Italia Ornitologica, numero 3 2022

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DIDATTICA & CULTURA

Sui canarini parlanti di FRANCESCO SAVERIO DALBA, foto AUTORI VARI

[1.] Prolegomeni Nei primi anni ‘90 mi interrogavo se lo zoologo irlandese Nicholas A. Vigors, vissuto a cavallo tra XVIII e XIX secolo, avesse attribuito ai Brotogeris il nome del Genere in ragione di una loro particolare inclinazione a parlare. In greco oi brotòi sono “i mortali”, sineddoche per “gli umani”(chiunque abbia tradotto Omero non può non rammentarlo)– mentre “γῆρυς” significa “voce”, dunque: “coloro che hanno una voce umana”. Trai pappagalli, oltre a loro, solo l’Amazona oratrix si è vista assegnare, nel nome scientifico, un riferimento alle proprie abilità locutorie; alcuni altri attributi di specie sono al più legati al clamore che i pappagalli sono in grado di generare: così festiva o garrulus (il riferimento è al Lorius garrulus; ma tra i Corvidi si incontra un altro parlatore, il Garrulus glandularius, la ghiandaia. Di recente sul Monte Baldo ho notato al suolo alcune inconfondibili piume azzurre di un G. gladularius predato nei pressi di un tronco ove erano presenti anche dei segni di affilatura delle unghie da parte di un orso, all’apparenza tuttavia molto più risalenti). Uno dei più abili parlatori, il Melopsittacus ha invece un nome che significa “pappagallo cantante”. Mentre scrivo, intorno al mio tavolo di lavoro stanno alcuni Brotogeris: un tirica, cinque cyanopterus, di cui tre nati quest’anno e due jugularis, e, con animo sereno, posso affermare che le loro emissioni vocali hanno ben poco di umano (specie al mattino presto): esse sovrastano di molto le urla di Lorius lory, Trichoglossus euteles ed eguagliano quelle di Chalcopsitta scintillata. I Brotogeris sono animali assai confidenti e tendono a vocalizzare tutto il dì (specie quando i piccoli erano involati, i

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Prima parte

genitori tendevano a scacciarli con molto strepito); il più confidente di tutti è il tirica, che ha nome Beniamino, si avvicina sempre al dito e lo prende delicatamente nel becco. Pur avendo già due anni di età ed essendo allevato dai genitori, ha iniziato rapidamente ad accettare il cibo dalle mani ed ora sembra volere articolare qualche parola: saluta ed al momento di ricevere la frutta emette un verso particolare, che denota un misto tra attesa e compiacimento. Questo conferma quanto dice R. Harris nel volume Grey-checked Parakeets and Other Bro-

Dante Gabriel Rossetti piange il Vombato chiamato "Top"

togeris del 1985 riguardo ai loro costumi assai confidenti. Vigors, comunque, non dà alcuna spiegazione alla sua scelta. La descrizione del Genere si rinviene nel secondo volume del The Zoological Journal, 1825, ove pubblicò il suo articolo intitolato On the arrangement of the genera of Birds: vari suoi amici ornitologi gli avevano richiesto di compilare una lista dei Generi degli uccelli esistenti, così si indusse a scrivere una bozza e, in seguito, a pubblicarla. A p. 400 dell’articolo vi è l’elenco dei Generi dei pappagalli -molti dei quali, all’epoca, erano ancora inseriti nel genere “contenitore” linneano “Psittacus”. Qui Vigors introduce per la prima volta il genere Lorius ed appunto il Brotogeris, senza però che sia dato conto delle ragioni alla base della scelta dell’epiteto (questo perché si tratta -con un gioco di parole - di un nomen loquens immediatamente intelligibile in greco, ma che nulla in realtà dice sulla motivazione ad esso sottesa). Il tipo del Genere Brotogeris, indicato dal Vigors, era lo Psittacus pyrrhopterus descritto da Latham nel Supplementum Indicis Ornithologici Sive Systematis Ornithologiae del 1801, p. XXII. Anche in quest’ultima opera (e nella parte, in lingua inglese, che la precede – Supplement II to the General synopsis of Birds) non si rinviene alcun riferimento alle abilità oratorie del pappagallo. Latham scrive: “Abita nel Brasile, o quantomeno si suppone che sia così, poiché fu portato in Inghilterra da una delle navi baleniere dei mari del sud, ora è nella collezione del generale Davies” (p. 90). È improbabile che Latham lo avesse visto in vita: il generale Davies è Thomas Davies, membro della Royal Society e


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