Camper Professional N6

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intervista con roberto adami

Si scrive furgonato, si pronuncia Adami Con 35 anni di attività sulle spalle, attraverso le sue aziende l’imprenditore veneto oggi rappresenta il gruppo Pössl, oltre a produrre mezzi polivalenti con il marchio Vivair. Ecco il suo punto di vista sul mercato italiano. Testo di Paolo Galvani

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an, camper puri, furgonati, camper van, polivalenti. Comunque li si voglia chiamare, c’è una persona che da oltre 35 anni in Italia ci ha scommesso sopra. È Roberto Adami, che con le sue aziende Ro.Ad. e Adami Camping Car propone oggi in Italia i veicoli del gruppo Pössl, oltre a produrre mezzi di dimensioni contenute con il marchio Vivair. Di furgonati e affini abbiamo parlato con lui per scoprire come vede questo mercato dal suo privilegiato punto di vista. Lei ha visto crescere questo fenomeno in Italia. Quando ha iniziato a occuparsi di questo genere di veicoli, e che evoluzione ha visto in questi anni? Roberto Adami: Io sono sempre stato “innamorato” dei Westfalia. Per me erano la punta di diamante del settore e quindi a suo tempo, quando non si poteva lavorare con loro perché 32

la zona era riservata a una concessionaria di Trieste che in pratica ne aveva l’importazione, ho cominciato con Reimo. Parliamo di 35 anni fa e quello è stato il mio trampolino di lancio per iniziare a lavorare sui furgonati. Da allora la crescita dei van è stata continua, anche se a piccoli passi: non c’è mai stata un’esplosione come quella di questi ultimi tre anni. Anche nel periodo più buio, quando i numeri del mercato sono calati moltissimo, noi siamo sempre stati in positivo. Per questo ho sempre creduto in questo segmento. Circa 18/19 anni fa abbiamo iniziato a collaborare con il marchio Pössl e su questo abbiamo investito sempre di più. Il risultato è che oggi abbiamo una rete vendita dedicata e un marchio molto venduto e apprezzatissimo, anche perché abbiamo curato bene il post-vendita. Il nostro cliente si è sempre sentito molto “coccolato”, mai abbandonato.

Parallelamente lei ha continuato ad allestire veicoli con il suo marchio. Cosa la spinge, avendo un portafoglio di prodotti e brand così ampio, a proporre soluzioni come il Vivair? Roberto Adami: Quella è sempre stata la mia passione, più che un’attività redditizia. Ma il fatto è che gli altri non fanno quello che faccio io. Negli anni ho visto che molte delle idee che abbiamo tirato fuori dal nostro “cappello magico”, come le prime toilette con le pareti componibili o i frigoriferi a scomparsa, sono state poi riprese da marchi più grandi. Ma questo è ciò che accade sempre al piccolo artigiano che ci mette le notti in bianco. Le idee, se valide, vengono poi riprese dall’industria. In Italia, negli Anni ’80 e ’90 c’erano tanti bravissimi allestitori, ma forse il mercato non era ancora pronto. Nel Nord Italia c’erano marchi che lavoravano ad altissimo livello, come So-

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