In controluce
Nerio Fontana
L’immagine femminile
C
embrano di nascita ma da quasi una vita residente a Borgo Valsugana, Nerio Fontana è un artista polivalente: pittore, grafico, incisore, scultore, fotografo. Vive in una casa che dà sul Brenta (la prima a destra del borgo per chi arriva da Trento) : il suo studio è all’ultimo piano e si affaccia sul fiume, con i suoi brevi ponti rialzati che ricordano quelli dei canali veneziani. Borgo è una cittadina dall’anima veneta, che ha sempre gravitato più su Bassano e Venezia piuttosto che su Trento. E non è un caso che Fontana si sia diplomato all’accademia di Belle Arti di Venezia, che operi come scultore di terracotta nei laboratori d’arte di Bassano, che viva nei suoi quadri un colorismo veneto. La sua avventura di pittore in mostra è iniziata quarant’anni fa con un’esposizione alla Galleria degli Specchi a Trento. Ma in tutti questi anni le sue mostre non sono state molte: ha sempre preferito operare piuttosto che mettersi in mostra, abbandonandosi alla sua passione di pittore, scultore, di fotografo d’arte. Come fotografo artistico “L’Editore”, nel 1991 gli ha dedicato una monografia, un catalogo che rivela in Fontana un
La sua abitazione a Borgo Valsugana
L'interno dell'abitazione
artista dell’immagine fotografica di respiro nazionale. E tuttavia, anche sotto questo aspetto, sono in pochi a conoscerlo. Ci sono critici importanti che si sono occupati di lui: Luigi Serravalli, Palmiro Boschesi, Carlo Pacher, Rinaldo Sandri... Ma nonostante questo Nerio Fontana rimane un artista ancora sostanzialmente da scoprire, complice la sua mancanza di preoccupazione a “tirare per a giacchetta” critici e galleristi. Nerio ha avuto sin da ragazzo una vera ossessione per il disegno: sin da allora disegnava tutto: figure, oggetti, paesaggi, con una stupefacente abilità grafica, frutto di un talento naturale. Quei disegni li ha quasi tutti regalati (quando non sono andati dispersi). Benché la sua magistrale perizia gli permetta di affrontare qualsiasi tema Fontana è soprattutto un’indimenticabile “rapinatore” di immagini femminili (col segno, col colore, col plasticismo, con l’obbiettivo fotografico.) Nerio, la sua ossessione per l’immagine femminile, la sua ginefilia artistica non l’ha mai mascherata, l’ha sempre apertamente esibita. Dice lui stesso: Provo un piacere quasi fisico di fronte a certe figure: anche se raramente - quasi per miracolo - trovano la perfezione plastica, l’equilibrio delle forme, la pienezza della luce...” Il mondo l’eterno femminico lo hanno sempre magnetizzato.
Una scultura di Fontana
Nelle sue opere pittoriche, scultoree, fotografiche i nomi al femminile si sprecano; sono quelli di Isa (sua moglie), Eva (sua figlia), di Marisa, Katia, Roberta, Mirta I, Mirta II... Donne mature, adolescenziali, bambine ritratte vestite e spogliate, di fronte, di fianco, di dietro, dal basso, nudi solari in penombra, in atteggiamenti voluttuosi, assorti, gioiosi, malinconici, misteriosi. Colte in colori acidi, drammatici “Isa” (1996), in eleganze alla Klimt come “Ragazza alla finestra” (1985),o “Roberta” (1992), o un segno guizzante, vitalissimo come in “Camping” (1989). Sono immagini in cui filtra gran parte della pittura di questo secolo, a lungo meditata e metabolizzata: ma vi si espande soprattutto la passione per la vita di questo artista che, aggirando la jungla dei cerebralismi, punta alle sorgenti dell’essere. Pubblicato su gentile concessione del professor Renzo Francescotti.
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