La terribile soggettività del trascorrere S
iamo soliti dire la frase “tutto passa”, ma non è così vera in fondo. Il tempo si porta via molte cose con sé: la bella pelle, il corpo, la vitalità e, altre volte, la felicità; i dolori no, quelli il tempo li lascia lì, dentro di te. Rimangono lì talmente a lungo che ne diventi geloso e li custodisci come se fossero il tuo tesoro più prezioso; quei dolori sono ciò che noi, molto banalmente, chiamiamo “esperienze”. Queste esperienze si impadroniscono del nostro sapere e noi ci aggrappiamo a esse per avere un qualche motivo per sentirci
migliori. Ma perché, nonostante il tempo passi, i giorni diventino mesi ed i mesi diventino anni, continuiamo a parlare dei nostri dolori per insegnare agli altri come affrontarli? La verità è che il tempo queste cose non le porta con sé, possono solo affievolirsi; il tempo copre soltanto le nostre ferite più profonde, non le porta via. Niente passa del tutto, tanto meno ciò che ci ha feriti dentro in modo netto e deciso. Ho vissuto tutti questi anni nella speranza di un possibile domani nel quale avrei finalmente raggiunto la felicità, cosa che ancora non è successa. Ho imparato che non arriverò mai alla felicità per un semplice motivo: non so vivere i momenti. So che noi adolescenti siamo soliti avere degli ideali, e che molto spesso il mondo ci fa ribrezzo perché li distrugge, ma non è così, almeno non sempre. Immaginiamo di avere a disposizione un numero di respiri profondi limitato ogni giorno, ci viene subito l’ansia e quest’ultima ci porta inevitabilmente a fare un numero superiore di respiri. Mentre noi respiriamo così tante volte non ci rendiamo conto che i respiri sono limitati e li sprechiamo; li disperdiamo nell’aria inconsapevolmente fino al momento in cui non potremo più respirare e ci pentiremo di aver respirato tanto, ci odieremo per questo. Il tempo è qualcosa di limitato e prezioso che nessuno ci ridarà mai indietro, ognuno di noi lo vive in modo diverso ed esso cambia in relazione al momento che stiamo passando. Per capire il valore di un secondo chiedilo a chi ha appena perso un treno, un aereo; chiedi ad uno studente che cos’è un’ora in più di scuola; per capire i minuti chiedilo a due innamorati che desiderano vedersi. È soggettivo il tempo e noi siamo abituati a misurarlo in secondi, minuti, ore, settimane, mesi ed anni. So che, se stai attraversando un momento tremendo, ti sembra che la sofferenza durerà per sempre, ma fidati, non è così. Bisogna vivere il presente con tutte le emozioni che ne consegue perché, alla fine, durerà quanto tu lo farai durare e se stai male ricordati che è solo la terribile soggettività del trascorrere. SHADIA GUAGLIANO
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