MacPlas 395 (giugno-luglio)

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EDITORIALE

8 Riuso e riciclo, no alla concorrenza sì alla complementarità

MARKETING

10 Uno sguardo a tutto tondo sulla meccanica strumentale

13 Macchine utensili in flessione

15 Finanziamenti per ESG e internazionalizzazione

16 Acquisizione e ristrutturazione negli Stati Uniti

16 Tutta Novamont a Versalis

17 Continuità alla guida dei produttori italiani di materie plastiche

17 L’associazione dei produttori europei di EPS tra conferme e novità

PLASTICA E AMBIENTE

18 La sostenibilità tra economia e rapporti fiduciari

25 Il punto della situazione sul PPWR

28 Gomma riciclata dagli scarti di pneumatici e di acciaio

29 A rischio la filiera del riciclo di PFU in italia

30 Calcolare l’impronta di cabonio della propria attività

MACCHINE E ATTREZZATURE

32 Big in Japan, ma non solo

34 Know-how tecnologico per l’estrusione di tubi in PP-R e PP-RCT

36 Vento di novità nel settore dell’estrusione in bolla

38 Quando l’arte diventa welfare aziendale

41 Un binomio di nome e di fatto

44 Mezzo secolo di innovazione nella tecnologia di misurazione e controllo

47 Estrusione su scala industriale di polimeri e grafene

49 Soluzioni a canale caldo per superfici auto di alta qualità

51 Soluzioni per accelerare sulla transizione verde

51 La più grande pressa a iniezione in Svizzera

52 Evoluzione della camera di taglio

52 Granulatori in cloud

53 Buste stand-up non laminate e riciclabili

53 Linee per foglie in PET e PP da postconsumo

54 Gigante per il soffiaggio industriale

55 Efficienza ed economicità di filtrazione anche con elevate impurità

56 Filtrazione fine nel riciclo di film postindustriali in LDPE e LLDPE

57 Innovazione e sostenibilità, una storia lunga trent’anni

57 Braccio robotico con funzioni cobot

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SOMMARIO
4 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395

MATERIALI E APPLICAZIONI

58 Riciclo chimico, un’opzione per la transizione ecologica

60 Raddoppiare la produzione all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale

62 I nove migliori imballaggi del 2023

65 Monomateriale con contenuto di PCR per la pasta italiana

65 Policarbonato sostenibile per elettronica di consumo

ELASTICA - LA RIVISTA DI ASSOGOMMA

68 Promuovere la sicurezza stradale in vista delle partenze estive

70 Correlazione tra temperature di transizione vetrosa e di fragilità in una mescola in gomma

72 Rassegna internazionale di scienza e tecnologia

RUBRICHE E VARIE

76 La più grande Chinaplas di sempre

77 Tre giorni tra innovazione tecnologica e transizione energetica

78 I compositi sono dinamici e guardano al futuro

79 L’industria del packaging è tornata a Düsseldorf dopo sei anni

80 Corsi CESAP

81 Corsi SBS

Sguardo monumentale sul mondo

La copertina di questo numero è dedicata all’opera “Testa Gorilla/Sguardo Monumental” dello scultore Stefano Bombardieri, recentemente esposta, insieme ad altre dello stesso autore, presso l’azienda IMG per un progetto di welfare aziendale legato all’arte contemporanea (raccontato nell’articolo a pagina 38).

Classe 1969, nato a Brescia, lo scultore è figlio di Remo Bombardieri, a sua volta scultore, che lo ha iniziato all’arte fin dall’infanzia e nel cui studio ha acquisito e affinato fin da subito varie tecniche artistiche con più materiali. La precoce sperimentazione lo ha portato ben presto a sviluppare un approccio filosofico all’arte e a temi come il tempo e la sua percezione, l’uomo e la sua esistenza, anche attraverso la riflessione sul dolore, in particolare nella cultura occidentale. Le sue sculture raffigurano principalmente fauna selvatica riprodotta in grandi dimensioni e spesso sospesa, intrappolata o schiacciata, in un mix di surrealismo e inquietudine in cui però l’accuratezza dei dettagli ne restituisce i tratti caratteristici per investigare il rapporto tra uomo e natura, vita e immaginazione, realtà e finzione nel tentativo ultimo di disvelare la verità.

A questo gioco di dicotomie partecipa anche la testa di gorilla, uno degli animali iconici di Bombardieri, alta quasi due metri, che porta la sua ricerca all’attenzione del pubblico in maniera dirompente. L’opera è realizzata con un’anima in polistirene ricoperta di poliuretano e anche i materiali scelti dall’artista per questo lavoro come per molti altri risultano funzionali al suo messaggio. Solitamente utilizzati per la produzione di manufatti di uso quotidiano, essi, con l’impiego in ambito artistico, concorrono a rompere le schematizzazioni concettuali a cui siamo abituati e a proporre ulteriori spunti di riflessione, anche con il contributo offerto dall’ambientazione di questa esposizione. Per l’artista bresciano gli spazi industriali sono congeniali alle sue sculture e al significato più profondo che queste intendono trasmettere, perché non è affatto scontato entrare in un luogo di lavoro costellato di opere d’arte, tanto più se queste riproducono animali giganteschi che aprono un varco verso l’inatteso che sorprende.

Quello che anche secondo le intenzioni di Barbara Ulcelli voleva essere lo scopo dell’istallazione delle opere di Stefano Bombardieri nei reparti e negli uffici dell’azienda di cui è amministratore delegato, resi ancora più gradevoli e attrattivi dalla capacità di contaminazione dell’arte a beneficio dei lavoratori.

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Mario Maggiani, oggi direttore di Amaplast, vanta un’esperienza quasi trentennale nell’associazione italiana dei costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma.

Tanti, e tutti attuali e interessanti, i temi trattati dal direttore responsabile della nostra rivista, qui intervistato nella sua veste di direttore di Amaplast, l’associazione dei costruttori italiani di macchine e stampi per plastica e gomma. Al giro di boa di un anno importante per la sua attività su ogni fronte.

Direttore responsabile della nostra rivista, Mario Maggiani è anche direttore di Amaplast, l’associazione che raggruppa i costruttori italiani di macchine e stampi per la lavorazione di materie plastiche e gomma, e, da circa tre anni, anche di Acimac e Ucima, le associazioni che rappresentano i costruttori di macchine per ceramica, la prima, e per imballaggio, la seconda. Un insieme di cariche, questo, che gli permette di avere uno sguardo a tutto tondo e il polso della situazione di un’ampia fetta del comparto della meccanica strumentale, oggi uno dei principali traini dell’economia italiana. Giunti al giro di boa di un anno importante come il 2023, in cui i soci Amaplast eleggeranno un nuovo presidente, per la scadenza naturale del mandato di quello in carica, e in cui, dopo cinque anni dall’ultima edizione a causa del rinvio imposto dalla pandemia, tornerà la fiera Plast, organizzata da Promaplast, la società di gestione di Amaplast stessa, ci è parso interessante ascoltare la sua voce, su, ci venga concessa l’espressione, tutta questa e molta altra ancora carne al fuoco, come sostenibilità, economia, vita associativa. Ne è emerso un quadro colorato dai temi più diversi, i cui variegati spunti di interesse, espressi in maniera approfondita e dettagliata, crediamo possano soddisfare molti palati.

Iniziamo dalla fine, per così dire. Il consuntivo 2022 dei costruttori italiani di macchine e stampi per materie plastiche e gomma ha dato esiti ben oltre

le aspettative. Qual è lo stato di salute del settore rappresentato da Amaplast?

“Il 2022 è stato un ottimo anno per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma, come raccontano anche i numeri: il fatturato del settore ha raggiunto 4.670 milioni di euro, con un incremento del 4,9% rispetto al 2021. Un risultato assolutamente positivo e secondo migliore di sempre, rispetto al massimo fatturato raggiunto pari a 4.750 milioni di euro. Fra l’altro, se esaminiamo i dati relativi ai soli soci Amaplast e non all’intero settore, il fatturato 2022 è cresciuto del 9,4%, un risultato veramente eccezionale, anche a fronte delle difficolta affrontate dal comparto lo scorso anno: archiviata la pandemia, c’è stato il blocco delle esportazioni in Russia dovuto alla guerra con l’Ucraina, con un danno rilevante per il nostro Paese, nella fattispecie per i costruttori italiani di macchine. Inoltre, non dobbiamo dimenticare la carenza di materie prime e di componentistica elettronica, nonché l’incremento dei costi energetici: pur non essendo le nostre aziende particolarmente energivore, anche quelle che non lo avevano già fatto, si sono dotate di pannelli solari. Anche l’export ha registrato una crescita significativa nel 2022 rispetto al 2021, pari all’8,7%. In questo quadro bene l’Europa (+8%), il continente americano (+12%), trainato soprattutto dal Sud America, e l’Asia (+9%). Contrastanti invece i segnali dal continente africano, dove, se i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno registrato un rallentamento a doppia cifra, quelli dell’area subsahariana hanno aumentato le proprie importazio-

DI LUCA MEI Piovan
10 Giugno/Luglio 2023 - n. 395

“Il 2022 è stato un ottimo anno per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma, come raccontano anche i numeri: il fatturato del settore ha raggiunto 4.670 milioni di euro, con un incremento del 4,9% rispetto al 2021. Un risultato assolutamente positivo e secondo migliore di sempre”, ha riferito con soddisfazione Mario Maggiani.

ni dello stesso ordine di grandezza. In sintesi, era impossibile immaginare risultati migliori di questi”.

