi boulevard, la tour Eiffel simbolo della città, l’Arco di Trionfo, Notre Dame tra i suoi più illustri monumenti. Da non dimenticare Versailles con la meravigliosa Reggia barocca, resi denza di Luigi XIV, il Re Sole.

www.spazio50.org | novembre 202286
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Havre, Honfleur, Les Andelys, Rouen, Giverny, Versailles, Parigi
Navigazione sulla Senna da Le Havre a Parigi a bordo della motonave Viva Gloria dal 30 marzo al 6 aprile 2023

Cultura

LE CLÉZIO, RICORDI DI UN PROFUMO D’INFANZIA

di Renato Minore

Cittadino del mondo, sognatore della bellezza e dell’estasi, avversario di ogni genere di ipocrisia e convenzione, critico nei confronti del potere, volgendo lo sguardo verso territori esotici, utopista e insieme conservatore. J.M.G. Le Clézio vagheggia un universo mitico da recuperare. La nostalgia diventa la sua nota preferita, i viaggi nel tempo e nello spazio devono fugare noie e rimpianti. Ora l’ottantatreenne narratore francese ha scritto l’ultimo viaggio nel tempo, il tempo della sua infanzia e della sua adolescenza, Canzone bretone e Il bambino e la guerra è un piccolo incantevole dittico narrativo. Torna alla fonte dei ricordi più antichi, dalle radiose estati in Bretagna ai primi anni a Nizza, dove ha sperimentato la fame che porta

battente della resistenza italiana di cui è stata ritrovata solo una ciocca rossa, le mosche che si raccolgono sulla

Il Saggiatore 248 pagine, 19,00 euro

ferita nella gamba della nonna. E, poi, le estati marine, le antiche feste del raccolto, l’odore del ginseng, dell’erica, dei piselli sulla costa bretone, l’eroismo autentico e naturale di marinai e pescatori. Anche se non tutto è così piacevole: come ogni patriottismo locale, anche il patriottismo bretone può approdare al razzismo e alla xenofobia. In una intervista nei giorni del Nobel che gli fu assegnato nel 2008, Le Clézio diceva “di essere interamente dalla parte di Proust quando scrive che non c’è immaginazione, c’è soltanto memoria”. In questo caso, la memoria è una pellicola di sensazioni, suoni e immagini in cui “tutto può tornare perché tutto è lì”: le notti con le cornamusa, i voli allineati dei gabbiani, le fughe notturne come veri viaggi stre. Tutto ciò da cui il narratore è antropologicamente e sentimentalmente trascinato.

8 secondi. Viaggio nell’era della distrazione

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CANZONE BRETONE E IL BAMBINO E LA GUERRA J.M.G. LE CLÉZIO RIZZOLI 192 PAGINE 18,00 EURO
Libri

Cultura

Cultura

DA DOMIZIANO AI CONTEMPORANEI: CAPOLAVORI IN MOSTRA

Ottobre è il mese che presenta le mo stre più importanti dell’anno, per per mettere a tutti di programmare una visita soprattutto durante le vacanze natalizie. E quest’anno, dopo le pro blematiche affrontate durante le due scorse stagioni a causa del Covid-19, le istituzioni hanno messo in cantiere una serie di iniziative di grande pregio: ve ne proponiamo alcune, selezionate cercando di coprire il più ampio raggio temporale.

Iniziamo con Domiziano imperatore. Odio e amore, che negli spazi di Villa Caffarelli, a Roma, fino al 23 gennaio, propone la rivalutazione dell’im peratore che riqualificò la città dopo il devastante incendio neroniano (e anche il successivo dell’80 d.C.) con un’intensa attività edilizia e un’ottima azione amministrativa. Iscrizioni, ri tratti, teste colossali, monete, epigrafi e documenti archeologici ne percorro no i 15 anni di potere.

