LASCIATE IN PACE LA CONTESSA
CRITICHE FEROCI PER ANAS E COMUNE
SULLA GESTIONE DELLA STRADA CONDIZIONATA
ORMAI DA METÀ MARZO DAL SEMAFORO E CHE
RISCHIA DI RESTARE CHIUSA DA APRILE-MAGGIO
PER UN ANNO. REAZIONI FURIBONDE PER I DISAGI
E I DANNI ECONOMICI . STIRATI ASSICURA CHE
CI SARÀ UN’ASSEMBLEA PRIMA DI AVVIARE I LAVORI
di MASSIMO BOCCUCCI
Di Contessa non c’è rimasto più neanche il nome. La nobiltà l’ha persa da un pezzo, ammesso che l’abbia mai avuta vista la malsana idea di costruirla abbarbicata su un costone e martoriata dai continui lavori soprattutto per le infiltrazioni d’acqua in galleria. Ora c’è di peggio. Da aprile-maggio dovrebbe chiudere per i lavori di rifacimento del breve viadotto proprio prima della galleria che sarà comunque interessata dall’ennesimo intervento. La società civile si mobilita per contrastare, scongiurare oppure ritardare ulteriormente la chiusura destinata a isolare drammaticamente la città verso il fronte pesarese tra allarmanti disagi e ingenti perdite economiche anche per le attività ricettive della zona, aumento di costi per i tragitti alternativi e danni al turismo. La sezione locale di Confcommercio ha avanzato richieste precise e c’è chi pensa a una petizione con la raccolta di firme per opporsi alle decisioni prese da Anas, mentre l’Amministrazione Comunale in tutti questi anni si è preoccupata soprattutto di tenere i buoni rapporti istituzionali.
LA MINACCIA. La partenza della nuova serie di lavori è prospettata dopo l’ultimazione dell’intervento di ripristino del versante franoso sulla Flaminia a Scheggia che verrà utilizzata come itinerario alternativo attraverso la Gola del Bottaccione per le auto e addirittura la Pian d’Assino e la superstrada Perugia-Ancona per i mezzi pesanti, con aggravio di costi e ripercussioni sull’inquinamento da scarichi. Non si esclude un esposto alla magistratura per sollecitare una verifica delle relazioni tecniche che sono alla base del prospettato rifacimento del viadotto a ridosso della galleria che fino al gennaio 2019 veniva indicato come sicuro. C’erano state apprensioni quando venne diffuso un dossier fotografico sulle condizioni apparentemente preoccupanti del viadotto, nella sua parte inferiore, ed era il periodo della psicosi generalizzata in seguito al crollo del ponte Morandi a Genova il 14 agosto 2018.
UN ALTRO SCENARIO. L’allora consigliere regionale eugubino Andrea Smacchi del Pd a fine gennaio 2019 ebbe a rivelare “che il viadotto sulla statale 452 della Contessa è sicuro. I tecnici Anas, a seguito dei sopralluoghi effettuati, hanno evidenziato che l’opera è interessata da un fisiologico degrado superficiale del calcestruzzo, causato da fenomeni atmosferici, che non influisce sulla stabilità dell’opera”. Cos’è cambiato da allora a oggi? Ma soprattutto perché non rendere pubblica la relazione tecnica e la perizia di Anas che hanno indotto a programmare questi lavori? Il sindaco Filippo Mario Stirati non ha mai esternato su questo passaggio cruciale, cercando di mediare una situazione sempre più preoccupante, coi politici locali del tutto impotenti. Problemi e disagi vanno avanti da parecchio poiché c’è un impianto semaforico attivato fin da metà marzo e che determina continue code. Ora sono pianificati lavori per 6 milioni di euro che prevedono la demolizione del vecchio impalcato in calcestruzzo e la realizzazione di un nuovo impalcato in acciaio, oltre al rinforzo delle pile e delle spalle esistenti.
L’ASSEMBLEA. L’insurrezione popolare è qualcosa di tangibile, anche se la carta da giocare da parte di Anas pronta a spiegare i particolari dell’operazione in un incontro pubblico con le parti sociali eugubine. “Ad Anas abbiamo chiesto di chiarire ogni aspetto - spiega il sindaco Stirati - perché comprendiamo le preoccupazioni generali con le ripercussioni negative su viabilità, economia e turismo. Siamo in costante contatto con le realtà limitrofe marchigiane, da Cantiano a Cagli fino a Fano, che ritengono come noi essenziale questa bretella di collegamento verso Roma. Vogliamo avere certezze sul tipo d’intervento e sulle tempistiche. Bisogna chiamare in causa anche la Regione che deve fare la propria parte. Ci è stato garantito da Anas che appena ultime le procedure tecniche, ci sarà un incontro nel quale verranno illustrati tutti gli aspetti dell’intervento”.
LE PREOCCUPAZIONI. Gli interrogativi sono tanti, a cominciare da quando Anas a fine gennaio 2019, attraverso l’allora consigliere regionale Andrea Smacchi del Pd, tranquillizzò chi aveva avanzato dubbi sulla stabilità del breve viadotto dichiarandolo pienamente idoneo per poi cambiare idea senza rendere pubblici documenti e decisioni. Non si esclude che le relazioni tecniche di Anas possano essere vagliate da professionisti locali e consulenti per approfondire e trovare soluzioni meno impattantI. Si temono le normali turnazioni feriali, oltre al rischio che il cantiere sia talvolta deserto, come accaduto in passato e pure negli ultimi mesi. Stirati potrebbe chiedere un piano di lavori che riduca le tempistiche, sulla spinta di chi ritiene che una bretella di collegamento del genere debba prevedere turni per 24 ore su 24, compresi i festivi. Resta infine il discorso sulla strada alternativa a valle della galleria che è stata sistemata, ma a causa della larghezza ridotta, presenta dei grossi rischi nel doppio senso di circolazione - per le sole autosenza piazzole né vie di fuga per un deflusso meno problematico. Il rimedio può essere il semaforo per limitare i danni.
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SMACCHI: COMUNE E REGIONE SUBISCONO TROPPO ANAS
Andrea Smacchi, cosa ricorda del gennaio 2019 quando Anas la informò che il viadotto della Contessa non aveva problemi?
“Nel gennaio 2019 molti cittadini mi segnalarono, anche con documentazione fotografica, le pessime condizioni e lo stato di logoramento in cui versava in alcuni punti il viadotto della Contessa. Scrissi immediatamente al capo dipartimento Anas Umbria-Marche-Toscana, Raffaele Celia, affinché venissero effettuate con urgenza dai tecnici le approfondite verifiche sulla staticità e la perfetta tenuta del viadotto. Anas, a seguito di sopralluoghi e di una verifica approfondita sul viadotto, escluse qualsiasi pericolo rispetto alla staticità e alla perfetta tenuta della struttura, rilevando che l’opera fosse interessata da un fisiologico degrado superficiale del calcestruzzo, causato da fenomeni atmosferici”.
E cosa può essere successo visto che ora si parla di rifacimento totale del viadotto con la prospettiva di una lunga chiusura della strada?
“Credo niente di particolare, Anas sta solo proseguendo il programma di riqualificazione della strada avviato proprio nel 2019, in seguito alla presa in gestione dell’infrastruttura ex regionale. Dopo la realizzazione dei lavori di risanamento totale della pavimentazione, rifacimento della segnaletica orizzontale e risanamento delle piazzole di sosta, ultimati nel 2020, Anas ha avviato gli interventi di ripristino strutturale e idraulico della galleria e programmato i lavori di ripristino strutturale del viadotto adiacente. A causa anche dell’età delle due opere, penso che si tratta di lavori non procrastinabili e necessari a garantire la sicurezza della circolazione per i prossimi decenni”.
Gubbio rischia un ferale isolamento con disagi, danni economici e timori per il crollo dei flussi turistici: in questa storia ci sono responsabilità precise?
“Quello della Contessa, fondamentale asse di collegamento tra l’Umbria e le Marche, è un problema che si trascina da tempo complici una carreggiata e un’impostazione complessiva ormai
L’EX CONSIGLIERE REGIONALE EUGUBINO DEL PD RICORDA QUANDO IL VIADOTTO A GENNAIO 2019 VENNE DICHIARATO SICURO . IL RIMPIANTO DEL PROGETTO DONATO DALLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PERUGIA LASCIATO IN UN CASSETTO
inadeguate rispetto al volume di traffico. Merita di essere ricordato che da anni la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia ha messo a disposizione degli enti competenti, con apprezzamenti generali, un progetto per un nuovo tracciato. Gli elaborati, già nel lontano 2005, furono consegnati ai Comuni di Gubbio e Fano, alle Regioni Umbria e Marche, alle Province di Perugia e Pesaro Urbino, ma in tutti questi anni sono finiti in qualche archivio senza essere presi in considerazione, magari per cominciare a ragionare sui possibili finanziamenti”.
Stirati come sta gestendo la vicenda?
