Rivista GBI 193

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Quine S.r.l. – GBI - Anno XXVIII N. 193 - Febbraio - Marzo 2022 – PT Magazine

LA DISTRIBUZIONE HORECA

BEER&FOOD ATTRAC TION Il mondo della birra si incontra a Rimini

R A P P O RTO C E N S I S / I TA LG RO B Gli italiani e il Fuori Casa

CONSORZI Fare squadra per contenere gli aumenti


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I L P UN TO

ABBIAMO GIRATO PAGINA. COME VOI Abbiamo girato la pagina, non l’abbiamo strappata. Girare pagina significa avvertire la necessità di cercare un futuro, senza perdere la propria identità. Significa avere la consapevolezza che non si può usare il presente per spiegare il passato, dimenticandosi di giocare il futuro. Significa aver maturato la convinzione che la tradizione è conservazione del fuoco, non culto delle ceneri. La recente pandemia ha portato a fare un cambio di passo nelle imprese della Distribuzione Horeca. Ci siamo dovuti reinventare e riorganizzare in un mondo che si è completamente trasformato: dallo smart working che ha ridotto notevolmente le presenze degli avventori durante la pausa pranzo, al turismo che, tra paure e restrizioni, ha subito una forte battuta d’arresto, alle difficoltà relazionali indotte dalle necessità sanitarie che hanno lasciato un’eredità di diffidenza il cui superamento richiederà tempo. Possiamo pensare che il nostro comparto torni a conseguire i valori pre- pandemici? Forse sì. Ma c’è ancora tanto da fare. Come Federazione abbiamo il dovere di lavorare sulla costruzione di una nuova forma di comunicazione che permetta di adeguare le competenze degli attori al mutato scenario di mercato, generando stimoli per il settore e per la distribuzione in generale. È questo il motivo che ci ha portato a scegliere un nuovo partner editoriale, il Gruppo LSWR, leader nella comunicazione b2b, che vanta una esperienza forte e

importante anche nel settore Horeca. Assieme al nuovo editore stiamo costruendo una immagine rinnovata di Italgrob che passa attraverso la realizzazione di un magazine, GBI La Distribuzione Horeca, dal nome familiare ma completamente ripensato nella grafica e nei contenuti, con approfondimenti che presenteranno l’evoluzione del settore, il mercato, i prodotti, le principali manifestazioni del Fuori Casa e tutto quanto ruota attorno all’Horeca. Al magazine si affianca il nuovo sito Italgrob e - novità assoluta - un portale, GBI NEWS, ricco di notizie aggiornate in tempo reale, e una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca. Il nostro settore nei prossimi anni sarà sempre più complesso e competitivo. È quindi fondamentale che la Federazione lavori sulla costruzione di una nuova ‘brand identity’ che passi attraverso strumenti di comunicazione adeguati e al passo con i tempi. Perché, come dice un famoso ‘mental coach’: “La comunicazione non è quello che diciamo, bensì quello che arriva agli altri”. E noi abbiamo il dovere di arrivare ai nostri Associati e a tutto il mondo dell’Industria in modo sempre più preciso ed efficace. Abbiamo girato pagina; adesso ne abbiamo davanti una bianca: quella su cui scrivere insieme il futuro della distribuzione Horeca. ITALGROB, semplicemente insieme.

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SOMMARIO

03.

IL PUN TO

06.

E DITO R I A L E

10.

ME RC ATO/ RAPP O RTO C E NS I S

14.

ME RC ATO/ I R I

18.

ME RC ATO/ FO R M I N D

22.

MERCATO/ TRADELAB

26.

SPECI AL E BE E R&FO O D ATTRAC T I O N / FI E RA

Abbiamo girato pagina. Come voi

Se non ora, quando?

Nel segno della ripartenza

I consumi sono ripartiti, ora occhio all’aumento dei prezzi

È tempo di bilanci

La strada della ripresa è segnata

Sguardo al futuro di un fuori casa in fermento

30.

SPECIALE BEER&FOOD ATTRACTION/ ANALISI

36.

SPECIALE BEER&FOOD ATTRACTION / AZIENDE

Birra: in ripresa ma con cautela

L’industria protagonista a Rimini

BEER&FOOD 44. SPECIALE ATTRACTION/ PACKAGING

Anche l’occhio vuole la sua parte

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46.

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SPECIALE BEER&FOOD ATTRACTION/ TREND Lavorazioni estreme, la birra cerca nuovi orizzonti

50.

FOC U S O N

54.

S C EN A RIO

58.

AU M EN T I

62.

C ON S ORZI

66.

G REEN ECONOMY/ PN RR

70.

FORM A Z I ONE

74.

I N T ERV I STA

78. 86. 92.

Prezzi del vino: cosa ci aspetta?

Essere resilienti per sconfiggere la pandemia

Bisogna fare massa critica

Di.Al. Osiamo cambiare!

Quando il verde è 4.0

Operazione cultura!

Conserve Italia. Pier Franco Casadio

I L DI ST RI BUTOR E I N V I S I B I LE

La gestione dei magazzini: ballare da soli non è bello!

PARLIAMONE INSIEME Non puoi fare una buona economia con una cattiva etica

# N EWS

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EDITORIALE SE NO N O RA , Q UA N D O?

Sono queste le domande che chie“Il Nuovo Inizio dell’Horeca” è lo dono con urgenza risposte, soluzioni slogan con il quale Italgrob firma l’unconcrete e soprattutto azione. dicesima edizione dell’International Partiamo dal primo punto di domanHoreca Meeting, evento che torniada: i compiti di una Federazione come mo a vivere, finalmente in presenza Italgrob ci sono ben chiari e sugli stesa Rimini, nel più ampio contesto di si stiamo già lavorando da diversi mesi. Beer&Food Attraction. Primo obiettivo: conseguire la doveUna frase significativa che pronunciarosa e massima “visibilità” economica, mo senza enfasi alcuna, se non con ANTONIO PORTACCIO, P R E S I D E N T E I TA L G R O B sociale e politica per tutta la categoria la profonda convinzione di trovarci dei distributori Horeca. di fronte a un nuovo e necessario percorso da intraprendere. In questa direzione va la realizzazione del primo rapporto La crisi pandemica, terminata la sua fase più acuta, ci presenta Italgrob-Censis, che verrà presentato in anteprima durante un conto salatissimo, sia in termini sociali, sia in termini ecol’International Horeca Meeting di Rimini il prossimo 28 marnomici. In due anni (2020-2021) sono andati perduti consumi zo. “Il Valore Economico e Sociale della Distribuzione fuori casa per un valore di ben 50 miliardi di euro. Oltre alle Horeca nel Post Covid-19”, un documento che possiamo gravose perdite economiche, il Covid-19 ci riconsegna un definire come la pietra miliare di questo Nuovo Inizio, nemercato dell’eating out provato, per certi versi cambiato e cessario per far emergere nel modo più autorevole possibiora messo sotto attacco da un incontrollato aumento dei le la valenza sociale ed economica delle 3.800 aziende che costi di gestione. Difficoltà indotte da una nuova, inattesa operano in Italia al servizio di circa 330.000 e drammatica crisi internazionale che inevipunti di consumo. tabilmente si rifletterà sul settore turistico Una valenza sociale ed economica che che è, con il mondo dei consumi fuori casa, Italgrob, da mesi e nel pieno della crisi da l’altra faccia della stessa medaglia. Covid, ha ribadito con forza nelle diverse Per tutti questi motivi abbiamo ora di fronte Commissioni Parlamentari nelle quali è stata un mercato da riconquistare e da ricostruire. convocata per discutere delle criticità che È questa la sfida che ci attende. Allora, ecco hanno investito il settore, chiamata a proalcuni importanti interrogativi che ci siamo posti come Italgrob. porre istanze, indicare soluzioni. • Quali i doveri di una Federazione di fronte a questo Siamo consapevoli che vi è ancora tanto da fare per ‘nuovo’ inizio? far emergere del tutto la giusta dimensione sociale, eco• Quali i compiti degli operatori che costituiscono quenomica e politica della nostra categoria, ma la strada è sta categoria? tracciata, è irreversibile e dunque continueremo a per• Quale ruolo potrà e dovrà avere la Distribuzione Horeca correrla con feroce determinazione. in questo contesto?

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La conquistata e riconosciuta visibilità consentirà poi a Italgrob di sviluppare al meglio iniziative verso Enti e Istituzioni, concertare progetti con le Associazioni di Categoria, dialogare e trovare le soluzioni più opportune con l’industria food&beverage, insomma promuovere e tutelare al meglio, in ogni possibile contesto, tutti gli operatori di questa categoria. E quando diciamo tutti, vogliamo dire tutti, senza distinguo alcuno, senza bandiere di parte. Per Italgrob, al di là delle appartenenze, tutti sono parte della stessa categoria. E qui veniamo al secondo punto di domanda: in questo Nuovo Inizio, quali i compiti degli operatori che costituiscono questa categoria? Certamente sono chiamati a mettere e rimettere in gioco tutte le loro indubbie qualità di imprenditori, aggiornarsi, crescere ancora professionalmente, sfruttare il potenziale che la tecnologia oggi mette a disposizione. Ma tutto questo potrebbe non bastare. La sfida del Nuovo Inizio necessita soprattutto di poter contare sulla forza di una categoria coesa, senza individualismi e senza pregiudizi. È un obiettivo impossibile come paventano i disfattisti? Noi pensiamo di No! Una frase di Kennediana memoria dice: “Non chiedere cosa l’America può fare per te, ma chiediti cosa tu puoi fare per l’America”. Ebbene, nella sua potente semplicità questa citazione è perfetta anche per i distributori, tutti! Italgrob è un cantiere aperto, nel quale ognuno, se vuole, può entrare per apportare anche un solo mattone, piccolo o grande che sia, ma utile a costruire qualcosa di importante, per tutti. Infine, l’ultimo punto di domanda, quello decisivo: quale ruolo potrà avere la Distribuzione Horeca nella dimensione futura nella quale s’avvia il mercato del Fuori Casa italiano? Qui la risposta è scontata quanto ambiziosa: potrà certamente avere una valenza decisiva e imprescindibile, ma questo dipende dalla capacità che avranno gli imprenditori che ne fanno parte di voler essere davvero i protagonisti, gli artefici del

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proprio futuro e, di riflesso, del mercato del quale da sempre sono il fulcro intorno a cui gira. I punti di consumo degli anni a venire, non potranno prescindere dal prezioso apporto e sostegno di un moderno e capace distributore, non tanto e non solo per la fornitura dei prodotti, non è sulla vendita di questi che potremo costruire il nostro vantaggio competitivo, non solo e soltanto per la logistica che viene garantita, ma perché profondi conoscitori dei propri mercati, capaci di relazione, capaci di credito, di consulenza tecnica, merceologica e strategica. Capaci di farsi portatori di processi di formazione per i propri clienti, capaci di comprendere e far comprendere i cambiamenti in atto, suggerire soluzioni, essere ispiratori e indicare nuove scelte. È questo il ruolo, la straordinaria valenza che la distribuzione potrà e dovrà avere nell’Horeca che verrà. Consapevoli che tale ruolo non potrà mai essere assolto da nessuna grande multinazionale, men che meno da qualche miliardaria piattaforma di e-commerce. Ma bisogna agire ora, senza indugi, insieme. Piccoli e grandi distributori, indipendenti e consorziati: la categoria è unica, gli interessi comuni, gli obiettivi anche. In questo Nuovo Inizio Italgrob farà la sua parte, ribadendo e rinverdendo la storica missione che ha accompagnato i suoi trent’anni di storia, 1992-2022. Trent’anni che non sono passati invano, nei quali la categoria dei distributori si è evoluta ed è cresciuta professionalmente. Trent’anni nei quali Italgrob ha avuto un ruolo prezioso e decisivo. Ora di fronte a noi ci aspetta una nuova sfida, la più difficile, la più complessa. Cogliamola con la certezza e l’ambizione che la distribuzione abbia un ruolo cruciale da assolvere nell’Horeca del futuro. Avanti, dunque, con fiducia: se non ora, quando?


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M E RC ATO/ R A P P O RTO C E N S I S

NEL SEGNO DELLA R I PA R T E N Z A IL RU O LO D E L D I ST R I BU TO R E COM E M OTO R E T RA I N A N T E DE L S ET TO R E H O R EC A . PA RT E DA Q U ESTA T E S I I L RA PPO RTO CE N S IS/ I TA LG RO B C H E V E RRÀ P RES EN TATO N E L M E E T I N G DI RIM IN I DEL 2 8 M A R ZO D I M A R I A E L E N A D I PAC E

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accontare come la pandemia ha modificato il rapporto degli italiani con il Fuori Casa, abitudine costitutiva e molto apprezzata dello stile di vita del nostro popolo. È il focus individuato da Censis nella ricerca commissionata da Italgrob - Il valore economico e sociale della distribuzione Horeca nel post Covid-19 - in occasione dell’International Horeca Meeting di Rimini, che accende una luce su un protagonista silenzioso ma strategico della filiera Horeca: il settore della Distribuzione. Decisivo perché connettore tra le industrie produttrici e la miriade di punti di consumo presenti nei territori che rifornisce quotidianamente, rendendo di fatto possibile vivere quella convivialità ‘fuori casa’ attorno a cibi e bevande, che tanto piace agli italiani. “Oggi che il mondo dell’Horeca è chiamato a rilanciarsi, dopo il duro prezzo


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pagato durante il Covid-19, far emergere il valore sociale generato dai distributori rendendolo visibile e facendolo comprendere a tutti, è decisivo”. Introduce così Francesco Maietta, responsabile dell’area Politiche sociali del Censis, i risultati del Rapporto Censis/Italgrob di cui ci parla in anteprima in questa intervista. PUÒ SPIEGARE MEGLIO IL CONCETTO DI VALORE SOCIALE?

Il valore sociale è un concetto che si lega direttamente alla percezione soggettiva di un fenomeno e, in questo caso, a quella che i cittadini hanno della distribuzione Horeca e del suo operato. Il Rapporto individua le componenti fondamentali del valore sociale creato direttamente o indirettamente dalla Distribuzione Horeca, mostrando che esse rinviano alla qualità della vita individuale e collettiva, allo sviluppo locale, e ad altri aspetti della vita che il fuori casa migliora, anche grazie al contributo dei distributori. La novità vera del Rapporto consiste nello svelare una verità elementare ma misconosciuta: non esisterebbe una dimensione costitutiva dello stile di vita italiano, quella indotta dal fuori casa, se non ci fosse il settore della DH. UN VA LORE S O CIALE C H E S I T RA D UC E IN VA LORE EC O N OMICO PER L’I NT ERA FILIE RA, CON B ENE F I CI SU T UT TO I L T ERRITO RIO. C O RRET TO?

Si, è esattamente così, perché il valore economico generato dal settore si muove di pari passo con il valore sociale. Infatti, la crescente rilevanza sociale del fuori casa si lega al protagonismo economico della filiera, certificato da crescita costante che l’ha resa uno dei motori della ripartenza post 2008; per cui decisivo è stato il ruolo della distribuzione Horeca,

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settore anch’esso che ha registrato picchi positivi di imprese, occupazione e fatturati. Oggi che il mondo dell’Horeca è alle prese con una ripartenza dopo il tracollo subito nel 2020, il valore economico del settore della distribuzione si lega alla sua capacità di resilienza di fronte alla crisi e al suo ruolo di supporto agli esercizi pubblici, a cui ha garantito i rifornimenti e anche ritmi sostenibili nei pagamenti. DAL L’ANAL IS I E M E RGE C OM E I N Q U E STO P E R IOD O D I E M E RGE NZA SAN I TA RI A , I L FUOR I C ASA RAP P R E S E NTI UN LU O G O D I C UI I C ITTAD INI AV V E RTONO L A M A N CA N ZA, D OV E R IC E RC ANO L A NO RM A LI T À …

Sì, il Rapporto mostra come in fondo per gli italiani tornare nei luoghi del fuori casa faccia riassaporare la quotidianità a cui erano abituati fino a due anni fa, prima della convivenza prolungata con divieti e limitazioni alla mobilità. D’altronde, non solo la maggioranza degli italiani, specialmente nei momenti più duri della pandemia, ha avuto grande nostalgia di pranzi, cene, aperitivi, festeggiamenti fuori casa, che riempivano la quotidianità pre-pandemica ma quando le condizioni epidemiologiche lo hanno consentito, sono tornati a popolare i luoghi fisici del fuori casa. E N O N S O LO : I L F U O RI CA SA RI CH I A M A U N V I V E RE CO LLE T T I VO CH E M I G LI O RA I L BE N E S S E RE D E LL A G E N T E . M A GL I ITAL IANI S P E ND E RAN N O A N CO RA C OM E IN PAS SATO P E R IL FUO RI CA SA?

Di certo, possiamo dire che gli italiani vogliono riprendere in mano la propria vita quando la pandemia sarà archiviata. Infatti, nel Rapporto emerge una intenzionalità

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esplicita a voler tornare in bar, ristoranti, pub e wine bar, ecc. con uguale o maggiore frequenza di prima. Se le intenzionalità di consumo degli italiani nel breve periodo dovranno presumibilmente ancora misurarsi con le nuove impennate del virus, in uno scenario di medio-lungo periodo, di convivenza pacifica con il Covid-19 o di definitivo superamento della pandemia, possiamo dire che il fuori casa rimarrà un protagonista della vita economica e sociale. IL DIGITALE CHE IMPATTO HA SUL RAPPORTO DEGLI ITALIANI CON IL FUORI CASA?

Dal lavoro, alla didattica, al tempo libero… il digitale ha consentito di dare continuità alle vite nonostante il confinamento in casa. L’ingresso nella digital life ha significato per tanti italiani la scoperta definitiva delle piattaforme web per ordinare pranzi, cene, aperitivi, ecc. Al contempo, dal Rapporto emerge chiaramente che il digital non significa addio al Fuori Casa: diciamo che le persone si ritroveranno con più ampie opportunità di scelta. Q UA LC U N O D I C E C H E S A R À S E M P R E P I Ù I M P O RTA N T E A S C O LTA R E I B I S O G N I D E L CONSUMATORE PER CONTINUARE A GENERARE BUSINESS. MA QUALI SONO QUESTI BISOGNI, COSA È EMERSO DALLA RICERCA?

Più che importante, sarà fondamentale per i protagonisti del fuori casa modulare la propria offerta a partire dall’ascolto dei consumatori e dei loro bisogni. Infatti, come emerge dal Rapporto Italgrob-Censis, il Covid-19 lascia in eredità una sovranità del consumatore potenziata, anche grazie al digitale che mette a disposizione flussi continui e facilmente accessibili di dati e informazioni per comparare, valutare e scegliere prodotti, servizi, luoghi di consumo. Per quanto riguarda i nuovi bisogni dei consumatori, è presumibile che si consolideranno e rinforzeranno alcuni trend già presenti nel pre-pandemia, come ad esempio la componente esperienziale. In questo caso luoghi in grado di stimolare emozionalità e sensazioni positive. E poi ci sono altre dimensioni come la sostenibilità.

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MA COME SARÀ LO STILE DI VITA DEGLI ITALIANI E CHE RUOLO AVRÀ IL FUORI CASA?

Possiamo dire che l’esperienza pandemica orienterà gli stili di vita verso la ricerca di una più alta qualità della vita, per cui si valuteranno i propri comportamenti, abitudini e anche scelte di consumo in base a ciò che fa stare bene e cosa no. QUANTO È E S S E NZIAL E IN QU E STO S C E NAR IO IL RUOLO D E I D IST RI BU TO RI ?

Resta decisivo, fondamentale. In primo luogo, perché svolgendo un ruolo di giuntura vitale della filiera ‘out of home’, accompagnerà la ripartenza degli esercizi pubblici nei territori, che abbiamo visto essere volano per le economie locali: quel turismo di prossimità che genera un più alto coinvolgimento dei residenti nella comunità, con benefici per la qualità della vita. Inoltre, la Distribuzione Horeca, operando a fianco degli altri protagonisti della filiera, sarà decisiva anche nel costruire un’offerta originale, personalizzata, modulata sui bisogni dei consumatori emergenti. R ITIE NE , IN BAS E AI DATI RAC CO LT I , CH E S I A DAV V E RO UNA OC C AS IONE P E R L’ I TA LI A D I C R E S C ITA E R IC ONOS C IM E NTO D E L RU O LO STRATEGIC O ANC H E D E L C OM PA RTO TUR ISTIC O E D E NOGASTRONO M I CO?

Sì, lo è senz’altro. In particolare, sono maturi i tempi per promuovere una volta e per sempre un’idea ampia di turismo, di cui una componente significativa richiama proprio il nostro patrimonio enogastronomico: emblema della nostra cultura e dello stile di vita italiano nel mondo. Pertanto, appare importante delineare un’azione di filiera, ovvero condivisa da tutti i soggetti che operano a vario titolo nel settore, compreso il mondo dell’Horeca e i suoi protagonisti, che sono sia beneficiari dell’indotto generato dai flussi turistici sia promotori attivi di turismo.


