Speciale Macramé: 15 anni fa il campo internazionale in Liguria
Puntare in alto Prendere il largo
Aquile Randagie al cinema: la recensione del film
Relazioni per l'Assemblea 2019
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Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Genova N° 48/anno XI - Dicembre 2019
Editoriale
SIL online!
Pag. 3 Puntare in alto
Assemblea 2019 pag. 5 Relazione 2018/2019
pag. 12 Relazione Branca L/C
pag. 13 Relazione Branca E/G
pag. 15 Relazione Branca R/S
pag. 17 Relazione Settore Giustizia Pace e Non-Violenza
pag. 19 Relazione Settore Competenze
pag. 20 Relazione del Settore Protezione Civile
pag. 21 Relazione del Settore Comunicazione
pag. 22 Relazione del Settore Foulard Bianchi
pag. 23 Relazione del Settore Nautico
Speciale Macramé Pag. 24 Che cos'è Macramè 2004
Pag. 29 15 anni dopo... Cosa è rimasto?
Pag. 31 Puntare in alto, una grande lezione di Macramé
pag. 33 Puntare in alto in Zona
Pag. 36 Un nuovo anno di Co.Ca.: pronti a sognare
Pag. 38 Pista e sentieri verso la partenza
pag. 39 Immagina in grande, puoi!
Pag. 41 Osservo, deduco, manifesto? Serve un passo in più
Puntare in alto
Arte, Scout e Rock&Roll pag. 43 Aquile Randagie, il film.
Pag. 44 Stella di Giorgio Poi
Bacheca Le Gioiose pag. 46 Curiosità sulla base di Vara
Scautismo in Liguria - La redazione Periodico di proprietà dell’Agesci Liguria Vico Falamonica 1/10 16123 Genova Tel. 010.236.20.08 Aut. del Tribunale n. 23 del 5 novembre 2004 Direttore Responsabile: Giuseppe Viscardi Direttore: Francesco Bavassano Redazione: Carlo Barbagelata, Stefano Barberis, Stefano Cavassa, Daniele Boeri, Andrea Borneto, Giorgio Costa, Stefania Dodero, Doris Fresco, Amelia Moro. Foto di copertina: Luca Frisone, Capo Noli (SV)
Hanno collaborato: il comitato regionale, gli incaricati alle Branche e ai Settori, Chiara Bennati, Filippo Guiglia, Titta Pongiglione, Emanuela Ratto, Silvia Sebastianelli. Impaginazione: www.gooocom.it Stampa: Pixartprinting Spa Finito di impaginare il 31 ottobre 2019 La tiratura di questo numero é stata di 1300 copie. Comunicazioni, articoli, foto e altro vanno inviati all'indirizzo stampa@liguria.agesci.it
editoriale
Puntare in alto. Il tema di questo numero lo associo al Duc in altum (Lc 5,4) che Papa Giovanni Paolo II rivolse ad Agesci e Masci nel 2004 in Piazza San Pietro. Significa prendi il largo, getta ancora una volta le reti, perché la logica umana non corrisponde a quella di Gesù e se vogliamo anche: supera le tue paure, accogli uno stile di Servizio. Altus poi vuol dire anche profondo, così puntare in alto non significa solo guardare lontano, ma anche affrontare il presente, approfondire, stendere ponti.
Due temi mi sembrano centrali per sbrogliarla, con un approccio attivo:
Sempre nel 2004, in estate, mentre cantavamo Dragostea Din Tei e Facebook era appena nato a nostra insaputa in una stanza di Harvard, Agesci Liguria realizzò Macramé. Fu un campo E/G internazionale per più di 700 ragazzi da 16 paesi del Mediterraneo e del Mondo. Guardando indietro se ne riconoscono il coraggio, l’impatto che ebbe sui ragazzi, la profezia sulla fratellanza interculturale e interreligiosa e il “puntare in alto” che diede una bella spinta ad Agesci Liguria. Questo numero lo ricorda con uno Speciale.
I due temi sono collegati: sono infatti i capi giovani a vivere spontaneamente la freschezza del servizio con i ragazzi e a tornare carichi dai campi di formazione metodologica. Allo stesso tempo, più del 30% di loro lascia il servizio dopo un anno, un fenomeno in rapida crescita - si veda l’ultimo SIL. Palese che sia una responsabilità almeno da dividere con lo stile dell’accoglienza e della gioia nelle Comunità Capi.
- una nuova comprensione reciproca tra capi giovani e più stagionati. Per superare lo schema dei capi esperti che si lamentano dei giovani quando questi non riescono a dare solidità nel servizio.
Le contromisure vanno invece ancora trovate. Per iniziare, penso che il punto di vista del capo esperto, che negli incontri lamenta - forzando una sintesi - che le nuove generazioni non si comportino più come la propria, non possa più bastare.
Macramé fu gettare il cuore oltre l’ostacolo a vari livelli associativi ed è un gioiello del passato che ci stimola, ma cosa significa puntare in alto oggi? È forse utile premettere e ricordare che stiamo vivendo un ripiegamento sull’essere capi. Non è solo SIL ad averlo documentato, basta infatti partecipare nei Gruppi, in Zona e in Regione per accorgersi della matassa diffusa di questioni che ci preoccupano, quasi tutte incentrate sui capi.
Dovremmo quindi dare voce al più presto ai capi più giovani, che oggi portano al tempo stesso una fragilità ma anche la chiave di una ripartenza non solo numerica per tanti Gruppi. Anche SIL si sta muovendo in tal senso, novità nel numero di Primavera.
Buona lettura e prendiamo il largo, Francesco
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Keywords: editoriali, opinioni
- un ritorno ai ragazzi, con una necessaria rilettura anche metodologica, che sposti l’attenzione sui loro bisogni odierni.
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Speciale assemblea 2018
Assemblea 2019
A cura del Comitato Regionale
Relazione 2018/2019 Comitato Regionale
eccoci al momento di presentarvi la relazione del Comitato regionale per l’anno scout appena concluso. Ripercorrendo velocemente i mesi trascorsi, non possiamo che iniziare dalla novità: le Azioni Prioritarie Regionali, definite dal Consiglio regionale a Settembre 2018 e presentate durante l’Assemblea regionale plenaria autunnale. Le Azioni prioritarie sono un nuovo strumento introdotto dalla Riforma Leonardo per il livello regionale, in sostituzione del Progetto regionale abolito dalla stessa. Partendo dai Progetti di Zona, il lavoro del Consiglio si è concentrato nel fare sintesi e individuare le priorità comuni su cui il livello regionale si spenderà in questi tre anni.
di aiutare l’Incaricata all’Organizzazione nelle mille incombenze della macchina amministrativa regionale. Rimanendo in tema di assemblea, abbiamo nuovamente una lettura in chiaroscuro dell’Assemblea per delegati primaverile: se da una parte è stato molto proficuo il momento di verifica dell’assetto delle Zone, dall’altro, come in altri momenti del recente passato, durante la giornata è progressivamente diminuito il numero dei presenti, fino alla mancanza del numero legale, rendendo così impossibile prendere decisioni. Probabilmente lo strumento “Assemblea per delegati” mostra un po’ i suoi limiti, anche in relazione alla nuova architettura istituzionale definita dalla riforma Leonardo; sul tema continueremo a riflettere assieme al Consiglio regionale per adottare eventuali cambi di rotta.
L’Assemblea regionale plenaria di dicembre ha avuto come tema principale la competenza, con la proposta di diversi laboratori al sabato e di un momento di riflessione stimolato dagli ospiti della tavola rotonda nella giornata di domenica. La buona partecipazione ai laboratori ha dimostrato come l’esigenza sia effettiva e i momenti di formazione tecnica molto graditi. Non possiamo però non sottolineare come sia stato faticoso trovare capi disposti ad animare i laboratori.
La parte centrale dell’anno è sicuramente stata segnata dalla decisione di prendere parte alla manifestazione “per Genova aperta accogliente e solidale”. Indubbiamente non è stata una decisione semplice o presa a cuor leggero, né per il Consiglio regionale che ha deciso di aderire in forma ufficiale, né per le Comunità Capi.
L’assemblea ci ha anche regalato un ampio rinnovamento del Comitato regionale, con l’elezione di sette nuove persone nei vari ruoli. Purtroppo, nel corso dell’anno la squadra ha perso un componente, l’Incaricato Regionale all’Organizzazione, che si è dimesso. La gestione collegiale del Comitato, l’aiuto del “Sistema Agesci Liguria” ed il prezioso supporto della segreteria, ci hanno permesso, pur con fatica, 5
Sul tema dell’accoglienza l’Associazione intera si è espressa e ha preso posizione in molte forme e a vari livelli, fino ad arrivare al documento “La scelta di accogliere” scritto ed approvato dal Consiglio Generale 2019. Indubbiamente Agesci Liguria, con la partecipazione alla manifestazione, ha alzato forte la voce con un “poderoso comunicato vivente”: dopo aver fatto sentire la nostra voce, dobbiamo proseguire con il lavoro nel nostro territorio, seguendo le nostre specificità e continuando a fare servizio là dove ce n’è bisogno,
Keywords: regione
Care Capo e cari Capi,
Tra i sogni e necessità impellenti, abbiamo ragionato con la Fondazione “Le Gioiose “per dettare le prossime priorità. Le basi regionali hanno accolto durante l’anno molti ospiti, scout e non solo; nonostante il numero dei componenti delle pattuglie sia esiguo, la loro capacità e voglia ha permesso di continuare a mantenere in buono stato le nostre basi. Alcuni lavori necessari sono in fase di progettazione e di prossima attuazione, come, ad esempio, l’impianto fognario di Rostiolo; inoltre continuano le migliorie per poter sfruttare a pieno il potenziale della base San Francesco.
e proprio questo tema sarà un punto centrale per i progetti futuri di Agesci Liguria. Anche grazie alla partecipazione al tavolo della manifestazione, abbiamo ampliato il lavoro di rete con le associazioni della società civile ed ecclesiale sul territorio, incontrando realtà nuove con cui potremo lavorare in sinergia in futuro ed abbiamo rafforzato la collaborazione con Libera, che vede Agesci già impegnata a livello nazionale, ma che noi crediamo fortemente vada porta avanti anche sul nostro territorio. Rimane molto positiva la collaborazione con il MASCI, con il quale condividiamo una pattuglia mista: quest’anno abbiamo lavorato insieme nel servizio post crollo del ponte Morandi ed abbiamo continuato l’esperienza di servizio a Ventimiglia per i clan, non solo liguri.
Anche se da gennaio in avanti è rimasto un solo Incaricato, con la cooperazione di tutto il Comitato sono stati portati avanti tutti i compiti istituzionali, cercando di essere sempre al servizio dei capi. Per questo ci teniamo a ringraziare tutti coloro che pur non facendo parte di una vera e propria “pattuglia organizzazione” hanno collaborato a vario titolo.
Infine, sempre parlando di territorio, anche quest’anno Agesci Liguria ha promosso un’attività di pulizia dei torrenti genovesi in collaborazione con Aster, Amiu ed alcuni municipi. Crediamo che sarebbe interessante in futuro estendere questo tipo di collaborazione con enti che si occupano di tutela ambientale ad altre zone e realtà del nostro territorio regionale.
Molte idee non hanno avuto la possibilità di concretizzarsi a pieno e sono ancora nella fase di progettazione: la costituzione di una rete ligure tra gestori scout di case e terreni, l’implementazione del sito regionale, una rete di supporto ai gruppi per la parte amministrativo/ organizzativo.
Nel prosieguo della relazione scendiamo nello specifico delle varie aree, Formazione Capi, Metodo ed Organizzazione, e delle Branche, che completano la squadra regionale.
A livello nazionale abbiamo ragionato, insieme alla Formazione Capi sulla sostenibilità degli eventi per capi: in merito a questo è stato deciso di modificare dal 1° ottobre 2019 l’acconto per i CFM portandolo a € 50, come per i CFA, senza modificare la quota totale di partecipazione. Sempre in quest’ottica è stata modificata la tempistica di ritiro senza perdere l’acconto: è possibile rinunciare alla partecipazione senza perdere l’acconto fino a una settimana dall’inizio dell’evento.
ORGANIZZAZIONE Quest’anno ci siamo concentrati a intensificare le relazioni all’interno del sistema economico di Agesci Liguria, calendarizzando incontri sia con la Fondazione “Le Gioiose” sia con la cooperativa “Lo Scoiattolo”. Grazie al prezioso supporto delle persone che dedicano anima e cuore a questo servizio, ad aprile è stato rinnovato il consiglio di amministrazione della cooperativa “Lo Scoiattolo”, con l’obiettivo di continuare anche in futuro ad essere al servizio dei capi e dei ragazzi, anche tenendo d’occhio nuove opzioni di mercato.
