Il macellaio che ama il cinema
“L
a mia è una storia di sangue e ossa, sono un macellaio. Ho da sempre la passione per il cinema, per l’antropologia dell’immagine. Da dove viene, perché viene fatta e a cosa serve. Vivo regolarmente in un piccolo paese nel centro della campagna Toscana, a San Miniato in provincia di Pisa; abitualmente sono invitato da altri macellai, scuole, università di tutto il mondo per insegnare il mio sapere del taglio delle carni e cerco di viaggiare più che posso per nutrire le mie curiosità. Questo è la mia opera prima, omaggio l’evoluzione grafica da come è a come era, una specie di viaggio indietro nel tempo attraverso la mia collezione privata, collezionata durante i miei viaggi”. Sono queste le righe di presentazione che ha scritto Andrea Falaschi
(instagram.com/guidofalaschi) per il suo primo libro L’imbroglio di carta – The paper cheat, fresco di stampa, un’opera per chi ama il cinema e la sua narrazione attraverso le immagini potenti dei suoi manifesti. Per noi, qui in Redazione, che da sempre seguiamo Andrea nelle sue scorribande carnivore e norcine, questo è un libro emozionante perché dentro c’è lui, con la sua sensibilità. Oltre ai testi e ai vari contributi che approfondiscono il tema dei manifesti del cinema, come quelli di SAM GILBEY, TONINO DE BERNARDI, GIACOMO FORTE e NORIYUKI KAI (quest’ultimo fa un confronto tra i manifesti dei film di MICHELANGELO ANTONIONI italiani e giapponesi) e che danno al lettore spunti di riflessione e consapevolezza, c’è una lettura “visiva”: il potersi soffermare
Andrea Falaschi (photo © facebook.com/guido.falaschi.3).
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ANDREA FALASCHI L’imbroglio di carta The paper cheat Testi in lingua italiana e inglese Editore La Grafica Pisana, 2021 220 pp. – € 25,00 E-shop: www.sergiofalaschi.com/web
su ogni manifesto, sui dettagli che lo caratterizzano, elementi grafici e colori. Questa “lettura” è molto attuale. Siamo costantemente bombardati da immagini veloci, mentre sfogliando L’imbroglio di carta le immagini le possiamo elaborare con un ritmo diverso. Scrive ANDREA BORGHINI, filosofo teorico e direttore di Culinary mind (centro internazionale di studi filosofici sul cibo): “Andrea (Falaschi) è una delle persone che più mi ha guidato e ispirato in questi anni per una tematica difficilissima come quella della macelleria e il rapporto tra la vita degli animali non umani e quelli umani”. Borghini traccia bellissimi parallelismi tra l’arte visiva del manifesto cinematografico e l’arte della macelleria, la prima “un’opera d’arte intuitiva e vicaria, fatta per emozionarci”, la seconda, tutto sommato, “un’opera d’arte vicaria dell’arte culinaria”.
Eurocarni, 5/21