Bologna, invece, si riscopre città del Rinascimento con Giulio II e Raffa ello, aperta fino al 5 febbraio presso la Pinacoteca Nazionale. Dai Vivarini al Francia, da Francesco del Cossa al Perugino, da Lorenzo Costa a Tiziano,

passando per Raffaello e il suo ma gnifico ritratto di papa Della Rovere, il capoluogo emiliano mostra i suoi importanti momenti di gloria artistica durante il XV e il XVI secolo. Io, Canova. Genio europeo, ultima e più significativa rassegna per il bicen tenario della morte di Antonio Canova, rimarrà al Museo Civico di Bassano del Grappa fino al 26 febbraio, offrendo un punto di vista differente sul geniale scultore (e diplomatico, collezionista, protettore delle arti) nato nel 1757, alli neando 150 opere tra sculture, dipinti, disegni e documenti. Chiudiamo con due rassegne di arte contemporanea, che hanno come fulcro il Museo Novecento di Firenze. Lì sarà aperta fino all’8 gennaio Passio ne Novecento. Da Paul Klee a Damien Hirst, con opere di rara visibilità e ca ratura (di Burri, Fontana, Lichenstein, Morandi, Emin…), tutte da raccolte private. Da lì proviene la collezione di Alberto Dalla Ragione esposta in parte all’Antiquarium di Centuripe a Enna per I Maestri del Novecento: da Guttuso a Vedova, passando per Mafai, De Pisis, Birolli e vari altri, con quadri mai visti in Sicilia.

DA NON PERDERE

Uno prosegue l’opera dell’altro, George Grosz (1893-1953) e Francisco Goya y Lucientes (17461828), entrambi grandi disegnatori e fustigatori feroci delle rispettive epoche e soprattutto de Il sonno della ragione, che perpetuo incombe sull’uomo. Disegni e tele che insegnano.

Fino al 13 gennaio Non solo Regina d’Italia, come tito la la mostra, ma anche musa, me cenate e icona femminile. La prima regina consorte d’Italia seppe esse re in perfetto rapporto con il suo popolo e il suo tempo: lo mostrano ritratti, dipinti, sculture, abiti e gio ielli, strumenti musicali, manoscrit ti, tappezzerie e mobili.

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Le grandi esposizioni dell’autunno/inverno hanno aperto i battenti: ve ne proponiamo alcune tra le più interessanti
Arte

di

TEATRO CARCANO, UN CARTELLONE RICCO E VARIEGATO

EVENTI

Il Teatro Carcano di Milano brilla per il secondo anno consecutivo con la direzione artistica di due donne capaci e intelligenti: Lella Costa e Serena Sinigaglia. La loro intesa culturale traspare dal ricercato programma e dai progetdell’universo femminile, attenzione ai teposizione trasversale e dialettica nelle scelte e nei punti di vista, partecipazione diretta ovvero la costruzione di un’ampia si traduce nella promozione di giovani artisti e testi inediti, negli Incontri del lunedì per “pensare e dialogare” con Saviano o Bignardi. Quindi la sezione Note del martedì per avvicinarci all’opera e tre eventi fra prosa e musica, con Ser-

villo, Bergamasco e Calabresi. La danza e il circo a Capodanno e in chiusura di stagione. E poi una carrellata di grandi attori e registi per testi contemporanei, classici e di narrazione fra i quali vogliamo ricordare Massini, Piccolo, Marcorè, Gallione, Ovadia, Malosti, Baracco, Sogiolini, Scommegna, Pirrotta, Calcagno, Musso, Perrotta, Troiano e Pennacchi. Da non perdere questo mese Le nostre anime di notte, capolavoro di Haruf con Lella Costa ed Elia Schilton, diretti da Serena Sinigaglia. Una storia che tutti vorremmo vivere, che possiamo vivere nella solitudine della vecchiaia. Altro appuntamento con Anna Foglietta e Paola Minaccioni, interpreti de L’attesa Michela Cescon. Info: 0255181362

TERNI Grande ripartenza al Secci mese al teatro: Dulan, la Sposa

Idem. Io contengo moltitudini

Dal sogno alla Scena di e con NAPOLI Trianon, dove il passato è contemporaneo cantate, tante le proposte della

Molti gli appuntamenti del grande musica.

