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n questo periodo, chissà perché, mi sto vedendo spesso con il mio amico Mario. Lo ricordate il mio amico Mario, vero? Mi ha aiutato spesso a scrivere queste righe. È un ex barman, ma di quelli forti, uno di quelli che ha “battuto” i grandi alberghi di mezzo mondo, portando dappertutto la sua ricetta di Martini. Per carità, il Martini è sempre quello, per Mario solo quello che beveva Hemingway, ma ci sono modi e modi di prepararlo. E lui aveva un modo tutto suo. Un fenomeno. Comunque il mio amico Mario, essendo un barman e non un giornalista né tantomeno un politico, pensa e dice delle cose che sono decisamente non politicamente corrette.
ha coinvolto 32 Paesi. Un’altra grande esercitazione militare nel settembre del 2021, che si chiamava ‘Tridente Rapido’, poteva finire male, perché, sembra, che Putin si fosse talmente innervosito che aveva quasi deciso di sparare sulle navi inglesi che facevano parte dell’esercitazione. A Luglio, poi, era già stata organizzata un’altra esercitazione, stavolta aerea, in Georgia, vicino Tibilisi e in quell’occasione il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko aveva annunciato che Mosca avrebbe preso tutte le misure necessarie per ‘garantire i suoi interessi’. Hai capito – mi chiede – che la NATO non ha fatto altro che sfruculiarlo? E, alla fine, quello, che sicuramente non è un uomo di spirito, se l’è presa”.
Così per quanto riguarda la guerra si è documentato molto e, alla fine, si è detto convinto che: “la guerra è una cosa insensata, terribile e chi la provoca deve essere messo all’indice. Ma – si chiede Mario – siamo sicuri che la NATO non se la sia un po’ cercata? Nel senso, siamo sicuri che la NATO non è andata a rompere le scatole o a mettere paura a Putin?”. E allora prende il suo taccuino e legge: “nell’ultimo anno la NATO ha organizzato 3 gigantesche esercitazioni militari, con scenari di guerra in Ucraina. Una nel giugno del 2021, che si chiamava ‘Brezza Marina’ e che
Chiude il taccuino e tira fuori dalla tasca un ritaglio di giornale. Ahi! Penso che voglia ricominciare. Ed è così. Mi mostra il ritaglio e vedo la foto del ministro Cingolani. “L’hai sentito questo che ha detto? Non capisco come un ministro della Repubblica possa fare certe affermazioni”. Non rispondo anche se penso che Cingolani non abbia tutti i torti “Ma ti rendi conto? Un ministro prima di dire quelle cose, dovrebbe fare un’interrogazione parlamentare, convocare la Guardia di Finanza, i Carabinieri, avrebbe dovuto scatenare un
… era un uomo politicamente corretto, ma nel suo tono di voce e nei suoi occhi leggevo il terribile desiderio di non esserlo. John Dos Passos, Manhattan Transfer, 1925
di
Ferruccio Venturoli
casino e invece che fa? Lancia nell’etere dichiarazioni a effetto. È proprio vero – conclude (almeno spero) – che politici, politici veri, non ci si diventa così, dalla mattina alla sera, non basta una nomina per fare quadrare i conti delle poltrone di governo, come insegnava il Manuale Cencelli”. Spero che abbia finito, invece è un fiume in piena: “Lo sai – mi chiede a sorpresa – che in Italia si consumano 43 miliardi di litri di carburante?”. No, non lo sapevo. “E sicuramente sai che per ogni litro di carburante si pagano delle tasse che, per non chiamarle tasse, si chiamano ‘accise’. Lo sai che un’accisa si paga per finanziare la guerra in Etiopia, finita del 1936?”. Non rispondo naturalmente e continua: “non è una gran cifra, è lo zero, zero, zero ecc. che però moltiplicato per 43 miliardi di litri fa circa 42 milioni l’anno. Ma non è finita: te la ricordi la Crisi di Suez, quando Francia, Inghilterra e Israele occuparono il “Canale”, nel 1956?”. No, non me la ricordo, per fortuna non ero ancora nato. “Comunque, per finanziare la Crisi di Suez, paghiamo 310 milioni l’anno che, se li moltiplichiamo per 66 anni, fa circa 20 miliardi di euro. Vado avanti?”
editoriale di ferro
Il mio amico Mario, politicamente scorretto
Faccio segno di no con la testa, ma lui continua: “e la ricostruzione del Vajont?... 221 milioni, stessa cifra che paghiamo ogni anno per la ricostruzione di Firenze, dopo l’alluvione del ’66 e per quella del Belice, dopo il terremoto del ’68. Ma questa è ancora poca roba: 2milardi e 200 milioni per la ricostruzione del Friuli, dopa il terremoto del ’76. Continuo?”. NO!
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