Fondamentale ottobre 2022

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Numero 4 - ottobre 2022 Numero 4ottobre 2022Anno LAIRC EditorePoste Italiane spa Sped. in Abb. Postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 LO/MIISSN 2035-4479 TEST Batterie genetiche per la cura del cancro al seno DIGITAL HEALTH In contatto col medico anche a distanza Salvatore Pece, da Foggia a Milano A TUTTA VELOCITÀ VERSO LA CURA DEL CANCRO

ottobre 2022

In questo numero:

04 VITA DA RICERCATORE

Ventisette lettere di rifiuto e tante cure contro il cancro

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I traguardi dei nostri ricercatori

CANCRO DEL SENO

Analisi genetiche in batteria per scegliere la cura del tumore

DIGITAL HEALTH

Le app sul cellulare, un accesso privilegiato al proprio medico

SANITÀ

Sopravvivere è anche una questione di equità

TESTIMONIANZE

Un impegno etico in memoria di un’amica

NOTIZIE FLASH

Dal mondo

BORSE iCARE-2

Prendersi cura dei giovani ricercatori

IFOM

Dal freddo al caldo grazie alla chemioterapia

RICERCA CLINICA

Un concetto sfuggente guida la scelta delle cure

TRATTAMENTI

Approcci diversi per rendere più efficace l’immunoterapia

SOLIDARIETÀ

Il lascito, la scelta più ragionata della vita

ALIMENTAZIONE

Colazione dolce o salata, l’importante è non saltarla

RACCOLTA FONDI

Nastro rosa e partner

PROGETTI EDUCATIVI

Dalla didattica STEAM all’educazione alla salute, per il back to school di AIRC

TESTIMONIANZE

I Giorni migliori per la ricerca sul cancro

SPECIALE COMITATI

Le iniziative dei nostri Comitati regionali

IL MICROSCOPIO

Avanti con tenacia e paziente continuità

FONDAMENTALE

Anno L - Numero 4

Ottobre 2022 - AIRC Editore

DIREZIONE E REDAZIONE

Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro ETS Viale Isonzo, 25 - 20135 Milano tel. 02 7797.1 - airc.it - redazione@airc.it Codice fiscale 80051890152

Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 128 del 22 marzo 1973.

Stampa Rotolito S.p.A.

DIRETTORE RESPONSABILE Niccolò Contucci

Dalla ricerca di base la conoscenza arriva al letto del paziente

AIRC e UE a fianco dei giovani ricercatori

Un equo accesso alla conoscenza migliora l’esito delle cure

La sfuggente misura della qualità di vita

CONSULENZA EDITORIALE

Daniela Ovadia (Agenzia Zoe)

COORDINAMENTO EDITORIALE Anna Franzetti, Simone Del Vecchio

REDAZIONE

Simone Del Vecchio

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Umberto Galli

TESTI

Cristina Da Rold, Riccardo Di Deo, Cristina Ferrario, Carlotta Jarach, Antonino Michienzi, Daniela Ovadia, Elena Riboldi, Fabio Turone

FOTOGRAFIE E ILLUSTRAZIONI

Giulio Lapone 2022, Lucia de Marco 2022

Fondamentale è stampato su carta certificata e proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

SOMMARIO FONDAMENTALE
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TANTI MODI PER AIUTARE LA RICERCA.

• con conto corrente postale n. 307272;

• con carta di credito, telefonando al numero verde 800 350 350, in funzione tutti i giorni 24 ore su 24 o collegandosi al sito airc.it;

• con un piccolo lascito nel suo testamento; per informazioni, airc.it/lasciti oppure tel. 02 77 971;

• in banca: UBI Banca S.p.A

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ATTENTI ALLE TRUFFE

AIRC non effettua la raccolta fondi “porta a porta”, con incaricati che vanno di casa in casa.

Nel caso dovesse succedere, stanno tentando di truffarvi. Denunciate subito la truffa chiamando il numero unico per le emergenze 112.

Andrea Sironi

Presidente AIRC

L’importanza della divulgazione

Torna anche quest’anno nel mese di ottobre la campagna Nastro Rosa, per racco gliere fondi a favore della ricerca sul tumore al seno. Come noto, fra i ricercatori finanziati da AIRC ci sono eccellenze assolute in questo specifico settore dell’on cologia e tutti noi seguiamo con grande attenzione i continui progressi della ricer ca e delle terapie. In particolare, la copertina e l’articolo principale di questo numero sono dedicati a Salvatore Pece dell’IEO, che ha da poco scoperto un possibile tallone d’Achille per colpire alcuni tipi di tumore al seno aggressivi, mentre in un altro articolo Lucia Del Mastro, professore ordinario di oncologia medica presso l’Università degli studi di Genova e volto per AIRC della campagna Nastro Rosa, ricorda come l’impiego di test genetici sviluppati di re cente consenta di individuare le pazienti che potrebbero evitare trattamenti chemioterapici e le connesse conseguenze.

Un articolo di questo numero è invece dedicato alle borse di studio iCARE-2, cofinanziate da AIRC e dall’Unione europea: si tratta di un segnale importante della crescente apertura internazionale della nostra Fondazione e al contempo dell’intensa attività di collaborazione con le istituzioni, sia italiane sia europee.

Una strada che per AIRC è stata tracciata dalla storica campagna I Giorni della Ricerca, la quale prenderà avvio il 6 novembre e vedrà coinvolte come sempre al fianco di AIRC la Pre sidenza della Repubblica e la nostra televisione di Stato (RAI).

Infine, in questo numero dedichiamo uno spazio anche all’impatto delle disuguaglian ze sociali sulla prevenzione e sulle terapie oncologiche, un tema particolarmente rilevante, specie per chi si occupa di politiche sanitarie. Un recente rapporto dell’organizzazione Can cer Research UK evidenzia come oltre 30.000 casi di cancro diagnosticati nel Regno Unito siano legati a iniquità sociali. In pratica, lo studio evidenzia come le persone dallo status so ciale più basso abbiano una maggiore probabilità di ammalarsi di tumore rispetto a coloro che appartengono a ceti sociali più elevati. Le cause di questo fenomeno sono molteplici e includono gli stili di vita, gli screening periodici e altro ancora.

Si tratta di un problema che richiede anzitutto l’attenzione di chi è chiamato a disegnare le politiche sanitarie di un Paese avanzato come il nostro, dove le disuguaglianze sociali ed economiche si sono purtroppo accentuate negli ultimi anni. Esso evidenzia tuttavia anche il ruolo cruciale dell’importante attività di divulgazione svolta da tempo dalla Fondazione AIRC.

Fondamentale per il cancro al seno

Alcuni articoli di questo numero di Fondamentale sono dedicati alla salute del seno e sono riconoscibili grazie al simbolo del Nastro Rosa

GIUGNO 2022 | FONDAMENTALE | 3 EDITORIALE
OTTOBRE

lettere di rifiuto e tante cure contro il cancro

a cura di FABIO TURONE

Speriamo che funzioni!” recita il cartello appeso al muro nello studio di Salvatore Pece all’IFOM-IEO Campus di Milano. O meglio, quello è il significato della traduzione di una frase altamente simbolica per chi conosce l’ebraico e la storia della genesi secondo i testi talmudici, e che era molto cara anche al chimico premio Nobel Ilya Prigogine. “Si dice che l’invocazione ‘halway sheyaamod’ sia stata pronunciata dal Creatore dopo numerosi tentativi, ventisette per la precisione, andati male” spiega Pece, che altrettanti tentativi falliti dovette fare prima di riuscire a entrare, alla non più tenera età di 34 anni, in un laboratorio di ricerca d’avanguardia negli Stati Uniti, dopo anni di lavoro divisi tra la ricerca di base in ambito microbiologico e infettivologico e l’attività come medico nella nativa Puglia. Un passaggio necessario per sperare un giorno di dare un contributo significativo alla cura del cancro, come è riuscito effettivamente a fare nella terapia del tumore al seno parecchi anni più tardi, con l’aiuto di AIRC.

Caso e necessità

“La vita si evolve nell’incontro tra caso e necessità” ama dire Pece facendo riferimento a un famoso saggio del biologo Jacques Monod, che con Prigogine e Isabelle Stengers ha lasciato un segno profondo nella sua formazione di scienziato. La scelta della facoltà di medicina era stata per alcuni versi casuale, perché alla fine del liceo scientifico frequentato con ottimi voti a Foggia era altrettanto interessato agli studi di scienze politiche e di filosofia. Nella città pugliese viveva con il papà Angelo, piccolo imprenditore edile, e la mamma Maria Cristina, casalinga, salvo tornare per le vacanze estive nella natìa Accadia, a una cinquantina di chilometri, paese dell’Irpinia la cui torre dell’orologio continua a considerare ancora oggi, come da bambino, il centro del mondo.

“Ero particolarmente bravo a scuo-

VITA DA RICERCATORE Salvatore Pece Ventisette
La vocazione scientifica può nascere anche dall’impegno sociale e dalla passione per la filosofia, così come le scoperte di base, come quella sulla proteina CDK12 nel cancro al seno, possono portare dritte alla cura del paziente “

la ma socialmente rissoso” rievoca sor ridendo. “Avevo difficoltà ad adattare sentimenti e idee agli schemi della vi ta sociale, che consideravo non rispettosi della dignità umana.” Per questo in quegli anni si appassionò ai libri di filosofia, in particolare quelli che af frontavano il problema dell’alienazione dell’individuo nel lavoro e nella società, ai testi della teologia della liberazione e alla musica, dividendo il tempo tra la biblioteca, l’impegno sociale e un organo che suo padre gli aveva comprato con enormi sacrifici pur di non prendergli l’agogna ta motocicletta, e che gli permetteva di suonare le note delle arie di Bach ma anche il rock progressivo dei Pro col Harum e delle Orme. “’A wither shade of pale’ e ‘Uno sguardo verso il cielo’ erano canzoni perfette per quello stru mento” commenta.

conta. “Dopo tre anni a Perugia, diven tò necessario riavvicinarmi a casa e mi trasferii all’Università di Bari. Allora per me fu un dramma, ma si rivelò una fondamentale tappa per la mia vita e la mia carriera.”

Tra scienza e società

L’importanza del viaggio

Impegno sociale e curiosità scientifica

La decisione di iscriversi a medici na è influenzata dall’opera e dalla figura di Giulio Alfredo Maccacaro, direttore dell’Istituto di biometria e statistica medica dell’Università di Milano e fondatore di Medicina democratica, movimento di lotta per la salute. Questa scelta gli sembrava tenere aper te tutte le porte per compiere, dice citando lo stesso Maccacaro, “il viaggio più meraviglioso, non quello intorno al mondo, ma quello intorno all’uomo – così sempre nuovo e diverso, con tut ta la sua grandezza e la sua miseria, con l’universo del suo amore e del suo do lore”, prevedendo per sé una vita “con il marchio della radicale incertezza”. La scelta dell’università ricade sulla cit tà di Perugia. “La mia famiglia viveva in quegli anni una situazione economica difficilissima, anche perché mio papà Angelo aveva avuto un ictus che ave va stravolto la sua situazione lavorativa. Scelsi l’Università di Perugia perché era quella che offriva il massimo supporto agli studenti – l’alloggio al la casa dello studente, la mensa, i libri – e assegnava borse di studio non solo per reddito ma anche per merito” rac

A Bari si laurea nel 1989 (con lode) e, mentre completa il dottorato di ricerca in scienze infettivologiche (sempre con lode) che porterà a termi ne quattro anni più tardi, comincia a lavorare come guardia medica e facen do sostituzioni per i me dici di medicina genera le, dopo un breve periodo all’estero presso il laboratorio di farma cologia cellulare e molecolare della Fa coltà di farmacia dell’Università di Stra sburgo. Al termine del dottorato, entra nella scuola di specialità in microbiolo gia e virologia, di cui frequentava il la boratorio, occupandosi di diagnostica dell’AIDS e di patogeni opportunisti, il nuovo flagello che in quegli anni miete va vittime soprattutto tra omosessuali e tossicodipendenti, unendo a questo un impegno diretto per diffondere cultura della prevenzione e intervenire sul disa gio in varie fasce della marginalità.

Completata la specializzazione (con lode), ottiene un posto come ricercato re in patologia generale all’Università di Bari, e qui di nuovo il caso intervie ne a mettere sulla sua strada un ricercatore di pochi anni più vecchio di lui, che, dopo essersi formato a Napoli e aver trascorso lunghi periodi al Natio nal Cancer Institute di Bethesda, aveva ottenuto la cattedra di professore associato in patologia generale proprio a Bari: “Quello con Pier Paolo Di Fiore è stato un incontro determinante per la mia vita, che mi fece comprendere la necessità di fare esperienza in laborato ri all’avanguardia per continuare a fare il mestiere del ricercatore. Così maturò la decisione di andare negli Stati Uniti. Avevo però 34 anni, e a quell’età di soli to si è già tornati dagli USA”.

La decisione di varcare l’oceano na sce da una necessità così forte da non la sciarsi scoraggiare dalle 27 lettere di di niego, ricevute da altrettanti laboratori di scienziati oltreoceano contattati, che giudicavano la sua formazione e la sua età non adeguate all’inizio di un percor so di ricerca scientifica. È il 1998 quan do viene accettato ai National Institu tes of Health di Bethesda, nel laborato rio di Silvio Gutkind, al quale lo lega an cora oggi una grande amicizia. Gli inizi furono molto difficili, lontano dalla sua famiglia che era rimasta in Italia, e con la difficoltà di imparare a muoversi nel mondo della ricerca oncologica moleco lare avanzata, ma le soddisfazioni pro fessionali arrivarono a breve: già dopo sei mesi firma il suo primo ar ticolo scientifico con la presti giosa affiliazione degli NIH e per celebrare l’evento utiliz za i primi stipendi per realiz zare il sogno di possedere una Harley Davidson, che compra usata da un tenente colonnel lo dei Marines, e che possiede ancora oggi a distanza di qua si 25 anni (e la cui targa del Maryland è oggi incornicia ta e appesa al muro nel suo uf ficio, con l’immancabile slo gan in inglese: “Non è la desti nazione… è il viaggio”). “Com prare una Harley era un desiderio fin da bambino” dice sorridendo e mostrando il modellino di una moto di cui si è in namorato all’età di 5 anni, vedendolo esposto in una vetrina di una drogheria del vicino mercato rionale dove era soli to andare con sua madre Maria Cristina.

Salvatore Pece in sella alla sua Harley Davidson

Marcatori di sensibilità

Il viaggio della ricerca – ispirato da quello che chiama il “fascino della pos sibilità di scoprire meccanismi nuovi” – lo riporta a Bari, e da lì all’Universi tà Statale di Milano, dove oggi Pece è

In questo articolo: medico ricercatore tumore della vescica cancro al seno
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VITA DA RICERCATORE

disegno di protocolli clinici per il tratta mento delle pazienti con tumori a eleva ta espressione di CDK12, usando sche mi di terapia a base di metrotrexato da utilizzare sia nel contesto della terapia neoadiuvante pre-operatoria, in combi nazione con antracicline e taxani, sia in pazienti con metastasi su cui non han no funzionato le terapie standard.

Al letto del paziente

Salvatore Pece con il suo gruppo di ricerca

professore ordinario di patologia genera le, e allo IEO, dove inizialmente è accolto nel laboratorio di Di Fiore, per poi diventare responsabi le del Laboratorio di ricerca sui tumori ormono-dipendenti e patobiologia delle cellule staminali e coordinatore dell’Unità di patologia digitale e mole colare del Dipartimento di oncologia sperimentale.

Le sue ricerche pub blicate su riviste inter nazionali studiano i meccanismi molecola ri alla base dell’aggressività dei tumori e della loro resistenza alle terapie, e in particolare i processi che determinano la comparsa delle cellule staminali tu morali nel cancro del seno, della vescica e della prostata. L’ultima di queste sco perte, nel maggio di quest’anno, riguar da il ruolo di una specifica proteina, la chinasi ciclina-dipendente 12 (in ingle

Un possibile marcatore per scegliere la miglior cura

se cyclin-dependent kinase 12, da cui la sigla CDK12). Il gruppo di Pece ha sco perto che le forme di tumore del seno in cui la CDK12 è presente in gran quanti tà sono più aggressive, tendono più fa cilmente a dare luogo a metastasi e a svi luppare resistenza alle comuni chemio terapie a base di taxani e antracicline, at traverso una modificazione patologica del metabolismo cellu lare. Ma proprio questo meccanismo finisce per costituire il punto di vulnerabilità tumorale a farmaci antimetaboli ci specifici come il me trotrexato, il cui utilizzo è stato penaliz zato in passato per la mancanza di mar catori di risposta specifici. Gli elevati li velli di CDK12 nel tumore possono così essere sfruttati per la terapia personaliz zata delle pazienti con tumori mamma ri chemioresistenti.