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Teatro
FOTO
DI MARINA ALESSI

IL 25ENNALE

DI ROBBIE WILLIAMS

Nella posa classica del Pensatore rodiniano, il cantante di Stoke fe steggia i 25 anni di carriera da soli sta, seguita alla separazione dai Ta ke That (ma partecipò nel 2010 alla registrazione di Progress), con XXV, che raccoglie i suoi 25 maggiori successi e 4 inediti in veste orche strale. Un volo su un pezzo di storia del pop, con quel taglio classic che aveva fatto la fortuna del gioiellino Swing When You’re Winning.

J. MICHEL JARRE, LA RIVOLUZIONE DELL’“AUDIO SPAZIALE”

Con l’album “Oxymore” il compositore francese dei megaconcerti in Piazza Tienanmen e davanti alle Grandi Piramidi, davanti al Mar Morto e sulla Torre Eiffel apre una nuova frontiera sonora

«Questo è il vero momento di rottu ra per l’audio e la sua registrazione. La nostra percezione sonora è a 360 gradi e oggi disponiamo di tecnologie che ci permettono la composizione in “audio spaziale”, un’esperienza com pletamente nuova durante il processo creativo. All’ascoltatore offre l’espe rienza di una modalità più fisica e na turale di sentire la musica, un enorme salto di livello. Come quando si passò dal mono allo stereo».

Così Jean-Michel Jarre introduce il suo 22° album, Oxymore, composto pensando a questa esperienza sonora: «Sono convinto che sia il modo in cui la musica sarà realizzata in futuro». Per il 74enne francese è un ritorno al passa to, quando, nel 1968, giovane pianista jazz, venne coinvolto nelle ricerche di musica concreta di Pierre Schaeffer,

avviandosi a diventare il compositore conosciuto in tutto il mondo per l’elet tronica avvolgente e pop dei celeberri mi Oxygène ed Équinoxe Ispirato all’altro pioniere Pierre Hen ry, il nuovo cd riprende le linee più variegate del suono di Jarre, che ri empie gli 11 movimenti di questa sinfonia di suoni campionati, voci trasformate e colori scintillanti, svi luppando un collage surrealista alla maniera di un altro suo capolavoro, Zooloook del 1984.

Oxymore, il cui mix stereo ampio e appunto spaziale va ascoltato in cuf fia, nel suo esplorare nuovi modi di collegare tecnologia e musica, verrà “completato” da Oxyville, una App di realtà virtuale pronta per il metaverso, dove l’avatar di Jarre si esibisce dal vivo e dove inviterà altri musicisti.

DA NON PERDERE

IL JAZZ AL FEMMINILE

DI JULIA HÜLSMANN

Il secondo cd del quartetto della pianista tedesca, The Next Door, lo consacra definitivamente come for mazione di alto livello nel panorama europeo. Le 10 composizioni originali (più una cover di Prince e una varia zione del brano cardine Jetzt Noch Nicht) si dipanano con eleganza lungo un percorso a incastri, tra toni delica ti, melodie raffinate, divagazioni da soundtrack, improvvisazioni inattese, “canti” struggenti. E i quattro si muo vono in un equilibrio quasi perfetto.