Altro argomento di grande rilievo è stata l’acquisizione tramite donazione del programma Buona Caccia; con il supporto delle segreterie di tutte le regioni e quindi anche con il grande aiuto di Roberto, sempre prezioso, abbiamo
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ragionato su come poter migliorare il programma, di quali possibilità di implementazioni ci possano essere nel futuro facendo lavorare insieme questo programma di prenotazione eventi con Buona Strada. Il percorso ovviamente non è ancora terminato e continueremo a lavorare per poter avere uno strumento facile, veloce e sempre più utile, speriamo anche con migliorie all’app Agesci. Con la nuova legge per il terzo Settore alcune cose sono in elaborazione e in modifica anche per la nostra Associazione. Il livello nazionale sta lavorando con le istituzioni per poter garantire una transizione “morbida” dalla situazione attuale alla nuova configurazione dettata dalla legge. Tutti i nostri livelli (Gruppo, Zona, Regione e Nazionale) sono entrati a far parte del registro unico delle APS (Associazioni di Promozione Sociale): questo ha comportato alcuni adempimenti, tra cui per esempio avere un codice fiscale di ogni livello. La situazione è ancora in divenire, sia per eventuali modifiche al regolamento attuativo della legge che per il dialogo fra la nostra associazione, in rete con altre, e le istituzioni. Nel prossimo futuro, aiutati dal livello nazionale, continueremo a sostenere i Gruppi e le Zone in questo percorso, che certo ci chiama ad alcuni adempimenti “burocratici” e noiosi, ma che ci consentirà di continuare ad operare senza ulteriori complicazioni di natura amministrativa. FORMAZIONE CAPI L’anno della Formazione Capi è stato caratterizzato dal portare avanti alcuni cantieri aperti negli anni passati e dall’aprirne di nuovi, ripartendo in particolar modo dalle Azioni Prioritarie Regionali da poco approvate dal Consiglio regionale. I primi passi dell’anno associativo sono stati segnati dalla riflessione scaturita nei vari tavoli sulla competenza dei capi e, di conseguenza, sulla qualità della proposta in un metodo
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attivo come il nostro dove il fare-essere sono intimamente connessi. Insieme al coordinamento metodologico si è lavorato per offrire ai capi nel corso dell’Assemblea regionale una due giorni di esperienza-riflessione sul tema organizzando laboratori tematici e una tavola rotonda per le Comunità Capi. In collaborazione con il neonato Settore Competenze si è poi studiata e organizzata una possibilità di formazione su alcune competenze specifiche. Questi potenziali laboratori vanno così di fatto a costruire, insieme alle collaborazioni già attive e ancora in corso con ANPAS e Soccorso Alpino e alle visite dei formatori metodologici, un pacchetto di esperienze formative possibili a domicilio che speriamo gli staff, le Co.Ca. e le zone di branca possano (e vogliano!) cogliere nel tempo. Per quanto riguarda la formazione dei quadri abbiamo lavorato su alcuni fronti specifici: capi gruppo, assistenti e consiglio regionale. Per i Capi Gruppo è stato organizzato un laboratorio nel pre-assemblea molto partecipato, segno che è un format aspettato e ben collocato a calendario. Il Campo Capi Gruppo invece è stato rimandato al nuovo anno (novembre 2019) con una nuova formula di staff Liguria+Piemonte che darà i suoi frutti in termini di confronto e arricchimento della proposta fatta. Insieme agli Assistenti di Zona e all’Assistente regionale abbiamo avviato il Tavolo Emmaus allo scopo di curare un cammino comune e di confronto reciproco per tutti gli assistenti ecclesiastici e spirituali operanti nei gruppi. Ne è nata una bella e arricchente giornata di incontro e rilancio che si è svolta al convento delle clarisse di Voltri il 20 febbraio scorso con un buon numero di assistenti presenti. Il futuro del Tavolo prevederà l’alternanza tra momenti e lavori di coordinamento e confronto comuni a livello regionale e altri invece a livello locale/ diocesano tra gli assistenti e il rispettivo A.E. di Zona.
tenza-responsabilità ciò connoterà i CFT come momenti della competenza, dove iniziare a elaborare una propria prima esperienza in vista di una presa di responsabilità verso il futuro che sarà di fatto assunta poi in CoCa con il Progetto del Capo e verificata dalla Zona.
Insieme al Seminario di Genova, che di fatto raccoglie i seminaristi di quasi tutte le diocesi liguri, è nato la scorsa estate il progetto di un cammino formativo propedeutico al loro servizio pastorale nei gruppi. Sono così stati definiti e svolti nel corso dell’anno tre incontri su grandi questioni (l’associazione, i ragazzi, gli adulti) che speriamo abbiano aiutato i futuri sacerdoti ad avere una prima risposta alle domande nate in loro e una conoscenza - seppur sommaria del nostro specifico. Noi abbiamo registrato un bel entusiasmo e una gran voglia di conoscerci meglio per poter fare bene insieme.
Insieme alla redazione di SIL si è ragionato sui numeri che riguardano i giovani capi, il tirocinio, la permanenza in servizio, i livelli di formazione. È stato un lavoro ben fatto per il quale ci teniamo a ringraziarli e che sta aprendo nuovi sentieri di lavoro e riflessione, con l’opportunità di raccogliere e mettere insieme diverse sollecitazioni che come Formazione Capi abbiamo ricevuto e raccolto nel corso dell’anno in più occasioni (ad es. in Assemblea per delegati nel corso della verifica delle Zone, a Consiglio regionale, …).
Il Consiglio regionale, che aveva deciso lo scorso anno associativo di dedicare una delle sue sedute ad un momento più formativo, si è concentrato nel corso dell’appuntamento di aprile ad approfondire il tema dell’iniziazione cristiana. Ospiti del Seminario di Savona, nel corso della serata il vescovo Mons. Calogero Marino ci ha arricchiti e stimolati con numerosi spunti sul tema e sull’approccio sempre nuovo del catechista verso l’educando cristiano, partendo dalla sua esperienza di pastore e dal cammino che sta compiendo la sua Chiesa particolare.
Per i formatori non sono stati progettati momenti specifici aldilà dei canonici incontri coi Capi Campo che risultano essere sempre un’importante occasione per entrare nel merito degli eventi e delle dinamiche che ne scaturiscono. Riteniamo inoltre davvero appuntamenti preziosi e imprescindibili per il nostro servizio di Incaricati le visite ai campi e alle riunioni di staff. Si sono avviati i lavori per un evento START per gli Aiuti (formazione al ruolo) in seno all’Area che si terrà nell’inverno 2020 e al RTT (incontro regionale di tutti i formatori) che prenderà forma nei prossimi mesi. Nel corso dei mesi si è sviluppato un intenso confronto per alcuni obiettivi specifici: coi formatori R/S per la proposta di un campo metodologico a moduli e con i formatori L/C per l’apertura dopo alcuni anni di un secondo campo.
Il Tavolo regionale del tirocinio, che mette insieme i Capi Campo di CFT e gli Incaricati di Zona, ha fatto un ulteriore passo in avanti provando a definire alcuni criteri generali e condivisibili per un cammino sensato e sostenibile nell’ambito della Zona. Su questi criteri si costruirà una verifica che porterà a entrare anche più nel merito delle competenze e delle risposte da dare ai capi in un anno fondamentale del loro cammino. Parallelamente i CFT hanno condiviso il loro programma di campo e si sono fatte alcune scelte di fondo tra cui quella di ricollocare alcuni campi in luoghi e tempi diversi: di fatto da questo anno non ci saranno più CFT prima del rientro natalizio così da far vivere ai tirocinanti il loro primo momento di scoperta prettamente nelle CoCa e in Zona; parafrasando il triduo scoperta-compe-
In seno al cammino del livello nazionale abbiamo portato a compimento il nuovo regolamento formatori che ci ha visti direttamente coinvolti come regione nella stesura e nelle proposte per la formazione formatori; si sono poi ultimati i lavori di verifica e riflessione sull’attuale sistema formativo in vista del Consiglio Generale 2020 che dovrà trarre priorità e 8
sollecitazioni per tracciare il percorso futuro. Dai documenti e dalle indicazioni sorte nel corso degli anni - importante appuntamento è stato un seminario nazionale a gennaio insieme a tutti gli incaricati regionali d’Italia di branche e settori - è sorto un tavolo tecnico che in questi ultimi mesi ha fatto sintesi del cammino di questi 4 anni ed elaborato un documento che, approvato dagli Incaricati regionali nel corso di ottobre e valutato dal Consiglio nazionale entro l’anno, sarà di fatto la traccia per le decisioni del CG del 2020. Come regione abbiamo contribuito su vari fronti (formatori, formazione quadri, capi gruppo, campi metodologici) e abbiamo spinto perché dai tanti pensieri si possa al più presto passare al fare, anche attraverso sperimentazioni, per non risultare un’associazione in ritardo su una situazione esistenziale degli adulti profondamente mutata nel tempo e particolarmente sentita nel nostro territorio: la proposta del Campo di Formazione Metodologica di Branca R/S a moduli elaborata e proposta nel corso dell’anno ha sicuramente contribuito a mettere la parola “sperimentazione” sul tavolo del confronto nazionale: confidiamo che fatte alcune decisioni di fondo si possa aprire così un grande cantiere in tal senso.
proposta formativa di branca R/S tra CAM e CFM. È allo studio un eventuale terzo CFM E/G per andare a colmare un vuoto di proposte che si sta delineando a livello di area e nazionale.
Infine, nel corso dell’anno sono stati organizzati e proposti undici campi di formazione. Segnaliamo con gioia la nascita e stabilizzazione a calendario del sesto CFT in Zona Tramontana (che risulterà però nel conteggio del prossimo anno associativo) e della riapertura del secondo CFM di branca L/C assente da alcuni anni. Ad oggi in ogni Zona c’è un CFT: frutto di un investimento di risorse da parte dei Comitati di Zona che speriamo possa dare ulteriori frutti a lato del cammino di confronto e progettualità del Tavolo regionale del tirocinio.
I laboratori, tenuti prevalentemente dai Settori, sono stati fortemente voluti dal Coordinamento Metodologico perché secondo noi è fondamentale, per proporre delle attività ed eventi per ragazzi di elevata qualità e proposta, che i capi facciano trapasso nozioni e testimonino con credibilità, ma anche per ritrovare lo scopo educativo e la consapevolezza dell’efficacia degli strumenti e del metodo scout, che è basato soprattutto su saper fare e conoscere. Non meno importante l’intenzione di aumentare e migliorare la proposta degli eventi regionali per i ragazzi formando ed entusiasmando i capi.
Il secondo CFM di branca E/G non si è potuto svolgere per motivi legati alla disponibilità dello staff ma col nuovo anno 2019/2020 è già a calendario così da delineare nel corso di un anno associativo per il futuro due rispettivi campi per le branche L/C ed E/G e almeno una
Sono finalmente ritornati in regione i CFA, per essere precisi tre, ma uno è dovuto saltare a causa di pochi iscritti molto probabilmente a causa di una data poco fruibile dai capi. In regione si sono così formati 260 capi, di cui 96 da fuori regione e 164 liguri che, sommati ai 26 nostrani che hanno partecipato al CFA, e ai 50 che hanno vissuto un evento fuori regione porta a 240 (il 21,5% dei 1116 censiti) il numero di adulti delle nostre Comunità Capi che hanno vissuto un campo di formazione nel corso dell’anno scout. In 18 hanno invece ricevuto la Nomina a Capo. COORDINAMENTO METODOLOGICO All’inizio dell’anno trascorso si è voluto proseguire ed estendere l’attenzione al tema della competenza, già avviato l’anno scorso con la formazione nella serata interbranca con gli IABZ, organizzando, in collaborazione con la Formazione Capi, dei laboratori per i capi in occasione dell’Assemblea regionale plenaria.
Si è lavorato perché ci fosse maggior contatto tre le Branche e i Settori, spingendo perché gli eventi per ragazzi fossero permeati dalla sensibilità ed interesse dei Settori ed in modo da
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al centro il capo come adulto testimone credibile e la riformulazione del nuovo assetto della pattuglia di branca regionali per essere davvero di supporto alle Zone, cercando di coinvolgere anche le figure dei formatori.
rendere più uniforme e meno frammentata la proposta. Si è tentato di lavorare affinché i settori si sentissero realmente parte integrante della Regione e non solo temi di approfondimento, perché per la Regione l’apporto di tutti è una ricchezza ed è più fruttuoso condividere e lavorare tutti nella stessa direzione. Questo piccolo cambio di mentalità è un processo lungo e delicato, per cui sarà un punto focale su cui continuare a lavorare.
Anche quest’anno è stato importante ed interessante partecipare al momento di verifica di pattuglia di branca regionali, per poter ripartire al meglio l’anno successivo. A livello nazionale siamo stati coinvolti in diversi ambiti, focalizzando la nostra riflessione sui seguenti temi: età dei passaggi con riflessione pedagogica in merito all’attuale PPU; Castorini e l’attuale relazione con AGESCI; in collaborazione con il settore Protezione Civile approfondimento sul tema della sicurezza nelle attività; definizione delle nuove linee guida del Settore Competenze; approfondimenti con il settore GPN cercando di capire le potenzialità visto il momento storico che si sta vivendo e si è iniziato un percorso sull’Educare alla Fede partendo dall’analisi degli eventi attualmente proposti, ma ragionando sulla necessità di dover cambiare mentalità di approccio perché sia un’attenzione trasversale. Abbiamo inoltre partecipato anche al convegno della Formazione Capi e a quello della Branca E/G sui campetti di specialità, tutti apporti importanti per avere una visione completa dei movimenti dell’Associazione.
All’inizio dell’anno si è affiancato in modo specifico il Settore Giustizia Pace e Non violenza, che ormai ha preso forma propria e con orgoglio è diventato completamente autonomo e molto propositivo con una propria pattuglia operativa, che è così riuscita ad ampliare l’attenzione, non solo al servizio di Cambuse Critiche, ma puntando al discorso più ampio di scelte etiche, cercando di arrivare in modo uniforme e integrato a tutte le Branche nei vari eventi proposti dalla Regione. La novità dell’anno trascorso è stata quello di ripartire con l’Area Metodo, luogo di incontro, per ora, delle tre Branche, per raccontarsi, confrontarsi ed individuare tematiche educative comuni da approfondire assieme alle altre strutture regionali. Inizialmente sono stati individuate le tematiche iniziazione cristiana, che probabilmente proseguirà anche con un pensiero più ampio sull’educare alla fede portando
Qualche numero più dettagliato sugli eventi: Evento 5x CFT 2x CFM L/C 1x CFM E/G 1x CAM LC 1x CAM EG 1x CAM RS
Partecipanti liguri 115 20 11 3 8 7
Partecipanti da fuori regione 4 37 25 11 16 3 10
Liguri andati fuori regione per lo stesso evento 7 22 13 0 0 0 (+ 8 per CFM R/S)
CFM LC - Aprile 2019
CFT San Barnaba 2019
CAM RS - Gennaio 2018 CFT Riviera Ponente 2019
CFT Beigua 2019
CAM LC - Novembre 2018 Incontro regionale Assistenti Febbraio 2019
CAM EG Novembre 2018
CFT Cinque Terre Maggio 2019 CFT Riviera di Levante Gennaio 2019
CFM EG Aprile 2019 CFM LC Agosto 2019
Assemblea 2019
A cura di Carola Ursino e Fausto Lammoglia
Relazione Branca L/C “Per poter arrivare a vedere tanto in alto, bisogna avere una storia dietro di noi, una storia vissuta, da ripercorrere con la mente per verificarla alla luce di “quel tutto” che fa capire la vera essenza delle cose, il vero senso del nostro agire”. (7 punti neri)
sperimentati in diverse parti dell’anno sono stati una buona risposta alla sempre vasta domanda. Inoltre, quest’anno proveremo ad esportare il modello delle PO nazionali Giardini di pace, con un campo ad Hoc.