In collaborazione con i colleghi on cologi dello IEO, Pece sta lavorando al

In anni recenti Pece ha aggiunto alle sue passioni le barche di legno a vela storiche, e quando possibile si ritira a leggere e scrivere nella sua “Kalliste” (la più bella, in greco), acquistata di se conda mano e da lui risistemata sfruttando la versatilità nel lavoro manuale che è la grande eredità di suo papà Angelo, attraccata sul Lago Maggiore e le cui foto tappezzano in gran numero le pareti del suo studio. Ce n’è una in cui, al giro di boa in una regata di vele storiche, Kalliste appare in testa (“ma è solo un effetto del teleobiettivo, e una piccola civetteria. In realtà sono arri vato secondo” confessa). Anche se il lago non permette di raggiungere destinazioni lontane, oggi è uno dei modi con cui riesce a resistere almeno in par te alla “sirena della scienza” che, mentre offre il “privilegio straordinario” del continuo viaggio di ricerca, in cui la de stinazione dell’oggi è una nuova occasione per ridispiegare le vele al vento e continuare all’indomani, richiede pas sione e dedizione, limitando il tempo che è possibile dedicare ad altri ambi ti della vita.

“Maccacaro diceva che la scienza, qualsiasi scienza, ha un unico scopo, un unico valore, un’unica dignità: allevia re all’essere umano la fatica di diventa re migliore” spiega Pece, che all’attivi tà e alla missione del medico è rimasto molto legato. “La ricerca scientifica mi ha dato la possibilità di compiere questo viaggio di cui solo oggi comprendo pie namente il senso, e se riesco a contribu ire con le mie ricerche a concrete e nuo ve possibilità di terapia, sono di nuovo al letto del paziente.”

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Vecchie impalcature

L’invecchiamento dell’impalcatura delle cellule dà il via a una cascata di segnali ed eventi che alimenta i processi di invecchiamento dell’intero organismo. Molte molecole sono implicate in questo meccanismo, ma tra queste sembrano avere un ruolo rilevante la proteina YAZ, che legge le variazioni delle caratteristiche meccaniche dell’ambiente, e una proteina di allarme denominata cGAS–STING,

I TRAGUARDI DEI NOSTRI che dà il via ai processi infiammatori tipici dell’invecchiamento. È quanto hanno scoperto e pubblicato sulla rivista Nature un gruppo di ricercatori del Dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova e di IFOM, coordinati da Stefano Piccolo. La scoperta potrebbe portare ora a identificare sostanze che, interferendo con l’attività di cGAS–STING, rallentino l’infiammazione e i processi di invecchiamento.

Alla base della leucemia linfoblastica acuta di tipo T

Uno studio pubblicato su Frontiers in Immunology descrive un meccanismo coinvolto nello sviluppo della leucemia linfoblastica acuta (LLA) di tipo T quando è causata dalla modificazione di una via biochimica che coinvolge molecole dette Notch. I ricercatori coordinati da Isabella Screpanti hanno evidenziato un coinvolgimento delle cellule soppressorie di derivazione mieloide, un gruppo eterogeneo di cellule in grado di inibire la risposta immunitaria favorendo la progressione del cancro, già descritte nei tumori solidi ma il cui ruolo è meno chiaro nei tumo-

ri ematologici. Restano diversi aspetti da studiare, ma uno sembra chiaro e riguarda l’interleuchina-6, la quale promuoverebbe l’espansione delle cellule soppressorie. Gli esperimenti condotti su animali da laboratorio e colture cellulari hanno mostrato una riduzione di queste particolari cellule a seguito dell’utilizzo di inibitori dell’interleuchina-6. Lo studio potrebbe portare in futuro alla valutazione di nuovi biomarcatori ed eventuali bersagli terapeutici.

Un viaggio verso i linfonodi artificiali

Nuovi risultati nell’ambito della ricerca sui linfonodi artificiali, che potrebbero sostituire i linfonodi presenti nel nostro organismo danneggiati dalle terapie oncologiche o comunque da rimuovere. Il gruppo coordinato da Andrea Brendolan, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, sta lavorando da tempo per produrre linfonodi “di riserva”. Per poter essere utilizzabili, i linfonodi artificiali dovranno essere compatibili con il paziente che li riceverà. Nell’ultimo studio, pubblicato

su Immunity, i ricercatori sono riusciti a risalire ai progenitori delle diverse cellule che costituiscono i linfonodi. In particolare ne sono stati trovati due, uno per i tessuti stromali (ovvero di sostegno) e uno per i tessuti endoteliali (quelli che producono le cellule immunitarie). In futuro si potrebbe tentare di creare linfonodi artificiali tramite cellule ottenute direttamente dalla persona destinata a riceverli.

... continua su: airc.it/traguardi-dei-ricercatori
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Analisi genetiche in

per

a cura di CRISTINA FERRARIO

Hanno nomi come Oncotype DX, Mammaprint e PAM50 e rappre sentano una delle nuove frontiere dell’oncologia e della terapia del cancro al seno: i test per l’analisi genomica del tumore. “L’uso dei test genomici rientra nella personalizzazione delle cure che è alla base dell’evoluzio ne dell’oncologia degli ultimi anni. Il loro utilizzo è racco mandato da tutte le linee guida nazionali e internazionali” ha spiegato qualche tempo fa Saverio Cinieri, presiden te dell’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM),

in un comunicato stampa nel quale si evidenziavano anche alcuni ostacoli pratici e buro cratici che ancora impediscono di offrire il test a tutte le donne che ne potrebbero trar re vantaggio.

“L’impiego dei test genomi ci è fondamentale per individuare, sulla base dei risultati, le pazienti con tumore al seno che potrebbero evitare il trat tamento chemioterapico, con tutte le conseguenze che que sto porta con sé” spiega Lucia Del Mastro, specialista e pro fessore ordinario di oncologia medica presso l’Università degli studi di Genova, che nel capoluogo ligure coordina an che la Breast Unit dell’Ospedale San Martino.

batteria
scegliere la cura del tumore L’analisi di specifici geni aiuta i medici a scegliere la terapia migliore e può permettere ad alcune pazienti di evitare la chemioterapia dopo l’intervento chirurgico. Non tutte le donne, però, hanno bisogno del test CANCRO AL SENO Analisi genetiche 8 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2022

In questo articolo: test genetici personalizzazione cancro al seno

DI COSA STIAMO PARLANDO?

In cosa consistono quindi queste analisi? “Sono test che valutano l’espressione di alcu ni geni espressi dal tumore. Si tratta di geni importanti per la crescita e lo sviluppo della ma lattia e attraverso la loro valu tazione è possibile avere infor mazioni importanti sulla bio logia del tumore da aggiungere a quelle che già si ottengono con il più classico esame isto logico” dice Del Mastro, sotto lineando però che questi test non sono utilizzati in tutti i casi di tumore al seno. “Sono utili solo per un sottogrup po di donne, ovvero quel le che hanno una malattia in fase precoce, sottoposte a intervento chirur gico e che presentano tumore positivo per i recettori ormo nali (HR+) e negativo per il re cettore HER2 (HER2-)” precisa.

del tumore e quindi in base al le informazioni che ci arrivano dall’analisi istologica aggiun giamo alla terapia ormonale anche la chemioterapia” preci sa. “In altri casi, però, il rischio di ricaduta in base ai dati isto logici è basso o moderato e ab biamo dubbi sulla strada da se guire” aggiunge.

ESAME ISTOLOGICO NON UNO MA TANTI TUMORI

Valutare l’espressione dei geni del tumore

Ecco allora che entrano in gioco i test genomici come l’Oncotype DX, che, attraver so l’analisi di 16 geni legati al tumore e 5 controlli, consente di avere una valutazione più accurata del rischio. Sulla ba se dei risultati del test, alcune donne possono così evitare la che mioterapia.

Numeri alla mano, anche se si parla di un sottogrup po di pazienti, si tratta di ol tre 10.000 donne sulle 55.000 che ogni anno in Italia ricevo no una diagnosi di tumore al seno.

“In questo specifico gruppo di pazienti è necessario pren dere una decisione sulla scelta della terapia adiuvante, ovve ro la terapia che si effettua do po l’intervento chirurgico con l’obiettivo di distruggere even tuali cellule tumorali rimaste e che potrebbero dare origine a metastasi con il passare del tempo” dice l’esperta, spiegan do che non sempre la decisio ne è semplice. “In alcuni casi, le caratteristiche cliniche del la malattia ci fanno pensare a un rischio elevato di ritorno

“Il percorso di chemioterapia, con tutti i suoi effetti collaterali, è una delle paure maggiori delle pazienti con tumore al seno” dice l’e sperta, ricordando che il dialogo con il medico ha un ruolo fondamentale nell’aiutare le donne a comprendere il per corso di cura.

IL TEST PERFETTO, VALIDO E UTILE

Il test perfetto ancora non esiste, ma ci sono alcune carat teristiche che questi esami de vono avere per poter essere ap provati e raccomandati nella pratica clinica. Si tratta in par ticolare della validità analitica, della validità clinica e dell’uti lità clinica.

Per validità analitica si in tende il fatto che il test deve essere tecnicamente accurato e i suoi risultati riproducibili. La validità clinica indica inve ce la capacità del test di iden tificare gruppi di persone che rispondono diversamente dal

esame istologico, ovvero l’analisi al microscopio del tessuto tumorale, resta fondamentale e per mette di ottenere informazioni importanti sullo stato di marcatori come HR ed HER2, e anche sulla velocità con cui le cellule tumorali si moltiplicano (andando a guardare, per esempio, il marcatore Ki67). “Sulla base di questi parametri siamo in grado di dividere i tumori mammari in tre sottogruppi principali: HER2+, triplo negativi (che non presentano recettori per estrogeni, per progesterone e HER2) e luminali, ovvero quelli con i recettori ormonali positivi” afferma l’esperta. Proprio nell’ultimo gruppo, i tumori luminali, trova spazio l’uso dei test genomici descritti in questo articolo.

L’

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CANCRO AL SENO

Analisi genetiche

KIT

ONCOTYPE DX E GLI ALTRI

punto di vista clinico e non deve essere confusa con l’uti lità clinica, ovvero la capacità del test di guidare le decisioni sulla terapia e di migliorare gli esiti finali.

pie ormonali e negativo per HER2”.

Almeno in teoria, quindi, sono stati superati i problemi legati al costo dei test (circa 2.000 euro ciascuno) che spes so impedivano di usare questi strumenti nella pratica clinica.

O

ncotype DX è solo uno dei cinque test genomici attualmente disponibili in commercio per il tumore della mammella. Gli altri si chiamano Prosigna (anche detto PAM-50, analizza 50 geni legati alla “firma” del tumore e altri 22 di controllo), Mammaprint (che esamina 70 geni), Breast Cancer Index (7 geni) ed Endopredict (12 geni). Tutti questi test vengono eseguiti a partire dal tessuto prelevato dal tumore ma sono rivolti a gruppi differenti di donne con tumore al seno. “Oncotype DX è il test generalmente utilizzato in Italia ed è anche quello riconosciuto dalle recenti linee guida della Società americana di oncologia medica (ASCO) come il più solido in base alle prove scientifiche disponibili a supporto della sua utilità” precisa Del Mastro.

Avere un test perfetto dal punto di vista della validità analitica e clinica è sicuramen te importante dal punto di vi sta della ricerca, perché aiuta a comprendere i meccani smi alla base della ma lattia, ma può succe dere che la decisione sul trattamento della paziente non dipenda in realtà dal risul tato del test. In questo caso manca un’utilità clinica, che invece è presente in molti test oggi utilizzati, co me quello per valutare l’espres sione di HER2, utile per decide re se trattare con trastuzumab una paziente con tumore della mammella.

Una legge garantisce i test a tutte le donne

“Prima di questo decreto e di questo fondo ad hoc, il test era rimborsabile solo in alcune Regioni grazie a spe cifiche decisioni locali” ricor da Del Mastro. “Oggi invece sono rimbor sabili in tutta Italia, però, da ta la struttura regionale del nostro sistema sanitario, cia scuna Regione si è dovuta or ganizzare per cominciare a ef fettuarli” aggiunge.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA, IL TEST IN ITALIA

Sono trascorsi ormai due anni da quando, in un fondo specifico della legge di bilan cio (legge 178/2020), sono stati stanziati ben 20 milioni di eu ro per il rimborso dei test ge nomici per le pazienti affette da alcune specifiche tipologie di tumore della mammella. A luglio 2021 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale un decre to del ministro della salute nel quale si spiegano in dettaglio le modalità per accedere a que sti fondi.

Grazie a questo decreto, i test genomici sono ufficial mente rimborsabili in tutta Italia per le pazienti “con tumore mammario in fase iniziale responsivo alle tera

E organizzarsi non è sem pre facile. Come spiega l’esper ta, infatti, per eseguire questi test è necessario seguire un percorso specifico: per esem pio, per Oncotype Dx il vetrino preparato con il tessuto prele vato nel corso dell’intervento deve essere spedito in un la boratorio centralizzato dove il test viene eseguito.

“Si tratta di test costosi anche dal punto di vista or ganizzativo, e per eseguirli è fondamentale la presa di po sizione attiva dei centri oncologici, in modo da evitare, tra l’altro, che si creino dispari tà tra le Regioni” afferma Del Mastro, che poi commenta anche i vantaggi economici:

“Ogni test costa circa 2.000 eu ro, ma il costo di ogni ciclo di chemioterapia è superiore e quindi il risparmio è eviden te” dice. Senza contare l’aspetto più importante: evitare alle pazienti un trattamento con importanti effetti collaterali.

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I

DIGITAL HEALTH

I dati dei pazienti

Le app sul cellulare, un accesso privilegiato al proprio medico

La raccolta delle informazioni sullo stato di salute giornaliero dei pazienti è utile alla cura e anche alla ricerca. Ora, grazie allo sviluppo di app, raccogliere queste informazioni è più facile, anche se, in Italia, manca un passaggio essenziale: la completa integrazione con il fascicolo sanitario

In questo articolo: app patient reported outcomes relazione medico-paziente

menti, sbalzi di pressione, tachicardie, e molto altro.

Si può tenere traccia di tutti questi parametri anche su un quadernino ordi nato, ma poter contare su un’applicazio ne ben costruita è tutt’altra cosa. Il da to digitalizzato è consultabile anche da remoto – per esempio da specialisti lon tani da noi – e soprattutto confrontabi le e integrabile con altri dati, sia per fare ricerca sia per aiutare i medici a intuire possibili nuove correlazioni.

Diari digitali

a cura di CRISTINA DA ROLD

In un mondo ideale i cittadini di sporrebbero di app con cui tenere traccia quotidianamente dei pro pri parametri – pressione, glicemia, eventuali sintomi, farmaci assunti e molto altro – in modo che possano es sere facilmente accessibili al medico in caso di necessità e automaticamente in seriti nel Fascicolo sanitario elettronico (FSE) individuale. In questa maniera po trebbero essere utilizzati, in forma ano nima, anche dalla ricerca clinica ed epi demiologica. Avere a disposizione dati clinici di questo tipo permetterebbe, per esempio, di capire quanti pazienti affet ti da un particolare tipo di tumore assu mono per altre ragioni terapie diverse da quelle prescritte dall’oncologo e con quali esiti. Oppure di comprendere se i pazienti che hanno avuto esiti migliori in termini di guarigione dal cancro pre sentano analogie di qualche tipo.

Intercettare

le informazioni

In gergo medico queste informazio ni vengono chiamate Patient Reported

Outcomes (PRO). Una defi nizione che potremmo tra durre come Risultati ripor tati dai pazienti, e che sta a indicare tutti i dati che i cit tadini possono automonitora re riguardo al proprio stato di sa lute, e che altrimenti non potrebbe ro essere intercettati dal medico. Per quanto si possa essere costanti nel re carsi dallo specialista una volta alla settimana a farsi misurare la pressio ne, o la glicemia, sarebbe sicuramente più efficiente ed efficace avere a dispo sizione un sistema che, oltre a verifi care questi dati, monitori le sensazio ni lungo tutta la giornata, compresi eventuali sintomi come nausea, pro blemi intestinali o digestivi, manca

Negli ultimi dieci anni questo ap proccio alla sanità digitale ha senza dubbio compiuto passi in avanti mai vi sti in precedenza. Le app legate al mon do della salute in tutto il mondo sono milioni, tantissime vengono sviluppate in Italia, e nel la maggior parte dei ca si si tratta proprio di supporti per te nere traccia di quanto avvie ne nel no stro orga nismo

DIGITAL HEALTH

dei

“ LA CURA SONO

IO, LA APP ”

L’associazione di promozione

sociale La Cura Sono Io, fonda ta e presieduta dalla giornalista e curatrice culturale Maria Teresa Ferrari, nasce nel 2017 a Verona dall’esperienza personale di cura di Ferrari all’Istituto euro peo oncologico di Milano. La sua iniziativa principale è lo Sportello oncologico digitale La Cura Sono Io, nato per aiutare le pazienti e i loro famigliari ad affrontare un cancro partendo dai servizi extra-ospedalieri. Nei prossimi mesi è previsto che lo Sportello, per ora sul sito lacurasonoio.it, diventi una app per smartphone e tablet.