“Ho visto che a gennaio la Contessa è stato uno degli argomenti sui quali il sindaco ha richiamato l’attenzione dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Enrico Melasecche, nel loro recente incontro. Troppo poco, l’impressione è che Comune e Regione subiscano passivamente le scelte fatte da Anas, che invece andrebbero programmate, pianificate e partecipate nell’interesse e a tutela dei nostri territori e dei cittadini”.
Ha qualche idea su come fronteggiare la situazione?
“Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione di tutta la viabilità tra Umbria e Marche che andrebbe affrontata con l’elaborazione di un progetto condiviso capace di tenere insieme il miglioramento e la messa in sicurezza delle infrastrutture, con la tenuta del tessuto economico e la tutela del settore turistico. Su questo progetto di sopravvivenza e di futuro di intere comunità, le Istituzioni devono essere capaci di portare avanti un confronto serrato e continuo con Confindustria e le associazioni di categoria. Tutti si devono sentire coinvolti in questa sfida, solo così potremo farcela e uscirne più forti”. M. BOC.
TASSO E FIORUCCI SPARIGLIANO LE CARTE GORACCI CI RIPROVA
IL VICESINDACO ORA È IN CAMPO: LO ZIO CLAUDIO , FONDATORE DEI LED, GIÀ LAVORA PER LA SUA CANDIDATURA
LEI HA DECISO DI RINUNCIARE, AL MOMENTO, AL POSTO DI DIRIGENTE COMUNALE DELL’URBANISTICA
IL DIRIGENTE DI BANCA VERSO L’APPOGGIO DEL PD.
L’EX SINDACO INVECE PENSA DI FARE L’ENNESIMA
CORSA ASPETTANDO LUMI DAL PROCESSO TRUST
di MASSIMO BOCCUCCI
Ci ha ripensato Alessia Tasso. Meglio farsi eleggere sindaco nel 2024. Per fare il dirigente dell’urbanistica al Comune di Gubbio c’è tutto il tempo, anche perché il sindaco (chiunque sarà) ha in mano la carta della nomina fiduciaria senza concorso pubblico, come ha fatto Filippo Mario Stirati che a febbraio 2022 dopo il pensionamento dell’ingegnere Luigi Casagrande ha scelto la soluzione interna con Paolo Bottegoni che resterà in carica almeno fino alla scadenza del mandato del sindaco nel 2024 (poi si vedrà). Il vicesindaco ha escluso che sia interessata alla nomina fiduciaria e semmai se ne potrebbe parlare in presenza di un concorso. Questo passaggio, rivelato dalla stessa Alessia Tasso, apre le porte alla candidatura a sindaco.
ZIO CLAUDIO. La riserva sarebbe stata sciolta e in campo è già sceso l’illustre zio, il geometra Claudio Tasso, anima e fondatore del movimento civico Liberi e Democratici (LeD) di cui è stato coordinatore e resta un dirigente in prima linea. Zio Claudio ha già aperto contatti con pezzi della sinistra, compresi dirigenti vecchi e nuovi del Pd, perché la tattica è risaputa. L’ha insegnata benissimo a tutti Orfeo Goracci nel 2001 e 2006: spaccare il Pd con i dirigenti che restano dentro fino agli ultimi mesi e poi escono portandosi via i voti. Claudio Tasso ha cominciato a parlarne e a fare sondaggi sul gradimento verso la nipote Alessia che alle ultime elezioni Comunali del 2019 è stata campionessa di preferenze (639, la più votata, circa il doppio del 2014). Per la successione di Stirati restano in campo anche Vittorio Fiorucci (progetto civico trasversale provando a coinvolgere una parte del Pd), Leonardo Nafissi (progetto di centrosinistra con il Pd e settori dell’attuale maggioranza), Ubaldo Gini e Mattia Martinelli (pensa a loro il centrodestra).
REBUS FIORUCCI. Vittorio Fiorucci passa dal centrodestra, con cui si è candidato alle elezioni regionali nel 2019, al Pd? La benedizione alla candidatura a sindaco di Anna Ascani, con la quale si è incontrato, apre questo scenario. Il dirigente di banca si prepara a un’alleanza trasversale ma con il Pd che potrebbe diventarne il perno. Nel Pd non è detto che resti segretario Massimiliano Grilli, al quale il partito a Perugia sarebbe pronto a offrire un incarico di responsabile settore sport.
L’INSAZIABILE. Chi lo conosce bene, assicura che Orfeo Goracci non mollerà. Lo considerano, specie gli avversari politici, un insaziabile della politica e in molti sensi tra effetti diretti e collaterali. L’ex sindaco potrebbe riprovarci. Il condizionale è d’obbligo, perché ancora non ha esternato al proposito ricordando che nel 2019 - una volta eletto in Consiglio Comunale utilizzando in pratica le sue liste a sostegno per garantirsi un posto - aveva annunciato che avrebbe esercitato da consigliere di minoranza per metà mandato per poi lasciare lo scranno a palazzo Pretorio a un altro ma ha fatto marcia indietro preferendo restare al suo posto, motivandolo con la storia della baruffa scoppiata perché era incompatibile il suo incarico istituzionale con il contenzioso da lui avviato (perso in primo grado) contro il Comune per avere un risarcimento di spese legali per 18mila euro legate all’inchiesta Trust.
LO SCENARIO. Aspettando lumi dal processo Trust con l’atteso epilogo del primo grado, Goracci sarebbe pronto ad attuare la stessa strategie del 2019 quando si candidò a sindaco contro Stirati, Marzio Presciutti Cinti, Rodolfo Rughi, Filippo Farneti e Marco Cardile infischiandosene del fatto che i comunisti sostengono tradizionalmente come un inquisito, imputato e condannato non debba candidarsi né ricoprire ruoli politico-istituzionali. Era circolata la sua intenzione di lanciare Gabriele Tognoloni, già in passato al suo fianco, ma adesso questo sembra diventato in realtà soltanto un depistaggio e il modo per tirare dentro Tognoloni a fare il leader di una lista civica in appoggio. Goracci sa bene che le due liste nel 2019 con i suoi 2.140 voti gli servirono per entrare in Consiglio Comunale e tutti gli altri hanno portato solamente l’acqua al suo mulino.
In via Falcucci spunta la toppa. Ma il pericolo resta
Spunta la toppa di catrame nel tratto di via Sabina Falcucci, a San Pietro davanti al vapoforno, dove alcuni giorni fa una quasi novantenne è caduta riportando la frattura del femore. Il Comune è corso ai ripari immediatamente, per scongiurare altri incidenti anche in vista di una possibile causa di risarcimento danni che la signora e i suoi familiari potrebbero intentare. Il catrame è stato messo soltanto in una breve striscia del passaggio, mentre per
il resto restano le pietre sconnesse e il fondo stradale pericoloso che può determinare altre problematiche. In via Falcucci, da tempo la famiglia Casagrande, titolare del vapoforno, avrebbe chiesto di poter installare una pedana ma non ci sarebbe l’autorizzazione necessaria, con il Comune finito sotto accusa per la situazione ormai fuori controllo e che peggiora quando c’è il maltempo tra pioggia, neve e ghiaccio.
RITA CECCHETTI: “OPERAZIONI IMPORTANTI SU PERSONALE E PATRIMONIO”
INTERVISTA ESCLUSIVA CON L’ASSESSORE RIENTRATA NELLA GIUNTA STIRATI A GENNAIO 2021 CON IL CAMBIO DELLE DELEGHE RISPETTO AL PRECEDENTE QUINQUENNIO. I CONCORSI PER LE NUOVE ASSUNZIONI A PALAZZO PRETORIO E LA CESSIONE DI BENI COMUNALI PER OLTRE UN MILIONE DI EURO
di MASSIMO BOCCUCCIAssessore Rita Cecchetti, dal suo ritorno nel gennaio 2021 cos’è cambiato, secondo lei, nell’azione amministrativa della Giunta Stirati?
“Al momento del rimpasto la maggioranza ha firmato, rinnovandolo, il programma dell’Amministrazione. Da allora, all’interno della Giunta il clima è cambiato e si è sviluppata, senza che venisse meno il confronto, una maggiore coesione”.
In cosa si sta rivelando diverso il secondo mandato rispetto al primo di Stirati?
“Il primo mandato è iniziato dopo la vicenda Trust, la maggioranza che aveva mandato a casa il sindaco Diego Guerrini e un anno di commissariamento. Occorreva rilanciare la città e lo abbiamo fatto. Il secondo mandato ha dovuto confrontarsi con il Covid, che ha rallentato i cantieri e annullato le manifestazioni. L’attuale crisi energetica, con l’aumento dei costi, ha reso più complessa l’attività dei Comuni: ignorarlo non restituirebbe un quadro corretto della situazione degli enti locali”.
Si è mai chiesta perché Stirati nel 2019 non l’ha confermata come vicesindaco con le deleghe a servizi sociali, sanità, istruzione, pari opportunità ed edilizia socio-residenziale?
