29 speciale territorio Valle di Fiemme, Fassa e Primiero
Sapersi adattare Dai giocattoli alla raccorderia in plastica. Frade Srl, storica azienda della Val di Fiemme, ha saputo cogliere i cambiamenti e trasformarli in opportunità.
QUANDO
si dice che le aziende più longeve sono quelle che riescono a cambiare pelle… Vale il principio darwiniano, anche per stare sul mercato, dove non sopravvive il più forte ma chi si adatta meglio. È il caso di Frade Srl: la storia di una famiglia di imprenditori della Val di Fiemme che è passata dal giocattolo in legno allo stampaggio di raccorderia in plastica per il settore termo idraulico. “L’attività nasceva quasi settant’anni fa – racconta il titolare Piergiorgio Deflorian – nel sottoscala di mio padre, Raffaello. Faceva il falegname e con suo fratello Sabino avviò l’impresa nel campo della oggettistica/souvenir. Cominciarono nel dopo lavoro, nella falegnameria di serramentistica degli zii. La nonna Dorotea, però, diceva che bisognava fare giocattoli. Giocattoli di legno. Così nacque la curiosità. Nel 1961 mio padre Raffaello e mio zio Sabino parteciparono alla prima fiera del giocattolo di Milano, il più importante evento di allora legato al mondo dei giocattoli. Si appassionarono e avviarono la produzione”. Era il dopoguerra. Il turismo era alle porte, nasceva il mercato del souvenir e il boom economico stava per arrivare anche in Trentino, con un decennio di ritardo rispetto alle aree del Nordest. “L’azienda crebbe velocemente – continua Deflorian – fino a raggiungere quasi 50 dipendenti. Gli affari andavano bene e il mercato era in crescita. Ma mio padre, all’improvviso, si trovò completamente solo. Un incidente si portò via lo zio Sabino e suo figlio. Dal 1975, dovette mandare avanti l’attività senza aiuti, con 50 dipendenti da gestire”. La produzione di giocattoli continuò ugualmente ma qualcosa stava cambiando. I costi della
manodopera erano troppo alti e, dall’estero, si facevano strada forme di concorrenza sleale. “I nostri competitors – spiega il titolare – venivano dalla Germania per vedere i nostri giocattoli. Li copiavano e li facevano realizzare in Cina. Per gestire le difficoltà, mio padre decise di passare da una produzione artigianale a una di tipo industriale. Acquistò una pressa idraulica, la prima della Val di Fiemme, e iniziò a produrre grandi numeri automatizzando il ciclo produttivo e utilizzando anche la plastica, insieme al legno. Questo gli permise di maturare esperienza con un nuovo materiale”. Ma il mercato stava cambiando. Negli anni ‘80 calano i fatturati dell’azienda e il giocattolo si vende meno. Nel frattempo, si preparava in famiglia il cambio generazionale. Sarebbero presto entrati in Frade Maria Luisa Deflorian e lo stesso Piergiorgio. “Grazie alle conoscenze sviluppate con l’uso della plastica – prosegue Deflorian – nel 1988 cominciammo la produzione di raccordi per tubi destinati al comparto idraulico. Fu una svolta. Negli anni a seguire continuammo a produrre giocattoli, ma sempre meno. Fino a quando, nel 2001, voltammo definitamente pagina. Chiudemmo la linea dei giocattoli e puntammo tutto sulla raccorderia in plastica, che è tuttora l’attività principale dell’azienda”. La sede è rimasta in Val di Fiemme, dove l’impresa è nata. Numerosi ampliamenti ne hanno cambiato il volto, rendendola un’azienda moderna che opera sui mercati globali. Un primo rinnovamento si era registrato già nel 1957, subito dopo gli inizi. Ne seguirono altri nel 1961 e nel 1967. Nel 1993 venne realizzato un nuovo stabilimento a Tesero, di 2mila metri quadrati,
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