Lo strumento, focalizzato sul cancro del seno ma presto utiliz zabile anche per altre patologie omcologiche, ha due componenti fondamentali: da un lato fornisce

nel corso della giornata e condividerlo con il medico in caso di necessità.

“In una indagine abbiamo chiesto a pazienti cronici – inclusi gli oncologici – se utilizzavano app per controllare i propri parametri clinici, o per ricordar si di assumere i farmaci: ha risposto sì rispettivamente il 22 per cento e il 18 per cento dei pazienti intervistati. Alla domanda se vorrebbero usare in futu ro queste app, le percentuali di persone che hanno dato una risposta affermati va sono state almeno il doppio” spiega Paolo Locatelli, responsabile scientifi co dell’Osservatorio sanità digitale del Politecnico di Milano.

informazioni su servizi dedicati alle pazienti, come l’estetica oncologica e i parrucchieri abituati a tagliare i capelli alle donne in cura; dall’altro ha una sezione, chiamata Il mio diario, che raccoglie in tempo reale diverse informazioni come sintomi o eventi avversi di un paziente prima e dopo un intervento, durante la chemio e la radioterapia e, infine, durante il follow-up sulla base dello standard internazionale PROCTCAE elaborato dal NCI, National Cancer Institute. Inoltre vengono raccolti i dati dei farmaci assunti, quelli nutrizionali, ematici e sull’attività fisica, oltre a informazioni come temperatura, peso e alimenti consumati, che vengono poi condi visi con il medico di riferimento.

L’app La Cura Sono Io è stata sviluppata dagli stessi esperti che hanno dato vita a PanDi, una app a supporto di pazienti con tumore del pancreas, realizzata da Codice Viola, associazione in stretto contatto con la comunità di pazienti.

I dati sono stati raccolti su 400 pa zienti di ogni età in tutta Ita lia, coinvolgendo associazioni di pazienti. È in netto aumen to anche la percentuale di perso ne che inviano informazioni al medi co: ben il 46 per cento di chi ha afferma to di utilizzare quotidianamente queste app. Gli stessi medici sono sempre più interessati a queste forme di “collabora zione” con il paziente, soprattutto in se guito all’arrivo sul mercato di app sem pre più strutturate e solide.

“Non solo i medici stanno iniziando a diventare più propensi a suggerire ai pazienti soluzioni digitali e app per mo nitorare l’andamento della loro salute e gli stili di vita, ma una copiosa fetta di loro – il 44 per cento degli specialisti e il 37 per cento dei medici di medicina generale – vorrebbe poterle addirittu ra prescrivere, come qualsiasi altra tera pia” continua Locatelli.

Questo però non è ancora possibi le, perché non esiste in Italia (contrariamente a quanto accade in altri Paesi come la Gran Bretagna) un sistema uf ficiale e condiviso di validazione delle app legate al mondo della salute, che in gran parte dei casi non sono classifica te come dispositivi medici. Gli specialisti possono quindi consigliare informalmente una app ma non ancora prescriverne l’uso.

Una situazione diversa rispetto a quanto accade per i pazienti che usano strumenti tecnologici complessi, come

I dati
pazienti 12 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2022

per esempio i diabetici che utilizzano il microinfusore. Anche questo strumen to raccoglie continuamente i parametri del paziente e permette istantaneamen te al medico l’accesso ai dati da remoto, ma si tratta di un dispositivo medico ve ro e proprio, il cui uso è normato.

Una app, al contrario, non rientra in protocolli validati. In futuro si dovrà ar rivare a definire quali standard devo no rispettare le app che i medici posso no suggerire. “Ci sono tavoli di lavoro in corso sulle terapie digitali per chiarirne confini e percorsi di certificazione, per esempio all’Istituto superiore di sanità e all’interno di società scientifiche e di ordini professionali. Questo lavoro per metterà di collocare chiaramente app e terapie digitali all’interno dei percorsi clinici” spiega ancora Locatelli.

Fare sistema

C’è poi un secondo passo da com piere: l’integrazione fra questi dati e il “sistema”, cioè il FSE. A oggi, le app che raccolgono dati sanitari dei pa zienti sono raramente collegate con il FSE. Pertanto l’inserimento di questi preziosi dati può avvenire solamen te in forma sintetica, con grande im pegno del paziente o del medico. En trambi, tuttavia, alimentano ancora poco il fascicolo che, tra l’altro, è in forte ritardo. Il progetto del FSE ha più di dieci anni, ma, a così grande distan za dalla sua prima comparsa, pochis simi italiani sanno che esiste e come accedervi. AGID (l’Agenzia per l’Italia digitale), nel primo trimestre del 2022 evidenziava una forte disomogeneità nella percentuale di servizi realmen te realizzati e registrati all’interno del FSE, con Regioni dove la percentuale di utilizzo da parte dei cittadini è pros sima allo zero e una media nazionale non superiore al 20 per cento. Inoltre, solo in sette Regioni la quasi totalità dei medici ospedalieri è in grado di in serirvi le proprie osservazioni.

Secondo la rilevazione dell’Osserva torio sanità digitale, il 46 per cento dei pazienti non ha mai usato il FSE in pri

ma persona; il 18 per cento non sa nem meno della sua esistenza.

Pochi casi di successo

“Raramente le informazioni cli niche sul paziente raccolte all’in terno delle aziende sanitarie ven gono incrociate con altri dati ge stionali, con i Patient Reported Outcomes ne raccolto al domicilio. Quindi rimangono informa zioni isolate a cui ha acces so solo il medico. Ci sono tuttavia realtà ospedaliere che stanno andando nel la direzione di integra re i dati che provengo no dalle app con i dati di cartella clinica, ma al momento sono progetti mi rati ad alcune specifiche categorie di pa zienti, come quelli guariti da Covid-19 o pazienti c

Le app per raccolta di informazio ni di prima mano da parte dei pazienti possono funzionare? Le storie di suc cesso non mancano, anche in Italia. “Nel 2020, all’interno di un progetto sulla gestione di pazienti con tumore alla mammella, realizzato con il Cam pus Biomedico di Roma e le Molinet te di Torino, avevamo osservato che, quando il paziente poteva utilizzare un tablet in cui compilare periodica mente la propria scheda clinica, la sua percezione era di avere un canale di interazione privilegiato con la strut tura sanitaria” racconta ancora Loca telli. I dati del progetto “Vicini di sa lute” – realizzato da Philips e Pfizer in collaborazione con la School of Man agement del Politecnico di Milano – hanno mostrato che oltre il 50 per cento dei pazienti che aveva iniziato a condividere i dati con i propri me dici tramite app aveva percepito un miglioramento nel rapporto con chi lo curava. Dall’altro lato, l’80 per cen to dei medici considera aumentata la possibilità di accesso alle informazio

ha stanziato in questo settore: connet tere tutti i dati sanitari. Serve però una “visione” di sistema, di infrastruttu ra dell’informazione. Se una Regione offre un monitoraggio a distanza, do vrebbe mettere in piedi un sistema per raccogliere anche i dati provenienti dal paziente. “Il nuovo FSE 2.0 ha definito recentemente alcuni elementi come la gestione del dato strutturato. Che cosa significa? Che prima di decidere di usa re una app connessa al FSE deve essere chiaro che tipo di dato si vuole gestire, e in che formato raccoglierlo, per poi condividerlo e integrarlo con le infor mazioni sanitarie raccolte in altro modo.” Parallelamente è importante continuare la ricerca, già ampia, su come utilizzare al meglio gli strumenti come le app, affinché diventino sempre più un valido supporto per il medico senza la ridondanza di informazioni non ne cessarie o non utilizzabili perché non precise o inutili.

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Diseguaglianze sociali

Sopravvivere è anche una questione di equità

Le ingiustizie sociali fanno sì che la probabilità di superare un tumore non sia uguale per tutti. L’organizzazione e l’approccio della sanità possono fare la differenza, nel bene e nel male

a cura di ELENA RIBOLDI

S econdo un recente report dell’organizzazione Can cer Research UK, oltre 30.000 casi di cancro dia gnosticati nel Regno Unito sono legati a iniquità sociali. Le perso ne che hanno uno status sociale più basso non solo hanno maggiori pro babilità di ammalarsi di tumore, ma hanno anche un tasso di sopravviven za più basso rispetto a chi appartiene a un gruppo privilegiato. Parte del pro blema, o della soluzione, è il modo in cui è organizzata l’assistenza sanita ria. I britannici, come gli italiani, han no la fortuna di poter contare su un sistema sanitario pubblico e universa listico (ovvero che cura tutti senza di stinzioni), ma nonostante ciò le dise guaglianze pesano lo stesso.

Disuguaglianze e rischio di tumore

“Le disuguaglianze sociali condi zionano le strategie di prevenzione, la probabilità di sopravvivenza e le con seguenze sociali ed economiche del cancro” afferma Giuseppe Costa, pro fessore presso l’Università di Torino, dove insegna epidemiologia e sanità pubblica, e direttore del SEPI (Servizio sovrazonale di epidemiologia).

Nascere e vivere in certi conte sti, o in determinate aree della cit tà, influenza il rischio di ammalarsi, e non solo per questioni ambientali. Per esempio, le persone con un basso

C’È ANCHE UN DOPO ”

Le diseguaglianze pesano anche sul percorso da affrontare dopo essere guariti dal cancro. “L’e sperienza di malattia causa in molte persone problemi nella vita lavo rativa, sociale e familiare, e questo avviene ancora più spesso nelle per sone con lo status sociale più basso” spiega Giuseppe Costa. Il tema delle

diseguaglianze tra coloro che hanno superato la malattia è nuovo, e il mondo oncologico ha iniziato a interessarsene solo di recente.

“In Italia abbiamo appena costruito un sistema di monitoraggio fonda to sulla sorveglianza delle carriere lavorative dei malati oncologici che sta incominciando a dare risultati interessanti” racconta Costa. “Per ora ci siamo concentrati sul cancro del colon-retto e sui tumori di testacollo, scoprendo che le carriere lavorative vengono compromesse

dall’esperienza della malattia in modo molto disomogeneo.”

Perché questo succede? Per ora nessuno conosce la risposta. “Gli studi condotti fin qui dimostrano che c’è un problema, serviranno altri studi per chiarire per quali ragioni un tumore del colon-retto debba compromettere la carriera lavorati va in modo così diseguale a seconda dello status sociale ed educativo del malato. Grazie alla ricerca abbiamo fatto passi da gigante nella cura del cancro e migliorato la sopravviven

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SANITÀ

status socioeconomico hanno mag giori probabilità di iniziare a fumare, un’abitudine che aumenta drammati camente il rischio di sviluppare cer ti tipi di tumore.

“Le probabilità di sviluppare tumo ri di tipo epitelia le (come quelli che colpiscono polmo ne, faringe, laringe, bocca, esofago e fegato) sono molto in fluenzate dalle differenze sociali per ché determinate condizioni aumenta no il rischio di esposizione ai fattori di

Anche l’accesso all’informazione determina la guarigione

rischio ambientali e comportamenta li” spiega Costa, che si occupa da mol ti anni di diseguaglianze in salute e della valutazione dell’impatto delle politiche sanitarie e non sanitarie sulla salute. “Invece i tu mori legati a cause ormonali o a cause genetiche sono in genere distribuiti in modo socialmente uniforme.”

Il tumore della mammella e i tumo ri femminili sono fortemente legati alle abitudini riproduttive, anch’esse

In questo articolo: diseguaglianze sistemi sanitari percorsi di cura

condizionate dalle differenze sociali. In questo caso, però, il rischio di am malarsi è maggiore per le donne delle classi sociali più elevate, che spesso ri tardano la maternità, un noto fattore di protezione dai tumori della mam mella e dell’ovaio.

Diseguaglianze e sopravvivenza

“La sopravvivenza è legata all’ac cessibilità e alla qualità delle cure” prosegue Costa. “Le diseguaglianze so ciali influenzano le probabilità di so pravvivenza per tutti i tumori più faci li da curare, mentre hanno meno peso in caso di neoplasie come quelle del pancreas o del sistema nervoso centra le, tumori per cui la sopravvivenza è più bassa.”

Avere accesso a cure di qualità, an che quando esistono, è infatti un per corso a ostacoli; prima di tutto biso gna che il paziente sia consapevole del fatto che ha un problema di salute e, una volta che se n’è reso conto, deve sapere che c’è una soluzione efficace, cercarla e infine trovarla. “Tutti que sti sono passaggi in cui una persona meno istruita, con poche reti sociali di aiuto, con scarse risorse a disposizio ne, in situazioni di limitato controllo della propria vita e minore motivazio ne a cercare aiuto può incontrare diffi coltà” sottolinea Costa.

I modelli sanitari

za, ora occorre prestare attenzione anche a questi aspetti perché fanno parte della storia della malattia e vanno inclusi nella personalizzazione della medicina oncologica.”

Non si tratta infatti di puro interesse accademico, ma di co noscenze utili per aiutare i malati. La prevenzione delle possibili conseguenze sociali ed economi che dell’esperienza di malattia potrebbe infatti essere inserita nel cosiddetto Percorso diagnostico

terapeutico assistenziale (PDTA), uno schema ben definito con cui si organizza l’assistenza per un gruppo specifico di pazienti. “Si potrebbe includere un obiettivo di accompagnamento o di riabilitazione, soprattutto per alcune categorie più vulnerabili, affinché non subiscano queste conseguenze” suggerisce Costa. “Un intervento come questo ha un valore ancora più grande nel momento in cui il tumore diventa una patologia trattabile.”

Le diseguaglianze sono generate anche dai modelli di sistema sanitario. Nel mondo, ne esistono essenzialmen te di tre tipi: il servizio sanitario nazionale pagato dalle tasse dei cittadini (come in Italia); quello basato sull’as sicurazione sociale obbligatoria (come in molti Paesi europei); e infine quel lo basato sull’assicurazione privata (come, per esempio, negli Stati Uniti).

“Il primo, il modello universalistico adottato in Italia, è quello con la per formance migliore in termini di limitazione delle diseguaglianze e dunque di

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SANITÀ

sociali

probabilità di sopravvivenza. Il secondo, vigente per esempio in Francia e Germania, quando raggiunge livelli di copertura vicini al modello universale ottiene risultati paragonabili al primo, ma questo dipende ovviamente dalla legge che lo governa. Il sistema assicu rativo privato ha il problema di garantire cure efficaci solo a una fetta della popolazione, quella che si può permet tere di pagare una parte delle terapie. Il sistema americano, per esempio, è ottimo dal punto di vista della qualità dell’offerta, è all’avanguardia, ma i co sti, soprattutto per le cure oncologiche che si vanno sempre più personaliz zando, sono di un ordine di grandezza insostenibile per il malato medio”.

Il ruolo della sanità

Oltre al modello generale, conta molto anche l’approccio utilizzato. “Esistono una sanità di iniziativa e una sanità di attesa. La prima è quel la che riduce con maggiore potenza le diseguaglianze sociali: andare a cer care attivamente i problemi di salu te e prenderli in carico diminuisce lo svantaggio delle persone di bassa po sizione sociale” spiega Costa, specifi cando che la medicina di iniziativa è quella che, per esempio, investe negli screening per la diagnosi precoce ri volti a tutti i cittadini con determina te caratteristiche anagrafiche, a prescindere dalle differenze so ciali. “Lo stesso atteggiamento proattivo va tenuto in ogni fase del percorso che dalla diagnosi porta alla cura e all’assistenza.”

Una persona socialmente vul nerabile, che magari fatica a di stricarsi nella burocrazia, in genere ha maggiori diffi coltà ad aderire alle racco mandazioni del medico: è possibile che non rispetti gli appunta menti per la chemioterapia o la radio terapia o che non si presenti alle visite e agli esami di controllo. “Se ognuno di questi passaggi non è adeguata mente presidiato da un centro respon sabile delle cure che prende in carico l’assistito, difficilmente si possono evitare le diseguaglian

ze sociali, perché una persona con un livello di istruzione più basso e con minori risorse vive la complessità del sistema sanitario con maggiore diffi coltà rispetto alle persone di alta posi zione sociale. Può anche essere meno motivata ad affrontarle.”

Le reti oncologiche

“Con la creazione delle cosiddette Reti oncologiche, il modello di presa in carico che era stato studiato per gli screening di popolazione è stato este so a tutti i tumori, in modo tale da as sumersi la responsabilità del singolo assistito” spiega Costa. “Le Regioni, come la Regione Piemonte in cui la voro, che hanno una solida Rete onco logica ottengono risultati abbastanza brillanti in termini di sopravvivenza dei malati e le diseguaglianze vengo no ridotte.”