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di Raffaello Carabini
MusicaCultura

L’OMBRA DI CARAVAGGIO

Riccardo Scamarcio è Caravaggio. Genio e sregolatezza, estasi e tormento: una vita al servizio dell’arte pittorica, la sua, in cui l’unica rivoluzione possibile è la verità

Il furore e i travagli di Caravaggio arrivano al cinema grazie a Miche le Placido, che punta sul pathos di Riccardo Scamarcio per rievocare il talento trasgressivo del celebre pittore del ’600. Genio e sregolatezza, Michelangelo Merisi usa la luce per dare risalto alla dramma ticità delle sue tele. È un maestro del chiaroscuro dall’animo inquie to. Le sue opere vengono bollate come rivoluzionarie ma la chiesa lo condanna aspramente, suscitan do discussioni e polemiche. Ribelle nei confronti delle regole dettate dal Concilio di Trento, per le sa cre immagini immortalate coi volti di ladri, giocatori d’azzardo e pro stitute, Caravaggio finisce sotto la scure di Papa Paolo V che affida a un uomo in incognito del Vati cano l’indagine di monitorare se

gretamente le attività dell’artista, il quale ha già chiesto la grazia al Papa per aver ucciso un uomo a duello. Prima di decidere la sorte di Caravaggio, Paolo V si riserva di ascoltare il suo inviato segretol’Ombra - apprendendo i dettagli di una vita legata a filo doppio con l’arte. Caravaggio ama dipingere la verità e non la sua rappresentazio ne. È un’arte totale, la sua, sconvolgente e sovversiva, che darà a Ombra il potere di vita e di mor te su questo genio ante litteram, pronto a sacrificare tutto in difesa della libertà. Nel cast Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramaz zotti, Alessandro Haber, Lorenzo Lavia e Vinicio Marchioni.

Regia: Michele Placido Genere: Drammatico

FILM IN USCITA

Un sentimento miracoloso, l’amore, che arriva quando ormai non te lo aspetti più. Accade ad Astolfo, pen sionato sfrattato dalla sua casa di Roma, che va a vivere in un rudere di famiglia al centro Italia.

Tra un battibecco col sindaco e un vecchio amico ritrovato, Astolfo sembra adeguarsi ai ritmi provin ciali, finché non incontra l’affasci nante Stefania (Sandrelli).

È l’inizio di una nuova vita.

L’alchimia tra Emma Thompson e Daryl McCormack - ovvero la col ta Nancy, 63enne madre, vedova e pensionata, e Leo, il suo giova ne gigolò - è il valore aggiunto di un film che affronta un argomento tabù per moralisti e benpensanti, e cioè la sessualità delle donne ma ture a caccia di emozioni appagan ti, al di là delle convenzioni sociali e del pudore per un corpo non più giovanissimo ma vivo e vitale.

novembre 2022 | www.spazio50.org 91
COMMEDIA ASTOLFO Regia: Gianni Di Gregorio con: Stefania Sandrelli e Gianni Di Gregorio
COMMEDIA GOOD LOOK TO YOU, LEO GRANDE Regia: Sophie Hyde con: Emma Thompson e Daryl McCormack
di Alessandra Miccinesi
Cinema

PER LA TERRA NON È TEMPO

DI RIPOSO

a cura di:

NOVEMBRE

Con san Martino, le castagne e il vin novello, novembre reclama la sua parte di allegria. Anche il fuoco scoppietta nel caminetto, pronto a scaldare il cuore dell’autunno. Perché fuori le giornate si fanno corte, il freddo intirizzisce le mani e la nebbia si fa largo nell’orto e nel giardino. La terra chiama al lavoro, le semine non possono aspettare e neppure le ultime raccolte nel frutteto. Ma c’è anche dell’altro da fare. Funghi e castagne invitano nel bosco, dove rosseggiano i polposi corbezzoli e le salutari bacche della rosa canina. E tra gli alberi dai cangianti colori, solo l’olivo mantiene il suo antico argento, pronto a donare il suo carico prezioso. E mentre la raccolta prosegue, l’olio da qualche parte è già pronto. Si va nei frantoi, per ritrovare il profumo del tempo, l’atmosfera laboriosa dell’autunno e il viavai delle stagioni, pronte a raccontarci ancora una volta la loro e la nostra storia.

