HSBL
UN’A2 CHE INSEGNA Di Redazione Terza stagione per High School BasketLab, il progetto della Federazione Italiana Pallacanestro che prevede un collegiale permanente di 14 atlete provenienti da tutta Italia presso il Centro di Preparazione Olimpica del CONI “Giulio Onesti” a Roma. L’obiettivo rimane sempre lo stesso, ovvero quello di puntare alla crescita educativa, tecnica, fisica e psicologica delle ragazze, seguite costantemente da uno staff di assoluta eccellenza e impegnate in un percorso formativo molto interessante. Le atlete hanno infatti la possibilità di frequentare il Liceo Scientifico ad indirizzo sportivo promosso dal CONI e dal Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, oppure scegliere percorsi scolastici differenti in sintonia con le indicazioni delle famiglie. Una decina di giornate di campionato basta già per un mini-bilancio di Giovanni Lucchesi, responsabile tecnico del progetto. Le sconfitte non hanno scalfito lo spirito della squadra, perché l’impatto complesso con le difficoltà del secondo campionato nazionale era atteso ma le finalità del progetto rimangono chiare. Come si è evoluto il progetto negli anni? “Il programma di lavoro viene portato a termine. Il primo anno abbiamo svolto “solo” lavoro in palestra sui fondamentali e sul miglioramento individuale sia tecnico che fisico. Abbiamo scelto di dedicare il tempo di squadra solo ad attività internazionale attraverso l’EGBL. Il secondo anno abbiamo mantenuto l’attività EGBL e aggiunto un campionato giovanile di categoria d’età superiore; il terzo anno infine era il momento del campionato Senior e la scelta condivisa con tutti è stata quella della serie A2. Siamo partiti con ragazze delle annate 2003 e un elemento del 2002, abbiamo aggiunto nella seconda stagione atlete del 2004, nel terzo anno a fronte di alcune uscite volontarie abbiamo inserito Savatteri del 2001 e Blasigh del 2004 con l’obiettivo preciso di offrire lavoro in palestra e minuti in un campionato impegnativo come l’A2. L’evoluzione sta nella linearità delle scelte, nella serenità del lavoro, nella capacità di fronteggiare compatti le emergenze di vario tipo. Le ragazze hanno dimostrato davvero etica del lavoro e il loro crescere come persone è il simbolo dell’evoluzione del progetto, al di là dell’aspetto squisitamente tecnico”. La scelta di confrontarci con un campionato competitivo come quello di A2? “L’A2 è dura per queste ragazze, ma l’obiettivo è stato quello di alzare l’asticella per “offrire” un contesto di competitività fisico-atletico e fornire uno stimolo di “mestiere” quasi sconosciuto per queste giovanissime. La scelta di Savatteri, ad esempio, è stata fatta per permettere a una lunga di 1.90 di stare in campo per prove ed errori senza l’angoscia del risultato e della prestazione a questo funzionale”. Le impressioni dopo le prime giornate? “La scelta è stata meditata e, ancor più di prima, sono convinto che è stata giusta e utile. Ringrazio Federazione e Lega che in sinergia hanno permesso di disputare il campionato senza ledere i diritti o i meriti di chicchessia. I luoghi comuni a volte imperano e rendono oscuri i confronti che sono alla base della crescita di tutti. L’obiettivo restano le atlete, giovani, a cui viene offerta una possibilità in più. E al centro del progetto ci sono loro, non gli interessi personali”.