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M E RC ATO/ I R I

I C O N S U M I S O N O R I PA R T I T I , O R A O C C H I O A L L’AU M E N TO DEI PREZZI P ER L A FI LI E RA D E L L’ H O R ECA I L 2 02 2 SARÀ L’ANNO DE L L A RIPRESA. MA I P RO D U T TO R I PRO M E T TONO UN AUME NTO DE I L I STI NI FI NO A L 20%. COS Ì LE S P EC U L A ZI O N I POTR E BBE RO RAL L E NTAR E L A CR E SCITA. CH E FA RE, D U N Q U E ? Q UA L I TÀ DE L PRODOTTO E DE L SE RVI ZI O SARA NN O L A C HI AV E PE R V I N C E R E L A SFI DA DI VITTORIO FERLA

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l rimbalzo dell’economia e del rapporto Pil/consumi del 2021 crea ottimismo nella filiera dell’Horeca. Ma nel 2022 peserà ancora l’incognita della variante Omicron: freno a mano tirato per le incertezze della pandemia, soprattutto nei primi mesi. In più, l’aumento dei listini nel 2022 - già promesso dai fornitori e provocato da una serie di motivi concreti (aumento dei costi delle materie prime, trasporti, ecc.) - potrebbe scaricare sul consumatore il peso dell’inflazione e rallentare la crescita. Questi i principali risultati dell’indagine IRI presentata da Italgrob in un Webinar dal titolo “L’horeca accelera verso performance pre-pandemiche”. Mario Carbone, account director IRI, ricorda l’impatto della mobilità dei consumatori sul ‘fuori casa’: “La pandemia ha modificato i comportamenti degli italiani: con i lockdown del 2020 la mobilità è crollata del 70-80%. Molto meglio il 2021, ma resta un 20-30% in meno rispetto alla stagione pre-pandemica”. Nel corso dell’ultimo biennio la distribuzione moderna ha registrato un trend positivo (+12% complessivo). Che cosa è successo invece nell’Horeca? “Ci siamo confrontati con due diversi trend - spiega Mario Trussoni, manager di Trussoni Beverage, azienda di distribuzione che opera in provincia di Sondrio - La ripartenza di maggio e giugno scorsi ha consentito all’Horeca delle zone dei laghi e della montagna un’ottima ripresa. Milano invece ha fatto fatica per la mancanza di studenti, smart worker e turisti da Usa e Cina”.

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socialità e dalla frequentazione dei pubblici esercizi. Dice Trussoni: “per i laghi e la montagna lombardi il turismo di prossimità è stato decisivo, adesso aspettiamo che ritorni il turismo internazionale che frequenta le zone più esclusive come quelle del lago di Como”. Come spiega la ricerca IRI, al +5,3% sui volumi rispetto al 2019 corrisponde un +7,2% del valore: il che significa che l’offerta si sta qualificando. Basti pensare al mondo della birra: se nel periodo dei lockdown c’era stato un fenomeno di standardizzazione e la spina aveva sofferto, nel 2021 è cresciuta alla grande la fascia premium. E, con questa, tutto il mondo degli aperitivi e della miscelazione. Per gli spirits e le bollicine la ripartenza è stata impetuosa. Eccellenti le performance del gin, sempre più di moda, sia negli aperitivi in casa che in quelli fuori casa. Da registrare anche l’exploit degli spumanti che sono cresciuti del 20% del valore perfino sul 2019 (anno pre-pandemico). L A S C UR E D EGL I AUM E NTI

Forti di queste novità molto positive, i distributori devono affrontare la sfida dell’aumento dei prezzi. “Negli ultimi due anni il prezzo di cessione è cresciuto del 20%. Non solo per aumenti di listino, ma anche per una riduzione delle promozioni e del sell out. Il distributore ha dovuto aumentare i prezzi per recuperare marginalità”, evidenzia Carbone. L’aumento dei costi logistici provocati dalle rotture di stock da parte dei fornitori e dalla necessità di aumentare le consegne ha fatto il resto. L’aumento dei prezzi - relativo a tutte le

UN ’OFFERTA P I Ù QUALI F I CATA

Secondo la ricerca IRI, il canale distributori bevande ha beneficiato di un’estate 2021 superiore a quella del 2019 che ha favorito un recupero (+5,3%). Dopo il periodo del lockdown la necessità di ricostruzione degli stock di magazzino ha stimolato gli acquisti: in 4 mesi il gap è stato in parte recuperato. Dopo 6-7 mesi di ‘zona rossa’ nella quale i magazzini sono rimasti scarichi, i mesi che vanno da giugno fino a ottobre sono stati nel segno della ripresa, favorita dalla voglia di

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categorie merceologiche: acqua minerale, cole, aranciate, the pronto, birre - è stata evidente nei mesi di agosto e settembre, ma è rallentata a novembre, fatta eccezione per vini e spirits, categorie sulle quali si assiste al successo dell’offerta di prodotti premium pure nel canale retail. La sfida del 2022 riguarda dunque l’aumento dei listini. La distribuzione moderna ha maggiori capacità di governare la leva dei prezzi grazie alle dimensioni, alle attività promozionali e al rapporto diretto con i consumatori. Molto più complicato sarà il compito dei distributori che agiscono in un mercato più frammentato e devono trattare con i pubblici esercizi. Dice Carbone: “È vero, c’è una qualificazione dell’offerta: si è disposti a pagare un prezzo superiore. Ma solo fino a un certo punto: bisogna fare attenzione a non scaricare sul consumatore gli aumenti delle filiere”. Quali consigli, dunque, per gli operatori? “Gestore e distributore devono essere bravi a far passare l’idea che c’è una maggiore qualità del prodotto e una migliore qualità del servizio. Bisogna far percepire un valore al consumatore”, suggerisce il direttore di IRI. E aggiunge: “In un bar diurno che propone il caffè o il succo di frutta, la percezione di aumento è più chiara e si sente subito. Il locale di tendenza che aumenta il

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costo del cocktail può trovare maggiore disponibilità solo se il consumatore apprezza il servizio e sta bene nel locale”. L’approccio degli operatori, insomma, deve progredire. “Il distributore di bevande si è evoluto: ha capito che non basta vendere gazzose ma serve vendere più spirits, vino e birra artigianale”, spiega Carbone. “Stessa cosa per il gestore del locale che si differenzia se vende bollicine di un certo tipo, vini di tendenza e gin di qualità. È un circolo virtuoso che coinvolge i consumatori che vogliono un cocktail fatto per bene”. In conclusione, le aspettative di ripresa restano positive: “da diverso tempo l’Horeca cresce ogni anno di un punto (eccetto il 2020, ovviamente)”, ricorda Carbone. La spina nel fianco resta l’aumento dei listini: sarebbe grave rallentare la crescita per speculazioni sui prezzi. “Serve responsabilità”, avverte Trussoni. E sugli speculatori promette di vigilare Dino Di Marino, direttore di Italgrob: “agli amici della produzione chiedo attenzione: gli aumenti a doppia cifra rischiano di inibire la ripresa”.

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G E STOR E E DI STR I BUTORE DE VONO E SSE R E BRAV I A FAR PASSAR E L’I DE A CHE C ’È UNA MAG G I OR E QUALITÀ DEL PRODOTTO E UNA MIGLIORE QUAL I TÀ DE L SE RVI Z IO



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M E RC ATO/ FO R M I N D

È TEMPO DI BILANCI UN’A N A LI S I D E T TAG L I ATA DE LL’A N DAM E N TO D E L L E CAT EG O RIE B E VE RAG E , D E I CA N A LI E D EG L I ST I L I D I CON S U M O. I L Q UA D RO D I FO RM IN D MOST RA U N 2 02 2 P IEN O DI S F I D E E D I VO G L I A DI REC U P ERA R E Q UA N TO PE RSO NEG LI U LTI M I A N N I D I A N T O N I O FA R A L L A

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l 2021 è stato un anno caratterizzato da tante sfide, iniziato con un Italia che non era rappresentata più dal tricolore ma solo dal colore rosso: restrizioni, coprifuoco e lockdown sparsi per il Paese ci hanno accompagnato per i primi mesi dell’anno, diventando quasi ordinaria amministrazione. Da aprile e maggio scorsi la musica è iniziata a cambiare, facendo intravedere nell’aria un primo accenno di ripartenza: meno restrizioni, coprifuoco meno rigido, e il colore rosso è iniziato a scomparire per la grande maggioranza delle regioni. Il boom vero e proprio lo abbiamo avuto con l’estate, il “tana liberi tutti” descritto già l’anno scorso si è ripresentato nuovamente con una forza preponderante. Fenomeno che si è tramutato in un agosto dai consumi record, superando le aspettative di molti che prevedevano la fetta di turisti stranieri completamente


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assenti, immaginando una stagione estiva sotto la media. Se è vero che la percentuale di turisti stranieri è stata molto più bassa rispetto agli anni pre-covid, la percentuale di italiani che è rimasta nella propria nazione ha controbilanciato l’assenza degli stranieri, contribuendo così a superare qualsiasi aspettativa sui consumi fuori casa. L’euforia generata da questo periodo di libertà ha fatto da traino ai consumi fino a metà ottobre per poi scemare agli inizi di novembre. L’ultima parte del 2021 si è conclusa con delle restrizioni per il periodo natalizio e con l’andamento dei contagi in salita rispetto ai mesi precedenti, anche se è stato un fine anno con maggiori libertà rispetto al 2020. AN DAM E NTO PE R C ATEG O RI E

Entriamo nel dettaglio delle singole categorie e delle loro performance in questo 2021, con un mercato che ricordiamo aver chiuso con circa un + 25% a valore sull’anno precedente. In questo scenario, le categorie che hanno performato meglio del mercato sono state acqua +29% (il formato vetro leggermente sopra al formato pet), spirits +28,5%, energy +28% e vino +27%; in linea con il mercato abbiamo la categoria birra con circa +25%, succhi +24% e bibite +23%. Una considerazione deve essere fatta per la birra, in particolare per quella confezionata che da sola chiude ad un +28,5%, ma a causa dei fusti che chiudono con un +17% la performance complessiva si riduce. La birra in fusti e le bibite dispensing sono le categorie che hanno sofferto maggiormente in questo 2021, in particolare il dispensing che non riesce a recuperare i litri persi dall’inizio dell’anno anche dopo le ottime performance dei mesi invernali, periodo di ponderata della categoria, e che chiude quindi con un +14%.

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AN DAM E NTO PE R C ANALI

L’andamento dei canali nel 2021 mostra una continua crescita del bar diurno circa +27%, ma il ‘premio’ per il best performer va alla pizzeria che raggiunge quasi il picco di circa +28%. A seguire la ristorazione, che sconta ancora una larga fetta di consumatori assenti per la pausa pranzo a causa dello smart working. Come fanalino di coda abbiamo tutto il mondo del notturno, penalizzato dalle continue chiusure, soprattutto le discoteche, e in più da una prima parte dell’anno in cui il coprifuoco non dava la possibilità di frequentare il canale serale. AN DAM E NTO PE R S TI LI D I CO N SU M O

Il continuo evolversi della pandemia mondiale e le continue regole sorte durante l’anno per motivi di necessità (lockdown, coprifuoco, etc.) hanno mutato profondamente il consumatore. Il principale attore della filiera ha cambiato drasticamente il suo stile al consumo, basti pensare alla platea di persone che hanno riscoperto il momento della colazione al bar, dato che in alcuni periodi dell’anno era l’unico momento di consumo aperto; aspetti come la sicurezza e la qualità dei prodotti, riconosciuta soprattutto in quelli di marca, hanno influenzato sempre di più le scelte del consumatore in questo biennio 2020/2021.

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Questo aspetto non è stato tralasciato da Formind che attraverso lo strumento della “Piramide dei consumi” ha tenuto sotto osservazione gli atteggiamenti del l’avventore nei diversi momenti di consumo, creando il nuovo identikit del consumatore 2021. Dalle indagini svolte per la seconda sessione del M.O.M. (Mind Observatory Market) per l’anno 2021, si è evidenziato che la propensione generale al consumo è aumentata rispetto alla propensione antecovid; le continue chiusure e i continui limiti che il legislatore ha imposto hanno implementato la voglia di edonismo del consumatore che è sempre alla continua ricerca di momenti di aggregazione e convivialità. Cresce la propensione nel Bar, spinto dai momenti di consumo di colazione e aperitivo serale e, in particolare, dell’aperitivo diurno che rispetto all’ante-covid, con una propensione di 66 punti, raggiunge una propensione di 71 punti. Si mantiene costante la propensione nella ristorazione: l’esplosione della cena è controbilanciata dalla bassa propensione per il pranzo dovuta principalmente all’assenza dei business lunch. Nota dolente per le discoteche, se pur in leggero miglioramento rispetto all’anno 2020, l’aria di incertezza che il mondo notturno ha attraversato e continua ad attraversare non dà la possibilità al consumatore di frequentarlo con continuità. TI RIAM O LE SO M M E

Questo 2021 ci ha mostrato la forza che il canale Ho.re. ca. ha acquisito e acquisisce sempre di più negli anni;

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un canale rappresentato da un consumatore più presente, che non appena ha avuto la possibilità si è lasciato andare ai suoi momenti edonistici, da un esercente meno standardizzato con capacità d’innovarsi e di mettere in gioco nuove proposte di business mostrandosi più poliedrico. Centrale il ruolo dei fornitori e distributori sempre più connessi tra loro per cercare di superare insieme tutti i problemi logistici e produttivi che ci hanno accompagnato durante l’anno. Tutto questo è stato il 2021 che possiamo riassumere così: pieno di sfide e di tante difficoltà da superare, ma anche ricco di collaborazione e voglia di recuperare tutto quello che abbiamo perso in questi ultimi anni.

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I L 2 02 1 SI È C ONCLUSO CON UN TR E ND PE R I L MERCATO H O. R E .CA DI C I RCA UN +2 5% DATO A VALORE VS I L 2 02 0. L A SUA CONT RO CI FRA C ONFRONTATA CON I L 2 0 19 R E NDE I L DATO PIÙ RAPPR E SE NTATI VO DELL A R E ALTÀ DE L CANAL E, CIRCA UN -24% DATO A VA LORE


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M E RC ATO/ T RA D E L A B

L A STRADA DELLA RIPRESA È S EG N ATA

CH I U S O L’ U LT I M O Q UA RT E R DE L 2 021 , SI T I RA N O L E S O MME . P ROS EGU E L A R I PR E SA D E L MERC ATO AWAY F RO M H O ME CH E NEG LI U LT I M I T R E M E S I D E L L’ANNO HA FATTO R EG I ST RA R E U N INCREMENTO RISPETTO AL Q4 2020 A CURA DI ANGELA BORGHI

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l 2021, secondo anno di pandemia e di transizione per il mercato, ha visto una progressiva normalizzazione dei consumi fuori casa. Soltanto nella coda finale dell’anno (ultimi 10 giorni di dicembre) la nuova impennata dei contagi ha prodotto una riduzione dei consumi dovuta, questa volta, non alla chiusura degli esercizi (eccezion fatta per le discoteche), quanto alla catena delle quarantene che hanno costretto in casa milioni di Italiani. Nel Q4 il mercato AFH ha generato 18 miliardi di euro di fatturato (inclusi i turisti stranieri) e si conferma la previsione di crescita di TradeLab per l’anno 2021: +20% rispetto al 2020. ANCORA SOTTO IL BENCHMARK RISPETTO AL 2019 Secondo le stime TradeLab, nel 2021 il valore raggiunto


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dal mercato Away From Home si è attestato a 65 miliardi di euro e conferma le previsioni fatte durante l’anno sulla base dei dati del monitoraggio continuativo AFH Consumer Tracking (Figura 1). Anche nel secondo anno di pandemia (si spera l’ultimo) il Fuori Casa ha mostrato resistenza e resilienza. A fronte di una ritrovata fiducia nei consumi, tutta la filiera è ripartita con una nuova forza. Va, inoltre, detto che tale crescita è stata possibile anche grazie a importanti determinanti esogene al comparto: l’arrivo dei vaccini, una diversa e migliore condizione pandemica (con l’Italia a colori) rispetto al 2020 (lockdown generalizzati) e una ripresa del tessuto economico. AFH SETTORE “COVID SENSITIVE” E DOMANDA “LIQUIDA” Analizzando l’andamento del 2021, si osserva come il settore Away From Home sia fortemente Covid sensitive e come la domanda di consumi fuori casa sia liquida. La pandemia e i vari lockdown hanno determinato forzatamente degli stop and go al consumo fuori casa, ma l’avventore ha sempre dimostrato la voglia di tornare! Se infatti il primo quarter del 2021 è stato fortemente penalizzato dalle restrizioni, il consumatore, non appena è stato possibile, ha sempre cercato di frequentare il fuori casa adattando e modificando i propri comportamenti di consumo - in termini di orari/occasioni e canali/segmenti - ai tempi e nei modi a lui concessi. La parte centrale dell’anno, da maggio in poi, ha visto una progressiva crescita del mercato e una straordinaria

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estate (con il dato a valore del Q3 che cresce del +94% rispetto al quarter precedente e risulta allineato a quello del 2019) favorita dalle graduali riaperture e dal clima di crescente fiducia. L’ultimo trimestre è stato molto buono e solo negli ultimi 10 giorni di dicembre, a causa del diffondersi della variante Omicron e della catena delle quarantene, il mercato ha visto un immediato contraccolpo del -8% rispetto al dicembre del 2019. BENE TUTTE LE OCCASIONI DI CONSUMO, BENISSIMO LE OCCASIONI SERALI Il Q4 2021 ha battuto il suo omologo del 2020 di oltre 600 milioni di visite (esclusi i turisti stranieri), pari a un +50%. In rialzo anche lo scontrino medio della spesa fuori casa. Tutte le occasioni hanno beneficiato di questa quasi normalità, facendo registrare trend positivi da un minimo di +14% per l’aperitivo pre-pranzo a +210% per l’occasione del dopocena e notte, rispetto al Q4 2020. Si conferma, anche per questo trimestre, una ripresa più sostenuta per le occasioni serali: aperitivo e dopocena hanno registrato insieme circa +100 mio di visite (Figura 2). PARTENZA FATICOSA PER IL 2022 MA IN NETTA RIPRESA A FEBBRAIO

Le ombre gettate dalla pandemia nel mese di dicembre sul mercato fuori casa, hanno avuto effetto anche sulla partenza di questo nuovo anno, che a gennaio ha sofferto, oltre che per una minore frequentazione dei locali a causa delle quarantene, per la mancata completa

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ripresa del turismo invernale e per le difficoltà legate al mondo degli eventi live - il rimando delle fiere, la chiusura delle discoteche.... - e del lavoro in presenza, che hanno visto entrambi una nuova battuta di arresto. Il 2021 ha evidenziato un fenomeno Smart Working abbastanza stabile che si è attestato nella seconda metà dell’anno a una quota di poco inferiore al 20% con ancora molta incertezza sulla presenza del fenomeno nel 2022: a dicembre 2 lavoratori su 10 non erano ancora a conoscenza delle nuove disposizioni per il futuro. I TREND POSITIVI FANNO PREVEDERE UN VELOCE RITORNO AI LIVELLI DI CONSUMO PRE-PANDEMIA Ciononostante, alla luce delle buone performance mostrate dal mercato negli scorsi mesi e del miglioramento della situazione pandemica, nel 2022 la torta dei consumi fuori casa potrebbe tornare a essere già vicina quella del 2019 (o quasi): TradeLab stima che il mercato AFH nel 2022 possa recuperare il 96% del valore (rispetto al 2019) attestandosi a un valore pari a quasi 82 miliardi. I driver che hanno determinato la crescita del fuori casa negli ultimi decenni, legati sia alle trasformazioni sociodemografiche sia ai cambiamenti degli stili di vita, rimangono confermati e dal 2023 al 2025 si prevede una costante crescita, in linea con i trend pre-pandemia, che porterà già nel 2023 a superare i livelli di spesa fuori casa del 2019. Nel 2024 il mercato crescerà ulteriormente fino a superare, stimiamo, nel 2025 quota 92 miliardi di valore (Figura 3).

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I L M E RC ATO F U ORI C A SA HA C HI U SO L’A N N O I N U N A DIMENSIONE DI Q UA S I N O R M A LI TÀ E A C O N S U N T I VO S U P E RA Q U OTA 6 5 M I L I A R D I D I EU RO


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BULLDOG è un moderno gin di qualità premium che reinterpreta il classico London Dry Gin mescolando in modo distintivo 12 botaniche che creano un finale liscio ed equilibrato. Creato nel 2007, BULLDOG Gin è entrato a far parte di Campari Group nel 2017 ed è ora disponibile in oltre 70 paesi. BULLDOG abbina il suo sapore contemporaneo a una immagine impreziosita da una bottiglia unica che si presenta con tonalità che vanno dal nero al viola. Audace all’esterno, ma perfettamente liscio all’interno, BULLDOG offre un gusto raffinato ad ogni servizio, senza mai perdere carisma, sicurezza e raffinatezza. Da degustare freddo o in abbinamento a una buona acqua tonica che ne sappia esaltare le botaniche. È il suggerimento di Campari Academy che, con i suoi corsi riservati alla formazione dei distributori, punta l’attenzione sull’importanza del Perfect Serve. Perché il primo passo della vendita passa attraverso la formazione del cliente bar o cocktail bar. Un segreto per esprimere al meglio le caratteristiche di BULLDOG Gin? Suggerite ai vostri clienti di servirlo assieme alla tonica in una coppa per permettere agli aromi di esprimersi intensamente o in un highball per mantenere la carbonatura dell’acqua tonica più a lungo.