Keywords: lc, regione,
In un periodo di cambiamenti associativi, la parola chiave deve essere flessibilità. Per questo, come branca LC, abbiamo scelto di portare avanti cambiamenti strutturali, di studiare alcune sperimentazioni ma, sopratutto, di osservare.
Infine, è partito il progetto del bosco. Abbiamo nominato una referente, e studiato i passi da compiere per il futuro. Per questo, che è per ora un grande sogno, abbiamo bisogno del sostegno di tutta la regione. Per questo, verremo presto a bussare alle vostre porte.
Abbiamo voluto guardare la nostra branca e, in particolare, l’andamento delle attività di zona. Da questa osservazione, dalle fatiche emerse in molti ambiti, abbiamo progettato un percorso di più stretta collaborazione con gli IABZ che avvieremo con l’anno 2019/2020.
Buona caccia e buon volo,
L’anno passato è stato un successo per ciò che concerne le Piccole Orme. Il pattuglino funziona sempre meglio e gli eventi
Carola e Fausto.
foto Paolo Saracino
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Relazione Branca E/G
Keywords: eg, regione,
“Ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo.” (Henry Ford)
Assemblea 2019
A cura di Letizia Cazzolla e Paolo Castelnovi
spendibile nel loro ruolo in zona. Ci siamo dedicati a rivedere il sistema degli eventi concentrandoci sulle schede d’iscrizione e l’inserimento di tali esperienze all’interno del sentiero di ogni singolo EG. Abbiamo anche iniziato il percorso sull’Alta Squadriglia che proseguiremo nei prossimi anni.
Quest’anno è stato caratterizzato dal cambio di passo tra il progetto regionale e le azioni prioritarie, un cambio che sembrava semplice sulla carta, ma che ha sollevato alcune difficoltà. Ancor più di prima, ora la regione deve essere al servizio delle zone, e questo è stato lo scoglio più duro: le progettazioni dell’anno delle zone di branca e delle pattuglie dovrebbe andare molto più di pari passo, cosa che per motivi logistici e per il “si è sempre fatto così”, non è stato possibile attuare a pieno. Durante la verifica la maggior parte degli IABZ ha dichiarato di non sapere i contenuti del progetto di zona e di basarsi nella progettazione dell’anno di branca solo sulle esigenze metodologiche dichiarate dai capi ad inizio anno. Nel frattempo le nostre azioni prioritaria derivano proprio dai progetti di zona e questa dicotomia non aiuta.
Quest’anno abbiamo deciso di dedicare l’intervento degli IABR nelle zone all’interdipendenza tra il sentiero del singolo e la vita del reparto, visitato 4 zone su 6, l’idea di portare lo stesso argomento in tutte le zone è un modo per uniformarci, per poter parlare tutti la stessa lingua. Alcune zone lo hanno, invece, percepito come calato dall’alto e questo ci dispiace molto, soprattutto perché questo argomento era una delle nostre azioni prioritarie e, come abbiamo detto in precedenza, queste derivano dei progetti di zona e dalle esigenze dei capi. Sicuramente su questo argomento ci siamo accorti che c’è un background comune a tutti i capi liguri ed è stato molto bello il confronto fatto nelle zone, ma pensiamo che questo filo doppio
Partendo da questo presupposto gli IABZ hanno verificato il percorso di pattuglia molto formativo per loro stessi, ma per alcuni poco 13
tra la vita del reparto e il sentiero di ogni singolo EG sia il vero nodo del nostro servizio con i ragazzi: dobbiamo metterlo al centro del nostro agire insieme ad una verifica costante della Progressione Personale ed una attenzione sempre fissa sui ragazzi. Su questo si concentrerà il nostro lavoro futuro.
partecipato dalle squadriglie, ci dispiace però constatare che il livello delle missioni e delle imprese sia un po’ sceso, crediamo che i capi dovrebbero seguire ed indirizzare di più le squadriglie verso una progettazione vera del loro percorso lungo tutto l’anno, tenendo conto maggiormente del sentiero di ogni singolo squadrigliere.
EVENTI
Campo di competenza L’unico evento che siamo riusciti a realizzare quest’anno è stato un evento bello ed importante per i ragazzi. Sicuramente ci sono state delle falle organizzative che non hanno permesso di comunicare per tempo i campi che avevamo in programma, per le poche e tardive disponibilità dei capi e infatti uno di questi non è stato realizzato per un numero insufficiente di iscritti. Vorremmo aprire anche una riflessione sul numero totale di EG iscritti a questo evento: tra regionale e nazionale hanno partecipato circa 60 EG. Ci permettiamo di dire che questo numero è basso rispetto a quello che potrebbe essere. Si potrebbe dedurre che forse i capi reparto stanno investendo poco nei campi e nei brevetti di competenza?
Campi di Specialità 22 campi con la partecipazione di 546 ragazzi. Uno IABZ in verifica ci ha detto che quest’evento è “il capolavoro del pattuglino eventi” e noi siamo pienamente d’accordo con lui. Quest’anno oltre i consueti campi abbiamo sperimentato, in accordo con la branca RS, un campo organizzato da un noviziato ed anche questo è stato un successo come avrete visto dall’articolo dell’ultimo SiL. Altra nota positiva è la collaborazione proficua con alcuni settori che hanno portato alla realizzazione di due campetti (nautico e FB), sicuramente nel rapporto con i settori dobbiamo investire ancora. A giugno c’è stato a Bracciano il convegno nazionale sui Campi di Specialità, ogni regione ha portato le proprie esperienze e abbiamo messo le basi per rivedere le linee guida nazionali su quest’evento. Siamo tornati arricchiti dal confronto e pronti a raccogliere nuove sfide che proveremo a proporvi già da quest’anno.
Il nostro grazie come sempre al pattuglino eventi.
Guidoncini Verdi Hanno partecipato 72 squadriglie e 315 E/G È sempre un bellissimo evento e sempre più
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Ecco a voi... cosa bolle nella pentola della branca RS
Pattuglia
Botteghe
Il lavoro della pattuglia RS ci ha dato modo di affrontare diverse tematiche mettendo per ognuna di esse le lenti d’ingrandimento della nostra branca. L’anno è iniziato affrontando “il Sogno”: ovvero la capacità dei nostri ragazzi di immaginare il futuro del mondo che li circonda e di loro stessi. Abbiamo provato così ad affrontare questo grande tema dallo sguardo di Dio, ovvero: qual è il sogno di Dio per noi e per i ragazzi e le ragazze? Grazie al supporto di mons. Gero Marino, vescovo di Savona-Noli, siamo riusciti così a vivere questa riflessione con una ritrovata speranza e un desiderio di mettersi in cammino. Con gli IABZ abbiamo poi affrontato il tema dell’educazione alla fede producendo un osservatorio metodologico: abbiamo chiesto a tutti i clan liguri di raccontarci l’ultima attività di catechesi fatta nei clan/fuoco. I risultati hanno evidenziato come l’annuncio della Fede sia ancora un tema caldo della nostra branca su cui dare maggiore supporto ai capi per affrontare la quotidianità della vita delle comunità RS. In questa direzione abbiamo lanciato “Parlami di Lui”, una proposta della Pattuglia Nazionale RS che, più che una cassetta del pronto soccorso catechesi, è stata pensata per aiutare noi capi a creare uno stile di catechesi, rimettendo al centro il Vangelo, la figura di Cristo e le vite dei capi e dei ragazzi. Abbiamo infine verificato positivamente l’attività di formazione fatta nei consigli di zona sul Noviziato durante lo scorso anno.
In totale ci sono state 10 botteghe, di cui 3 nuove proposte (“La verità vi farà liberi: lo scouting al tempo delle fake news”, “E voi chi dite che loro siano?”, “Io NON me ne frego! Passi di Resistenza oggi come ieri”) per un totale di circa 160 partecipanti. La data del 4-5 maggio, piuttosto obbligata per una questione di calendario, è risultata un punto di debolezza in quanto troppo avanti rispetto al solito. Con tutti i capi delle botteghe ci siamo interrogati come far percepire di più ai ragazzi e ai capi RS le botteghe come uno strumento concreto e verificabile del punto della strada e un passo di coraggio per giocarsi in un contesto diverso dalla propria comunità. Abbiamo così pensato per ciascuna bottega a 5 parole chiave, in modo che i ragazzi potessero utilizzarle per capire quale bottega avrebbe fatto più al caso loro per la loro crescita. Non sono ancora state utilizzate a fondo ma crediamo che insistere possa essere utile per il futuro. Una novità di quest’anno è stato il kit delle cambuse critiche pensato dalla pattuglia giustizia, pace e non violenza al fine di lanciare il consumo critico anche nelle route. Dai dati risulta evidente che soprattutto i ragazzi di alcune zone della nostra regione non partecipano molto numerosi, mentre altre vivono questo evento per ragazzi in modo più sentito. Sarà sempre più importante quindi puntare alle zone come luogo in cui costruire questi eventi e trasmettere agli RS la ricchezza di parteciparvi.
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Assemblea 2019
Relazione Branca R/S
Keywords: regione, rs.
A cura di Giulia Villa e Giorgio Masio
foto Paolo Saracino
ROSS
Uno sguardo sul futuro
Anche quest’anno la nostra Regione ha aperto 3 ROSS che replicherà il prossimo anno; la prima in autunno e le altre due in primavera. Le staff delle ROSS sono ambienti molto generativi, quindi confidiamo per il futuro di poter immaginare anche una quarta route.
L’esperimento dell’attività di formazione nei consigli di zona ha portato a rimettere in circolo i nostri formatori all’interno della vita delle zone, in questo senso vorremmo sempre più contaminare la vita di branca con la loro presenza, non relegandola solo ai campi di formazione ma ripensando al loro ruolo come formatori in associazione e quindi anche a contatto con le zone, grazie alle quali possono leggere più da vicino i bisogni dei capi e dei rover e delle scolte. Con iabz, formatori e capi ROSS abbiamo provato a cercare nuovi orizzonti per la Branca dei prossimi anni, immaginando nel 2020 un convegno/laboratorio per capi di cui già quest’anno inizieremo ad occuparci.
Ventimiglia: Durante l’anno come incaricati regionali siamo andati a visitare la realtà di Ventimiglia, dove negli ultimi due anni sono passati oltre 600 R/S da tutt’Italia per vivere un’esperienza di servizio con persone migranti. Ancora nella recente estate diverse route sono passate da questo significativo luogo di confine che abbiamo in casa nostra. Al momento come regione abbiamo una mail servizioventimiglia@ liguria.agesci.it con cui vengono coordinate le attività di servizio, accesso al Campo Roja e pernottamento negli spazi messi a disposizione dalla diocesi. Questo coordinamento è gestito dal prezioso servizio di Giampaolo del MASCI di Sanremo. Abbiamo quindi portato in comitato regionale l’esigenza di riflessione più ampia su Ventimiglia e su come programmare il futuro della nostra presenza associativa in quel luogo così significativo nel quale tanti scout da tutta Italia continuano a venire.
Non possiamo concludere senza prima ringraziare tutti i capi che anche quest’anno hanno speso tempo ed energie nel supportarci nel lavoro come IABR, negli eventi per gli RS, nella formazione capi e nelle branche di zona. I progetti che ci aspettano ci riempiono di quel sano timore per le grandi sfide e il desiderio di viverle che sappiamo esser il clima giusto per rimboccarsi le maniche, allacciarsi gli scarponi e ripartire! Buona Strada a tutti noi a fianco dei Rover e delle Scolte liguri. 16
gpn@liguria.agesci.it
2018 Ci siamo dedicati a rimettere in piedi le Cambuse Critiche in Liguria. Abbiamo formato una pattuglia operativa di otto persone che, dal mese di aprile, si è occupata di elaborare un listino semplificato, spedirlo alle CoCa e raccogliere gli ordini, dopodiché smistare la merce e consegnarla entro giugno ai gruppi. L’adesione è stata buona: hanno fatto gli ordini una decina di gruppi oltre a qualche cambusa di eventi regionali. L’obiettivo per il 2019 è di lanciare la proposta di Cambuse Critiche ben prima del momento dei campi estivi, per sensibilizzare le comunità capi e RS al tema e far crescere in loro la consapevolezza che le nostre azioni quotidiane sono importanti tanto quanto saper fare le legature o saper riconoscere i sentieri. Siamo stati, inoltre, chiamati ai Guidoncini Verdi per tenere un atelier per EG. Si è scelto di portare un’attività di internazionale sui numeri dell’economia globale. I ragazzi hanno potuto rendersi conto della distribuzione della ricchezza nel mondo, ragionando sul significato di numeri come PIL nazionale e pro-capite e densità di popolazione. Il settore si occupa di facilitare i gruppi ogniqualvolta si voglia affrontare un argomento o conoscere una realtà che esula da quelle interne allo scautismo: il mondo dell’associazionismo e del terzo settore in genere. Ci reggiamo sulla buona volontà di persone che tengano relazioni con realtà esterne all’AGESCI e che si mettano a disposizione ogniqualvolta una CoCa o un’unità siano interessati a conoscerle. Ecco perché per far parte del settore non occorre una disponibilità costante di tempo ma è un impegno alla portata di tutti!
