LA SITUAZIONE A CASORIA NON È BUONA
La situazione a Casoria non è buona; la situazione dell’Amministrazione Comunale non è buona; la situazione della monnezza non è buona; la situazione della Circumvallazione Esterna non è buona; la situazione urbanistica non è buona; la situazione politica non è buona; la situazione della chiazza non è buona; la situazione delle scuole non è buona; la situazione delle ville comunali di Casoria non è buona; la situazione del PD, il partito di Pasquale Fuccio, Antonella Ciaramella, Sergio Fontanella, Orsino Esposito, Gennaro Albano, Giovanni Marigliano, gli ex Obiettivo Comune. Oscar Cocozza, Aldo e Damiano Vitagliano ed Enzo Ramaglia non è buona; la situazione del mercato dei tessuti del venerdì non è buona; I palazzinari, brava gente! La situazione di via Capri non è buona; l’isola di Capri chiederà il risarcimento per danni morali ed all’immagine! La situazione di via Mario Pagano e le sue tante ed innumerevoli traverse non è buona; è troppo la monnezza! La situazione al Cimitero non è buona; la situazione di
via Santa Croce non è buona; scarrupato, palazzinari, cemento, monnezza e degrado; la situazione dei medici della mutua non è buona; che fine ha fatto il progetto E.PI.CA.?
La situazione degli estorsori, è troppa buona; la situazione dei maneggioni, gli imbroglioni ed i truffaldini è trop-
po buona; la situazione dei carrozzieri, dei meccanici e dei venditori di auto non è buona; con o senza marciapiedi; la situazione degli scassi, dei garage è troppo buona; la situazione del Poliambulatorio dell’Asl in via De Gasperi è troppo buona; i medici specialistici sono bravissimi, i locali sono ottimi, la nuova sede, voluta dall’ex direttore di distretto, Ferdinando Russo, è funzionante; la situazione degli agenti di P.M. non è buona; il comandante Giuseppe Sciaudone c’è e sta cercando di regolarizzare ed armonizzare l’intero Settore degli interventi di Polizia sul territorio; la situazione dei dipendenti comunali non è buona; c’è chi garantisce e chi no, chi lavora e chi no, chi vorrebbe lavorare e chi no, ci sono diverse eccellenze, tanta gente brava e preparata, in ogni settore, c’è di tutto; peccato che ne sono sempre di meno: morti, malattie e pensioni stanno riducendo il personale della macchina comunale, creando non poche difficoltà alla pubblica amministrazione. La situazione sindacale non è buona; non c’è la triplice e non ci sono unità
di intenti tra le sigle sindacali dell’Ente Locale; la situazione dello Stadio San Mauro non è buona; ha riaperto, grazie alla Commissione Prefettizia, ma ha bisogno di tantissimo altro che si spera arrivi; la situazione dei fitti passivi del Comune di Casoria non è buona; la situazione del patrimonio comunale non
ANTONIO BOTTA
è buona; gli uffici costati due miliardi di lire più iva al Parco le Querce in via Piave, dismessi ed abbandonati da più di 7 anni; la situazione economica, la situazione culturale e quella sportiva non sono buone; la situazione delle Chiese non è buona; il fiore all’occhiello della Città di Casoria; la situazione del Centro destra non è buona: diviso, sgangherato, disunito.
“Se il centro-destra sarà unito, chiunque sarà il suo candidato diverrà il Sindaco della Città. L’unità della coalizione non è un dato nominale ma sostanziale, un obiettivo che va perseguito partendo dai programmi, dai contenuti, dai comportamenti e dalle scelte”.
Risponde a questo slogan uno dei padri del movimento sociale: “condivido….. ma oltre i principi….ci vogliono gli uo-
mini…. Ci sono?”
Tocca agli uomini della destra di Casoria rispondere: pubblicheremo ogni loro intervento.
La situazione dei convegni e dibattiti politici non è buona; si parlano tra di loro, il popolo non partecipa…. Dialogo tra sordi; la situazione dei giovani non è buona; troppi i cervelli in fuga; tanti emigrati, anche eccellenti ma sempre emigranti sono. La situazione dei giovani in politica non è buona; i giovani sono il futuro della politica; la situazione del Museo di Arte Contemporanea non è buona; la situazione di Fratelli d’ Italia non è buona. Sono già tre le consiliature che non è rappresentato nel Consiglio Comunale; la situazione del Parco dei Pini non è buona; Basta! A Casoria la situazione non è buona!
NELLA TRASMISSIONE WEB “LA COPERTINA”, OSPITE DI NANDO TROISE IL SINDACO DI CASORIA AVV. RAFFAELE BENE
SUICIDI, PALACASORIA, AREE DISMESSE, I LOCALI DI VIA PO
Ospite del programma web “La Copertina”, condotto da Nando Troise è il Sindaco di Casoria, avv. Raffaele Bene Il primo problema riguarda il fenomeno del suicidio a Casoria, scelta estrema compiuta da 6 persone, su cui Casoriadue è “l’unico organo di stampa locale” ad avere posto l’attenzione dei lettori in più di un articolo. “Ti sei chiesto il perché”? A tale domanda il Primo Cittadino ha risposto che sul grave fenomeno, “che investe non solo il nostro territorio, ma anche altre realtà”, ha allertato i servizi sociali dell’Ambito 18, che comprende anche Casavatore e Arzano, e il Distretto 43, di cui è Direttore Pasquale Bove, aggiungendo che è complesso, tuttavia, rispetto a tale problematica, “intervenire in maniera preventiva”. E’ certo - ha concluso - che il fenomeno rivela un profondo disagio, di cui si sta acquisendo progressivamente una maggiore consapevolezza.
Dopo avere apprezzato il lavoro dell’addetto stampa del Comune Andrea Terracciano, solerte nell’invio di comunicazioni e notizie riguardanti l’Ente locale, il Conduttore dona a Bene la copia di Casoriadue nel quale sono riportate in un servizio le domande rivoltegli dai cittadini; poi gli sottopone le dichiarazioni sul contenzioso relativo al Palacasoria dell’ex assessore alle Finanze Francesco Girardi rilasciate in un’intervista effettuata nel febbraio 2022. Su tale anno-
sa e complessa questione, secondo Girardi non conclusa anche per le lentezze della giustizia, Bene risponde che “in questo mese ci sarà un’udienza. Siamo, quindi, in attesa delle decisioni del Giudice. Nelle more, questi potrebbe avere verificato la disponibilità di una conciliazione che non è andata a buon fine.
Mi auguro che vi possa, comunque, essere una soluzione positiva per una riapertura e un rilancio del Palazzetto all’intera Cittadi-
nanza, oltre le iniziative già consentite all’Ente locale”. A breve sapremo”. Sull’ipotesi ventilata dal consigliere Rino Troiano, secondo cui il Giudice potrebbe protrarre il contenzioso fino al 2024, cioé alla scadenza del contratto sottoscritto con Alba Oriens, il Sindaco sottolinea che l’esito della prossima udienza è che il Giudice potrebbe “convalidare lo sfratto, quindi se così dovesse essere si potrebbe concludere la vertenza, che comprende sia la piscina che il Palazzetto.
Si passa alla ex Resia, non prima dell’annotazione di Troise sul fatto che Afragola e Frattamaggiore non hanno mai consentito a privati di gestire strutture pubbliche. Il Primo Cittadino ha evidenziato che per le aree dismesse di proprietà privata, di cui fa parte anche la Resia, sono stati predisposti piani operativi nell’ambito del PUC – da non confondere con i “piani attuativi”
proposti dai proprietari privati -; ha aggiunto, inoltre, che i proprietari privati hanno gli strumenti adeguati per riqualificare le predette aree ed investire su di esse. Troise, in maniera pungente, osserva che nel 2024 si potrebbero festeggiare i 50 anni di abbandono delle aree dismesse.
A tal riguardo, Bene puntualizza che mentre nel passato il vecchio piano regolatore poneva dei limiti rispetto agli interventi sulle aree considerate, attualmente i nuovi strumenti urbanistici consentono alle Amministrazioni locali di porre in atto azioni di riqualificazione dei siti industriali abbandonati e/o aree
ANGELO VOZZELLA
dismesse.
“Noi” ha proseguito “abbiamo previsto,infatti, nel PUC, la possibilità di una rigenerazione urbana, riconoscendo ai proprietari delle aree un ventaglio di possibilità di investimento: dalla produttiva a quella commerciale, dai servizi alla ricerca scientifica, chiaramente prevedendo il rilascio di aree in favore della parte pubblica, quindi del Comune, per il territorio, in una logica, come detto, di riqualificazione urbana.
L’Ice Snei, per quanto concerne la Rhodiatoce, ha chiesto già una conferenza di servizi alla Regione e nell’area predetta già sono state effettuate operazioni di
carotaggio per la Metro, che passerà in prossimità della Rhodiatoce.
Si spera che il primo lotto, che possa condurre da Casoria a Capodichino, possa realizzarsi entro i prossimi dieci anni”.
Sulle altre aree dismesse Troise ha augurato che possano essere utilizzate ugualmente per servizi, non solo commerciali, ma, come ha specificato Bene, anche per strutture sociali, sanitarie, culturali. In rapporto all’immobile nel Parco Le Querce, di via Po, ultima domanda del Conduttore, per il quale furono spese, per l’acquisto, ingenti risorse pubbliche, ora inutilizzato, il Sindaco ha spiega-
to che attualmente, insieme con l’Organismo Straordinario di Liquidazione - essendo il Comune in dissesto finanziario - si sta valutando con molta attenzione se sia più conveniente porre in essere un piano di alienazione, ossia di vendita, oppure “di rigenerazione urbana”. Un’annotazione finale di Troise riguarda la Chiesa del Carmine, in via Cavour, 20, di fronte alla quale egli è nato. Si augura che “lo scrigno d’arte”del 1600, posto tra la basilica di S. Mauro e il santuario di S. Benedetto” possa essere valorizzato quanto prima per una riscoperta da far fruire alla comunità cittadina.
