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Il forte Austro-ungarico di Tenna “Werk Tenna”
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l forte Austro-ungarico di Tenna è stato realizzato nel periodo 1880 – 1890 con scopi prevalentemente difensivi della città di Trento; tale opera infatti rivestiva un ruolo importante nello sbarramento della Valsugana, a protezione delle eventuali attacchi delle truppe italiane provenienti dal Veneto, appunto attraverso la Valsugana. Il Governo austriaco infatti aveva individuato le zone più adatte per costruire tali opere di difesa, e aveva indicato l’area della collina di Tenna, a sud del paese, quale zona strategica di difesa della vallata, unitamente alla zona del colle delle Benne. In tali aree strategiche, che permettevano il controllo della Valsugana, furono infatti progettati e realizzati, nel decennio 1880-1890, i forti di Tenna e delle Benne, attuando il cosiddetto Sperre Tenna, lo sbarramento della
Forte ala nord, oggi distrutta
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augana
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valle a protezione di Trento. Ultimata l’opera, fu realizzata dal 1894 al 1896 la ferrovia della Valsugana, che collegava Trento a Tezze, confine di Stato, con alcune opere di carattere militare, fra le quali un piano caricatore ferroviario per le esigenze specifiche del forte di Tenna, all’altezza dell’attuale hotel Brenta. Il forte è stato realizzato a quota 595,5 metri s.l.m., in una zona sprovvista di acqua e di materiali necessari alla costruzione. Per quanto attiene i materiali, fu deciso di trasportare i grossi sassi, da una cava individuata nella parte nord del lago di Levico, trasportati con barconi fino alla sponda ovest, e mediante una teleferica, trasferiti sulla sommità della collina, nel cantiere del realizzando forte, superando il dislivello di 155 metri, con una lunghezza di circa 600 metri.
Gli abitanti di Tenna accolsero di buon grado la realizzazione di tale opera, che permetteva l’impiego di manodopera del posto, riducendo in parte il fenomeno della emigrazione. Il manufatto fu realizzato in muratura di pietrame, rinforzato poi con calcestruzzo, e protetto da terrapieno nella parte sommitale, dove era situata una grande vasca per la raccolta dell’acqua piovana, necessaria per gli usi alimentari e non degli oltre 200 militari che il forte ospitava . Attorno al manufatto, un fossato lungo 280 metri, largo 6 e profondo 4, a difesa di eventuali incursioni, oggi purtroppo quasi interamente coperto di materiali inerte. Era una struttura a prova di granata, con torri girevoli corazzate a 360°, collegato telefonicamente con il forte delle Benne, monte Rovere e la caserma di Levico; armato con 2 mortai, 8 cannoni e