Le buone pratiche, però, devono proseguire nel tempo. “Non sono ac quisizioni che valgono per sempre” ammonisce Costa. “Basta che si di sinvesta, come in parte è successo durante la pandemia, per ritrovarsi con gli stessi problemi. Il rinvio de gli screening e dei vari appuntamen ti ha creato ritardi che hanno colpito in particolare le persone più svantag giate. Per esempio, abbiamo dimostra to che la diminuzione nel numero di interventi chirurgici per le malattie oncologiche non è stata distribuita in modo uniforme. Le persone più istru ite o più benestanti hanno trovato un modo di arrangiarsi e hanno avuto po chissime ricadute, mentre le persone più svantaggiate hanno subito le con seguenze più significative.” Il moni toraggio delle cure sospese o rin viate a causa della pandemia è un importante sistema di allarme per capire ciò che non funziona nel si stema sanitario e per cercare di trovare le soluzioni affinché nessuno sia lascia to indietro.

La sanità che funziona è quella che prende l’iniziativa
Diseguaglianze
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TESTIMONIANZE

Grandi Donatori

Un impegno etico in memoria di un’amica

Se desideri partecipare alla lotta in prima linea contro il cancro, puoi scegliere anche tu, come Roberto, di sostenere il progetto Start-Up. Con una donazione di 5.000 euro contribuirai in modo importante a far rientrare in Italia i più brillanti tra i nostri giovani ricercatori e, se lo vorrai, potrai legare la tua donazione al nome di una persona cara.

Per ricevere maggiori dettagli contatta Chiara Cecere dell’ufficio Grandi Donatori. 02 779 73 53 chiara.cecere@airc.it

Un’amica persa nel pieno del la vita, la decisione di reagi re contribuendo ad arginare quello che chiama un “fla gello”: il cancro. E poi, l’im pegno che cresce nel tempo.

Il rapporto tra Roberto e AIRC è lungo quasi trent’anni. Magistrato, ha esplorato quasi tutti gli ambiti della pro fessione. Oggi, a fine car riera, si occupa di dete nuti avendo ben chiara la funzione rieducativa del carcere.

L’incontro con AIRC è stato del tutto casuale ed è legato a un evento doloroso del la sua vita. “Quando avevo 40 anni ho perso un’amica con cui avevo condi viso gli anni universitari. Questa per sona è stata una presenza costante in quegli anni, abbiamo condiviso dalle cose più semplici a quelle più profon de. Per me, che ero studente fuori sede, è stata una casa lontano da casa. Per questo quando è mancata è stato come perdere una sorella.”

Il contributo di Roberto è cresciuto negli anni e oggi sostiene il programma Start-Up, in memoria della sua amica. “Non che abbia bisogno di questo per ricordarla: la sua memoria non è mai venuta meno ed è sempre viva” precisa. “Tuttavia, sono contento che AIRC mi abbia dato la possibilità di legare la mia donazione al suo nome. È un segno tan gibile, anche per me stesso.”

Un sostegno per riportare i giovani in Italia

Gli Start-Up sono finanziamenti di dura ta quinquennale, che consentono a giovani ricercatori che si so no distinti per le loro qualità all’estero di ri entrare in Italia e avviare un proprio laboratorio di ricerca.

vuto il finanziamento traendone un’im pressione che definisce “entusiasman te”: “Sono appassionati come scienzia ti, ma anche molto motivati dalla scel ta che hanno fatto, quella di dare un contributo al miglioramento di questa drammatica realtà” afferma.

Quanto alle proprie motivazioni, Ro berto spiega che nella sua scelta di so stenere AIRC sono almeno due le forze in gioco: la prima è la volontà di contri buire all’avanzamento della ricerca sul cancro. Un impegno che ha per lui un valore etico e civico. “Basta che una so la persona ne tragga giovamento” dice. Ma c’è qualcos’altro. “Donare ti dà soste gno morale” ammette. “Se il mio campo di attività fosse stato scientifico mi sarei dedicato alla ricerca contro il male che mi ha tolto una persona cara. Poiché il mio campo è tutt’altro, quel che posso fare è aiutare, con il mio contributo, chi è impegnato in questa sfida.”

A quasi trent’anni di distanza, i ricor di sono ancora vivi. “Il dolore per non aver potuto darle una mano e la sensibi lità verso le altre persone che si possono trovare nella stessa situazione mi han no indotto a cominciare a contribuire alle attività di AIRC” racconta.

“Un progetto importante” dice. “Non solo per la sua finalità ultima, far pro gredire la ricerca contro il cancro, ma anche perché è teso a valorizzare l’in telligenza, il genio italico” aggiunge Ro berto, che precisa che non si tratta di un vanto nazionalistico. “Purtroppo il no stro Paese investe nella formazione di tante persone di livello eccellente che poi non riesce a far rimanere in Italia.” A questo problema cerca di rispondere il finanziamento Start-Up, dando la pos sibilità a giovani ricercatori di realizzare in Italia i propri progetti di ricerca.

Nei mesi scorsi Roberto ha incontra to una delle ricercatrici che hanno rice

Roberto ai tempi dell’università

Roberto ha iniziato a sostenere AIRC molti anni fa, quando ha perso una persona a lui cara.
Oggi ha aumentato il suo impegno contribuendo ai finanziamenti Start-Up che consentono ai giovani ricercatori impegnati all’estero di rientrare in Italia.
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Dal Mondo

Una questione di ormoni

Cancro prostata, sconfiggere la resistenza

Uno studio pubblicato su Science Translational Medicine potrebbe aprire le porte a un nuovo approccio terapeutico per i pazienti con cancro alla prostata resistente alle cure che bloccano gli ormoni maschili (deprivazione androgenica). La terapia ormonale è un approccio comune, ma in breve tempo molti tumori diventano resistenti anche ai farmaci antagonisti del recettore androgenico, sviluppati appositamente come piano B. I ricercatori hanno scoperto due modificazioni consecutive a carico del recettore degli androgeni che portano all’aumento dei livelli della proteina ACK1. Hanno poi mostrato come una molecola inibitrice di ACK1 possa contrastare alcuni eventi che contribuiscono alla comparsa della resistenza nel tumore e ridurre la sua crescita in animali da laboratorio. Ora si tratta di sperimentare lo stesso approccio anche nell’uomo.

È noto che gli uomini hanno una tendenza più alta delle donne a sviluppare tumori, tra cui il tumore alla vescica, sebbene le ragioni non siano del tutto chiare. Uno studio pubblicato su Science Immunology dimostra che gli androgeni potrebbero contribuire a questa differenza tra i due sessi. I risultati degli esperimenti, condotti con diversi modelli animali di cancro alla vescica e tecniche di laboratorio, suggeriscono che il recettore degli ormoni androgeni possa regolare l’attività dei linfociti T CD8+, cellule del sistema immunitario che combattono i tumori ma possono essere disattivate dalla malattia. Una terapia che blocca gli ormoni maschili riduce il tumore e aumenta l’effetto dell’immunoterapia. I ricercatori hanno ora bisogno di ulteriori studi per capire perché nel cancro esiste una differenza tra i due sessi, in modo tale da sviluppare cure più personalizzate.

Alla scoperta del rischio

Un recente studio mostra come particolari “firme” molecolari potrebbero prevedere lo sviluppo del carcinoma epatocellulare (HCC) in pazienti con steatosi epatica non alcolica (NAFLD). I ricercatori hanno studiato 409 persone con NAFLD e hanno identificato, in pazienti con epatocarcinoma, 133 geni grazie ai quali hanno classificato i pazienti in gruppi di rischio. L’analisi di individui senza cancro ha mostrato che chi rientrava nel gruppo ad alto rischio aveva una probabilità di sviluppare l’HCC a 15 anni del 22,7 per cento, probabilità pari invece allo 0 nel gruppo a basso rischio. Dai geni, con un metodo bioinformatico, sono state ricavate quattro proteine misurabili nel sangue, utilizzate per classificare ulteriori pazienti con NAFLD in base al rischio. La probabilità di HCC a 15 anni era del 37,6 per cento nei soggetti ad alto rischio e dello 0 per cento nei soggetti a basso rischio. Lo studio potrebbe permettere di capire quali pazienti con NAFLD possono evitare il monitoraggio continuo a causa del basso rischio di cancro.

NOTIZIE FLASH 18 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2022
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Capire il rischio grazie al computer

Un gruppo di ricerca statunitense ha sviluppato un metodo automatico che potrebbe essere utilizzato per prevedere se i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule o con tumori ginecologici risponderanno all’immunoterapia. Lo strumento, un classificatore di immagini presentato su Science Advances, è stato usato per caratterizzare le immagini digitalizzate di campioni di tumore in base a come le cellule tumorali interagivano con i linfociti (ovvero le cellule immunitarie che si ritrovano nei tessuti) infiltranti la massa tumorale. Ciò ha permesso di identificare i pazienti che rispondono a diversi inibitori dei checkpoint immunitari attivi contro la proteina PD-L1 e di prevederne alcuni esiti clinici, in-

Il cancro al seno non dorme

Nel cancro al seno, il processo che culmina con la formazione delle metastasi potrebbe avvenire soprattutto quando si dorme. È quanto suggerisce uno studio su Nature. Partendo da prelievi di sangue, e a seguito di diversi esperimenti, i ricercatori si sono resi conto che, sia in un gruppo di 30 donne affette da cancro al seno sia in modelli murini del tumore, le cellule tumorali circolanti (CTC), cioè le cellule che dal tumore entrano nel circolo sanguigno per diffondersi nell’organismo, non sono immesse in continuazione ma soprattutto durante il sonno. Inoltre, quando prodotte nella fase di riposo, le CTC hanno un’elevata inclinazione a formare metastasi, a differenza di quelle formatesi in fase di veglia. Alcuni risultati indicano che la proliferazione delle cellule può essere influenzata dalle oscillazioni degli ormoni che regolano il ritmo circadiano. Il “tempo” potrebbe quindi essere un elemento da prendere in considerazione in futuro per la caratterizzazione e il trattamento del tumore al seno.

clusa la sopravvivenza. Inoltre, sono stati individuati pazienti con una bassa espressione di PD-L1 e a basso rischio, che potrebbero essere trattati direttamente con l’immunoterapia, senza che questa venga associata alla chemioterapia come finora raccomandato.

Più screening per chi è positivo all’HIV

Secondo uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, è importante che le persone HIV positive si sottopongano regolarmente allo screening e al trattamento delle lesioni precancerose a livello anale, per lo più lesioni squamose intraepiteliali di alto grado (HSIL). Lo studio ha coinvolto oltre 10.000 persone con più di 35 anni e HIV-positive che si sono sottoposte a un’anoscopia ad alta risoluzione. Sono state rilevate HSIL in quasi la metà di esse. Una parte di questi pazienti ha continuato a effettuare solo lo screening, un’altra invece si è sottoposta anche a una cura. I risultati delle analisi mostrano che il trattamento delle lesioni ha ridotto di quasi il 60 per cento il rischio di progressione verso il cancro anale, sebbene non l’abbia azzerato, il che sottolinea la necessità da un lato di migliorare le terapie attualmente utilizzate per le HSIL, dall’altro di continuare a monitorare i pazienti anche dopo il trattamento.

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iCARE-2 Borse di studio

Prendersi cura dei giovani ricercatori

Grazie alla Fondazione AIRC e al cofinanziamento dell’Unione europea, alcuni giovani stanno maturando esperienze importanti che andranno ad arricchire il patrimonio di conoscenze del mondo scientifico italiano

a cura di ELENA RIBOLDI

Se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla pandemia è l’importanza della ricerca scientifica, i cui progressi possono permet tere di trovare soluzioni a tanti problemi attuali o che si pre senteranno in futuro. Realiz zazione di progetti innovativi, scambi di idee e condivisione di competenze sono crucia li per questi progressi, e sono gli obiettivi del programma iCARE-2 per la mobilità inter nazionale dei giovani ricerca tori, co-finanziato dalla Fonda zione AIRC e dall’Unione euro pea. Abbiamo chiesto ad alcu ni giovani a cui è stata assegna ta una borsa di studio iCARE-2 di raccontarci la loro storia.

UN APPROCCIO BRILLANTE

Grazie a una borsa iCARE-2 di tipo Outgoing, destinata a ri cercatori che dall’Italia deside

rano andare all’estero, France sca Citron si trova oggi presso lo MD Anderson Cancer Cen ter di Houston (Texas, USA), dove studia la genetica del tu more del pancreas. Alle spal le ha una laurea in chimica e tecnologia farmaceutiche e un dottorato di ricerca in biome dicina molecolare presso l’Uni versità di Trieste.

“Dopo il dottorato ho deci so di presentare domanda per una borsa di studio iCARE-2, un volano per giovani ricer catori che vogliono diventare scienziati indipendenti” rac conta Francesca. “La mia scel ta è stata quella di continuare il mio percorso di formazione nel laboratorio di medicina genomica diretto da Giulio Draetta dello MD Anderson Cancer Center, uno dei più prestigiosi centri oncologici al mondo.”

Francesca si dice soddisfat ta della scelta. “Ho imparato

ad avvicinarmi alle domande scientifiche guardandole da di verse prospettive, valorizzan do l’aiuto e la collaborazione dei colleghi per cercare un ap proccio brillante e accelerare il trasferimento dei risultati dal laboratorio alla clinica al fine di migliorare la vita dei pazien ti.” Il suo progetto è incentrato sullo studio dei meccanismi che regolano l’espressione dei geni nel tumore del pancreas e su come sfruttarli per rendere le cellule tumorali più sensibi li all’immunoterapia.

Andare all’estero è un’espe rienza appagante non priva di fatiche personali. “Mi rendo conto di avere, per così dire, spento una parte del mio cuore per cercare di non sentire trop

po la mancanza della famiglia, della casa e delle splendide col line che circondano il paesino dove sono cresciuta.” France sca però non si considera un “cervello in fuga”, ma un “cer vello in missione”. “Tornare in Italia rimane il mio sogno e il mio desiderio, non solo da un punto di vista personale e fa miliare ma anche per condivi dere le nuove competenze e co noscenze nel Paese che si è oc cupato della mia formazione.”

CAMBIO CAMPO

In Italia si fa ricerca di qua lità, perciò non stupisce che i ricercatori stranieri siano at tratti dalla possibilità di lavorare nel nostro Paese. Athanasios Pseftogas viene dalla

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In questo articolo: internazionalizzazione mobilità formazione

Aristotle University di Tessalonica (Grecia) ed è ospite del laboratorio di Paolo Ghia presso la Divisione di oncologia sperimentale dell’Istituto San Raffaele di Milano.

“Questa esperienza mi aiuterà a crescere come ricercatore e come persona” racconta Athanasios. “Dal punto di vista scientifico sto acquisendo esperienza in un campo diverso rispetto a quello in cui ho lavorato per 6 anni.” Ci spiega che il progetto che sta portando avanti grazie alla borsa di studio iCARE-2 di tipo Incoming, che consente ai ricercatori internazionali di venire a formarsi in Italia, è focalizzato sullo studio della proteina CYLD nei tumori ematologici che hanno origine dai linfociti B. Precedentemente si era sempre occupato di tumori solidi. “L’interazione con scienziati che hanno grande esperienza in campi complementari e le strutture all’avanguardia che ho trovato qui in Italia sono una garanzia per il mio obiettivo futuro, che è quello di guidare un gruppo di ricerca.”

COLLABORARE PER IL SUCCESSO

resto dell’Europa: per esempio all’estero le risorse finanziarie e la disponibilità di attrezzature all’avanguardia sono in certi casi maggiori di quanto non siano in Italia, ma alla fine la situazione non è troppo distante da quella di alcuni centri di ricerca nazionali di punta.”

FINANZIAMENTI EUROPEI IL PROGRAMMA iCARE-2

Andare all’estero

è faticoso ma appagante

Per Federico Donà, che ha conseguito il dottorato di ricerca presso il King’s College di Londra (UK), la borsa iCARE-2 di tipo Reintegration, che consente ai giovani ricercatori italiani di tornare nel nostro Paese dopo un’esperienza all’estero, ha rappresentato una grande opportunità. “Lavorare di nuovo in Italia è stato esaltante ed eccitante” confessa. “Alcune cose sono diverse rispetto al

Federico ha scelto di condurre le sue ricerche presso l’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano. Vuole scoprire quale ruolo gioca nell’insorgenza del tumore dell’intestino Afadin, una proteina che partecipa alla regolazione della divisione cellulare e che funziona come una specie di collante che tiene insieme le cellule. “Attraverso il programma iCARE-2 e la Fondazione AIRC si è creato un network di ricercatori che come me sono tornati o venuti in Italia per fare ricerca” racconta. “Ci siamo incontrati grazie ad AIRC, e la possibilità di condividere esperienze e idee scientifiche è molto importante per la carriera da ricercatore. Spero di riuscire a pubblicare presto i risultati del progetto e che ciò mi possa aiutare a reperire ulteriori fondi per far proseguire gli studi e il mio avanzamento professionale.”