LA GRANDE FESTA
Festeggiamenti a oltranza. Lo hanno detto anche gli striscioni dai balconi della città e lo ha imparato a dire bene anche mister Spalletti: “ci’o stamme trziann”, pregustandolo dolcemente, in un’attesa che è stata anche come il più classico dei ragù, che deve “puppuliare” lentamente. Così pure quel tocco salato della sofferenza e della trepidazione si è mescolato bene nell’atmosfera magica di queste settimane. Un popolo che sta dipingendo con vernice azzurra la propria opera d’arte contemporanea, lettere di un amore sconfinato per narrare la storia. Nella gioia condivisa, i napoletani assaporano, più che la mera vittoria, morsi di un’umanità altrove perduta. Di cosa parlano sennò le lacrime, la commozione, di chi credeva di non saper più volare, di non poterlo fare e, invece, è lì col famoso ‘ciuccio che vola’... notizia del giorno: è tutto vero! Se indichi nel cielo, è davvero azzurro.
Si sente ancora pulsare, nella Napoli dei vicoli aggrediti dal business della ‘turistificazione’, il cuore di chi ama la città e i suoi colori. Vicoli che già da mesi sono pieni di gente, di murales celebrativi, pietre laviche da sfiorare con le dita, bandiere e festoni, piazzette dove si celebra il culto dello stare insieme. Questo è ciò che siamo e questo è quello che anche chi viene da lontano trova, soprattutto oggi: l’attaccamento viscerale e conta-
gioso verso Napoli e il legame storico e simbolico con il calcio, che non tutti seguono, ma che tutti sanno amare comunque, se si tratta di abbracciarsi più forte. Questa è la vittoria di chi certe cose le sa spiegare solo con l’arte, con la creatività, con le parole di una canzone o di una poesia, perché non sa trovare altri mezzi, perché è il modo migliore in cui riesce a esprimersi. E’ la vittoria di chi, come scriveva Pino Daniele, sa ancora emozionarsi davanti al mare.
Questa è anche la vittoria di chi, veramente, è nato già sconfitto, senza patetici vittimismi ma con la consapevolezza di ciò che è stata l’unità d’Italia e ciò che rappresenta ancora lo strapotere economico del nord, che si rispecchia anche nel mondo sportivo: se così non fosse, non sarebbero stati poi così tanti
gli emigranti tornati qui per far festa, né tantissime e colorate le piazze di tutto il mondo, dove ‘chi se ne va luntano’ si è ritrovato a festeggiare insieme nonostante la distanza e, nemmeno, sarebbero stati così tanti gli annunci barbari di chi, di altre squadre, in altre città, intimava ai napoletani di non festeggiare perché ‘ospite’.
Non è certo la vittoria di chi voleva spiegare ai napoletani come festeggiare, a che ora, secondo quali modalità, perché questi avvisi, le raccomandazioni sul ‘senso civico’, provenienti da svariati ambienti, sapevano più di velato razzismo e di sfiducia verso un popolo che non solo ha respinto al mittente infamie e preoccupazioni, ma già nella mezza festa di domenica scorsa con la Salernitana ha gioito ed ha saputo rispettare e difendere
la città anche in un momento di euforia collettiva come questo. Un’euforia che speriamo non si riveli parte del borbonico “festa, farina e forca”, insomma uno strumento di distrazione di massa dai reali problemi, sia perché questo fenomeno “Napoli” può essere davvero anche mezzo di riscatto sociale ed economico per la nostra terra, ma anche perché, tutto sommato, nonostante le tante belle parole e i romantici connubi tra questa terra e il pallone, questa è prima di tutto
MARGHERITA DE ROSA
e semplicemente una vittoria sportiva. Questa è, infine, la vittoria del Calcio Napoli, della squadra titolare e di chi dalla panchina si è sempre fatto trovare pronto; della squadra che senza eccessivi individualismi ha saputo trionfare come collettivo, tecnicamente e anche fisicamente, dando il massimo sempre, fino a venir meno nelle ginocchia. Questo sudare la maglia, l’impegno e la tenacia, con il tocco virtuoso del mister Spalletti, sono state le armi vincenti di
una squadra senza numeri 10 in campo (ma lassù!), ma con il dodicesimo uomo (i tifosi) sempre pronto, anche e soprattutto per ricordare, come è stato, che il Napoli è prima di tutto della sua gente e poi delle mire imprenditoriali, seppure vincenti, del suo Presidente. Oggi è attesa la Fiorentina al Maradona, per continuare questa festa a oltranza, perché “nun è overo, ma ce crero… Nun succere, nun succere, ma si succere!?! … E’ succies’!!! “ .
ON THE ROAD
On the road è il titolo dell’altra rubrica quotidiana, sempre condotta dal direttore Nando Troise su Nano TV, che, appunto, lungo la strada, osserva ciò che, effettivamente, non va, con la testimonianza inoppugnabile della telecamera che, impietosa, riprende le oscenità cittadine; a ciò egli abbina quelli che sono pareri, opinioni e critiche a quanto viene pubblicato nel settimanale da lui diretto, Casoria due. Questa volta prendiamo in considerazione la ‘visita’ del direttore Troise alla villetta comunale Cimarosa, in Casoria, che versa in condizioni a dir poco disdicevoli. Come più volte ha sottolineato Troise l’unica cosa accettabile risultano le giostrine per i bambini, per cui ha più volte mostrato i senni della sua gratitudine agli operai che si sono prodigati a tal fine, ma ciò che resta, al di là delle giostrne, è il degrado più totale….peccato che un luogo che dovrebbe costituire un’oasi di relax in cui ritrovare la dimensione umana del contatto con la natura diventi, per l’incuria di chi di dovere, una sorta di pattumiera a cielo aperto…cosa ancora più vergognosa è che
la villetta presenta uno spazio intitolato a don Peppino Diana, che presenta la medesima situazione di abbandono, e di questo il direttore si è scusato con il grande sacerdote, vittima della camorra, quasi lo avesse dinanzi a sé. Comunque, da questo “set” non proprio affascinante, Nando Troise ha esposto quanto i lettori hanno manifestato, a mo’ di apprezzamento, il più delle volte, o critica, circa gli articoli del settimanale Casoria Due. Numerosi i commenti positivi per i suoi
articoli su Napoli: qualcuno ha notato un contrasto tra l’evidente bellezza descritta e la reale condizione di quello che continua a persistere, come lo definiva Matilde Serao, il ‘ventre’ della città. A questi giudizi si affiancano poi gli interventi di tipo politico o calcistico, come quello dello stesso redattore Antonio Botta, che ha proposto per Osimhen, del quale, la scrivente ha riportato il bell’episodio che lo vede amico di un ragazzino casoriano vivente a Torino, un premio per il suo
fair play, visione condivisa dal direttore, secondo il quale, per questo o, comunque, per altri suoi gesti il calciatore del Napoli otterrà tale riconoscimento. Interessante il modo con cui Troise risponde a chi non ha il suo stesso punto di vista e gli muove quello che egli stesso definisce una sorta di rimprovero pervenutogli, nello specifico, da un docente dell’I.C. Palizzi, prof Caputo; in merito, il direttore ha ribadito che egli non chiude la porta al cospetto di critiche, anzi, ben vengano, poiché ciò che non gli è gradito è l’indifferenza: bella osservazione, di sapore chiaramente Volteriano…. Tanti gli apprezzamenti per Antonio Botta e per il settimanale in generale, che raccoglie il consenso dei più per la sua completezza e la capacità di chi vi collabora, a partire dal direttore, di raccontare perfettamente i fatti e la nostra realtà, anche attraverso l’interessante trasmissione ‘On the road” che, per il tramite delle immagini, rende ancora meglio l’idea di un degrado che i casoriani non meritano, quindi, evangelicamente parlando “ chi ha orecchi, intenda”.
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A conclusione delle quarant’ore, celebrate presso il santuario del Sacro Cuore di Mugnano, il 27 Aprile u.s. si è tenuta una solenne concelebrazione eucaristica, presenziata dal postulatore della causa di beatificazione di madre Maria Pia Brando, propagatrice del culto al Sacro Cuore, e cioè da don Antonio Salvatore Paone, che, nella sua coinvolgente omelia ha così parlato all’assemblea: “desidero rivolgere un saluto ai sacerdoti presenti, al Diacono, alla Madre generale. Suor Carla Di Meo, alla congregazione tutta, al gruppo di preghiera proveniente dal santuario di sant’Antimo e a tutti voi qui convenuti.
Insieme, riflettiamo stasera sull’importanza della parola di Dio, che è sempre un aiuto efficace al fine di far sì che comprendiamo quel che è bene fare ogni giorno della nostra vita e, nel contempo, per conquistare un po’ di quella pace, un briciolo di quella felicità, che tanto manca alla nostra vita. Se con il cuore noi ascoltiamo la Parola di Dio, troveremo quell’insegnamento che si trasforma in solido sostegno nell’affrontare la quotidianità e superare la tristezza, che, talvolta, con o senza un motivo evidente, quasi ci aggredisce; quel supporto ci consente anche di superare limiti e lacerazioni interiori. Stasera Gesù ci dice: ‘Io sono il pane di vita, chi mangia di questo pane non morrà, ma vivrà in eterno…‘; ebbene, noi abbiamo dato inizio alle Quarant’ore con l’invito alla ricerca del cibo che non perisce ed ora concludiamo con queste parole, che racchiudono il senso profondo di un Gesù che diventa Eucarestia. Comprendiamo
dunque questa grande verità: nell’Eucarestia c’è realmente Cristo, che offre rimedio ai nostri mali. Non serve cecare soluzioni cervellotiche al cospetto delle difficoltà che accompagnano il nostro cammino terreno, non serve ricorrere ai consigli degli altri, perché dobbiamo capire, una volta per tutte, che quel Pane fa sì che nel nostro cuore avvengano eventi miracolosi, in quanto l’anima si nutre del Pane vero e noi siamo illuminati, così da riuscire a individuare la soluzione che risolve i nostri problemi.
