CRONACA
La riforma del Terzo Settore Decreto Legislativo n. 117/2017: illustrazione e consigli di MARIA CARLA BIANCHI, foto DA INTERNET (autori vari)
L
a riforma del terzo settore impone ad un ente no profit (un’associazione od un club, come i nostri, per esempio) di effettuare un’attenta analisi comparativa per decidere in primis se entrare o meno nel Registro Unico del Terzo Settore (RUNTS) e quindi soggiacere alle norme del nuovo Codice (CdTS) oppure se rimanere nell’ambito delle associazioni più generiche no profit che ubbidiranno alle norme del Codice Civile e a quelle del Testo Unico delle Imposte Dirette. Questa riforma si caratterizza, fra l’altro, per l’introduzione di nuovi obblighi di contabilità e rendicontazione, con l’obiettivo di rendere unitaria e omogenea la disciplina civilistica e fiscale di settore nonché di indirizzare le agevolazioni fiscali ai soggetti più meritevoli in funzione delle attività dagli stessi svolte. La riforma, se tutto fila liscio, dovrebbe entrare in vigore il 01.01.2021. La riforma prevede l’istituzione del “Registro unico nazionale del terzo settore” (RUNTS), il portale online che
La riforma prevede l’istituzione del “Registro unico nazionale del terzo settore” (RUNTS)
Immagine tratta da: forumterzosettore.it
accoglierà le varie categorie dei futuri Enti del terzo settore (ETS), anche associazioni, che desidereranno volontariamente accedervi. Infatti diventare ETS, iscrivendosi nel RUNTS, e soggiacere alle regole del Codice del terzo settore è una facoltà e non un obbligo. L’alternativa è quella di rimanere associazione no profit le cui regole vengono dettate dal Codice civile e dal Testo unico delle imposte sui redditi riformato. Ogni associazione quindi dovrà deci-
dere se iscriversi al RUNTS e quindi dipendere dalla normativa del Codice del Terzo settore, più favorevole da un punto di vista fiscale, ma anche più onerosa dal punto di vista degli obblighi amministrativi, oppure rimanere com’è. Chi rimane fuori dal RUNTS non dovrà modificare lo statuto, non dovrà affrontare i nuovi obblighi amministrativi, ma dovrà pagare le imposte sui redditi relative agli ingabbi, per esempio, e quindi redigere la dichiarazione
NUMERO 3 - 2020 55