Queste borse di studio sono state co-nanziata da AIRC e dal programma di ricerca e inno-vazione dell’Unione Europea Horizon 2020 mediante il contratto Marie Skłodowska Curie numero 800924

I

l programma iCARE-2 (International cancer research fellowhip) è cofinanziato da Fondazione AIRC e dall’Unione europea, nell’ambito di una linea di finanziamento intitolata a Marie Skłodowska-Curie e dedicata alla mobilità dei più giovani. Una fellowship (ovvero una borsa di studio) iCARE-2 garantisce infatti a un giovane ricercatore di talento di potersi dedicare per tre anni a un progetto di suo interesse finalizzato allo studio e alla cura del cancro. La Outgoing Fellowship è riservata a giovani che hanno già alle spalle almeno tre anni di esperienza in un istituto di ricerca italiano e desiderano acquisire nuove competenze ed entrare in contatto con esperti di altri istituti europei.

La Incoming Fellowship invece è riservata a giovani ricercatori internazionali che scelgono un istituto di ricerca del nostro Paese per il proprio accrescimento professionale. La Reintegration Fellowship infine è rivolta a giovani ricercatori italiani che hanno trascorso almeno due degli ultimi tre anni in centri di ricerca all’estero e che vogliono riportare il loro bagaglio di esperienze nel nostro Paese.

I ricercatori intenzionati a partecipare al programma iCARE-2 propongono sia il progetto sia la destinazione. Una commissione vaglia le proposte e seleziona i progetti più promettenti e i candidati maggiormente meritevoli sulla base del curriculum. La selezione viene condotta in modo trasparente, usando criteri prestabiliti, tenendo in considerazione il prestigio dell’istituto ospitante, che deve garantire al giovane scienziato le condizioni di lavoro ottimali per crescere.

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Dal freddo al caldo grazie alla chemioterapia

SINERGIE LE DIFFERENZE FANNO LA FORZA

unicità di Arethusa è legata alla forte interdisci plinarità degli specialisti che hanno collaborato in stretta sinergia” afferma Silvia Marsoni, a capo dell’Unità di oncologia di precisione di IFOM, sottolineando la simbiosi fra ricerca e clinica con benefici diretti per i pazienti. “Questo lavoro di squadra può offrire una possibilità di trattamento ai pazienti per i quali non ci sono opzioni terapeutiche, e questo ci rende felici” aggiunge Bardelli, che riconosce la lungimiranza di Fondazione AIRC, che ha creduto sin dal principio nelle potenzialità del progetto e lo ha sostenuto con i fondi legati al 5 per mille.

L

I risultati dello studio Arethusa aprono la strada a un approccio del tutto nuovo al trattamento dei tumori del colon-retto, rendendoli più sensibili all’immunoterapia
IFOM
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– ISTITUTO FONDAZIONE DI ONCOLOGIA MOLECOLARE ETS Ricerca di base “

a cura di CRISTINA FERRARIO

Trasformare i tumo ri del colon retto da “freddi” a “caldi”, al fine cioè di renderli riconoscibili al si stema immunitario e poter uti lizzare con maggior successo l’immunoterapia. Un traguar do ambizioso, che però è sem pre più vicino, come dimostra no i risultati dello studio clini co Arethusa pubblicati sulla ri vista Cancer Discovery.

Prima di entrare nel vivo dello studio serve però una premessa: “caldo” e “freddo” nella biologia dei tumori so no due termini che assumono un significato ben diverso da quello che hanno nella vita re ale. “I tumori definiti caldi so no quelli nei quali si riscontra la presenza di cellule del siste ma immunitario ‘infiltrate’, in altre parole sono i tumori visi bili alle difese dell’organismo” spiega Alberto Bardelli, diret tore scientifico di IFOM e pro fessore ordinario all’Università degli studi di Torino, che è an che il coordinatore dello stu dio. “Nei tumori freddi que ste infiltrazioni di cellule im munitarie non sono presen ti e il tumore sfugge all’azione di controllo del sistema immu nitario” aggiunge, ricordando che allo studio hanno collabo rato l’Università degli studi di Torino, IFOM, l’Ospedale Ni guarda e l’Università degli stu di di Milano.

TUTTO PARTE

DAL DANNO AL DNA

I risultati di Arethusa par tono da lontano, nello specifi co dal 2017, sulla scia di quel li, pubblicati sulla rivista Natu re, di un altro studio, che aveva l’obiettivo di valutare una nuo

va strategia utile per modifica re la risposta del sistema im munitario di fronte al tumore. “La maggior parte dei tumori del colon-retto, quasi il 90 per cento, appartiene alla catego ria dei tumo ri freddi e l’im munoterapia è pratic amente inutile in que sti pazienti” spiega Giovan ni Germano, dell’Università di Torino, primo autore dello stu dio del 2017 da cui è partita la ricerca attuale.

Strategie sperimentali pronte per il paziente

zioni presenti nelle cellule, e lo aveva fatto proprio andan do ad alterare il meccanismo di mismatch repair. “Abbiamo visto sia in modelli animali sia in pazienti che, una volta crea te tali condizio ni nel tumore, questo rispon deva meglio all’immunote rapia” afferma Germano.

di “preparazione” a quello che sarà il trattamento successivo, ovvero l’immunoterapia.

Come precisa l’esperto, pe rò, la piccola percentuale di pazienti che hanno un tumo re “caldo”, e che risponde bene all’immunoterapia con inibitori dei check point immunitari, dal punto di vista molecolare presenta un difetto nei geni che si occupano di ri parare specifici danni al DNA, in particolare quelli coinvol ti nel cosiddetto mismatch repair. “Il nostro sistema immunitario riconosce come estranee le sequenze proteiche del tutto nuove (definite neoanti geni) createsi a causa del DNA alterato. Una volta identifica ta la cellula tumorale come un potenziale aggressore, il si stema immunitario la attacca e la distrugge, ed è decisamen te più efficace nel farlo soprattutto se allo stesso tempo si somministra una immunote rapia” aggiunge Germano. Ecco allora l’idea di creare artificialmente il danno, con l’aiuto della chemioterapia e in particolare del farmaco temo zolomide, utilizzato in genere per trattare alcuni tumori del cervello molto aggressivi.

In modelli animali, il tratta mento aveva permesso di au mentare il numero di muta

In altre parole, la chemiote rapia ha reso caldo un tumore prima freddo, permettendo al sistema immunitario del pa ziente di capire che c’è qualco sa che non va e che è quindi il caso di intervenire. “E il tratta mento immunoterapico non fa altro che aiutare questa rea zione” spiega l’esperto.

UN APPROCCIO

DEL TUTTO NUOVO

C’è una grande novità che caratterizza il protocollo dello studio Arethusa: la chemiote rapia non è più il trattamento scelto per curare o comunque cercare di bloccare la malat tia, ma rappresenta una sorta

Lo studio è complesso: si è partiti infatti con una selezio ne accurata dei pazienti, che dovevano presentare specifi che caratteristiche molecola ri per poter essere sottoposti al trattamento con temozolo mide. Gli 80 soggetti selezio nati in questa prima fase erano tutte persone con malattia me tastatica e che erano già state sottoposte a diversi cicli di te rapie.

Il secondo passo è stato il monitoraggio a livello moleco lare dei pazienti per verificare quanto la chemioterapia aves se a tutti gli effetti “riscaldato” il tumore inizialmente freddo. “Il trattamento con la chemio terapia viene somministrato solo per un periodo limitato, fi no a quando non si raggiunge un numero di mutazioni suf ficienti, ovvero fino a quando il tumore è abbastanza caldo” spiega Bardelli. E per capire la “temperatura molecolare” del tumore sono state utilizzate sia la biopsia tradizionale del tessuto tumorale sia quella li quida su campioni di sangue.

Una volta trasformato il tumore da freddo a caldo, si è passati all’immunoterapia: in questo caso il farmaco scelto è pembrolizumab e il trattamen to ha permesso di bloccare la progressione della malattia.

E non è ancora finita. “Que sti sono solo i primi risultati. Stiamo continuando a coin volgere pazienti nello studio” affermano i ricercatori coin volti. “In questa seconda fase studieremo ancora più a fon do l’interazione tra sistema immunitario e tumore, per avere altre risposte utili per i pazienti” dicono.

In questo articolo: tumori caldi e freddi immunoterapia 5 per mille

RICERCA CLINICA

Un concetto sfuggente guida la scelta delle cure

a cura di DANIELA OVADIA

Man mano che la medicina compie progressi e pro lunga la vita delle per sone, con lo sviluppo di cure sempre più efficaci, gli scienziati si trovano a dover misu rare l’utilità dei propri interventi valu tando altri parametri che non siano so lo l’allungamento della sopravvivenza. “Ogni volta che presentiamo, nei con gressi scientifici, i risul tati di una ricerca su un nuovo farmaco, ci chie diamo, come medici, se si tratta di un vero pro gresso per i pazienti o di un interessante pas so avanti nella conoscenza dei meccani smi molecolari del cancro, con però uno scarso impatto sul destino degli esseri umani che ne fanno uso” dice Eric Win er, recentemente nominato presidente di ASCO (American Society of Clinical Oncology), la più grande società scienti fica che raggruppa i clinici che curano il cancro. “I nuovi farmaci vengono infatti valutati per i benefici che apportano in termini di guadagno in durata della vi ta – spesso relativamente modesto in va lore assoluto, nell’ordine di qualche me se – oppure in durata di vita libera dal la malattia, un parametro già più impor tante per il singolo paziente perché indi ca un periodo in cui le recidive vengono

tenute a bada dalle cure. Uno dei para metri più importanti per i malati, però, è la qualità della vita.”

Star bene in cifre

Numeri per misurare quanto stiamo bene

Spesso indicata con la sigla QoL (dall’inglese “quality of life”), la qua lità della vita durante i trattamenti è quindi un indicatore scientificamen te importante per chi vuole far progredire le terapie anticancro. “Ci sono molte forme tumorali che la ricerca ha trovato il modo di cronicizzare: il paziente non guarisce ma può vivere anche mol tissimi anni sotto trattamento. Diventa quindi essenziale capire se i farmaci che somministriamo offrono una qua lità di vita soddisfacente o prolungano la vita ma a prezzo di effetti collaterali gravi, oppure di dolore tale da impedire il lavoro, il riposo o le interazioni socia li” continua Winer, che è un esperto sul tema e che ha imposto, per il prossimo congresso della sua società scientifica, di mettere la QoL e i pazienti al centro di tutte le comunicazioni.

L’idea che si possa quantificare lo “stare bene” delle persone e, in partico lare, dei pazienti nasce negli anni Ses santa del secolo scorso, quale effetto del progresso della medicina tecnologica.

Le scale di qualità della vita possono prendere in consi derazione molti parametri, tra i quali:

1il benessere psicologico e la soddisfazione personale;

2la qualità e quantità delle relazioni sociali

3la possibilità di proseguire nello studio o nella propria occupazione;

4il benessere fisico e materiale;

5la possibilità di mantenere l’autodeterminazione, l’auto nomia e la possibilità di scelta in relazione alla propria vita;

6la possibilità di prendere decisioni in merito alle cure;

7la possibilità di vivere in modo indipendente;

8 l’integrazione e l’inclusione nella comunità di riferimento;

9 il grado di accettazione sociale, il ruolo e lo status sociale del malato;

10 il grado di adattamento alla situazione di salute;

lo sviluppo personale e la realizzazione di sé;

la qualità dell’ambiente in cui il malato vive, studia o lavora;

la qualità del tempo libero;

la quantità e qualità di servizi offerti dal sistema sanitario o dalla rete sociale.

Introdotta come parametro da valutare nella seconda metà del secolo scorso, quando la medicina ha cominciato a mietere i suoi successi maggiori, la qualità di vita rimane importante per la ricerca ma complessa da definire e misurare in modo obiettivo
La qualità della vita
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“ SCALE

“Prima di allora i medici avevano po che possibilità di prolungare la vita dei malati gravi, sia con l’aiuto di tecnolo gie sia di sostanze” dice ancora Winer. “Con lo sviluppo tecnologico, diventa importante capire fino a che punto va le la pena intervenire.”

Nasce così l’indicatore di qualità di vita, una “cifra” sulla quale sia i medi ci sia gli scienziati sociali continuano a interrogarsi, nel tentativo di dare una definizione univoca a un parametro sfuggente in quanto molto soggettivo. “C’è chi considera insostenibile una vi ta men che attiva e chi invece si accon tenta di poter stare insieme ai propri ca ri: per due persone così diverse, anche la qualità della vita assume un significato differente” spiega Winer.

La persona nella sua interezza

“La misurazione della QoL è di per sé una sfida” scrivono sulla rivista JAMA Oncology Hilde Buiting e Gert Olthuis, due ricercatori del Radboud Institute for Health Sciences di Nijmegen, nei Pa esi Bassi. “La ragione alla base dell’inclu sione di questo parametro nell’assisten za sanitaria è stata la necessità sempre maggiore di considerare le persone co me esseri complessi, sensibili e attivi, e non solo come organismi biologici.” In pratica, un farmaco che agisce elimi nando le cellule tumorali al prezzo di importanti effetti collaterali personali e sociali, che rendono la vita difficile da sopportare, non è un progresso accetta bile per una medicina che si rivolga alla persona nella sua completezza. “Diversi studi hanno dimostrato che l’interpretazione della QoL è resa ancor più difficile dal fatto che quanto appare inaccettabile all’inizio della malattia può essere considerato perfettamente accettabile nelle fasi più avanzate.” In sostanza, dicono gli esperti neerlan desi, anche il nostro concetto di “vita degna di esse re vissuta” può

cambiare radicalmente nel corso di una malattia grave ed evolutiva. Ecco per ché oggi le agenzie che vagliano i nuo vi farmaci prima di autorizzarne la mes sa in commercio chiedono che le valuta zioni di qualità della vita vengano effet tuate lungo tutto l’arco della malattia e della cura, per cogliere anche queste im portanti sfumature, in grado di influen zare la scelta da parte del medico e del paziente.

I pazienti nel disegno sperimentale

Recentemente si sta provando a rendere queste valutazioni sempre più inclusive ed efficaci coinvolgendo i pazienti nelle fasi di messa a punto degli strumenti con cui fare ricerca sul cancro, inclusi i questionari di qualità della vita.

È quanto ha fatto EORTC, la Euro pean Organisation for Research and Treatment of Cancer, che ha ideato un questionario generale di qualità del la vita formato da 30 parametri e al tri questionari dedicati a specifici tu

In questo articolo: qualità di vita ricerca clinica sperimentazione sui farmaci

mori, perché ogni forma di cancro in cide sulla vita delle persone in modo diverso.

“Nel 1980, in risposta all’esigenza di una maggiore coerenza nella ricer ca sulla qualità della vita, è stato creato all’interno di EORTC il Quality of Life Group, con il compito di produrre e va lidare strumenti indipendenti per misurare la QoL negli studi farmacologici di fase 3, quelli più vicini alla messa in commercio di una nuova cura” spiega l’attuale presidentessa di EORTC Wi nette van der Graaf. “Oggi all’interno del gruppo sono rappresentati 15 Pae si europei, oltre ad Australia, Canada e Stati Uniti, e un’ampia gamma di pro fessionisti, tra cui oncologi, radioterapisti, chirurghi, psichiatri, specialisti in cure palliative, psicologi, assistenti sociali e metodologi della ricerca. Que sta variabilità culturale si è rivelata preziosa per cercare di dare un valore il più possibile universale a ciò che ren de la vita degna di essere vissuta, e per aiutare medici e decisori pubblici a sce gliere le cure sulle quali vale davvero la pena di investire.”

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per fare il punto su un problema importante nella ricerca oncologica odierna: come far sì che le terapie immunologiche funzionino in molti tipi di cancro diversi

IL PADRE DELL’INTERLEUCHINA E DELL’IMMUNOTERAPIA”

Il

Premio Pezcoller, attribuito in collaborazione con AACR, è stato assegnato quest’anno a Steven A. Rosenberg, Senior investigator del National Cancer Institute, negli Stati Uniti. Rosenberg è stato premiato per la scoperta e lo sviluppo delle prime immunoterapie cellulari effi caci nei pazienti con cancro, com

presa la prima terapia con cellule T approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) per pazienti con tumori ematologici.

Le prime ricerche di Rosenberg si sono concentrate sull’interleuchi na-2 (IL-2), fattore di crescita per le cellule T antitumorali, e hanno dimostrato che il trattamento di

a cura della REDAZIONE

Combattere il cancro sfruttan do e potenziando le capacità del sistema immunitario del paziente: è una delle strate gie più innovative per com battere la malattia, sulla quale, dopo i primi brillanti successi ottenuti nella cura del melanoma e di alcuni tumori ematologici, la comunità dei ricercato ri e dei clinici puntava per guadagnare ulteriormente terreno nella lotta al can cro. Anche l’immunoterapia, però, ha ri velato i propri limiti, spesso legati alla ancora incompleta conoscenza della relazione tra sistema immunitario, cel lule tumorali e organismo del paziente. Per questa ragione la Fondazione Pezcol ler di Trento, che ogni anno, oltre ad at tribuire – in collaborazione con l’Ame rican Association for Cancer Research (AACR) – un premio prestigioso alla carriera di un ricercatore in oncologia, organizza un simposio internazionale di alto livello per favorire lo scambio di risultati e idee tra ricercatori, ha scelto come tema dell’incontro 2022 “Quali sono gli ostacoli a una immunotera pia del cancro che abbia successo?”.