E S TROVE RSO AU DAC E E M AG N E TICO


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S P EC I A L E B E E R& FO O D AT T RAC T I O N / F I E RA

SGUARDO AL FUTURO DI UN FUORI CASA IN FERMENTO A FI ERA DI R I M I N I DA L 2 7 A L 3 0 MAR ZO 2 02 2 VA I N SC E NA L A 7ª EDI Z I O N E : U N A PPU N TAME NTO I MPORTANTE PE R SCOP RIRE LE N OV ITÀ E C O N D I VI D E R E I CAMBI AME NTI DE L SE TTOR E . COM E C I RAC C O N TA I L B RAND MANAG E R MARC O C ECC H I NI DI ANNA MUZIO

U

n settore in ripresa che guarda al futuro cercando di cogliere le esigenze del consumatore di domani, in uno scenario in grande mutamento. È quello del fuori casa, del beverage (e del food) e, soprattutto, della birra, che si ritroverà alla Fiera di Rimini dal 27 al 30 marzo per la 7ª edizione di Beer&Food Attraction e per

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il 4° BBTech Expo. Quattro giorni in presenza dedicati al business, al networking, agli eventi, potenziati grazie a una Digital Agenda dedicata al matching tra espositori e buyer che si avvale di un’intelligenza artificiale. Abbiamo chiesto a Marco Cecchini, Brand Exhibition Manager di Beer&Food Attraction di Italian Exhibition Group, qualche anticipazione.


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C ’È G RA ND E ATTESA PER U N A P PUNTA MENTO CHE TOR NA I N PR E S E NZA DOPO L’ED IZ IONE DI GI TALE DEL 2 02 0. C OSA T ROV ERANNO GLI OPERATO R I?

Il luogo migliore per fare business, confrontarsi e scoprire tutte le novità che il mercato offre in questo momento. Dai nuovi prodotti ai format e ai trend che disegneranno il futuro del fuori casa. Q UEST ’AN N O CI SARANNO TA N T I “B IG ” CHE DA T E MPO MA NCAVANO DA R I MINI. C ’È L’ESI GENZA DI TO R N A RE A COMU NI CAR E I N MO D O D IRETTO CON GLI O P E RATO RI?

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accordo con le aziende e le associazioni nostre partner, a spostare Beer&Food Attraction in un periodo che permetta il pieno svolgimento della manifestazione. E tutto il nostro staff è al lavoro per confermare il programma previsto. DA QUALI CONSIDERAZIONI È NATA L A S C E LTA D I R IS E RVAR E L’ I N G RE S S O E S C LUS IVAM E N T E AG LI OP E RATOR I?

Già da qualche anno il target della manifestazione è professionale, questo ha permesso di avere un pubblico sempre più qualificato. Chi viene oggi a visitare Beer&Food Attraction, BBTech Expo e International Horeca Meeting lo fa inÈ un’edizione importante, c’è molta nanzitutto per fare business. Abbiamo attesa. Durante la pandemia abbiaMARCO CECCHINI, BRAND EXHIBITION M A N A G E R D I B E E R & F O O D AT T R A C T I O N mo imparato che la filiera non può dato ufficialità a un orientamento fare a meno delle manifestazioni in già presente, venendo incontro alle presenza per prepararsi nel modo migliore ad affrontare esigenze di espositori e operatori. la nuova stagione. QUAL È IL RUOLO D I ITALGRO B?

A BEER& FOOD ATTRAC TI ON CR ESCE L A P RESEN ZA D EL FOOD.

È una scelta che risale a tre anni fa: per noi si è trattato di una crescita naturale, ben accolta dai nostri espositori. La birra di qualità è il nostro core business, ma abbiamo sempre guardato all’intera filiera dell’Eating Out. Ed è proprio la peculiarità di avere in presenza grandi brand di birre e bevande che porta gli operatori del settore a chiederci una proposta di food legata alla ristorazione veloce. Non è un caso che ad esporre siano sempre di più aziende focalizzate sull’Eating Out Experience. Ecco che gli hamburger, le pizze e basi pizza, le salse e le patatine, i waffle dolci e salati saranno solo alcune delle proposte che gli operatori troveranno in fiera a marzo.

La partnership con Italgrob è importante, e siamo lieti di averla prolungata per altri tre anni. La collaborazione ha arricchito la manifestazione, allargandone ulteriormente

L E NUOV E DATE PORTERANNO DEI C A MB IAMEN TI DI AGENDA?

L’aumento dei contagi a gennaio ci ha indotto, in totale

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l’influenza al mondo della distribuzione e favorendo la completezza dell’offerta fieristica che oggi copre l’intera filiera dell’HoReCa. Q UA L I EVEN T I CONSI GLI ATE AI D I ST RIB UTORI?

Oltre al convegno annuale di Italgrob – l’International Horeca Meeting – , i dibattiti si focalizzeranno sulla sostenibilità ed eticità come nuovi valori dell’HoReCa post Covid, su fuori casa e digitale e sulla necessità di una nuova partnership fra produzione e distribuzione.

NE L FOOD&B E V E RAGE GL I AU M E N T I AP PAIONO INE V ITAB IL I: QUA L È I L RU O LO D I UNA FIE RA C OM E L A VOST RA?

Purtroppo è vero, come dimostrano i dati che ci vengono forniti dalle società di ricerca con cui collaboriamo come TradeLab e IRI, gli aumenti dei prezzi appaiono inevitabili, soprattutto per fattori esterni agli esercenti come gli aumenti delle materie prime. Una Fiera come la nostra dà la possibilità a chi lavora nel settore di avere un quadro il più completo possibile della situazione in cui opera, di confrontarsi e aggiornarsi sulle possibilità e le innovazioni del mercato che difficilmente potrebbe reperire altrimenti. Le fiere, oggi più che mai, sono un luogo per fare squadra.

LA BIRRA DEL DOMANI NEGLI EVENTI IN FIERA L’agenda è ricca e affronterà tutti i temi “caldi” del momento: sostenibilità, bio economia e riutilizzo dei sottoprodotti, aspetti tecnici della produzione di birra e norme e legislazione nel mondo brassicolo. Non mancheranno i focus dedicati alle materie prime e al controllo microbiologico, organizzati grazie alle collaborazioni con CERB Centro di Ricerca per l’Eccellenza della Birra dell’Università di Perugia, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Università di Parma e di Udine, Rete di Imprese Luppolo Made in Italy, Unionbirrai e Le donne della birra e Consorzio Birra Italiana. Nel corso della manifestazione sarà consegnato il 3° Premio Le Donne della Birra, riconoscimento rivolto a publican, distributrici, importatrici, birraie, giornaliste, comunicatrici che si sono distinte in un contesto ancora a prevalenza maschile.

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TI ASPETTIAMO IN FIERA A

BEER&FOOD ATTRACTION RIMINI & HOSPITALITY RIVA DEL GARDA


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S P E C I A L E B E E R & F O O D A T T R A C T I O N /A N A L I S I

BIRRA: IN RIPRESA MA CON CAUTELA LE RIDUZIONI DELLE ACCISE PREVISTE NELL A LEGGE DI B I L A N C I O 2 0 2 2 S I P R E PA R A N O A F O R N I R E U N P R E Z I O S O C A R B U R A N T E P E R L A R I PA RT E N Z A D E L S E T T O R E . PREVISTI AIUTI SOPRATTUTTO PER I MICROBIRRIFICI, CHE POTRANNO BENEFICIARE ANCHE DEI RISTORI D I M A N U E L A FA LC H E RO

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difficili, costellati da continue chiusure del canale fuori uone notizie in arrivo per la birra che incascasa imposte dall’emergenza pandemica. Va detto però sa in questo inizio del 2022 una vera e propria boccata di ossigeno. Gli emendamenti che, stando alle valutazioni del mercato, il portato della a sostegno della filiera presentati alla Legge misura potrebbe e dovrebbe avere una dimensione più di Bilancio 2022 da tutte le forze politiche di ampia. “La Legge di Bilancio recentemente approvata segna maggioranza hanno infatti aperto le porte a una graduale una svolta per il comparto italiano della birra - commenta riduzione dell’imposta, che nel 2022 Alfredo Pratolongo, Presidente di passerà dai 2,99 euro per ettolitro e AssoBirra - come Associazione da per grado-Plato ai 2,94 euro. Ma non anni ci battiamo per ottenere una solo. La norma punta anche a sostepressione fiscale più equa sulla birra, nere microbirrifici e birrifici artigianali, una bevanda amata da tutti gli italiani, consumata prevalentemente a sui quali l’impatto della pandemia è stato particolarmente rilevante. E lo pasto e che negli anni ha dimostrato fa con un meccanismo graduale: per sempre maggiore apprezzamento le realtà con una produzione sino a anche dal punto di vista culturale e 10mila ettolitri è infatti previsto che di radicamento territoriale e regionlo sconto sulle accise salga sino al ale. Tuttavia, ad oggi, la birra rimane 50%, per chi produce sino a 30mila l’unica bevanda da pasto tassata in ettolitri sarà pari al 30%, mentre per Italia. La riduzione sul 2022 è imporle imprese sino a 60mila ettolitri il tante, ma il comparto merita di più. ALFREDO PRATOLONGO, vantaggio arriva al 20%. Il nostro obiettivo è rendere questa PRESIDENTE DI ASSOBIRRA “Si tratta di una misura che segue riduzione strutturale e non più annuil lavoro fatto con la Legge di Bilancio 2019 - commenale. Alle imprese - siano grandi, medie o piccole - serve certezza e non misure a tempo che scoraggiano piani di ta la deputata Chiara Gagnarli, capogruppo M5S in lungo periodo. La nostra richiesta in Legge di Bilancio Commissione Agricoltura alla Camera - dove inserimmo, per la prima volta, uno sconto sulle accise così da sostepuntava infatti a una riduzione strutturale triennale nere le produzioni nazionali emergenti. E che conclude complessiva di 15 centesimi, oltre alle agevolazioni per i un lungo lavoro fatto di concerto con le associazioni birrifici artigianali fino a 60.000 ettolitri”. E da qui l’appello Unionbirrai, AssoBirra e Coldiretti”. al mondo politico: “Chiediamo - dice Pratolongo - che Con questo provvedimento si mira, insomma, a un dunon si perda lo spirito della proposta originaria. Anche la plice obiettivo. Da un lato si vuole incidere sulla spinosa politica e le istituzioni hanno riconosciuto quanto la leva questione delle imposte sulla birra, considerate senza fiscale possa essere strumento di crescita economica. Si mezzi termini da AssoBirra “una zavorra che - a causa delavori dunque da subito per rendere stabili le riduzioni gli iniqui aumenti intervenuti nell’ormai lontano 2013 - ha approvate”. Intanto, comunque, il comparto può guardbloccato le potenzialità di sviluppo del settore, operando are all’anno appena iniziato con una maggior dose di con un meccanismo di regressività che colpisce i prodotti positività. Che potrebbe trovare ulteriore spinta anche di minor costo, favorendo l’import da Paesi che godono grazie alla messa a sistema di un altro provvedimento. di regimi fiscali da accise nettamente più favorevoli risDal 20 gennaio al 18 febbraio 2022 le imprese produtpetto a quello italiano e danneggiando l’export tricolore trici di birre artigianali hanno potuto infatti richiedere che nel solo 2020 ha segnato un -4,8%”. Dall’altro lato, si un contributo a fondo perduto pari a 0,23 centesimi per intende dare un contributo reale e tangibile a un settore ciascun litro di birra artigianale prodotta, messo a dische ha dovuto fare letteralmente i conti con due anni posizione dal Ministero dello sviluppo economico, che

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ha istituito un fondo da 10 milioni di euro, previsto dal Decreto Sostegni bis. I N VERSIO N E DI TENDENZA

Se, come pare, le due norme troveranno rapida e concreta attuazione, il comparto brassicolo potrà pertanto consolidare con maggiore facilità quella ripresa che si è già fatta sentire nel 2021. La fotografia scattata dal 5° Rapporto “La creazione di valore condiviso del settore della birra in Italia”, realizzato da Althesys per l’Osservatorio Birra e promosso da Heineken, rivela infatti che i primi sei mesi del 2021 hanno registrato un recupero di ben 635 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando in soli dodici mesi - dice sempre l’Osservatorio il comparto ha lasciato sul terreno il 15% del valore condiviso, ovvero del parametro costruito considerando gli effetti diretti delle attività dell’industria birraria italiana e quelli indiretti e indotti. Il che equivale a una perdita di quasi 1,4 miliardi di euro e di circa 15mila posti di lavoro. E ancora, a una flessione del -8% della produzione e del -9,6% dell’occupazione. Tutti indicatori che devono essere ascritti per una parte rilevante al canale fuori casa, sul quale la pandemia si è abbattuta come una pesante scure imponendo una prolungata e dolorosa serrata.

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P R IM I S EGNAL I P OS ITIV I M A CO N Q UA LCH E OM B RA AL L’OR IZZONTE

L’universo di bar, pub, ristoranti e pizzerie - che rappresenta il canale dove la birra genera, da sempre, più valore condiviso (4.385 milioni di euro sui 9.483 milioni di euro complessivi) - è infatti anche quello dove si concentra la quasi totalità delle perdite realizzate per effetto dello stop imposto dal Covid: la flessione nell’Ho.Re.Ca - avverte ancora l’Osservatorio - nel 2020 ha toccato i 1.639 milioni di euro. E la controprova arriva anche se si prendono in esame i riscontri quantitativi: i 15,9 milioni di ettolitri di birra prodotti in Italia del 2020 sono il risultato di un calo del -8% in volumi assoluti, che diventa tuttavia -33% se si analizza il solo fuori casa. Ora, però, si cominciano a registrare i primi segnali di inversione di tendenza. Certo, non tutto quanto perso è stato ancora recuperato: la ripresa incassata nella prima parte del 2021 infatti non basta a colmare il crollo accusato durante il periodo del lockdown dal momento che per pareggiare i conti con il primo semestre del 2019, ovvero con il benchmark pre-pandemico, mancano ancora all’appello 249,2 milioni di euro. E continuando a questi ritmi - avverte l’Osservatorio - a fine 2021 il deficit rispetto a due anni fa potrebbe aver raggiunto una quota


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I NUMERI DELLA BIRRA 900

IMP RESE D E L S E TTOR E B RAS S I COLO N E L 2 02 0

OC C UPATI D E LL A

1 1 5.0 0 0

FI LI E RA, DALLE I MPR ESE AG RI COLE FI N O A LL’OU T-OF-H OME P OSTI D I L AVORI C HE CO N TRI BU I S CE A

31, 4

CREARE OG N I PERSONA OCCU PATA N E LL A PRODUZ I ON E D E LL A B I RRA I MILIARDI D I E U RO DI

8,1

VALORE CO N D I V ISO CREATI DALL’I N DUSTR IA B I RRARI A N E L 202 0

5, 4

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EURO G E N E RATI LUNGO L A FI LI E RA DA OGNI E U RO D I B I RRA VENDUTA

LA BIRRA HA CONTINUATO ANCHE IN QUESTO BIENNIO PANDEMICO A RISCONTRARE IL GRADIMENTO DEGLI ITALIANI

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che si aggira attorno a 553 milioni di euro. Senza contare l’imponente ripresa dei contagi di questo inizio 2022, che ha generato una flessione dei consumi fuori casa, pur in assenza di specifiche norme di limitazione della fruizione dei locali. E che potrebbe quindi impattare negativamente sui conti dell’intera filiera che si muove attorno all’Horeca. Compresa quella della birra. Vero è però che il comparto brassicolo ha mostrato solidità e resilienza. È certo che la birra ha continuato anche in questo biennio pandemico a riscontrare il gradimento degli italiani. Prova ne sono le vendite registrate nella grande distribuzione, che nel 2020 per la prima volta hanno superato la soglia record di due miliardi di euro. Un risultato, dicono le rilevazioni di IRI, frutto di un’impennata del 10,7% che ha più che triplicato il ritmo di crescita registrato nel 2019, quando l’aumento si era fermato a quota +3%. Il che rappresenta un buon viatico anche per il futuro della bevanda al luppolo nell’OOH: i dati dimostrano infatti che la birra non ha solo mantenuto un ruolo di primo piano nelle abitudini dei nostri connazionali, ma lo ha rafforzato. E questo rappresenta una freccia al suo arco, di cui potrà beneficiare anche il fuori casa quando l’emergenza sanitaria allenterà la morsa e il canale tornerà a marciare a pieno titolo.


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C B? 41 C ? A C B? 31 Magazzino & Uffici di Rho Via G. di Vittorio, 7/30 20017 (MI) www.kuhbacher.com 35


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S P E C I A L E B E E R & F O O D A T T R A C T I O N /A Z I E N D E

L’INDUSTRIA PROTAGONISTA A RIMINI IN ATTESA D I V I VE R E L A S E T TI MA E DI ZI ONE DI BE E R&FOOD AT T RAC T ION, IL C O M PA RTO D E L L A BI R RA , ATTRAVE RSO L A TE STI MONI ANZA DI ALCUNI GRA N DI B RA N D, FA I L PU N TO SUG L I OBI E TTI VI FUTUR I , PONE N DO SE M P RE GRA N D E AT T E N ZI ONE A G ROSSI STI E DI STR I BU TOR I DI MADDALENA BALDINI

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artiamo da un dato di fatto! A prescindere dalla Legge di Bilancio di fine 2021, inerente agli ‘sconti’ per il settore birra, e alla diatriba scaturita dal Nutri Score (l’etichetta col semaforo) che potrebbe ‘bollare’ la birra (e tutte le altre bevande alcoliche), è significativo notare come il consumo del fuori casa abbia voglia di ripartire.

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Desiderio di carattere sociale e nuove tendenze di consumi che posizionano il comparto brassicolo sempre più affine ai concetti di benessere, riscoperta del made in Italy e nuove esperienze da vivere, comprese le birre a bassa gradazione alcolica. Tutto questo lo ritroveremo a Beer&Food Attraction, ormai ai nastri di partenza. Voce alle grandi aziende.


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BI R RA A M A RCOR D L’ I M PO RTA NZA DE L L’I TAL I ANI TÀ “Se parliamo di conseguenze della crisi legata alla pandemia, tra le evidenze più importanti c’è, per noi che siamo un birrificio familiare indipendente, una maggiore frammentazione degli ordini, dovuta al fatto che i clienti dell’Horeca. hanno necessità di abbassare stock ed esposizione finanziaria. Anche il mix prodotti ha subito delle modifiche, vedendo il mondo fusti perdere terreno rispetto alle bottiglie. Fortunatamente tra le cose positive che abbiamo riscontrato c’è un aumento

della richiesta di prodotto autenticamente italiano, che non significa semplicemente prodotto in Italia, ma creato utilizzando materie prime coltivate in Italia”. Racconta Andrea Bagli, CEO del birrificio familiare indipendente Birra Amarcord. “Siamo pronti per vivere Beer Attraction, una pregiata vetrina sul mondo birrario nazionale e internazionale; ecco perché abbiamo deciso di portare qui, oltre alle nostre già conosciute e apprezzate birre e linee (Classica, Bad Brewer e AMA), la nostra novità del 2022: la Amarcord 100% Italiana, una Pale Ale brassata esclusivamente con materie prime italiane. Puro malto d’orzo proveniente da agricoltura sostenibile italiana, luppolo prodotto in Romagna dalla Cooperativa Luppoli Italiani e acqua pura dell’Appennino”. Il titolare di Birra Amarcord pone l’attenzione sui distributori, fondamentali per un lavoro di successo: “Abbiamo un rapporto personale con i distributori – conclude Bagli; con loro cerchiamo di proporre i valori della nostra azienda, ossia qualità, innovazione, ricerca delle migliori materie prime, sostenibilità e italianità”. www.birraamarcord.it

C A R L S BE RG I TAL I A I M PAT TO G RE E N E SALU TE Anche Carlsberg mette in luce le difficoltà del periodo, compresi l’impatto sui volumi dei canali di vendita. “Il contesto è in evoluzione ma noi abbiamo piani di crescita per soddisfare le richieste del mercato e supportare i clienti – Dichiara Serena Savoca, Marketing & Corporate Affairs Director di Carlsberg Italia. Puntiamo su innovazione e qualità e mettiamo al primo posto la

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sostenibilità con la strategia di Gruppo “Together Towards Zero”: Zero emissioni di CO2, Zero spreco d’acqua, Zero consumo irresponsabile, cultura Zero incidenti”. In questo scenario i grossisti hanno saputo interpretare i cambiamenti, ecco perché Carlsberg Italia sta investendo sulle loro competenze. “Sono partner irrinunciabili, capaci di avere una visione del territorio nazionale. Hanno saputo interpretare il mondo che cambia dimostrando sensibilità ai temi ambientali e cogliendo le opportunità e i benefici di quella che per noi è la sintesi dell’innovazione e della sostenibilità: il sistema di spillatura DraughtMaster™. Detto ciò, non perdiamo di vista le tendenze osservando anche i gusti dei consumatori, sempre più orientati verso prodotti salutari e sostenibili. Abbiamo lanciato la nostra prima birra analcolica, la 4 luppoli Zero. Zero del Birrificio Angelo Poretti, e continueremo a valorizzare il territorio italiano con la nostra 4 luppoli Lager, con 4° luppolo coltivato in Italia”. E per ciò che riguarda Beer Attraction conclude dicendo: “È una delle più importanti fiere dedicate alle eccellenze birrarie. Il focus sarà su Birrificio Angelo Poretti, Tuborg, Grimbergen e sulle novità in termini di innovazione e sostenibilità come DraughtMaster™, un sistema di spillatura green: ogni 60 litri di birra spillata (in 3 fusti da 20 litri) non vengono immessi nell’atmosfera 25 kg di CO2”. www.carlsbergitalia.it www.birrificioangeloporetti.it

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CE LLI G RO U P L’I N N OVA Z I O N E D E L L A S PI L L ATURA, PE R UNA Q UA LI TÀ EC C E L L E N T E “Per Celli Group la fiera di Beer & Food Attraction è come essere a casa! – dichiara Sandro Pireddu, Sales Manager Italy di Celli Group. Il nostro stand sarà il punto di incontro per dealers e partner industriali a cui proporremo un rinnovato assortimento di impianti, colonne e soluzioni digitali. In più, in occasione di Beer & Food Attraction si apriranno le porte di Celli Asset Management, per un esclusivo evento Fuori Salone. La nuova sede di Rimini ha segnato un cambiamento nel livello di servizio verso il mercato italiano. Ci si può affidare a una piattaforma e-commerce b2b con tecnologia Salesforce e Microsoft che gestisce a 360º tutto il ciclo di vita dell’impianto, precedentemente affidato a terze parti. Non dimentichiamoci dell’allargamento del dispensing ad altre categorie di prodotto

oggi in bottiglia: l’esempio di innovazione più eclatante è quello della start-up Cocktail Machine, con la quale abbiamo instaurato una partnership per promuovere il rivoluzionario sistema per la preparazione e l’erogazione di cocktail”. L’attività di ampliamento dell’offerta Celli ha aperto la strada anche a nuovi prodotti per l’erogazione di birra come la gamma di impianti a secco Linus, nata per le piccole locazioni e per gli eventi temporanei. “È evidente come sempre più consumatori siano alla ricerca di esperienze di consumo personalizzate e più sostenibili – spiega il Sales Manager di Celli Group. In media il consumo di birra e bevande erogate è 300 volte più ecosostenibile del consumo in

bottiglia o lattina. Grazie ai nostri sistemi innovativi il consumatore è soddisfatto, e i gestori dei locali e i grossisti compiono una scelta consapevole, incentivata da Celli Group anche attraverso nuovi programmi per la fornitura di impianti e i servizi di assistenza tecnica”. www.celligroup.com

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H E I NE K E N BI R RA SI NON IMO DI BE NE SSE RE “La situazione di crisi degli ultimi anni ha avuto una ripercussione sulle modalità di consumo della birra. In generale, possiamo affermare che le principali tendenze che si sono delineate sono l’interesse per i prodotti locali, il desiderio di socialità e una maggiore attenzione al benessere”.