L’altro grande miracolo che Cristo, Pane vivo, compie in noi, costituito dal momento in cui prendiamo atto del male che abbiamo compiuto o subito; alla luce dell’Eucarestia tutto assume un diverso connotato, tutto si modifica, ponendoci nella verità, ecco perché essa
deve diventare il centro della nostra fede e l’ adorarla consente a Gesù di prendere su di sé la nostra debolezza.
E’ questo il grande miracolo che compie Cristo entrando nel nostro cuore, ed è quanto è avvenuto qui, in questo tempio, allorché Madre Maria Pia Brando instaurò un intimo rapporto con Gesù eucaristia, così che si generava uno scambio tra il suo cuore e quello di Cristo; per Madre Pia era indispensabile stare ai piedi di Cristo e da qui attingeva la forza per trasformarsi nella religiosa rivoluzionaria che incarnò, non limitandosi alla contemplazione; infatti, a seguito dell’intensa preghiera, ella spendeva un lungo tempo nel continuare ad amare Gesù nei poveri, negli ammalati, nei sofferenti e in quei bambini che, amorevolmente, accoglieva in convento. In un Sud post-unitario, povero e dimenticato, lei si faceva pane, conforto, sostegno, preghiera concreta per tutti. Stasera pensiamo che Madre Pia stia intercedendo per noi, chiedendo al suo amatissimo Sacro Cuore di infondere in ciascuno di noi la sua forza; sicuramente la “monacella santa”, come allora la chiamavano, sta rivolgendosi con fede a Cristo, affinché tocchi i nostri cuori e conceda la sua grazia soprattutto a chi soffre, a chi non riesce ormai neppure a manifestare il suo dolore”: e noi tutti siamo sicuri che, rinnovati nella fede e fortificati dall’amore che promana dal Cuore di Cristo, sull’esempio di Made Pia possiamo continuare il nostro pellegrinaggio terreno con più serenità e rinnovato ardore, nella certezza che Cristo è il nosro compagno di viaggio, sempre!
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MARGHERITA DE ROSA
Ancora una striscia quotidiana, condotta dal direttore Troise, intitolata La foto del giorno, in onda sempre su Nano TV, dal lunedì al venerdì, informa gli spettatori, sostanzialmente, di quanto sia incisivo il potere del giornalismo, al quale i cittadini si rivolgono allorquando, l’Amministrazione sembra sorda alle richieste di ripristino di quelle che sono le strutture fondamentali per la vivibilità urbana, quali un marciapiedi, una caditoia e simili.
Il direttore dà inizio alla trasmissione porgendo i suoi saluti al geometra Accurso, addetto al settore dei lavori pubblici, settore diretto dall’ingegnere Napolitano: un ambito importante, dal momento che si interessa della sostenibilità urbana, dei piani urbanistici, della viabilità.
La preoccupazione del direttore è, in parte, legata al prossimo pensionamento del geometra Accurso, suo diretto interlocutore, che, sebbene non sempre in tempi rapidissimi, risolve quei
piccoli-grandi problemi che affliggono Casoria sotto l’aspetto urbanistico. Troise racconta che più volte gli ha fatto richiesta, a nome dei cittadini, di rispristinare il marciapiede malconcio di via Pio XII, sito nei pressi del ‘Centro Tennis Club Casoria’ e, in merito, si pone la domanda: la prima Repubblica avrebbe consentito che un disagio avesse così lunga vita?
Chissà…comunque, accompagnato da foto dimostrative, il direttore mostra che l’azione di Accurso si è espletata dapprima nel rimettere a posto i marciapiedi di via Kennedy, poi ci sono state delle promesse, fortunatamente non da marinaio: infatti il marciapiede di via Pio XII è stato ripristinato, così come la caditoia di via Marconi, il cui dissesto era
stato segnalato dal radiatorista Alfio Caponetto; una punta di polemica accompagna poi la notizia data da Rai News, in base alla quale una villa confiscata alla camorra diventerà un centro per l’infanzia…giustamente, il direttore obietta la manipolazione della notizia in parola: la camorra, in quella sede, non era operante da vent’anni, poiché il boss era stato incarcerato, quindi far passare un’azione immediata quando tale non è, sembra quanto meno ridicolo…comunque, ugualmente il direttore si rallegra: ben venga il centro per i l’infanzia del quale si occuperà l’instancabile Accurso, se realmente il tutto avrà una conclusione entro il 2024. E allora, l’inferno di cui parlava la donna che dimorava in quella villa? La camorra non c’entrava,
poiché l’ospite si riferisse al degrado dovuto ai rifiuti, alla presenza di topi, serpenti e allo stato di abbandono, effettivamente, ventennale e, quindi, ‘voluto’ si potrebbe dire…concludendo, come si suol dire, tutto è bene quel che finisce bene e se il buon Accurso non può sempre intervenire, come nel caso del Parco Cimarosa, è perché questa è proprietà ACP, così come in alcuni casi è necessario interpellare ditte private, poiché Casoria è una città “doppia” ; il centro, con i suoi 50000 abitanti, e Arpino, con ben 30000: non sempre è possibile sovvenire tempestivamente le necessità di tutti, ma l’ordinarietà non va sottovalutata e perché ciò non avvenga, il direttore Troise si impegna in prima persona, per cui se alcuni miglioramenti urbani sono visibili, ciò va ascritto al merito di chi, da anni, si batte perché Casoria sia una città a misura d’uomo, attraverso un giornalismo concreto, in cui alle parole devono necessariamente far seguito i fatti.
NAPOLI E CASORIA: DIVISE DA UN MARCIAPIEDE UNITE DAGLI STESSI PROBLEMI.
IL PENSIERO DEL DIRETTORE NANDO TROISE
Durante una recente puntata de “La Copertina” programma ideato e condotto dal nostro Direttore Nando Troise si è sfogliato uno degli ultimi numeri del nostro settimanale. Si tratta di un numero particolare giacché alle prime pagine sono stati strategicamente piazzati due editoriali del Direttore: uno riguardante Napoli, l’altro Casoria. L’una è, dice Troise, “la capitale morale e sociale d’Italia, l’altra è la città che amo e in cui vivo”. Troise su Napoli afferma: “Chi parla dei suoi guai è accusato di offuscarne le bellezze. Chi la descrive patinata in fondo sa di averle reso un cattivo servizio perché tacere delle ombre significa ignorarne il grido d’aiuto che arriva da tanti posti. Napoli è una delle poche città al mondo che non ha avuto bisogno di creare ad hoc dei ghetti. Le carte sociali di Napoli si mescolano da sempre. Popolo ed alta società vivono gomito a gomito, basti pensare alla distanza millimetrica che separa Santa Lucia dal Pallonetto di Santa Lucia o la minima distanza, praticamente impercettibile, che separa i Quartieri Spagnoli e Via Toledo”.
Su Casoria: “è dal Dopoguerra che qui c’è un cancro amministrativo. Libertà amministrativa Casoria non ne ha. E’ un cancro pieno di metastasi che la politica non vuole curare e che, forse, non
vi è proprio più la possibilità di curare. E dire che Casoria è così vicina a Napoli, con tutte le sue potenzialità (una su tutte il turismo religioso) potrebbe attirare le migliaia di turisti che passano per Napoli ogni giorno”. Con grande rammarico il Direttore riflette sui tanti edifici abbandonati, sulla “grande bruttezza” della piazza Cirillo con quel mostro di cemento che è la sede comunale e sulla fatica che a volte si prova a dover strillare, dedicare intere dirette alla segnalazione dei disservizi affinché essi vengano eliminati. Con rammarico il Direttore lamenta di non riuscire ad
avere, da privato cittadino prima ancora che da giornalista, un confronto diretto con l’amministrazione locale, in particolar modo con il sindaco Bene. Pochi giorni dopo la diretta però il Sindaco Bene è effettivamente intervenuto in trasmissione per rispondere ad alcune domande dei cittadini. Sicuramente approfondiremo il suo intervento in un prossimo articolo, in questa sede ci limitiamo ad esprimere compiacimento per il fatto che il primo cittadino abbia finalmente deciso di interfacciarsi con onestà e schiettezza coi dubbi e le paure dei suoi concittadini.
RAFFAELE FUMO
La strada extraurbana SP1 meglio nota come Circumvallazione esterna, percorrendo lo svincolo di Casoria e Casavatore si intravedono cumuli di rifiuti di ogni tipo disposti lungo il margine della strada, scontato dire che questi causano un enorme danno ambientale, emettendo inoltre un odore nauseante. Cosa dice il diritto in merito all’abbandono dei rifiuti?. L’art.192 del Codice dell’ambiente, D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (cd. Testo Unico Ambientale, di seguito “d.lgs. 152/06”), rubricato “Divieto di abbandono” stabilisce “il divieto di abbandono e di deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo e dell’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee (commi 1 e 2)”. Fatta salva l’applicazione delle sanzioni di cui agli articoli 255 e 256, il comma 3 obbliga chiunque violi i divieti “a procedere alla rimozione, all’avvio a recupero o allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi in solido con il proprietario e con i titolari di diritti reali o personali di godimento sull’area, ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o colpa, in base agli accertamenti effettuati, in contraddittorio con i soggetti interessati, dai soggetti preposti al controllo”. Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all’esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle som-
ESTERNA:
me anticipate. Immediatamente dopo è dato rinvenire il collegamento con il d.lg. 231, contenuto nel comma 4 dell’art. 192: “Qualora la responsabilità del fatto illecito sia imputabile ad amministratori o rappresentanti di persona giuridica ai sensi e per gli effetti del comma 3, sono tenuti in solido la persona giuridica ed i soggetti che siano subentrati nei diritti della persona stessa, secondo le previsioni del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni”. La violazione dei divieti di abbandono/deposito/immissione dei rifiuti è, appunto, sanzionata dagli artt. 255 e 256. In particolare, l’art. 255 (abbandono di rifiuti) punisce “chiunque, in violazione delle disposizioni di cui all’ articolo 192, commi 1 e 2 è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra 105 euro e 620 euro
(o tra 25 euro e 155 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi e non ingombranti). Il successivo art. 256 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata), al comma 2, commina le pene di cui al comma 1 (id est: arresto da tre mesi a un anno o ammenda da 2600 euro a 26000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi; arresto da sei mesi a due anni e ammenda da 2600 euro a 26000 euro se si tratta di rifiuti pericolosi), “ai titolari di imprese ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee in violazione del divieto di cui all’articolo 192, commi 1 e 2”. Dalla lettura di tali disposizioni emerge dunque come l’obbligo di rimozione dei rifiuti abbandonati, e di ripristino dei luoghi, incomba sull’autore dell’abbandono, in solido con il proprietario dell’area (o con il titolare di un altro diritto reale o personale di
godimento, si pensi, al caso dell’affittuario o del locatore), ma solo laddove in capo a quest’ultimo possa essere rinvenuta una responsabilità a titolo di dolo o quantomeno di colpa.
