Feltrino News n. 6/2022 Giugno

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Gli antichi mestieri di Laura Paleari

I Sarti: l'artigianalità del futuro

È

molto strano come, tante volte, una cosa così vicina a noi, così comune, nasconda una storia millenaria e antichissima. Rammendare gli abiti è un lavoro che probabilmente associamo alle nostre nonne, uno scontato passatempo, utile, ma pur sempre un passatempo. Tuttavia parliamo di un mestiere che non solo a dato lavoro a moltissime donne (e uomini, non dimentichiamolo) italiani ma di una vera e propria arte: ogni abito è una creazione, che parte da un modello su carta, per poi “prendere vita” grazie alle sapienti mani di queste persone. Il mestiere di sarto/a è quello di un artigiano a tutto tondo: deve saper disegnare, cucire, riparare, confezionare… deve inoltre possedere una buona dose di pazienza, creatività e al tempo stesso precisione matematica; come in molti altri

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casi di mestieri creativi e artigianali, l’Italia vanta una tecnica e una maestria ammirate in tutto il mondo. Come mai, allora, se ne parla così poco? Diciamo che in generale si parla poco del mondo moda, o meglio, se ne parla, ma in maniera molto superficiale; potremo paragonare questo mondo ad un enorme iceberg, di cui vediamo solo la punta e il mestiere del sarto rappresenta una delle parti più nascoste e profonde. I più grandi stilisti del passato sapevano cucire, disegnare e creare cartamodelli, questo perché la sartoria è la disciplina che ti permette di “capire” un tessuto e solo conoscendo le basi puoi realizzare un grande capo d’alta moda. Ad oggi è una delle figure professionali più ricercate dalle aziende di moda. Il vero e proprio mestiere di sarto nasce

nel medioevo, quando il concetto di moda comincia a delinearsi sempre meglio e le vesti maschili e femminili iniziano a distinguersi in maniera netta. Dal 1400 sappiamo che nacquero i primi “canovacci da sarti”, in pratica i primi cartamodelli della storia ma il più antico repertorio di figurini ci è arrivato dalla città di Milano attraverso una raccolta di illustrazioni risalente al 1500/1600. La vera svolta del lavoro del sarto, non si ebbe tanto con i nuovi strumenti creati, come il ferro da stiro e la macchina da cucire, comunque artefici di un grande cambiamento a livello lavorativo pratico manuale ma con un nuovo concetto della figura del sarto. Questa novità la si deve sopratutto alla figura di Charles Frederick Worth, che nella seconda metà dell’800, cominciò a proporre le proprie creazioni, senza limitarsi a seguire dei modelli pre impostati: nasceva l’Haute Couture (Alta Moda). Ben preso gli ambienti delle sartorie diventarono sempre più ampi e raffinati, dei veri e propri salotti, dove iniziavano ad esserci anche le figure dello stilista e dell’indossatore. Le prime scuole sartoriali nasceranno già nell’ottocento nella città di Napoli, famosa ancora oggi per i suoi maestri d’alta sartoria; ma la vera e propria “Università dei Sartori” nacque nel 1574, grazie a Papa Gregorio XIII, nella chiesa di S. Omobono (Campidoglio), in seguito a molte vicissitudini, la sede dell’Accademia venne spostata per poi stabilirsi, attualmente, in via Francesco Crispi 115, a Roma. Negli anni sessanta-settanta del 900 la


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