Cronache trentine di Nicola Maschio
Situazione trasporti in Trentino
È
uno dei temi più caldi in questo periodo Covid. Il sistema trasporti in Trentino è da tempo osservato speciale, soprattutto con il nuovo avvio dell’anno scolastico e con i primi, inevitabili, rischi di assembramento sugli automezzi. Già lo scorso settembre qualche genitore preoccupato aveva manifestato le proprie perplessità: tanti ragazzi, distanziamento difficile da rispettare, capienza dell’80% quanto meno “interpretabile” e, soprattutto, il mancato aumento del numero di autobus e corriere disponibili per suddividere ulteriormente le corse e il carico di studenti. Eppure, contrariamente a quanto si pensi, il sistema trasporti sta reggendo bene. Certo, negli orari più “caldi” (ovvero quelli in cui gli studenti vanno a scuola e successivamente escono dalla struttura) qualche problema si riscontra ancora, ma la società Trentino Trasporti ha voluto fare chiarezza in merito al rispetto delle norme e dei carichi di utenti sulle tratte urbane ed extra-urbane. «È vero, ci sono arrivate segnalazioni, ma abbiamo effettuato i giusti controlli e rilevato un carico regolare in tutti gli automezzi controllati – ha spiegato Roberto Andreatta, mobility manager della Provincia Autonoma di Trento. – Ci siamo semplicemente limitati alla redistribuzione delle persone in piedi, ma solo in alcuni casi. A coloro che lo ignorano, voglio ricordare che la percentuale di occupazione del mezzo pari all’80% fa decadere, di fatto, il rispetto del distanziamento. Stiamo parlando quindi di una mancanza oggettiva, ma assolutamente legittima, studiata ed attuata per far si che i trasporti possano viaggiare praticamente a pieno carico e permet-
tano a studenti e pendolari di spostarsi regolarmente verso scuole e sedi di lavoro». Dunque, un rischio calcolato. Inoltre, i controlli sono stati intensi e puntuali, come ad esempio quelli svolti su tutti gli autobus (33 in totale) provenienti dalla Valsugana, dalla Valfloriana e dall’Altopiano di Pinè, alla fermata di Ponte Alto in direzione Trento lo scorso 8 ottobre 2020. Alcuni esempi: la prima tratta Pergine – Trento prevedeva un totale di 47 posti a sedere, occupati neanche per la metà (23); qualche problematica in più invece sulla seconda corsa, con 43 posti a sedere previsti, ed un totale di 55 persone a bordo (dunque 12 in piedi). Da Civezzano invece sempre 43 posti disponibili e 51 persone totali (8 in piedi), mentre da Fornace su 51 spazi liberi ne sono stati occupati solo una quarantina. Poco scarto sulla prima corsa da Baselga di Pinè (43 posti a sedere contro le 44 persone presenti sul mezzo), mentre da Caldonazzo per un numero di posti sempre pari a 43 si sono registrate solo 41 persone. Insomma, come evidenziato dallo stesso Andreatta, tutti i carichi erano
regolari in relazione alle reali possibilità degli autobus considerati. Anzi, rispetto alla medesima statistica fatta lo scorso anno in gennaio 2019 (alla stessa fermata) è stata registrata, pur con due autobus aggiuntivi previsti da settembre 2020, una diminuzione dei passeggeri complessivi pari a 182 unità. In più, i passeggeri in piedi rilevati a gennaio 2019 erano 133, mentre lo scorso 8 ottobre sono stati 59. Concludendo dunque, sebbene qualcuno ancora non si dica pienamente convinto dal sistema di trasporto pubblico attualmente attivo nella nostra Provincia, i dati sembrano smentire queste perplessità. Anche perché l’eventuale fornitura di nuovi automezzi non è cosa possibile nel breve periodo. «Non esiste un deposito o una struttura all’interno della quale sia possibile comprare autobus già pronti – ha aggiunto Andreatta. - Anzi, la procedura di costruzione e immatricolazione dura in genere un paio di anni. Se ne parla da diverso tempo in tutte le Regioni, ma al momento non c’è una reale disponibilità».
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