I dubbi maggiori si sono posti, come accennato, in relazione ai numerosi casi di abbandono di rifiuti da parte di soggetti non identificati e non altrimenti identificabili rispetto ai quali, al fine di veder rimossi i rifiuti, i Sindaci hanno spesso adottato ordinanze ai sensi dell’art. 192 del d.lgs. 152/06, imponendo ai proprietari dell’area di ripristinare lo stato dei luoghi.
Ciò che, in concreto, ha condotto la giurisprudenza a definire e delineare i contorni del concetto di “colpa”, richiesta dall’art. 192 quale elemento soggettivo minimo (in alternativa al dolo) per legittimare un’ordinanza sindacale di rimozione emanata nei confronti del proprietario di un’area oggetto di abbandono di rifiuti. Tale questione è stata da ultimo affrontata in un’interessante sentenza della Corte di Cassazione (sez. III penale, sent. n. 13606 del 28 marzo 2019), chiamata a confrontarsi in merito ad un caso di accantonamento e sversamento di materiale di risulta,
pneumatici e lattine di vernice da parte di ignoti, all’interno di un terreno solo parzialmente recintato. La questione giuridica che si è posta è la seguente: l’inerzia del proprietario a fronte della collocazione dei rifiuti può essere fonte di responsabilità? In caso affermativo, a che titolo?. A tal riguardo, i giudici sottolineano tuttavia che la semplice inerzia del proprietario del fondo, conseguente all’abbandono da parte di terzi, o la sua consapevolezza di tale condotta da altri posta in essere, non sono idonee a configurare alcun illecita condotta.
Una condotta omissiva può infatti dare luogo a ipotesi di responsabilità solo ove sussista l’obbligo giuridico di impedire l’evento. Emerge dunque come la consapevolezza dell’abbandono di rifiuti sul proprio terreno, così come la mancata attivazione per la loro rimozione, non integrano l’elemento della colpa richiesto dall’art. 192 del d.lgs. 152/06.
Un provvedimento che ordini la rimozione dei rifiuti basandosi unicamente sul titolo di detenzione o di godimento dell’area, risulterà dunque illegittimo e potrà essere impugnato davanti al giudice amministrativo, quindi oltre il
danno anche la beffa.
Dall’analisi giurisprudenziale si riscontra come il tema della legittimità delle ordinanze sindacali che impongono ai proprietari (o ai titolari di diritti reali o personali di godimento) di aree oggetto di abbandono di rifiuti, la rimozione dei rifiuti medesimi sia un tema dibattuto. Tornando sul fatto dello sversamento illegale, dell’immondizia sulla circumvallazione, una delle ipotesi formulate è la seguente: le rampe di svincolo di Casoria e Casavatore non sono proprietà di costoro, bensì di proprietà del Comune di Napoli affidando la competenza all’ufficio urbanistica.
Nel corso degli anni ci sono stati vari tentativi di mantenere decorosa la strada, ma visto che attualmente ancora non risulti agibile alla circolazione, quindi, di contrastare lo sversamento abusivo dei rifiuti, ad oggi versa in uno stato indescrivibile. Per incentivare le istituzioni a prendere provvedimenti, il giorno 21 aprile si è svolta una protesta organizzata da Europa Verde. Speriamo che qualcosa si muove perché il tracciato rappresenta un’importante polo strategico nell’ambito dei trasporti.
IN MOSTRA AL MANN LE ANNERITE SCAGLIE DI AULO PEDICINI
Il 25 aprile è la Festa della Liberazione dal Nazifascismo. Lo sappiamo, che c’entra con Aulo Pedicini, il MANN e tutto il resto?, obietterete certo a fior di labbra. C’entra, c’entra. Perché proprio per celebrare degnamente il 25 aprile quest’anno ho deciso di rendere omaggio alla Cultura e all’Arte, entrambe potentissime armi di libertà, in grado di salvarci dalla vera schiavitù in cui l’ignoranza sprofonda gli incauti che si lasciano incantare dalle sue morbose e ferali sirene. Come gesto concreto di resistenza al dilagare dell’Orrida, ho deciso quindi di tornare a far visita al MANN, nelle cui sale di tanto in tanto ho bisogno di perdermi nell’incanto della bellezza e nella vertigine ipnotica e voluttuosa della sindrome di Stendhal. E per rendere ancor più incisivo il mio personalissimo atto di partigiana resistenza, ho deciso di non andarci con il treno dello Stato. Ah, che soddisfazione! Alla biglietteria saluto l’impiegata con un Buona Festa della Liberazione e lei mi ricambia entusiasta, aggiungendo un sorriso e un’occhiata d’intesa che rivela quanto come me sia legata al senso profondo di questa data e quanto come me sia preoccupata per i pericolosi tentativi di riscrittura apocrifa di un passato che dovremmo indagare e conoscere come e meglio delle nostre tasche. Ad ogni buon conto, con lei siamo almeno in due a tenere gli occhi aperti. È un inizio incoraggiante. Entrare nell’immenso magnifico salone d’ingresso del Museo e impattare nel colpo d’occhio che regale è tutt’uno con l’improvviso capogiro che voglio attribuire alla cervicale per non essere troppo pindarica e celebrativa, ma non sto nella pelle all’idea di rivedere quelli che considero i miei antenati diretti: gli antichi egizi, (la cui sezione peraltro, rimasta chiusa a lungo è stata da poco riaperta), quindi mi fiondo per le scale che portano al seminterrato che li ospitava l’ultima volta che sono venuta a salutarli. Al termine della discesa, tuttavia, non mi accoglie il busto dello scriba che fa da addetto al ricevimento degli ospiti, ma una serie di istallazioni e immagini che con hanno assolutamente nulla di egizio. Dopo un
breve attimo di spiazzamento per quello che considero un tradimento della memoria di cui forse dovrei preoccuparmi, mi accorgo di un gruppetto di giovani (che meraviglia i ragazzi al museo!) che fa corona intorno ad un personaggio singolare che ha nell’aspetto, nei gesti, nel tono affabulante della voce il fascino ieratico dell’artista. È Aulo Pedicini, artista sannita visionario e poliedrico, la cui produzione ha attraversato i decenni, dagli anni Sessanta ad oggi, esplo-
rando percorsi e suggestioni di forme, colori, materia nella ricerca incessante di chiavi espressive e comunicative sempre più efficaci nel trasferire agli altri la sua visione dell’arte e della realtà. Scultore, pittore, performer, grafico, incisore, decoratore di tessuti, Pedicini, nato a Foglianise (BN) e diplomatosi in scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, approccia l’arte con stile immediato e informale fino agli anni Settanta, quando decide di utilizzare la sua pratica scultorea per indagare il consumo, l’oggetto, lo scarto in quanto a possibilità assemblativa e a denuncia di allarme sociale. Sono gli anni della Quadriennale di Roma (1975), della XXXVII Biennale di Venezia (1976), del Festival Dada (1979) a Los Angeles. Negli stessi anni ha grande risonanza Il Malato, performance di fortissimo impatto che realizza presso l’ospedale psichiatrico Frullone di Napoli e che presenta alla Biennale di Venezia nel 1976. Con il passare degli anni, lo scultore che è in lui sente forte il richiamo della nobiltà del bronzo e delle sculture di grandi dimensioni. Saranno allora i corpi femminili ad accogliere classicità lirica e suggestioni metafisiche, come era stato per le incisioni giovanili e in seguito le carte. Firma opere presenti in diversi musei e istituzioni pubbliche in Italia e nel mondo e al MANN resta fino al 26 giugno con un suggestivo percorso che si snoda attraverso quadri, collages, pannelli, foto, sculture e che già nel titolo Annerite Scaglie rivela essere composto da frammenti rimasti in balia della polvere del tempo e dell’oblio per essere restituiti a nuova vita. Sono oggetti ritrovati nello studio dell’autore, oggetti sparsi per ogni angolo, oggetti raccolti per strada che per la società dei consumi sarebbero destinati all’abbandono, alla dismissione, alla discarica, diventano per l’autore la metafora dell’uomo stesso che nella società tecnologica avanzata è ridotto ad oggetto, avvolto nella plastica, chiuso in scatole di plexiglass, costretto a vivere in gabbia e uccidere se stesso. Se l’uomo è oggetto, la sua rappresentazione non può che essere oggettuale, sembra
Mai così nutrita l’offerta culturale e artistica del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che accanto agli inestimabili tesori del Passato, ospita fino al prossimo 26 giugno una ricca personale dell’Artista sannita e un fitto calendario di mostre temporanee da non perdere
essere la conclusione dell’artista. Ma mai saltare alle conclusioni quando le domande si possono porre a colui che le Annerite Scaglie le ha pensate, realizzate, raccolte, organizzate in modo da allestirne una mostra dall’impatto emotivo davvero potente. Soprattutto, poi, se è la Festa della Liberazione!
Maestro Pedicini, oggi che senso ha fare arte e qual è quello della sua arte? Certamente la mia arte oggi non può essere un’arte antica o di passaggio. Ogni artista racconta il percorso della sua vita. Tutto comunque è molto difficile, sia per i materiali che per i contenuti. Farsi leggere fino in fondo diventa caotico perché il concetto mentale dell’artista non è solo quello della materia e del contenuto, ma anche quello del fare. Io utilizzo tecniche e materiali diversi, sono un ricercatore ed ogni volta esprimo i contenuti che mi stanno a cuore. Non è facile dire cosa cerco: cerco la libertà espressiva, quello che posso fare lo faccio.