CritiKit 2019 Caro capo campo,
Grazie per aver scelto di usare Critikit il kit di Cambuse Critiche Liguria 2019.
Critikit ti aiuterà a far ragionare i capi o i ragazzi su moltissime tematiche non solo legate al cibo.
Per questo ti chiediamo di dare un letta alle domande prima di proporlo ed eventualmente approfondire i temi (trovi tutte le fonti nella sezione delle risposte).
Obiettivo: rispondere correttamente a più domande possibile.
Tempo: 15 minuti per il quiz, 15 min per la correzione e spiegazione.
Max 10 componenti per squadra.
Ad ogni squadra viene dato il foglio con il quiz e avrà 15 minuti di tempo per compilarlo.
Al termine dei 15 minuti si condividono le risposte e si correggono.
La squadra che vincerà avrà in omaggio un sacchetto di caramelle eque e solidali.
Al termine dell’attività verrà consegnato un volantino con un pò di spunti sui temi toccati nel quiz.
Ti chiediamo di scriverci due righe su come è andata l’attività e inviare tutto alla mail gpn@liguria.agesci.com.
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Materiale:
1. Stampare queste indicazioni per la guida e volendo una copia delle risposte per ogni squadra
2. Stampare un Quiz per ogni squadra
3. Stampare e piegare il volantino riassuntivo
4. Pacchetto di caramelle per la squadra vincente
5. Una penna per squadra
A.G.E.S.C.I. Liguria
Regione Liguria
Coordinamento Metodologico Settore Giustizia, Pace, Non violenza - gpn@liguria.agesci.it
2019 Quest’anno il settore ha visto numerosi ingressi nella pattuglia di cambuse critiche, che viaggia ormai verso il terzo anno di attività. Abbiamo tante idee per cercare di rendere sempre meno straordinaria l’attività della pattuglia, che punta non solo agli ordini per i campi estivi ma anche a sensibilizzare sempre più l’associazione sui temi ambientali: è vero o non è vero che amano e rispettano la natura? Oltretutto l’ecologia sta vivendo un incredibile ritorno di attenzione e noi capi rischiamo di farci trovare impreparati di fronte ai tanti scout che stanno manifestando nelle strade.
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Assemblea 2019
Relazione Settore Giustizia Pace e Non-violenza
Keywords: regione, settori, GPN, scelta politica, attualità
A cura di Roberta Pettinato e Lorenzo Franco
Per il momento non riusciamo a trovare le forze per occuparci del tema dei migranti, che soprattutto nella regione di Ventimiglia dovrebbe avere da parte del settore la massima attenzione. Servirebbe una persona che si dedicasse a questo tema nello specifico, magari chi interessandosene per lavoro o per volontariato abbia già qualche competenza. Analogamente non siamo riusciti a trovare chi voglia tenere i contatti con Libera, per cui la Liguria da due anni non ha referenti ai coordinamenti regionali: è un peccato, trattandosi di un impegno non continuativo.
Ci siamo anche dedicati all’organizzazione di tre laboratori per capi il giorno prima dell’assemblea regionale 2018: uno sui beni confiscati in Liguria, uno sull’accoglienza dei minori non accompagnati e uno sulle cambuse critiche. Inoltre, abbiamo prodotto un’attività “CritiKit” sul consumo critico che è girata nelle botteghe RS e in alcuni campi di formazione, anche questa con lo scopo di non lasciare che di questi argomenti si parli solo durante il mese di maggio, quando i gruppi possono fare gli ordini a cambuse critiche.
Per richiedere il CritiKit scrivici a cambusecritiche@liguri.agesci.it
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Relazione Settore competenze competenzem@liguria.agesci.it L’obiettivo che si è posto il settore Competenze è quello di aiutare i capi della nostra regione a realizzare occasioni ed esperienze ai ragazzi sempre più di qualità, facendo sì che le singole competenze diventino strumento educativo e non semplici tecniche da applicare La prima occasione per costruire questo percorso è stata l’Assemblea regionale di inizio anno. Il settore ha collaborato insieme al Comitato Regionale per realizzare un fine settimana di incontri e attività, che hanno chiamato i capi in prima persona a giocarsi e confrontarsi sul tema della competenza.
lavorare e progettare eventi e occasioni per contribuire alla formazione dei singoli capi. Tutto ciò ci ha permesso di lanciare a fine anno l’iniziativa “Capi in Competenza”, piccoli pattuglini “a chiamata”, disponibili ad incontrare i capi, le Co.Ca., le Zone, proponendo attività ed esperienze sui diversi ambiti nel quale siamo chiamati a metterci in gioco insieme ai ragazzi, per toglierci la paura e l’insicurezza di non saper fare. Un capo competente è un capo che sa utilizzare una tecnica in sicurezza e con un obiettivo educativo.
Questo è stato il primo passo per costruire una pattuglia del settore che cominciasse a
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Keywords: regione, settori, competenze, tecniche
Assemblea 2019
A cura di Lorenzo Bergallo
Assemblea 2019 Keywords: regione, settori, PC
A cura della Pattuglia PC
Relazione del Settore Protezione Civile pc@liguria.agesci.it Questo ha permesso di svolgere nel migliore dei modi le seguenti attività:
Durante l’anno scout 2018/2019 la Pattuglia Regionale di Protezione Civile, composta da Lorenzo Cabona (incaricato), Elena Feltrin, Ilaria Barberis, Francesco Massa, Mattia Vignolo e Giorgio Costa, si è dedicata soprattutto a proporre momenti educativi e formativi rivolti a capi e ragazzi.
- una serata rivolta a due Comunità Capi ed R/S che avevano espresso il desiderio di approfondire le tematiche della sicurezza in ambiente montano con particolare riguardo alla corretta preparazione di una Route.
Attraverso l’impegno dei vari membri è stato possibile organizzare eventi finalizzati alla creazione di una cultura di Protezione Civile ponendo particolare attenzione a trasmettere ai nostri soci l’importanza di pianificare e realizzare attività sicure grazie alla valutazione preventiva dei rischi.
- uno stand durante l’Assemblea Regionale su come allertare nel modo corretto i soccorsi in caso di emergenza. - un momento di pronto soccorso all’interno della bottega “Scout da salotto o da naufragio?” che ormai rappresenta da diversi anni uno dei momenti più preziosi della vita della pattuglia.
Abbiamo come consuetudine partecipato al palio dei guidoncini verdi potendo così incontrare numerosi ragazzi E/G che attraverso il gioco e varie attività manuali riescono a prendere coscienza dei possibili rischi che possono verificarsi durante le attività e su come si possa agire per mitigarli. Durante l’anno, sempre per quanto riguarda la branca E/G, abbiamo fornito supporto ad alcune staff per pianificare attività da riproporre ai loro reparti o alle squadriglie. La pattuglia si presta volentieri a questa opera di supporto delle staff nella preparazione di attività e giochi, fornendo materiale, idee e la disponibilità ad incontrarsi, mirando così a rendere il capo capace di farsi egli stesso promotore della proposta verso i ragazzi.
Ricordiamo anche che lo scorso dicembre si è volto il corso “Pronti all’intervento” indispensabile per poter partecipare ad ogni eventuale attivazione di AGESCI in ambito di Protezione Civile. Ad oggi in Liguria a tenere questi corsi di formazione sono tre capi: Giorgio Costa, Elena Feltrin e Marcello Neri a cui va il ringraziamento da parte di tutta la pattuglia. A seguito al crollo del viadotto “Morandi” la pattuglia PC ha dato la sua disponibilità a collaborare nella gestione degli innumerevoli servizi svolti dagli scout in particolare alla creazione delle squadre che si alternavano quotidianamente presso il magazzino che fungeva da centro di distribuzione dei beni donati dalla popolazione per gli sfollati e che spesso diventava luogo di incontro e condivisione.
Continuando la fruttuosa collaborazione che da anni lega la pattuglia ed il CNSAS Liguria (Soccorso Alpino) anche quest’anno si sono organizzate attività che hanno visto l’attivo coinvolgimento delle due realtà sia da un punto di vista organizzativo che di realizzazione.
Se sei interessato agli argomenti e alle attività proposte dalla pattuglia o vuoi semplicemente conoscerci meglio scrivi a protezionecivile@ liguria.agesci.it così da poterci incontrare in Vico Falamonica.
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comunicazione@liguria.agesci.it
Il settore Comunicazione, con la nomina di un incaricato, ha cominciato ad organizzarsi e riorganizzarsi, per poter essere sempre più un settore al servizio dei capi e dei ragazzi. Col tempo, il settore ha preso pienamente in gestione la pagina Facebook di Agesci Liguria, gli account Instagram e Twitter e la pubblicazione di contenuti su sito regionale. Le pagine e gli account elencati sopra vogliono, prima di tutto, essere dei “semplici” strumenti al servizio di AGESCI Liguria, dei suoi capi e, soprattutto, dei ragazzi. Esiste molto materiale prodotto negli anni dal livello Nazionale che va condiviso, spiegato ed imparato ad usare per continuare a fare cultura e formazione su un tema spesso trascurato, a partire dai loghi dei gruppi e delle zone, per finire ai siti internet e a tutto quello che ne consegue, passando per l’immagine coordinata (per fare qualche esempio). Ci teniamo a sottolineare però, come il Settore non sia semplicemente un gruppo di smanettoni al servizio del Comitato, ma, in quanto settore, sia principalmente uno strumento nelle mani di ragazzi e capi.
Dalla scorsa assemblea regionale abbiamo ricevuto degli input che verranno sviluppati durante quest’anno scout, che ci porteranno a presentarci meglio e ad offrirvi spunti e momenti di crescita formativa Il settore, per cominciare, ha prodotto una “carta dei servizi” e ha proposto anche delle “regole di ingaggio” a tutti i capi che volessero entrare in contatto sia per questioni pratiche, che per questioni più formative o conoscitive. Speriamo inoltre di poter continuare e migliorare il lavoro svolto con le Branche e con il Comitato, per aiutare chi si impegna in questi servizi a rendere più efficace ed efficiente la propria comunicazione. L’esperienza nella pattuglia è tanta e maturata a tutti i livelli, sia associativi che professionali, dopo quest’anno di assestamento e di pianificazione siamo certi di poter ripartire con una buona energia, sicuri di poter svolgere al meglio il nostro servizio.
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Assemblea 2019
Relazione del Settore Comunicazione
Keywords: regione, settori, comunicazione
A cura di Marco Paglieri
Assemblea 2019 Keywords: regione, settori, FB, spiritualità
A cura di Martina Isoleri
Relazione del Settore Foulard Bianchi fb@liguria.agesci.it Abbiamo inoltre lavorato nell’ambito della formazione capi realizzando due laboratori in occasione del momento pre-assembleare dedicato alla competenza. Importanti sono stati infine gli incontri con i clan che hanno voluto approfondire il discorso della disabilità e della spiritualità mariana di Lourdes. Obiettivo di quest’anno, che inizierà ufficialmente insieme a tutta la Comunità ligure il 27 ottobre, è continuare in questa direzione, rafforzando in modo particolare la collaborazione con la zona.
Un altro anno è trascorso, è pian piano il settore Foulard Bianchi riesce ad avere una conformazione dai tratti sempre più distinti. Obiettivo di quest’anno trascorso- raggiunto solo in parte- è stato quello di riuscire ad avere una maggiore presenza nelle zone ed una migliore interazione con le branche. La presenza in zona è stata forte in quella spezzina, mentre siamo ancora carenti nella zona di ponente ed in quella genovese. Bene il lavoro con le branche. Nonostante le difficoltà legate alla poca presenza di capi e al pochissimo ricambio, siamo comunque riusciti ad organizzare un campetto di specialità rivolto agli E/G ed una bottega per R/S, realizzata insieme all’Unitalsi.
Martina
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Assemblea 2019
A cura di Alessia Moretti
Relazione del Settore Nautico nautici@liguria.agesci.it
Sono state portate avanti le attività del campetto di specialità dove i ragazzi hanno potuto cimentarsi in vari stand: barca a vela, canoa e nodi. C’è stata la bottega RS “conosci te stesso in canoa “che si è svolta a Le Grazie e vede i ragazzi impegnati a riflettere e riconquistare sé stessi tra una pagaiata e l’altra. Il settore ha supportato anche attività per le unità e per la progressione personale dei ragazzi. Abbiamo messo al servizio di una squadriglia spezzina le canoe per la specialità di squadriglia, una ragazza emiliana per concludere il suo brevetto ha fatto un’uscita in barca a vela, un reparto di Brescia e un cda
ligure hanno fatto un’uscita in canoa, un clan spezzino ha riflettuto in canoa sulla partenza con i propri partenti. Oltre alla collaborazione con lega navale e con Marina militare, un reparto spezzino ha sperimentato una nuova attività di snorkeling con biologi marini nelle spiagge delle cinque terre. I ragazzi sono usciti dall’acqua entusiasti di aver appreso informazioni sul mare e i suoi abitanti e sulla propria capacità acquatiche. Ringraziamo tutti quelli che ci hanno supportato individualmente e come associazioni, sperando che ci sostengano anche per il futuro. Non vogliamo fermarci qui e sappiamo che c’è un mare di possibilità che ci attende anche nelle vostre città. Il marinaio che è in voi ci aiuterà a scovare sicuramente nuove attività e a portare avanti quelle già avviate con nuove forze ... vi aspettiamo!!!
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Keywords: regione, settori, nautici
Il settore nautico Liguria durante l’anno passato ha cercato di mantenere operative le attività già presenti, scovare nuovi stimoli e collaborazioni osservando il territorio e mettersi a disposizione dei singoli ragazzi e delle unità sia liguri sia di altre regioni.
Che cos'è Macramé 2004 Un campo internazionale per 700 ragazzi
Keywords: regione, eventi, eg
Speciale Macramé
A cura di Chiara Bennati, Filippo Guiglia,Titta Pongiglione, Emanuela Ratto, Silvia Sebastianelli.