Dichiara Marco Luciani, On Premise Sales Director di Heineken. “In più il consumatore cerca il legame con il territorio, caratteristica che ha favorito il successo dei brand di Heineken Italia, come Ichnusa e Birra Messina.

Abbiamo riscontrato anche un aumento di coloro che amano sperimentare nuovi gusti, come quelli delle birre speciali, e che vanno alla ricerca di prodotti a bassa gradazione


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PER T U T TE LE B IR RE Una gamma completa per ogni stile Che siano per calici per la birra artigianale o tumbler per una strawblond, i bicchieri creati da RASTAL sono pensati per enfatizzare l’esperienza multisensoriale del consumatore e al contempo soddisfare le esigenze pratiche dei professionisti della ristorazione.

RASTAL Italia srl Via Angelo Calvi, 35 29015 Castel San Giovanni

Tel. +39 0523 883805 Fax +39 0523 881995

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alcolica o scelgono l’alternativa analcolica, per la quale l’azienda offre la sua inconfondibile Heineken 0.0”. La partecipazione a Beer Attraction si concentrerà sull’Università della Birra™, progetto che si pone l’obiettivo di generare cultura in ambito birrario e non solo, implementare valore e creare opportunità di business per la filiera. “Ci saranno

corsi rivolti ai professionisti attivi nel canale Ho.Re.Ca., nella distribuzione moderna e ai dipendenti dell’azienda. Heineken ha lanciato una nuova strategia globale chiamata Evergreen basata sulla sostenibilità sociale e ambientale - conclude Luciani -. Per quanto riguarda le ultime proposte, abbiamo lanciato Birra Moretti Filtrata a Freddo e puntiamo su Ichnusa non filtrata e Birra Messina Cristalli di Sale, prodotti volti a valorizzare un marchio storico e un territorio”. www.heineken.com

parte del lavoro quotidiano e la nostra forza è la relazione con i clienti, utile per attuare politiche commerciali dedicate e fidelizzare l’utente finale”. Anche per Kuhbacher l’appuntamento di Rimini è basilare: “Portiamo la gamma delle birre in bottiglia e alla spina, oltre ai soft drinks”, precisa Peccoz il quale, conclude dicendo: “Fino ad oggi abbiamo lanciato due nuove referenze grazie al mercato italiano: Red, Rossa Estrema Doppiomalto, una rossa da 8 gradi e mezzo, e Super Strong Lager 9, una bionda doppio malto da 9 gradi.

KUHBAC HE R DIV ERS I FIC A R E L A GA M M A E L E OFFE RTE “Ci sono stati passi in avanti anche durante il periodo di Covid. Abbiamo trovato la giusta dimensione con i clienti e pure con nuovi distributori. Il magazzino di Milano ci consente di lavorare con partners più piccoli (che non hanno la forza di ritirare un bilico dalla Germania) e con clienti che, in fase iniziale di attività, non vogliono stoccare troppa merce, garantendo anche

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il re-packing direttamente in loco, ossia bancali misti con fusti da 10, 20 e 30 litri e gestione di cassette VAR o cartoni VAP”. Racconta Egon Beck Peccoz, Amministratore Delegato di Kuhbacher. Una strategia che si lega a grossisti e distributori, ruoli importanti che permettono di diversificare le attività e la scelta dei prodotti. “Il confronto con grossisti e distributori è

Detto ciò, continuiamo a lavorare sulla rete distributiva e in zone commerciali dove non siamo ancora coperti. A questo si aggiunge il canale online. Infine, nel 2022 potrebbe arrivare un nuovo prodotto… poco tradizionale ma di moda per chi ama il luppolo”. www.kuhbacher.com


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BIRRA P ERO N I PARO L A C H I AV E : “ VI C I N A NZA AL TE R R I TOR I O E DIST RIB UZ I O N E “Il mercato birrario ha subito danni a causa della pandemia, in primis il mondo degli esercenti. Un calo seguito (Covid escluso) a una fase d’interesse da parte dei consumatori, tradottasi in una crescita del settore, sia in termini di penetrazione che di frequenza d’acquisto”.

Dichiara Federico Corbari, On Premise Sales Director di Birra Peroni. Nell’attesa che i consumi possano tornare ai numeri pre-pandemici, Birra Peroni mette in atto una strategia basata su valore e sostenibilità, puntando su marche ‘icone’, con un focus rivolto a Kozel (il brand di birra ceca) e il

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continuo sostegno alle birre analcoliche. Per quel che concerne il grossista se ne conferma l’importanza: “Avrà sempre un ruolo strategico per la categoria. A questo dobbiamo aggiungere la crescita della digitalizzazione della domanda e dell’offerta – spiega il Sales Director –. È necessario che la filiera abbracci tale cambiamento ed evolva insieme alle dinamiche di consumo andando in parallelo con la sostenibilità.” Peroni, per il 2022, lavorerà su Kozel che, nelle sue varianti lager e dark, strizza l’occhio all’universo della mixology. “In questo contesto flessibilità, velocità e presidio del territorio saranno le basi per rispondere a un mercato in evoluzione – conclude Federico Corbari –. Anche l’appuntamento con Beer Attraction è fondamentale per tutto il settore. Saremo presenti con la gamma Birra Peroni, con le novità e con le iniziative volte a interagire con i trend che interessano il fuoricasa”. www.birraperoni.it www.kozelbeer.it

WARSTE I NER ITA LIA I NNOVAZION E DI G I TAL E E DI PRODOT TO A SU PPORTO DE L L A PART N ERSHIP CON I DI ST RIBUTORI A risentire maggiormente della situazione è stato il settore della birra in fusti nonostante le misure di sicurezza messe in campo dagli operatori ho.re.ca: “Un forte apprezzamento va rivolto a ristoratori, gestori di bar e pub che hanno aiutato a contenere la diffusione del virus rispettando le restrizioni all’interno dei locali”, di-

chiara l’Amministratore Delegato di Warsteiner Italia, Luca Giardiello. “Vogliamo dare supporto alla filiera e, per questo, siamo impegnati nell’ideare progetti specifici. Nel 2021 abbiamo lanciato, in esclusiva per il canale Ho.Re.Ca, Warsteiner Brewers Gold, una lager non filtrata, leggermente ambrata, brassata con il luppolo Brewers Gold”. Innovazione anche nei servizi con la piattaforma digitale Warsteiner Lovers (https://warsteinerlovers. it), il luogo d’incontro dedicato ai


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consumatori e ai locali Warsteiner: un’efficace strumento drive to store e di sell-out. “Partendo da questa base il ruolo del grossista si conferma per noi fondamentale perché è l’interlocutore della filiera Ho.Re,Ca., ha conoscenza del territorio, esperienza e la capacità di mediazione”, prosegue l’Amministratore Delegato. “Anche il distributore deve confrontarsi e prendere delle decisioni su tematiche cruciali quali la sostenibilità ambientale e aziendale, la digitalizzazione e l’innovazione. Collaboriamo con circa 120 distributori indipendenti in Italia ai quali proponiamo prodotti esclusivi, strumenti di servizio, soluzioni tailormade”. E in fatto

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di rispetto ambientale, già vent’anni fa, Warsteiner, ha scelto il treno per il trasporto della birra. Nella speranza che la situazione possa migliorare in modo concreto e tornare alla normalità, Luca Giardiello conclude con alcune riflessioni su Beer Attraction: “Ci concentreremo su Warsteiner Brewers Gold e mostreremo l’intera gamma dei nostri prodotti, tutti provenienti dalle regioni di maggior maestria birraria: Warsteiner, Koenig Ludwig e Oberbraeu, dalla Germania, le birre d’abbazia Pater Linus dal Belgio e Thwaites dall’Inghilterra”. www.warsteiner.it

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S P E C I A L E B E E R & F O O D AT T R A C T I O N / PA C K A G I N G

ANCHE L’OCCHIO VUOLE L A S UA PA RT E G R A F I C H E A C C A T T I VA N T I A T T I R A N O I L C L I E N T E N E L L A S E L VA D E L L ’ O F F E R T A : M A D I E T R O L ’ A P PA R E N Z A C ’ È D I P I Ù . IL CONTENITORE TRASMETTE MESSAGGI CHE SUSCITANO INTERESSE E DIFFERENZIANO. CON UN FOCUS SUL GREEN DI ANNA MUZIO

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etro o lattina? Se la scelta del consumatore resta fondamentalmente questa, il packaging della birra sta cambiando. Con il crescente successo delle artigianali e l’incremento dell’offerta e delle tipologie, il “vestito” della bevanda al luppolo è diventato sempre più uno strumento di marketing, un modo per comunicare al cliente, un driver di scelta, anche. D E S IG N ERG O SU M…

Bottiglie e lattine sono oggi la tavolozza su cui esprimere grafiche potenti, originali, colorate e accattivanti. La lattina in particolare, che dopo la pandemia ha guadagnato posizioni sui fusti, è ormai una “pagina argento” che si assume il compito di convogliare l’idea di birra del produttore e la sua strategia di marketing. La parola d’ordine è personalizzazione. L’obiettivo: distinguersi. Marketing e creatività grafica a volte si fondono per creare vere e proprie icone. È il caso del birrificio di Monaco di Baviera AND UNION che opta per un carattere monoblocco Sans Serif per le sue etichette, tutte uguali ma dal colore diverso e ispirate ai giorni della settimana. L’alluminio sembra il supporto ideale, ma non l’unico. Nel 2022 però potrebbero sorgere problemi per questo tipo di supporto, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti, cui si aggiunge l’incremento della richiesta di lattine da parte di altre categorie, tra cui

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nuovi arrivati come i cocktail pronti da bere e il vino in lattina. Avanza anche la stampa direttamente sul vetro – che sia in bottiglia o in fiaschette o altri formati – una tecnologia che consente di giocare su grafiche sinuose e vintage risparmiando etichette di plastica o carta. La tendenza poi a produrre birre particolarissime trova una giusta controparte in packaging originali. Un esempio? La Utopias di Samuel Adams, invecchiata anni in barrique con una gradazione alcolica di 28% vol. presentata in un prezioso contenitore con reminiscenze anni ‘70. GRE E N INNANZITUTTO

Grande consapevolezza è dedicata ai packaging “ecologici”. Da questo punto di vista vince ancora l’alluminio, più leggero durante il trasporto sia a inizio sia a fine vita, per il riciclo. La plastica monouso, quella degli anelli che tengono insieme le lattine ad esempio, è particolarmente sotto accusa, e si tende a sostituirla con plastiche vegetali e biodegradabili. Come la soluzione del produttore messicano E6PR, usata da Corona, Heineken e Molson Coors. Mentre Carlsberg dopo aver creato la prima bottiglia 100% compostabile a base

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vegetale, ha lanciato lo Snap Pack, una tecnologia incollante che riduce sensibilmente l’utilizzo di plastica, eliminando il tradizionale involucro. L’etichetta è impiegata anche per trasmettere messaggi sostenibili, come ha fatto la Arizona Wilderness Brewing Co che in lattina proclama un messaggio forte e chiaro e un driver di scelta in tempi di cambiamenti climatici e crescente consapevolezza del consumatore: “questa birra salva l’acqua”. Facendo riflettere sulla crescente mancanza d’acqua nella regione ha deciso di utilizzare un tipo di orzo che cresce tra l’inverno e la primavera, quando le riserve idriche sono meno sotto stress da parte dell’agricoltura intensiva. B IR RAV E RS O

La prossima frontiera? La realtà aumentata in etichetta. Ovvero la possibilità di generare contenuti in RA inquadrando l’etichetta con il proprio smartphone. Ci sta lavorando l’australiana Third Aurora che ha già realizzato questo tipo di tecnologia per i vini. “La realtà aumentata è un modo fantastico per i birrifici di connettersi con i clienti, specie gli under 40, che sono cresciuti con la tecnologia degli smartphone” ha detto a Packaging Strategies il cofondatore Dave Chaffey. “Abbiamo creato Beerscans in modo che i birrai possano raccontare la storia che c’è dietro la loro birra. Offre ai marchi una grande opportunità di connettersi con i clienti proprio nel momento in cui stanno sperimentando il primo sorso”.

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S P EC I A L E B E E R& FO O D AT T RAC T I O N / T R E N D

L AV O R A Z I O N I E S T R E M E , LA BIRRA CERCA NUOVI ORIZZONTI S P E R I M E N TA Z I O N I E I B R I D A Z I O N I D A A LT R E C AT E G O R I E : L A B I R R A S I C O N TA M I N A E AT T I R A I L C O N S U M ATO R E C A M B I A N D O P E L L E E P R E S E N TA N D O S I S OT TO N U OV I FO R M AT I . ECCO LE TENDENZE EMERGENTI

C

’era una volta la birra, una delle bevande più antiche al mondo, nata forse per caso come sottoprodotto della fermentazione di un rimasuglio di pane nel quinto millennio avanti Cristo tra Egitto e Mesopotamia. La sua ricetta evergreen è rimasta sostanzialmente

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DI ANNA MUZIO

invariata nei secoli. Ora però la birra cerca nuovi stili e sperimenta un segno che il settore è vitale e il consumatore attento e interessato a provare qualcosa di nuovo. BA R R IQUE BAR R IQUE

L’invecchiamento in legno, che nel mondo del vino sta iniziando a essere visto con una certa cautela, sbarca

trionfalmente in altri settori, dal caffè alla birra. Le botti provengono da distillerie o cantine e il contenuto precedente aggiunge sapore e carattere alla birra mentre invecchia. L’idea di far invecchiare la birra è emersa negli Stati Uniti all’inizio degli anni ‘90 quando alcuni birrai iniziarono a sperimentare con botti usate per produrre Bourbon, che conferi-


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vano aromi di vaniglia e caramello. È una nicchia, certo, ma il cui successo non accenna a diminuire. UN MOSTO N EL BAR I LE

Restando sull’aristocratico “gemello”, il vino, c’è chi ha pensato di ibridare i due mondi creando le IGA, Italian Grape Ales, birre ad alta fermentazione aromatizzate con vino o mosto d’uva. L’antenata è una imperial stout con sapa di uve Cannonau del 2006 del birrificio sardo Barley. Nel 2015 la IGA è diventata il primo stile italiano inserito nelle BJCP Style Guidelines, ma nella versione 2021 ha perso la dicitura Italian. Oggi conta oltre 120 etichette. La grande famiglia è quella delle birre alla frutta, uno stile che piace e a cui recentemente si sono aggiunte le infusioni di erbe e fiori. Che parlano del territorio, of course.

birra perché l’alcol è ricavato dalla fermentazione di malto o zucchero di canna. Tanto che sono prodotti spesso da birrifici. Anche qui l’aurea “healthy” ha favorito il loro ingresso nel mercato. Piace la varietà di aromi e il tasso alcolico basso, dai 3 ai 6% vol, e le basse calorie. POC O ALC OL ( ANZI ZE RO)

Il recente Dry January lo ha confermato: le nuove generazioni amano bere a bassa – o zero – gradazione.

N AT URALE È MEGLI O

Dei vini naturali si è detto e scritto tutto: piacciono perché danno la sensazione – vera o presunta - di un ritorno alle origini, di maggior salubrità. Le birre “naturali” giocano su questa rinnovata spinta al salutismo seguendo gli stessi principi: fermentazione spontanea, minimo intervento, colore torbido e gusto acidulo. Ma anche ingredienti biologici e assenza di filtrazione e pastorizzazione. Less is more, insomma. Senza dimenticare una (abbondante) dose di storytelling. T U TT IFRUT T I

Gli ultimi arrivati? Gli Hard Seltzers, bevande realizzate con acqua gassata, alcool e frutta. Richiamano la

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Secondo Global Market Insights, il mercato globale delle birre analcoliche raggiungerà nel 2026 i 29 miliardi di dollari, con una crescita annua del 7,5%. “La conversazione intorno alla birra analcolica è cambiata. Non si tratta più di limitarsi. Si tratta di premiarsi e fare scelte migliori” ha sintetizzato Bill Shufelt di Athletic Brewing Company. Così aumentano i “sobri curiosi”, l’equivalente dei flexitariani nel cibo che, pur non bandendo l’alcol dalla dieta, favoriscono drink con poco alcol e poche calorie ma che non abdichino al gusto.

UNA B IR RA D I V E RSA P E R I L C L IM A?

Se la ricerca insomma crea nuove soluzioni, è certo che la birra del futuro dovrà fare i conti con i cambiamenti climatici. Secondo Colleen Doherty, professoressa di biochimica molecolare e strutturale alla NC State University, a cambiare sarà il sapore stesso della birra: temperature e precipitazioni, infatti, influenzano la biochimica del luppolo, che a sua volta ne influenza il gusto, e il livello di amidi nei cereali, altra componente cruciale. Per creare consapevolezza sul tema il birrificio New Belgium Brewing di Fort Collins, Colorado, ha creato la Torched Earth Ale, una birra realizzata con acqua torbida e ingredienti di poco pregio, ma resistenti alla siccità. Il gusto? Per ora è orribile. Bisognerà senz’altro lavorarci su.