Sulla scia della fine del 2022 come è iniziato il 2023 e che risultati si possono prevedere da qui alla fine dell’anno, sempre che di questi tempi le previsioni abbiano ancora senso?

“Partiamo dall’ultimo quesito. A mio giudizio, quantomeno nel breve termine, si possono fare previsioni sull’andamento del mercato. Detto questo, siamo ormai abituati ad affrontare inaspettati cigni neri, come si chiamano oggi, in grado di sconvolgere completamente il mercato e qualsiasi previsione. Fatta questa premessa, i costruttori di macchine sul finire del 2022 erano particolarmente preoccupati per il 2023. I primi tre mesi dell’anno però sono stati positivi e hanno di fatto consentito di chiudere il programma produttivo per tutto il 2023. A partire da aprile si è registrata una serie di contrazioni, anche significative, degli ordini. Per vero questo era già accaduto in Germania, dove i costruttori di macchine già nel primo trimestre avevano registrato un decremento degli ordini nell’ordine del 40%, valore decisamente significativo. In sintesi, direi che il 2023 si chiuderà positivamente, in linea con il 2022. Il problema dell’andamento del mercato e di possibili contrazioni anche rilevanti è rimandato al 2024.

Ritengo che occorra aspettare ancora qualche mese per avere idee più chiare. Certo è che il conflitto russo-ucraino resterà un’incognita temo ancora per molti mesi. Gli approvvigionamenti di componentistica, soprattutto elettronica, invece, sembra stiano migliorando ed entro la fine dell’anno dovrebbero tornare a livelli ragionevoli. In merito agli approvvigionamenti di componentistica, la nostra associazione tiene rapporti a cadenza trimestrale con tutti i principali fornitori, per monitorare la situazione e tenere informati tutti gli associati”.

Amaplast

“Ritengo che i temi di natura ambientale nei prossimi anni siano destinati a condizionare il nostro mercato e quello dei prodotti realizzati con le nostre macchine, a partire dal packaging. In periodo di Covid, quando qualcuno pensava che l’attacco alla plastica sarebbe cessato, grazie al suo largo utilizzo per garantire prodotti igienici non contaminati, io ho sempre ritenuto che fosse una considerazione sbagliata. Il tema ambientale non può passare così semplicemente, ma, soprattutto, è un tema su cui i giovani pongono molta attenzione. In questi ultimi mesi, mi è capitato di vedere vari studi basati su interviste ai giovani in cui

appare del tutto chiaro come essi abbiano una grande sensibilità sul tema ambientale. A titolo esemplificativo, se le passate generazioni non leggevano le etichette dei prodotti, oggi i giovani tendono a informarsi con puntualità e precisione per comprendere se il prodotto è realizzato con materiale riciclato o polimeri biodegradabili e compostabili e se è riciclabile. Dirò di più, da diversi di tali studi emerge che le nuove generazioni sono disposte a pagare anche qualche cosa in più pur di acquistare un prodotto sostenibile a partire dal suo imballaggio. Questa premessa per dire che è doveroso per un’associazione come Amaplast aiutare le proprie aziende ad affrontare il tema della sostenibilità a partire da bilancio di sostenibilità e calcolo dell’impronta di carbonio. Ma questi sono solo due degli ambiti che la nostra area ambiente è in grado di supportare. Ve ne sono e ve ne saranno altri in prospettiva futura. Ci tengo a sottolineare che la tecnologia e, quindi, i costruttori di macchine giocano un ruolo fondamentale in questa fase di forte cambiamento. Già in passato abbiamo dimostrato come grazie alle nostre tecnologie sia possibile, a parità di prodotto con le stesse caratteristiche, utilizzare meno materie plastiche: pensiamo, per esempio, agli spessori dei tappi o delle bottiglie in PET. Le nostre macchine sono ormai preparate a utilizzare miscele di materiale vergine e riciclato così come polimeri biodegradabili e compostabili. Credo che il futuro sia baserà su un modello sempre più sostenibile. Ciò detto, ritengo però che le decisioni inerenti alla plastica e agli imballaggi non dovrebbero essere prese in base alla pancia della gente, ma essere sostenute da studi scientifici definiti, per una corretta impostazione delle normative. Da questo punto di vista l’approccio LCA (Life Cycle Assessment) diventa fondamentale per comprendere che tipo di impatto abbia un prodotto. La

Il 2023 segna il ritorno di Plast nel panorama fieristico internazionale, dopo cinque anni di assenza dovuti alla pandemia. L’appuntamento è a Fiera Milano dal 5 all’8 settembre.

ha recentemente aggiunto alla sua offerta di servizi la redazione del bilancio di sostenibilità e il calcolo dell’impronta del carbonio delle aziende. A cosa rispondono queste iniziative?
Saip
11 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS

Amaplast da tre anni circa opera in sinergia con Acimac e Ucima, le associazioni dei costruttori di macchine per ceramica e per imballaggio, integrando le rispettive competenze e offrendo ai rispettivi associati un catalogo di servizi migliore e più ampio: tra i più recenti rientra la redazione del bilancio di sostenibilità e il calcolo dell’impronta del carbonio delle aziende.

Il Covid, come spiega Mario Maggiani, ha cambiato il paradigma fieristico a livello internazionale, imponendo agli operatori di tutti i comparti una riprogrammazione e un ripensamento di manifestazioni ed eventi.

sostenibilità non va intesa solo come ambientale, bensì anche come economica e sociale. Il tema è ovviamente vastissimo e richiederebbe di essere approfondito, ma vorrei sottolineare ancora una volta come il settore dei costruttori di macchine per plastica e gomma sia assolutamente favorevole a un miglioramento delle condizioni ambientali e, quindi, dei prodotti realizzati con le proprie tecnologie e intende giocare un ruolo fondamentale per raggiungere questo obiettivo”.

Da circa tre anni è stata avviata la collaborazione con le associazioni Acimac e Ucima. Come sta procedendo questa sinergia e quali sono gli effetti che ne sono scaturiti finora?

“Sono passati tre anni da luglio 2020 quando è iniziata la collaborazione con le associazioni Acimac, che rappresenta i costruttori di macchine per ceramica, e Ucima, che rappresenta i costruttori di macchine per imballaggio e confezionamento.

Il primo anno è trascorso molto rapidamente ed è servito per conoscerci e prendere le misure. Oggi, pur nella indipendenza delle tre associazioni, abbiamo portato avanti un’integrazione operativa che consente a esse e ai loro associati di usufruire dei medesimi servizi.

Le sinergie hanno in primis consentito di innalzare il livello qualitativo dei servizi offerti. Il percorso non è ancora terminato sebbene siamo a buon punto, anche perché non si tratta di raggiungere un obiettivo, ma di migliorare costantemente quanto offriamo e ampliarlo con nuovi servizi. Con una battuta e in sintesi, direi che come per anni le nostre associazioni hanno spinto le proprie imprese a creare sinergie fra loro allo stesso modo mi è sembrato naturale fare la stessa cosa a livello associativo, altrimenti avremmo predicato bene ma razzolato male.

Oggi in un mercato globalizzato c’è bisogno di fare massa critica a livello associativo, soprattutto per i servizi trasversali a tutte le associazioni della meccanica strumentale. Poi ovviamente ciascuna associazione cura le aree tipicamente settoriali, anzitutto

quella promozionale e le fiere. Mi auguro che anche altre associazioni possano aderire a questo progetto, creando così un modello virtuoso che anche nel sistema confindustriale è guardato con grande attenzione”.

Organizzato da Promaplast, la società di gestione di Amaplast, a settembre tornerà Plast, a distanza di cinque anni, anziché i tradizionali tre, dall’ultima edizione, dopo lo stop imposto dalla pandemia. Con che spirito e aspettative si ripresenta la più importante fiera italiana e una delle più rinomate a livello mondiale per l’industria delle materie plastiche e della gomma?

“Cinque anni sono molti, ma il marchio Plast è forte in Italia e nel mondo. Non dimentichiamo che Plast è la seconda fiera in Europa dopo il K di Düsseldorf e sarà la prima in tutta Europa nel 2023. Apro una parentesi: Greenplast 2022 è stata sicuramente una fiera che, pur essendo appena nata, è andata al di là delle più rosee aspettative e sono certo che nel 2025, grazie anche alla sinergia con The Innovation Alliance, crescerà ulteriormente. Idealmente Greenplast è servita da ponte per arrivare al Plast di quest’anno, edizione che si preannuncia positiva. Nonostante il Covid abbia cambiato le abitudini di molti espositori, l’edizione 2023 di Plast avrà all’incirca lo stesso numero di espositori di quella del 2018, di cui una significativa quota saranno nuovi. In termini di metri quadri, in questo momento (fine maggio, ndr) le iscrizioni non sono ancora chiuse e probabilmente si avrà una riduzione degli spazi poco significativa. Questo, d’altronde, è un trend di quasi tutte le fiere della meccanica strumentale in generale. A livello organizzativo gli sforzi in comunicazione, pubblicità e marketing sono stati enormi rispetto al passato: ci attendiamo un’ottima affluenza di visitatori, che ovviamente, ne siamo consci, non potrà essere quella del 2018, quando Plast si è svolto in contemporanea con Ipack-Ima, Print4All e Intralogistica, concomitanza fieristica saltata non per volontà nostra o degli organizzatori delle altre manifestazioni, ma perché i calendari fieristici con la pandemia sono stati sconvolti e fiere importanti come, per esempio, Interpack, hanno cambiato annualità. The Innovation Alliance continua, seppure con una serie di iniziative congiunte anziché con la concomitanza in presenza fisica. Il convegno di apertura di Plast si svolgerà infatti sotto l’ombrello di The Innovation Alliance proprio per dare un chiaro segnale di continuità con il passato. Oggi serve ripensare le manifestazioni fieristiche e stringere alleanze con quelle dei comparti complementari così come appunto avevamo fatto nel 2018. Il Covid ha in parte sconvolto i paradigmi fieristici che erano consolidati da anni e la sfida per il futuro è proprio quella di riuscire a interpretare e adattare le fiere alle necessità degli espositori non solo italiani ma anche internazionali”.