“Il sindaco Stirati aveva espresso l’esigenza che nel secondo mandato fosse privilegiata la scelta di amministratori giovani per avviare il passaggio del testimone. Per quanto mi riguarda, ritenevo di aver raggiunto la maggior parte del programma che mi ero prefissata: l’apertura del centro presso la Torraccia, le case di Madonna dei Perugini, la gestione associata per la Zona sociale 7. La consideravo un’esperienza conclusa, almeno per questa delega”.
Cos’ha trovato nel dover gestire personale e patrimonio subentrando dopo il rimpasto?
“Il patrimonio non aveva mai avuto un assessore dedicato, e trattandosi di un settore trasversale forse è stato in parte sottovalutato da chi aveva deleghe più importanti. Al personale occorreva invece avviare le procedure concorsuali dopo le restrizioni dovute alle normative che impedivano di sostituire i pensionamenti se non in misura limitata. Con l’applicazione di quota 100 e
con lo sbloccarsi delle assunzioni, chi mi ha preceduto ha dovuto reperire nel più breve tempo possibile circa 23 persone per evitare che si bloccassero gli uffici: è stato fatto attingendo, in modo assolutamente legittimo, ad altre graduatorie”.
Quali risultati sono stati raggiunti?
“Ho ritenuto necessario rilanciare il patrimonio lavorando per la vendita degli immobili, che ha avuto un notevole riscontro, pari a circa un milione e centomila euro. Si è lavorato anche sul mantenimento di presidi come Inail, Giudice di pace e Agenzia delle entrate, il rinnovo delle convenzioni con le associazioni, il nuovo regolamento dei fitti agrari. Per quanto riguarda il personale, il mandato era chiaro: realizzare un’analisi organizzativa e fare concorsi. Dall’analisi è emerso che il Comune dovesse acquisire maggiori professionalità tecniche e amministrative, avviando invece l’esternalizzazione per manutenzioni e altri servizi. I concorsi sono stati in parte realizzati, da concludere entro l’autunno. Si potrà dunque fruire di quattro graduatorie per: ingegneri, vigili urbani, istruttori amministrativi e direttivi garantendosi così un’autonomia almeno per i prossimi due-tre anni”.
Come valuta il fatto che lei non è mai stata in tutti questi anni al centro di attacchi personali né di grosse polemiche?
“È difficile rispondere: in realtà la mia adesione alla sinistra è stata costante nel tempo, posso dire solo che il lavoro professionale mi ha abituato ad assumere un approccio istituzionale che mi ha accompagnato anche nel momento di svolgere un ruolo politico amministrativo. Dal mio operato emerge però che ho fatto sempre scelte di sinistra, vedi il potenziamento dei servizi sociali pubblici, la difesa dei diritti delle donne e di tutte le altre forme di espressioni di libertà sessuale”.
Pensa che nei confronti di un assessore donna ci sia a Gubbio un atteggiamento diverso da parte dell’opinione pubblica o degli osservatori?
“Non credo che sia un problema solo di Gubbio. Le leggi sono cambiate a favore delle donne, ma un vero mutamento culturale è ancora lontano”.
Che erediterà lascerà Stirati, a suo avviso, nel 2024?
“Una città più inclusiva e auspico consapevole del ruolo che riveste non solo a livello locale. Dagli antichi umbri a Federico da Montefeltro, la storia ci insegna che Gubbio non può essere solo un piccolo Comune a ridosso dell’Appennino”.
Ha idea di chi potrà essere successore e cosa dovrà mettere in campo?
“Non ho idee in proposito, so solo che dovrà affrontare, come tutti i sindaci, un lavoro estremamente impegnativo per un Comune che ha un territorio vastissimo e solo 30mila abitanti. Sicuramente dovrà avere una visione di prospettiva e non limitarsi ad amministrare la quotidianità”.
Lei si riproporrà per un nuovo mandato da consigliere comunale ed eventualmente da assessore se glielo chiederanno?
“Oggi la considero un’esperienza impegnativa, coinvolgente e conclusa”.
RINASCIMENTO EUGUBINO APRE IL PROGETTO CIVICO VITTORIO FIORUCCI LASCIA
Rinascimento Eugubino ha giocato la sua prima carta. L’associazione culturale, che ha presidente Renzo Menichetti, è uscita allo scoperto con un percorso progettuale per la città, annunciando di voler dare un’impronta precisa nel guardare al 2024 quando Gubbio tornerà alle urne per eleggere il nuovo sindaco. Il primo effetto è la separazione con Vittorio Fiorucci, che si è dimesso da vicepresidente. Aver bruciato i tempi nella corsa a sindaco, senza il confronto interno con l’associazione, ha di fatto portato al divorzio inevitabile. Rinascimento Eugubino vuole fare un percorso che parta da zero, senza candidature precostituite.
LE MIGLIORI RISORSE. “A un anno esatto dalla nostra fondazione - scrive il presidente Menichetti - non possiamo che tornare a evidenziare lo spirito ispiratore che ha portato al nostro progetto. Il già segnalato e oggettivo momento di palese apatia in cui siamo piombati in questo ultimo quinquennio, insieme alla pressoché totale assenza di iniziative di dibattito su un progetto di sviluppo della nostra straordinaria Città, ci costringe moralmente a rafforzare il nostro impegno per dare un contributo fattivo al futuro di Gubbio. I valori di tradizione, umanesimo, libertà e dialogo, devono concretizzarsi ed essere i pilastri per un nuovo cantiere di idee e proposte per favorire la rinascita culturale ed economica della città. Gubbio, infatti, come tutta l’Europa, è al centro di un cambiamento epocale che non possiamo permetterci di ignorare e, peggio ancora, non sfruttare appieno per la realizzazione di un autentico bene comune. La nostra città ha bisogno di portare tutte le migliori risorse umane, al di là di ogni schieramento ed ideologia politica, intorno a tavoli di lavoro per realizzare un progetto
IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE, RENZO MENICHETTI , UFFICIALIZZA IL PERCORSO PER IL FUTURO DELLA CITTÀ. SI È DIMESSO
DA VICEPRESIDENTE IL DIRIGENTE DI BANCA, ORMAI IN CAMPO E IN ORBITA PD
concreto e reale che ci accompagni alla rinascita economica e sociale. È sotto gli occhi di tutti come i nostri attuali amministratori abbiano invece occupato le loro attività, e spesso le nostre risorse, solo per portare avanti inutili battaglie ideologiche delle quali sinceramente nessuno sente il bisogno. Per tutto questo la nostra associazione si sente moralmente in dovere di scendere in campo con l’obiettivo di contribuire a ribaltare questo disastro socio-culturale. Iniziamo quindi ad impegnarci in vista del rinnovo dell’amministrazione della nostra città. È un’attività non prevista al momento della nostra fondazione ma che diviene indispensabile stante l’attuale fallimento dell’azione amministrativa in corso e la certificazione della mancanza di iniziative e progetti delle già presenti organizzazioni partitiche presenti in città. Per sgombrare il campo da ogni possibile strumentalizzazione, e dimostrare l’assoluta neutralità della nostra azione, dichiariamo fin d’ora che nessuno dei nostri attuali componenti del consiglio direttivo sarà indicato da noi come candidato a sindaco. Il nostro progetto è infatti teso a mettere al servizio della città il proprio impegno ed offrire un concreto contributo negli scenari culturali, economici e social del futuro. Rinascimento Eugubino è un’associazione libera, aperta a tutti coloro che hanno Gubbio nel cuore e vogliono condividere il proprio apporto di idee e competenze per una vera rinascita della città che amano. Inizieremo quanto prima ad organizzare una serie di incontri nel territorio finalizzati ad approfondire con la gente, e tra la gente, le necessità reali del territorio. Alla fine di questi incontri partecipativi realizzeremo, attraverso i contributi raccolti, la base del nostro programma amministrativo. Il nostro progetto è aperto a tutti”.
A. PET.Stefano Bonaccini conquista il Pd di Gubbio
Il comitato a sostegno di Stefano Bonaccini a Gubbio ha incassato il successo nel congresso locale per la segreteria nazionale del Pd Gli iscritti eugubini del Pd e di Articolo1 hanno consegnato 51 voti su 125 votanti totali a favore del presidente della Regione Emilia Romagna, pari al 41,46 per cento. Fanno parte del comitato Sara Cardoni, Raffaello Di Benedetto, Gianni Fiorucci, Mirko Gnagni, Massimo Marcelli, Raffaele Mazzacrelli, Simone Mengoni, Leonardo Nafissi, Federico Panfili, Diego Pierotti, Tiziano Sannipoli e Virna Venerucci. I risultati degli altri candidati: Paola De Micheli 25 voti (20 per cento), Gianni Cuperlo 24 voti (19 per cento), Elly Schlein 23 voti (18,69 per cento). Ci sono state 2 schede nulle. La segreteria del Pd, guidata da Massimiliano Grilli, ha parlato di “folta partecipazione alla presentazione delle quattro mozioni dei candidati alla segreteria nazionale, rappresentati da Ubaldo Casoli per Cuperlo, Marco Cardile per Bonaccini, Morena Bigini per De Micheli e Andrea Vannini per Schlein. L’utilizzo di questo strumento, democratico ed inclusivo per eccellenza, dimostra
plasticamente la volontà di ricostruire il Pd sulle fondamenta originarie dei valori democratici “. Il coordinatore del comitato per Bonaccini, Diego Pierotti, ha sottolineato che il risultato è “un passo importante sulla scia del rinnovamento democratico locale richiesto a più istanze e con convinzione dal comitato Bonaccini di Gubbiospiega Diego Pierotti, coordinatore del comitato - che con largo anticipo è partito a sostegno del candidato alla segreteria nazionale del Pd. Questo dato significa che gli iscritti locali nella loro maggioranza relativa sposano la linea proposta dalla candidatura Bonaccini e dai promotori locali. Questo risultato è importantissimo per inaugurare una nuova fase politica che si basi su una maggiore apertura alla cittadinanza con annessa partecipazione alle proposte per fornire soluzioni ai problemi della quotidianità dei cittadini. Il comitato locale crede nella portata innovativa promossa da Bonaccini a livello nazionale, si svincola da questioni correntizie nazionali e locali e sarà ampiamente protagonista nel cambio di passo che occorre alla classe dirigente locale”.