Non devo essere legato a qualcosa. Parlavo con dei ragazzi poc’anzi (quando l’ho adocchiato ndr) del periodo fascista in cui gli artisti venivano condannati. Hitler ce l’aveva specialmente con gli esponenti della scuola della Bauhaus, che erano ritenuti oppositori del potere e dovevano scappare dall’Europa per non essere arrestati. Io per prima cosa amo la libertà e la ricerca. Ecco perché questa mostra è stata documentata attraverso un percorso ben preciso, quello delle mie sculture in bronzo che rappresentano il mito della bellezza dell’antica Grecia.
Le altre sculture sono ricordi degli anni ’60, come Il Trono che è composto da una sedia, da una camicia rossa e da fogli di plastica che reggono la sedia. È un
trono tremolante ed è giusto del 1966, che poi tutto è stato annullato realmente e politicamente. Una scultura in bronzo come Storia di un amore, invece, con una gamba e con un panneggio, con una lastra sotto e un fazzoletto poggiato sulla lastra, rappresenta la distruzione. Quando volevano che la donna fosse solo una donna oggetto io l’ho venerato questo “oggetto”, l’ho fatto diventare l’amore della mia vita.
Ci mostri le altre opere, maestro, così chi verrà a visitare la mostra potrà intenderne il significato che lei ha voluto dare ad esse.
La progressione in questo grande occhio, non a caso, è una progressione ottenuta all’interno di uno spazio delimitato. Questa teoria nasce proprio dalla scuola della Bauhaus: si può partire da una sfera, da un punto, da una linea e man mano si costruisce all’interno di questo spazio, secondo un equilibrio di forme, fino ad arrivare all’opera definitiva.
La sua arte è espressione di resistenza e di libertà. Quanto è importante che il senso della libertà e dell’umanità attraverso l’arte? E quanto può l’arte arginare la deriva di disumanità che percorre il nostro tempo?
Cosa dire… avere la libertà è molto difficile. Anche per noi artisti, che abbiamo bisogno di collezionisti e di musei che ci accolgono. Deve pensare che questo percorso dell’oggetto nella scatola, di questo spazio chiuso come l’ho definito io, non è stato accettato a suo tempo e io ho cambiato binario, ho cambiato registro perché tanto lo capivo solamente io. Restava quindi solo la fotografia?
Perché riproducendo la realtà era più accettabile?
È chiaro che era più accettabile.
Oggi l’arte deve ancora essere accettabile, o è accettata?
Hmmm… mi mette davanti a un muro. È molto duro dare una risposta…secondo me, non è accettata.
Quanto ha a che fare il 25 aprile, la liberazione dal nazifascismo con l’arte che è liberazione dell’anima?
Eh, bella ciao! Bella ciao. Io sono qui. Ho sempre cantato questa canzone an-
che mentre lavoro, nella mia libertà infinita per l’amore per l’arte.
Quindi l’arte è resistenza ed esistenza. Sinceramente io non accetto mai un lavoro di committenza se non c’è la libertà, anche se vengo ben pagato.
Ai giovani artisti e ai giovani in generale, per avvicinarli alla potenza dell’arte, cosa vuole dire?
Di amare l’arte con il cuore e soffrire con il cuore per lavorare.
Mi dica degli scarti, di tutti quei pezzi di carta chiusi in quel cubo di plexiglass.
È il negativo delle opere pittoriche. Di quei collages. Nella scatola ce n’è una parte, ma io lo posso riempire quel cubo, che diventa a sua volta un’opera. Quello che uno scarta cos’è?
È il positivo o il negativo. Simili ma opposti. Sono complementari l’opera e lo scarto. La sedia che compone il trono, è stata presa non a caso all’angolo di una strada dov’era abbandonata, perché era lo scarto di una società consumistica ed è diventata per me un linguaggio, un contenuto, un’opera, una storia. Perché quella sedia per me ha una storia, non scritta da me: aveva già una storia quando è stata buttata all’angolo del palazzo.
…chissà chi ci è seduto, quanto è durata… quindi simboleggia la precarietà del potere? Il messaggio è “stia attento chi detiene il potere”. È un monito il suo maestro!?
Ah, ah, ah! A me non importa più. Io voglio solo essere libero e se non sono al museo del Novecento, ma qui al MANN, ospite di Paolo Giulierini che è un grande direttore, è proprio perché non ho mai bussato alla porta di nessuno. Bravo, Maestro. così si fa. Viva l’arte. Viva la libertà.
CASORIA NELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, TRA ERRORI E NUOVE PROPOSTE
Cosa sa l’intelligenza artificiale della nostra città? Può darci qualche suggerimento utile? Ce lo siamo chiesto e la risposta è inattesa. Il capitolo di Casoria è quasi ancora tutto da scrivere per Chatgpt (openai.com). La nostra città è sistematicamente confusa con alcuni comuni limitrofi, come Casavatore e Napoli. È un quadro indistinto, ma questo forse consola perché ci induce a credere che un futuro sia ancora possibile.
Ecco alcuni estratti del testo composto dalla IA sulla città di Casoria: ----------------------------------------------
Casoria è una città situata nella regione Campania, a nord-est di Napoli. La città, con una popolazione di circa 80.000 abitanti, è caratterizzata da una ricca storia e cultura, ma anche da una serie di problemi irrisolti che ne limitano lo sviluppo e il benessere dei suoi cittadini.
Uno dei principali problemi di Casoria
è il traffico (...).
Un altro problema di Casoria è l’inquinamento ambientale (...). Inoltre, la mancanza di raccolta differenziata dei rifiuti (notizia falsa, ndr) e la presenza di discariche abusive aggravano la situazione.
Casoria ha anche un tasso di disoccupazione elevato, soprattutto tra i gio-
vani.
Tuttavia, non tutto è negativo per Casoria. La città ha un patrimonio culturale e storico ricco e interessante. Ad esempio, il Museo Archeologico dell’Agro avellinese (notizia falsa, ndr) e la Chiesa di San Giovanni Battista (notizia falsa, ndr) sono attrazioni di grande valore culturale.
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Nell’articolo di Chatgpt nessun accenno ai tratti più distintivi della città, quello di ex zona industriale con decine di aree dismesse, di città con un museo internazionale, il CAM, di città con tanti santi e beati, e purtroppo anche con una triste storia di vittime innocenti della criminalità. Ma abbiamo provato a fare tante altre domande all’intelligenza artificiale e tra le molte risposte errate e strampalate, è emerso qualche stimolo utile. Abbiamo chiesto quali festival potrebbero essere organizzati in città per animare la vita sociale e tra le varie proposte, piuttosto comuni, ne spicca una: quella del festival della Street Art. Come qualcuno di voi ricorderà, alcuni anni fa fu organizzata da vari artisti con il supporto dell’amministrazione comunale una giornata dedicata al graffitismo. Correva l’anno 2014, e in viale Europa, sul muro di cemento
che costeggia l’ex Rhodiatoce, furono realizzati i murales per l’evento denominato “Wanderwall Casoria street style”. Ci sono varie altre strade alla periferia della città dove sono stati realizzati, in maniera spontanea, dei murales artistici che sono in grado di cancellare il grigiore di certe aree. Casoria è anche la città dove campeggia, al confine con Afragola, la grande ruota dentata in acciaio, simbolo di un passato industriale che fu. Un tempo, c’era anche il Parco delle Sculture, con l’installazione di opere d’arte contemporanea in acciao, marmo e legno, andate in malora. Casoria è, manco dirlo, città ancora imprigionata nel suo passato industriale, da cui non ha saputo trarre nulla. Forse un nuovo grande festival dell’arte urbana con il coinvolgimento di alcune forze del territorio (museo di arte contemporanea, scuole) e una riappropriazione consapevole, fosse anche solo in termini artistici o culturali, della nostra archeologia industriale potrebbero segnare un nuovo punto di partenza. Un nuovo stimolo che sappia dare alla città una fisionomia più precisa, un volto nuovo che non teme di riconoscere il passato, e dare colore al futuro. In attesa di una trasformazione reale, radicale, invocata da decenni.
LE VICENDE DEL COMUNE DI CASORIA MERITANO L’ATTENZIONE DELLA CITTÀ
Il dissesto amministrativo e finanziario del Comune di Casoria persiste e non si vede una via d’uscita.
È giusto partire dalla reflessione primaria sulla situazione economica e finanziaria del Comune di Casoria per affrontare una serie di questioni che coinvolgono l’intera città.
Con l’atto consiliare 22/2020 veniva dichiarato il dissesto finanziario del Comune di Casoria con un’indicazione debitoria di € 33.630.533,61.
Già all’epoca su Casoriadue e Nuova Dimensione si ritenne la cifra individuata inferiore alla reale situazione debitoria del Comune.
Infatti allo stato la previsione debitoria si avicina ai 40 milioni di euro.
Veniva nominata la commissione di liquidazione con decreto presidenziale del 28/10/2020.
Dopo 30 mesi dalla declaratoria del dissesto e dalla nomina della commissione permane il silenzio sull’entità definitiva della debitoria e dei nominativi dei creditori e non risultano azioni positive per superare la situazione di dissesto.
Le tanti e diffuse prescrizioni del Ministero dell’Interno per mettere ordine nei conti del Comune sono state disattese così come risultano senza esito le continue e costanti raccomandazioni del collegio dei revisori, nelle relazioni trimestrali, sulla necessità di atti di dismis-
sioni del patrimonio comunale e misure sulle entrate.
Sono trascorsi 22 mesi dall’atto consiliare 24/2021 di approvazione del bilancio stabilmente equilibrato che conteneva le prescrizioni ministeriali datate 4/8/2021.