12 Giugno/Luglio 2023 - n. 395
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Accordo tra UniCredit e Amaplast-Acimac-Ucima

Finanziamenti per ESG e internazionalizzazione

Insieme per sostenere con più forza le aziende nelle loro iniziative di finanza sostenibile. A questo scopo UniCredit e il sistema di associazioni confindustriali dei produttori di beni strumentali formato da Amaplast, Acimac e Ucima hanno sottoscritto un protocollo d’intesa volto ad aprire un canale diretto, costante e operativo tra l’istituto di credito e l’area finanza associativa per stimolare e facilitare l’attivazione di investimenti virtuosi da parte delle aziende.

Più in dettaglio, Amaplast (l’associazione dei costruttori italiani di macchine e stampi per materie plastiche e gomma), Acimac (l’associazione dei costruttori italiani di macchine e attrezzature per la ceramica) e Ucima (l’unione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) hanno definito con UniCredit - nell’ambito delle rispettive funzioni, competenze e ruoli - un accordo per avviare un’azione congiunta finalizzata a mettere in atto iniziative idonee a supportare le potenzialità

di sviluppo delle aziende parte delle rispettive compagini associative. Il protocollo d’intesa indica come aree di interesse su cui collaborare l’intero ambito ESG (Environmental, Social e Governance) e lo sviluppo di internazionalizzazione ed esportazioni: le aziende rappresentate dalle tre associazioni di categorie troveranno quindi in UniCredit, istituto bancario strutturato con prodotti, servizi e strutture dedicate all’ambito ESG, il partner di riferimento per l’accelerazione dei loro percorsi di efficientamento energetico e sostenibilità.

“Il rapporto tra il sistema imprenditoriale e il mondo finanziario”, ha commentato Gian Paolo Crasta, direttore esecutivo e vicedirettore di Amaplast, Acimac e Ucima, “è sempre più determinante e sarà sempre più utile per fornire una ulteriore leva competitiva alle aziende del made in Italy. Il protocollo che abbiamo firmato è orientato a poter fornire strumenti ancora più efficaci alle aziende associate per i loro investimenti in sostenibilità e, di conseguenza, per la

loro competitività internazionale”.

“Le PMI italiane hanno ben compreso che gli investimenti in sostenibilità, intesa nella sua accezione più ampia possibile, non solo non sono più rimandabili ma rappresentano un fattore discriminante di successo sui mercati globali”, ha aggiunto Annalisa Areni, direttrice strategie dei clienti di UniCredit Italia. “L’accordo che sigliamo oggi mira a valorizzare l’expertise maturata da UniCredit in ambito ESG e a metterla a disposizione delle imprese associate che hanno avviato questi percorsi virtuosi”.

Gian Paolo Crasta, direttore esecutivo e vicedirettore di Amaplast, Acimac e Ucima. Le tre associazioni confindustriali che raggruppano i costruttori di macchine per plastica e gomma, ceramica e imballaggio, rispettivamente Amaplast, Acimac e Ucima, hanno scelto Unicredit, istituto di credito non nuovo a operazioni di supporto finanziario agli operatori in tali settori, come partner per attivare investimenti virtuosi in ambito ESG e internazionalizzazione da parte delle loro aziende associate.
15 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS MARKETING NEWS |

Persico ha rilevato Precision Mold Service

Acquisizione e ristrutturazione negli Stati Uniti

Il costruttore bergamasco di impianti e stampi per lo stampaggio rotazionale, Persico, ha rilevato la statunitense Precision Mold Service. Fondata nel 1999 con sede a Blaine, nel Minnesota, l’azienda acquisita è specializzata sia nella costruzione di stampi per il rotostampaggio sia nella revisione e manutenzione di stampi esistenti. In seguito all’operazione, Precision Mold Service ha cambiato nome in Persico Rotomolding USA.

Per i dipendenti e le macchine di produzione dell’attuale Persico Rotomolding USA, con sede a Rochester Hills, nel Michigan, è previsto il trasferimento in Minnesota per unire competenze tecniche e capacità produttive delle due società in un unico stabilimento, sfruttando le sinergie che ne deriveranno. Gli stabilimenti di Persico a Rochester Hills e Shelby Township, sempre nel Michigan, continueranno la loro attività focalizzate sull’industria automobilistica.

Persico rilevando Precision Mold Service si ristruttura negli Stati

Uniti: da un lato sfrutta le sinergie derivanti dall’operazione per la costruzione e la revisione di stampi, dall’altro si concentra sull’industria automobilsitica.

Acquisizione nella chimica da fonti rinnovabili

Tutta Novamont a Versalis

La società chimica di Eni e azionista di Novamont per una quota del 36%, Versalis, e la società controllata da Investitori Associati II e NB Renaissance,

Mater-Bi, hanno recentemente finalizzato l’acquisizione da parte di Versalis del restante 64% del pacchetto azionario di Novamont detenuto da Mater-Bi. L’efficacia dell’operazione e i relativi tempi per la finalizzazione sono subordinati all’approvazione delle autorità competenti.

Una delle principali società chimiche italiane attiva a livello internazionale, Versalis porta avanti una strategia fortemente mirata verso la specializzazione del portafoglio anche attraverso la chimica da fonti rinnovabili. L’acquisizione di Novamont, benefit company certificata B Corp protagonista nel settore della bioeconomia circolare

e nel mercato per lo sviluppo e la produzione di bioplastiche e prodotti chimici a base biologica biodegradabili e compostabili, rappresenta una importante opportunità per accelerare tale strategia attraverso l’integrazione di una piattaforma tecnologica unica e complementare, fornendo un rilevante contributo alla decarbonizzazione del portafoglio prodotti.

L’operazione permetterà anche di rafforzare la piattaforma Novamont, accelerando lo sviluppo di filiere multiprodotto ad alto valore aggiunto e i progetti di territorio per disaccoppiare l’utilizzo delle risorse naturali dalla crescita economica nella logica di fare di più con meno.

Nella foto, da destra, Adriano Alfani, amministratore delegato di Versalis, Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, e Marco Cerrina, senior partner NB Renaissance di Mater Bi.

16 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | MARKETING NEWS

Confermato il presidente di PlasticsEurope Italia

Continuità alla guida dei produttori italiani di materie plastiche

Il consiglio direttivo di PlasticsEurope Italia, l’associazione di settore di Federchimica che rappresenta i produttori di materie plastiche, ha confermato all’unanimità il presidente Lorenzo Bottinelli (Basf) e il vicepresidente Franco Meropiali (Versalis).

“La riconferma mi onora e mi incoraggia a proseguire il lavoro iniziato, con il sostegno del vicepresidente e dei componenti del consiglio direttivo, in un momento caratterizzato da grandi trasformazioni per tutto il sistema industriale e, in particolare, per quello delle materie plastiche. Serve impegno e collaborazione costruttiva tra tutti i soggetti coinvolti, non solo di tutta la filiera del mondo produttivo della

plastica, ma anche un dialogo costante con le istituzioni, gli istituti pubblici. Dobbiamo fare il possibile affinché il ruolo della plastica sia valorizzato, evidenziando come essa sia una soluzione indispensabile, anche per affrontare la transizione ecologica”, ha dichiarato Bottinelli.

Laureato in chimica all’Università Statale di Milano, MBA presso SDA Bocconi, con vent’anni di esperienza nell’industria chimica, Lorenzo Bottinelli ricopre attualmente il ruolo di amministratore delegato e vicepresidente di Basf Italia. È componente del consiglio di presidenza di Federchimica con delega all’economia circolare e dal 2017 è componente del consiglio direttivo di PlasticsEurope Italia.

Nel corso della sua recente assemblea generale annuale, Eumeps, l’associazione dei produttori europei di polistirene espanso, ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione, confermando alla presidenza Klaus Ries di Basf. Alla vicepresidenza è stato confermato Alan Moss di Bewi, che verrà affiancato dai neoeletti Amaury Omnès di Hirsch Porozell e Chresten Heide-Anderson dell’associazione danese dell’EPS. Confermati anche cinque membri del consiglio di amministrazione, mentre tra i nuovi eletti figurano Paolo Bottarelli di Versalis e Said Blihi, quest’ultimo in sostituzione di Synthos Agata Gladysz-Stanczyk. Non si è invece ricandidato Jean Michel Guihaumé di Afipeb.