Forse per molti di voi “Macramé 2004” non evoca nulla o solo qualche racconto di qualche capo più vecchio. Sono passati 15 anni e, d’accordo con il Comitato Regionale, pensiamo che possa essere utile ricordarci di un evento che ha mosso davvero tutta la Liguria… e non solo! Macramé 2004 è stato il primo campo internazionale per E/G in Italia, organizzato da AGESCI Liguria dal 4 al 13 agosto 2004 tra Genova, con un grande evento di inaugurazione in piazza Matteotti e gite in giornata dei sottocampi in cui era organizzato l’evento, e la base scout regionale Il Rostiolo. Ha coinvolto 702 ragazzi e ragazze da 16 paesi del Mediterraneo e non solo, di cui 358 stranieri e 344 italiani, 300 circa tra capi ed R/S in servizio dalla Liguria e dal resto d’Italia, 5 religioni rappresentate. È stata un’occasione per l’AGESCI di dare un messaggio di cultura che andasse oltre la cultura museale o scolastica nell’anno di Genova Capitale Europea della Cultura. Una testimonianza di interculturalità interna al mondo scout attraverso la collaborazione con CNGEI e MASCI e anche di incontro con altre culture e religioni e, non ultimo, di incontro con
il resto della società al di fuori dello scoutismo attraverso un evento che fosse anche di e in piazza. Un’avventura che ha portato tanti capi a buttare il cuore oltre l’ostacolo – per primi i Responsabili Regionali di allora Paolo Penna e Anita Venturi che hanno dato piena fiducia al progetto - e a osare qualcosa che sembrava più grande di una piccola squadra che per la prima volta si cimentava in un progetto così grande. Ci sono voluti alcuni anni per organizzarlo pensando a tutti i dettagli, sia quelli prevedibili fin da subito sia moltissimi altri che man mano emergevano: dalle attività per i ragazzi alla logistica che ha consentito una grande trasformazione della base scout, dalle richieste di patrocini e di finanziamenti europei e legati a Genova Capitale Europea della Cultura ai rapporti con le ambasciate di alcuni Paesi per occuparsi dei visti per la partecipazione, dalla ricerca dei capi che servivano per organizzare e gestire le attività all’accoglienza a Genova dei gruppi in arrivo da Liguria, Italia ed estero. Fratellanza, incontro, interculturalità, scambio e arricchimento reciproci tra persone alla pari in tutti i sensi.
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a stringere legami con gli altri partecipanti per formare una nuova comunità dal sapore e dall’identità internazionale, fuori dai confini abituali. Una scommessa vinta non solo per essere riusciti a organizzare quel campo mettendo insieme capacità, competenze, anche paure e soprattutto entusiasmo di così tante persone ma perché quel campo ha lasciato tanti segni, tangibili e lì per lì meno tangibili ma che oggi, a 15 anni di distanza, sono ancora vivi.
Ma in concreto cosa abbiamo fatto? I vari gruppi sono arrivati a Genova il 4 agosto 2004, per partecipare alla cerimonia di inaugurazione di Macramè in Piazza Matteotti, aperta alla cittadinanza (ospiti le autorità, l’orchestra scout, animazione e uno spettacolo di fuochi d’artificio). La prima notte sono stati ospitati alla Fiera del Mare. Il giorno dopo tutti a Vara con oltre 40 viaggi di bus! Alla sera cerimonia di inaugurazione più intima. Nonostante i quasi 1000 partecipanti, il campo si è svolto in “stile all’italiana”, con cucina di sq. a legna, costruzioni, fuochi serali…. A noi pare scontato, ma non è così dappertutto. In molti Paesi è proibito accendere il fuoco, in altri i capi partecipano solo ad alcune attività poi si fanno i fatti loro, in altri ancora la vita nella natura è ridotta al minimo. I reparti erano suddivisi in 4 sottocampi (con il nome di…nodi: Pescatore, Bandiera, Nodo, Piano) con otto super capi sottocampo.
Durante il campo i ragazzi si dividevano tra: - Gita di reparto vicino a Vara tra monti e boschi (per molti era la prima volta) - Gita di sottocampo alla scoperta di Genova con caccia al tesoro - Attività a partecipazione individuale (in modo da facilitare l’incontro con nuovi amici) divise in 4 tematiche (sportive, mani abili, espressione e sociale) Una giornata particolare fu l’open day in cui ogni reparto presentò il proprio Paese agli altri partecipanti e agli ospiti, con piatti tipici, danze, tradizioni. Toccante e avvincente, infine fu la veglia interreligiosa con rappresentanti delle religioni cattolica, musulmana, ortodossa ed ebraica. E per finire all’ultima sera cerimonia di chiusura e festa tutti insieme!
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Speciale Macramé
Temi che allora erano meno attuali e un po’ premonitori ma che oggi lo sono più che mai, come scout, cittadini e persone. La scelta del nome – Macramé – è legata sia al nostro territorio ligure - il macramè è un pizzo tipico della Liguria -, sia al modo in cui viene realizzato questo tessuto così raro e prezioso, ovvero l’intreccio di tantissimi piccoli nodi fatti uno ad uno a mano, difficili da sciogliere e con un disegno bellissimo. Proprio l’obiettivo che ci ponevamo: creare una rete di persone che si impegnassero individualmente
Speciale Macramé
Gli atelier e le attività Espressione: Murales, Balli popolari, Maschere di gesso, Marionette, Espressione corporea, Musica, Teatro. Mani abili: Mongolfiere, Gastronomia, Magliette, Costruzioni, Oggettistica, Carretti. Sociale: Giornalino, Gioco pace, Gioco risorse idriche, Razzo spaziale, Riciclaggio, Radio. Sport: Mountain bike, Acrobranche/hebertismo, Climbing/Bouldering, Orienteering, Nautica Molti gruppi stranieri presenti al campo decisero di approfittare della venuta in Italia per visitare il nostro paese, prima o dopo l’evento e lo staff si occupò di trovare home hospitality (come in uso ad ogni campo internazionale scout) a Roma, Venezia, Firenze. Fu fornito anche un supporto organizzativo per realizzare percorsi in bici o a piedi verso Genova dalla Francia.
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-
16 paesi partecipanti: Algeria, Bosnia,
costruzioni
Bulgaria, Canada, Croazia, Francia, Giordania, Italia, Libano, Malta, Marocco, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Tunisia
-
125 tende
-
27.000 pasti
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6.000 litri acqua potabile
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702 ragazzi/e
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358 stranieri 344 italiani
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5 religioni rappresentate
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60.000 mq di prati
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7000 metri di tubazioni
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20.000 mq di boschi
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3 pompe a immersione
-
200 q di legna da ardere
-
10 lavatoi mobili da 10 rubinetti l’uno
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20 km di cordino per le legature delle
-
10 impianti doccia
per le emergenze
-
35 viaggi da Genova Voltri a Vara per
trasporto materiale con 2 furgoni
HEADQUARTERS Emanuela Ratto Filippo Guiglia Sigfrido Cardini Chiara Bennati Francesca Demontis Massimo Barbieri Titta Noce Pongiglione Silvia Sebastianelli Alice Caputo Alberto Pera Simone Spanio Federica Gallamini Augusto Destrero Camilla Giunta
capo campo capo campo Logistica programma programma programma segreteria segreteria segreteria settore economico Sicurezza stampa e relazioni pubbliche informatica sanità
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Speciale Macramé
Diamo i numeri!
Vi proponiamo un gioco: indovinate la nazionalità dei reparti nelle foto di questo post! Malta, Croazia, Portogallo, Spagna, UK, Polonia, Tunisia, Francia, Italia, Thailandia, Francia, Giordania. Le soluzioni sul fondo capovolte.
12
9
8 1
3
6 5
10
4 2
11
6. Polonia 5. UK
2. Croazia
4. Spagna
1. Malta
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7
3. Portogallo
12. Giordania
9. Italia
11. Francia
8. Francia
10. Thailandia
7. Tunisia
Speciale Macramé
GUESS WHO?
Talvolta si dice che in associazione gli eventi restino momenti isolati, fini a sé stessi senza particolari ritorni. L’esperienza di Macramè (ma non solo quella) mi ha insegnato il contrario. Dal punto di vista educativo i ragazzi hanno percepito quante differenze ci sono nel mondo e nel modo di fare scautismo ed hanno compreso che tali differenze accrescono la vita di tutti. Non si tratta solo di un “grande gioco” sui prati di Vara, ma è il grande gioco della vita: ogni relazione, ogni differenza ci arricchisce. Oggi lo straniero viene talvolta proposto come “invasore”; quindici anni fa abbiamo vissuto insieme, giocato, mangiato, fatto festa, pregato fianco a fianco tra italiani e stranieri e in tutti noi è rimasta forte la consapevolezza del quarto punto della legge! Siamo veramente amici di tutti e al campo abbiamo sperimentato l’essere fratelli di ogni altra guida e scout.
progetti per richiedere finanziamenti pubblici e a far quadrare i conti! Importanti ricadute, infine, sulla Base di Vara sia nelle piccole cose (i lavatoi esterni attuali sono ancora quelli montati nel 2004 e il trattore fu comprato proprio allora), che nelle grandi. A partire da Macramè, infatti, è iniziata la ristrutturazione di tutte le case, nuovi progetti e in generale una nuova gestione. Ci ha insegnato, infine, a non aver paura di osare, a buttare veramente il cuore oltre l’ostacolo, consapevoli che con impegno, gioia, fatica e grazie allo Spirito che sempre soffia su di noi nessun progetto è impossibile. Alzare lo sguardo e lanciarsi in nuove avventure dopotutto è lo scautismo! Dal gruppo Facebook Macramé, 15 years later...
Il campo ha lasciato inoltre una fortissima dose di entusiasmo che non si è esaurita con la cerimonia di chiusura, ma permane ancora nel tempo nei ragazzi ma anche nei molti capi che hanno fatto servizio al campo. E quell’entusiasmo in molti ha messo radici profonde e fruttuose: tanti hanno proseguito il loro servizio anche a livello regionale o nazionale (dai capi presenti a Macramé sono emersi 5 responsabili regionali, capi contingenti del Jamboree, la Capo Guida, Staff di WAGGGS e tanto altro…). Anche la forte collaborazione tra Agesci e Masci vissuta al campo continua tuttora. Dal punto di vista pratico, Macramè ci ha insegnato a uscire dal nostro mondo e a relazionarci con la società civile: in primis con le Istituzioni (Comuni, Provincia Regione, Comitato di Genova 2004…), ma anche con i media e gli sponsor. Abbiamo anche imparato a scrivere 29
Speciale Macramé
15 anni dopo... Cosa è rimasto?
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Speciale Macramé
Che cos’è stato Macramè lo hanno già spiegato, cosa è rimasto si vede, si legge in queste pagine e si può ritrovare in tante situazioni e persone qui ma anche in giro per il mondo. Potete poi approfondire sul SIL speciale uscito nel 2004 (se non lo trovate andate o chiamate il Centro Studi Mario Mazza a Genova dove potrete trovarne una copia 010267155). Io qui mi chiedo una cosa… Ma come abbiamo fatto??? Quando Emanuela e Filippo hanno chiesto ad alcuni di noi di occuparci del programma, della logistica e della gestione di un campo internazionale che si voleva fare alla base di Vara ci siamo chiesti se fosse fantascienza o no… poi ci siamo fatti trascinare dall’entusiasmo dei due e abbiamo accettato. Man mano che procedevano i lavori (abbiamo iniziato nel 2002) ci siamo detti che si, era fantascienza, ma ormai eravamo imbarcati su questa astronave e stavamo viaggiando sempre più velocemente verso una grande avventura… E non siamo rimasti soli. Pian piano l’equipaggio aumentava, conoscevamo nuovi compagni di viaggio che si imbarcavano come noi pieni di entusiasmo e di curiosità. Nel viaggio pian piano ci rendevamo conto che ognuno aveva una missione impegnativa, che gli ostacoli aumentavano invece di diminuire, imparavamo sempre più cose, soprattutto che nulla era scontato, che quello che sembra logico e ragionevole durante la pianificazione si rivela un garbuglio e un problema al momento della messa in opera, che tu pensi basti 5 e invece serve 10, che non tutti condividono i tuoi valori, che la logistica e la sicurezza di un campo così sono roba da tipi tostissimi, che lanciarsi fuori dal nostro mondo associativo è si cosa bella buona e giusta ma richiede la capacità di adattarsi al com-
promesso, a regole, schemi e tempi che non sono tuoi, e tante tante altre cose. Ognuno, nel suo settore operativo, si trovava a combattere e a faticare, alcuni proprio tanto fisicamente. I giorni prima del campo, i mesi prima, che “bailamme!”. Riunioni, punti della situazione, ricerche disperate dell’ultimo momento, corse, telefonate, prove, giornate e viaggi a Vara, in Falamonica, in giro per la città… ansia, stanchezza, consapevolezza che proprio tutto sotto controllo non era ma il campo stava per cominciare… E così è stato. Ed è pure andata bene =). Personalmente non mi ricordo nemmeno tutto, quando ho ripreso a guardare tra file, foto e quaderni mi sono chiesta se lo avevo fatto veramente. Come è stato possibile? In parte trovate la risposta in quanto è già scritto in queste pagine. Qui lo riassumo per quel poco che posso e che sento. Innanzitutto, un SOGNO, una visione, un’intuizione. Qualcuno che ha saputo coglierla, meditarla e proporla. Qualcuno che ha detto SI, che ha costruito un PROGETTO, lo ha condiviso, e ha ricevuto e dato FIDUCIA. Qualcuno che si è preso carico di un pezzo e ci ha messo CUORE, TESTA, MANI e ha fatto fruttare i suoi TALENTI con CREATIVITA’, magari scoprendone alcuni che mai avrebbe pensato di avere. È stata essenziale la GUIDA, ossia il sapere mettere insieme tutto e tutti, con entusiasmo, serietà, fiducia, coerenza e allegria. Abbiamo imparato a essere una SQUADRA, per non perdere di vista la meta, i valori su cui stavamo costruendo questa impresa così grande, condividendo, verificando, a volte ricominciando e per fortuna sdrammatizzando anche in qualche situazione! 31
Speciale Macramé
Puntare in alto, una grande lezione di Macramè
Speciale Macramé
Siamo stati supportati inoltre da tante PERSONE che con il loro LAVORO, visibile o nascosto, esposto o silenzioso, con la loro PREGHIERA, hanno dato una mano, e hanno fatto la differenza.
maneggiamo tutti i giorni, sia in servizio sia nel nostro quotidiano. Nuovi Macramé aspettano di essere pensati e vissuti, noi e i nostri ragazzi abbiamo bisogno di vivere avventure che ci fanno emozionare, crescere e sognare.