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FOCUS ON

PREZZI DEL VINO: COSA CI ASPETTA? COLLI DEL SOLIGO (VENETO)

C A N T I N A P E RT I N AC E ( P I E M O N T E )

A U M E N T I M E D I D E L 1 0 % C O P R I R A N N O S O L O PA R Z I A L M E N T E G L I INCREMENTI DEI COSTI DI PRODUZIONE. SOLO NEI PROSSIMI M E S I S I C A P I R À S E I L M E RC ATO È P RO N TO A D AC C O G L I E R L I DI ELENA CONSONNI

L A G UA R D I E N S E ( C A M PA N I A )

C VA C A N I C A T T Ì ( S I C I L I A )

CANTINA VIGNAIOLI SCANSANO (TOSCANA)

CANTINA FRENTANA (ABRUZZO)

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C A N T I N A VA L P O L I C E L L A N E G R A R (VENETO)


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on solo l’energia, ma anche i cosiddetti dry goods (vetro, tappi, capsule…) per non parlare dei trasporti e, in alcuni casi, anche delle uve. Il 2022 inizia all’insegna dei pesanti rincari per il mondo del vino che stanno per riflettersi su tutta la filiera, se già non lo hanno fatto. Di questo tema si è occupato un incontro organizzato da The Wine Net, la rete che riunisce 7 cantine cooperative in tutta Italia: Cantina Valpolicella Negrar (Veneto), Cantina Pertinace (Piemonte), Cantina Frentana (Abruzzo), Cantina Vignaioli Scansano (Toscana), CVA Canicattì (Sicilia), La Guardiense (Campania), Cantina Colli del Soligo (Veneto). Quello che è emerso è che tutte le cantine saranno costrette (ed alcune lo hanno già fatto) a ritoccare i propri listini per assorbire, almeno in parte, gli aumenti. Il rischio è che, amplificandosi lungo la filiera, tali aumenti arrivino fino anche al 30% penalizzando i consumi in tutti i canali: grande distribuzione, estero e Horeca. Quest’ultimo è quello che sembra aver accolto meglio i rincari, nonostante le difficoltà affrontate dal comparto negli ultimi due anni. “Proprio per non gravare sul settore – ha affermato Cesare Barbero di Cantina Pertinace – non avevamo intenzione di modificare i listini, assorbendo eventuali aumenti delle uve. Questo fino a giugno e luglio scorso, poi i nostri costi sono continuati ad aumentare, mese dopo mese e abbiamo dovuto pensare di riversarli, seppure parzialmente, sul mercato. D’altronde abbiamo sempre seguito la filosofia di produrre vini accessibili e quindi i nostri margini sono stati ridotti. I nuovi listini entrano in vigore dalla primavera, con un aumento circa del 10% che è significativo, ma non enorme considerando i rincari subiti. Inoltre, non giunge inaspettato, perché si parla della situazione da novembre. C’è una certa accettazione: i ristoratori sanno che il vino è aumentato e quindi si comporteranno di conseguenza, ma è presto per capire la reazione del mercato”. “Anche nel nostro caso abbiamo deciso di applicare un aumento di circa il 10% – ha raccontato Sergio Bucci, di Cantina Vignaioli Scansano – non è sufficiente per coprire

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i nostri costi, ma pensiamo di spalmare la possibilità di recupero nei prossimi 2-3 anni. In effetti il Morellino di Scansano ha continuato a essere venduto negli ultimi due anni anche se le vendite si sono spostate verso il retail e le enoteche, piuttosto che l’Horeca. Questo ci ha fatto pensare di essere posizionati a un prezzo forse inferiore al valore percepito. Anche nella ristorazione, spendendo relativamente poco, si può godere di un buon bicchiere di Morellino, per questo immaginiamo che un incremento dei prezzi non porterà conseguenze importanti sul numero di bottiglie vendute. C’è anche un tema di trasparenza: riuscire a mantenere i listini nonostante aumenti così evidenti, significa che fino ad ora la marginalità è stata talmente alta da assorbire i nuovi costi”. In effetti, una maggiore trasparenza da parte di tutta la filiera potrebbe essere utile per far comprendere meglio le dinamiche di costruzione del prezzo e non dare l’impressione di voler speculare, con aumenti eccessivi. IL C AS O D E L P ROS EC C O

Emblematico è il caso del Prosecco, una denominazione che negli ultimi anni ha dimostrato di godere di buona salute. “In questi mesi – ha spiegato Andrea Curtolo di Cantina Colli del Soligo – le materie secche sono aumentate di circa il 15%, con un’incidenza del 3-5% sul costo della bottiglia. Per ora stimiamo a circa 70% l’incremento dei costi energetici, ma attendiamo il saldo e mi aspetto un dato peggiore. A questo si è sommato l’aumento dello sfuso (+40% circa) perché la domanda è stata più alta dell’offerta. È mancato il prodotto, e le grosse cantine hanno accettato di pagare prezzi superiori, portandoli a livelli molto alti. I consorzi stanno lavorando per calmierare i prezzi in modo da dare ai buyer un importo costante: gli alti e bassi fanno male al mercato. Per quanto ci riguarda, siamo usciti con i nuovi listini a novembre, chiedendo al settore Horeca di applicarli da dicembre. La filiera del fuori casa ha accettato gli aumenti, anche perché fatica a rimanere senza Prosecco. Non è detto però che, a fronte degli aumenti, il consumo non si sposti in altre direzioni.

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Da parte nostra, gli aumenti sono stati importanti, ma realistici. Non ne abbiamo approfittato, anzi è scesa la nostra marginalità”. P I Ù CON D IV ISI ONE PER U SCI R E DALL A C R IS I

Ci sono soluzioni per uscire dall’impasse? Difficile stabilirlo ora, ma sicuramente si può provare a percorrere alcune strade. Una di questa è quella di creare degli accordi di filiera. “Ho la sensazione – ha commentato Giovanni Greco di CVA Canicattì – che ognuno si muova per conto proprio e che manchi una visione di insieme. Riuscirà a resistere solo chi si aggrega, i più deboli pagheranno le conseguenze. Acquisti collettivi, accordi interprofessionali sono opzioni da valutare per ridurre gli impatti degli aumenti”. Lo ha confermato Domizio Pigna de La Guardiense: “E’ necessario fare accordi di filiera e questa nostra federazione è un punto di forza per crescere”. Recuperare il rapporto tra economia ed etica, molto caro al mondo della cooperazione, è la via per trovare un punto di incontro. “La condivisione – ha sottolineato Felice Di Biase di Cantina Frentana – è la base per instaurare rapporti sani, solidi e concreti in tutta la filiera. Bisogna far capire ai buyer che dietro alla bottiglia c’è un’azienda fatta da centinaia di famiglie, un territorio. Se l’interlocutore abbraccia questa filosofia (non sempre è facile) può condividere l’esperienza e nella condivisione siamo tutti disponibili a fare sacrifici: come produttori ammortizzando una parte dei costi, come distributori riducendo i margini”. Senza però dimenticare che anche i distributori di bevande hanno attraversato un momento difficile.

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“Durante il lockdown – ha sottolineato Daniele Accordini, di Cantina Valpolicella Negrar – i rappresentanti sia mono che plurimandatari hanno avuto grandi difficolta. Sono andati meglio quelli che si sono saputi trasformare in veri e propri distributori, che sono i più disponibili e aperti al confronto riguardo al tema degli aumenti. Per quanto ci riguarda, nel 2020 abbiamo garantito alla nostra rete di rappresentanti il 50% del loro introito, consapevoli che se avessimo perso questo potenziale, difficilmente avremmo potuto recuperarlo”. Anche in questo caso l’approccio etico al business è la via per superare le difficoltà.

IL M E RC ATO P R E M IA IL V INO D I Q UA LI TÀ

Mentre i prezzi aumentano, nel retail i consumatori premiano i vini di fascia alta. “Lo spostamento degli acquisti in GDO verso vini di fascia di prezzo più elevata - sottolinea Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma – si verifica sia all’interno della stessa categoria che tramite uno spostamento dei consumi tra tipologie differenti e a maggior valore unitario”. Infatti, le vendite a volume di spumanti e Champagne crescono a doppia cifra percentuale (+23%) mentre i vini fermi chiudono il 2021 in calo del 4,5% a volume ma con un +0,3% a valore. “Il riposizionamento qualitativo dei consumi dei vini fermi – aggiunge – si desume soprattutto dalle vendite a valore in Iper e Super dove crescono i vini a denominazione Dop (+5% a valore) a fronte di un calo di quelli generici (-10%)”. Queste tendenze fanno pensare che anche nel fuori casa i clienti siano disposti a puntare sulla qualità, stimolando le vendite di bottiglie di buon livello.


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Romagna: ti verso una storia Scopri tutta la linea Horeca Vigneti Romio: Romagna DOC Trebbiano Romagna DOC Sangiovese Superiore Riserva Romagna Rubicone IGT Appassimento

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SCENARIO

ESSERE RESILIENTI PER SCONFIGGERE L A PA N D E M I A L E IM P RES E D E L L A D I ST R I BUZI ONE C H E H ANNO SAPU TO AFF RONTA RE L’ EM ERG E N ZA SA N I TA R IA SE NZA PAURA DI MODI FI CAR E I PROPRI M O DELLI O PE RAT I VI S O NO STATE PR E MI ATE DA U N MI G L I ORAMEN TO D EL L E PE R FOR MANC E DI ELENA CONSONNI

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a partita con il Covid, dopo l’estate tranquilla (e soddisfacente per il fuori casa) e forti della protezione dei vaccini, sembrava finita, almeno per i suoi effetti sull’economia. Invece la nuova ondata invernale, che pure non ha portato a chiusure, ha comunque ridotto i consumi e riportato incertezza nel comparto. Alcuni appuntamenti fieristici previsti per l’inizio dell’anno – l’ultimo della serie è Beer Attraction (che ci coinvolge direttamente) – sono stati posticipati in attesa che la situazione migliori. Insomma, lo scenario ha preso una piega inattesa a cui, forse, gli operatori della distribuzione Horeca non erano del tutto pronti. In effetti l’Allianz Risk Barometer 2022 evidenzia come la pandemia sia scesa dalla seconda alla quarta posizione nei rischi percepiti dalle aziende a livello globale, anche se l’interruzione dell’attività è vissuta come il secondo rischio in ordine di importanza (dopo gli attacchi informatici e prima delle catastrofi naturali). Va detto che il sondaggio è stato realizzato prima dell’emergere della variante Omicron. Lo scoppio di una pandemia rimane una preoccupazione importante per le aziende, anche se la maggior parte degli intervistati (80%) pensa di essere adeguatamente preparato per una futura situazione emergenziale. È così anche nel settore della distribuzione Horeca? Il settore è pronto per far fronte agli imprevisti generati dalla situazione pandemica? Se lo è chiesto Febo Leondini, docente al Master in Trade Management e al corso Executive in Horeca Business di LUISS Business School, oltre che Consigliere Nazionale Assobirra e Italgrob, nella sua ricerca: “Il pianto di Polifemo: impatto del Covid-19 sul commercio all’ingrosso di bevande”.

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l’analisi di come sono cambiati 12 indicatori economici nei due anni in esame, si è potuto quantificare le ricadute economiche e patrimoniali della pandemia sulle aziende del settore. Quello che emerge è che oltre il 67% delle aziende della distribuzione Horeca ha visto contrarsi o rimanere invariati, nei due anni esaminati, i principali indicatori economici. Questo è il segnale, secondo l’autore della ricerca, di un atteggiamento “resistente” da parte della maggioranza degli operatori, che si sono chiusi in se stessi, opponendo la propria forza all’energia della pandemia. È valutato positivamente il fatto che un terzo delle aziende abbia adottato un atteggiamento “resiliente”, modificando in maniera elastica il proprio modo di fare impresa. Queste società hanno visto incrementare i propri dati economici nel 2020. Va detto, però, che questi numeri non sono solo frutto del Covid. Febo Leondini ha anche calcolato per le

RE SIST ENT I O R ESI LI ENTI ?

La ricerca ha analizzato i dati di bilancio nel 2019 e nel 2021 di un campione di 1403 aziende appartenenti all’aggregato Ateco 46.36, cui fanno capo le attività di commercio all’ingrosso. Le aziende selezionate hanno come canale di riferimento il segmento Horeca. Attraverso

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imprese in esame il rapporto tra EBT (Earnings Before Taxes, utile prima delle imposte) e valore della produzione. Anche in questo la maggior parte delle aziende (il 61,7%) mostrava problemi di redditività già prima della pandemia, che il Covid ha solo marginalmente accentuato. Il 13%, di contro, ha registrato un miglioramento delle proprie performance reddituali nel 2020. Per loro la pandemia ha rappresentato un’occasione di sviluppo. A D EG UARSI AI CAMBI AMENTI I N AT TO

Quello che è accaduto è che la pandemia si è inserita in una fase già di evoluzione per il mondo del fuori casa, enfatizzando alcuni cambiamenti già in atto. Se prima l’away from home comprendeva quasi esclusivamente i

locali pubblici, dal pub, al ristorante stellato, oggi “fuori casa” è un concetto più legato a un modo di consumare il cibo che al luogo dove il consumo avviene. Horeca può essere la dark kitchen, il locker per la consegna del cibo, i dinner box, la pizza take-away da consumare a casa di amici. Il cliente finale richiede un servizio sempre più digitalizzato, dai pagamenti alla consultazione dei menù, che però la filiera non sembra al momento saper pienamente soddisfare, complice anche la frammentarietà del settore che impedisce di cogliere appieno le opportunità di sviluppo. La ristorazione appare quindi un comparto non ancora maturo per cui molti altri cambiamenti potrebbero avvenire nel breve periodo. In questo scenario per un distributore, passare da un atteggiamento conservativo “di resistenza”, a uno elastico “di resilienza” significa imparare ad adeguarsi alle nuove regole del gioco, ripensando in chiave critica ai propri processi organizzativi e operativi, ricercando maggiori efficienza ed efficacia.

Mantenersi ancorati al “si è sempre fatto così” non sembra essere la scelta vincente in questo frangente: bisogna adeguarsi al mercato e non aspettare che sia il mercato a farlo.

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AUMENTI

BISOGNA FA R E M A S S A CRITICA R IN C A RI ST RAO R D I N A R I E D EC I S I I N C O RSA M E T TO N O I N SO FFEREN ZA I L M EC C A N I S M O D ELLE N EG OZI A ZI O N I . M A I CO N S O RZ I D E L L A D I ST R I BUZI ONE R EAG I S C O N O E S C O PRO N O L A NEC ES S I TÀ D I C O O R D I N A RSI D I A L B E RTO G E RO S A

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ovid-19. Crisi dei container. Incetta di commodity e risorse strategiche da parte della Cina. Braccio di ferro politico tra Ue e la Russia, padrona del gas. Tutto questo ha innescato un meccanismo a cascata di aumenti, che si riflettono su conti, bollette e, non da ultimo, listini prezzi applicati dai fornitori. Le cifre di questo cahier de doléances si riassumono nel rincaro di materie prime come la cellulosa (aumentata del 70% rispetto a fine 2020), l’alluminio (più caro del 50%, 2.700 dollari alla tonnellata), il rame ormai vicino ai massimi storici, la ferrite e il petrolio. Una delle conseguenze è stata l’impennata del Pet da 750 a 1.400 euro alla tonnellata (+84%), mentre il sempre più adottato Pet riciclato è cresciuto del 66%, ossia da 1.200 a 2mila euro alla tonnellata; circostanze che hanno spinto l’associazione


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di categoria Mineracqua a fronte della Gdo, per eschiedere l’aumento dei prezzi empio, Esselunga ha didelle bottiglie d’acqua. chiarato deflazione e sta Certo, i facili allarmismi fanno conducendo un braccio gioco solo al giornalismo di di ferro con tutti i suoi sensazione, quindi - teniafornitori per fermare gli ANTONIO P I ET RO GIACOMO FA R A L L A FL AC C AD O R I GROSSI mo a precisarlo - malgrado aumenti di listino. Ma l’improbo biennio appena che non tutti abbiano il trascorso, non tutti i listini potere contrattuale di delle aziende di produzione sono aumentati. Tuttavia, i Esselunga, è frase degna di La Palisse. rincari registrati sono innegabilmente molti: “Opero nel Il consorzio Beverage Network/Sipro può contare sistema del largo consumo dal 1979 - spiega Antonio sull’ampio perimetro consentito dal suo particolare staFaralla, direttore del consorzio Horeca Italiana –, da to giuridico per proporsi come punto di mediazione e allora non si erano mai visti fornitori che si presentano negoziazione importante per tutta l’industria del bevercon aumenti di 10-14 punti; finora in questo settore ci si age: “Siamo una società consortile con marcata delega trovava a parlare di 2-3 punti”. negoziale - puntualizza Pietro Flaccadori, direttore BN Ciò che poi rischia seriamente di far saltare il banco - ose coordinatore Sipro - il che ci consente di interfacciarci sia fuor di metafora il meccanismo delle negoziazioni - è con le multinazionali e portare i listini a condizioni che la tempistica estremamente compressa con cui i rincari impattino il meno possibile. La nostra negoziazione non sono stati presentati. “L’aumento dei listini in un sistema riguarda l’aspetto commerciale né il contratto, ma punta industriale distributivo si fa una volta l’anno, definendolo all’armonizzazione di tutto il sistema, con le conseguenze normalmente verso la fine dell’esercizio commerciale e che questo ovviamente ha sulla contrattualistica. Troviamo applicandolo nei primi 2-3 mesi dell’esercizio successivo degli atterraggi; la complicazione però oggi è data dal - aggiunge lo stesso Faralla - Nel 2021 per la prima volta disallineamento tra le varie industrie nelle proposte degli ci siamo trovati di fronte ad aziende che a ottobre hanno già fatto un primo balzello, per poi addirittura correggerlo con un secondo balzello a fine anno, con un’applicazione immediata per quasi tutte le aziende”. Quella dei consorzi diventa quindi una vera e propria corsa contro il tempo, finalizzata a raggiungere il maggior numero di derive possibili, abbassando quei 14 punti delle 23 unità in grado di dare la classica boccata d’ossigeno alla tenuta del sistema. L’anomala inflazione dei prezzi impone a tutti i professionisti della distribuzione la necessità di elaborare strategie di alto profilo: sul

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aumenti - con picchi parossistici nella categoria delle bollicine italiane, mentre in passato l’inflazione era sistematicamente allineata. Questo dipende dall’instabilità nel mondo delle materie prime, dei trasporti, della logistica e, ovviamente, dell’energia”. Punto di riferimento, abbiamo detto. Eppure, l’azione dei consorzi manca di coordinamento, su questo concordano un po’ tutti: “Non c’è un dialogo tra i consorzi sul come trasferire gli aumenti sul mercato e assumere un atteggiamento unitario rispetto ai prezzi - osserva Giacomo Grossi, responsabile del consorzio Rasna - Di conseguenza subiamo i rincari dalle grandi aziende e dalle multinazionali, da cui proviene l’80% del fatturato. I nostri associati tenderanno a rigirare per quanto possibile questi aumenti sullo Stato (ma i rincari genereranno probabilmente più problemi che il credito); è inoltre prevedibile che in un quadro più generale le imprese appartenenti ai vari consorzi aumenteranno i loro prezzi, pur non potendolo fare nella stessa misura applicata dai fornitori. In prospettiva questo si tradurrà in una minore marginalità, dove il grado di organizzazione, la qualità della logistica e la capitalizzazione delle singole aziende saranno fondamentali per consentire loro di affrontare questo nuovo cambiamento che investe l’intero settore”.

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NE L MONDO DELL A DIST RIBUZ IONE HOREC A SI AV V ERTE IL BISOGNO DI UN’EN TITÀ IN GRA D O DI FARE SQUADRA

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B IS OGNA FAR E S QUAD RA

Nel mondo della distribuzione Horeca si avverte il bisogno di un’entità in grado di “fare cartello”, come sottolinea Antonio Faralla: “Un limite di questo canale è che fa fatica a ragionare sia con il sistema industriale sia con la grande distribuzione. L’industria oltre ai suoi sindacati dispone di un organismo come Centromarca, dove ci si incontra e, di fatto, si decidono le politiche trasversali sulle marche. Poi, a seconda del potere contrattuale e dell’inflazione interna, il risultato finale sarà diverso. Sarebbe auspicabile anche nel nostro canale un organismo simile, in cui almeno le centrali dei diversi consorzi possano confrontarsi non sotto l’aspetto sindacale, ma anche sotto quello commerciale”. Sono insomma necessarie delle sinergie. E se è universalmente risaputo che l’unione fa la forza, quella auspicata dal direttore di Horeca Italiana non è semplicisticamente relativa ai fatturati, ma alla capacità di referenziare i fornitori. “Una volta il nostro competitor era il cash & carry, per esempio Metro - precisa ancora Faralla - Oggi il competitor si chiama Amazon, azienda che ha 2,5 milioni di referenze contro le 100mila referenze mie. Significa che io ho 25 volte in meno il potere di Amazon se considero il numero di referenze trattate, ma un miliardo di volte in meno rispetto a un’insegna il cui mercato è mondiale. È chiaro che il mio mercato non è mondiale, allora devo per forza andare a far sinergie con altre insegne”. Sarà questa l’unica massa critica in grado di tenere testa al mercato di domani e alle future impennate dei listini.



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CONSORZI

Di.Al. OSIAMO CAMBIARE! 2 3 E S I M O M E E T I N G D I . A L . O RGA N I ZZATO LO S C O RS O D I C E M B R E A C O U R M AY E R . I PUNTI SALIENTI DELL’INCONTRO.

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D I M A R I A E L E N A D I PAC E

n traguardo importante l’evoluzione del canale e, in generale, quello raggiunto del grossista food&beverage, la nostra da uno dei Consorzi funzione credo resti sempre quello di più grandi del sud Italia fare da cassa di risonanza. Abbiamo lo scorso 1° dicembre: il il compito di dare voce alle differen23esimo Meeting Di.Al.. Occasione centi realtà periferiche, elemento questo trale per tutti i distributori che ne fanno che resta quindi il nostro primo focus parte, per fare un bilancio e una analisi ed è tutt’oggi un’attività trasversale e del mercato assieme ai remunerativa”. partner dell’industria. Un OP E RATE IN UN bilancio che raccoglie C ONTE STO M OLTO una considerazione di C OM P L E S S O M A Alessandro Capuano, ALTR E TTANTO Direttore Di.Al. - e proSTRATEGIC O P E R tagonista della nostra L’IND USTR IA. intervista - che ci porta Il Consorzio Di.Al. naa riflettere su un aspetsce a metà degli anto preciso del ruolo del ni Novanta dall’intuiALESSANDRO CAPUANO, Consorzio: “nonostante zione di un gruppo di D I R E T TO R E D I . A L

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distributori della provincia di Caserta e Napoli supportati dal nostro primo direttore, Sergio Buonomo, il quale mise assieme idee e investimenti, con lo scopo di rappresentare una categoria emergente. In quegli anni c’era sicuramente l’esigenza di farsi riconoscere dalle industrie come unità integrata più che come singola ‘meteora’ imprenditoriale. Negli anni ci siamo evoluti passando da una realtà di provincia a un riconoscimento nazionale. Oggi il Consorzio è ben riconoscibile dagli addetti ai lavori, soprattutto grazie alla Presidenza di Vincenzo Caso, che ha rappresentato l’intera filiera nell’ultimo mandato anche come Presidente Italgrob. QUANTI SOCI FANNO PARTE DEL CONSOR ZI O?

Attualmente la nostra base sociale è composta da 80 Associati dislocati per lo più nell’Area 4, con una forte presenza in Campania (su tutte le province), la Sicilia e la Basilicata. Da sempre siamo riconosciuti come il ‘Consorzio del sud Italia’ e i numeri non smentiscono affatto questo assioma, anche se negli anni abbiamo ottenuto buoni ingressi nelle Marche e nel Lazio cercando in ogni caso di restare ancorati a un discorso di filiera più ampio e strizzando un occhio al mercato nazionale, per poi confrontarlo con le evidenze più territoriali. COM’ È STRU TTU RATO IL CONSOR ZI O?

