Dopo quasi un anno i ministeri non hanno ancora inviato risposte alla lettera che chiedeva coerenza, trasparenza nelle informazioni sulle opere e un fattivo coinvolgimento delle associazioni di protezione ambientale. «La percezione — scrivono — è che, ad oggi, si punti al commissariamento straordinario degli interventi per recuperare l’evidente ritardo sulla tabella di marcia dei lavori, tutto ciò a scapito degli impatti ambientali che le opere in corso e in progetto avranno sui territori». Di qui, tre richieste. In primo luogo, «che siano redatti un Piano unitario e il relativo Rapporto Ambientale riguardanti le opere e gli interventi essenziali da sottoporre a Vas nazionale. Poi, «che la Vas nazionale venga estesa all’incidenza delle variazioni di uso del suolo e alle dinamiche del carico insediativo, sia temporaneo sia permanente». Infine, «che venga data risposta alle richieste e alle osservazioni qui formulate entro la fine di aprile». Preoccupazioni a cui rispondono i tecnici della Regione. «Appalti così grandi necessitano di una struttura dedicata non presente in alcuno degli enti locali» si legge in una nota. Visti i ritardi accumulati «necessaria anche la nomina di un soggetto unico che conduca e approvi i procedimenti senza indugio, raccordandosi col territorio: il commissario straordinario». Una figura che «non permetterà di evitare alcun passaggio previsto dalla normativa, ma solo tempistiche più brevi». Infine «nell’incontro di lunedì (11 aprile, Ndr ) – concludono i tecnici – le associazioni hanno espresso soddisfazione per l’attenzione resa dalla Regione nel farli partecipi», tanto che lo stesso Zaia «ha chiesto un metodo di informazione aggiuntivo a quelli previsti, più immediato».
MOBILITA’: IL DIBATTITO E LE PROPOSTE L’Adige | 12 aprile 2022 p. 14 Mobilità, obiettivo ridurre le auto Creare una rete stradale e di trasporti più efficiente possibile con un duplice scopo: ridurre l'uso dell'auto privata per gli spostamenti in generale e quelli casa lavoro nello specifico e abbattere le emissioni in atmosfera. Questi gli obiettivi che la Provincia si è imposta e per centrarli si parte da uno strumento di pianificazione fondamentale: il piano provinciale della mobilità. Uno strumento che adesso non c'è - esistono al più i piani stralcio di zone determinate - e che serve, in sostanza per mettere in rete i diversi interventi, per avere un quadro d'insieme delle azioni, delle politiche e degli investimenti che si mettono in atto su questo fronte. La giunta provinciale nella seduta di venerdì scorso ha elaborato le linee strategiche per la realizzazione del piano, indicando stato dell'arte, obiettivi, e modalità di approvazione.Stato dell'arte. Per quanto riguarda la mobilità pubblica, il grosso è su gomma: 21 milioni di passeggeri nel 2019 si sono spostati con i mezzi extraurbani, 32 milioni con quelli urbani. La ferrovia ha numeri più ridotti: un milione sulla tratta Trento Bassano, 3 su quella Trento Mezzana. Quanto alla ciclabilità, sui 430 chilometri di piste ciclabili viaggiano tra l'altro anche i mezzi del bike sharing, implementati a 90 ciclo stazioni e mille stalli in provincia, su 17 comuni. Servizio, quello del bike Sharing, in espansione: a fronte dell'aumento del 50% dell'infrastruttura, si è assistito ad un aumento del 73% della distanza percorsa, dell'81% dei prelievi e del 41% degli utenti. Ma è la mobilità privata a restare prevalente: in Trentino - per dare un'idea - ci sono 676.614 vetture, 1,25 per abitante, e 64.903 motocicli.Trasporto su ferro. Il piano dovrà tenere conto dei protocolli d'intesa siglati con alcuni enti - Comuni, Rfi e ministero - e ribadire alcuni punti saldi della strategia della mobilità. Per quanto riguarda il trasporto su ferro, non si potrà prescindere dai progetti circa la circonvallazione ferroviaria di Trento e più in generale per il potenziamento del corridoio del Brennero. Naturalmente l'elettrificazione della linea della Valsugana, per cui Italferr ha presentato il progetto di fattibilità e sta progettando la linea Trento Borgo. Terminato questo passaggio si potranno cambiare i treni, con convogli elettrici o ibridi. Resta confermato il restyling della stazione di Trento, con il riordino dell'area esterna, e la riorganizzazione dei flussi di traffico e il recupero del fabbricato viaggiatori, così come il treno delle Dolomiti, che colleghi Trento, Belluno e Bolzano, per cui si aspetta a settimane il progetto di sostenibilità tecnico economica. Per quel che riguarda il basso Trentino due sono i progetti allo studio: la ferrovia Mori - Riva del Garda, per cui c'è il progetto di fattibilità, e la riapertura della stazione di Calliano, che a regime dovrebbe portare ad un collegamento su ferro Trento Rovereto ogni ora. E poi c'è, naturalmente, l'interporto, che sarà riqualificato e ampliato.Trasporto su gomma. Su questo tema molto ci si attende in Fiemme e Fassa dal Bus Rapid Transit per decongestionare il traffico in vista anche dell'appuntamento olimpico e poi si ragiona di un programma importante di rinnovamento della flotta di autobus sia urbani che extraurbani (l'età media dei primi è di 11,8 anni con il 30% di mezzi euro VI, quella dei secondi è di 11,2, con il 35% di mezzi euro VI). E poi ci sono le nuove strade: il collegamento tra l'altopiano di Pinè e con la sinistra Avisio per collegare le valli di Fiemme e Fassa, il raddoppio della Valsugana tra Castelnuovo e Grigno, la variante Campitello Canazei, la variante di Cles, la variante di Pinzolo e quella di Ponte Arche. Infine, restano
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