La Provvidenza e lo Spirito Santo hanno fatto la loro parte, mica da poco, ma hanno trovato anche un terreno fertile, ricco di entusiasmo, di valori profondi, di relazioni sincere, di spirito di servizio e di amore per i fratelli, per lo scautismo e per il nostro paese.
Puntiamo in alto quindi, guardiamo lontano, nei nostri gruppi, in associazione e anche nella nostra vita. Ascoltiamo le brezze leggere, stiamo attenti ai segni. Non abbiamo paura di dire di SI e di sognare.
E così siamo qui a raccontarla questa impresa. E poiché di impresa si è trattato possiamo garantirvi che gli ingredienti per il successo li
Nulla è impossibile a Dio, specie se ha a che fare con gli scout =).
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Keywords: eventi, zone
Puntare in alto
A cura di Giorgio Costa
Puntare in alto in Zona foto Paolo Saracino
Ritorno da Loppiano, un luogo che ha molto da insegnare a proposito di progetti che mirano in alto. Ma il convegno ha proposto altro, molto interessante, l’incontro di tutte le Zone AGESCI d’Italia. Tre giorni intensi, ripenso lavori di gruppo, ai pensieri, ai sentimenti che ho provato. E c’è anche entusiasmo, curiosità, voglia di migliorare. Il primo obiettivo del convegno era un momento di condivisione sul vissuto delle zone rispetto alla “riforma Leonardo”, l’ultimo progetto di rinnovamento delle strutture associative varato dal Consiglio Generale nel 2016. Era un progetto che puntava alto? Probabilmente sì, viste le difficoltà che ci sono a renderlo pienamente funzionante. Perché non si tratta solo di eleggere il Consigliere generale in Zona, ma di rovesciare una prospettiva in cui la Zona e soprattutto
il Gruppo diventano centrali nel nostro fare scautismo. Non più strutture che “dirigono” spesso staccate e lontane, ma strutture al servizio che ascoltano e supportano. Difficoltà tante, a cominciare dal trovare il Consigliere Generale giusto, appassionato ma attento al suo territorio, problema soprattutto delle Zone piccole, fino al vero problema: il cambio di mentalità dei Capi e delle Comunità Capi che devono sentirsi protagonisti e attivi nelle loro Zone, rinunciando ad una posizione che talvolta è solo di attesa. Su questo dobbiamo ancora lavorare tutti, senza colpevolizzarci o arrenderci. Anche nella fatica di del nostro essere capo è sempre molto stimolante e di aiuto aprirci. Aprire la nostra esperienza agli altri gruppi della Zona, aprire il nostro Gruppo nella condivisione e nella collaborazione ove possibile, senza pregiudizi e sospetti. 33
Aprirsi vuol dire anche accogliere, idee, esperienze, novità. Non nascondiamoci dietro regole talvolta neanche condivise, per proteggere il nostro equilibrio, tranquillizzare le nostre paure. Poi accogliere gli altri, anche estranei, sempre fonte di arricchimento. Tanto più siamo affaticati tanto più dobbiamo trovare rifugio negli altri, quelli che il Signore ci mette sulla strada.
Ebbene sì, in questo momento di generale difficoltà, perché tutte le zone da Nord a Sud d’Italia vivono grandi difficoltà per carenza di capi, ci siamo ritrovati a confrontarci sullo sviluppo dello scautismo sul territorio. E’ così che ho scoperto che in alcune zone esiste l’incaricato al “mantenimento e sviluppo” (mantenimento perché comunque in zona abbiamo ancora il senso della realtà e non pensiamo solo allo sviluppo…), ho scoperto che, con qualche fatica, qua e là nascono ancora dei nuovi gruppi. È l’effetto soprattutto dell’entusiasmo di qualche parroco e di qualche adulto di buona volontà, con tanta voglia di partire e poco aiuto dell’Associazione che non offre idonei momenti formativi, però un segnale e la convinzione diffusa di quanto lo scautismo sia importante per la formazione dei ragazzi e di quanto potenziale possa ancora esprimere.
Solo in questo modo il nostro fare Zona non sarà solo luogo di gestione di emergenze o conflitti, ma potrà diventare luogo in cui “fare pensiero” come ci richiede la riforma Leonardo. E, forse, questo vuol dire puntare in alto.
Mantenimento e sviluppo. Fra i tanti spunti interessanti di questa tre giorni, ripenso a quel laboratorio in cui mi sono ritrovato (in 500 la scelta del laboratorio è un po’ opinabile) il cui titolo era “ Zona e sviluppo”.
Su questo la Zona raccoglie idee, rilancia, inventa, perché questo è il suo compito. E allora abbiamo condiviso le testimonianze di tante esperienze che anche noi stiamo vivendo o sperimentando: il rientro di vecchi scout o genitori ex scout, l’entrata di
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genitori e adulti mai stati scout, il supporto di gruppi vicini soprattutto nella gestione delle Comunità R/S, l’attenzione alle esigenze educative espresse dal territorio dove non è possibile aprire nuovi Gruppi ma si possono realizzare esperienze educative aprendosi alle multiformi realtà distanti dalle nostre. Poi la circolazione dei R/S in servizio per far accettare subito l’idea che si può fare servizio educativo anche in altri Gruppi.
solo se la proposta avrà un futuro. La sfida è superare l’idea che il solo obiettivo sia quello di seguire le regole: è sempre più necessario seguire quello che ci dice il cuore, imparare a leggere i nostri sentimenti a partire dalle nostre attività, per capire ciò che è veramente importante e indispensabile e rispondere sempre, con i nostri limiti, alle chiamate.
Dovremo sempre più verificare i limiti di un territorio che cambia velocemente perdendo talvolta la sua identità. Le frontiere cambiano, l’ambiente si evolve. Come collaborare con le famiglie quando sono sempre più assenti? La fatica delle Zone che insistono su più Diocesi, fenomeno diffusissimo in tutta Italia, la fatica di comunicare la nostra esperienza e, non ultima la fatica di saper chiedere aiuto. Talvolta dovremmo avere il coraggio di fare il primo passo, di far innamorare gli altri di una proposta, quella scout, che è vita, crescita se e
La riforma Leonardo Con l'obiettivo di avvicinare i singoli scout alle strutture si decide di rilanciare la Zona che è la prima struttura sopra al Gruppo percepita e vissuta. L'Associazione, cresciuta e ricca di differenze, rischia di non essere rappresentata nel suo Consiglio Generale. Da qui la delega a Ciascuna Zona di eleggere almeno un Consigliere Generale. Inoltre, le strutture hanno senso solo se orientate al servizio dei Capi dei quali devono conoscere le esigenze. La Zona posta al centro sarà il luogo dove si progettano le attività utili ai Capi, Regione e Nazionale raccoglieranno e svilupperanno Azioni Prioritarie Regionali (APR) e Strategie Nazionali di intervento (SNI) entrambe provenienti dalle esigenze delle Zone. Nella primavera 2020, il Consiglio Generale farà una verifica intermedia di questa riforma, dopo tre anni di applicazione. La commissione Grande Nibbio si sta occupando di elaborare i precedenti passaggi di verifica ai vari livelli associativi.
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Puntare in alto Keywords: gruppi, coca, opinioni
A cura di Stefano Barberis
Un nuovo anno in Co.Ca.: pronti a sognare Un nuovo anno scout ha inizio e come ogni anno ci troviamo, dopo aver faticosamente messo insieme il pranzo con la cena per preparare le staff e i quadri capi, davanti al nostro cartellone bianco a chiederci: “Che facciamo quest’anno come Co.Ca.? Di cosa parliamo?”.
Ma cosa sono le SNI? Le SNI sono linee guida che, sostituendo il Progetto Nazionale, hanno il compito di ispirare ed orientare l’azione educativa e politica di noi capi nel “hic et nunc” del nostro Paese e della nostra associazione. Le SNI non sono “l’ennesimo documento associativo lungo e borioso”, ma con le loro 4 righe e i loro asciutti concetti fondamentali, possono dunque essere visti come temi di riflessioni, argomenti “che stanno a cuore a noi”, che l’associazione ci chiede di sviscerare e su cui riflettere come Co.Ca.
Le idee non sempre sono tantissime e questo è un peccato, perché purtroppo tante volte come Capi facciamo fatica a vedere nella Co.Ca. il “luogo per noi”, lo spazio per i nostri progetti come capi, come cristiani e come adulti e la stessa riunione di Co.Ca. settimanale diventa così noiosa, stancante e soprattutto una “mera riunione di condominio” in cui, “siccome a Co.Ca. bisogna parlare dei ragazzi”, ci si racconta a turno le esperienze delle varie branche e si organizzano eventi parrocchiali o di gruppo. Diciamocelo: che noia!!! Come può una Co.Ca. così essere sfidante e stimolante per dei giovani capi in cui arde il fuoco sacro del servizio associativo? E per dei capi un po’ più attempati che ormai da TOT anni vengono al lunedì sera a sedersi in sede e aspettano la fine della riunione?
Ma perché come Co.Ca.? Come Co.Ca. proprio perché le stesse SNI ce lo chiedono (nella prima delle tre SNI 2017-2020) evidenziando come la Co.Ca. sia “oggetto prioritario di cui l’Associazione dovrà avere particolare cura (in questi tre anni 2017-2020, ndr), luogo di incontro di diverse generazioni, luogo di scambio, sostegno e condivisione di fatiche e successi. (…) Sarà importante poter riscoprire il ruolo della comunità capi nella progettualità, nella formazione permanente e nella creazione di reti sul territorio, con altre realtà associative ed ecclesiali e con le famiglie.”
Negli ultimi anni spesso ho sentito dire: non sappiamo fare Co.Ca. – i Capi Gruppo non organizzano e non guidano le riunioni – non abbiamo un programma di Co.Ca. – a Co.Ca. parliamo e non facciamo nulla…
Alla luce di questa analisi e delle altre due SNI (Educare al Sogno e Accoglienza), credo che possa essere a questo punto davvero semplice provare a riempire il cartellone del “Che vogliamo fare quest’anno a Co.Ca.” e provare a rendere le nostre riunioni di Co.Ca. meno noiose, tenendo in una mano il Patto Associativo e in un’altra il Progetti di Gruppo.
Proviamo con questo inizio anno a mettere un punto, a fermarci e domandarci (proprio come chiediamo ai nostri ragazzi nelle loro unità): ci piace essere Co.Ca.? Cosa vogliamo fare? Dove dobbiamo andare? Certo queste sono domande molto grandi, che potrebbero spaesarci, se nonché noi non avessimo tre documenti: il Patto Associativo, il Progetto di Gruppo, le SNI. Voglio partire da queste ultime sconosciute: pochi sanno infatti che questo è l’ultimo anno in cui come AGESCI siamo chiamati a lavorare e interrogarci sulle SNI (Strategie Nazionali di Intervento) 2017-2020.
