La Lucciola - Ottobre 2020

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Teoria e pratica dei viaggi nel tempo “Strade? Dove stiamo andando non c’è bisogno di… strade” (Dr. Emmett “Doc” Brown, Ritorno al Futuro)

I

viaggi nel tempo hanno affascinato l’uomo da sempre. D’altronde chi non ha mai desiderato almeno una volta conoscere il proprio futuro, cambiare alcuni eventi della Storia o anche solo alcuni momenti della propria, di storia? Questo tema è stato trattato nelle maniere più diverse dalla letteratura, dal cinema e dalle serie tv. Ma è attraverso il cinema che il viaggio nel tempo è entrato a far parte del nostro immaginario collettivo. Nel primo capitolo della trilogia di Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis (1985), Doc raccomanda a Marty di non cambiare niente del proprio passato, in modo così da evitare ripercussioni sul suo futuro. Questa affermazione si ricollega direttamente alla teoria della linea temporale dinamica. Secondo questo pensiero il tempo è fluido e il corso degli eventi può essere cambiato da un intervento attuato attraverso un viaggio nel tempo. Sulla stessa lunghezza d’onda si trova Terminator di James Cameron (1984), dove un androide proveniente dal futuro tenta di uccidere la donna che genererà colui che diventerà il capo della resistenza contro le macchine in un futuro post-apocalittico. Anche nel recentissimo Tenet di Christopher Nolan una minaccia dal futuro cerca di distruggere il nostro presente per scongiurare il destino drammatico cui andrà incontro il nostro pianeta a causa dei cambiamenti climatici. Ma il nemico senza nome né volto, cercando di compiere questa azione sconsiderata, non tiene conto di uno dei paradossi più conosciuti riguardante il viaggio nel tempo: il paradosso del nonno. Se un viaggiatore del tempo uccidesse suo nonno prima che incontri sua nonna, questo evento impedirebbe al viaggiatore stesso di nascere. Ma se il viaggiatore del tempo non fosse mai nato, allora non avrebbe mai viaggiato indietro nel tempo e non avrebbe mai ucciso suo nonno. E così all’infinito, creando un loop che causerebbe la morte dell’Universo. È proprio per scongiurare questa immane tragedia che i protagonisti di Tenet sono così decisi a sventare questa sorta di “attacco kamikaze temporale”. Altra teoria molto utilizzata dal cinema di fantascienza è la teoria del multiverso, che sostiene che ogni viaggio nel tempo crea una nuova linea temporale, un universo parallelo al nostro. Il presente non cambia mai perché ogni viaggio nel passato crea un altro presente che si aggiunge a quello di partenza, senza sostituirlo. Per intenderci, se una persona viag-

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gia indietro nel tempo e uccide suo nonno, crea una realtà parallela in cui lui non esiste, ma continua a esistere altrove. Questa teoria verrà ripresa in Ritorno al Futuro II del 1989, dove, a causa di un incidente, si viene a creare una linea temporale alternativa nella quale Biff Tannen, il bullo che nel primo film tormentava il padre di Marty, diventa il padrone della cittadina di Hill Valley, dominata dalla criminalità e dalla corruzione. Alla teoria del multiverso fa riferimento anche Avengers: Endgame, il più recente blockbuster targato Marvel uscito nel 2019, nel quale i Vendicatori viaggiano indietro nel tempo e devono fare i conti con la possibilità di causare la creazione di linee temporali alternative. In Sliding Doors (1998), una commedia romantica certamente non annoverabile tra i film di fantascienza, non solo troviamo rimandi alla teoria del multiverso, ma viene anche suggerito un tema molto caro ai film sui viaggi nel tempo: l’ineluttabilità del destino. Sliding Doors ci mostra che la nostra vita è già stata scritta, qualunque sia la porta che si aprirà (o si chiuderà) di fronte a noi. Ciò che da alcuni è stata chiamata τύχη, e da altri “disegno divino”, è stato chiamato principio di autoconsistenza da Igor Dmitriyevich Novikov. Formulata a metà degli anni Ottanta dal fisico russo per trovare una soluzione ai paradossi temporali, questa legge afferma che alcuni eventi devono accadere e non possono essere cambiati. Inoltre, se un fatto avesse la possibilità di causare un paradosso, la probabilità che quel fatto si verifichi è pari a zero. Quindi, facendo di nuovo riferimento al paradosso del nonno, se un viaggiatore temporale cercasse di uccidere suo nonno da giovane, non ci riuscirebbe mai, magari anche a causa di forze al di là della nostra comprensione. È impossibile. È già stato tutto scritto. In sostanza homo faber fortunae suae non est. Con buona pace del libero arbitrio. ALESSANDRO PETRASSI


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