Comunicare il pesce di lago Serve sotto il profilo gastronomico, storico, ambientale, imprenditoriale, economico e sociale nell’ottica di promuovere la pesca e l’acquacoltura sostenibile: è questo il messaggio di un progetto che ha coinvolto diversi soggetti nella provincia piemontese del Verbanio-Cusio-Ossola di Riccardo Lagorio
Serve, nel nostro Paese, “Comunicare il pesce di lago per promuovere la pesca e l’acquacoltura sostenibili”. Questo è anche il messaggio contenuto in un progetto della provincia del Verbano-Cusio-Ossola (VCO), cofinanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca con l’obiettivo di dare impulso ai prodotti della pesca e dell’acquacoltura che migliorano lo sviluppo attuale senza intaccare le capacità di consumo future. Il progetto, che volge ormai
al termine, si è concentrato nella promozione del pesce d’acqua dolce sotto i profili gastronomico, storico, ambientale, imprenditoriale, economico e sociale. Adatto quindi a coinvolgere e stimolare un vasto spettro di soggetti. Nel corso del XX secolo i laghi del nord Italia, e tra questi il Maggiore, hanno subito l’assalto dell’inquinamento industriale e antropico. Se l’inquinamento da scarichi industriali ha causato morie nei corsi
d’acqua e nei laghi accumulando i residui produttivi con conseguenze deleterie per la flora e fauna lacustre, paradossalmente quello causato dallo sversamento di acque reflue nel lago Maggiore ha creato condizioni di particolare favore all’alimentazione dei pesci per la presenza di sostanze ricche di azoto e fosforo. Una pacchia che è durata sino agli anni ‘90, quando il turismo richiedeva acque balneabili. Da allora lo scenario ha cambiato volto.
Marco Zonca, pescatore professionista di Verbania.
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IL PESCE, 6/21