Mercato più evoluto dopo la pandemia con obbiettivo la Digital Transformation Lo spiega Marco Bongermino, referente di Tecnologia e Innovazione nella sezione Giovani di ANCE, l’associazione dei costruttori: “I concetti di aerazione e risparmio energetico si sono sviluppati per effetto del virus”. E la Presidente Ricci: “Così concorriamo alla digitalizzazione del sistema Paese” Marco Bongermino, ANCE
Si chiama Digital Transformation ed è un fenomeno culturale e tecnologico caratterizzato da una tale potenza di fuoco, quanto a investimenti e coinvolgimento di persone, che qualcuno potrebbe paragonarlo al New Deal, il piano di riforme sociali ed economiche grazie a cui l’America degli anni Trenta riuscì a gettarsi alle spalle la Grande Depressione del 1929. In fondo, anche con la Digital Transformation, finalizzata a realizzare la Smart Innovation in città e abitazioni di un terzo millennio ormai avanzato, tentiamo di scorgere la fine del lungo tunnel imboccato con la pandemia di covid. Se è ancora presto per addivenire a conclusioni del genere, è già il momento di confrontarsi sul tema con Marco Bongermino che, oltre a essere titolare di Wire Lean, azienda milanese nata per produrre impianti elettrici Smart, è referente della commissione Tecnologia e Innovazione di ANCE Giovani, l’associazione nazionale dei costruttori edili delle ultime generazioni. Ingegner Bongermino, quanto è ragionevole vedere segni di una rinascita collettiva in questa Digital Transformation? “Ognuno di noi è in grado di rispondere prendendo in mano il proprio Smartphone, e di vedere quante e quali funzioni è in grado di assolvere in un qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo ci si trovi: a casa,
al lavoro, per strada, ma anche all’estero. Una situazione che dieci anni fa non era nemmeno immaginabile”. Quale è l’effetto più importante generato da un simile profluvio di app e di opportunità? “Si chiama Tecnologia Amica, e genera nella collettività la consapevolezza di poter contare su strumenti e procedure sempre più chiare, accessibili, utili”. Con quali conseguenze per giovani imprenditori come voi, impegnati in un settore come quello edilizio? “Fondamentali, se vogliamo vedere un futuro davanti a noi. Nel caso della mia azienda, che si occupa dell’energia utilizzata all’interno delle abitazioni, risulta decisivo incontrare un’utenza aggiornata proprio dal covid e dal lockdown su temi cruciali come il risparmio energetico”. In che senso? “Che, costretti a fare i conti quotidiani con virus e contagi, come comunità abbiamo colto una volta per tutte quale valore assumono l’aerazione e la climatizzazione di un immobile in termini di ricambio e sanificazione dell’aria destinata innanzitutto ai nostri polmoni. Le offerte e le vendite di impianti vanno di conseguenza”. Commerci nei quali una clientela più evoluta
agevola ovviamente l’innovazione. “Ovvio. Se al giorno d’oggi un fornitore parla di standard KNX per l’automazione, troverà più facilmente di una volta clienti in grado di capirlo. Tanto che, non a caso, possiamo parlare di oggetti e impianti post-domotici, fatti per semplificare la nostra vita in termini di consumi e risparmi tramite l’uso dello Smartphone”. In quale ambito c’è ancora strada da fare? “In quello della sicurezza, perché ogni immobile, che si tratti di una sede aziendale o di un’abitazione privata, ha una serie di dati da tutelare, ancora troppo facilmente esposti a rischi di intrusione”. Quale futuro dobbiamo augurarci per l’edilizia delle Smart Home? “Un futuro dove la Digital Trasformation sia pienamente attuata. A cominciare dai cantieri, che devono necessariamente essere affidati a filiere di specialisti non solo qualificati, ma anche perfettamente integrati, come in un meccanismo di alta orologeria”. Concetti confermati da Silvia Ricci, che è Presidente di ANCE Giovani. “La nostra associazione – ci dice – è animata da una profonda condivisione degli obbiettivi, tesi a concorrere in modo trainante alla piena digitalizzazione del sistema Paese”. ■
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