La presenza di AIRC

Tra i relatori e i membri del comitato di programma figu ravano numerosi ricercatori so

pazienti con melanoma metastatico con alte dosi di IL-2 era capace di indurre una regressione tumorale a lungo termine. L’IL-2 è stato il primo farmaco immunoterapico contro il cancro approvato dalla FDA. Oltre che nel melanoma metastatico, l’IL-2 si è dimostrata efficace anche nei pazienti con carcinoma renale metastatico, sin dagli anni Novanta.

Rosenberg ha poi sfruttato l’attività dell’IL-2 per stimolare la crescita dei linfociti infiltranti il tumore isolati sia dai pazienti con melanoma sia

Approcci diversi per rendere più efficace l’immunoterapia La Fondazione Pezcoller ha organizzato un simposio internazionale
TRATTAMENTI Immunoterapia 26 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2022 “

stenuti da AIRC, tra i quali Giannino Del Sal, professore di biologia all’Uni versità di Trieste, che ha guidato la di scussione sull’interazione tra metabo lismo cellulare, micro ambiente ed efficacia d ell’immunoterapia; Maria Rescigno, della Fondazione Humani tas di Rozzano, che ha spiegato in che modo il microbioma intestinale contribuisce a modulare le reazioni immunitarie e, di conseguenza, anche l’efficacia delle cure; e Fabrizio d’Adda di Fagagna, che dirige il proprio laboratorio presso l’IFOM di Milano e ha portato l’atten zione sul tema dell’immunità innata, cioè sui meccanismi non specifici che sono in grado di difenderci da agenti infettivi nuovi e anche da alcuni tipi di tumore.

Nobel ed esperti per risolvere il problema

nitas, ha tirato le fila del convegno, moderando una sessione dedicata ai fallimenti terapeutici di alcune nuove molecole, come i bloccanti di PD-1 e di altri checkpoint im munitari. “Sono mole cole tra le più mirate e avanzate che abbiamo a disposizione, ma tal volta, per via di muta zioni subentranti nel tumore, smettono di funzionare dopo aver dato buoni risultati con un primo ciclo” ha spiegato Mantovani, che ha presentato nuove linee di ricerca che tentano di evitare il fallimento affian cando due immunoterapie diverse op pure andando ad agire in modo mirato sulle mutazioni che provocano la per dita di efficacia della cura.

Alberto Bardelli, direttore scientifi co di IFOM, ha spiegato come sia pos sibile costringere le cellule dei tumori a rendersi visibili al sistema immuni tario, tema di ricerca grazie al quale ha vinto un prestigioso finanziamen to dello European Research Council. “La capacità delle cellule tumorali di nascondersi al sistema immunitario è una delle principali cause di ineffica cia delle nuove cure” ha spiegato Bar delli.

Infine Alberto Mantovani, diret tore scientifico di Fondazione Huma

da quelli con cancro al seno, al colon-retto e al fegato.

Rosenberg e il suo gruppo hanno anche scoperto che le cellule T possono essere geneticamente modificate per esprimere recettori chimerici dell’antigene (CAR). Le cellule T che esprimono CAR sono in grado di mirare spe cificamente alle cellule tumorali e possono quindi essere utilizzate per curare pazienti con leucemie e linfomi a cellule B, refrattari alla chemioterapia.

Nobel ed esperti

Tra i numerosi ospiti stranieri del simposio, anche il premio Nobel 2019 per la medicina William G. Kaelin, noto per i suoi studi sugli effetti dell’i possia (ovvero la scarsa concentrazione di ossigeno) sui tessuti tumorali. “L’ipossia ha un impatto negativo sulla risposta tumorale alle chemioterapie e radioterapie, ma ora sappiamo che è anche uno dei fattori principali che fanno fallire la risposta immunitaria e riducono la sensibilità delle cellule ma ligne all’azione delle cellule di difesa”

ha spiegato il premio Nobel. “È possi bile prendere di mira l’ipossia agendo contro HIF-1α, una molecola che vie ne prodotta dalla cellula tumorale proprio in mancanza di ossigeno.”

Infine, per dare spazio a tutte le for me di immunoterapia oggi in via di sviluppo, Philip D. Greenberg, diret tore del programma di immunologia del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, uno dei massimi esperti al mondo di immunoterapia, ha spiegato come i ricercatori stanno cercando di superare i limiti dell’im munoterapia cellulare, e in particola re delle cure con le cosiddette CAR-T (cellule del sistema immunitario inge gnerizzate per potenziarne le capaci tà anticancro). “Le CAR-T sono molto efficaci in una piccola percentuale di pazienti” ha spiegato Greenberg. “Spe ravamo di poter estendere il loro uso anche ad altre categorie di pazienti, ma dobbiamo considerare che spesso il trattamento con CAR-T dà origine a resistenze e a forme di tossicità impor tante. Ora stiamo provando a superare alcuni di questi limiti utilizzando lin fociti T attivati dall’organismo e il cui recettore (T-cell receptor – TCR) viene ingegnerizzato in vitro. Le CAR-T si legano agli antigeni presenti natural mente sulla superficie delle cellule tu morali. Purtroppo gli antigeni tumo rali sono rari e spesso non bastano a distruggere il tumore. Grazie alla tec nica di modificazione genetica di TCR si rendono visibili al sistema immuni tario anche le proteine del complesso maggiore di istocompatibilità, presen ti in tutte le cellule. È una tecnica che migliora notevolmente la personaliz zazione del trattamento e le chance di cura per i pazienti.”

Il simposio, che torna a tenersi in presenza dopo essersi svolto per anni online a causa della pandemia, è dedi cato sia alla formazione dei ricercatori più giovani sia allo scambio di idee tra scienziati di primo piano, e sarà d’ora in poi organizzato proprio sotto la gui da scientifica del premio Nobel William G. Kaelin.

In questo articolo: immunoterapia resistenza ai farmaci terapie cellulari
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a cura della REDAZIONE

Lorenzo Anselmi è notaio a Ge nova. È anche presidente del Comitato Liguria di Fondazio ne AIRC e membro del Cda di AIRC. Quello della ricerca sul cancro è un mondo nel quale è entrato quasi 20 anni fa: “Partecipo con grande entusiasmo alle attività della Fondazio ne. Tutti noi presidenti dei Comitati re gionali siamo volontari, ciascuno con sue particolari competenze”.

Il 13 settembre si è celebrata la Gior nata internazionale del lascito solidale

Il lascito, la scelta più ragionata della vita

Se desideri legare il tuo nome o quello di una persona a te cara alla realizzazione di un futuro libero dal cancro, puoi scegliere anche tu, come Marisa Cavanna, di fare testamento per la ricerca oncologica. Per ogni domanda puoi contattare Chiara Blasi.

02 779 72 87

chiara.blasi@airc.it

e, per la sua professione e i suoi incari chi in AIRC, Anselmi è la persona idea le per parlare di cosa c’è da sapere quan do si decide di far testamento in favore di un’organizzazione non profit. A par tire proprio dal ruolo del notaio. “È un compito importante, che va ben oltre quello di recepire una volontà in ma niera asettica” dice. “Per un verso, il no taio consiglia quali strumenti giuridici adottare per ottenere il risultato spera to. Per quanto il testamento olografo faida-te sia pienamente legittimo, in deter minate situazioni può prestare il fianco a difficoltà esecutive.” C’è poi un compi to meno istituzionale ma non meno im portante: “Spesso il testatore manifesta in modo generico la volontà di render si utile. Il notaio tenta di comprendere i suoi desideri più profondi e di suggerire le strade che può percorrere”.

Da questo punto di vista, dice Ansel mi, il lascito testamentario ha una pe culiarità: “È un qualcosa che si medita a lungo; forse uno degli atti più ragiona ti nella vita di una persona. Se decido di nominare AIRC mio erede, lo faccio per ché è da tempo che la seguo e so che mi posso fidare. È come se con il lascito des si un premio, la mia medaglia finale, a un ente che so non mi deluderà, o la cui missione, in questo caso la ricerca sul cancro, mi sono reso conto essere quel la cui più tengo in assoluto”.

Disporre un lascito testamentario è dunque un grande atto di fiducia nei confronti del destinatario, importante a prescindere dall’entità del contributo. Chi dona confida che l’ente rimarrà fe

dele ai suoi valori anche quando non po trà più verificare il suo operato.

È esemplare la storia di un recente e importante lascito testamentario in fa vore di AIRC, del valore di oltre 5 milio ni di euro, disposto da un’ex professores sa di lettere di Genova, Marisa Cavanna.

“La signora ha dimostrato una particola re sensibilità verso i temi della salute e della ricerca sul cancro, il suo è stato un esempio fantastico di generosità. Dopo un’attenta valutazione, ha scelto le re altà in favore delle quali disporre il suo lascito, consapevole di potersi fidare di questi enti” racconta il notaio. “Dà enor me soddisfazione sapere di essere elet ti tra i meritevoli. La donazione è stata destinata a IFOM, l’istituto di oncologia molecolare, di eccellenza assoluta, crea to, controllato e sostenuto da AIRC.”

A tal proposito Anselmi vuole chia rire come comportarsi se si vuole intito lare il lascito alla propria famiglia, dedi carlo al ricordo di una persona cara o se si desidera finalizzarlo a uno specifico obiettivo, come la ricerca su un preciso tumore. “Si può fare, ma si tratta di una materia delicata: le indicazioni derivan ti dal testamento potrebbero non corri spondere pienamente alle attività sta tutarie dell’ente destinatario e renderne quindi difficile l’applicazione. La solu zione migliore in questi casi è informar si. AIRC mette a disposizione consulen ti esperti per aiutare chi sta pensando di fare un lascito per scopi specifici: sa pranno indicare qual è il perimetro en tro il quale muoversi affinché certe aspi razioni possano concretizzarsi.”

Lorenzo Anselmi, notaio e presidente del Comitato Liguria di AIRC, spiega quali strade percorrere per disporre un lascito testamentario
SOLIDARIETÀ Lasciti testamentari
“ VUOI DISPORRE UN LASCITO TESTAMENTARIO PER LA RICERCA SUL CANCRO? CONTATTACI ”

NUTRIZIONE

Colazione dolce o salata, l’importante è non saltarla

Non esiste una prima colazione ideale: dolce o salata che sia, le caratteristiche nutrizionali derivano dalla combinazione degli alimenti e dalla varietà delle scelte

Cestini d’avena con ricotta, cioccolato e frutta

Ingredienti per 2 persone

• 60 g di fiocchi d’avena

• 1 banana matura

• 1 cucchiaino di miele

• 200 g di ricotta fresca

• 30 g di gocce di cioccolato fondente

• Frutta fresca a piacere

Procedimento

Preriscaldare il forno a 180 °C.

Con l’aiuto di una forchetta schiac ciare la banana per ottenere una purea. Aggiungere i fiocchi d’avena e il miele e mescolare il tutto fino a ottenere un composto omogeneo.

La prima colazione viene con sumata in genere dopo un digiuno di circa 10-12 ore dall’ultimo pasto, quando i nostri muscoli hanno bisogno di ristabilire le riserve di glucosio e, in generale, è necessario fornire al nostro organismo la corretta quantità di ener gia e di liquidi per affrontare la prima parte della giornata.

Come riportato nel documento sul la prima colazione redatto dalla So cietà italiana di nutrizione umana, fa re colazione è un com portamento utile per regolare la sensazio ne di sazietà duran te tutto il corso della giornata. Saltare que sto importante pasto non aiuta quindi a dimagrire, al con trario la ricerca dimostra che le perso ne che fanno regolarmente colazione hanno meno probabilità di essere so vrappeso. Inoltre, una colazione ade guata per quantità e qualità, costitui ta soprattutto da cereali, frutta, latte e derivati, è correlata al miglioramento delle performance cognitive e dei pa rametri cardio-metabolici.

Gli alimenti da mangiare a colazio ne andrebbero variati: si può scegliere

tra tè, latte vaccino, bevande vegetali non zuccherate, yogurt bianco senza zuccheri aggiunti, frutta fresca, spre mute di frutta, caffè. Al posto della so lita brioche o dei prodotti di pasticce ria industriale, meglio mangiare una fetta di pane integrale con marmella ta senza zucchero, del muesli integra le con frutta secca ed essiccata dentro (da preferire ai classici corn flakes) o fiocchi di avena con uvetta sultanina.

Anche optare per una colazione sa lata è un modo per variare il primo pasto della giornata. Al posto della frutta si può mangiare della verdura, sia come in grediente di frullati o di creme sia tal quale mettendola sopra a del le fette di pane.

Come alimento fon te di proteine si possono sostituire latte e yogurt con un formaggio fresco tipo la ricotta, oppure consumare delle sal se a base di legumi, come l’hummus, da accompagnare al pane o alle verdure.

Se si preferisce la colazione salata, at tenzione a limitare il consumo di pro dotti ricchi di sale, come salumi e for maggi, tenendo conto che a colazione si sta già consumando parte dei 5 gram mi di sale da non superare durante tut ta la giornata.

Versare il composto in alcuni pirot tini da muffin, prestando attenzione a formare dei cestini con una base un po’ più spessa rispetto ai lati. Se non si utilizzano dei pirottini in silicone è ne cessario ungere o rivestire con carta da forno i contenitori prima di versare l’impasto all’interno.

Infornare per circa 15-20 minuti. Ultimata la cottura, lasciare raffredda re i cestini.

Nel frattempo preparare la farcitura unendo in un contenitore la ricotta e il cioccolato e amalgamarli fino a ottenere una farcitura uniforme.

Versare la farcitura nei cestini e decorare con frutta fresca a piacere.

colazione
Fare colazione aiuta a evitare di ingrassare
OTTOBRE 2022 | FONDAMENTALE | 29
Prima

a cura della REDAZIONE

Si celebrano nel 2022 i trent’anni della Breast Can cer Campaign, la campagna internazionale contro il tumore al seno ideata da Evelyn H. Lauder, promossa da The

Estée Lauder Companies e simboleg giata dal nastro rosa, di cui Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro è partner ufficiale in Italia. La madrina italiana della Breast Cancer Campaign 2022 è Roberta Capua.

In questi trent’an ni la ricerca sul cancro al seno in Italia ha fatto grandi passi avanti, tanto che la percentuale di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi delle pazienti col pite da questa malattia è passata dal 78 all’88 per cento. Un risultato eccezio nale che ha permesso di salvare la vita a centinaia di migliaia di donne, se si considera che ogni anno nel nostro Pa ese vengono diagnosticati circa 55.000 casi di tumore al seno.

Per rendere tutti i tipi di cancro mammario sempre più curabili abbia mo però ancora un po’ di tragitto da percorrere, quell’ultimo pezzo di na stro ancora grigio, all’interno del sim bolo del Nastro Rosa AIRC, che rappre senta il 12 per cento di donne per cui la ricerca oncologica sta ancora cer cando una terapia efficace. Colorare anche quel tratto richiede l’impegno delle donne, che devono sottoporsi agli screening e agli esami di control lo raccomandati; richiede l’impegno dei ricercatori, al lavoro per mettere a punto nuove terapie; e richiede l’im pegno dei sostenitori, che con le loro donazioni hanno consentito ad AIRC di destinare nel 2022 15 milioni di euro a 161 progetti di ricerca e borse di studio in questo ambito.

Per ricordare quindi l’importan za di mantenere alta l’attenzione sul tema del tumore al seno, e raccogliere fondi per dare continuità al lavoro dei ricercatori, torna Nastro Rosa AIRC. Quest’anno il via alla campagna sarà dato dall’illuminazione del Maschio Angioino a Napoli il 28 settembre, a cura di The Estée Lauder Companies Italia. Il patrocinio di ANCI – Asso ciazione Nazionale Comuni Italiani –consentirà poi di invitare a illuminare di rosa decine di monumenti o palazzi comunali in tutto il Paese.

Nel corso del mese di ottobre, AIRC diffonderà inoltre informazioni e con sigli a tema tumore al seno sul sito nastrorosa.it, sui social media con l’hashtag #nastroro saairc e grazie alla collaborazione dei partner della cam pagna, che ci sosterranno anche finan ziando borse di studio e mettendosi a disposizione, insieme ai nostri Comi tati regionali, per la distribuzione del le spillette Nastro Rosa. Le spillette, nello specifico, si potranno trovare, a fronte di una donazione minima di 2 euro, nei punti di distribuzione su tut to il territorio indicati sul sito nastro rosa.it, fino al 31 ottobre.

