Ballando con i sensi di Waimer Perinelli
Rodolfo Valentino e tango al buio Dici tango e pensi Valentino. Chi meglio del mitico Rodolfo, lo sceicco bianco, Rudy per le amiche, interpreta la figura del grande ballerino nel più clamoroso dei fenomeni artistico musicali del Sud America e del mondo intero.
I
l Tango: una musica ed un ballo nati, si racconta, sul Rio de la Plata, dall’unione di due danze popolari la Milonga e il tango Andaluz. Ad eseguire la musica un trio composto da violino, fisarmonica e flauto, più tardi anche il pianoforte, e sulla pista, nell’aia, sulla pedana, i virtuosi del movimento. Sensuale, appassionato, irresistibile il ballo argentino è da sempre considerato l’arco di Cupido con cui Valentino conquistava le donne. Ma, pensate, è anche uno strumento didattico un mezzo per comunicare, educare. Parola di Simona Niero. Veneziana, dal 2006 in Trentino, insegnante di tango con diploma all’ACSI, l’Associazione di cultura sport e tempo libero, riconosciuta dal Coni, Simona, arriva al ballo dopo avere praticato vari sport, quali equitazione ed atletica leggera, e fra tutte le danze possibili, s’appassiona al tango. Lo insegna e ne fa uno strumento didattico, in particolare per i non vedenti o ipovedenti. “ Molto spesso, dice Simona, chi ha problemi al senso della vista, in particolare se
Simona Niero impegnata nel Tango
li ha dalla nascita, non ha un’immagine del proprio corpo e quindi non riesce ad assumere una posizione corretta. Può aiutare a fare questo la ginnastica posturale, ma è giudicata spesso troppo noiosa. Il ballo la insegna divertendo”. Il ballo insegna a gestire lo spazio che ci circonda con sicurezza, eleganza e soprattutto divertendo. “Il ballo, dice Simona, è un dialogo fra due corpi attraverso la musica, aiuta ad abbattere il muro fra persone che non si conoscono, e chi vive nel buio ha diffidenza dei nuovi incontri”. È per questo che il ballo, ed il tango in particolare, diventa uno strumento di socializzazione fra persone di età e lingua diverse. Danzarlo ed insegnarlo richiede professionalità. Simona Niero è una persona preparata, tranquilla, ispira simpatia e sicurezza. I suoi corsi le Milonghe al buio sono organizzati con il supporto UICI onlus di Trento, sono aperti a tutti, hanno uno scopo sociale e il ricavato è sempre stato devoluto alle persone non vedenti residenti nel territorio. Partito nel 2015 il progetto generale “Tango al buio: ballando con i sensi” ha coinvolto anche maestri internazionali come Celine Ruiz. Nei primi mesi del 2016 i primi corsi con gruppi da 5-6 coppie miste tra persone vedenti, ipo e non vedenti, e a fine anno le prime uscite. Nel febbraio del 2017 la prima uscita di “Milonghe al buio” organizzata dalla UICI di Trento con oltre cento partecipanti. Sono seguiti incontri e danze a Cavalese e Lavis con le prime
Simona Niero
esibizioni degli allievi in pubblico sul palcoscenico. Per le persone ipo o non vedenti un’esperienza meravigliosa, la conquista del controllo del corpo, dello spazio. Non ci sono note conquiste amorose, come sembrerebbe promettere il ballo argentino. A questo proposito meglio chiarire che Rodolfo Valentino faceva spesso confusione e fra i tanti amori a lui attribuiti o da egli rivendicati, molti non erano proprio di sesso diverso. Ma in questo il tango non ha nulla a che vedere, anche se dobbiamo registrare che quando, nella seconda metà dell’800, la musica folkloristica Milonga veniva suonata, a ballarla, nelle grandi sale dell’Argentina, erano coppie di uomini. Per le donne erano proibite non solo le danze ma tante altre opportunità di svago e d’arte.
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