L’evento ha offerto l’occasione per fare il punto della situazione dell’attività dell’associazione e offrire qualche spunto interessante di riflessione sul settore. Sotto la guida del consiglio di amministrazione uscente sono stati apportati vari cambiamenti in seno

a Eumeps, tra cui il trasferimento di tutto il personale a Bruxelles. Durante la precedente amministrazione inoltre è stata lanciata l’iniziativa “Smart Packaging Europe” ed è stato registrato un aumento significativo dei membri aderenti all’associazione.

“I successi degli ultimi due anni dimostrano che siamo sulla strada giusta. L’associazione è percepita come un consulente competente e affidabile e ha costruito una solida rete. Ora è il momento di parlare con una sola voce. L’EPS presenta evidenti vantaggi rispetto ai prodotti concorrenti e rende possibile la transizione energetica accessibile nel settore edile. Sono convinto che abbiamo tutti gli argomenti siano a nostro favore e che l’EPS darà un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi di salvaguardia del clima”, ha dichiarato il presidente Klaus Ries, che ha aggiunto: “La ristrutturazione di Eumeps è un grande successo. Ognuno ha profuso tanto lavoro e anima e cuore

in questo processo. Vorrei ringraziare sinceramente lo staff di Eumeps e i miei colleghi del consiglio di amministrazione uscente per i loro contributi. Tutti i nostri traguardi sono stati possibili solo grazie al loro impegno. Inoltre, desidero esprimere la mia gratitudine a tutti i membri di Eumeps che hanno apprezzato il nostro lavoro”.

Lorenzo Bottinelli, al secondo mandato alla presidenza di PlasticsEurope Italia.
Rinnovo delle cariche di Eumeps
L’associazione dei produttori europei di EPS tra conferme e novità
17 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS
Klaus Ries di Basf è stato confermato alla presidenza di Eumeps, l’associazione dei produttori europei di polistirene espanso.

Quadro d’insieme

Comportamenti “sostenibili” per sette imprese su 10

Nel 2018, 712 mila imprese (68,9% delle imprese con 3 e più addetti) dichiarano di essere impegnate in azioni volte a migliorare il benessere lavorativo del proprio personale; 688 mila (66,6%) svolgono azioni per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività; 670 mila (64,8%) si sono attivate per migliorare il livello di sicurezza all’interno della propria impresa o nel territorio in cui opera no.

Rispetto al rapporto con altri soggetti e c on il territorio, quasi un terzo (31,3%, ossia 323 mila imprese in valore assoluto) sostiene o realizza iniziative di interesse collettivo esterne all’impresa ; una quota analoga di imprese supporta o realizza iniziative a beneficio del tessuto produttivo d el territorio in cui opera (303 mila imprese, pari al 29,4%)

L’attenzione alla sostenibilità sociale (che include le azioni realizzate per il benessere lavorativo e la sicurezza) e ambientale (azioni per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attivit à) assume intensità diverse osservando il numero di azioni realizzate tra il 2016 e il 2018 (Figura 1)

Nel complesso, l’84,3% delle imprese ha portato a termine almeno una azione di sostenibilità sociale e il 75,8% ha realizzato almeno una azione di sost enibilità ambientale Tuttavia, analizzando il dettaglio per numero di azioni, le imprese dedicano maggiore attenzione alla sostenibilità ambiental e: il 10,3% ha realizzato più di 10 azioni di sostenibilità ambientale, il 2,7% ne ha compiute più di 10 e il 50,4% solo una.

IN BASE AL NUMERO DI AZIONI REALIZZATE PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE

Valori percentuali sul totale imprese con tre e più addetti. Anno 2018

L’impegno verso una riduzione dell’impatto ambientale è più accentuato tra le imprese dell’industria in senso stretto (71,6%) e in quelle delle costruzioni (71,1%) rispetto alle imprese dei servizi (64,5%) tra le quali quelle attive nel settore della Sanità e assistenza sociale mostrano percentuali elevate (73,1%).

Rispetto al miglioramento del benessere lavorativo non si evidenziano significative differenz e tra macro settori di attività economica (70,0%, 70,4% e 68,4% rispettivamente le quote nell’industria in senso stretto , nelle costruzioni e nei servizi) Osservando i dettagli per attività economica, si rileva un impegno nel

miglioramento del benessere lavorativo tra le imprese che operano nella Sanità e assistenza sociale

FIGURA 1 IMPRESE Totale 1 azione o più: 75,8% Totale 1 azione o più: 84,3%

Valori percentuali sul totale imprese con tre e più addetti (*). Anno 2018

(* Previsti in crescita g

* Il quesito permetteva risposte multiple.

Ridurre l'impatto ambientale Migliorare il benessere lavorativo

L iali (T in questo ambito n 2021)

La dimensione aziendale gioca ancora una volta un ruolo importante: tali investimenti sono stati infatti realizzati dal

a sostenibilità n trova un riscontro negli investimenti per responsabilità ambientali e soc T e 4.1, 4.2 e 4.3 dell’appendice statistica) Il24,4%% delle imprese ha pianificato investimenti -2018, quota che sale al 29,0% nelle previsioni del triennio successivo (2019% delle imprese con 500 addetti e oltre ma solo dal 20,9% delle micro (3-9 addetti).

Sostenere o realizzare iniziative di interesse collettivo

A livello territoriale 2018 non fanno registrare differenze rilevanti: del Nord le imprese del Mezzogiorno e del Nord

gli investimenti in sostenibilità ambientale e so ciale effettuati nel periodo 201625,3% di quelle est Per il triennio successivo si prevede un aumento più accentuato tra est (rispettivamente 29,9% e 29,8%)

I settori economici che investono maggiormente in queste attività, con oltre delle imprese, sono il

% o, il Farmaceutico, la Raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, il Recupero dei materiali,

le

Sostenere o realizzare iniziative di sviluppo economico

Incrementare livelli di sicurezza

A A Considerando ambientale e sociale a titolo gratuito o agevolato dal personale ha impiegato uso gratuito o agevolato di beni dell’impresa (macchinari, tecnologie, immobili, ecc.).

le più scelte da imprese del Mezzogiorno e del Centro per obiettivi di sostenibilità strumenti, finanziari e non, utilizzatiperperseguire obiettivi di sostenibilità nel 2018 il 13,8% delle imprese ha fatto ricorso ad attività interne svolte % si è avvalso di finanziamenti economici di progetti o iniziative, il 9,7% l’

Un fattore discriminante nell’adozione di misure per il benessere lavorativo e per la conciliazione dei tempi di vita in quasi tutti i tipi analizzati. In particolare, un maggiore scarto è nell’offerta di un asilo aziendale gratuito o a condizioni agevolate, negli strumenti di sostegno economico e nelle estensioni della durata dei congedi parentali o per gravi motivi.

Per gli obiettivi di sostenibilità, le imprese del Mezzogiorno e del Centro hanno optato per attività interne a titolo gratuito utilizzando personale dell’impresa (rispettivamente 14,2% e 14,1%) mentre quelle del Nord-est e del Nord-ovest si sono orientate maggiormente verso finanziamenti di tipo economico di progetti/iniziative (12,6% e 11,3%) (Tavola 6 dell’appendice statistica).

Iniziative e misure di sostenibilità ambientale

Verso infrastruttu

La scelta del tipo di iniziativa è legata alla dimensione di impresa: quelle con 500 e più addetti hanno scelto i finanziamenti economici per le iniziative “sostenibili” nel 42,8% dei casi mentre il 13,9% delle microimprese ha fatto ricorso ad attività interne svolte a titolo gratuito o agevolato dal personale dell’impresa (Figura 5)

Uno degli ambiti di intervento per la riduzione degli impatti sull’ambiente attiene alla gestione efficiente e sostenibile dell’energia e dei trasporti, in forte sviluppo grazie anche alle politiche di incentivazione (FER) e dell’efficienza energetica portate avanti dal nostro Paese negli ultimi anni

Per i finanziamenti di tipo economico5 delle iniziative di sostenibilità, il 90,7% delle imprese lo ha fatto in modo autonomo, l’8,6% in partnership con soggetti privati, il 5,5% in congiunzione con soggetti misti (pubblico, privato, terzo settore), il 4,9% con soggetti pubblici e solo il 2,5% con soggetti del terzo settore (Tavola 7 dell’appendice statistica)

Infine, il 19,7% delle imprese ha coinvolto i propri stakeholder solo in alcuni progetti di sostenibilità mentre il 7,8% ha chiesto la loro collaborazione per tutti i progetti o le iniziative (Tavola 7 dell’appendice statistica)

Per ridurre i consumi energetici e macchinari, impianti e/o apparecchi efficienti li investimenti finalizzati al risparmio realizzazione di edifici a basso consumo energetico

P nella produzione di energia

o

7

5 Questa voce è collegata ai dati in precedenza presentati per gli investimenti in responsabilità sociale e ambientale. In ques to caso si è indagato il tipo di finanziamento economico utilizzato per gli investimenti in termini di ripa rtizione dei rischi.

Ancora poco diffuse imprese su 100 hanno acquistato automezzi elettrici o ibridi.