L’ORTAGGIO DI NOVEMBRE

Il sedano (Apium graveolens )

Il proverbio

Non serve a niente correre,

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Luna
«Poiché il tempo fa molte variazioni,
seguendo
le stagioni
Vivere
in armonia

NELL’ORTO, NEL GIARDINO, SUL BALCONEBUONO A SAPERSI!

COLTIVARE CON LA LUNA

SE HAI ½ GIORNATA

ORTAGGI:

FRUTTA:

AROMI:

IL SOLE

Il 1° sorge alle 06.32 e tramonta alle 16.54.

L’11 sorge alle 06.45 e tramonta alle 16.43.

Il 21 sorge alle 06.57 e tramonta alle 16.34.

LA LUNA

Il 1° sorge alle 13.50 e tramonta alle 23.26.

L’11 sorge alle 18.33 e tramonta alle 09.49.

Il 21 sorge alle 03.49 e tramonta alle 15.09.

novembre 2022 | www.spazio50.org 93
TRAPIANTARE GLI ALBERI NEL CESTINO DEL MESE

UN PERDENTE

piegato la testa, sotto i colpi d’un destino pesante… Con ingegno ho pur cercato d’inserirmi e invece m’accorgo adesso d’esser sconfitto.

INDOVINELLO Favolino

» LA PROCESSIONE DELLA SANTA

Senza essere una cima, s’è elevato sul volgo, che lo crede un po’ suonato, e non a torto, con la testa tra le nuvole sempre assorto resta. (es.: presidenza/residenza)

(10/9) Favolino

TEST

attentamente

cinque sottostanti sequenze

figure e numeri e dite quale numero va sostitu

punto vo nell’ultima sequenza, secondo un criterio logico da determinare.

Osservate attentamente le lettere qui sotto riportate e la freccia posta alla loro destra e dite quale delle sequenze

lato, secondo logica, può essere considerata corretta.

N U

C

K Z U

seguente figura e i partico

dite quale

essi non le appartiene.

www.spazio50.org | novembre 202294 Soluzioni a pag. 96
1 Osservate
le
verticali di
ito al
TEST 3 Osservate attentamente la
lari sotto riportati e
di
TEST 2
a
Giochi di Lionello e Favolino Stuzzica Cervello di Enrico Diglio REBUS Lionello 11 2 5 8 REBUS Lionello 6 6 2 3 5 3 5 9 5 8 1 18 0 3 ? U K N B Z C R M a) B R N C U Z K M B K N U M C Z R R Z C M U N K B M K Z U C N R B b) c) d) a) b) c) d)
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a cura della Redazione

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Relazioni personali

79enne, pensionato, solo, di bella presenza. Cerco compagna per una seria convivenza e che voglia venire a vivere con me in Calabria, in provincia di Cosenza. Mi trovo in un piccolo paese immerso nella natura, bello, vicino al mare, in collina. Vorrei una persona di sani principi. No perditempo, no social network. Telefonare al 3333776072.

75enne divorziata, senza figli, molto giovanile, elegante, amante dei gatti, del mare, del ballo e della musica, cerca un vero signore, serio, distinto, educato, sensibile, sincero, non fumatore e senza figli. Max 80 anni e seriamente intenzionato. No relazioni a distanza. Solo residenti in Veneto e Friuli.

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Signore 73enne, della Campania, snello, alto 1,70, di bella presenza, serio, educato e di sani principi. Sono vedovo da anni, vivo solo e ho una casa mia. Vorrei conoscere una brava signora di età adeguata, della mia Regione o Regioni vicine, possibilmente di Avellino o dintorni. Telefonare al 3662719242.