L’amministrazione ha continuato la sua attività ed ha partorito il Piano Urbanistico Comunale ed alcuni progetti sono stati finanziati e sono stati anche bandite le gare con il sistema della procedura negoziata senza pubblicazione del bando.
Il PUC presenta lacune vistose come si è avuto modo di rappresentare sul numero speciale di Nuova dimensione di marzo 2023.
Su alcuni progetti le critiche sono specifiche e mirate e riguardano l’utilizzo improprio delle sedi municipali e del tribunale di Casoria.
Il Direttore di Casoriadue, poi, non deve scandalizzarsi
se il Sindaco non partecipa alle trasmissioni di Nano TV e non dialoga con le oposizioni perchè, in verità, a chi governa la città di Casoria piace farsi notare solo nelle inaugurazioni.
Le opposizioni non esercitano compiutamente il loro ruolo e spesso sono distratte o assenti.
Sulla vicenda del dissesto finanziario e sulla mancanza di iniziative idonee a superare la situazione debitoria che grava, pesante, sul Comune e sulla collettività, abbiamo interessato i ministri competenti per l’accertamento delle responsabilità e per l’assunzione dei provvedimenti interdittivi conseguenti.
Una nota positiva degli ultimi giorni che può movimentare l’asfittica situazione politico/amministrativa della città di Casoria, riguarda la presentazione di alcune interrogazioni a risposta scrit-
ta dei consiglieri comunali dell’opposizione (Russo, Cassettino, Marro, Orsino, Fuccio, Graziuso, Ramaglia e Rullo) riguardanti:
a) i titolari degli incarichi dirigenziali (nomina, curriculum, carichi pendenti); b) la gestione del patrimonio comunale (uso degli alloggi ERP, censimento occupanti, abusi vari) e la gestione di alcune reti idriche di confine; c) l’omessa discussione sul quarto trimestre 2022 sulla situazione finanziaria del Comune, obbligo giuridico ed amministrativo.
Le questioni sollevate dagli otto consiglieri investono amministratori e dirigenti del Comune che non possono continuare ad omettere i provvedimenti dovuti.
Certo è assente il gruppo dei 5 stelle che si è distinto per un voto favorevole sul PUC, giustificato come voto programmatico che è un non senso politico, giuridico ed amministrativo.
I 5 stelle devono riprendersi dal torpore amministrativo e farsi vivi come opposizione con iniziative adeguate. Per quanto riguarda lo scrivente, seguire le vicende amministrative del Comune di Casoria è un dovere che si ritiene di assolvere per amore della città che mi ha visto protagonista negli anni ottanta.
Scrivere un libro sugli ultimi quaranta anni di storia della città è una tentazione che non manca nel bagaglio culturale.
ANTONIO BOTTA
AFRAGOLA. MESSA SOLENNE PRESIEDUTA DAL CARDINALE EMERITO CRESCENZIO SEPE, NELLA CHIESA S. MARCO IN SYLVIS
“ABBIATE SEMPRE FIDUCIA NELL’AMORE DI DIO”
Lo scorso 25 aprile, in occasione della solennità del Patrono locale, nella parrocchia S. Marco in Sylvis, ad Afragola, è stata celebrata la S. Messa solenne presieduta dall’Arcivescovo Emerito di Napoli S.E.R. Mons. Crescenzio Sepe e animata dalla corale della Parrocchia. La liturgia eucaristica, concelebrata dal parroco don Peppino Delle Cave e da don … è stata preceduta dallo spettacolo con gli sbandieratori “Cavensi”, della Città di Cava de’ Tirreni, che hanno compiuto il tragitto da S. Marco all’olmo al Tempio predetto, dichiarato, nell’estate del 2020, dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo “immobile di interesse storico – artistico”; tale riconoscimento fu notificato all’allora Amministrazione comunale di Afragola con decreto n° 17 del 30 /06/2020 emanato dalla Commissione regionale per il Patrimonio Culturale della Campania. Nel porgere il saluto al Cardinale emerito, don Peppino lo ha ringraziato per la Sua presenza avendolo incoraggiato nella custodia e nella valorizzazione del complesso monumentale S. Marco in Sylvis, “scrigno di storia, di arte, di tradizioni, in cui si scoprono le radici della nostra fede, del Vangelo, della Buona Notizia proclamata da S. Marco: Gesù, Figlio di Dio, Cristo Risorto, è la ragione, il senso della nostra vita”. Grato anche della partecipazione all’Evento liturgico delle Autorità istituzionali locali, di quelle accademiche e di moltissimi fedeli, il Parroco ha colto l’occasione per rendere lode al Signore che gli ha concesso di “accompagnare per circa 50 anni la comunità parrocchiale nel cammino di fede, di conversione, compien-
do il Ministero sacerdotale con grande zelo, soprattutto in questi momenti così difficili”. Infine, ha evidenziato la bellissima realizzazione del giardino, attiguo al Tempio, “che ci ricorda un po’ l’orto degli ulivi, di cui era proprietario lo stesso S. Marco”, ponendo in rilievo che è “un itinerario geografico, spirituale, con lo scopo di far vivere alle persone che qui giungono momenti di meditazione, di preghiera, di contemplazione”. Ciò sarà possibile, ha concluso, mediante “i 20 quadri in maiolica del Rosario e i 15 della Via Crucis. Il giardino è intitolato alla S. Famiglia di Nazareth, modello di umiltà, di semplicità gioiosa, di lode a Dio, di vita. Nella riflessione omelica, Sua Eminenza, in primis, ha elogiato don Peppino “ per l’esemplarità del suo sacerdozio: un pastore che ci crede, che s’impegna con tutte le forze, affrontando anche sa-
crifici, come nel caso della realizzazione del giardino”, di cui Sepe ha sottolineato la bellezza, “polmone” ha detto “di questa parrocchia”. Nel fare riferimento a S. Marco, il Celebrante ha esortato i fedeli ad essere grati al Signore nell’avere come protettore uno dei 4 evangelisti, un modello da imitare nel vivere in maniera autentica la fede, così come il santo Patrono l’ha vissuta. Egli, ha proseguito il Pastore, “di origine benestante, sentì parlare di Gesù e della Buona Notizia da suo zio Barnaba. Volle, così, approfondire la conoscenza del Signore, ponendosi alla sequela anche di Paolo quando giunse con Barnaba a Gerusalemme per portare offerte per i cristiani poveri della comunità”. Conobbe anche Pietro, che definì Marco “figlio mio”, per l’amore che nutriva nei suoi confronti. Quando Marco giunse a Roma, aiutò Pietro nello svolgimento del suo apostolato, trascrivendo la Parola di Dio che il Capo degli apostoli predicava. Marco ci insegna, ha spiegato il Prelato, ad amare Dio attraverso l’accettazione e la testimonianza della Sua Parola. “Due sono le tradizioni sulla morte di Marco” ha concluso, “una delle quali è che Egli sia stato catturato e trascinato in carcere dove morì da martire, testimone della fede in Dio e del Suo amore. Nelle difficoltà, il Signore ci dà la forza per superarle, così come nelle fragilità e nelle debolezze Egli è sempre pronto a mostrarci la Sua misericordia, esortandoci a convertirci. Abbiate, perciò sempre fede nell’amore di Dio. S. Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, ci esortò a non avere paura. Dio è con noi, ci benedice! “A Maronna c’accum-
pagna”.
Al termine della Messa, dopo aver letto l’atto di affidamento a Dio della Città, il Sindaco, prof. Antonio Pannone ha messo in rilievo, oltre alla proficua e instancabile opera di evangelizzazione di don Peppino, lo straordinario impegno dei vari gruppi parrocchiali e dei giovani di Azione Cattolica, “protagonisti di tante belle iniziative”. Ha, poi, posto l’accento sull’adesione alla rete marciana, “che ci vede proiettati in modo attivo in un’altra ricca esperienza”, ringrazian-
do, a tal fine, il consigliere delegato Fusco e l’ambasciatrice Salzano. Infine, facendo riferimento al Tempio ha sottolineato che nello straordinario complesso monumentale, arricchito del giardino, “si trova la radice della nostra identità, della nostra fede, la nostra matrice, che continua ad alimentare il senso di appartenenza profonda, di un vincolo che credo debba preservare l’integrità di una comunità, che vive di intesa sinergica, nella differenza di ruoli e compiti, tra le varie componenti: fa-
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
miglie, parrocchie, scuole e istituzioni”. Di queste ultime ha ringraziato, per la la loro presenza, i rappresentanti: vicesindaco, on. Pina Castiello, Sottosegretario di Stato, il Presidente del Consiglio comunale Biagio Castaldo e i consiglieri comunali. Al termine, è stato donata a Sua Eminenza Sepe una riproduzione dell’affresco di Moriani, di fine 1800, che si trova nel salone del Palazzo Municipale della Città. Infine, il Cardinale ha benedetto il giardino e i quadri in maiolica.
NASCE IL PARCO DELLO SPORT A CASORIA
Nasce il Parco dello Sport di Casoria: aperto anche il cantiere per la rotonda nel quartiere Stella. “Inclusione e vivibilità: così miglioreremo la vita di tanti giovani” Casoria. Due nuovi cantieri per migliorare la vivibilità al confine con Afragola.
Sono avviati gli interventi per l’installazione di una mini rotonda in via Concordia nel cuore del quartiere Stella e per la realizzazione
del Parco dello Sport in via Duca D’Aosta.
Nello specifico sarà realizzata una mini rotonda per facilitare il traffico in una zona densamente popolata e sensibile anche per la presenza delle scuole. Si tratta di un primo intervento, al quale seguirà la sistemazione definitiva del sottopasso, i cui lavori inizieranno a giugno, e che finalmente risolverà il problema degli allagamenti.
La realizzazione del Parco dello Sport sarà possibile grazie a risorse assegnate al Comune di Casoria dal Ministero dello Sport e dei Giovani attraverso il bando “Sport e periferie” e vedrà la costruzione di un campo di calcetto e di un’area fitness all’aperto con bagni e spogliatoi.
“Siamo molto soddisfatti di aprire anche questi due cantieri che i cittadini stavano aspettando da tanto.