La nostra attività primaria continua a essere quella di networking tra industria e distributori. Consideriamo il nostro ruolo come una sorta di ‘contenitore di idee’ messe nero su bianco attraverso gli accordi centralizzati che riserviamo agli Associati. Attualmente risulta difficile - e

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comunque non è nei nostri piani - creare una piattaforma fisica di commercio, stile GDO, ma al tempo stesso ci stiamo strutturando per crearne una virtuale abbastanza complessa. Per quanto riguarda i prodotti a marchio, abbiamo inserito nel 2017 nel nostro portafoglio una linea di Prosecco che ci sta dando ottimi risultati e nel 2019 abbiamo invece avviato un progetto sui vini biologici. All’orizzonte ci sono altre private label che inseriremo in assortimento, come ad esempio qualche specialità birraia. QUAL I S ONO I VOSTR I P UNTI D I FOR ZA?

Senza dubbio la conoscenza del territorio unita a una fortissima padronanza dei dati statistici interni. Gestiamo infatti un complesso sistema di Data Warehouse che ci permette di analizzare, predire e controllare il lavoro dei nostri Associati. 2 3 E S IM O C ONV EGNO D I. AL . . C OM E NAS C E QUE STO M E E TING E C OM E S I È E VOLUTO NE L TE M P O?

Il meeting è senza dubbio il momento chiave del business della nostra associazione. Da sempre creiamo questo momento di aggregazione nel mese di novembre/dicembre come rendicontazione dell’anno commerciale e per strutturare le basi per il nuovo. E la presenza attiva da parte dei manager dell’industria, oltre che degli amministratori delle aziende associate al Di.Al., ci stanno dando ragione. C OM ’È STATO C OSTRUITO IL M E E TING? C ON QUAL I OB IE TTIV I E QUAL E IL TE M A C E NTRAL E ?

Partiamo dal tema centrale che è poi il volano di tutto ciò che abbiamo presentato: “Osiamo Cambiare”. Questo è

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il claim che abbiamo scelto per raccontare il nostro percorso. Lo scenario economico/sociale che stiamo vivendo ci ha messo davanti a scelte che cambieranno, si spera in meglio, il mondo della distribuzione. I principali Economics ci segnalano aumenti vertiginosi delle materie prime che porteranno al riconsiderare la spesa media delle famiglie italiane e, soprattutto nella prima parte dell’anno, assisteremo a un’inflazione senza precedenti. Questo ci porterà a rimettere in discussione tutte le politiche di distribuzione, come la logistica, il credito e, non ultimo, il roll-over degli acquisti in magazzino. ENTRIAMO NEL MERITO DEI DATI PRESENTATI. QUAL È LO STATO DI SALUTE DEL COMPARTO?

Gli analisti continuano a individuare l’Italia come il paese che si riprenderà prima dalla pandemia. Per quel che riguarda il nostro comparto, nonostante Confcommercio abbia evidenziato una flessione dei consumi nel fuori casa, possiamo confermare che Distribuzione e Pdv hanno reagito molto bene nei periodi in cui non ci sono state grosse restrizioni. Riprendere i numeri a cui i PDV erano abituati e, di riflesso, anche a cui erano abituati i nostri distributori, è la sfida per il prossimo futuro. COME SONO I RAPPORTI C ON L’ I NDU STR I A E COSA AV E TE CHI ESTO LORO?

Si lavora a quattro mani con l’industria per studiare insieme le giuste strategie. A loro chiediamo garanzie maggiori sulla gestione dei forecast di produzione e, soprattutto, di rivedere gli obiettivi di crescita in volume con relativi target.

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Ci siamo trovati in difficoltà in alcuni periodi dell’anno per le differenti rotture di stock, che si sono amplificate in qualche caso per la mancanza di trasportatori. Inoltre, gli aumenti imminenti non potranno garantire un numero incrementale di volumi. BILANCIO DI QUESTO MEETING A COURMAYEUR?

Abbiamo presentato diversi dati di mercato, rimarcando la questione degli aumenti imminenti ma abbiamo toccato anche punti molto delicati grazie al nostro partner Cribis D&B (società che fornisce servizi per la gestione del credito) che ha presentato un nuovo ed evolutivo corso che metteremo a disposizione dei nostri associati. Infine, ci stiamo strutturando per un nuovo progetto, molto ambizioso: una piattaforma di dropshipping, presentata ufficialmente per la prima volta durante il Meeting, che ci proietterà in una più moderna era distributiva. Dobbiamo viaggiare di pari passo con la tecnologia e cavalcare i cambiamenti che ne derivano. Solo in questo modo possiamo pensare di continuare la nostra attività rimanendo centrali nella scelta dei punti vendita Horeca.



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GREEN ECONOMY / PNRR

Q UA N D O I L VERDE È 4.0 R IN N OVO D E L PA RC O VE I C OL I , STRU TTU RA ZI O N E D E L L E R E T I INFO RM AT I C H E E RA Z I O N A L I ZZA ZI O N E DE LLE C O N S EG N E : I L G R E E N NE W DEA L I M PO N E U N RIP EN SA M E N TO A L M O D U S O P ERA N DI D E I D I ST R I BU TO R I D I A L B E RTO G E RO S A

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’è una pioggia di soldi che sta per entrare nelle tasche dei grossisti. Tutti i grossisti? No, solo quelli che sapranno assecondare la svolta green fortemente caldeggiata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza/Pnrr, sforzo economico di oltre 191 miliardi di euro finalizzato a traghettare l’Italia verso la sostenibilità e la digitalizzazione. Alcune cifre? 1 miliardo di euro per sostenere progetti e attività inerenti le energie rinnovabili e le batterie. 741.320.000 euro per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica. 424 milioni di euro stanziati per il rinnovo di flotte bus e per i treni verdi. Ebbene, come aver accesso alle sovvenzioni previste? Innanzitutto svecchiando il proprio parco veicoli. In attesa della rivoluzione dell’idrogeno, alla quale il governo


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L A TRANS IZIONE D IGITAL E

già sta pensando (lo stesso Pnrr prevede ben 910 milioni di euro per la ricerca a riguardo), la frontiera della mobilitazione eco-friendly delle merci è quella dell’elettrico. In verità c’è già chi ha pensato di dotarsi di auto e furgoni elettrici, in particolare quei distributori che consegnano nei centri storici delle grandi città. Senza contare che esiste già un ampio ventaglio di imprese specializzate nella logistica esterna, che mettono a disposizione veicoli elettrici a noleggio. Anche a lungo termine. Così, in attesa dei fondi previsti dal Pnrr e che verranno fissati dai decreti attuativi, anche i grossisti poco strutturati o capitalizzati possono effettuare le loro consegne su veicoli elettrici, spesso personalizzabili con i loro loghi e insegne. Dimostrando così a coloro che non mettono piede in azienda (dove non di rado già sono all’opera pannelli fotovoltaici, muletti e transpallet elettrici) che il loro impegno per la transizione ambientale non è solo a parole. Il ‘collo di bottiglia’ sta nel fatto che per il momento la stazza dei veicoli elettrici rimane ampiamente sotto i 30 quintali; ma l’industria dell’automotive si sta adeguando celermente, come dimostra l’ “e-Lkw”, l’autoarticolato da ben 40 tonnellate che già percorre in lungo e in largo le strade della Germania per conto del colosso della Gdo Aldi.

La rivoluzione green non si esaurisce però nell’adeguamento del trasporto su gomma (ancora padrone della logistica, nonostante gli investimenti su rotaia) a standard più sostenibili. La transizione ecologica va infatti di pari passo con quella digitale: lo dimostrano i quasi 13 miliardi di euro (inclusi gli interventi sulle PA) stanziati dal Governo per quest’ultima. Si tratta d’altronde di un processo inarrestabile, avviato già da tempo con la fatturazione elettronica e che ha già consentito ingenti risparmi in termini di materiali, spazi e risorse. Lo strumento, messo a punto dal Mise è il Piano Nazionale Transizione 4.0 (erede del piano Industria 4.0), capitolato che si basa sulla legge di bilancio 2021, prevede un credito d’imposta finalizzato all’innovazione tecnologica delle imprese. Coloro che intendono usufruirne possono scaricare il relativo modello di comunicazione dal sito del Mise. Certo, affinché la transizione delle imprese avvenga in maniera fluida sarà giocoforza che il processo vada di pari passo con lo svecchiamento delle strutture statali, in primis delle pubbliche amministrazioni: è proprio a questo che mira la task-force di 1.000 professionisti (vere e proprie “squadre di pronto intervento Pnrr”, dagli

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esperti giuridici ai geometri agli informatici), selezionati dal Ministero per la PA per supportare regioni e province con l’obiettivo di intervenire sul territorio velocizzando procedure, appalti, autorizzazioni, progetti e investimenti. Difficile immaginarsi che questo nel futuro prossimo possa rendere marginale/superfluo il ruolo del commercialista. La tendenza è comunque quella di una progressiva semplificazione, della quale GBI non mancherà di tenere costantemente aggiornati i propri lettori. Metteranno le mani sui soldi allocati dal Pnrr le imprese che sapranno strutturare le proprie reti informatiche e, soprattutto, capaci di renderle interconnesse con quelle delle altre aziende della filiera. D’altronde, Amazon ce l’ha insegnato: il mercato si conquista se le informazioni sono un’unica cosa con le merci, circostanza oggi a portata di mano grazie alla IoT - Internet of Things. Si potrà così razionalizzare il meccanismo delle scorte (cui tuttavia andrebbe dedicato uno studio a parte) e soprattutto delle consegne: chi non conosce infatti il fenomeno dei viaggi a vuoto dei camion, che spesso in mancanza di una schedule ben definita coprono lunghe distanze scarichi per garantire spazio sufficiente alla merce del primo cliente utile? Ma non è tutto. L’implementazione delle reti favorirà la trasparenza (oggi più che mai irrinunciabile) e avvicinerà le aziende a quel Graal dell’approccio sostenibile che è l’economia circolare.

Sì, perché a cosa serve una logistica green se la produzione supportata da quella logistica non lo è? E rimanendo in ambito distributivo, quanti sono oggi i grossisti che mobilitano merci sostenibili con bancali altrettanto green, come ha fatto Eurodisplay Design in Progress adottando per i suoi espositori riciclabili i pallet Palm Sb in legno certificato Fsc? Certo, in un simile processo di razionalizzazione l’amministrazione pubblica dovrà fare la sua parte, ripensando per esempio la viabilità alla luce delle esigenze della logistica del giorno d’oggi. Ztl, aree C e simili restrizioni mettono a dura prova il rifornimento di locali come bar, ristoranti, pub e discoteche, almeno fino a quando non verranno introdotte soluzioni attualmente allo studio come le consegne effettuate da droni o addirittura dai taxi volanti. No, non è Blade Runner. È il domani, a separarlo da noi c’è solo una montagna di permessi da parte dell’autorità europea per la sicurezza nel volo...

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L A TRANSI ZI ONE ECOLOG I CA VA DI PARI PASSO C ON QU E L L A DI G I TAL E : LO DI MOST RANO I QUASI 13 MI L I AR DI DI E URO STANZI ATI DAL G OVE R NO

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FORMAZIONE

OPERAZIONE C U LT U R A ! AU M E N TA R E L A C O N O S C E N Z A E L A P R E PA R A Z I O N E D E G L I O P E R AT O R I È F O N D A M E N T A L E , A N Z I I M P R E S C I N D I B I L E P E R AV V I A R E U N P R O C E S S O D I MODERNIZZAZIONE DEL SETTORE. NASCE CON QUESTO SCOPO IL MASTER D E L L A LU I S S I N B U S I N E S S M A N AG E M E N T. M A S E RV E U N A M AG G I O R E C O N S A P E V O L E Z Z A D E L S U O P O T E N Z I A L E D A PA RT E D E I D I S T R I B U T O R I D I M A R I A E L E N A D I PAC E

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FDB è l’Associazione impegnata nella formazione del capitale umano e nella promozione della cultura manageriale di un settore storico dell’economia italiana come quello del fuori casa. Il suo pluriennale e costante impegno rappresenta un’esperienza unica nel panorama italiano. Contribuisce a formare manager, specialisti di settore di alto profilo e molti giovani imprenditori anche nella distribuzione fuori casa. Diciamo anche perché molti corsisti rimangono nel mondo dell’industria e non concorrono al ricambio generazionale della categoria. “Su questo punto occorre fare un po’ di chiarezza – spiega Febo Leondini, Presidente di AFDB - Cominciamo con l’industria e, nello specifico, quella alimentare: quasi il 70% di queste realtà in Italia ha meno di 9 dipendenti e, sono dati pre-pandemici, nella globalità del panorama industriale alimentare italiano il 50% degli addetti ha la

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licenza media inferiore, il 43% il diploma di scuola media superiore e solo il 7% una laurea. Nella distribuzione di bevande la dimensione media delle aziende è intorno ai 3,3 mio€ e, se consideriamo quelle specializzate nel food, ci attestiamo intorno ai 6 mio€. Ora, partendo da queste realtà, è evidente come sia già molto difficile trovare soluzioni in grado di valorizzare la preparazione di allievi con un Master di I livello a portata dell’industria; la complessità aumenta quando si parla di Distribuzione. Detto questo, è evidente che un miglioramento delle conoscenze e della preparazione degli operatori sia fondamentale, anzi imprescindibile, per avviare un processo di modernizzazione, ma questo non andrebbe solo detto all’Università, bensì anche agli operatori del mercato”. Sicuramente uno spunto interessante su cui riflettere quello lanciato dal Presidente Leondini. Ma facciamo un passo indietro. Proviamo a capire meglio cos’è AFDB e qual è la sua mission.


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FACCIAMO UN RAPIDO CENNO ALL A STORIA D I A F D B C H E N E L 2 02 2 C O M P I E 2 3 A N N I … A FD B È UN ACRONI MO DI ?

Associazione per la Formazione dei Distributori di Bevande. Come spesso accade l’acronimo non rappresenta più una descrizione precisa dei fini dell’Associazione che oggi si rivolge all’intero mondo dell’HoReCa e non solo a quello specifico del beverage. PA R LIAMO D EL MASTER I N HOR ECA TRAD E M A NAG EMENT PR ESSO L A LU I SS BUS INE S S S C HOOL E L’EXECU TI VE PROGRAMM E H O RECA B USINESS. COME SI ARTI COL A L A P ROPOSTA FOR MATI VA?

La proposta formativa si suddivide in due percorsi distinti ugualmente importanti. Il primo è il Master di I Livello in Trade Management che si rivolge a studenti che abbiano conseguito almeno una laurea triennale e può rappresentare, oltre che un momento di approfondimento in vista di ulteriori percorsi accademici, anche la conclusione del

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momento formativo individuale. Il titolo, rilasciato al termine del corso, è riconosciuto dal MIUR ed è qualificante anche in prospettiva lavorativa. Il secondo, invece, è un corso Executive, l’Executive Program in Horeca Business, il cui candidato ideale è una figura o imprenditoriale, oppure che abbia maturato almeno 3 anni di esperienza aziendale. Si tratta di un percorso di approfondimento specifico che vive soprattutto di interazioni d’aula e di scambio di esperienze a cui i diversi docenti sono chiamati a dare veste razionale. C H E TIP O D I FOR M AZIONE R I CE VO N O QUIND I GL I AL L IE V I E QUAL I S O N O G LI OB IE TTIV I FINAL I?

Il Master è idealmente scindibile in due momenti formativi: il primo riguarda i corsi comuni, dura circa un trimestre e ha il compito di uniformare la preparazione economico-aziendale dell’aula; il secondo è costituito dai corsi specifici, dura circa 5 mesi e ha la funzione di spiegare come funziona, e come dovrebbe e potrebbe funzionare, il mercato dell’HoReCa in

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Italia. La formazione è caratterizzata sia da lezioni frontali che da testimonianze e visite in particolari Punti di Vendita. Durante le lezioni frontali è posta particolare attenzione alla dinamica d’aula, per cercare di trasferire agli studenti le regole formali per affinare un metodo di indagine, più che delle nozioni. Il Master si conclude con una ricerca finale, che talvolta può essere sostituita da uno stage in azienda, su un tema commissionato da una delle aziende partner o su un argomento di interesse generale per il Canale HoReCa. L’obiettivo finale del Master è quello di introdurre alle dinamiche del più complesso Mercato HoReCa europeo le persone che di lì a poco saranno chiamate a prenderne parte attiva. P ROMUOV ET E SCAMBI I NTER NAZI ONAL I?

L’internazionalizzazione dei corsi è un aspetto molto dibattuto al quale, per il momento, non siamo riusciti a dare una risposta soddisfacente. Si tratta comunque di un argomento ben presente nell’agenda associativa e al quale speriamo di dare risposte, anche se la pandemia ha reso tutto molto più difficile. S O NO MOLT E LE AZI ENDE DEL BEVE RAGE PA RT N ER D I A FDB. E CON LORO FATE D I V ERSI PROGETTI CHE VENGONO SV ILUPPAT I DAI RAGAZZI DEL CORS O.

Ogni singolo progetto è coperto da una serie di regole di riservatezza. Posso, però, con un certo orgoglio dire che i ragazzi di Trade hanno sviluppato elaborati per AsahiPeroni, Conserve Italia, Coca Cola e Chef Express tessendo rapporti, nello sviluppo del lavoro, anche con Helly Hansen e una start up, Waste Warrior, fondata da un ex allievo del Master. L’I ND UST RIA CHE SOSTI ENE A FD B H A UN RU OLO DI S E MPL IC E SPONSOR O E N T RA N EL MER I TO DELLE S C E LT E D IDAT TI CHE?

Per quanto riguarda le scelte didattiche occorre fare una distinzione precisa tra il Master e l’Executive. Nel primo, essendo un corso riconosciuto dal MIUR, esiste un comitato

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di indirizzo che propone alla direzione scientifica gli eventuali aggiornamenti didattici che, a sua volta, ne valuta insindacabilmente la fattibilità sia in termini operativi che di aderenza alle richieste del Ministero. Per l’Executive, invece, c’è molta più autonomia e, quindi, il programma può essere aggiornato e rivisto con molta più flessibilità. AV E TE ANC H E UN UFFIC IO P L ACE M E N T ?

Non diretto, ma attraverso il Career Service della LUISS. DAL 2 02 0 L E I R IV E STE IL RUO LO D I P R E S ID E NTE AFD B. QUAL È L A COSA D I C UI VA P IÙ ORGOGL IOS O E L A COSA CH E AV R E B B E VOLUTO AV E S S E P IÙ RI S CO N T RO?

Risposte sintetiche: più orgoglioso aver visto gli studenti ricevere i complimenti di alcune tra le più importanti aziende multinazionali per i progetti presentati; più riscontro vorrei che sia il Master che, soprattutto, l’Executive fossero meno sottovalutati, perché il loro livello è eccellente. C OM E IM M AGINA IL FUTURO D I Q U E STO P E RC ORS O?

L’HoReCa è cambiato in questi ultimi due anni, e cambierà ancora in futuro; essere protagonisti di un mercato che si trasforma richiede preparazione ed esperienza. L’esperienza arriva dal passato, la preparazione dallo sguardo sul futuro che solo un’adeguata formazione può garantire. L’idea di fondo è di recuperare un corretto rapporto con queste due polarità, evitando da un lato di perdere la memoria storica, ma dall’altro di non perdere il presente tentando di spiegare il passato, dimenticandosi del futuro.


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AMARO SALENTO PIÙ AMARO PIÙ AMORE

UN MIX DI 45 ERBE, RADICI, FIORI, RIZOMI, SCORZE E CORTECCE DI CUI NON POTRAI PIÙ FARE A MENO NEL TUO ASSORTIMENTO

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www.amarosalento.it

na storia che inizia intorno alla metà del secolo scorso. Era attività comune nel Salento la produzione casalinga di liquori e rosoli vari in un mondo contadino dove l’acquisto di distillati era pratica sconosciuta ai più. In alcuni bar era possibile degustare liquori o amari ricavati artigianalmente dalla macerazione di erbe e radici autoctone, utilizzati soprattutto per allungare e “correggere” il caffè. Come appunto avvenne nel bar Venezia a Veglie, in provincia di Lecce, dove negli anni ’40, prima della seconda guerra mondiale, Raffaele Mazzotta, con una ricetta di poche erbe suggerita da un monaco questuante del vicino convento dei frati minori di San Giuseppe da Copertino, cominciò a produrre un amaro molto amato dai tanti soldati americani che se ne andavano in giro per il paese dopo la Liberazione. Oggi quella stessa ricetta è andata perduta, ma nel 2014 Realino Mazzotta, figlio di Raffaele, ha realizzato Amaro Salento, un prodotto imbottigliato artigianalmente a Veglie. Una sinfonia di profumi, odori e sapori con una gradazione alcolica di 35 gradi che si traduce in un prodotto dal gusto intenso e gradevole. Perfetto da bere liscio, freddo o come componente di cocktail. Recentemente è stata anche prodotta una versione “amarissima” a 39 gradi con una quasi assenza di zuccheri (0,7%) e un piacevole retrogusto alla menta.