Per smart work e telelavoro incide molto la dimensione aziendale

Al momento del censimento, lo smart working e il telelavoro risultavano utilizzati solo dal 10,3% e dal 3,7% (Prospetto 1) delle imprese (118 mila in valore assoluto, considerando una delle due forme di lavoro o entrambe). La diffusione della pandemia da Covid-19 ha poi impresso una forte accelerazione nell’adozione di queste misure

Il ricorso allo smart working o al telelavoro risulta fortemente legato alla dimensione aziendale e al settore di attività economica in cui le imprese operano mentre non emergono sostanziali differenze a livello territoriale Rapportando il numero delle imprese che hanno adottato tali strumenti al totale delle imprese censite si registra uno scarto di circa 10 punti percentuali tra grandi imprese (24,0% smart work e 15,0% telelavoro) e medie (13,3% e 8,4%), piccole (10,2% e 4,9%) e microimprese (10,2% e 3,2%). Tale dinamica è comune a tutti i macro settori economici (Prospetto 1).

A livello settoriale le differenze si ravvisano anche all’interno degli stessi comparti, a conferma di quanto la possibilità di utilizzo del lavoro agile sia correlata al prodotto/servizio offerto o al processo produttivo seguito.

In particolare, sono i settori dei Servizi di informazione e comunicazione, soprattutto quello della Produzione di software e della consulenza informatica, delle Telecomunicazioni e delle Attività di produzione cinematografica, televisiva e musicale a distinguersi per il maggiore utilizzo: tra il 2016 e il 2018 il 26,8% delle imprese attive in questi settori ha adottato lo smart working e il 20,8% il telelavoro (Figura 7).

Il ricorso allo smart work è significativo anche nel settore dell’Istruzione (19,7% delle imprese, con una incidenza più elevata per corsi post universitari, ricreativi o di formazione), nelle Attività professionali, scientifiche e tecniche (18,2%, in particolare quelle impegnate nella ricerca e sviluppo, pubblicità e ricerche di mercato, design e interpretariato), nel settore della Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (15,5%) e nelle attività di Servizi alle imprese (14,1%, con valori particolarmente elevati per le agenzie di selezione e ricerca del personale). Le Attività pro fessionali, scientifiche e tecniche, così come il settore delle Utilities, presentano valori superiori alla media nazionale anche per il telelavoro

6 Le numerose misure finanziarie e fiscali per l’efficienza energetica hanno dato luogo, tra il 2011 e il 2018, a risparmi ener getici pari al 54%, dell’obiettivo nazionale al 2020 previsto dal Piano nazionale di Azione per l’Efficienza Energetica nel settore industriale, al 42% nel settore trasporti e al 26% nel terziario (Cfr. ENEA, “Rapporto Annuale Efficienza energetica” 2019). Nel corso del 2019 il Gestore dei Servizi Energetici ha riconosciuto alle imprese incentivi per oltre 10 miliardi di euro destinati principalmente al sostegno delle fonti rinnovabili ne, settore elettrico; tali interventi hanno generato un risparmio di emissioni di CO 2 in atmosfera stimato in circa 31 milioni di tonnellate (fonte GSE).

7

7 Gli impianti di cogenerazione sono finalizzati alla produzione combinata di energia elettrica e calore, quelli di trigenerazione alla

da fonte rinnovabile elettrica (7,2%) termica (4,4%) e (2,8%). Per queste iniziative, circa la metà degli investimenti ll’erogazione di incentivi. FIGURA 10. IMPRESE CHE HANNO EFFETTUATO INVESTIMENTI PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DI ENERGIA E TRASPORTI (*) TRA IL 2016 E IL 2018, PER TIPO DI INVESTIMENTO E PRESENZA O MENO DI INCENTIVI. Valori percentuali sul totale imprese che hanno intrapreso azioni per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. *oltre gli obblighi di legge FIGURA 6 MISURE PER IL BENESSERE LAVORATIVO E LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA REALIZZATE TRA IL 2016 E IL 2018 Valori percentuali sul totale imprese che hanno realizzato tali misure. *oltre gli obblighi di legge
5
FIGURA 4 MOTIVAZIONI PER TIPO DI AZIONE SOSTENIBILE.
C

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Continua il dibattito sulla proposta di Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi presentato nei mesi scorsi dalla Commissione europea. Per cercare di fare un po’ di chiarezza a riguardo abbiamo raccolto l’opinione autorevole di Alberto Palaveri, presidente di Giflex, l’associazione nazionale dei produttori di imballaggi flessibili per il confezionamento di prodotti alimentari, farmaceutici, chimici e altre applicazioni industriali. Ecco cosa ci ha detto.

ruppo specializzato di Assografici, parte della Federazione Carta e Grafica, Giflex è l’associazione nazionale che raggruppa i produttori di imballaggi flessibili destinati al confezionamento di prodotti alimentari (80%), farmaceutici (5%) e per detergenza e igiene personale (6%), alimenti per animali e altre applicazioni industriali (9%), e oggi conta 40 aziende trasformatrici associate e occupa oltre 10.000 addetti, con un fatturato superiore a 3 miliardi di euro. Le sue aziende associate rappresentano circa l’80% del settore di riferimento in Italia sia in volume che in fatturato. Giflex crede nel valore e nelle competenze dei Comitati associativi che operano per far sì che le aziende dell’imballaggio flessibile siano portatrici di garanzia, sicurezza e sostenibilità a tutela del consumatore. Grazie al lavoro del Comitato Tecnico sono stati portati a termine importanti studi scientifici quali il metodo per il controllo della controstampa, che ha dato origine alla specifica tecnica UNI/TS 11788:2020 e al protocollo di valutazione della presenza di Mineral Oil. In risposta ai temi ambientali operano il Comitato Sostenibilità e il Gruppo Scientifico coordinatore del progetto di ricerca “LCA - Economia Circolare”. Insieme, i tre gruppi stanno mettendo a punto linee guida che declinino i punti cardine dell’economia circolare per l’imballaggio flessibile nel contesto del Green Deal dell’Unione Europea. In questi ultimi mesi, Giflex è stato uno dei soggetti attivi nel dibattito suscitato dalla proposta di Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi presentata alla fine del 2022 dalla Commissione europea, mettendone in evidenza le principali criticità e assumendo nei suoi confronti una ferma posizione, proponendo le modifiche ritenute necessarie per tutelare l’industria dell’imballaggio flessibile. A questo scopo, l’associazione ha recente-

mente animato la scena con convegni dedicati, audizioni alla Camera dei Deputati e azioni di lobby per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e, soprattutto, delle autorità competenti le istanze del comparto che rappresenta. Per offrire un’occasione per fare un po’ di chiarezza sulla vicenda abbiamo chiesto ad Alberto Palaveri, presidente di Giflex, carica in cui è stato recentemente confermato per il secondo mandato consecutivo, di fare il punto della situazione e di illustrare come il regolamento della Commissione europea impatterebbe su una industria importante come quella dell’imballaggio se entrasse in vigore.

Cominciamo spiegando a che stadio di avanzamento si trova la proposta di nuovo Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi (PPWR) della Commissione europea che dovrebbe sostituire l’attuale Direttiva 94/62/CE?

“Siamo nella fase delle audizioni, ovvero gli Stati membri dell’Unione Europea sono chiamati a esprimere le proprie posizioni sulla proposta di regolamento. Secondo alcune indiscrezioni la pubblicazione del regolamento, che, ricordiamo, mira a ridurre la quantità di packaging immessi sul mercato, potrebbe avvenire già entro l’anno. Il dibattito è molto acceso per via delle criticità che i produttori di packaging hanno riscontrato nel documento. Per questo, come Giflex ci stiamo muovendo in Italia e in Europa per esprimere al legislatore la posizione dei produttori di imballaggio flessibile e spiegare cosa è necessario modificare per tutelare la nostra industria.

A questo proposito abbiamo elaborato un “Position Paper” che è stato presentato in audizione presso la Commissione Politiche

GDI LUCA MEI 25 n. 395 - Giugno/Luglio 2023

dell’Unione Europea della Camera dei Deputati, la Commissione IV - Politiche dell’Unione Europea del Senato della Repubblica. Proprio durante lo svolgimento del congresso di Giflex, svoltosi a Roma il 17 e 18 maggio, siamo stati nuovamente ascoltati alla Camera dei Deputati presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive. Essere chiamati in un’audizione parlamentare è il risultato del grande lavoro di lobby che, come associazione, stiamo portando avanti in rappresentanza dell’industria dell’imballaggio flessibile e delle sue istanze.

Abbiamo fatto sentire la nostra voce anche a Bruxelles grazie al lavoro di FPE (Flexible Packaging Europe), l’associazione europea che rappresenta i gruppi nazionali. Oggi possiamo dire con un certo orgoglio che in Europa si parla anche italiano. La presenza al nostro recente congresso di Roma di importanti rappresentanti istituzionali impegnati nel dibattito del PPWR lo conferma: Francesca Siciliano Stevens, segretario generale di Europen (The European Organisation for Packaging and the Environment), Roberta Colotta, direttore affari pubblici di FPE e le eurodeputate Patrizia Toia e Silvia Sardone”.

Uno degli aspetti più criticati dai detrattori di tale proposta viene individuata nella mancanza di evidenze scientifiche a sostegno dell’impianto normativo del nuovo regolamento. La situazione è effettivamente questa?

“A nostro giudizio nel regolamento prevale un approccio più dogmatico che scientifico, lo dimostra il fatto che non venga mai menzionato il metodo LCA (Life Cycle Assessment), quale strumento di analisi in grado di definire scientificamente la reale sostenibilità di un imballaggio.