Qui di seguito ho provato a inserire qualche tema e qualche semplice strumento che ci possono accompagnare durante l’anno e che può essere interessante tenere a mente per una buona programmazione dell’anno di Co.Ca. Tuttavia, tengo a precisare che questi temi (costruiti intorno alle altre due SNI) vogliono essere suggerimenti e “macro aree di intervento/ riflessione” partendo dal presupposto che davvero il compito della Co.Ca. è parlare dei nostri 36
ragazzi: ogni OdG/calendarizzazione/scansione temporale dell’anno di Co.Ca. deve essere infatti pronta a essere stravolta per confrontarci su quello che succede nelle nostre unità, staff e ragazzi perché il più grande obiettivo della Co.Ca. è confrontarci sul nostro essere capi per poter rendere il nostro servizio più efficace e migliorare per i ragazzi che il Signore ci ha affidato. OTTOBRE-NOVEMBRE ACCOGLIENZA: svisceriamo questa parola sia a livello delle unità che della Co.Ca.: i) interroghiamoci dopo i passaggi sui ragazzi che sono entrati in gruppo: qual è ora la sua fisionomia? Quali sono le sue necessità? REDAZIONE PROGRAMMI DI UNITA’, ii) nuovi tirocinanti entrano in Co.Ca., perché non pensiamo a un momento “gasante” tutti insieme o a una bella cerimonia in cui ri-testimoniamo la nostra scelta di servizio? Riprendiamo in mano insieme a loro il Patto Associativo e facciamo una verifica del nostro essere capi alla luce di esso e del Progetto Educativo di Gruppo EDUCAZIONE AL SOGNO: non dimentichiamo di sognare anche in Co.Ca.! Decidiamo insieme un unico, chiaro e grande obiettivo per quest’anno, possa essere questo pratico (organizzare il campo di gruppo), formativo (fare un bel percorso di Catechesi) etc.: sarà il nostro Sogno! DICEMBRE ACCOGLIENZA: il tempo del Natale ci porta a interrogarci sul bene che possiamo fare: proviamo a guardare intorno alla nostra sede! Quali sono le emergenze/sfide sociali che il nostro territorio ci chiama a risolvere? EDUCAZIONE AL SOGNO: proviamo a risolverle insieme con i nostri ragazzi mettendoci a servizio insieme! Nel mentre domandiamoci con il PROGETTO DEL CAPO, quanto ci piaccia essere capi, quali sono le sfide come capi singoli che vogliamo raccogliere, quanto crediamo nel nostro servizio e nell’impatto che esso possa avere
GENNAIO – FEBBRAIO (il momento della stanca di ogni anno ) ACCOGLIENZA: le staff hanno ormai ingranato e dopo le uscite di Natale, tra esami e impegni, qualche nodo inizia a venire al pettine! Accogliamoci vicendevolmente e prendiamo tempo per una verifica tutti insieme delle nostre staff (che coinvolga anche un’analisi del ruolo dei nostri R/S in servizio). EDUCAZIONE AL SOGNO: periodo di Thinking Day! Il 22 Febbraio il movimento scout mondiale ci invita a riflettere tutti quanti sullo stesso sogno: perché non svisceriamo questo tema tra noi capi e con i nostri ragazzi? MARZO – APRILE ACCOGLIENZA: siamo una Co.Ca. di uomini e di Cristiani, il Signore ci accoglie così come siamo e anzi ci manda per le strade del mondo. La Pasqua si avvicina e quale momento migliore per un percorso di Catechesi per NOI? EDUCAZIONE AL SOGNO: la primavera è iniziata, usciamo dalle nostre sedi! Perché non organizzare un piccolo evento per il nostro quartiere? O anche solo un bel bivacco di Co.Ca. dove attraverso un’esperienza forte (non il bivacco in macchina a casa del Capo Gruppo!) e nella natura sentirci tutti insieme Scout? MAGGIO - GIUGNO ACCOGLIENZA: l’anno sta per finire ed è tempo di bilanci non solo per il nostro servizio! Proviamo a raccontarci di più di noi stessi: riprendiamo in mano il progetto del Capo e ricondividiamolo anche condividendo le nostre aspettative personali per il futuro, i progetti personali raggiunti nell’anno ecc. Sarà più facile poter chiederci a vicenda le disponibilità a essere a servizio anche per l’anno successivo EDUCAZIONE AL SOGNO: il grande sogno di fine anno è alle porte: il campo Estivo! Raccontiamoci, alla luce anche di una verifica dei programmi di unità, quali sono i sogni che abbiamo in testa per i campi estivi: un esercizio da condividere, non da lasciare in mano alle sole staff.
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Puntare in alto Keywords: metodo, lc
A cura degli Incaricati regionali L/C
Pista e sentieri verso la Partenza Puntare in alto in Branca L/C
Cacciare con il Branco e volare insieme al cerchio è sempre un percorso che, alla fine, porta ad una partenza. Mowgli cresce fino a partire verso il branco degli uomini, mentre le coccinelle arrivano a fare il loro viaggio verso il mare. In entrambi i casi i protagonisti spendono le loro competenze per gli altri, mostrandosi veri e propri uomini e donne della partenza.
La costruzione del Regno, la condivisione, insegnano al Branco e al Cerchio come la comunità sia qualcosa di più grande e più importante dei piccoli desideri personali, così che si impegnano facendo del loro meglio nello spendersi insieme per quel bene comune che iniziano ad intravedere. La scelta politica in branco è quella del capire che “insieme si fa” per il bene di tutti, e non solo il proprio, e di chi risponde “Eccomi” a questo impegno.
I nostri fratellini e sorelline, come loro, si incamminano su quella “strada verso il successo” delineata da BP. Iniziano con una promessa che spesso guardiamo con tenerezza nella sua semplicità, ma che in realtà impegna nel profondo, diventando la pietra d’angolo del loro essere adulti. Ed è proprio da quella promessa che inizia la maturazione delle tre scelte che caratterizzano il nostro percorso.
Questo bene comune, che supera l’egoismo tipico del bambino, si concretizza nell’attenzione verso il prossimo. Un occhio di riguardo che cresce imparando ad essere disinteressato, indiscreto e gratuito. La scelta di servizio in Branco e in Cerchio è la gioia di fare una cosa piccola per qualcun altro, senza che ci si aspetti qualcosa in cambio, ma solo perché scopriamo insieme che è bello.
L’esperienza di Branco e di Cerchio è l’inizio di un cammino gioioso che si riflette in una comunità che prega con la propria vita. Stare insieme, giocare e crescere insieme è già costruzione del Regno, per mezzo di una condivisione all’interno della quale è presente Gesù. Ed è proprio in branco e in cerchio che la scelta di Fede trova il suo appiglio più forte, perché qui i bambini possono trovare un nuovo amico, scoprendo quanto sia bello giocare con Lui e come questo compagno di giochi sia sempre presente.
Ogni volta che noi Vecchi Lupi e Coccinelle anziane, quando giochiamo con i nostri fratellini e sorelline, stiamo sognando con gli occhi di Dio la loro Partenza. Ogni nostra attività deve essere un piccolo passo su una pista e su un sentiero che non sia un prato in cui “perdersi”, rilassandosi o giocando per giocare, quanto il primo pezzo di una strada già ben orientata verso il successo.
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SPECIALITÀ DI SQUADRIGLIA: "leggere attentamente le avvertenze, il prodotto potrebbe avere effetti inaspettati!!!”
Immagina una squadriglia femminile composta da 7 guide: i chiurli. Immagina che siano ben distribuite tra i vari anni e che la capo squadriglia sia Chiara, guida del 4° anno. Immagina che la squadriglia chiurli sia piuttosto eterogenea a livello di personalità delle componenti ma che in comune abbiano tutte la caratteristica di puntare al minimo indispensabile per non dover occupare troppo tempo nella realizzazione di imprese o incarichi. Immagina che i chiurli stiano pensando di prendere la specialità di squadriglia di esplorazione. Immagina ora due capi reparto: Gianni e Massimo. Immagina che Gianni sia Capo Reparto per il secondo anno consecutivo e che tenga al rispetto dei tempi delle attività quasi più che alla qualità delle stesse. Ora immagina invece che Massimo sia un capo giovane appassionato di vita all’aria aperta e che non sopporta di vedere i suoi esploratori e le sue guide sprecare il loro potenziale. Immagina due scenari differenti: uno in cui il capo dei chiurli sia Gianni e l’altro in cui questo capo sia Massimo. Immagina che la squadriglia sia in difficoltà nel trovare un’impresa che le appassioni. Nel primo scenario Gianni dopo riunione trova da ridire a Chiara perché non ha trovato ancora un’impresa da fare e alla fine la aiuta ad organizzare un’uscita di squadriglia sui monti del territorio e di raccontarla poi al reparto con una scenetta. Nel secondo scenario Massimo decide di spronare le ragazze con una missione: percorrere con una guida esperta un sentiero su una via creata per la costruzione di un antico acquedotto, dormire
in una grotta posta alla fine del sentiero e il giorno dopo informarsi sulla storia di un piccolo borgo vicino a dove hanno pernottato. Nel primo scenario i chiurli si fermano alla prima impresa e alla missione data da Gianni: un percorso azimut nella villa comunale del paese. Nel secondo le guide tornano dalla missione con un entusiasmo senza precedenti e capiscono di poter fare grandi cose insieme. Gianni con il suo tentativo di spronare Chiara e con la scelta della sua missione ha implicitamente fatto capire a Chiara quanto poco si aspettasse da lei. Massimo ha ottenuto grandi risultati perché ha dimostrato a Chiara di fidarsi di lei e di ritenerla in grado di fare grandi cose. La specialità di squadriglia è uno strumento fantastico attraverso il quale permettiamo ai nostri ragazzi di sognare insieme, collaborare, progettare, progettarsi, mettersi al servizio dell’altro, sfidare i propri limiti e chi più ne ha più ne metta. Puntare in alto è fondamentale perché fare imprese al di sotto delle proprie possibilità non aiuta i ragazzi a sfidarsi e quindi a crescere come persone. Per farlo è necessario che i sentieri di esploratori e guide siano intrecciati l’uno con l’altro in ogni aspetto della vita di reparto ovvero durante imprese appassionanti in cui i ragazzi sperimentano vere responsabilità. Immagina ora che ci sia un evento in cui le squadriglie di una regione possano fare una grande festa in cui presentano il lavoro svolto e si fanno ispirare da quello degli altri per l’anno successivo. Beh, non devi immaginare l’evento in questione è quello dei Guidoncini Verdi.
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Puntare in alto
Immagina in grande, puoi!
Keywords: metodo, eg
A cura degli incaricati regionali E/G
Andiamo per gradi: come si conquista il Guidoncino Verde?
A tal proposito aspettatevi grandi novità quest’anno: il diario di bordo insieme al sito di branca subiranno un grande restyling.
- Quando inizia e quanto dura il percorso per il tanto desiderato guidoncino verde?
- E la riconferma?
Appena la squadriglia lo decide, comunque il prima possibile, le cose da fare sono tante e più tempo si ha meglio è. Il percorso per la conquistata della specialità si deve concludere entro la fine dell’anno scout in cui si è cominciato.
Per confermare una specialità conquistata l’anno precedente la squadriglia dovrà progettare e realizzare una sola impresa, anche in questo caso sarebbe bene che nella realizzazione le squadriglie facessero un salto di qualità rispetto all’anno prima.
- Cosa si deve fare per conquistare il guidoncino verde?
- Perché nel diario di bordo c’è una parte che devono scrivere i capi?
2 imprese: progettate in consiglio di squadriglia in base ai sogni, alle competenze che ognuno ha e vuole acquisire e alle possibilità che ci offre il territorio. Le squadriglie dovranno realizzare qualcosa di utile e di tangibile (autofinanziamento, incontri con gli esperti ecc. ecc. sono i passi che le porteranno a realizzarlo) e sarebbe bene che tra le due imprese si notasse un salto di qualità.
Perché solo i capi reparto di quella squadriglia sanno se la squadriglia si è impegnata ed ha fatto del proprio meglio per la realizzazione e solo loro possono far capire agli incaricati regionali se la squadriglia si merita o meno il guidoncino. - Ma l’evento di Giugno dei Guidoncini Verdi? L’evento è una grande festa dove le squadriglie si possono confrontare, prendere spunto e perché no divertirsi, non è necessario aver concluso, e neppure iniziato, una specialità di squadriglia basta avere la voglia di mettersi in gioco. E non è neppure necessario partecipare all’evento per conquistare il guidoncino.
1 missione: è lo strumento che abbiamo in mano noi capi per spronare le squadriglie, per abbattere i loro limiti e farle puntare sempre più in alto. La missione può essere data all’inizio, durante o alla fine del percorso, siamo noi che conosciamo la squadriglia e sappiamo di cosa ha bisogno.
Ecco tutto! Non è difficile proporre questa avventura ai nostri ragazzi e stare al loro fianco per spronarli a puntare sempre più in alto.
Il diario di bordo: è uno strumento importantissimo, permette alle squadriglie di tenere traccia del loro percorso dalla prima progettazione alla verifica, dev’essere redatto passo passo.
Vi aspettiamo tutti a giugno sul prato di Vara!
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Osservo, deduco, manifesto? Serve un passo in più.
Keywords: metodo, rs
Puntare in alto in Branca R/S
Puntare in alto
A cura degli incaricati regionali R/S
Jill Pelto, artista e scienziato, ha dipinto molti acquerelli utilizzando i grafici che mostrano i dati sui cambiamenti climatici inserendo nelle didascalie le fonti scientifiche e autorevoli da cui li ha ottenuti. http://www.jillpelto.com
Di fronte al desiderio di fare qualcosa di più per il nostro mondo ti sei mai sentito come perso in una nebbia senza punti di riferimento? Se sì, sei in buona compagnia! In un’epoca di sfide globali è facile percepire le lotte come soverchianti e al di fuori della nostra portata. Spesso ci siamo chiesti se la Politica si stesse annacquando e con essa la passione per il bene comune. Abbiamo visto fiorire diverse forme di partecipazione e di cittadinanza attiva: i comitati di quartiere, le associazioni di cittadini, i gruppi di genitori… spesso iniziative per buone cause, ma queste forme di partecipazione nascondono una pericolosa tentazione: la ricerca del bene particolare e dei singoli. Ci stiamo disinteressando dei grandi temi globali e dei diritti e dei doveri di tutti, a favore di azioni a breve termine nel tempo e a piccolo raggio nello spazio (la città, il quartiere, la singola scuola, a volte la via…)?
Qualche anno fa usciva un testo di due psichiatri, Benasyang e Schmit, operanti nel campo dell’adolescenza: “L’epoca delle passioni tristi”. Il riferimento alla definizione di Spinoza era utilizzato per raccontare il pervasivo senso di impotenza delle nuove generazioni di fronte ad un futuro che non ha più nessuna prospettiva di redenzione o di progresso sociale. Guardando i ragazzi, spesso i nostri ragionamenti si fermano a una prima analisi di spettatori inermi di tutto ciò che succede a vista di uno smartphone. Ma come capi le nostre analisi non possono fermarsi a questo livello. Noi capi adulti, siamo capaci di una visione creativa del futuro? Durante le manifestazioni per il clima, i Fridays For Future, i ragazzi hanno manifestato, palesato, ostentato il loro grande desiderio di un mondo diverso. E lo stanno facendo in tutto il mondo. Quel cuore pieno di sogni e desideri che prima faticosamente tentavamo di leg-
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gere tra le emotività nascoste e le speranze a breve termine dei ragazzi è emerso con una forza travolgente … e quanti RS erano tra le file di quei cortei! Sono i ragazzi e le ragazze in manifestazione che stanno tracciando un sentiero di vera politica, perché scendono in piazza per una questione che riguarda tutti.