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I N T E RV I STA

PIER FRANCO CASADIO DIRETTORE COMMERCIALE HORECA CONSERVE ITALIA

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iliera Horeca. Un concetto che gli addetti ai lavori hanno sempre immaginato molto chiaro ed evidente a chi questo settore lo approccia da consumatore e non da operatore. Eppure, la pandemia ci ha fatto scoprire quanto questa realtà non sia poi così nota a tutti. Addirittura, gli stessi rappresentanti del Governo, quando si sono dovuti occupare dei ristori per il settore Fuori Casa, hanno completamente ignorato la categoria dei distributori ammettendo di non sapere del loro ruolo centrale all’interno della filiera horeca. Una filiera complessa, da immaginare come pezzi di un puzzle dove ciascun elemento deve trovare il giusto incastro per permettere all’intero sistema di funzionare.

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Ruoli chiave in questo delicato meccanismo sono quelli ‘interpretati’ dall’industria e dal distributore. Solo il perfetto connubio tra queste due ‘parti’ permette al ‘sistema Horeca’ di esistere. E ci sono aziende che di questa partnership ne hanno sempre fatto il loro punto di forza. Come nel caso di Conserve Italia, player di riferimento nel settore Fuori Casa. Abbiamo incontrato Pier Franco Casadio, storico direttore commerciale horeca dell’azienda per ripercorrere le tappe che hanno portato Conserve Italia a diventare un partner strategico per i distributori. L E I RAP P R E S E NTA L A STOR IA D I C ONS E RV E ITAL IA NE L C ANAL E H OR EC A. C OM E S I È TRAS FOR M ATA L’AZIE NDA NEGL I ANNI?


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Cominciamo col dire che la nostra presenza nel canale Horeca parte da lontano. Sia Yoga (primo succo nato in Italia nel 1946) che Derby erano presenti nei bar italiani già dai primi anni ’50. Con gli anni abbiamo maturato questa vocazione che ci ha portato ad avere formati, ricette e una struttura commerciale dedicata, sia di sell in che di sell out già a partire dagli anni’90. Questo processo ha coinvolto nel tempo anche i prodotti food con formati, ricette e brand dedicati al canale tra i quali spiccano Cirio Alta Cucina, Valfrutta Gran Chef e Jolly Colombani. Questa evoluzione non si è fermata, tanto che da un anno abbiamo creato un’unica divisione commerciale food e beverage in modo da sfruttare al meglio le sinergie del nostro ricco portafoglio prodotti e dare ai nostri clienti distributori l’opportunità di trattare marche italiane leader, da filiera controllata e certificata. D’altronde la nostra mission in quanto Gruppo cooperativo è quella di “valorizzare la materia prima agricola conferita dai nostri 14.000 soci agricoltori” e oltre il 90% dei nostri prodotti (escludendo l’ananas e qualche altro prodotto esotico) è di filiera. Italianità, filiera agricola, qualità controllata, prodotti dedicati al canale sia food che beverage, sostenibilità: tutti elementi che contribuiscono al nostro obiettivo, quello di essere una vera TOTAL HORECA COMPANY, italiana al 100%.

allargano un listino ma concetti innovativi ed esclusivi, come ad esempio DIFESA, un succo al gusto Ace-Passion Fruit che oltre alle vitamine A, C ed E vede tra gli ingredienti la vitamina D e lo zinco, elementi fondamentali per le nostre difese immunitarie. Li abbiamo proposti sia nella gamma Yoga che Derby Blue. DIFESA inoltre è un prodotto senza zuccheri aggiunti così come ci chiede il consumatore di oggi, così come sono senza zuccheri aggiunti anche altre due importanti innovazioni proposte da Yoga: i CENTRIFUGATI (mix di frutta, verdure e spezie) e i gusti PERA dell’Emilia Romagna IGP e PESCA NETTARINA di Romagna IGP, che fanno parte della linea L’Arte del 100% Frutta. Questo a dimostrazione che già dal 2017 con il lancio di questa linea, le nostre innovazioni sono tutte senza zuccheri aggiunti, quindi ben prima che si parlasse di sugar tax. Ma non ci fermeremo qui. Nel corso del 2022 ci saranno importanti innovazioni che interesseranno i brand Derby Blue e Valfrutta BIO, i nostri succhi biologici che nei gusti principali sono composti solo da materia prima italiana.

PER I L 2 02 2 QUALI NOV ITÀ PR ESENTATE?

Abbiamo vissuto – e in un certo senso ancora viviamo – un periodo estremamente complicato che ha coinvolto tutta la filiera. Non possiamo dimenticare che nel 2020 il canale Horeca è tornato ai valori di 18 anni prima, dopo che aveva

L’anno in corso ci vedrà consolidare i nostri recenti lanci, prodotti moderni e di grande qualità studiati per il consumatore di oggi. Non gusti nuovi che

D UE ANNI D IFFIC IL I QUE L L I AL L E S PAL L E . C OM E H A R E AGITO L A C ATEGOR IA D E I D ISTR IB UTOR I? I P IÙ V IRTUOS I , C H E C AM B IAM E NTI H ANNO FATTO NE L LORO M OD O D I L AVORAR E ?

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raggiunto e superato il 33% del valore totale dei consumi food e beverage. Anche il 2021, caratterizzato da continui stop and go, ha visto un recupero solo parziale del fatturato perso. Inevitabilmente tutti gli operatori del canale, aziende di produzione e di distribuzione così come i punti vendita ne hanno sofferto. Chi ha dimostrato però maggiore flessibilità organizzativa è riuscito a difendersi più efficacemente. Mi spiego meglio: nei periodi di chiusura dei pubblici esercizi ci siamo concentrati maggiormente, grazie alla nostra squadra di sell out, sui negozi di prossimità che durante i vari lockdown hanno visto migliorare le loro performance commerciali. I distributori che ci hanno seguito in questo percorso ne hanno beneficiato. Sono poi tornate in auge modalità di distribuzione come l’asporto e il delivery, e in questo caso sia i nostri prodotti beverage, in gran parte monodose, che i prodotti food adatti a qualsiasi preparazione, dalla pizza alla cucina, hanno facilitato il lavoro dei nostri clienti. I L 2 02 2 È PI ENO DI TENS IONI SU PR EZZI , TRASPORT I, AP PROVVI GI ONAMENTI… C OSA STA SU CCEDENDO? E Q UAL E È I L VOSTRO APPROCCIO?

Grazie per la domanda! C’è bisogno di fare chiarezza perché il rischio che le aziende di produzione passino per insensibili in un momento ancora di grande fragilità per il settore fuori casa, c’è ed è tangibile. Tuttavia, bisogna anche dire che gli aumenti sono generalizzati e vanno a colpire tutti, comprese le nostre produzioni. Se si pensa che rispetto a dicembre 2020, cioè a un anno fa, il

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costo del Pet per produrre le bottiglie è aumentato dell’84%, che il vetro per le bottiglie è difficile da reperire e con un aumento significativo dei costi. E ancora, le cellulose per produrre carta e cartone hanno subito rincari tra il 60% e il 70%. A questi si aggiungono i costi dell’energia schizzati letteralmente alle stelle; e sono solo alcuni esempi. A completare la “tempesta perfetta” le materie prime agricole, complici le gelate primaverili e la siccità estiva, hanno subito incrementi medi del 40%, oltre a carenze significative di molti prodotti. Noi di Conserve Italia abbiamo deciso di tenere un comportamento responsabile e di assorbire una parte significativa di questi aumenti consapevoli del periodo difficile che il canale sta attraversando, ma è indispensabile un patto di filiera Horeca per cui distributore e punti vendita non applichino dei moltiplicatori di costo tali che, una volta riversati sul consumatore finale, rischino di portare il sistema al collasso e di penalizzare fortemente la ripresa dei consumi. L A PAND E M IA H A AC C E NTUATO L’ATTE NZIONE S U TE M I FONDAM E NTAL I C OM E L A S OSTE NIB IL ITÀ.


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I N CHE MODO L A VOSTRA AZI ENDA STA SPOSAN D O QU ESTI TEMI ?

Il tema della sostenibilità meriterebbe un capitolo a sé, in primo luogo perché nel 2021 abbiamo pubblicato il nostro ottavo Report di Sostenibilità. Cito solamente alcuni interventi, a partire dal riutilizzo degli scarti di produzione. Oltre 50.000

tonnellate di sottoprodotti recuperati ogni anno nei nostri stabilimenti sono destinati all’alimentazione zootecnica o alla produzione di energia, ad esempio nell’impianto a biogas dello stabilimento di Pomposa (FE), uno dei più grandi d’Europa mentre, sempre parlando di energia, tutta la produzione a marchio Valfrutta avviene grazie all’utilizzo di energia eolica. Siamo molto sensibili a non sprecare l’acqua, elemento sempre più prezioso. I sistemi di recupero e riciclo interno consentono una riduzione dei consumi nei nostri stabilimenti fino all’80%, mentre in tema di packaging abbiamo avviato da anni un processo di riduzione del peso delle bottiglie in pet che ci ha

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fatto risparmiare oltre 3.500 tonnellate di plastica negli ultimi 5 anni, così come l’utilizzo di contenitori in Tetra Recart composti per l’86% da fonti vegetali. QUALI SONO I VOSTRI OBIETTIVI A MEDIO E LUNGO TERMINE?

Noi non proponiamo al mercato commodities, ma prodotti italiani, di marca, con ricette e formati studiati per questo canale e con un’attenzione maniacale per la qualità e il controllo; cito un esempio legato alla nostra linea di punta Valfrutta BIO. Il nostro laboratorio centrale di San Lazzaro, che ogni anno svolge più di 11.000 controlli, è in grado di rilevare anche la minima traccia di residui di fitofarmaci presenti in una materia prima che in questo caso viene rispedita al mittente e non inserita nelle nostre ricette; questa attenzione è posta su ogni prodotto. Tutti questi processi che vanno dalla semina, al controllo in campo, alla produzione e stoccaggio fino al confezionamento e al prodotto finito, meritano di essere conosciuti perché dietro vi sono persone, tecnologia, capacità e inventiva. Il nostro principale obiettivo è portare cultura sui nostri prodotti. A breve la nostra Accademia dell’Horeca, una piattaforma virtuale dove sarà possibile conoscere tutto quello che sta dietro al prodotto finito e che in gran parte dei casi non è noto. Solo grazie alla cultura potremo, insieme ai nostri partner della distribuzione e a chi gestisce i punti di consumo dare valore a prodotti di grande qualità, provenienza italiana, trasparenza e sostenibilità, fedeli alla nostra mission e ai 14.000 agricoltori che ogni giorno coltivano queste preziose materie prime con grande dedizione e passione.

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IL DISTRIBUTORE INVISIBILE

L A GESTIONE DEI MAGAZZINI: BALL ARE DA SOLI NON È BELLO! I L COVI D-19 STA DI C E NDO CH E È NECE SSAR I O R I VE DE R E L E MODA LITÀ E SEC UTI VE DI MOLTI PROCE SSI DAT I PER C ONSOL I DATI E I MMUTABI L I NEL T EMPO; U NO DI QUE STI R I G UAR DA L A GEST ION E DE L MAGAZZI NO DI FEBO LEONDINI

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n un mercato sempre più dinamico, in cui i concorrenti sono anche modelli distributivi alternativi al grossista, la migliore risposta consiste nell’aumentare contemporaneamente efficienza ed efficacia; vale a dire offrire maggiori servizi a costi inferiori rispetto alla situazione attuale. Compito di questa rubrica è quello di invitare a riflettere sull’operatività dell’azienda attraverso l’analisi di alcuni processi fondamentali. Il primo di questi riguarda il magazzino. In questa sede lo studio si limita ad analizzare le componenti strutturali di una gestione del magazzino. In particolare, gli aspetti da evidenziare sono riconducibili a tre grandi aggregati: • Fisici • Procedurali • Gestionali AS P E TTI FIS IC I

L’analisi degli aspetti fisici vuole evidenziare i vincoli di sostenibilità, di costo, opportunità e di efficienza delle strutture esistenti. Per quanto riguarda la sostenibilità, basta ricordare lo spreco di territorio conseguente alla frammentazione delle costruzioni. Già oggi, nel settore più in espansione durante la pandemia, si stima che per 1 mio di vendite on-line siano necessari 1.250 mq di magazzini, con una proliferazione insostenibile del processo di cementificazione.

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NOVITÀ PER L’HO.RE.CA.

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Questa considerazione pone le basi per l’analisi dei costi sulle opportunità delle strutture, e cioè se l’immobile sia un asset necessario all’attività di impresa. Sul punto vanno ricordate due caratteristiche che stanno diventando sempre più importanti: la localizzazione degli immobili, quasi sempre in zone di scarso valore commerciale e nullo residenziale, e la dinamica discendente dei valori per mq, a causa sia dell’onda lunga della crisi del 2008 che delle dinamiche puntuali di quella in corso. Il fatto è che, stante quanto sopra, potrebbe diventare più profittevole affittare spazi per la logistica on line rispetto allo stoccaggio di F&B, e a quel punto sarebbe l’intero modello di business ad essere messo in discussione. Ultimo punto riguarda l’efficienza delle strutture esistenti: troppo grandi per essere riconvertite, troppo piccole per poter adottare piattaforme di meccanizzazione operativa delle procedure. Solo a titolo di esempio, l’installazione di un livello minimo di magazzino automatico richiede un BEP (breakeven point), per un

distributore beverage, di circa 20 mio di fatturato; 6 volte le dimensioni dell’azienda media del settore. AS P E TTI P ROC E D URAL I

Questi aspetti discendono in via diretta dalle dimensioni. Se, infatti, è vero che la tecnologia ha notevoli livelli di scalabilità, è altrettanto vero che esistono dei limiti minimi, al di sotto dei quali tutto diventa impossibile. L’adozione di piattaforme di meccanizzazione delle operazioni di logistica, o di efficientamento delle rotte di consegna, richiede dimensioni minime e, soprattutto, un approccio culturale completamente diverso dal “so io come si fanno i lavori”. AS P E TTI GE STIONAL I

Le caratteristiche gestionali sono quelle che, da un lato consentono un maggior grado di libertà, dall’altro richiedono una pesante revisione critica dei processi operativi

sottostanti. In fondo, parlare di gestione significa affrontare gli aspetti legati sia all’efficienza che all’efficacia dell’agire aziendale. Il punto è che entrambi questi costitutivi procedurali sono stati fortemente influenzati dall’avvento della digitalizzazione intesa non tanto come automazione di funzioni date, bensì come rimodulazione operativa basata sulla collaborazione Uomo-Macchina; e il magazzino è il luogo dove maggiormente questa interazione si palesa. Se il concetto di rovesciare il flusso Uomo verso Merce in Merce verso Uomo è ormai storia della logistica, e richiede investimenti ancora proibitivi, una via promettente è migliorare le condizioni generali di lavoro del personale consentendo, indirettamente, vantaggi di efficienza e di efficacia. C ONC LUS IONI

Il Covid-19 da un lato ha accelerato il processo di cambiamento, dall’altro ha chiarito che l’HoReCa non è una filiera, ma un ecosistema. Quest’ultimo punto è importante perché permette di interpretare il cambiamento in un’ottica evolutiva (ecosistema) e non meccanicistica (filiera). Pertanto, tornando dalla ‘biologia alla Distribuzione’, la digitalizzazione dei processi come mezzo per migliorare i risultati aziendali a costi inferiori richiede uno sforzo culturale articolato su due livelli: il primo riguarda la volontà di rivedere criticamente quanto avviene in azienda, il secondo richiama la necessità di sviluppare processi collaborativi utilizzando sia i Consorzi, che Italgrob, quale unica federazione riconosciuta della categoria. 80


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AZIENDE/KIMBO

AL SERVIZIO DEI PROFESSIONISTI DEL FUORI CASA C HI È KI M BO E Q UA L È L A SUA A M BI ZI O N E PE R I L 2 02 2? Per Kimbo il mondo del fuori casa ha una rilevanza notevole. L’azienda ha infatti recentemente ristrutturato la propria organizzazione Commerciale per presidiare al meglio i canali Ho.Re.Ca, OCS & Vending, il Canale delle Farmacie, e i Clienti Direzionali (Autogrill, De Longhi, Bar Atlantic). Segmenti ad alto tasso di innovazione in cui Kimbo crede molto, come commenta Roberto Ciapparelli, a capo della Business Unit: “L’ambizione di Kimbo è vincere guadagnando quote di mercato, generando crescita profittevole e creando un team motivato e aperto al cambiamento con approcci specifici per ogni canale, rivolgendoci al mercato con professionalità e dinamicità, fornendo servizi e formazione agli addetti ai lavori ed esplorando nuove opportunità e sinergie fuori dalla nostra comfort zone”. Secondo Kimbo, qual è il ruolo del caffè nella ristorazione? “Il caffè a fine pasto è il ricordo che rimarrà impresso nella memoria del consumatore una volta terminato il pranzo o la cena fuori casa. Purtroppo, nella maggior parte dei casi questo ricordo non è sempre positivo. Noi di Kimbo, al contrario, cerchiamo di offrire al consumatore un caffè di alta qualità anche al ristorante. È proprio questa una delle nostre mission, che viene perseguita attraverso l’innovazione tecnologica della macchina Caffitaly e il prodotto di alta qualità in capsula, sia nella versione monodose che bidose, a disposizione dei professionisti.” Spiega Francesca Capolongo - Channel Marketing

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Manager AFH. Kimbo pensa proprio a tutto, mettendo a disposizione dei professionisti gli strumenti giusti. Grazie alla macchina Caffitaly, semplice e immediata nell’utilizzo con le sue pratiche capsule, sarà possibile realizzare fino a 4 caffè contemporaneamente garantendo ai clienti di gustare un perfetto espresso anche al ristorante. Quali innovazioni di prodotto avete pensato per il fuori casa? Tra gli ultimi lanci sul mercato la bevanda Kimbo Sparkling Coffee, frizzante e al gusto caffè 100% arabica: nuova, fresca e rigenerante, ideale per rendere ancora più speciale la pausa, l’aperitivo al bar o per un momento di piacere on-the go. Sempre parlando di novità, l’azienda propone Kimbo Coffee Spirits, un liquore di caffè 100% Arabica pensato per chi è alla ricerca di un’alternativa al solito amaro di fine pasto, da servire rigorosamente freddo e con ghiaccio. Nei prossimi articoli dedicati a Kimbo ulteriori dettagli per approfondire insieme all’azienda il canale del fuori casa e scoprire le tante opportunità pensate per i professionisti.


dinamomilano.com

#BeClimatePositive

DALLE SORGENTI TRENTINE DI ALTA QUOTA THE CLIMATE POSITIVE WATER

UN’ACQUA POSITIVA PER IL CLIMA MERITA UN’ETICHETTA RISPETTOSA DELL’AMBIENTE

Il nostro pianeta in pericolo diventa il protagonista della nuova livrea di Acqua Levico. L’etichetta, stampata su una carta altamente riciclabile e lavabile in modo tale da lasciare il minimo di residui, è stata studiata per ridurre al massimo la quantità di inchiostro. Questo la rende ancora più ecologica e perfetta per il messaggio “The Climate Positive Water”.

www.levicoacque.it


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M e d i a Pa r t n e r

AM AN TI D E L V E RO BURGER G O U RMET AL L’ ITAL I A NA? AL LO RA N O N POT E T E P E R D E R E L A F IN A L I S S I M A D E L L A 4° E D I Z I ONE D I B URG E R BATT L E I TAL IA , I L TAL E N T C HE O G NI A NNO I NC O RO NA I L R E D E L L’ H A M B U RG ER PE R F E TTO!

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È TEMPO DI BURGER BATTLE Appuntamento per tutti al Beer&Food Attraction di Rimini, dove per l’occasione sarà allestito un vero e proprio street food village di 300 mq con diversi food truck per assaggi, area live cooking per momenti di formazione dedicati al mondo food e, naturalmente, il 28 marzo, la finalissima live della Burger Battle. I sei Chef vincitori delle tappe del Tour svoltesi da nord a sud Italia, si sfideranno tra loro cucinando per una giuria di esperti.


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I FINALISTI

S T E FA N O D I V I RG I L I O ( V I N C I T O R E TA P PA D I P E S C A R A ) MARISA FILIPPINI ( V I N C I T R I C E TA P PA D I C U N E O ) S A R A R I T R O VA T O ( V I N C I T R I C E TA P PA D I R E G G I O CALABRIA) GIULUI REIBALDI ( V I N C I T O R E TA P PA D I S A L E R N O ) VA L E R I O R I C C I A R D I ( V I N C I T O R E TA P PA D I F RO S I N O N E ) ERCOLE FRUSONE ( V I N C I T O R E TA P PA D I R I M I N I )

Per l’occasione ogni chef dovrà presentare una ricetta dal suo menù o crearne una ad hoc, mentre nella finalissima gli sfidanti affronteranno una prova a sorpresa, battezzata “Out of the box”. Gli Chef dovranno improvvisare un burger gourmet utilizzando alcuni dei prodotti messi a disposizione da una scatola misteriosa che scopriranno pochi minuti prima della finalissima. Lo scopo? Stupire la giuria con una ricetta fuori dagli schemi per una vera gara a colpi di burger! L’evento è realizzato da Pastridor, marchio del gruppo

Lantmännen Unibake, secondo gruppo europeo nel settore della panificazione; Develey per le sue salse dal gusto inconfondibile e Pizzoli lo Specialista italiano delle patate da tre generazioni. In collaborazione con Warsteiner, la birra premium pilsner tedesca dal 1753; Baldi Food azienda multicanale nei settori carni e foodservice; Kikkoman; il Picchio; Iotti frigoriferi e cucine e Assitecnica. Appuntamento a Rimini per assistere alla spettacolare sfida e assaggiare il migliore Burger Gourmet 2022!