Nastro Rosa
RACCOLTA FONDI
30 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2021
Trent’anni di successi contro il tumore al seno Circa 55.000 casi di tumore al seno all’anno ... maggiori informazioni su: nastrorosa.it

Una sqUadra di aziende per cUrare sempre più donne

Ideata 30 anni fa da Evelyn Lauder, moglie del fondatore dell’omonima casa di prodotti di bellezza The Estée Lauder Companies, la Breast Cancer Campaign nasce con l’obiettivo di sensi bilizzare il grande pubblico sull’impor tanza della prevenzione e promuovere la raccolta fondi a sostegno della ricerca sul tumore al seno. A 30 anni dalla sua nascita, la campagna continua a essere promossa da The Estee Lauder Compa nies in tutto il mondo nel mese di otto bre e i suoi simboli, il nastro rosa e l’illu minazione in rosa dei monumenti, sono divenuti universalmente riconosciuti da milioni di persone. L’impegno come azienda è poi di ispirazione per altre im portanti società che hanno scelto di so stenere la lotta al tumore del seno.

Dal 2015 The Estée Lauder Compa

nies ha scelto Fondazione AIRC come beneficiaria in Italia della Breast Can cer Campaign, divenendo a sua volta main partner della campagna Nastro Rosa AIRC e concretizzando il proprio impegno anche con il finanziamento di tre borse di studio triennali per gio vani ricercatori. Un impegno esemplare a sostegno della ricerca oncologica italiana, fatto proprio anche dalle altre aziende partner del Nastro Rosa AIRC, tra cui Acqua Vitasnella, Chiquita e ALDI, che hanno scelto di finanziare il percorso di giovani borsisti al lavoro sul tumore al seno.

Oltre al sostegno alla ricerca, il ruo lo delle aziende partner del Nastro Rosa AIRC si concretizza anche nella promo zione della prevenzione e di una sana cultura del benessere, grazie alla realiz

SPILLETTE NASTRO ROSA

Anche quest’anno, Federfar ma Nazionale ha scelto di patrocinare la campagna Nastro Rosa, invitando le 18.000 farmacie associate ad aderire all’iniziativa di distribuzione delle spillette a forma di nastro rosa.

Dopo aver affiancato AIRC per la promozione del 5 per mille presso le farmacie del network Accento Salute, il Gruppo Farvima ha confermato la partecipazione al Nastro Rosa AIRC, per coinvolgere le stesse farmacie nella distribuzione delle spillette. Rinnovano il proprio impegno anche Gruppo Gabrielli, CASA e Hippocrates Hol ding, cui si aggiungono quest’anno la Cooperativa Farmain e il Gruppo Farmacie Igea.

Su Amazon, leader mondiale dell’e-commerce, saranno invece disponibili in esclusiva le tre ver sioni della spilletta Nastro Rosa realizzate negli anni da AIRC.

La ricercatrice

Lucia Del Mastro indossa la spilletta Nastro Rosa

zazione di prodotti dedicati e iniziati ve di raccolta fon di e comunicazio ne rivolte al grande pubblico. Per l’edi zione 2022 della campagna Nastro Rosa, il Gruppo Estée Lauder Companies pro muove una selezione di sette prodot ti cosmetici in oltre 2.500 profumerie. Ralph Lauren, attraverso l’iniziativa Pink Pony, devolve ad AIRC una percen tuale del ricavato di una serie di prodot ti in rosa e invita i propri clienti a una donazione a favore di AIRC. Nel mese di ottobre, Chiquita trasforma l’emblema tico Bollino Blu in un nastro rosa, ingag giando i clienti anche attraverso ricette sane e gustose. Acqua Vitasnella torna a proporre l’ormai iconica edizione tutta in rosa delle bottiglie da 0,5 l per conti nuare a sensibilizzare le proprie consu matrici, mentre ALDI distribuisce nei propri punti vendita una selezione di prodotti tra cui la melagrana, donando ad AIRC parte del ricavato dalla vendita. Durante il Garden Festival d’Autunno, nel corso del mese di ottobre, AICG invi ta i Centri giardinaggio aderenti a devol vere un euro ad AIRC per ogni piantina di ciclamino venduta.

Una ricercatrice sostenuta dai partner Nastro Rosa nelle edizioni passate

Grazie a queste iniziative di raccol ta fondi e comunicazione, le aziende aiutano AIRC ad amplificare il mes saggio di prevenzione e l’importanza della ricerc a.

“ I PARTNER PER LE
” OTTOBRE 2022 | FONDAMENTALE | 31

PROGETTI EDUCATIVI

Scuole e festival

Dalla didattica STEAM all’educazione alla salute, per il back to school di AIRC

In questo articolo: attività per le scuole festival della scienza STEAM

Esplorando il sito scuola.airc.it si trovano tante iniziative gratuite e ma teriali interattivi, per esempio kit didattici laboratoriali con guide docenti e contest sui temi della prevenzione, della cittadinanza attiva e del dono, come il concorso La Scatola Generosa per le primarie e il contest L’Isola dei fumosi per le secondarie di I e II grado, che premiano gli elaborati più origina li con PC, microscopi, kit scientifici ed esperienze nel mondo della ricerca.

AIRC torna tra i banchi di migliaia di scuole di ogni ordine e grado, per co struire insieme agli insegnanti e agli studenti un percorso didattico trasversale a diver se discipline: dalle STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts, Mathe

... continua su: scuola.airc.it

matics con un approccio che crea connessioni tra le scienze e le altre discipline, favorendo lo spirito critico e la creatività degli alunni), all’educazione alla salute (per comprendere l’importanza della prevenzione, e in particolare del le abitudini salutari) e l’educazione civica (acquisendo competenze trasversali con attività di volontariato).

Cancro io ti boccio è l’occasione per vivere un’esperienza unica di cit tadinanza attiva: venerdì 27 e saba to 28 gennaio 2023 insegnanti e alun ni sono invitati a distribuire Le Aran ce della Salute, vasetti di miele e mar mellata di arancia, diventando volon tari AIRC per un giorno così da soste nere la ricerca oncologica. Per chi par tecipa con la propria scuola ci sono in palio personal computer con stam panti e la possibilità di partecipare al contest Cancro io ti boccio si raccon ta, con tanti altri premi.

La campagna educativa Una costella zione luminosa, dedicata alle primarie, propone un percorso con un kit didatti co, il concorso La scatola generosa e l’e vento finale della Festa della costellazio ne. Sul sito costellazione.airc.it sono di sponibili giochi, attività laboratoriali e approfondimenti.

“ FESTIVAL DELLA SCIENZA”

Frascati Scienza (26 settembre-2 ottobre) Food&Science Festival (30 settembre-2 ottobre)

Il progetto AIRC nelle scuole propo ne inoltre webinar di approfondimento con ricercatori e divulgatori scientifici, il canale YouTube AIRC Education con videopillole su biologia, ricerca e pre venzione e giochi online sulle abitudi ni salutari.

AIRC

partecipa da diversi anni a manifestazioni di divulgazione proponendo attività didattiche e di edutainment. Ecco i prossimi appuntamenti con ricercatori e divulgatori AIRC: Trieste Next (20-25 settembre) Notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici (Bologna, Napoli, Palermo, Torino) (29 settembre)

Bergamo Scienza (3-9 ottobre)

Settimana della scienza Padova (10-16 ottobre)

Galileo festival (14-16 ottobre) Festival della scienza Genova (21 ottobre-1 novembre) Focus live (4-6 novembre)

Festa della scienza Cagliari (10-13 novembre)

Il progetto di educazione civica tra pari IO CI SONO!, per le secondarie di II grado e valido per il PCTO, vede i ragaz zi protagonisti di un percorso su ricerca, prevenzione e stili di vita salutari; gli In contri con la ricerca propongono un dia logo a scuola con i ricercatori AIRC per scoprire da vicino questa professione.

Per rimanere sempre aggiornati sul progetto c’è inoltre la possibilità di iscriversi a una newsletter mensi le (scuola.airc.it/newsletter.asp)

Iniziative gratuite e percorsi didattici interattivi su salute, ricerca e impegno per ogni ordine e grado

Giorni della Ricerca

a cura della REDAZIONE

Anche quest’anno, durante i Giorni della Ricerca, dal 6 al 13 novembre, AIRC informerà il pubblico sui progressi della ricerca nel la prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro, con un programma ricco di eventi sul ter ritorio e sui media. Come ogni anno è stato ri chiesto alla Presidenza della Repubblica di confermare la tradizionale cerimonia di apertura.

niziativa Un Gol per la Ricerca, in occasione della 15a giornata del campionato di Lega Serie A e di una delle amichevoli della Nazionale di calcio italiana in programma sempre a novembre.

Per sostenere il lavoro dei ricercato ri si potrà scegliere di donare da telefono fisso o con SMS al numero 45521, su airc.it o raggiungendo i 20.000 volonta ri AIRC sabato 12 novembre nelle piazze di tutta Italia, dove, a fronte di una donazione minima di 10 €, si potranno ricevere i Cioccolatini della ricerca.

Come volontaria, sento di contribuire anch’io alla ricerca

La RAI dedicherà ai Giorni un am pio spazio del suo palinsesto televisivo e radiofonico, ospitando i protagonisti della ricerca sul cancro – medici, ricer catori, pazienti e volontari – per raccontare i risultati ottenuti e per coinvolgere il pubblico alla donazione.

Il mondo del calcio scenderà in cam po al fianco dei ricercatori AIRC con l’i-

Annalisa è una di questi volontari; da anni parteci pa alle iniziative AIRC con entu siasmo. “Ho sem pre fatto volonta riato, ma nel 2013 mi sono ammala ta di tumore al seno e ho deciso allo ra di impegnarmi anche nel sostegno alla ricerca sul cancro” racconta. “Ho iniziato durante il percorso di malat tia. Ho sentito di avere così una mar cia in più per superare il cancro. Anco ra oggi ogni volta che scendo in piazza mi commuovo” dice.

Ciascuna raccolta, dice Annalisa, “mi rende felice, perché vedo quanto è generosa la gente. Ma mi riempie an

che di orgo glio: non so no medico o ricercatore, ma è un po’ come se lo fos si. Perché facendo la volontaria è co me se contribuissi anch’io alla ricer ca. Ed è quello che dico spesso a chi si ferma al nostro banchetto: insieme stiamo contribuendo al lavoro di tut ti i ricercatori nel fare nuove scoperte e avvicinarci a sconfiggere il cancro”. Della giornata dedicata ai cioccolati ni, in particolare, ricorda un ragazzo: “Tutti gli anni prende circa 20 scatole di cioccolatini perché ha un’azienda e li distribuisce ai suoi dipendenti: ecco, questo è un gran bell’esempio cui ispi rarsi” afferma.

TESTIMONIANZE
OTTOBRE 2021 | FONDAMENTALE | 35 I Giorni migliori per la ricerca sul cancro Tornano dal 6 al 13 novembre i Giorni della Ricerca AIRC, dedicati a informare sui progressi della ricerca oncologica e a raccogliere fondi per sostenerla Vuoi diventare anche tu, come Annalisa, un volontario AIRC e partecipare alle manifestazioni nazionali o agli eventi organizzati dai Comitati regionali? Compila il modulo su www.generazioneairc.it oppure chiama il numero 02 779 77 77 Entra a far parte della generazione A! Nella foto in alto: Annalisa indossa la pettorina da volontario AIRC

Abruzzo-Molise...

Tel. 085 35215 - com.abruzzo.molise@airc.it – airc.it/abruzzo

CorriAmo per la ricerca

Vasto - La Podistica Vasto, presie duta da Daniele Altieri, insieme al delegato AIRC Francesco Iannucci, al sindaco Menna e all’assessore allo sport Della Penna, hanno dato vita a un evento che unisce salute, divertimento e solidarietà. Cor riAmo per la ricerca troverà il suo spazio ogni anno tra le iniziative del nostro Comitato, con il patrocinio del Comune.

In breve da Abruzzo-Molise Teramo - Il 22 settembre Mario Biondi e il quartetto Paolo di Sabatino hanno incan tato il pubblico; con il suo appello sull’importanza della ricerca, l’artista ha saputo coinvolgere ed emozionare le persone presenti in piazza Martiri della Libertà.

Roseto degli Abruzzi - Sete di conoscenza e supporto alla ricerca al Festival nazionale della fotografia UCOP dal 6 al 9 ottobre. Tutte le info sul sito ucop.it

Calabria...

Tel. 0984 413697 - com.calabria@airc.it – airc.it/calabria

Alchimisti per amore

Montepaone (CZ) - Tre giornate dedicate alla pizza e al suo universo in continua evoluzione. Presso la pizzeria BOB Al chimia a Spicchi di Montepaone (CZ), hanno affiancato Bob Davanzo alcuni tra i migliori pizzaioli d’Italia con ricette ine dite dedicate alla Calabria e alla sua biodiversità: il 4 luglio Francesco Capece, il 22 agosto Luca Pezzetta e il 19 settembre Diego Vita gliano.

In breve dalla Calabria Rende - Si è tenuta il 27 maggio presso lo stadio Marco Lorenzon di Rende (CS) la Partita del Cuore, organizzata dagli studenti del liceo scientifico Pitagora e del liceo classico Gioacchino da Fiore di Rende. Per l’occasione gli studenti si sono impegnati in una generosa raccolta fondi per Fonda zione AIRC.

Pizzoni - Anche quest’anno a dicembre torneranno a volare le lanterne della speranza a sostegno della ricerca. Grande gesto di generosità dei ragazzi del paese.

Basilicata...

Tel. 0835 303751 com.basilicata@airc.it airc.it/basilicata

Uova per la ricerca

Varie località - In occasione della manifestazione Uova del la Ricerca sono state distribuite circa 2.500 confezioni di ciocco latini alle scuole della Basilica ta e alle aziende IVS, RF Group, Antezza, Falegnameria italiana, Loiudice srl, Calia Italia spa. Un grande ringraziamento va agli amministratori delle aziende, ai dirigenti scolastici, ai professori e a tutti gli alunni e alle loro famiglie che hanno contribuito alla raccolta fondi.

Campania...

Tel. 081 403231 - com.campania@airc.it - airc.it/campania

Uova per la ricerca a Casa Ascione

Napoli - Dopo due anni, sono tornate nuova mente le Uova per la Ricer ca, ospitate anche questa volta da Casa Ascione, che ha sostenuto come sempre AIRC con i suoi gioielli. Lo showroom ha fatto da cornice alla presentazione delle uova di Mario Gallucci 1890 alla Sanità, con la parteci pazione di tanti amici che a sorpresa hanno trovato nelle uova una creazione di Casa Ascione.

In breve dalla Campania

Napoli - Pepe In Grani ha proposto 4 eventi con un menu degustazione fir mato da Franco Pepe. Il maestro pizzaiolo ha studiato le proposte ispirandosi alla dieta mediterranea. Grande apprezzamento dal pubblico che ha fatto re gistrare sempre tutto esaurito. Napoli - Alla Casina Pompeiana si è svolta la mostra fotografica di Paolo Tanturri de Horatio con esposte immagini di Napoli. Bel successo di pubblico che ha ordinato molte copie con grande generosità.

34 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2019

Emilia-Romagna...

Tel. 051 244515 - com.emilia.romagna@airc.it - airc.it/emiliaromagna

Pranzo del 25 Aprile

Dodici Morelli – Da più di 20 anni a Dodici Morelli il 25 aprile significa AIRC. Dopo due anni di pausa for zata decine di volontari, guidati dalla responsabile Leda Cavic chi, hanno riacceso i fuochi per organizzare l’annuale pranzo di solidarietà e servire gli oltre 200 ospiti della giornata, rac cogliendo 4.000 euro da destinare alla ricerca sul cancro.

In breve dall’Emilia-Romagna

Bologna - Venerdì 15 luglio il torneo di basket Playground dei Giardini Mar gherita ha organizzato una serata speciale interamente dedicata ad AIRC con partite di beneficenza e merchandise in edizione limitata. Crespellano - Sabato 11 giugno il Rotaract Bologna Centro ha concluso il service annuale dedicato ad AIRC con la festa di fine anno – Voglia di Dance All AIRC – presso Palazzo Stella.

Lazio...

Tel. 06 4463365 - com.lazio@airc.it airc.it/lazio

Verso l’ultimo approdo

Cassino - Il 28 maggio a Cassino è stata presentata la raccolta poeti ca Verso l’ultimo approdo di Mauro Crocetta, poliedrico artista scom parso prematuramente per cancro nel 2004. La Fondazione Mauro Crocetta ha donato 100 co pie per la Borsa di studio AIRC intitolata a Tonino, venuto a mancare a gennaio 2020 per un tumore al pancreas.

In breve dal Lazio

Ciampino - Si è svolta il 28 maggio allo stadio Superga la seconda edizione di Diamo un calcio al cancro, torneo di calcio dedicato all’ex calciatore Roberto Bergamini. Hanno partecipato tantissimi campioni di calcio e ce lebrità.