STIRATI E LA STRANA DIFESA
DELL’ASSESSORE MINELLI
di MASSIMO BOCCUCCIQualche gola profonda, che nella maggioranza mal la sopporta, scommette che Simona Minelli ha ambizioni da sindaco e che comunque farà di tutto pur di conservare dopo 2024 il posto di assessore perché non saprebbe cos’altro fare di preciso. Per ora lei potrebbe essere consapevole di essere la protetta del sindaco Filippo Mario Stirati, soprattutto perché - come rivelano dall’interno della coalizione - a proteggerla è il potentato economico-tecnico-professionale che con i LeD (Liberi e Democratici) ha condotto l’operazione per indurre il professore a metterla lì. Il pasticcio del mancato accorpamento dei due circoli didattici “Matteotti” e “Aldo Moro”, bocciato dall’Ufficio scolastico regionale prima che dalla Giunta Regionale, al di là delle scorribande politiche tra la maggioranza e l’asse Goracci-centrodestra, ha spinto Stirati a prenderne le difese, cercando di mettere in discussione le ricostruzioni precise e puntuali di VivoGubbio, rese anche attraverso testimonianze venute dalla stessa coalizione.
QUALE DIFESA. Il professore ha accusato VivoGubbio addirittura di stalkeraggio nei confronti dell’assessore (declinato correttamente al maschile perché riferito al ruolo e non al nome, anche se le femministe dei tempi moderni come la Minelli non gradiranno), accusando che la si metta in discussione in quanto donna e che non verrebbe fatto se fosse un uomo. La tesi del sindaco è davvero singolare, soprattutto perché la difesa non appare tanto sull’operato da assessore quanto della donna, come se oltretutto parte della maggioranza (anche esponenti che sono usciti) e della stampa ne facessero una questione personale quando le analisi e i rilievi sono palesemente ed esclusivamente rispetto all’operatività e al ruolo politico della Minelli. Una donna potreb -
Società Balestrieri, Cerbella e Radicchi confermati nei ruoli
I balestrieri hanno rinnovato il consiglio direttivo della società, eleggendo i nove consiglieri che guideranno il sodalizio per il prossimo triennio 2023-2026. Il neoeletto consiglio ha confermato all’unanimità Marcello Cerbella e per acclamazione Rodolfo Radicchi come maestro d’armi, e ha quindi ripartito gli incarichi per la gestione sociale con Alessandro Fiorucci vicepresidente, Carlo Venanzi vice maestro d’armi, Gaetano Menichetti segretario e bilancio, Andrea Rueca alla stampa e regia Palio, Alessandro Mancini al sito web, Cristiano Orlandi alle questioni legali, Daniele Cerbella e Francesco Morelli per il balipedio. Con le elezioni è stato eletto anche l’organo di controllo della società composto da Nicolò Minelli, Stefano Bicchielli e Matteo Sampaolesi C. BOC.
IL PASTICCIO DEL MANCATO ACCORPAMENTO DEI DUE CIRCOLI DIDATTICI RIAPRE IL CASO DELLE SCELTE IN GIUNTA. IL SINDACO VA AVANTI NONOSTANTE LE CRITICHE CHE VENGONO DALLA STESSA MAGGIORANZA E PENSA CHE CI SIA UNO STALKERAGGIO AL FEMMINILE. C’È CHI PENSA CHE IL PROFESSORE LA DIFENDA SOLO PER CALCOLI ELETTORALI TRA I LED E IL POTENTATO ECONOMICO, TECNICO E PROFESSIONALE CHE LA ESPRIME
be offendersi se la difesa avvenisse non sul piano politico-amministrativo ma facendone una questione di genere.
LA STRATEGIA. Le critiche verso la Minelli vengono da settori della stessa coalizione di Stirati e nessuno può negare che i due rimpasti di Giunta siano stati accompagnati dalle polemiche proprio nei confronti della Minelli, della quale è stata chiesta invano la revoca. Stirati per salvare la Minelli ha lasciato andare via lo stimato assessore al Bilancio Giordano Mancini di Scelgo Gubbio e ha sacrificato l’assessore al Turismo Oderisi Nello Fiorucci Nella maggioranza c’è la convinzione che la Minelli venga difesa soprattutto perché esponente dell’ala sinistra dei LeD e al contempo espressione di un realtà economico-tecnico-professionale considerata molto potente fin dai tempi del vecchio Pci, con legami profondi anche nel determinare scelte e operazioni. Stirati potrebbe aver bisogno dei LeD, della Minelli e di chi la esprime per farsi candidare e sostenere (eventualmente anche economicamente per la campagna elettorale) alle prossime elezioni regionali del 2024. Il riferimento, poi, alla Minelli intesa come donna avviene peraltro in un contesto politico-amministrativo locale come palazzo Pretorio, dove la storia ha consegnato pessime pagine di “commistione pericolosa”, per così dire, proprio tra la politica e le donne, senza che da esponenti politici e istituzionali fossero arrivate accuse come ha invece ritenuto di fare maldestramente il professor Stirati in questo caso.
Sbandieratori, Matteo Menichetti
è il nuovo presidente
Il giovane Matteo Menichetti è il nuovo presidente del gruppo Sbandieratori. Lo storico gruppo ha rinnovato il proprio consiglio direttivo per il prossimo biennio aprendo una fase di rinnovamento nel solco della migliore tradizione. Alla prima seduta, sotto la guida del presidente uscente Francesco Bianchi, il consiglio ha eletto Matteo Menichetti. Il vice presidente è Fabrizio Gambini. Gli altri nove consiglieri componenti il direttivo vedono nomi nuovi accanto ai decani. Sono stati eletti Francesco Bianchi, Gianluca Gambini, Daniele Gnagni e Michele Rossi, sono risultati eletti Giovanni Rogo, Piero Luigi Menichetti, Pietro Sannipoli, Andrea Lupatelli e Stefano Baffoni. Gli Sbandieratori rappresentano un veicolo promozionale d’immagine straordinario per la città da quando nel 1969 hanno aperto un ciclo che continua sotto l’impulso dell’anima e fondatore Giuseppe “Fefè” Sebastiani MA.GI.
LE PROSPETTIVE FERROVIARIE PREOCCUPANO CON IL PROGETTO MEDIOETRURIA
IL MAGISTRATO SERGIO MATTEINI CHIARI INTERVIENE CON UNA NOTA SULL’IPOTESI DI PORTARE
IL TRACCIATO DELLA NUOVA LINEA FERROVIARIA, CHE ANDREBBE TUTTO A VANTAGGIO DELLA TOSCANA
Le strade sono un disastro, la ferrovia neanche c’è. I collegamenti sul territorio eugubino restano un dramma, tra le scelte strategiche sbagliate (vedi la nuova Pian d’Assino a due sole corsie) e l’incapacità da parte dei politici locali di portare avanti nel tempo le cause giuste nell’interesse della collettività per preoccuparsi soltanto di mantenere ai livelli sovracomunali i costosi strapuntini personali e per gli amici. L’unico riferimento rimane la vecchia decrepita stazione di Fossato di Vico, sempre più declassata e marginale nello scacchiere delle Ferrovie dello Stato. La ferrovia è uno straordinario mezzo di mobilità alternativa e ideale per il trasporto delle merci, ma la politica italiana ha preferito ingrassare i veri padroni delle strade con i bestioni a quattro e più ruote.