Non solo vivibilità in ogni quartiere ma anche inclusione sociale attraverso nuovi spazi sportivi che saranno a disposizione dei più giovani e di chi, semplicemente, vorrà trascorrere qualche ora in salute e serenità a due passi da casa” hanno dichiarato in una nota congiunta il Sindaco di Casoria, Raffaele Bene e l’assessore all’Urbanistica Maria Tommasina D’Onofrio.
ROSSELLA VERZE
PACE: UN SOGNO POSSIBILE!
Sì, gli studenti dell ‘I. C. 2 Moscati Maglione ne sono convinti: la pace è un sogno possibile!
“Se i grandi non hanno capito che cos’è la pace di sicuro i bambini hanno capito come si fa la pace”…
“Pace è un abbraccio dopo il litigio, una carezza dopo lo schiaffo, una parola buona dopo l’offesa”…
“È un sogno possibile se ci impegniamo”: ecco alcuni versi scritti da bambini di quarta e quinta elementare per definire la pace; parole semplici ma significative che hanno dimostrato ancora una volta quanto i ragazzi siano saggi, spesso, in verità, più degli adulti.
È ormai alla sesta edizione il concorso di poesia, organizzato con amore e abnegazione dalla prof.ssa Lina Sanniti presso l’’I. C. 2 Moscati Maglione, di cui sono protagonisti gli studenti della secondaria e delle classi quarte e quinte della primaria. Il 26 aprile presso l’Auditorium di via Pelella si è svolta la cerimonia di premiazione: non solo poesia; anche quest’anno così come lo scorso anno, gli studenti sono stati invitati a partecipare al concorso d’arte figurativa “Copertina del diario scolastico”, esprimendosi su di un altro tema, altrettanto pregnante: sorella acqua “Premiare i talenti attraverso percorsi innovativi – ha affermato con entusiasmo la Dirigente Scolastica prof.ssa Virginia De Robbio nel suo saluto iniziale - ha un quid di rivoluzionario, perché la poesia è sicuramente rivoluzionaria nella sua essenza profonda! In quanto espressione del pensiero divergente consente ai nostri giovani, infatti, di essere unici navigatori di mari inesplorati su rotte impensabili”.
“Attraverso l’arte - ha a sua volta ribadito il sindaco di Casoria Raffaele Bene, complimentandosi con la D.S. per la determinazione e l’impegno con cui guida la comunità scolastica - si tiene viva la fiamma della cultura e si può sfidare ad armi pari la povertà educativa, consentendo di sognare e concretizzare l’ascensore sociale”. Nel suo intervento la prof.ssa Lina Sanniti, ideatrice del concorso, di cui è referente assieme alla prof.ssa Flora Addeo, dopo aver ringraziato la dirigente scolastica e il sindaco ha presentato sia la prof.ssa Vittoria Caso, sia la prof.ssa Carmina Esposito,
impegnate rispettivamente nella valutazione delle poesie e dell’arte figurativa. “Il tema scelto quest’anno per il concorso di poesia è stato la pace nel duplice aspetto di pace interiore ed esteriore, assenza quindi di conflitti sia nella propria interiorità, sia tra popoli. Un traguardo - ha precisato la prof.ssa Sanniti – particolarmente agognato in questo momento in cui spirano venti di guerra, per il quale hanno lottato campioni di pace quali Gandhi e Martin Luther King.”
Oltre cento le poesie pervenute alla giuria, definite anche dalla prof.ssa Addeo “bellissime e significative”. “Potenzialità e attitudini vanno coltivate e la scuola Maglione è particolarmente meritevole perché sta offrendo la possibilità a questi giovani di estrinsecare pensieri e riflessioni in versi, scegliendo la giusta sfumatura verbale nell’esprimere sentimenti ed emozioni” ha affermato la prof.ssa Vittoria Caso, ancora una volta presidente di giuria, dopo essersi complimentata con gli studenti autori dei versi, i loro genitori e i loro docenti. Testimonial di eccezione è stata la poetessa libanese Nada Skaff, docente, artista poliedrica, plurilaureata, appassionata di poesia e letteratura, autrice di interessanti sillogi che riflettono i momenti drammatici vissuti in Libano, terra splendida martoriata da frequenti conflitti, prima di trasferirsi a vivere in Italia. La poetessa ha declamato alcuni suoi versi intensi e carichi di pathos, sottolineando come tradurre in poesia la sofferenza sia stata per lei occasione di rinascita. Veramente belli anche i disegni partecipanti al concorso “Copertina del diario scolastico” alla seconda edizione. “Un concorso originale; – ha affermato la prof.ssa Carmina Esposito, affermata poetessa e pittrice, chiamata al compi-
to della valutazione - difficile scegliere i vincitori, in quanto ciascuna opera è stata meritevole di attenzione per peculiarità che la contraddistinguono e la rendono interessante”, complimentandosi con la D.S. prof.ssa De Robbio per l’idea innovativa e per il tema “Sorella acqua” di schiacciante attualità e con i docenti di arte, proff. Maria Ferreri e Raffaele Umbriano, per l’impegno.
Tra applausi, dunque, medaglie, attestati e complimenti sono stati premiati: SCUOLA PRIMARIA, primi classificati pari merito: Andrea Rubino 5B, Antonio Tarantino 4A, Carlo Rubino 5D
Menzioni speciali: Carmen Mormile 5A, Ciro Liardo 5B, Raffaele Iazzetta 4B, Rebecca Arreso 4B, Simone Gaia 4C, Francesco Sorrentino 4C.
SCUOLA SECONDARIA, primi classificati pari merito: Alessandra Piscopo 3D, Angelo Arreso 3H, Domenico D’Avino 1F.
Menzioni speciali: Roberto Cucci 3F, Angelo Coppeta 3F, Sara Notaristefano 2 F, Aurora De Vita 2 A, Rebecca Caiazza 2 A, Melissa Madia 3 H
Merito: Pietro Miranda 1B, Luigi Cavaliere 1B, Valentina Arnold 3G, Giuseppe Santoro 1H, Giacomo Massari 1H, Antonio D’Anna 2G, Rosanna Esposito Aiardo 1C, Marco Del Vecchio 2D, Riccardo Magliacane 2 C. Sono state premiate e lette dai rispettivi autori anche due poesie in inglese: Barra Eduardo 3C, Mosca Noemi 3D.
Copertina del diario scolastico: PRIMO PREMIO A Erika Sorrentino 2H.
Menzioni speciali: Francesco Sorrentino 4C, Alessia D’Urso 5B, Giulia Guerra 1C, Silvana Bellopede 1D, Valentina Arnold 3G, Francesca Marsiglia 3 F.
CHIAMA IL NUMERO VERDE
SERVIZIO A DISPOSIZIONE DEI CITTADINI PER:
Gestire le richieste di manutenzione e sostituzione dei contenitori per utenze domestiche e non domestiche.
Informare sui servizi e sugli orari delle isole ecologiche.
Segnalare problematiche del servizio di raccolta, spazzamento e diserbo. Prenotare il ritiro di ingombranti e sfalci d’erba.
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dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17 e il sabato dalle 9 alle 13.
Antonello Cascone e Bruno Di Resta creano la musica. Depsa (pseudonimo di Salvatore De Pasquale, nostalgico e inguaribile tifoso del Napoli, autore di canzoni famose per Toto Cutugno, Peppino Di Capri, Anna Oxa e altri ancora) e Gino Rivieccio aggiungono il testo, da questa alchimia nasce per gioco “Ma che Napoli”, una canzone per festeggiare lo storico momento calcistico e culturale che i napoletani stanno vivendo, che giunge nella stagione più importante anche dal punto di vista del turismo, e che rende, se possibile, ancora più internazionale la nostra città e la nostra terra.
Il brano nasce dall’Amore verso Napoli e la squadra di calcio che la rappresenta, da un’emozione attesa a lungo, 33 anni, che diventa una dedica, un post-it d’amore condiviso tra amici,
colleghi, supertifosi del Napoli ed entusiasti di partecipare con volto e voce al progetto: Germano Bellavia, Gianni Conte, Maurizio De Giovanni, Patrizio Oliva, Gino Rivieccio, Monica Sarnelli, Gino Sorbillo. Testo di Depsa e Gino Rivieccio, arrangiamento di Antonello Cascone, musica di Antonello Cascone e Bruno Di Resta, alla batteria Lele Sabella, alle chitarre Simone Picella, alla tromba Peppe Fiscale, al trombone Mario Tammaro.
Cori: Marianna Corrado, Antonello Cascone, Gianni Scardamaglio, Peppe Fiengo, Nicola Pezone. Videographer è Gianpaolo Iaderosa. Al drone Carmine Cillo. Fotografia di Luca Fastampa. Consulenza artistica di Enzo Liguori. Brano registrato e missato da Lello De Luca presso Studio Megaride. Comunicazione e ufficio stampa Marco Calafiore.
Il produttore e leggenda della stop motion Ian Mackinnon sarà presente a Cartoons On The Bay – International Festival of Animation, Transmedia and Meta-Arts’ 2023 per ritirare il premio Studio of the Year 2023 assegnato allo Studio Mackinnon & Saunders. Giunto alla 27a edizione, l’evento, promosso da Rai e organizzato da Rai Com, torna dal 31 maggio al 4 giugno 2023 a Pescara, dopo il successo dello scorso anno. Mackinnon farà anche parte della giuria internazionale del festival, che assegnerà i Premi Pulcinella delle varie categorie del concorso.