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novembre 2022 | www.spazio50.org 95 Relazioni | Lavoro |
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TEST 1 - Il numero che sostituisce il punto interrogativo è 14 Esso, infatti, si ottiene - come nelle altre quattro sequenzeaddizionando al numero posto in alto il numero dei lati delle figure verdi eventualmente presenti, e sottraendo il numero dei lati delle figure rosse eventualmente presenti nella sequenza verticale. Quindi:

La processione della Santa = grandinata/gradinata 8 14

TEST 2 - La sequenza esatta è la b). Essa infatti permette di rispettare il criterio logico indicato dalla freccia rossa: vanno indicate le lettere partendo da quella più in alto verso quella posta più in basso.

b) B K N U M C Z RU K N B Z C R

M

TEST 3 - Il particolare che non appartiene alla figura prima vista è quello contrassegnato dalla lettera c).

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IL PRIVILEGIO DI POTER ESSERE ANZIANI

Le parole, sgradevoli e discriminatorie, di una “influencer” sono una chiara dimostrazione di ageismo. Un cattivo esempio che rischia di condizionare un vasto pubblico di giovani

Gentile Direttrice, non posso fare a meno di scriverle tutta la mia indi gnazione nei confronti della cosiddetta influencer mi lanese, che ha offeso pesantemente le persone anziane all’indomani dei risultati delle votazioni politiche che si sono tenute nel nostro Paese. Ho visto il suo video, che ha registrato camminando per la strada mentre si chiedeva “perché i vecchi devono andare a votare?” e, non contenta, ha letteralmente vomitato insulti sulla popolazione anziana, apostrofandola con epiteti a dir poco offensivi. So che “la ragazza” non è nuova a sci voloni del genere, però, vista la categoria di persone che ha preso di mira, vorrei dirle: «Ma tu, mia cara, hai mai avuto dei nonni? Hai mai trascorso del tempo con loro, giocato, passeggiato o ascoltato le loro storie? Io ho settant’anni e non mi sento certamente rinc… come tu sostieni siano tutti i vecchi, né conosco il mondo solo attraverso il Tg. E vado a votare perché questo diritto lo abbiamo acquisito col sacrificio di tante persone che nel passato si sono battute e sono morte affinché tut ti potessero andare alle urne. Tante di quelle persone erano anziane, tante erano giovani, e se non avessero dato la propria vita per questo diritto, oggi probabil mente farebbero parte di quella schiera di vecchi che tu, mia cara, disprezzi tanto».

Non conosco la vita personale dell’influencer mila nese (come la chiama lei, signora Elvira) né so se ha avuto o ha dei nonni; però c’è da dire che a seguito delle polemiche che si sono scatenate sui social nei suoi confronti, dopo qualche giorno “la ragazza” ha chiesto scusa. «Ho detto cose discriminatorie, inop portune, offensive. Mi dispiace perché non le penso», ha commentato e ha detto di essere pronta ad “assu mersi le proprie responsabilità”. Cosa che dovrebbe fare ogni influencer, considerando quanta influenza - appunto - esercita su decine di persone. Comun que, come disse il comico americano Shane Dawson dopo le ennesime scuse per il proprio comportamen to: «Uno si può scusare, ma non può pretendere di essere perdonato». Un’ultima cosa: ciò che ha fatto l’influencer milanese viene definito ageismo (ovvero l’insieme di pregiudizi, stereotipi e discriminazioni basati sull’età). Però, quello a cui nessuno presta at tenzione quando compie simili atti, è che diventare anziani è un privilegio di cui non tutti, purtroppo, possono godere. Allora mi chiedo chissà cosa penserà “l’influencer milanese” degli anziani quando diven terà anziana essa stessa. Sono sicura che cambierà la propria opinione. Sempre che possa riuscire ad entrare nel novero dei privilegiati, naturalmente…

PARLIAMONE...

Chi volesse scrivere a Giovanna Vecchiotti può farlo: per posta - C/O Redazione 50&Più Via del Melangolo, 26 - (RM) per fax - 066872597 per email - g.vecchiotti@50epiu.it

Lettere al direttore
Risponde Giovanna Vecchiotti Direttore responsabile 50&Più
www.spazio50.org | novembre 202298

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