Allora puntare in alto è andare nel profondo dei sistemi complessi, andando un po’ oltre gli slogan e provando a guardare nel profondo il baratro sociale ed economico che abbiamo sotto i piedi. I Capitoli ci consentono di andare nel profondo dei problemi evitando sentenze affrettate e pensieri superficiali, capire quali sono le azioni umane più devastanti e ad alto potere inquinante, individuare responsabilità, capire quali le forme più fantasiose ed efficaci di contrasto, quali sono le forme di inganno (i green-washing, le illusioni sulle potenzialità dell’elettrico e delle eco-frottole a livello individuale, aziendale, politico). Il Servizio ci consente di toccare con mano le periferie umane ed ambientali che la cultura del “progresso” infinito e dello scarto di cui siamo figli e di cui tutti noi beneficiamo hanno creato. A volte basterebbe seguire nella nostra vita lo stile scout. La conversione ecologica* si nutre di coraggio. Chiedere più coraggio in politica e fare scelte personali coraggiose, concrete e verificabili: la sfida è aperta, le comunità RS sono chiamate ancora una volta ad essere contesti generativi di cambiamenti individuali e collettivi.
È stato molto emozionante, ma che lettura possiamo dare a questo evento? Sicuramente sta succedendo qualcosa di nuovo, e forse anche noi dovremmo un po’ ripensare a come intercettiamo queste istanze. Qual è il compito di noi capi che camminiamo in manifestazione con i ragazzi o ne parliamo con loro i giorni successivi? Crediamo che puntare in alto in branca RS sia fidarci di loro e di questo entusiasmo, guardarlo con ammirazione e gratitudine, camminare a fianco a loro in questo sentiero tracciato, chiedendo però un passo in più. Un Rover e una Scolta che partecipano alla manifestazione o che credono nei valori dei Fridays for Future sono un ragazzo o una ragazza che vanno a casa o a riunione e si documentano, cercando di affrontare quella complessità che caratterizza la nostra società e dentro alla quale si annidano i peggiori sistemi di generazione del male e di responsabilità difficili da attribuire (vedi le “strutture di peccato”, molto eloquenti quando si affronta il tema di responsabilità sociali e ingiustizie).
*(Laudato Si’, papa Francesco, vv 216 e seguenti.)
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Arte, Scout e Rock&Roll
A cura di Andrea Borneto
Aquile Randagie, il film. Sale piene in Liguria e in tutta Italia per il film evento sull'Antifascismo Scout
Una storia da raccontare, questa la premessa di chi ha voluto fortemente questo film, quella Storia aderente al nostro patto associativo che ci chiama in campo: Siamo Antifascisti!
Il 9 aprile 1928 lo scautismo fu dichiarato soppresso dal Consiglio dei ministri. Ma un gruppo di ragazzi disse no. Si chiamavano Aquile randagie. Ragazzi del gruppo di scout di Milano e Monza continuarono a svolgere attività scout in clandestinità, utilizzando la Val Codera (provincia di Sondrio) come luogo per le attività, i campi estivi, i fuochi serali. Li guidavano Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, detto Baden, e Giulio Cesare Uccellini, capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly. Questo film è lodevole nell’intenzione ma meno nella realizzazione anche se intercetta un’urgenza etica, perciò anche politica, della nostra società. È sul piano della necessità storica e memoriale che il canto delle aquile randagie va ascoltato, assimilato e tramandato: “CIÒ CHE NOI FUMMO UN DÌ, VOI SIETE ADESSO. CHI SI SCORDA DI NOI, SCORDA SE STESSO!” La distribuzione mirata e capillare in tutto il territorio nazionale e la generosa affluenza degli scout italiani hanno premiato il film con un sorprendente botteghino (408 mila euro di biglietti staccati), sale piene e 15mila spettatori al primo giorno di programmazione, che con i suoi 96mila euro di incasso è stato secondo solo all’ultimo film di Tarantino.
Keywords: arte
Memoria di valori e non di opinioni, che si pone oltre la paura del ricatto compromissorio che da ieri si tramanda fino ad oggi.
Per onestà se analizziamo sotto una lente critica l’opera prima di Gianni Aureli noteremo una certa acerbità registica data dall’inesperienza. Tanta innegabile passione ma poco controllo del mezzo cinematografico, la buona volontà è sfociata in un fervore argomentativo troppo enfatico e verboso che hanno messo in luce le ingenuità di scrittura e di messa in scena che di fatto hanno spezzato il ritmo della pellicola. Tutti errori perdonabili, sia chiaro, fare un film è una vera e propria impresa e farlo da indipendenti è ancora più faticoso, infatti il risultato visibile è quello di un grande lavoro di squadra migliorabile su alcuni aspetti. Encomiabile la preparazione storiografica e l’approfondimento tramite le fonti, elementi essenziali nel racconto di una storia vera. Lo sforzo di tornare a ripensare quel tempo, l’importanza di conoscere queste persone e quello che hanno fatto, la sensazione di immersione visiva in quella valle tanto cara a noi (la Val Codera) sono riusciti ad offuscare i difetti e le imprecisioni. Memorabili i titoli di coda con le riprese originali dei campi delle aquile randagie, i loro volti reali ci interpellano oltre lo schermo: non saranno (super)eroi ma sono quei giovani ribelli che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia dello scautismo. 43
Arte, Scout e Rock&Roll
A cura di Stefano Cavassa
Keywords: arte
Stella di Giorgio Poi Settembre di nuovi propositi. Settembre di abbronzature che, ottimisticamente, si cerca di mantenere. Settembre di nuove prospettive. Il ritorno dalle vacanze è spesso il momento giusto per fare il pieno di nuovi progetti venuti su come funghi grazie alle passeggiate in montagna o in riva al mare. Chiudi gli occhi che tanto è un attimo.
Stella di Giorgio Poi è un balsamo per resistere a quell’immancabile sensazione che, puntualmente, arriva qualche giorno o settimana dopo. Quando tutti quei progetti, fatti rosolare bene sotto il sole dell’estate, ora assomigliano a salsicce bruciacchiate e si riducono via via. Giorgio Poi racconta di come resistere al senso di scoramento e al mondo che, come una pallina su un piano inclinato, naturalmente ci riporta alla normalità, ridimensiona, smorza e sminuisce. Ti giuro, io non ho paura di volare, ho paura di cadere.
Varcata la soglia di casa non è immaginabile sconfitta e i nuovi (o vecchi) obiettivi sono tutti alla portata. Anzi, se ci si sofferma un po’ sembra già possibile assaporare il dolce gusto del successo. E si guarda già oltre al traguardo successivo.
Stella urla senza mezzi termini: - Ma chi l’ha detto? Esalta i ragionamenti che sotto l’ombrellone sembrano ovvi e ci portano a fantasticare. Un lago se ho capito bene è il riassunto del mare; dormire è la radice quadrata di quando si muore; un iceberg è il fratello maggiore di un ghiacciolo al limone.
Con il sorriso sulle labbra si racconta agli amici cosa si farà. L’entusiasmo traboccante è contagioso e non fa scattare solo una catena di iscrizioni in palestra (sono comunque le più gettonate) ma anche tanti progetti un po’ folli e bislacchi che, però, al solo pensarci, fanno sorridere…fanno sentire vivi.
Parla per immagini.
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Il bambino esaltato ha il mento in alto e gli occhi puntati al cielo e ha scoperto una stella...e guarda come brilla, fortuna che c’è.
Link Spotify: https://open.spotify.com/ track/7GkjWTeKhhDp4XBluI4yLG?si=8Epk61ZkQR-sp6GVAwNhjA
E cosa importa se è un pezzo di ferro con su scritto EasyJet? Magari da quella stella che invece è un aereo, nasceranno nuove passioni, desideri di scoprire e informarsi, altri progetti, magari migliori e più solidi…
Link YouTube: https://www.youtube.com/ watch?v=H_4r6zv-vBM
Chi lo sa? È una partita con la palla di vetro. Dentro c’è il futuro che è un po’ come il ritorno dalle vacanze. Da vivere sempre con gli occhi ardenti di quel bambino.
Preview: Con la sua Stella Giorgio Poi ci ricorda che sognare non è solo chiudere gli occhi e lasciarsi andare ma continuare a farlo anche quando il gioco si fa duro.
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Bacheca Le Gioiose
A cura di Filippo Guiglia
Keywords: regione, basi
Curiosità sulla base di Vara 1. CASA PINO RIVELA LA NOSTRA IGNORANZA!
Tutti abbiniamo il nome di Casa Pino al grande albero che le sta affianco. I più attenti, però si saranno accorti che non si tratta di un albero di pino, bensì di un bellissimo abete!
ta La Romana e in una grande casa isolata conosciuta come villa del Rostiolo.
2. ENERGIE RINNOVABILI
Nascosta sottoterra è celata una turbina idroelettrica che sfrutta l’acqua in uscita dal troppopieno delle cisterne interrate sopra a campo 5. L’energia prodotta alimenta un sistema di resistenze elettriche che impedisce il congelamento dell’impianto idrico nei mesi invernali.
4. PIEVE ROMANA
3. PARTIGIANI E REPUBBLICANI
Fonti del Movimento Sociale Italiano ritengono che essi furono uccisi dai partigiani in quello che chiamarono eccidio del Manfrei. Mentre le ultime ricerche del 2018 portano a escludere completamente tale ricostruzione giudicata un “crimine partigiano” inventato di sana pianta.
Nei giorni a cavallo del 25 aprile del 1945, mentre sta finendo la Seconda guerra mondiale due gruppi di Marò del Battaglione San Marco furono fatti prigionieri dei partigiani nelle concitate fasi di liberazione di Genova e dell’entroterra. Essi furono rinchiusi in una località chiama46
Oggi ricoperta dalla vegetazione e mezza distrutta, la costruzione davanti alla Casa Romana è (era) la Pieve di Sant’Alberto, protettore dei chiodaioli (lungo le mulattiere si snodavano le file di muli che trasportavano oltre ai legnami per la costruzione delle navi, anche il ferro grezzo che veniva lavorato nella valle, specie per i “chiodi di Masone” con testa rettangolare), fabbricata verso la fine del 1600 ed è la più antica della Valle dell’Orba di cui si ha memoria documentata.
Nel 1745 fu acquistata la casa del cappellano della Pieve mantenuto dagli abitanti di Vara fino al 1824 a condizione che “questi insegnasse a leggere e a scrivere a tutti i figliuoli che li saranno mandati”.
9. COME RISPARMIARE
Campeggiare in periodo diverso dal 15 luglio – 15 agosto conviene! In alta stagione, infatti si applicano tariffe più alte e la Base è più affollata, mentre a giugno, nella prima metà di luglio o fine agosto la Base offre maggiore tranquillità e costi ridotti.
Per i bivacchi, invece, prova l’offerta due notti al prezzo di una! Arrivi in base il venerdì sera (sfruttando il fatto che molte scuole sono chiuse al sabato) e riparti la domenica. Il bivacco sarà così più incisivo e affascinante per i ragazzi allo stesso prezzo!
5. GALLERIE SEGRETE
Sotto la cappella di Santa Filomena di casa Mugnoli si estendevano un pozzo e un cunicolo che portava all’esterno, esplorati molti anni fa dal parroco di Vara, don Principe, che vi ritrovò numerosi documenti che consentirono di ricostruirne la storia. Ora il pozzo e il cunicolo sono stati murati e sono inaccessibili.
6. SCOUT DA TUTTO IL MONDO
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La base ha ospitato - in piena rispondenza con l’art. 4 della nostra legge - scout da 4 continenti e da oltre 20 Stati diversi. I più lontani dal Canada e dalla Thailandia. Il campo internazionale Macramè nel 2004 riunì oltre 1000 EG da tutto il Mediterraneo!
7. VESCOVI E CARDINALI
All’inaugurazione della Base presenziò il cardinale Giuseppe Siri, originario di Vara Superiore che ben ricordava i prati per avervi giocato da piccolo!
Nel corso degli anni la Base ha poi ospitato oltre 8 vescovi (Genova, Savona e Acqui)
8. EXTRATERRESTRI
Nel 1993 sui prati della Base venne girata una puntata della trasmissione televisiva “Misteri” in onda su Rai 2. Raccontava di uno scout che diceva di aver avuto venti anni prima un incontro con gli alieni durante il campo estivo. La trasmissione ebbe grande successo e il clan del Ge 52 aiutò la Rai divertendosi molto. Chissà se gli alieni erano atterrati veramente? 47
MAMMUT
Avete presente il componente di plastica che si usa per unire i vari cavi elettrici chiamati Mammut dal nome della ditta che li produceva? nel 1978 tale società era fallita e il tribunale mise all’asta, in un unico lotto, case e terreni che possedeva.
Nel 2009 Agesci Liguria rileva la proprietà di Scoiattolo diventando l’unica proprietaria di tutta la Base.
Come potete immaginare si trattava dei prati e delle case che ben conosciamo (oggi Pino Quercia e Mugnoli).
All’asta eravamo solo noi e per 27 milioni di lire la base fu aggiudicata alla Cooperativa Lo Scoiattolo!
Il 16 gennaio 1979 si formalizzò l’atto e da quel momento la Base ha ospitato migliaia di scout diventando una delle Basi più grandi di Italia!
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ACQUISTI E DONAZIONI
A partire dal nucleo iniziale la Base si è ingrandita progressivamente aggiungendo nel 1994 il Mulino e i terreni adiacenti (grazie alla generosa donazione di un capo storico di Pegli), nel 2009 Casa Romana e i terreni adiacenti (grazie ad un’altra generosa donazione di un capo storico) e vari altri terreni comprati via via.
Nei pressi della base troviamo alcuni alberi particolarmente famosi! Il più vicino a noi è il Tiglio Monumentale della Miculla in località Pianpaludo (a meno di un’ora a piedi dalla Base) un maestoso tiglio di circa 200 anni, alto 25 metri e con una circonferenza di circa 4,05 metri.
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ALBERI SECOLARI
PRESENZE
Oltre 100.000 persone hanno campeggiato a Vara negli ultimi 40 anni, per un totale stimato di 350.000 notti di pernottamento, con una presenza di circa 4.000 presenze all’anno negli ultimi periodi.