L’INTERVENTO. Eppure ci sono progettualità che potrebbero tenere conto di nuovi scenari. Il dottor Sergio Matteini Chiari, già magistrato di lungo corso e attento osservatore delle dinamiche territoriali, ha preso posizione: “Non è in alcun modo giustificabile la previsione di collocare la stazione Medioetruria in uno dei luoghi attualmente candidati. Questa ubicazione non risponderebbe alle esigenze degli umbri. La stazione verrebbe ubicata in territorio toscano c con nessun campanilismo, beninteso, a distanza non insignificante dai confini dell’Umbria e a distanza assai rilevante da pressoché tutti i centri umbri, specie quelli maggiori. I tempi occorrenti per raggiungere questa stazione sarebbero quasi biblici, sia con mezzi propri che con mezzi pubblici, di cui tra l’altro finora neppure si è parlato. Ciò vale se dall’Umbria si voglia partire e se in Umbria si volesse venire, né possono essere dimenticati i costi occorrenti per la trasferta e né i molteplici
disagi di altra natura come la circolazione stradale e le condizioni meteo). Va rammentato che la ferrovia è un servizio e come tutti i servizi deve rendere agevole l’accesso agli utenti. D’altronde, sussistono alternative sia per ciò che attiene il tracciato della ferrovia sia per ciò che riguarda l’ubicazione della stazione. Una ferrovia a servizio degli umbri potrebbe avere un solo tracciato, cioè attraversare longitudinalmente l’Umbria, ponendosi sulla linea tradizionale Orte-Terni-Spoleto-Foligno e da qui proseguire su Perugia sino a congiungersi con la direttissima. Non si tratta di ipotesi peregrina. Nel Pnrr è previsto il potenziamento della linea Orte-Falconara. In ordine a tale potenziamento si confrontano due tesi: c’è chi vorrebbe mantenere la linea tradizionale, raggiungere Fossato di Vico attraverso i territori di Valtopina, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, e chi invece vorrebbe che la linea sia variata, con prosecuzione da Foligno verso Assisi, Bastia Umbra e Perugia, aeroporto San Francesco, e da qui da una parte proseguendo in linea retta sino a congiungersi con la direttissima Roma-Firenze e dall’altra parte deviando a destra per raggiungere Fossato di Vico su un tracciato parallelo e prossimo alla linea tradizionale. La variante, pur comportando una crescita dei tempi per raggiungere Ancona da Roma di “ben” 10 minuti porterebbe un rilevantissimo ampliamento del bacino di utenza, un servizio adeguato per Perugia, il potenziamento ulteriore dell’aeroporto che diverrebbe il terzo aeroporto di Roma essendo raggiungibile dalla capitale in circa un’ora pur mantenendosi umbro, un significativo risparmio di tempi per raggiungere Firenze con eliminazione della gran parte dei disagi.
Gli umbri dei territori attraversati dalla linea tradizionale non verrebbero dimenticati, al loro servizio potrebbe essere posto un tram-treno. Sarebbero davvero ottenuti tutti quei risultati di cui si va dicendo realizzabili con il collocamento della Medioetruria fuori terra umbra. Meraviglia che i sindaci dei territori più interessati siano rimasti fin qui silenti, meraviglia che gli umbri di alcuni territori abbiano espresso opzione per la vecchia linea, meraviglia che in sede regionale non si sia tenuto conto di tutte le qualità della variante. Tra l’altro, se venisse la stazione Medioetruria in Toscana verrebbe meno l’attuale Frecciarossa che parte da Perugia e, soprattutto, l’Umbria resterebbe definitivamente emarginata”.
Cimitero di Mocaiana lasciato nel degrado
A. PET.Il Comune potrebbe coinvolgere la Pro Loco
Prende il sopravvento il degrado al cimitero di Mocaiana. Ci sono segnalazioni, con tanto di materiale fotografico, che testimoniano lo stato di abbandono e incuria che interessa un luogo di riferimento per la memoria di tanti abitanti della frazione. Il Comune è stato messo al corrente della situazione ma per il momento non ci sono risposte concrete lasciando quella zona in una pessima condizione tra le la-
mentele e la scarsa considerazione che certi luoghi, come un cimitero, rappresentano. Prevedere una sistemazione è un dovere civico: l’Amministrazione Comunale potrebbe rapportarsi con la Pro loco per valutare qualche possibile forma di collaborazione. Sicuramente lo scenario è deplorevole e non fa onore al concetto di memoria di cui troppo spesso i politici si appropriano per farne soltanto bandiere di parte.
DAVID BARILARI RIESCE A VENDERE FINO A HELSINKI
di EMANUELE GIACOMETTI
La tecnologia, i social e il web, hanno portato l’economia e la vita in generale a compiere notevoli passi in avanti, anche se le opinioni e le idee tra le gente restano differenti. David Barilari, commerciante eugubino e titolare della storica merceria Parlanti in via Vantaggi a San Martino, nella tecnologia ci ha investito perchè ha avuto l’intuito dell’imprenditore aprendo sul web un e-commerce. David la sua scommessa l’ha vinta e adesso si gode il traguardo raggiunto.
L’ E-COMMERCE PRENDE SEMPRE PIÙ PIEDE. LA MERCERIA PARLANTI A SAN MARTINO HA VARCATO ORMAI I CONFINI ARRIVANDO FINO IN FINLANDIA COME CAMBIA IL COMMERCIO ANCHE IN UNA REALTÀ PICCOLA COME GUBBIO
Com’è nata l’idea?
“L’ho presa da Angelo Esposito, mio grande amico. Forse lui è stato il primo a iniziare a muoversi con l’e-commerce a Gubbio. Ho cominciato anche io e inizialmente vendevo soltanto una linea di prodotti. La svolta c’è stata nel periodo del Covid: non potendo andare a negozio, caricavo i prodotti on line. L’accelerata è arrivata proprio qui”.
Come sono nati i contatti con i clienti?
“Mi sono appoggiato al negozio digitale di Amazon e sicuramente ha influito anche il passaparola con dei clienti che ho fuori regione. All’inizio vendevo solo una linea di prodotti, poi specie nel periodo della pandemia le richieste sono aumentate e così ho deciso di allargarmi. Le prime vendite hanno riguardato l’Italia, quindi sono arrivato a spedire anche in Europa tra Svizzera, Spagna, Germania, Lituania e Inghilterra. Qualche giorno fa ho ricevuto
un ordine dalla Finlandia, da Helsinki, con una signora che ha comprato un paio di pantaloni. A Helsinki credo che di pantaloni ne potesse trovare a volontà, ma la differenza viene dalla qualità e dalla conoscenza del prodotto. E in più che senso avrebbe avuto comprare in Italia con dei costi di spedizione alti? Il segreto credo che sia quello di essere presenti e posizionarsi su quel mercato di nicchia. Tutto questo mi fa molto piacere”.
Le difficoltà di avere un negozio online?
“Sto avendo belle soddisfazioni con l’e-commerce, perché avere clienti fidelizzati e vendere in tante parti d’Europa non può che farmi felice. Va pure sottolineato quanto sia impegnativo, dato che oltre al negozio devi farti trovare pronto anche con quello on line con tutta la merce a magazzino disponibile”.
Il futuro sarà solo online?
“Credo che nelle grandi città, nel giro di 10-15 anni ci sarà questo cambiamento. Funzioneranno solamente le grandi linee di distribuzione. Piccole realtà come la nostra invece potranno resistere e andare avanti visto che ci sono ancora clienti che si affidano al piccolo negozio”.
Fabio Vagnarelli spopola sul web con la parodia di Due Vite di Marco Mengoni
Che abbia vinto con pieno merito a Sanremo è innegabile, perché un talento come Marco Mengoni è qualcosa di sempre più raro nel variegato (e a tratti oggettivamente discutibile) panorama musicale nazionale. Ma che il successo della sua Due Vite potesse tramutarsi in un vero e proprio tormentone social non era affatto così scontato. E un po’ del merito è da attribuire a un artista eugubino che ha pensato bene di riscrivere il testo del brano che ha vinto la 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana, reinterpretandolo in una veste che ha letteralmente colto nel segno. Un’idea che ha reso Fabio Vagnarelli ancor più popolare di quanto già non lo fosse da tempo, tenuto conto che con gli Oblivion da anni s’è fatto apprezzare in giro per tanti teatri nazionali e in alcuni programmi televisivi. Ma stavolta Fabio è andato oltre: la parodia di Due Vite, per l’occasione ribattezzata “Mengoni all’Ikea: Una Vite”, ha ricevuto un pieno di consensi nella rete, con centinaia di migliaia di visualizzazioni sulle varie piattaforme (Facebook, Tik Tok, Instagram e altre ancora) e una vetrina persino nel programma “Viva Rai 2” condotto da Fiorello. A conquistare il pubblico è stato soprattutto l’acco-
stamento tra le due viti (intese come esistenze) di cui parla Mengoni nella propria canzone con le viti presenti all’interno di una qualunque confezione di un mobile (in questo caso il letto matrimoniale) acquistato all’Ikea. La parodia degli Oblivion ironizza sul fatto che alla fine rimane sempre una vite, segno evidente che in fase di montaggio qualche errore è stato fatto, per la disperazione della coppia intenta a comporre il mobile acquistato.
VENT’ANNI DI CARRIERA. Un’ironia non becera, ma piuttosto tesa ad esaltare le qualità canore del quintetto di artisti che si è formato nel 2003 a Bologna (i componenti dgeli Oblivion si sono conosciuti frequentando l’accademia musical della città felsinea), e che ha contribuito a rendere decisamente più leggera e divertente la settimana sanremese anche attraverso le immancabili interazioni social. Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli sono impegnati in questo periodo in un tour dal titolo Oblivion Rhapsody nei teatri del Nord Italia, che si concluderà il 15 e 16 aprile con due date al Teatro Duse di Bologna.