Ian Mackinnon è uno dei direttori creativi e co-fondatori della Mackinnon & Saunders, azienda leader nel mondo nello sviluppo dei personaggi nell’animazione e produttori nello stop motion
di alta qualità e nell’animazione digitale in 2D. Per oltre trent’anni il team della Mackinnon & Saunders ha dato vita ad alcuni dei personaggi più conosciuti nel mondo in film, serie tv, pubblicità e cortometraggi. Tra le creazioni, i puppets per il recente Pinocchio di Guillermo del Toro, realizzato per Netflix e vincitore nella categoria del Miglior Film d’Animazione del Premio Oscar e del Golden
Globe, ma anche quelli per Fantastic Mr.Fox di Wes Anderson, per Mars Attacks! e Frankenweenie di Tim Burton e per La sposa cadavere, di Mike Johnson e dello stesso Burton. Lo studio Mackinnon & Saunders collabora attivamente all’animazione nel mercato inglese con la BBC e non solo. Tra i titoli realizzati negli anni, figurano Il Postino Pat, Wanda e l’Alieno, Twirlywoos, Moon & Me, Raa Raa the Noisy Lion, e, recentemente, l’antologia The House, 90 minuti di stop motion e animazione per Netflix e la serie The Sound Collector, prodotta da EagleVsBat.
A Cartoons on the Bay saranno ospiti anche il regista e produttore cinematografico britannico Peter Lord e il regista e produttore israeliano Ari Folman che riceveranno il Premio alla Carriera.
EDMUND CLARK E IL SADISMO DELLA FOLLIA
“FILIP” IL PRIMO ROMANZO DI EDMUND CLARK
Filip è il titolo del romanzo breve scritto da Edmund Clark. Lo scrittore, alla sua prima opera, affonda gli artigli nell animo umano scavando nei più profondi anfratti della perversione .. il protagonista, Filip, un uomo perverso e sadico, intrattiene una relazione con una donna innescando un intreccio diabolico che culminerà in un finale sorprendentemente iniquo. Tanto più si va innanzi alla lettura tanto più ci si rende conto di cavalcare una vera e propria catabasi verso l’indicibile perdita della razionalità e del pudore. In una società sempre più dedita al peccato FILIP è e rappresenta l’iperbole del degrado umano, una nuova ma atavica realtà consolidata dall istinto parafiliaco, omicida, sadico che termina nella purezza della morte. Di sicuro l’opera di Edmund Clark strizza l’occhio a DE
DOMENICO CAIAZZA
SADE ma di certo è tinta da ombreggiature cinematografiche che si rivolgono a rappresentazioni di natura deviante quali ad esempio A SERBIAN FILM e NEKROMANTIC. FILIP lancia una sfida al lettore. “RIUSCIRA AD ARRIVARE ALLA FINE DEL LIBRO” dopo la lettura del racconto breve ci sarà da interrogarsi sul mistero della natura umana e su quanto essa possa essere perversa e pervertitrice. Ciò che più spaventa di FILIP è che esso è uno spaccato di una realtà che sebbene possa essere incredibile, può di certo avverarsi ed avere riscontri in un mondo sempre più vicino al peccato e al male. Il romanzo breve di EDMUND CLARK è acquistabile on line, in versione e- book e direttamente dal sito della casa editrice EUROPA EDIZIONI. Inoltre è ordinabile in tutte le librerie.
“SOLA ANDATA”: EP D’ESORDIO DEI GINEPRO
Album disponibile da lunedì 08 maggio 2023 su tutte le principali piattaforme musicali. Venerdì 12 maggio 2023, presso il PIT di Napoli, saranno presentate live e distribuite al pubblico le prime copie fisiche del disco. “Sola Andata”, l’EP d’esordio dei Ginepro sarà disponibile da lunedì 08 maggio 2023 su tutte le principali piattaforme musicali, mentre venerdì 12 maggio, presso il PIT di Napoli, saranno presentate live e distribuite al pubblico le prime copie fisiche del disco.
Grazie a questo album la band raggiunge il suo assetto definitivo: “La forte sintonia che si è creata porta al completamento e alla produzione del primo EP, che rappresenta un viaggio tra luoghi reali e im-
maginari, fisici e dell’animo, vicini e lontani che immerge l’ascoltatore nel vissuto della band e nelle sue storie” –dichiarano i componenti del gruppo.
I Ginepro sono una band italiana che affonda le radici nella musica d’autore e strizza l’occhio alle sonorità elettroniche e alternative, sia nazionali che d’oltreoceano.
Il progetto nasce nel 2018 con Andrea Russo e Mario Sosio, che avevano già condiviso il palco assieme in precedenti esperienze musicali. In omaggio a uno degli ingredienti del gin tonic, scelgono il nome “Ginepro” e cominciano a muovere i loro primi passi. Dopo aver composto i primi brani, il progetto non riesce però a trovare la svolta necessaria e i due si ritrovano fermi ai blocchi di partenza. Così nel 2021 Mario e Andrea chiedono un supporto artistico ad Antonello Amoroso, già bassista de “Le Fasi”. Antonello, da iniziale turnista, diventa presto membro effettivo del progetto e i brani si rivestono di uno stile del tutto nuovo, dalla struttura all’arrangiamento, passando per i testi.
FRANCESCO RUSSO
DEBORAH DE LUCA: IL RITORNO LIVE A NAPOLI
Deborah De Luca torna a suonare a Napoli, nella sua città con 4 ore di live, e lo fa con lo sfondo dell’Arenile di Bagnoli il 14 Maggio 2023.
L’ULTIMA VOLTA A NAPOLI
L’ultimo grande live in streaming che ricordiamo nella sua città è quello del 5 Luglio 2021, quando la musica di Deborah echeggiò allo Stadio Diego Armando Maradona dal web (durante la pandemia) per gli appassionati dei suoi beat che giorno dopo giorno l’anno portata ad avere oltre 1 Milione di followers sui social network. Come si legge su di lei, un portento della musica Techno nel mondo e che viaggia ormai con appuntamenti fissi nei club più esclusivi del mondo, e dove la DJ fa ballare le folle con groove e passaggi melodici appassionati.
IL RITORNO NELLA SUA CITTÀ
Un vero e proprio evento che vede la regina della musica Techno tornare a suonare a Napoli con una forte energia e con la sua musica dallo sti-
le unico che rende imperdibile l’occasione per i fan e gli appassionati del genere rigorosamente live. Nata a Napoli, all’ombra delle Vele di Scampia torna in questa città con un concerto-evento esclusivo dalla
durata di 4 ore di set che vedranno l’artista esibirsi per tutto il pubblico che non vede l’ora di buttarsi in pista e ballare in una location davvero esclusiva come l’Arenile a Bagnoli. INFORMAZIONI
SU DEBORAH DE LUCA
Nessuna rappresentazione accurata della cultura della musica elettronica sarebbe completa senza una menzione speciale a Deborah De Luca. Ampiamente riconosciuta come uno dei più importanti portabandiera della Techno a livello globale e un appuntamento fisso all’interno delle cabine DJ più illustri del mondo, Deborah ha l’abilità unica di trasfigurare le folle con i suoi set caricati elettricamente e tecnicamente sfumati, fondendo hard techno con groove minimi e paesaggi sonori melodici ad effetto assorbente.
Offre esibizioni ad alta energia in grandi festival internazionali e locali notturni intimi per esibirsi in spettacoli dal vivo mozzafiato trasmessi a milioni di persone in tutto il mondo.
FABRIZIO KÜHNE
IL COMUNE DI NAPOLI PREMIA L’ESPOSIZIONE SU DEGAS A NAPOLI
Il Comune di Napoli premia l’esposizione su Degas a Napoli e proroga al 25 giugno la mostra a San Domenico Maggiore.
Sono i numeri, 25mila persone in 3 mesi, oltre la qualità del percorso espositivo, a consentire il prolungamento della rassegna organizzata dalla società Navigare Srl. Prorogata sino al 25 giugno la mostra Degas il ritorno a Napoli, organizzata dalla società Navigare srl, al Complesso Monumentale di San Domenico a Napoli.
L’interesse di cittadini e turisti, tradotto in oltre 25mila ingressi dall’inaugurazione di metà gennaio a oggi, ha convinto l’Amministrazione comunale a concedere alla società organizzatrice il rinvio
della chiusura della rassegna consentendo altri due mesi espositivi.
Soddisfazione per Salvatore Lacagnina, produttore della mostra: “Da due anni le nostre esposizioni sono tra le più visitate in una città sempre più propositiva. Siamo
felici di contribuire al grande fermento turistico e culturale di Napoli e di proseguire un costruttivo rapporto di collaborazione con il Comune e l’assessorato alla Cultura”. “Napoli sta vivendo una felice stagione, una rinnovata Belle Époque - sostiene il curatore
Vincenzo Sanfo -. La cultura è un traino per la città e per la valorizzazione della sua storia. La mostra sul grande pittore dell’800 Degas, che con Napoli instaurò un profondo legame, rientra a pieno titolo in questa idea”.
Degas, il ritorno a Napoli sino al 25 giugno sarà aperta con orario continuato. Giorni feriali: ore 9:30 -19:30. Sabato, domenica e festivi ore 9:3020:30.
Costo biglietti a partire da 10 euro. Otto euro per i possessori del pass turistico Artecard, realizzato dalla società Scabec della Regione Campania per la promozione turistica della Campania. Biglietteria sul posto, e online con ticketone. it. Info e prenotazioni prenotazioni@navigaresrl.com
DOMENICA 7 MAGGIO 2023
Prime riflessioni
Mercoledì 10 Maggio 2023 - Ore 14.30 – 17.00
Villa Egle LuxuryEvents - Via Indipendenza, 2 - Casoria NA (di fronte Hotel Business) INDIRIZZI DI SALUTO
Gianluca Lauro Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord
Mario Setola - Presidente Ass.ne Forense Alpha Lawyers Napoli Nord
Marco Castaldo–Presidente Ass.ne Forense di Afragola
Francesca Vivese - Presidente Camera Forense di Casoria
INTRODUCE
Francesco Castaldo – Vice Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord
RELAZIONANO
Carolina Ferro – Avvocato esperto in diritto di famiglia
Giuseppina Tignola – Avvocato del foro di Napoli Nord
MODERA
Ferdinando Troise - Giornalista
COORDINA
Gennaro Caputo – Vice Presidente Ass.ne Forense Alpha Lawyers Napoli Nord
Alpha Lawyers Avv. Mario Setola
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Direttore Responsabile: Ferdinando Troise
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Questo numero è stato chiuso il 4 maggio 2023
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