__SCIENZE PREVENZIONE__
Per 70mila italiani l’anno l’arresto cardiaco è (ancora) fatale. Il soccorso immediato e un defibrillatore nelle vicinanze che chiunque all’occorrenza può utilizzare rappresenterebbe la salvezza
NEL NOSTRO, COSÌ COME NEGLI ALTRI PAESI SVILUPPATI, LE MALATTIE DEL CUORE DAI DISTURBI DEL RITMO ALL’INFARTO - SONO LE PATOLOGIE PIÙ DIFFUSE E LA PRIMA CAUSA DI LETALITÀ. In particolare, in Italia, le vittime degli eventi cardiovascolari sono 270mila ogni anno. E, in tale drammatica contabilità, ben settantamila decessi sono attribuibili alla “morte cardiaca improvvisa”. All’arresto cardiaco, per dirla con le parole di tutti i giorni. Ormai, nessuno più ignora che quando il cuore si ferma, un defibrillatore potrebbe farlo ripartire.
Se solo ne avessimo uno a portata di mano… Prima che sia troppo tardi. Per la vita perduta e per il rammarico che brucerà l’esistenza di chi nulla ha potuto. La salvezza, dunque, dipende dalla tempestività del primo intervento. Ne parliamo con Alessandro Capucci (nella foto, nel tondo), già direttore della Scuola di Specializzazione di »
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UNA SCOSSA (CARDIO) RISOLUTIVA di Paola Stefanucci
NELL’ARRESTO CARDIACO OGNI MINUTO PERSO È FATALE. IL 70% DELLE VITTIME MUORE PRIMA DELL’ARRIVO DEI SOCCORSI O DI RAGGIUNGERE L’OSPEDALE
GIUGNO 2020 I 79