PARCHEGGI A PAGAMENTO, IL COMUNE HA FRETTA DI FARE CASSA
IL RIFACIMENTO DELLE STRISCE BLU
E LE NUOVE COLONNINE APRONO LA GESTIONE
DELLA SIS DI CORCIANO AL POSTO
DI GUBBIO CULTURA E MULTISERVIZI
Spiegamento di vigili urbani, segnaletiche, grandi manovre in alcune vie del centro storico e nell’immediata periferia. C’è chi ha pensato ottimisticamente a qualche cantiere in ordine sparso per l’agognata sistemazione di certi tratti pieni di buche e avvallamenti, specialmente negli ultimi tempi tra cadute e crescenti denunce al Comune con le richieste di risarcimento danni. Invece, è entrata in azione una task force per il rifacimento delle strisce blu e la posa delle nuove colonnine con i ticket dei parcheggi a pagamento dopo la gara d’appalto e la gestione passata alla Sis di Corciano al posto della Gubbio Cultura e Multiservizi srl, interamente di proprietà comunale.
FARE CASSA. Il calendario degli interventi si è rivelato fitto con le operazioni che hanno suscitato proteste e ironia, soprattutto di martedì quando nella zona del Teatro Romano si è congestionato il traffico perché i lavori sono coincisi con il rituale mercato del mercato. Il Comune ha fretta di fare cassa e ha pazientato già troppo tempo per il passaggio delle consegne tra diverse problematiche per la rete delle nuove colonnine e alcune problematiche sui nuovi spazi a pagamento concordati con il comando della polizia locale e con Sis che vuole monetizzare quanto prima.
LE GRANE. Ci sono due casi ancora aperti e spinosi che potrebbero riservare colpi di scena. Al Teatro Romano c’è un parcheggio a pagamento attivato da tempo nell’area archeologica e nel piazzale in condizioni pietose, senza asfalto tra il fango d’inverno e la polvere d’estate, con pressioni sulla Soprintendenza per i dubbi sulla collocazione. Resta rovente la situazione a San Pietro e in via Campo di Marte a ridosso della farmacia Pierotti dove, in una zona dove ci sono anche studi medici, i commercianti si sono opposti alle strisce blu e hanno dato mandato all’avvocato Andrea Migliarini di contrastare le scelte dell’Amministrazione Comunale. Viene proposto il disco orario e non la sosta a pagamento per favorire la rotazione dei veicoli addotta come motivazione per le strisce blu dal sindaco Filippo Mario Stirati e dal vicesindaco Alessia Tasso tra i malumori nella stessa maggioranza.
M. BOC.I quarant’anni del Festival di danza
Taglia quest’anno il traguardo dei quarant’anni il Festival Nazionale delle Scuole di Danza che porta il nome di Renato Fiumicelli, fondatore della rassegna insieme alla compianta sorella Giuliana Fiumicelli Plastino. Il traguardo è davvero speciale e la Scuola di danza “Città di Gubbio” ha preparato un appuntamento oltremodo significativo. La rassegna si svolgerà il 10, 11 e 12 marzo al Teatro Comunale, con un’anteprima il 9 marzo con un’esibizione dell’Accademia del Teatro di Kiev, invitata per manifestare la solidarietà nei confronti dell’Ucraina. Sono attesi quindici ballerini con tre maestri che accompagneranno il gruppo e daranno vita a masterclass. Attualmente i ragazzi si trovano in Slovacchia, a Bratislava, ospiti perché il loro teatro è costantemente a rischio di bombardamento. L’Accademia del Teatro di Kiev per Gubbio non è una novità, ricordando quando fu ospite del festival nel 2006 ottenendo un grande successo. In quell’occasione furono proiettate, dagli ospiti ucraini, delle diapo-
sitive della città di Kiev per far conoscere le bellezze della loro terra.
IL PROGRAMMA. Il Festival Fiumicelli è rivolto agli insegnanti di danza, anche diplomati all’Accademia di Danza di Roma. Il programma prevede il 10 marzo un’attenzione esclusivamente rivolta alle scuole i cui insegnanti siano diplomati all’Accademia di Danza di Roma. Nell’occasione sarà assegnata una borsa di studio in denaro in memoria del maestro fondatore Renato Fiumicelli. L’11 marzo si svolgerà il concorso rivolto a tutte le scuole e il 12 ci sarà la rassegna aperta a tutti. Durante la tre giorni sarà presente una giuria qualificata che si esprimerà sulla valenza delle scuole partecipanti. All’interno dell’evento è prevista una conferenza, accompagnata da immagini, di Liliana Cosi sulla sua esperienza a fianco di Rudolf Nureyev
“Renato Fiumicelli”Un’esibizione al Festival “Renato Fiumicelli”
LA ROCCA
LA DOTTRINA NELLA STORIA
GENERATO E NON CREATO UNA PREGHIERA GENDER FLUID
Gesù è Dio. Il cristianesimo è tutto qui. Solo che nei fedeli cattolici, su questa verità fondamentale, regna ormai da qualche decennio una confusione imbarazzante. Perfino nelle parrocchie capita di sentire, magari anche da parte di catechisti, che Dio in senso stretto sarebbe solo il Padre, mentre Gesù, in quanto Figlio, sarebbe “qualcosa di diverso”. Eppure basta riflettere sulle parole del Credo, professato in ogni messa la domenica, per rendersi conto che il Figlio è Dio come il Padre (e non un Dio di “serie B”). Tanto è vero che, per evitare equivoci, la cosa viene sottolineata per ben tre volte: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. Il Figlio cioè non è una creatura, ma è Dio stesso, identico al Padre, coeterno con Lui. Se fosse una creatura non sarebbe Dio. Infatti il Credo, proprio per evitare fraintendimenti, ci fa dire chiaramente che il Figlio è “generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”. Dal punto di vista della natura (sostanza), chi viene generato è identico a colui che lo ha generato. Un cucciolo di gatto è della stessa natura della mamma gatta. Un neonato è della stessa natura umana dei genitori. L’animale genera l’animale, l’uomo genera l’uomo e Dio genera Dio! Solo che la generazione umana avviene nel tempo, per cui il bambino è “più piccolo” dei genitori (ma solo dal punto di vista dell’età e non della natura). La generazione del Figlio di Dio avviene invece nell’eternità, ovvero fuori del tempo. Per cui è identico anche di “età” al Padre. Coeterno, appunto. E infatti, sempre seguendo la magnifica formulazione del Credo, si dice: nato dal Padre prima di tutti i secoli. Ossia fuori del tempo. Credere a tutto questo non è un optional, ma il minimo sindacale da credere per essere cristiani.
Il Figlio eterno di Dio duemila anni fa ha assunto la natura umana ed è venuto su questa Terra per salvare dalla morte tutti coloro che hanno fede in Lui (“per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal Cielo” insegna il Credo) e per rivelare tutta intera la Verità su Dio (“per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo: per dare testimonianza alla verità” dice lo stesso Cristo). Gesù ha rivelato che Dio è Padre suo, ma anche “nostro” se rimaniamo uniti a Lui. Certo, Gesù è Figlio per natura e noi per “adozione”, ma dal punto di vista “ereditario” non cambia nulla. Tanto è vero che san Paolo insegna che siamo “coeredi di Cristo” (Rm 8). Questo dato è così importante che Gesù ha insegnato espressamente una sola preghiera, il Padre Nostro, le cui parole sono di una ricchezza e di una profondità straordinaria, venendo da Dio stesso. Qualche anno fa, come è noto, Bergoglio ebbe la pensata di cambiare le parole di Gesù e di modificare quindi il Padre Nostro, con una traduzione fuorviante e dannosa per la fede. Oggi giunge notizia che la cosiddetta chiesa anglicana vorrebbe, se possibile, spingersi ancora oltre e fare anche di peggio riscrivendo ex novo la preghiera con una formula “gender neutra”. Il Padre Nostro sarebbe una preghiera troppo maschilista e patriarcale. Per lorsignori sarebbe quindi arrivato il tempo di renderla fluida e non offensiva per nessuno; un po’ come genitore A e genitore B nelle giustificazioni a scuola. Il deserto avanza e il dramma non è che i nemici di Dio combattano l’unica religione vera, ma che ci siano sedicenti fedeli, purtroppo anche nel mondo cattolico, che accolgono con interesse ed entusiasmo l’autodemolizione della fede operata da più o meno legittimi pastori.
Niente di vero, ritratto di famiglia
La storia tratteggiata tra le pagine, leggere, ironiche, ma allo stesso tempo pesanti come un macigno di questo romanzo vincitore del Premio Strega sezione giovani 2022, racconta il percorso di emancipazione dal nucleo familiare originario, una rottura necessaria al nostro cammino di affermazione nel mondo che, come affermavano Freud e Jung, si nutre della ribellione e del distacco da qualcosa che, dopo anni, si percepisce come insopportabile, inaccettabile e, a tratti, opprimente.