Come Giflex abbiamo recentemente dato vita a un progetto di ricerca scientifico su LCA ed economia circolare quale approccio di elezione per la valutazione dell’imballaggio e dei processi sottesi all’intera filiera di fornitura. L’obiettivo finale di questo

progetto di ricerca è redigere linee guida specifiche per misurare la sostenibilità del flessibile”.

Un altro elemento di criticità è ravvisato nel fatto che un regolamento risulterebbe più vincolante e stringente dell’attuale direttiva. In concreto, come impatterebbe sulle aziende della filiera che la sua associazione rappresenta e, più in generale, su quella dell’imballaggio e delle materie plastiche?

“Noi raccontiamo tutte le meraviglie dell’imballaggio flessibile, le caratteristiche in generale del packaging, mentre la Commissione europea decide di emettere un regolamento il cui obiettivo non è ridurre la quantità di CO2 emessa dal ciclo di vita del packaging come immesso al consumo, nemmeno ridurre l’immorale spreco alimentare. No, l’obiettivo è la riduzione dell’immesso al consumo del packaging. A prescindere dalla sua funzione e dai benefici che porta. Come mai? Il packaging come le polveri sottili: da ridurre senza se e senza ma. Evidentemente abbiamo comunicato poco e male. La verità percepita e raccontata è molto distante da quella reale.

Non è sempre facile spiegare ai non addetti ai lavori quanta scienza, ricerca, innovazione ci sia dietro un imballaggio flessibile e quanto questi valori lo rendano alleato dell’ambiente. Leggeri microcosmi ingegneristici con molteplici prestazioni, a “zero” contaminazioni, a “zero” cessioni e, auspicabilmente a breve, a “zero” impatto grazie al riciclo meccanico e ai nuovi sviluppi dell’“Advanced Recycling”. Quindi se non vogliamo che per legge ci riducano il fatturato totale del packaging, la torta del business, dobbiamo potenziare e accrescere il nostro sforzo nel comunicare, raccontare e promuovere il packaging in generale senza sperare o speculare circa il fatto che alcuni aspetti legislativi possano favorire un settore rispetto a un altro.

Per questo motivo abbiamo sviluppato partnership con tutti i rappresentanti della filiera del packaging attraverso accordi interassociativi siglati con Ucima (macchine per imballaggio), Unione Italiana Food (industria alimentare) e Acimga (macchine per stampa e converting), collaboriamo con Unionplast (trasformatori di materie plastiche) e operiamo in stretta sinergia con Assografici e Federazione Carta e Grafica, di cui siamo parte. A tutto questo si aggiunge l’intensa attività di lobbying e advocacy che sta generando i risultati auspicati, ossia far sentire la voce dell’industria dell’imballaggio flessibile nelle sedi istituzionali, in Italia e in Europa”.

Il presidente di Giflex, Alberto Palaveri, qui durante il convegno romano, ha preso parte a due audizioni presso la Camera dei Deputati per presentare le istanze dell’industria dell’imballaggio flessibile, tra cui le questioni inerenti al PPWR, sollecitando a tale riguardo il ruolo dell’Italia davanti alle istituzioni europee.

Alberto Palaveri, presidente di Giflex, carica in cui è stato recentemente riconfermato per la seconda volta consecutiva.
26 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | PLASTICA E AMBIENTE

In termini di sicurezza degli imballaggi cambierebbe qualcosa e, in questo caso, quali sarebbero gli effetti del Regolamento su merci e consumatori: rischieremmo di trovarci con consumatori meno tutelati?

“Nel regolamento c’è un forte orientamento al riuso, il cosiddetto “refill” nel settore alimentare, ma non è provato che sia davvero la soluzione più sostenibile per il mercato, in termini sia di sicurezza e igiene degli alimenti che di sostenibilità. I processi di lavaggio, igienizzazione e reintroduzione sul mercato di un imballaggio comporterebbero un maggior utilizzo di risorse idriche, energetiche e costi di logistica. Che tutto questo possa essere un circuito virtuoso è da dimostrare. Inoltre, nel PPWR si auspica un maggior utilizzo di plastica riciclata anche a contatto con alimenti. Va ricordato che la normativa vigente oggi in Italia (DM 22.03.1973) ne vieta l’utilizzo.

Il flessibile è un packaging sottile e leggero che garantisce sicurezza, igienicità e conservazione ottimali. Serviamo per l’80% l’industria alimentare e ci tengo a sottolineare che, da quando è nato il flessibile oltre cinquant’anni fa, non si è mai verificato, e ribadisco mai, alcun problema che potesse mettere in pericolo la sicurezza del consumatore”.

ra differenziata il packaging, come si fa in Italia con eccellenti risultati;

• si chiede che ci sia una valorizzazione del riciclo chimico detto anche riciclo molecolare, ossia che il packaging flessibile possa rientrare completamente nel ciclo dei materiali;

• si sollecita una politica che fissi degli obiettivi e offra la possibilità di proporre soluzioni per non “congelare” l’innovazione;

• il continuo rimando ad atti delegati con tempi di attuazione insostenibili per la programmazione degli investimenti e la ricerca e sviluppo delle nostre aziende;

• all’interno della proposta di regolamento non viene mai menzionata l’analisi del ciclo di vita del prodotto (LCA), l’unico metodo scientifico in grado di definire quale imballaggio sia più sostenibile di un altro in una data circostanza;

• non è provato che il riuso o il cosiddetto “refill” nel settore alimentare sia davvero la soluzione più sostenibile per il mercato, soprattutto in termini sicurezza degli alimenti e di igiene;

• si chiede che le disposizioni europee non siano così invasive delle abitudini quotidiane dei consumatori (per esempio in riferimento alle confezioni monodose utilizzate nell’HoReCa e nel settore alberghiero).

Per concludere, auspichiamo con fiducia che alla fine di questo dibattito si possa trovare un equilibrio tra politiche ambientali e politiche industriali. Certamente la sfida è anche quella di vedere quello che ancora non c’è, promuovere e proporre soluzioni innovative mettendo a rischio anche processi o business consolidati. Partendo dal passato pensando al futuro per progettare il presente. Noi del flessibile siamo pronti”.

Nel corso del convegno del 17 e 18 maggio l’associazione nazionale dei produttori di imballaggi flessibili ha adottato un “Position Paper” per spiegare cosa ritiene necessario modificare nel PPWR per tutelare il comparto industriale che rappresenta.

“La lotta al cambiamento climatico è l’obiettivo principale ma chiediamo a gran voce alla politica che ci dia degli obiettivi chiari e la possibilità di proporre soluzioni per non “congelare” l’innovazione. Come industria siamo sulla strada buona per un futuro più sostenibile: sviluppo di monomateriali di nuova generazione, linee guida per misurare la sostenibilità dei nostri imballaggi, innovative piattaforme di tracciabilità, quali per esempio l’approccio blockchain, sperimentato in altri settori, ma di grande potenzialità anche per il packaging. Insieme ai nostri partner, stiamo da anni facendo investimenti per immettere nel mercato prodotti che siano ancora più leggeri, che usino sempre meno risorse, ma soprattutto che rendano possibile una seconda vita all’imballo. Per questo guardiamo con fiducia alle tecnologie di Advanced Recycling, che affiancate a quelle per il riciclo meccanico, daranno un importante contributo per il fine vita dei nostri materiali.

Per tornare al regolamento, riassumendo e in sintesi, l’industria del flessibile contesta i seguenti punti:

• nel testo non è chiaro cosa sia riciclabile e riciclato, servirebbe una definizione chiara e che tutti i Paesi raccolgano in manie-

Quello flessibile è un packaging sottile e leggero mono o multistrato (polimeri, carta, cellulosa rigenerata, foglia d’alluminio). Il suo valore è la leggerezza rispetto al contenuto: refill di detergente liquido 2%, confezione di caffè 2%, confezione di cereali 2,8%, bustine di cibo per animali umido 3%, sacchetto di patatine 3,3%.

Per concludere, ci può riassumere cosa è emerso in merito alla proposta di regolamento della Commissione europea al vostro recente convegno “La sostenibile leggerezza dell’imballaggio flessibile” e la posizione assunta a riguardo da Giflex?
27 n. 395 - Giugno/Luglio 2023

Collaborazione

Enea-Università di Brescia Gomma riciclata dagli scarti di pneumatici e di acciaio

Dalla combinazione di scarti di pneumatici a fine vita e di acciaio, i ricercatori di Enea e dell’Università degli Studi di Brescia hanno ottenuto una gomma riciclata adatta a nuove applicazioni industriali come tappetini per l’isolamento acustico o antivibrazioni. Questo risultato è frutto di una collaborazione per l’uso efficiente e la gestione sostenibile delle risorse e prevede un processo di lavorazione a freddo e senza l’aggiunta di additivi che ha permesso finora di produrre foglie di gomma dello spessore di un millimetro che presentano, dalle prime analisi al microscopio elettronico, caratteristiche di compattezza e coesione. Durante il processo di riciclo messo a punto da Enea e Università di Brescia, lo scarto di acciaio permette di scindere il legame chimico con lo zolfo presente nella gomma a fine vita tramite un’azione meccanica. Inoltre, si riscontra una riduzione del rilascio da parte delle scorie di acciaio di alcuni elementi potenzialmente tossici per l’uomo come, per esempio, cromo, molibdeno e vanadio, al di sotto dei limiti di legge.