Roma - Si è svolta il 18 settembre la seconda edizione di In ordine sparso, evento culturale in memoria di Stefano Bongarzone e Antonio Ruccolo, mo stra fotografica e artistica, accompagnata da performance musicali.

Friuli-Venezia Giulia... Tel. 040 365663 - com.friuli.vg@airc.it – airc.it/fvg

Trieste Next!

Trieste - Si è tenuta dal 23 al 25 settembre la nona edizio ne del festival, di cui AIRC è stata content partner. Ricer catori AIRC hanno raccontato i nuovi orizzonti della ricerca oncologica e workshop han no aiutato il pubblico a impa rare semplici regole per la prevenzione dei tumori.

In breve dal Friuli-Venezia Giulia

Trieste - Domenica 11 settembre si è tenuto, presso il Tennis Club Triestino, il torneo di tennis in memoria di Lalla Cecchi e Bruno Rossi. I contributi raccolti sono stati devoluti al Comitato Friuli-Venezia Giulia.

Liguria...

Tel. 010 2770588 - com.liguria@airc.it - airc.it/liguria

I grandi giardini italiani

Genova - Il 28 giu gno è stato presen tato il libro I grandi giardini italiani. L’es senza del paradiso edito da FMR con presente l’autrice, Delfina Rattazzi. L’evento si è svolto in uno dei più sor prendenti palazzi dei Rolli genovesi – Palazzo Lomellino – al cui interno si trovano un magnifico ninfeo barocco e uno dei giardini segreti più suggestivi dell’epoca.

In breve dalla Liguria

Capriata D’Orba - Il Comitato Liguria ha organizzato il 2° Trofeo di Golf Nastro Rosa che quest’anno si è tenuto sabato 24 settembre nel Golf Club Villa Caroli na, uno dei club più prestigiosi dell’ovadese, con 2 spettacolari percorsi da 18 buche che garantiscono esperienze uniche di gioco.

Serata con la ricerca

Milano - All’in terno di Palaz zo Mezzanotte, aperto ad AIRC e ai suoi soste nitori, oltre 300 ospiti prove nienti dal mon

do corporate hanno avuto un’occasione unica per conoscere la ricerca oncologica, parlando con alcuni tra i migliori scienziati italiani finanziati da AIRC. La Serata con la Ricerca ha permesso di raccogliere circa 330.000 euro a favore della ricerca oncologica. In breve dalla Lombardia

Milano - Per la Design Week Dedar ha realizzato un’edizione speciale del ber retto modello bucket di Borsalino, con tessuti iconici della sua collezione. Il ricavato delle vendite finanzierà una borsa di studio per la ricerca oncologica.

Online - Un sentito ringraziamento ai tanti amici della dr.ssa Luisa Spallino che stanno partecipando alla campagna di raccolta fondi su retedeldono.it pro mossa dalle amiche e dalla famiglia nel suo ricordo, per istituire una borsa di studio nell’ambito dell’oncologia pediatrica.

Trieste - L’8 ottobre i fratelli Perelli-Rocco e altri membri rappresenteranno AIRC alla Barcolana “By night”. Il 9, in occasione della Barcolana, alla stessa barca sarà collegata una pagina di raccolta fondi su Rete del Dono, e anche altre imbar cazioni potranno invitare i loro sostenitori a donare per AIRC.
OTTOBRE 2019 | FONDAMENTALE | 35
Lombardia... Tel. 0277971 - com.lombardia@airc.it – airc.it/lombardia

Marche...

Tel. 071 2804130 com.marche@airc.it airc.it/marche Massimo Ranieri per AIRC

sui tumori pediatrici di AIRC. L’artista sarà accompagnato da un’orchestra e ripercorrerà tutti i brani che l’hanno reso ama tissimo dal pubblico. Biglietti disponibili a partire da 32 euro sul circuito TicketOne e presso la biglietteria del teatro.

Ancona - Si terrà il

al Teatro delle Muse il con certo

Piemonte-Valle d’Aosta...

Tel. 011 0242084 - com.piemonte.va@airc.it – airc.it/piemonte

Tor des Géants

Courmayeur - Si è svol ta dall’11 al 17 settem bre la gara di endurance trail che ha coinvolto tutta la regione, lungo i suoi bellissimi sentieri ai piedi dei più impor tanti 4.000 delle Alpi e attraverso il Parco na zionale del Gran Paradi so. L’atleta e volontario AIRC Martin Vairoli ha partecipato raccoglien do fondi con una pagina Rete del dono dedicata.

In breve dal Piemonte-Valle d’Aosta

Pragelato - Il Winter Day per la ricerca, giornata dedicata allo sci nordico, oppure a una camminata nella natura con una guida, ha permesso di ritro varsi per sostenere la ricerca e stare all’aria aperta. Galliate - Il 12 giugno si è svolta la 7 a edizione del motoraduno “048… insieme per vincerlo” organizzato da Luciano Caviggioli per ricordare di continuare sempre a lottare. Beinasco - L’11 giugno si è tenuto il torneo di Beach Volley “Giokiamo insieme” per ricordare con affetto e allegria la giovane giocatrice Chiara Bosco.

In breve dalle Marche Ancona - Il 2021 al Comitato Marche si è concluso con l’estrazione dei biglietti vincenti della Lotteria Vinci con la Ricerca! Grazie ai volontari per l’aiuto nella distribuzione dei biglietti e nel reperimento dei premi, e ai sostenitori per la generosità manifestata. Numana - Presso il Tennis Club Numana ad agosto si è svolto il torneo di ten nis amatoriale pro AIRC doppio giallo misto II Memorial Manuela Sibilla. I tanti partecipanti tra sport, divertimento e solidarietà hanno contribuito a sostenere la missione di AIRC.

Puglia...

Tel. 080 5218702 com.puglia@airc.it airc.it/puglia

Terra mia

45 anni dopo

Andria - In tanti il 26 luglio hanno assistito al tradi zionale concerto all’alba, organizza to dal consigliere AIRC Marco Grassi e dal circolo cultu rale Corte Sveva nel suggestivo scenario di Castel del Monte. Quest’anno si è esibito Enzo De Caro, in ricordo del cantautore Pino Daniele. Musica e solidarietà, un connubio perfetto.

In breve dalla Puglia Grumo Appula - Il 3 luglio si è tenuta una nuova edizione della Run for Carla, organizzata dal ClubFitness 83 per non dimenticare Carla e raccogliere fondi a sostegno della ricerca oncologica.

della ricerca

tel. 070 664172 - com.sardegna@airc.it

Un uovo per la ricerca

Nuoro - Si è tenuta la 2a edizione della lotteria di Pasqua de dicata alle scuole della Provincia di Nuoro che hanno deciso di sostenere

ricerca coinvolgendo gli studenti. Premio finale: un uovo di cioccolato fondente di kg 1,5 per ogni scuola ade rente all’iniziativa realizzato da artigiani cioccolatieri sardi. In breve dalla Sardegna

conclusa

settembre

edizione della lotteria provinciale Metti in pista la solidarietà per la raccolta di fondi destinati al finanziamento

36 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2022
22 dicembre
di Massimo Ranieri per sostenere i progetti di ricerca Sardegna...
- airc.it/sardegna
la
Cagliari - Si è
a
la 2a
oncologica. I premi in palio erano tutti all’insegna della mobilità sostenibile. Villanovafranca - Si è svolta il 22 maggio la White Fest, una giornata de dicata alle famiglie, ai giovani e alla musica, in ricordo di Maurizio “White” Caria, organizzata presso il suggestivo complesso Nuragico Su Mulinu. FONDAZIONE AIRC PER LA RICERCA SUL CANCRO ETS Tor Des Géants PER I PICCOLI GIGANTI Ci sono vette ben più difficili da scalare, come quelle che vengono affrontate dai malati di cancro I fondi raccolti sosterranno la ricerca sui tumori pediatrici Questo TOR lo correremo per loro Per tutti quei piccoli grandi GIGANTI INQUADRA QR CODE E DONA ANCHE TU Varie località - A dicembre 2022 è prevista l’estrazione per la lotteria provinciale Insieme per la ricerca. Fondazione AIRC e Network Contacs srl Molfetta insieme contro il cancro.

Sicilia...

Tel. 091 6110340 - com.sicilia@airc.it - airc.it/sicilia

Nabucco per AIRC

Palermo - AIRC e Fondazione Teatro Massimo insieme contro il cancro: il prossimo 22 ottobre al Teatro Massimo si svolgerà la prova generale dell’opera Nabucco di Giuseppe Verdi, un’importante iniziativa di interesse regionale il cui ricavato andrà a sostegno della ricerca.

In breve dalla Sicilia

Agrigento - Anche quest’anno, ad aprile, a Palma di Montechiaro e Porto Empedocle, si è tenuto il torneo Un Goal per la Ricerca in memoria di Simone, figlio del calciatore Fortunato Policardi, per sensibilizzare i bambini sulla ricerca scientifica e sulla prevenzione.

Siracusa - A novembre 2021, come ogni anno, si è tenuta la lotteria pro AIRC Vincere con la Ricerca, organizzata dalla vice presidente Nella Giallongo Coffa, coadiuvata dalle volontarie della provincia.

Varie località - In occasione della campagna Nastro Rosa 2021, le delegazioni AIRC di Acicastello e Linguaglossa hanno illuminato un monumento di rosa e organizzato una camminata cittadina con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare alla ricerca.

Toscana...

Tel. 055 217098 - com.toscana@airc.it airc.it/toscana

Insieme si può

Saline di Volterra - La Contrada Cavallaro Moje Regis ha organizzato, l’11 giugno con le altre associazioni paesane e il patrocinio del Comune di Volterra, “Insieme si Può”: una giornata di festa con apericena, musica e un torneo di pallavolo per sensibilizzare sull’importanza della ricerca, donando ad AIRC i fondi raccolti.

In breve dalla Toscana Scandicci - A metà settembre il Panificio Rita, sempre generosamente vicino ad AIRC, ha organizzato la prima Sagra della Schiacciata con l’Uva. Parte del ricavato è stato donato ad AIRC.

Forte dei

Cantine Aperte

Varie località - Dopo due anni nell’ultimo weekend di maggio è tornata finalmente Cantine Aperte, evento enogastronomico in collaborazione con MTV, Movimento Turismo del Vino che ha coinvolto tante aziende vitivinicole con svariate iniziative: pic-nic in vigna, trekking, escursioni, tour guidati nelle cantine e nei vigneti per conoscere meglio la storia del vino umbro e dei luoghi di produzione. In breve dall’Umbria Beroide (PG) - Domenica 26 giugno l’azienda agricola Gasperini ha organizzato una giornata tutta dedicata ad AIRC: Lo sport come ossigeno di vita. Tante sono state le iniziative in programma grazie alla collaborazione di scuderie, scuole di nord walking e altre associazioni sportive. Trevi - Per ricordare Chiara Minelli e raccogliere fondi da destinare alla ricerca di AIRC, il 25 giugno è stata organizzata una serata in discoteca intitolata “Ballare con gli angeli si può”.

Perugia - Anche nel 2022 il 13 novembre nella settimana dedicata alla ricerca di AIRC non mancherà il nostro Concerto per la Ricerca che, ancora una volta, sarà ospitato della splendida Sala dei Notari del Palazzo dei Priori a Perugia.

Veneto-Trentino Alto Adige...

Tel. 045 8250234 - com.veneto@airc.it – airc.it/veneto L’Arena in rosa

Verona - Il Comitato Veneto e Trentino Alto Adige colorerà di rosa Verona con una serie di appuntamenti dedicati al trentesimo anniversario della campagna Nastro Rosa. L’1 ottobre l’Arena di Verona si accenderà di rosa e si celebreranno con musica e cibo i risultati e i prossimi obiettivi della ricerca sui tumori femminili.

In breve dal Veneto-Trentino Alto Adige Creazzo - Il 21 maggio si è tenuta al castello di Creazzo una cena di gala a sostegno di AIRC, con musica dal vivo e dj organizzata dall’avvocato Gianluca Saccoccia di Padova, consigliere del Comitato Veneto e Trentino Alto Adige. Per l’occasione, i proprietari hanno aperto ad AIRC Villa Scola Camerini, e i 230 invitati hanno contribuito a raccogliere 45.000 euro per la ricerca.

Venezia - Domenica 23 ottobre, in occasione della Venicemarathon, un folto gruppo di runner correrà per AIRC per sostenere la ricerca su Rete del Dono.

OTTOBRE 2022 | FONDAMENTALE | 37
Umbria... Tel. 075 5838132 - com.umbria@airc.it airc.it/umbria
Marmi - Il 16 ottobre si terrà la 5a edizione di RUNforAIRC. I contributi raccolti sosterranno la ricerca sul tumore al seno. Varie località - Durante il mese di ottobre in tanti circoli della Toscana in collaborazione con la FITPRA si svolgerà il 2° Torneo di Padel-Coppa AIRC.

Avanti con tenacia e paziente continuità

ge dei tumori che non rispondono al le terapie e il cui andamento clinico è spesso aggressivo. Il problema è stato ampiamente trattato al congresso an nuale della American Society of Clini cal Oncology (la più importante socie tà scientifica in oncologia) e in articoli pubblicati su riviste prestigiose quali il New England Journal of Medicine e il Journal of Clinical Oncology.

Tutti vorremmo che la ricer ca sul cancro producesse risultati rapidi, risolutivi, definitivi. In realtà si pro cede a piccoli passi, ognu no dei quali va verificato e conferma to, soprattutto quando i risultati han no un impatto sul trattamento dei pa zienti. In questo contesto vale la pena soffermarsi sul tumore mammario, il tumore più frequente in Italia, diven tato negli anni sempre più “curabile”, con una sopravvivenza media attuale dell’88 per cento. Questo successo, ot tenuto negli anni grazie alla ricerca, ci impone di capire cosa ancora ci sfug

Alcuni risultati ottenuti applican do le indagini molecolari alla clinica modificheranno l’approccio terapeu tico in pazienti con età e caratteristi che diverse. Sta di ventando infatti evi dente che i tumo ri mammari nelle pazienti con meno di 40 anni presentano alterazioni genetiche diverse rispetto a quelli che colpiscono donne più anziane e quindi in un certo senso rappresen tano una malattia “diversa”. La defi nizione di queste differenze sta sug gerendo terapie più personalizzate per adattare il trattamento alle ca ratteristiche genetiche del tumore.

Spesso però HER2 è sì presente nelle cellule tumorali, ma in bassa quan tità: le pazienti con questa caratteri stica sono definite HER2-low (cioè a bassa espressione) e finora erano ac comunate a quelle cosiddette HER2 negative, caratterizzate dall’assenza totale di HER2 nelle cellule tumora li, condizione in cui gli anticorpi sono inefficaci. Le pazienti HER2-low non erano quindi considerate candidate al trattamento con anticorpi anti-HER2 e venivano trattate solo con che mioterapia. Un importante studio ha però identificato casi in cui il tumore esprime una quantità di HER2 mode sta ma sufficiente per essere aggre dita da un nuovo anticorpo anti-HER2 coniugato con un farmaco – trastuzu mab deruxtecan – il cui impiego mi gliora i risultati della chemioterapia.

La ricerca

Un importante passo in avanti ri guarda HER2, una proteina localiz zata sulla superficie della cellula e coinvolta nella trasmissione dei se gnali che ne causano la crescita. Una forma modificata di HER2 (HER2/ neu) è presente in notevole quantità nel 25-30 per cento dei casi di carci noma mammario, per curare i quali vengono ora utilizzati anticorpi mo noclonali anti-HER2 (il più noto dei quali è il trastuzumab) che, bloccan do la funzione di questa proteina, ar restano la proliferazione tumorale.

Sono disponibili inoltre nuovi stu di sui tumori mam mari cosiddetti tri plo negativi, cioè i tumori che non presentano recet tori per gli ormoni (estrogeni e proge sterone) e sono HER-2 negativi. In questi casi non ha senso utilizzare la terapia ormonale, perché le cel lule tumorali mancano dei recettori, ed è inutile utilizzare anticorpi antiHER-2. I tumori triplo negativi sem brano invece beneficiare della immu noterapia, perché nel loro microam biente sono espresse proteine che rappresentano il bersaglio di specifici anticorpi monoclonali. Poiché questa espressione è potenziata dalla che mioterapia, la combinazione chemio terapia/immunoterapia nei tripli ne gativi offre risultati promettenti.

Come AIRC sostiene da sempre, la ricerca è la chiave per portare alla cli nica trattamenti sempre più efficaci. I risultati che stanno migliorando le at tuali terapie derivano dagli instanca bili progressi della ricerca, progressi ancora troppo lenti per i nostri desi deri, ma innegabilmente continui.

è la chiave per terapie sempre più efficaci
IL MICROSCOPIO
38 | FONDAMENTALE | OTTOBRE 2022 FEDERICO CALIGARIS CAPPIO Direttore scientifico AIRC
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