Niente di vero è il racconto dell’allontanamento di Veronica, una ragazza che vive nella Roma degli anni 90 in un contesto familiare caratterizzato da disfunzionalità e smanie patologiche e ricorrenti: una madre animata da una folle mania del controllo sui figli, bacchettona, rigida e fuori dagli schemi della serenità che un bambino dovrebbe vivere in tenera età che governa la vita della protagonista, risucchiata in una paradossale routine di gesti che minano la sua salute fisica e mentale e di suo fratello, ragazzino dalla mente brillante che vive un’esistenza stagnante caratterizzata da una noia insopportabile che si manifesta fin dall’infanzia. Sullo sfondo
si scorge la figura di un padre impotente e scoraggiato, che tenta di arginare la rottura di quei cocci che tutti i giorni è costretto a raccogliere, triste e inerme di fronte al continuo sgretolarsi di quella normalità familiare che sembra sempre più un miraggio lontano.
Il talento ironico e sfacciato che Veronica Raimo mostra nelle pagine di questo suo romanzo ci permette di capire, in maniera sempre più netta, pagina dopo pagina, quanto sia irresistibilmente affascinante il racconto della realtà che prende forma intorno a noi: il ritratto familiare di Niente di vero è crudo, angosciante, inquietante, ma ci viene restituito con un’ironia grottesca e potente che ci fa comprendere quanto il vero scopo dell’arte narrativa sia l’analisi della verità attraverso i mezzi e gli strumenti della finzione artistica; le famiglie non nascondono nulla di perfetto e i legami, molte volte descritti come convenzionalmente positivi perché sanciti dal sangue, rappresentano spesso qualcosa di velenoso che inquina le nostre vite e si mostra difficile da recidere completamente.
Il Tempietto di Perugia, sulle tracce dei cavalieri templari
Per gli appassionati di misteri e leggende legate al mondo dei templari, Perugia ospita un luogo dall’atmosfera enigmatica e delicata bellezza chiamato il Tempio di Sant’ Angelo (Tempietto per i perugini). Oggi è uno dei più antichi templi paleocristiani e deve il suo nome all’arcangelo Michele, il santo guerriero che combatte contro il demonio e pesa le anime dei morti destinandole al Paradiso o all’Inferno. Edificato in un luogo già considerato sacro dai romani e dagli etruschi, il tempio risale al quinto secolo ed è formato da una pianta circolare e da un colonnato di 16 colonne corinzie. Proprio sui capitelli di quest’ultime sono incisi misteriosi caratteri e sigle di difficile decodifica. Le iscrizioni, dapprima considerate le firme degli scalpellini, sono state in seguito analizzate e ricondot-
te alla diffusione di un messaggio cristiano che interpreta la venuta di Gesù come indice di salvezza per l’umanità. Appena superato l’ingresso del tempio, sul pavimento è possibile vedere il disegno di un pentacolo: una stella a cinque punte iscritta in un cerchio, simbolo antichissimo spesso associato ai Cavalieri templari, nonché alla Massoneria e alla magia nera. Un’altra interpretazione del pentacolo può essere ricercata nella funzione cimiteriale che l’edificio svolgeva secoli prima: la stella era ritenuta un simbolo in grado di scacciare il male. Un luogo senza dubbio pieno di stupore, in connessione con i nostri tempi e con un passato pregno di antichissime vicende e tanta spiritualità. Il tempio rimane a disposizione dei visitatori tutti i giorni dalle ore 9 alle 18.
Come ti Cucino Sano
PATATA ROSSA PER UN TRIONFO DI CIAMBELLE
Ingrediente particolare la patata rossa. Alimento benefico per molti aspetti della salute, per esempio un’ottima fonte di potassio, di vitamina C, vitamina A e flavonoidi antiossidanti. Ciò che rende speciale questa patata come ingrediente in cucina è la sua consistenza compatta che tiene alla perfezione la cottura, anche a temperatura elevata. Nella tradizione umbra viene impiegata per la realizzazione di numerose ricette tipiche tra le quali le ciambelle dolci alle patate rosse, nate probabilmente negli altopiani di Colfiorito, nell’appennino umbro marchigiano, zona in cui viene prodotta, appunto, la pregiata patata rossa di Colfiorito, un prodotto Igp introdotto in questo territorio nel periodo napoleonico, durante l’occupazione francese, grazie agli eserciti che facevano largo consumo della patata a livello alimentare e che in questa zona ha trovato l’habitat ideale, per via del clima
RICETTA Ingredienti
• Farina 00 400 gr
• Patate rosse 200 gr
• Zucchero 40 gr
• Olio di semi 25 gr
• Latte tiepido 20 gr
• Un Uovo
• Lievito di birra 1/2 cubetto
• Scorza grattugiata di un’arancia
• Scorza grattugiata di un limone
• Un pizzico di sale
• Zucchero semolato q.b.
piovoso e freddo e dei terreni sabbiosi e silicei. Un prodotto che fa parte dei nostri territori da secoli che rendono ogni piatto un vero trionfo di gusto e di tradizione, comprese le ciambelle.
PROCEDIMENTO
• Lavate, sbucciate le patate e sbollentate.
• Non appena saranno cotte, scolatele, schiacciatele con uno schiacciapatate e lasciatele intiepidire.
• In una ciotola mettete la purea di patate, la farina, lo zucchero, l’olio di semi, il latte tiepido, l’uovo, il lievito, la scorza grattugiata di arancia e di limone e impastate fino ad ottenere un panetto compatto ed omogeneo.
• Unite infine il sale e lavorate nuovamente il composto per farlo assorbire.
• Fate lievitare l’impasto per un’ora, dopodiché, staccate delle palline, stendetele formando dei cordoncini e chiudete ogni cordoncino per formare le ciambelle.
• Fate lievitare le ciambelle per un’altra ora dopodiché, infornatele a 180 gradi per 20 minuti.
• A cottura ultimata, sfornate, spennellatele con un po’ di latte e intingetele nello zucchero.
GIANNI FIORUCCI E LE SFIDE PER RILANCIARE GUBBIO
Gianni Fiorucci, quali sono le esperienze più significative del suo percorso nel sindacato?
“È un percorso segnato dalla passione per la rappresentanza sociale che ho maturato fin da giovane, portandomi a contribuire alla nascita dei primi comitati studenteschi in città. Grazie a questi sono entrato in contatto con la Cgil, che mi ha offerto l’opportunità di seguire il settore delle costruzioni, dal territorio fino in segreteria nazionale. In questo ruolo ho avuto l’opportunità di misurarmi con sfide significative come i rinnovi dei contratti, su temi innovativi comela conciliazione dei tempi di vita e di lavoro,la democrazia economica, oltre a realizzare programmi di sviluppo presso il Mise per la riqualificazione dei territori interessati dalle crisi occupazionali.Sono stati 25 anni di sindacato ricchi di risultati ottenuti al fianco dei lavoratori”.
Quale contributo sta offrendo al territorio con il nuovo incarico?
“Da due anni sono tornato in Umbria e, tra le altre cose, mi occupo proprio di sviluppo sostenibile, e con l’aiuto di associazioni come Nuove Ri-Generazioni, che ci supporta nel lavoro di ricerca e progettazione, stiamo avanzando proposte in tutti i territori, Gubbio compreso, per cogliere le opportunità di sviluppo determinate dalla nuova fase aperta dal Next Generation Eu, per vincere la sfida tecnologica, digitale, ambientale ed energetica. Contribuire alla realizzazione del Ngeu è fondamentale perché per la prima volta in Europa si afferma una politica espansiva che guarda alle nuove generazioni, in netta contrapposizione con le spinte regressive sovraniste e di austerità. Promuovere progetti attuativi del Pnrr, rappresenta un’opportunità per i territori, oltre che una scelta di indirizzo politico verso la sostenibilità e la coesione sociale, non certo per rifare parcheggi o asfaltare le strade”.
Che fine ha fatto la proposta di sviluppo per Gubbio?
“La nostra proposta realizzatasull’area vasta del Nord Est dell’Umbria (ambito che la rende più incisiva), è stata presentata un anno fa all’amministrazione comunale ed a tutti i gruppi consiliarisenza nessun riscontro. Per fortuna registriamo molto interesse da parte di cittadini, imprese eassociazioni, in particolare sull’analisi dettagliata dell’economia del territorio, oltre che sulle proposte di rilancio occupazionale, continueremo a lavorare.
Quali sono le condizioni del territorio?
“L’aumento del costo della vita, la precarietà e l’indebolimento delle protezioni sul lavoro dovute all’eccessiva frammentazione del sistema produttivo, stanno determinando un aumento considerevole delle disuguaglianze in tutto il paese,nel nostro territorio più che in altri. Viviamo in un’area interna, caratterizzata da debolezza infrastrutturale martoriata da numerose crisi,a causa delle quali abbiamo ancora ferite aperte, e i nostri comuni sono quelli che perdono più abitanti e registrano redditi più bassi. Tra tante difficoltà abbiamo anche punti di forza, in particolare nei settori tradizionali, come il cemento e l’indotto, sui quali per avere una prospettiva occorre impegnarci a realizzarne la transizione. E i settori dell’accoglienza turistica e dell’artigianato, rafforzandone la capacità di creare valore stabile e livelli occupazionali di qualità. Non partiamo da zero, ma non possiamo stare fermi”.