“Con questo lavoro gettiamo le basi per concretizzare un’azione di simbiosi industriale tra due settori tradizionalmente dissimili, ovvero

l’acciaio e la gomma, in una Regione come la Lombardia, dove si trovano i maggiori produttori di acciaio da forno elettrico e, di conseguenza, ingenti quantità di scoria da valorizzare”, ha spiegato Marco La Monica, economista del Laboratorio Enea di valorizzazione delle risorse nei sistemi produttivi e territoriali”. “Per valutare le proprietà di questo nuovo materiale abbiamo unito all’ingrediente base, la polvere di pneumatico, quantità via via crescenti di scorie di acciaio e abbiamo riscontrato una riduzione del coefficiente di attrito e un aumento della rigidezza. Inoltre, il contenuto di ossido di ferro (circa il 40% in peso) proveniente dalla scoria d’acciaio ha conferito alla gomma riciclata proprietà magnetiche e una maggiore conducibilità termica che la rende interessante per applicazioni dove serve dissipare il calore”, ha aggiunto Anna Gobetti, assegnista dell’Università di Brescia.

“I risultati ottenuti dall’applicazione della scoria come filler in matrici polimeriche sono incoraggianti: da una parte riusciamo a superare la problematica principale del riutilizzo della scoria, ossia il rilascio di metalli pesanti, dall’altra siamo in grado di formulare diverse tipologie di gomme in funzione dell’applicazione

Calandratura

finale. Da anni Università di Brescia è impegnata a recuperare la scoria nera da forno elettrico come filler nelle matrici polimeriche. Questa attività si è concentrata soprattutto su matrici termoplastiche e termoindurenti e ha portato, nel 2015, anche alla realizzazione di un brevetto di cui la professoressa Giovanna Cornacchia e il professor Giorgio Ramorino sono tra gli inventori. Da qui l’idea di sviluppare anche nuove matrici polimeriche come gli elastomeri nel dottorato congiunto con Enea”, ha proseguito Gobetti. “La gestione del fine vita degli pneumatici e delle scorie nere di acciaieria deve orientarsi in maniera crescente verso il recupero di materia, vista anche la gerarchia europea di gestione dei rifiuti e gli obiettivi del piano di azione per l’economia circolare della UE. Per entrambi i materiali esistono diverse possibili applicazioni per il recupero di materia a cui la ricerca Enea e Università di Brescia ne aggiunge un’ulteriore, mettendo a sistema due filiere distinte e tradizionalmente non collegate con l’obiettivo di sviluppare forme altamente innovative e all’avanguardia di economia circolare per la sostenibilità ambientale ed economica del nostro Paese”, ha concluso La Monica.

Schematizzazione del processo di trasformazione di scarti di acciaio da forno elettrico e di pneumatici a fine vita in foglie di gomma di spessore sottile.
Enea
Scarti di acciaio da forno elettrico Scarti di pneumatici a fine vita
28 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | PLASTICA E AMBIENTE NEWS

A rischio la filiera del riciclo di PFU in Italia

Non si tratta dell’ultimo passaggio formale, ma la votazione di fine aprile a Bruxelles per mettere al bando l’uso di intaso polimerico nelle superfici sportive in erba sintetica, principale destinazione di riutilizzo della gomma riciclata da PFU (Pneumatici Fuori Uso), segna un punto di non ritorno per la filiera del riciclo dei PFU in Italia. L’allarme arriva da Ecopneus, il principale operatore della gestione e il recupero dei PFU in Italia, che esprime la propria preoccupazione in merito alla prospettiva che vedrà venire meno la principale applicazione per l’utilizzo di gomma riciclata in Italia e in Europa, ossia le superfici sportive in erba sintetica, in particolare i campi da calcio, calcetto e rugby. Il periodo di transizione indicato è di otto anni ma le conseguenze sono attese molto prima della scadenza di tale periodo.

A essere coinvolti sono circa 5.000 impianti sportivi in Italia, di cui oltre 1.600 omologati dalla Lega Nazionale Dilettanti e quindi realizzati secondo i più avanzati requisiti tecnici e di sostenibilità, anche per quanto attiene l’abbattimento del rischio di dispersione del materiale di intaso prestazionale, solitamente costituito da granuli di gomma riciclata. Infatti, grazie all’utilizzo di barriere fisiche, griglie, spazzole e percorsi obbligati (adozioni in parte già previste dai capitolati di omologazione della Lega), tale rischio può essere abbattuto fino a oltre il 97%. A dimostrarlo sono i sempre più numerosi studi realizzati in Italia e all’estero (in particolare in Spagna e Danimarca), che mostrano l’efficacia di questi dispositivi di facile installazione a costi sostenibili per un impianto.

Nonostante il lavoro svolto da Ecopneus e vari altri soggetti della filiera nazionale del riciclo di PFU e delle aziende produttrici e utilizzatrici di granulo in gomma riciclata, l’approvazione della proposta di bando impone al settore un profondo stravolgimento, mettendo a

rischio il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità della filiera dei PFU, che ogni anno recupera, sotto forma di materia o energia, oltre il 100% del target imposto dalla legge. La proposta di restrizione, oggetto di scrutinio e voto anche al Parlamento europeo e al Consiglio europeo, avrà conseguenze rilevanti anche sulla sopravvivenza delle aziende di trattamento che nel Paese rappresentano una filiera solida, che negli ultimi anni ha lavorato in qualità e investimenti. Infine, vanno sottolineati gli impatti sulla pratica sportiva in Italia, che coinvolgeranno migliaia di atleti di associazioni sportive dilettantistiche, in prospettiva obbligate a sostituire eccellenti campi in erba sintetica, su cui si sono disputate fino a oggi anche competizioni sportive di livello Europeo, con tecnologie alternative che attualmente non sembrano in grado di garantire disponibilità sul mercato, durabilità nel tempo, giocabilità tutto l’anno e sostenibilità.

Un divieto sull’uso del granulo di gomma riciclata nei campi da calcio comporterebbe una drastica diminuzione delle quantità di PFU

“Lo scenario attuale è di profonda criticità per il sistema nazionale di riciclo di PFU, per la sopravvivenza delle aziende della filiera e per la pratica sportiva dilettantistica e professionistica, in Italia e in Europa. Riteniamo che il provvedimento possa avere un impatto sproporzionato rispetto al rischio di dispersione associato, generando un danno maggiore rispetto al problema che si intende risolvere. È fondamentale prendere in considerazione i benefici ambientali e cercare soluzioni alternative sostenibili per valorizzare i PFU e promuovere l’economia circolare”, ha dichiarato il direttore generale di Ecopneus, Federico Dossena.

destinate al recupero di materia, con un significativo spostamento verso il recupero energetico su impianti che già evidenziano una limitata capacità di assorbimento. Ciò porterebbe a significative perdite dei benefici ambientali derivanti dal riciclo della gomma. Si stima infatti che l’utilizzo della gomma come riempitivo intaso nei campi in erba artificiale permetta di evitare l’emissione di 371.000 tonnellate di CO 2 equivalente all’anno nell’Unione Europea, pari a quella assorbita da 231.000 ettari di terreno forestale. Tale beneficio è da 4,3 a 4,9 volte superiore rispetto a quello del recupero energetico, come dimostrato da studi condotti sul ciclo di vita dei PFU.

29 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS
La preoccupazione di Ecopneus

propria attività

L’associazione nazionale dei costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma Amaplast ha attivato un nuovo servizio per il calcolo dell’impronta di carbonio (carbon footprint) delle aziende secondo i parametri identificati dall’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), organismo che opera sotto l’egida delle Nazioni Unite, applicando i protocolli riconosciuti a livello internazionale (GHG Protocol e ISO 14064). Il calcolo dell’impronta di carbonio è attualmente il metodo più immediato e universalmente accettato a disposizione di aziende e organizzazioni per comunicare e rappresentare l’impatto ambientale delle proprie attività. Tradurre le proprie attività in emissioni di CO2 equivalente nell’atmosfera è indice di attenzione verso l’ambiente e l’impatto che su quest’ultimo hanno quelle stesse attività ed evidenzia la volontà di aderire a canoni etici di sostenibilità oggi considerati e spendibili come valore aggiunto. In quanto tale, l’impronta di carbonio è sempre più richiesta da fornitori e operatori che hanno intrapreso strategie di transizione ecologica e di realizzazione di un bilancio di sostenibilità.

L’attivazione di un servizio che consente l’avvio di un percorso verso la neutralità di carbonio a pochi mesi da Plast 2023 non è casuale ed è stata pensata per consentire alle aziende di arrivare in tempo a comunicare i primi risultati raggiunti appunto in occasione della fiera internazionale in programma a Milano dal 5 all’8 settembre prossimi. Gli esiti dell’analisi, infatti, potranno essere presentati dalle aziende espositrici nel proprio stand usufruendo di una apposita infografica elaborata dalla stessa associazione, diventando una importante leva comunicativa non soltanto per le aziende ma per l’intero settore industriale di materie plastiche e gomma.

di considerare: mi riferisco soprattutto alla direttiva CSRD sulla rendicontazione di sostenibilità. Comunicare l’ambiente in maniera trasparente è quindi importante anche per agevolare i rapporti di business. Il calcolo della Carbon Footprint per gli espositori a Plast 2023 utilizza un linguaggio universale, quello della traduzione della propria attività in termini di tonnellate di CO2 equivalente, ad oggi il metodo più diffuso al mondo per veicolare in maniera semplice e immediata il proprio impatto sull’ambiente. Gli espositori interessati potranno contattare Amaplast e richiedere un incontro dedicato, con la piena disponibilità da parte nostra di valutare anche un eventuale percorso di “carbon neutrality” per mitigare il proprio impatto in termini di emissioni di CO2”, ha spiegato Girolamo Dagostino, responsabile ambiente di Amaplast.