Q UA NDO : LUNEDÌ 28 MARZO

DOVE : PRESSO STAND 005 HALL A5 C5 DELLA FIERA DI RIMINI CO M E : VIENI ALLO STAND AD ASSISTERE ALLA FINALISSIMA! Organizzato da:

#TiSalsaLaVita

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PA R L I A M O N E I N S I E M E

N O N P U O I FA R E U N A B U O N A EC O N O M I A C O N U N A C AT T I VA E T I C A “RIDIAMO VALORE ALLA CATEGORIA AFFRONTANDO IL FUTURO SENZA RINUNCIARE A COMPORTAMENTI COMMERCIALI SANI, RISPETTOSI DI QUELLE REGOLE CHE, ANCHE SE NON SCRITTE, RIMANGONO LE FONDAMENTA MORALI DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI DISTRIBUTORI HORECA”

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DI DINO DI MARINO

DINO DI MARINO D I R E T TO R E I TA LG R O B

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o voluto riprendere nel titolo di queste mie ‘riflessioni’ una frase di Ezra Pound che si presta perfettamente all’introduzione dell’argomento che le circostanze attuali mi portano a dover affrontare: le corrette prassi commerciali nel settore della distribuzione horeca. Sicuramente un tema molto sentito in questa epoca pandemica, portatrice di oggettive difficoltà che, noi operatori del mercato dei consumi fuori casa, abbiamo dovuto affrontare, essendo stati, tra le diverse categorie, quelli maggiormente colpiti dagli effetti della crisi determinata dalle chiusure imposte per il contenimento del Covid 19. Prima di affrontare l’argomento, è d’obbligo una premessa: nel nostro settore, come in tanti altri, non sono mai mancati attori che hanno adottato pratiche commerciali discutibili, benché non rilevanti dal punto di vista legale. In un momento storico socialmente ed economicamente difficile, laddove si assiste ad una corsa al rincaro dei prodotti non sempre pienamente giustificata, non si comprendono - e sono da ritenere del tutto esecrabili - le scelte di alcuni importanti operatori della filiera distributiva Horeca. Il riferimento è all’utilizzo di alcune riprovevoli operazioni commerciali che sono segnalate su tutto il territorio nazionale e si possono riassumere in:


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• Sostituzione prodotto su prodotto, in particolare fusti birra • Vendita sottocosto • Elargizioni ai punti vendita, mascherate da “sconti anticipati” o da “fittizi contributi di visibilità” • Scouting aggressivo di dipendenti e collaboratori di altri distributori. ANALIZZIAMO IN DETTAGLIO I PUNTI ESPOSTI.

La sostituzione prodotto su prodotto, con particolare riferimento alla birra in fusto, è una pratica particolarmente fastidiosa, e lo diventa ancora di più quando a usarla, sono distributori da diretta emanazione di produttori birrai. Oltre a svilire l’immagine del “loro” prodotto abbassando il prezzo di vendita, si disconosce in questo modo il distributore che fino al giorno precedente era partner e, magari, aveva contribuito a far conoscere quel brand nel suo territorio. La vendita sottocosto su quasi l’intero listino per carpire nuova clientela, è una tattica con le gambe corte che non può essere sostenuta nel lungo periodo. Soprattutto in un periodo di forti rincari dei prezzi della merce e dei servizi. Quindi, perché opprimere i margini di quel mercato sapendo che sarà impossibile mantenere in futuro le stesse condizioni? Forse, così facendo, si spera di mettere in difficoltà qualche distributore locale per poi acquisirlo per pochi soldi? Di certo, non è nuova la pratica che alcune organizzazioni utilizzano per acquisire nuovi punti di consumo. Si stipula un contratto che prevede uno “sconto anticipato” o un “contributo di visibilità” inserendo obiettivi ettolitrici o di fatturato che il punto vendita non potrà mai

raggiungere. Si stabiliscono, eventuali penali talmente irrisorie che il punto vendita potrà tranquillamente non onorare il contratto, senza che ciò comporti gravi danni e senza dover restituire la somma incassata inizialmente. È abbastanza chiaro, dunque, che questa “prassi” può essere sostenuta solo da organizzazioni che hanno “le spalle coperte”. Anche lo scouting aggressivo, con proposte e promesse non sostenibili, porta a mio avviso solo a un aumento del costo dei dipendenti e collaboratori, che avanzeranno richieste sempre più consistenti per non lasciare una situazione economica della quale, fino al giorno prima, si ritenevano soddisfatti. RITORNANDO ALLA CONSIDERAZIONE INIZIALE:

“Non puoi fare una buona economia con una cattiva etica”, abbiamo visto che gli effetti dei comportamenti descritti creano almeno, due effetti negativi. Il primo, il più rapidamente intuibile, è la mortificazione della marginalità per tutto il mercato, compreso per chi ha deciso di perseguire certe politiche, anche svilendo il prezzo di prodotti di cui si dovrebbe essere il portabandiera. Una volta abbassata la marginalità, recuperare diventa impresa titanica! Il secondo effetto prodotto è “l’infedeltà” alla quale si induce il punto vendita, allettato da sempre maggiori offerte che lo porteranno a cambiare il proprio fornitore, magari solo per un anno, perché quello successivo vedrà arrivare qualcuno che offrirà condizioni ancora migliori. Per fortuna però, di contro, ci sono ancora molti clienti che apprezzano più il servizio che gli specchietti per le allodole!

C ONC LUS IONI

Consentitemi di concludere sostenendo che, come Federazione di tutti i distributori Food & Beverage, non possiamo che biasimare le pratiche sopra menzionate, da chiunque siano praticate. Non portano solo i disequilibri economici sopra esposti, con i conseguenti danni per tutto il settore, ma contribuiscono anche a creare una percezione di poca serietà e di scarso senso etico degli operatori della distribuzione. Non è questa di certo, la strada per ridare valore alla nostra categoria, per ritrovare convinzioni e compattezza e affrontare un futuro che si presenta complesso dove, a tutto potremmo rinunciare, tranne che all’etica di comportamenti commerciali sani, rispettosi di quelle regole che, anche se non scritte, rimangono le fondamenta morali della stragrande maggioranza dei distributori Horeca. 88


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in collaborazione con

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IDE NTIT Y Italgrob, è l’associazione nazionale di riferimento che raggruppa tutti i Distributori e le associazioni consortili che operano nel fuori casa Italiano. A seguito dell’evoluzione del mercato e della stessa categoria, la sua identità si è meglio esplicitata con la dizione: Federazione Italiana Distributori Horeca.

MISSION La sua mission principale è quella di rappresentare i distributori del settore Horeca, tutti accumunati dallo svolgere lo stesso servizio di fornitura e supporto specialistico/informativo al punto vendita.

VIS I O N Gli obiettivi di Italgrob, e nello specifico per quanto concerne il piano quadriennale, sono quelli di misurarsi in tre distinte aree di azione, contestuali alla propria mission. • POLITICO ECONOMICO SOCIALE • SINDACALE • ATTIVITÀ DI SERVIZI A SUPPORTO DELLA DISTRIBUZIONE FOOD & BEVERAGE CHE OPERA SUL MERCATO HORECA

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INTERNATIONAL HORECA MEETING L’unico evento dedicato agli operatori della filiera horeca (produttori, distributori e pubblici esercizi) e alle aziende produttrici del mondo Horeca.

GBI Magazine è l’organo ufficiale di ITALGROB. È il punto di riferimento per tutti i distributori di food&beverage che operano sul mercato nazionale nel canale Horeca.

GBI NEWS è il portale, collegato al Magazine GBI, ricco di notizie del settore Fuori Casa, aggiornate in tempo reale, a cui si affiancano una serie di newsletter dedicate a tutti i distributori e agli altri interlocutori della filiera Horeca.

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ISCRIZION I A ITA LG RO B DA PA RTE DI IMPRESE IND I P E N D E N TI : Anche i distributori non facenti parte dei consorzi federati possono iscriversi alla Federazione acquisendo una serie di vantaggiosi diritti: • Usufruire di particolari convenzioni stipulate direttamente dalla Federazione e di tutte le convenzioni stipulate dal Sistema Confindustria • Ricevere la rivista GBI, i bollettini economico-fiscali e i notiziari sugli avvenimenti del mercato • Pubblicare articoli della propria azienda sul sito italgrob.it e/o sulla rivista GBI e il portale GBI NEWS • Avere consulenza diretta nei casi di vertenze importanti con le Istituzioni locali (Comune, Regione, Sindacati, ecc)

P E R U LT E R I O R I I N F O R M A Z I O N I NON ESITATE A CONTATTARCI: 06.5913090 | segreteria@italgrob.it | www.italgrob.it

SITO ITALGROB.IT è il sito ufficiale della Federazione. Un punto di riferimento per tutte le notizie istituzionali di Italgrob.

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#NEWS AC Q U E M INE RA L I D ’ I TA L I A , SI R IPA RT E DA I FO N D I C L E S SI DRA E M AG N ETAR È arrivato il via libera all’ingresso dei fondi Clessidra Restructuring Fund e Magnetar in Acque minerali d’Italia, realtà che - oltre a Norda - conta tra i suoi marchi anche Gaudianello e Sangemini. Il Tribunale di Milano ha dato infatti parere favorevole all’omologa per il concordato del Gruppo attualmente di proprietà della famiglia Pessina, parere che arriva dopo che, lo scorso 26 settembre, era stata l’adunanza dei creditori a promuovere il piano. Lungo tutto il periodo della procedura avviata nel 2019, il Gruppo ha mantenuto l’operatività nei diversi siti di produzione in tutta Italia, dove controlla 27 fonti e 8 stabilimenti in cui lavorano oltre 300 dipendenti. Ma non è tutto, perché come recita

una nota del Gruppo, “dall’avvio del concordato, nonostante anche il periodo pandemico, Ami ha mantenuto la sua posizione di leadership nel mercato delle acque minerali in particolare nei canali HoReCa e Retail”. In attesa che nei prossimi giorni venga nominato un Cda con le nuove cariche e la ripartizione delle quote societarie tra i due Fondi azionisti e la Famiglia Pessina, il Gruppo nel suo complesso può ora guardare al futuro con maggiore serenità. Il percorso di rilancio che i nuovi azionisti, insieme all’attuale proprietà, si preparano ad attuare potrà a questo proposito contare su una “dote” di 50 milioni di euro apportata dal fondo italiano Clessidra e da quello americano Magnetar.

#NEWS SUNBREW 0,0%, LA NUOVA BIRRA ANALCOLICA DI CORONA CON VITAMINA D

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Corona ha lanciato in Canada (ma arriverà presto su tutti gli altri mercati) Sunbrew 0.0%, una birra analcolica arricchita

con vitamina D. Corona cerca così di alleviare il cosiddetto ‘winter blues’ nelle regioni come il Canada dove le attività outdoor non sono facilitate dall’inverno, così come l’esposizione al sole, fonte primaria per la produzione di vitamina D, ma soprattutto di approfittare della crescita che sta vivendo la categoria delle birre analcoliche. Secondo IWSR, infatti, il volume complessivo delle birre senza o a basso contenuto di alcol dovrebbe crescere del 31% entro il 2024. Già da anni i colossi della birra stanno adoperandosi per coprire tale comparto. Corona Sunbrew 0.0% sarà disponibile per i consumatori in diverse fasi: dopo il Canada sarà la volta del Regno Unito e altri mercati in Europa, seguiti da Sud America e Asia, con il supporto di una campagna firmata dall’agenzia creativa David Miami. “Ogni dettaglio del progetto è speciale. Dall’ideazione del prodotto alla campagna finale. Non capita tutti i giorni di avere la possibilità di presentare un’idea di prodotto e avere un cliente innovativo come Corona che lo compra, lo sviluppa e lo porta sul mercato”, afferma Pancho Cassis, Global Chief Creative Officer di David.


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#NEWS COCA-COLA HBC ITALIA DISTRIBUISCE IN ITALIA GLENDALOUGH DISTILLERY Dopo aver superato le 50 referenze in poco più di due anni, Coca-Cola HBC Italia continua ad ampliare il suo portafoglio Spirits grazie ad un nuovo importante accordo con Glendalough Distillery, e la società madre Mark Anthony Brands International, per la distribuzione nel canale Horeca di diversi prodotti dell’azienda irlandese a partire da febbraio 2022. Con questo nuovo accordo, Glendalough Distillery espande così la sua partnership con il Gruppo Coca-Cola HBC, già attiva in altri Paesi in cui opera il Gruppo, e porta sul mercato italiano 7 referenze della sua gamma composta da prodotti artigianali super premium e prestige: 5 whiskey, Glendalough Pot Still, Glendalough Double Barrel, Glendalough Single Cask, Glendalough 17-Year-Old Single Malt, Glendalough 25-Year-Old Single Malt; 2 gin super premium, Glendalough Rose Gin, Glendalough Wild Botanical Gin.

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# NE WS ACQUI SI ZI ONI : AMARO FOR MI DAB ILE È UN NUOVO BRAND DI PAL L I NI SPA Nuova acquisizione per Pallini Spa che ha rilevato il marchio di Amaro Formidabile. Liquore amaro naturale elaborato artigianalmente con un processo di macerazione di piante aromatiche e officinali in purissimo alcool di grano, Amaro Formidabile ha conseguito nel corso degli anni premi internazionali come la Gran Medaglia d’Oro allo Spirit Selection de Concours Mondial de Bruxelles nel 2018 e la Medaglia d’Oro all’International Spirit Challenge nel 2019. “Abbiamo ammirato fin dall’inizio la nascita e seguito con interesse e curiosità l’evoluzione di Amaro Formidabile – dichiara Micaela Pallini, presidente dell’azienda – Formidabile nasce a pochi chilometri dalla nostra sede e da subito si è distinto come un amaro artigianale dai connotati molto innovativi. Si può davvero considerare il primo degli amari di nuova generazione che hanno vivacizzato il mercato di questi ultimi 5 anni e il fatto che fosse nostro vicino di casa ha da subito

attirato la nostra attenzione”. Prodotto per macerazione a freddo in alcool di grano delle diverse botaniche senza l’ausilio di additivi, coloranti, caramello o alcun tipo di aroma sia di sintesi che naturale, il complesso aromatico di Formidabile nasce dall’incontro di erbe, fiori, cortecce, radici e scorze di frutti con percentuali di concentrazione assolutamente più alte di quanto la letteratura sull’argomento abbia mai suggerito (tra questi ci sono: china rossa, rabarbaro cinese, rosa damascena, assenzio romano, genziana, scorze di arancia calabrese, noce cola, anice stellato e chiodi di garofano). La strategia di distribuzione dell’Amaro Formidabile prevede i cocktail bar, il mondo della ristorazione e le enoteche, guardando al mercato italiano, ma con la novità di uno sguardo rivolto al mercato estero, dove i consumatori da qualche tempo hanno iniziato a scoprire e ad amare gli amari italiani.

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#NEWS HEINEKEN, 73 MILIONI DI EURO PER IL BIRRIFICIO ICHNUSA IN SARDEGNA Heineken punta ancora di più sull’Italia e mette sul piatto 73 milioni di euro per l’ammodernamento e l’ampliamento del birrificio Ichnusa di Assemini, in provincia di Cagliari. Il piano di investimenti, inoltre, prevede la creazione di un accordo di sviluppo in collaborazione con il Mise, Invitalia e Regione Sardegna, che parteciperanno con un contributo di circa 14 milioni di euro. In particolare, gli interventi all’interno dell’impianto comporteranno la creazione di una nuova centrale frigorifera, di sistemi di stoccaggio di CO2 e di torri di raffreddamento. Il tutto con l’obiettivo di migliorare le performance ambientali, attraverso una riduzione dei consumi di acqua, energia elettrica e delle emissioni di CO2. “L’investimento sul birrificio di Assemini è un tassello importante della nostra strategia di sviluppo – spiega Wietse Mutters, amministratore delegato di Heineken Italia – Gli

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interventi programmati avranno un impatto migliorativo non solo sulla capacità e sulla qualità produttiva del birrificio, ma anche sul territorio in termini di occupazione, ambiente e indotto”. Ma l’investimento in Sardegna è solo un passo della più ampia strategia dell’azienda sul suolo tricolore. “La pandemia ha azzerato l’intera crescita del comparto degli ultimi 4 anni. Con questa operazione Heineken vuole confermare il suo impegno verso l’Italia e la Sardegna in particolare, ed essere motore della ripresa della birra e dell’economia agroalimentare“. L’obiettivo dell’investimento di 73 milioni di euro, come spiega in una nota Invitalia, è l’incremento della capacità di produzione e confezionamento dello stabilimento di Assemini, il più antico birrificio presente in Sardegna. La capacità di confezionamento, a regime (nel 2024), aumenterà di oltre il 60% rispetto a oggi.

# NEWS BAYA ENERGY, IL NUOVO ENERGY DRINK PRODOTTO DA STARBUCKS E PEPSICO Per la prima volta Starbucks entra nel mondo degli energy drink: la nuova bevanda, pronta da bere, si chiama Baya Energy, ed è stata sviluppata in collaborazione con PepsiCo. Starbucks Baya Energy è disponibile in tre gusti fruttati: MangoGuava, Lime-Lampone e Frutto della passione-Ananas. “Siamo entusiasti di presentare Starbucks Baya Energy ai nostri clienti, fornendo loro una rinfrescante sferzata di energia al gusto di frutta, in un modo che solo Starbucks può offrire” dichiara Chanda Beppu, Vicepresidente, Channel Development Americas di Starbucks. Ed aggiunge: “Nel corso degli anni, abbiamo continuato a identificare modi nuovi ed entusiasmanti per espandere il nostro portafoglio di prodotti pronti da bere e abbiamo visto l’opportunità di integrare la nostra attuale gamma di bevande al caffè con Baya Energy, la prima bevanda del marchio a essere lanciata nella categoria energy drink”.


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n. 193 febbraio - marzo 2022 www.gbinews.it REDAZIONE Giorgio Albonetti • Direttore Responsabile Maria Elena Dipace • Coordinamento Editoriale m.dipace@lswr.it – tel: 345 0316665 Collaboratori • Maddalena Baldini, Angela Borghi, Elena Consonni,

#NEWS IL 2021 DI CAMPARI: BENE LE VENDITE (+22,6%) E 2022 CON IL SEGNO PIÙ Chiusura d’anno con il segno più per Campari, che nel 2021 ha fatto segnare vendite nette pari a 2.172,7 miliardi di euro, con un aumento del 22,6% rispetto al 2020. “Il 2021 è stato un anno di grande successo in cui abbiamo conseguito una performance molto sostenuta in tutti i principali indicatori di vendite e profittabilità. Le ragioni di questa performance sono ascrivibili allo slancio molto positivo dei brand, sostenuto dall’aumento e dalla penetrazione dei consumi rispetto al 2019, anno non impattato dalla pandemia. I trend positivi sono proseguiti nel quarto trimestre, nonostante le conseguenze avverse della quarta ondata della pandemia verso la fine dell’anno”, ha commentato il ceo di Campari, Bob Kunze-Concewitz. Per quanto riguarda il 2022, le prospettive sono incoraggianti, nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime. “Rimaniamo molto fiduciosi rispetto alla dinamica positiva del business e dei nostri principali brand che, facendo leva sulle nuove abitudini di consumo sia sul canale on-premise che in quello off-premise, accelerano nel reclutamento di nuovi consumatori. Con riferimento alla marginalità, mentre continuiamo a sfruttare ogni opportunità per effettuare aumenti di prezzo, prevediamo che la momentanea pressione sui costi dei materiali andrà a intensificarsi nell’anno corrente, posticipando il miglioramento della marginalità lorda rispetto ai +70 punti base precedentemente previsti, e portando a un margine organico dell’ebit sulle vendite sostanzialmente invariato nel 2022“, ha aggiunto il ceo.

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Dino Di Marino, Manuela Falchero, Antonio Faralla , Vittorio Ferla, Aberto Gerosa, Febo Leondini, Anna Muzio, Antonio Portaccio PUBBLICITÀ Giorgio Lomuoio • Sales Manager Area Horeca g.lomuoio @lswr.it – tel: 335 7884503 Luigi Mingacci • Sales Manager l.mingacci@lswr.it – tel: 320 4093415 Elena Cotos • Ufficio Traffico e.cotos@lswr.it – tel: 340 1367901 SERVIZIO ABBONAMENTI abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02 864105 Abbonamento annuale 30 € (6 numeri e annuario) PRODUZIONE Antonio Iovene a.iovene@lswr.it Progetto grafico: Debora Morabito, Edra Spa Grafica e impaginazione: Life sh. p.k. Stampa: Faenza Group – Faenza (Ra) Editore

Quine Srl Sede legale Via Spadolini, 7 - 20141 Milano www.quine.it - info@quine.it - tel. 02 864105 Quine è iscritta al Registro Operatori della Comunicazione n° 12191 del 29/10/2005. Registrazione del Tribunale di Milano n°437 del 16/12/78 in corso di variazione. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie non si restituiscono. Testata Associata


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LA BEVANDA CHE DÀ FORZA! INTEGRATORE ALIMENTARE A BASE DI FERRO CHINA BISLERI Robur analcolico, riconosciuto a tutti gli effetti come integratore alimentare dal Ministero della Salute, è un infuso a base di china, citrato di ferro ed erbe rare dalle proprietà corroboranti digestive e aperitive. Perfetto per ritrovare forza, energia e vigore, soprattutto nel caso di carenza del ferro. Ideale per i vegani.

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