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non solo TIR

Avere VISION o essere visionari? Alessandro Musumeci, Direttore Marketing Citroën Italia

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ari lettori di Trasportare Oggi in Europa, il tema di questo numero è la VISION. Spesso si parla di vision associata alla leadership. Infatti, uno dei compiti principali del leader è quello di mostrare la strada, illustrare una strategia, visualizzare un futuro che gli altri non vedono e ispirare i follower a seguirlo in quel percorso. Servono doti speciali per diventare leader perché bisogna convincere gli altri ad andare in una direzione che può essere poco chiara, non lineare, magari anche piena di ostacoli, a volte contraddittoria rispetto all’attuale realtà. Quella direzione però, secondo la vision del leader, sarà quella vincente nel lungo periodo. Negli anni, infatti, il mondo cambierà in maniera tale che quella direzione, dapprima contorta o

La virtù di anticipare i tempi non è di molti.

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TRASPORTARE OGGI maggio/giugno 2022

nebulosa, si manifesterà a tutti come quella unica, essenziale e vincente. Ci sono tante descrizioni e sfaccettature di leadership e vision che potrete trovare sui vari motori di ricerca, ma il punto che vorrei evidenziare qui è la capacità di vedere una realtà futura che gli altri non vedono e comprendere la strada da percorrere per arrivarci. Bene, a questo punto applichiamo tale definizione di vision alla transizione energetica. Anche qui, come dice la parola stessa, la transizione dà l’idea di un percorso tra un punto iniziale, che è quello attuale, e un traguardo di arrivo. Pertanto, prima di parlare o spiegare la strada per arrivare al punto di arrivo, bisognerebbe avere almeno l’idea chiara di qual è, e dove si trova, questo traguardo; appunto quale è la vision. Parlando di futuro energetico, invece, assistiamo ad un groviglio contorto di posizioni contrastanti da parte dei vari leader mondiali. Da una parte si parla molto di carbon neutrality, ma ci sono tantissimi paesi emergenti e in fase di sviluppo che non possono fare a meno delle emissioni che i paesi industrializzati hanno “utilizzato” proprio per la loro crescita nel passato. E poi ci sono tantissimi dubbi o perplessità su quale debbano essere le fonti energetiche da traguardare: si parla di fonti rinnovabili, una fra tutte quella eolica, ma poi ci si interroga sulla disponibilità effettiva della quantità di energia proveniente

da queste fonti. Un dibattito acceso riguarda la produzione di energia nucleare, che potrebbe risolvere in parte i problemi di approvvigionamento e disponibilità, ma su cui molti taboo restano. Ed ecco quindi che, quando i leader si incontrano per definire la vision e tracciare il percorso, spesso assistiamo a posizioni molto divergenti tra loro, sia sul traguardo sia sulla strada da percorrere. E anche, e non è secondario, su quale sia la velocità con cui percorrere la strada. Si ha quindi la sensazione che questi meeting mondiali sui temi energetici o sull’impatto climatico, che dovrebbero indicare e tracciare il futuro, spesso si risolvano con nulla di concreto e solo tante promesse a vuoto. Tornando ai follower è complesso capire quale strada abbracciare. Spesso, quindi, si seguono le mosse di brevissimo periodo indicate dai governi e che si esplicano attraverso articolati, e a volte complicati, sistemi di incentivazioni. Sono azioni di breve periodo perché incidono sui comportamenti di acquisto di quello specifico momento, senza però aver convinto l’acquirente del perché una certa strada sia fondamentale per il nostro futuro. In conclusione, su questo tema così importante per tutto il pianeta, non esiste una vision comune e questo crea incredibili difficoltà nel condurre i follower sulla strada che, non solo non vedono loro, ma non è chiara nemmeno ai leader.


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