A ciascuno il suo di Waimer Perinelli
La replica e il capolavoro
I
mmagino la sorpresa della mia amica Tiziana Sembianti davanti alla tela, “Seppellimento di Santa Lucia”del Caravaggio esposta al Mart. Lei è una raffinata copiatrice. Il Centro d’Arte La Fonte le ha dedicato nell’estate del 2013 una mostra dal titolo “Capolavori allo specchio” dove erano esposte alcune opere. “La natività” di George de La Tour, “La ragazza con l’orecchino di perla” di Jan Vermeer, “ Il raccolto “ di Vincent Van Gogh, e “Giuditta prima “ di Gustav Klimt. Sono alcune delle sue copie perché nella bella casa Tiziana custodisce lavori come “Dama con l’ermellino “ di Leonardo da Vinci e altri di scuola italiana, olandese e tedesca. Sono copie autenticate, ovvero assolutamente non falsi, ci tiene ad affermare l’autrice, dipinte con estrema precisione. Ogni opera le costa da uno a tre anni di visita, studio, osservazione, ricerca dei colori naturali con, quando possibile, tele, tavole e pigmenti antichi e infine
"La ragazza con l'orecchino" di Jan Vermeer
la riproduzione delle pennellate. Probabilmente verrebbero in qualche caso autenticate come capolavori da quegli storici dell’arte che nel 1984 riconobbero per vere le sculture in pietra serena di Modigliani ritrovate nel Fosso Mediceo di Livorno. Visto che il confronto, fra storici non pare essersi concluso, malgrado la confessione degli autori della burla, anche per Tiziana Sembianti potrebbe esserci qualche dibattito. Ma lei non ci tiene. Avrebbe voluto invece nel 2013 studiare con calma il dipinto “L’Annunziata” o “Annunciata di Palermo” di Antonello da Messina, portata in prestito al Mart da Cristiana Collu. Non le fu concesso e dovette analizzare il dipinto quasi di nascosto. Davanti alla grande opera di Caravaggio “Seppellimento di santa Lucia” ed alla sua replica digitalizzata in 3d, esposte in questi giorni al Mart, ho apprezzato la generosità della Sicilia, grande sponsor del Trentino e mi sono chiesto che cosa ne pensasse l’amica Tiziana. In primo luogo del modello digitale, la cui perfezione, raggiungibile con centinaia di fotografie ad elevatissima risoluzione, è stata resa difficile dalla instabilità della tela. Ma anche l’originale, così bisognoso di restauri, non brilla nella luce di taglio che pare spegnersi davanti a quella per cui è famoso il Caravaggio. Sembrano elidersi a vicenda e forse ne guadagna l’atmosfera funesta con il braccio destro della Santa che sembra levitare tra la fossa e il terreno. Grazie alla fotogra-
"Giuditta I" di Gustav Klimt
fia di copertina del catalogo, forse la meglio riuscita, si coglie pienamente il volto dell’alto prelato la cui mano, dalla tinta scura della morte, s’alza per benedire o ammonire. Verso di lui, sul filo della luce di Michelangelo Merisi, guarda il becchino di sinistra mentre quello di destra porta visibili i segni di un piccolo restauro sulle gambe. Ben altri restauri spettano all’opera. L’amministrazione provinciale parrebbe intenzionata a coprire tutte o parte delle spese. Visto che il capolavoro di Caravaggio è assicurato per 60 milioni di euro, tanto varrebbe comperarlo e compararlo l’anno prossimo alle opere di Duchamp, Cattelan,il cui water d’oro è stato recentemente rubato dal gabinetto di Wiston Churchil, o Piero Manzoni. Ovvero “Mezzi di produzione e Prodotti.”
augana
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