camminando in montagna». E proprio per questo ci sono i gestori dei rifugi, alla cui rivalutazione fa appello la presidente: «Purtroppo — sospira — il nostro ruolo negli anni ha perso valore agli occhi dei turisti, che guardano solo al lato dell’accoglienza e della ristorazione. Ma il gestore di un rifugio è prima di tutto un esperto conoscitore dei luoghi che lo circondano. Siamo gente che vive lì da anni con le nostre famiglie e siamo gli unici aggiornati in tempo reale su cosa succede intorno. Oggi ci si affida tanto ad internet, ma una guida scritta anche solo un anno prima rischia di essere obsoleta. Basta un forte temporale il giorno prima per stravolgere un sentiero o una ferrata». Quindi, conclude Silva, «il mio appello a chi vuole venire in montagna è di tornare alla forma mentis per cui al gestore si chiede sempre un consiglio sul percorso che si vuole affrontare, non solo quando si pernotta ma anche semplicemente quando si fa una tappa veloce prima di ripartire».
IL TURISMO DEL BENESSERE E I SUOI IMPATTI SULL’AMBIENTE Corriere dell’Alto Adige | 14 aprile 2022 p. 3, segue dalla prima Si moltiplicano i centri wellness E i depuratori non reggono più Da una parte, si vuole portare «Dubai» ovunque, in super wellness sulle Dolomiti. Dall’altra, si vuole vendere la tradizione. Quale modello allora? «Bisogna puntare a un utilizzo razionale dell’acqua» dice Stefano Fattor, assessore a Bolzano. I depuratori già non bastano.
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