Il personaggio di Chiara Paoli
Con gli occhi del maestro Felice Fabbro In apertura al volume “Con gli occhi del maestro. Racconti e immagini inediti dall’archivio personale di Felice Fabbro”, le parole del sindaco Maurizio Pasquazzo: “Vogliamo contribuire a riportare uno spaccato della nostra comunità, vista con gli occhi di chi – per ben 45 anni – ha insegnato e trasmesso il suo sapere e le sue esperienze a molti di noi.” (1)
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n questo momento storico in cui la scuola è al centro dei dibattiti, tra le chiusure in alcune regioni come la Campania, ma soprattutto ora che appare come un diritto e un dovere tenere aperti questi servizi, utili a bambini e ragazzi, ma anche ai genitori che devono lavorare. Ecco che i maestri e i professori divengono figure di riferimento a presidio del sistema scolastico che è giusto mantenere aperto e in presenza, per il bene di tutti, come appare evidente dopo la chiusura di marzo e le difficoltà della didattica a distanza. Proprio ora appare importante sottolineare e ricordare quelle figure di maestro che hanno accompagnato per lungo corso una comunità, come fece appunto Felice Fabbro. “Chi era Felice Fabbro. Nacque a Ivano Fracena il 30 aprile 1893. Diplomato al corso delle magistrali con il titolo di maestro. Durante la prima guerra mondiale fino al 1917 insegnò a Canal San Bovo. Raggiunse i familiari profughi a Saluzzo, dove fino al 1919 svolse l’incarico di segretario del Comitato Cittadino dei Profughi. Per un anno insegnò come maestro alle scuole di Grigno. Riprese l’insegnamento nel 1922 e proseguì per 45 anni sempre a Ivano Fracena. A 65 anni, nel 1958, fu collocato a riposo per raggiunti limiti di età. Sindaco di Ivano Fracena dal 1956 al 1967. Fece parte dell’allora Patronato scolastico, del Consorzio Industrializzazione della
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Bassa Valsugana, del Consiglio Pastorale, della Mutua Contadina, dell’Aziona Cattolica impegnandosi per la povera gente del disbrigo di pratiche per la pensione, successioni, infermeria, e altro. Morì a Ivano Fracena il 17 novembre 1979, aveva 86 anni.” (2) Don Dario Pret lo ricorda nel suo ruolo di sagrestano sempre attivo e solerte nell’aiutare, prezioso collaboratore in ogni occasione, presente con la sua figura minuta e riservata. Anche come di sindaco era mirabile nell’ impegno sempre volto al bene della comunità, lo si potrebbe definire un maestro di vita, per come ha saputo toccare nell’animo molte, se non tutte le persone che ha incontrato sul suo cammino. L’operato del maestro Felice Fabbro si trova anche all’interno della rivista Campanili Uniti, con articoli che narrano della vita del paese e dei cambiamenti, come quando nel 1969 la scuola di Castel Ivano viene chiusa e le sue classi trasferite nella sede di Strigno. Fedele si occupa anche di luoghi sacri, proponendo nel numero di novembre e dicembre del 1969, un articolo con notizie storiche riguardanti il santuario di San Vendemiano. Nell’anno successivo porta avanti le sue ricerche con nuovi articoli sull’eremo e i
suoi eremiti. Tra i suoi scritti si dedica anche alla leggenda dell’antico Borgo di Careno, dove si trovava un ospizio per viandanti, e che è oggi riconoscibile nel paese che porta il nome di Ospedaletto. Nella sua opera si dedica all’approfondimento di notizie storiche relative alle chiese, cappelle e capitelli di Castel Ivano, compresa la difficile costruzione della nuova parrocchiale nel primo dopo guerra, la cui prima pietra venne benedetta il 30 aprile 1922. I suoi articoli si soffermano poi a lungo sull’argomento dei curatori d’anime e quindi sui diversi sacerdoti