In questo contesto cosa fare in ambito sociale e del lavoro?
“Prima servono sostegni immediati ai più fragili, ma questo non basta: se vogliamo una società più giusta e inclusiva, servono scel-
te forti in grado di cambiare completamente il nostro modello. Occorre promuovere nuovo lavoro stabile e di qualità eliminando la precarietà,partendo dal sostegno alle imprese che scelgono di collocarsi nella fascia alta della competizione attirando investimenti su settori innovativi. Su questo è fondamentale dotare la pubblica amministrazione di adeguate competenze (sportello per l’impresa). Occorre poi legare alla nuova occupazione anche nuovi diritti, in particolare per giovani e donne, su formazione continua e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, ma anche potenziando il raccordo tra sistema dell’istruzione e mondo del lavoro, creando percorsi tutelati”.
Su questi temi si aspetta risposte dalla politica?
“Per raggiungere questi obiettivi serve una nuova politicain grado di voltare pagina rispetto agli anni del liberismo sfrenato, che ha prodotto disuguaglianze e crisi, ripartendo dal protagonismo delle istituzioni pubbliche nei processi economici con capacità di programmare e incidere sulle distorsioni del mercato. Una politica orientata al rafforzamento dei sistemi di protezione sociale e d’istruzione, sanità e scuola. Non è un caso che la maggior parte dei cittadini nelle ultime tornate elettorali non sono andati a votare, in particolare quelli con più bisogni, per i quali l’opzione di votare il meno peggio non è più accettabile”.
Quindi dobbiamo aspettare che passi la nottata?
“Se vogliamo bene alle nostre comunità non possiamo aspettare. Dobbiamo impegnarci tutti in prima persona per realizzare questo cambiamento politico, inaugurando un processo di partecipazione dal basso”.
È possibile che questa svolta avvenga nei partiti o servono soggetti nuovi?
“Vedo positivamente l’ascesa del Presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini a segretario del Pd nazionale, concreto e capace, ma è evidente che il compito di rianimare un Pd stremato sarà difficile e lungo. Non credo che a Gubbio avremo tutto questo tempo. Per questo penso che un cambiamento possa avvenire anche fuori dai Partiti tradizionali, soprattutto se questi rimangono chiusi nelle piccole oligarchie autoreferenziali. Ai cittadini che vogliono offrire il proprio contributo servono spazi aperti,che favoriscano il confronto ed il dialogo,per tradurre le proprie idee in proposte e opportunità reali. Se i partiti non sono in grado di fare questo è giusto che i cittadini si organizzino in proprio. In questo senso vedo positivamente la nascita di nuove associazioni culturali, esperienze da sostenere e moltiplicare”.
Su quali parole d’ordine si dovrebbe basare questa nuova partecipazione?
“Progettare Gubbio come una città europea, libera e autonoma dai condizionamenti dei poteri economici e politici che si muovono fuori dall’interesse generale della nostra comunità. È questo l’orizzonte su cui costruire una nuova visione, con la quale progettare un futuro in linea con le strategie europee. Accoglienza e integrazione, uguaglianza e nuove opportunità,diritto ad un lavoro dignitoso, conciliandolo con la salute, diritto allo studio, imprimere una svolta ambientale e tecnologica, la riqualificazione urbana e la mobilità sostenibile. Saranno questi gli ambiti dove i cittadini saranno chiamati ad offrire il proprio contributo al rilancio di Gubbio”. R. BAR.
Silvano Cecchini è stato un bel simbolo dell’ospitalità eugubina
Il nome di Silvano Cecchini si lega alla Grotta dell’Angelo, il ristorante in via Gioia a San Pietro punto di riferimento di più generazioni e per gli eugubini soprattutto la “Pocciona”. Se n’è andato a 82 anni. Soffriva di problemi cardiaci. Era sempre signorile e disponibile con un grande senso dell’accoglienza e dell’ospitalità in quel locale particolarmente caratteristico. Lascia i figli Andrea e Laura, che ne hanno raccolto l’eredità, con le nipoti Anna e Lisa. Una folla numerosa e commossa l’ha salutato lo scorso 10 febbraio nella chiesa di San Pietro. “L’erede di un’attività storica molto significativa e identitaria della ristorazione eugubina, un uomo con un grande senso dell’ospitalità, capace di accogliere sempre tutti con un sorriso in un luogo molto amato, al quale è stata sempre riconosciuta grande patente di tradizione”: così il sindaco Filippo Mario Stirati ha espresso il suo cordoglio. “Sin dagli anni ’80 - ha sottolineato il sindaco - ha partecipato al grande sforzo fatto per lanciare Gubbio e darle sempre più qualità per quanto concerne l’offerta turistica e l’accoglienza: la storia del Gote in questo senso è stata importante, così come la stessa nascita del Centro servizi Santo Spirito. Anche da questo punto di vista Silvano Cecchini è stato un protagonista della storia cittadina, al quale riconosciamo tanti meriti e grande saggezza”.
Amedeo Castellani l’ha detto con un fiore per oltre mezzo secolo
Amedeo Castellani se n’è andato e con lui un altro pezzo della città. L’attività di famiglia, aperta con la moglie Cristina nel lontano 1969, ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento da generazioni. L’ultimo saluto ad Amedeo, che si è spento a ottant’anni dopo una lunga malattia e lucido fino alla fine, c’è stato il 14 febbraio scorso nella chiesa di Sant’Agostino dove in tantissimi hanno voluto partecipare alle esequie. Il Fiore di Castellani Amedeo e Cristina & C si occupa della vendita fiori e piante a Gubbio con la passione e l’impegno messi nel tempo dai due fondatori. Nel lungo percorso umano e professionale, Amedeo ha implementato la sua azienda con le collaborazioni con famosi organizzatori di eventi e grandi catering, oltre alla partecipazione a grandi fiere internazionali, alla ricerca di nuove idee e sensazioni. Gli inizi sono invece legati all’attività di ambulante di bibite anche sul monte Ingino, tra le prime licenze in circolazione, storia di almeno sessant’anni fa. Amedeo amava comunicare con i fiori sensazioni bellissime e la volontà con la signora Cristina è sempre stata quella di far sognare e realizzare ogni volta scenografie diverse.
Marianita Farneti, donna colta e poliedrica
Marianita Farneti si è spenta all’età di 88 anni. Figlia di Luigi Farneti e vedova del dottor Salciarini, era inferma da tempo ma fino all’ultimo ha scritto poesie in greco antico. Ha esercitato per molti anni l’attività di antiquaria e arredatrice. Possedeva una cultura poliedrica e interessi e curiosità sia per gli studi classici sia per la politica che valutava con grande
acume e concretezza. È stata autrice, anche di recente, di toccanti liriche in italiano ma anche in latino e greco antico. Ha lasciato la figlia Monica Salciarini, medico legale. Un ricordo speciale è stato preparato per dal cugino, il giornalista Mario Farneti, per le esequie che sono state celebrate lo scorso 13 febbraio nella chiesa di San Pietro.
I vejoni ceraioli hanno fatto il tutto esaurito
Tre anni di attesa, un’esplosione di festa, gioia e divertimento. Una sensazione che gli eugubini avevano douto riporre in un cassetto, ma che è tornata dilagante nei tre sabati di febbraio che hanno ospitato i tradizionali vejoni ceraioli. Appuntamenti che hanno fatto registrare il tutto esaurito, come era facile aspettarsi, ma che non hanno potuto contenere tutte le richieste arrivate: ci fossero stati spazi adibiti ad ospitare tali eventi (assurdo che a Gubbio nel 2023 manchino strutture come auditorium, congressi, fiere, strutture per concerti o appunto veglioni: il gap con le realtà limitrofe al riguardo è evidente e non più tollerabile), raggiungere 1.500 presenze sarebbe stato abbastanza scontato, e avrebbe fatto felici anche le famiglie ceraiole che con grande solerzia hanno organizzato gli
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appuntamenti, ma oggettivamente ricavandone cifre abbastanza risicate. I vejoni hanno rappresentato un momento buono per festeggiare una volta di più capodieci e capitani della prossima festa del 15 maggio, ma anche per rendere noti i nomi delle miss che li accompagneranno durante la sfilata: Carolina Cernicchi (Sant’Ubaldo), Martina Spaziani (San Giorgio) e Anna Maria Angeletti (Sant’Antonio). Il prossimo appuntamento ufficiale è in programma domenica 5 marzo, ricorrenza della Canonizzazione di Sant’Ubaldo, con la messa all ore 11 presso la Basilica, al termine della quale è prevista l’investitura del capodieci Corrado Fumanti. A seguire, i santubaldari si ritroveranno a pranzo sotto gli Arconi. Foto: Pietro Biraschi R. BAR.
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