Capacità di sintesi

Con il valore di un unico indicatore è possibile analizzare e descrivere una raltà complessa

Chiarezza dellʼunità di misura

La Carbon Footprint risulta immediatamente comprensibile anche da chi non possiede un background tecnicoscentifico

“L’iniziativa lanciata da Amaplast per il calcolo dell’impronta di carbonio per gli espositori che parteciperanno a Plast 2023 è apprezzabile sotto diversi punti di vista. Sicuramente è un messaggio positivo diffuso in un evento pubblico e importante come Plast, che evidenzia la sensibilità della filiera lunga della plastica riguardo le tematiche ambientali e la cura degli aspetti legati alla sostenibilità. Le aziende che aderiranno all’iniziativa avranno la possibilità di comunicare al pubblico la volontà di abbracciare una tematica rispetto alla quale oggi c’è una sensibilità crescente. L’importanza di implementare in azienda la sostenibilità è ormai cosa nota e diventa importante anche in relazione ai rischi di carattere finanziario che la normativa vigente impone

Inclusività e oggettività del dato ottenuto

Lʼoggettività dellʼindicatore rafforza la capacità comunicativa, la divulgazione e la comprensione dei risultati che la società è in grado di conseguire nellʼambito della propria sostenibiltà ambientale

Un nuovo servizio di Amaplast Calcolare l’impronta di carbonio della
30 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 NEWS

Soluzioni digitali ENGEL per la smart factory

I prodotti e i servizi digitali ENGEL offrono un valido supporto lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione alla campionatura, alla produzione fino alla manutenzione e assistenza. Le soluzioni digitali ENGEL permettono di sfruttare al massimo il potenziale del sistema di stampaggio a iniezione ENGEL e di ridurre in modo sostenibile il CO2 footprint.

Per saperne di più: engelglobal.com/inject-4-0

DESIGN CAMPIONATURA ASSISTENZA TECNICA PRODUZIONE

Oltre 45 anni di attività ed esperienza, consensi in Italia e in Europa, Tecnomatic approda adesso in Giappone con una linea per tubi in polietilene ad alto tasso tecnologico che ne fanno già un punto di riferimento nel mercato del Sol Levante. Ecco i particolari della fornitura.

Come nel titolo della hit degli anni Ottanata, con l’espressione anglofona “big in Japan” viene solitamente indicato qualcuno o qualcosa che ha successo ma non nel proprio Paese. Non è questo il caso di Tecnomatic, che, anzi, ha ribaltato tale modo di dire e prima di conquistare il mercato orientale con la fornitura di una

propria linea a una primaria multinazionale giapponese, ha mietuto consensi in patria e in Europa nel corso di oltre 45 di attività ed esperienza, in cui si inseriscono i recenti progetti per tubi a 2 e 3 strati con diametro massimo fino a 1.200 mm.

La più grande linea in Giappone

La fornitura giapponese consiste in una linea per l’estrusione di tubi in HDPE monostrato con diametro fino a 1200 mm realizzata su misura secondo le specifiche del trasformatore e diventa la più grande linea per l’estrusione di polietilene mai venduta nel mercato del Sol Levante. La linea è dotata della più moderna tecnologia disponibile per l’estrusione di tubi, a partire da un sistema di alimentazione e dosaggio gravimetrico completamente integrato nel controllo della linea stessa, con un componente per ciascun materiale, PE vergine e rigenerato.

L’estrusore monovite da 90 mm della serie Vega 37D a forma di “Z” che equipaggia la linea, è in grado di plastificare fino a 1.100 kg all’ora di resina, con una ottima omogeneità del fuso. La macchina è dotata di bocchetta e cilindro con rivestimento antiusura e di una vite con una sezione ad alta miscelazione, specifica per le tipologie di materiale utilizzati in queste applicazioni. Il motore AC sincrono Siemens e un solido riduttore, caratterizzato da un corpo monoblocco in ghisa con unità di raffreddamento dell’olio indipendente e gruppo cuscinetti ad alte prestazioni (fino a 500 bar), assicurano inoltre la massima affidabilità nella trasmissione della potenza.

L’estrusore e la linea sono controllati dal nuovo dispositivo EPC I evo (Extrusion Process Control), dotato di nuova piattaforma PC “Multitouch Capacitive Panel”, web server integrato e connettività 4.0 certificata UL. Il nuovo display LED TFT

32 Giugno/Luglio 2023 - n. 395
Un momento delle fasi di installazione e collaudo presso il trasformatore giapponese della linea di Tecnomatic.

da 21,5 pollici, con un ampio angolo di visuale e sistema operativo Linux, abbinato a processori Risc quad core a 64 bit - 1,6GHz, garantisce elevate prestazioni delle librerie grafiche integrate e permette di avere a disposizione numerosi plugin e widget, come browser html, visualizzatori PDF e video, nonché la possibilità di creare e stampare reportistica. Sviluppato sulla base di specifiche esigenze degli operatori, consente l’integrazione e il controllo di tutti i componenti, quali sistemi gravimetrici, coestrusori e corrugatori, pompe a ingranaggi, cambiafiltri, vasche di calibrazione, traini e taglierine. L’integrazione e la gestione possono avvenire attraverso i più comuni protocolli di comunicazione analogica o il più moderno OPC-UA, in accordo con Euromap 84.

Il cuore è… la testa

Il cuore della linea è la testa di estrusione Venus 1200 che, in questa versione, è stata concepita totalmente cromata e con il sistema di raffreddamento interno ad aria PAC (Pipe Air Cooling). Come per le altre teste della serie Venus, anche questa versione si basa su un design a spirale che garantisce un flusso ottimale del fuso per una ampia gamma di diametri e spessori. Le misure compatte e una ridotta contropressione assicurano, oltre alla ottima qualità dell’estruso, un risparmio energetico nelle fasi di lavoro e riscaldamento.

La testa, in grado di coprire diametri dei tubi da 250 a 1.200 mm, utilizza una filiera ogni tre diametri per dimensioni fino a 800 mm, secondo il classico modo di operare in riduzione, mentre per dimensioni maggiori opera con un rapporto filiera/calibrazione prossimo a 1:1, per un ottimale controllo della distribuzione dello spessore della parete e dell’ovalizzazione del tubo, garantendo produzioni fino a SDR (Standard Dimension Ratio) 09 nella misura 1.200 mm.

Le matrici sono composte da due sezioni con un piccolo anello terminale per definire lo spessore, consentendo rapidi cambio e regolazione. Il sistema PAC fornisce un raffreddamento intensivo della superficie interna del tubo aspirando aria nella direzione opposta a quella di estrusione. Forzando il flusso d’aria garantisce un raffreddamento uniforme attorno al tubo e attraverso lo spessore della parete, diminuendo le differenze nella velocità di solidificazione del tubo e riducendo le tensioni interne residue.

Garanzia di prestazioni

Le prestazioni di una linea di estrusione di questo tipo traggono indubbi vantaggi dalla corretta progettazione e dal corretto utilizzo di vasche di calibrazione e calibratori e delle attrezzature ausiliarie a valle, quali traini e taglierine. La linea, infatti, è dotata di due vasche sottovuo-

to lunghe 16 metri e tre vasche di raffreddamento lunghe 6 metri, per un totale di 32 metri.

Il traino è dotato di lunghi cingoli ad azionamento indipendente comandati da motori vettoriali. Una taglierina planetaria con lama circolare assicura un taglio perfetto del tubo senza produrre trucioli anche quando gli spessori sono elevati. La taglierina è dotata di braccio di taglio ad azionamento idraulico, motore di taglio bilanciato, morse universali con cuscinetti in gomma per una presa efficiente e sincronizzazione OPC-UA per la regolazione della velocità del carrello al variare della velocità di estrusione, così da garantire sempre la massima precisione della lunghezza di taglio.

In conclusione, Tecnomatic è riuscita ad assicurare la cura dei dettagli che sposasse perfettamente la precisione e la rigorosità tipiche giapponesi, sviluppando e consegnando un progetto di riferimento per la produzione di tubi in plastica in Estremo Oriente.

La testa di estrusione Venus 1200.
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La linea di Tecnomatic lunga oltre 32 metri installata presso il produttore di tubi giapponese.

La specializzazione delle applicazioni richiede la specializzazione delle tecnologie, possibile solo se si può contare su una vasta esperienza al servizio di molti settori. Quello che non manca a Bausano, che per la realizzazione di un tipo di tubi le cui prestazioni li rendono sempre più diffusi è in grado di proporre linee dedicate e all’avanguardia allo stesso tempo.

Itubi in PP-R (Random) e PP-RCT (Random Cristallinity Temperature), copolimeri di polipropilene, negli ultimi anni si sono affermati rapidamente nel mercato, grazie a proprietà chimiche e meccaniche uniche e ai relativi benefici che ne derivano in termini di prestazioni e basso impatto ambientale. Richiesti anche in configurazioni multistrato rinforzate con fibra di vetro, i tubi in PP-R trovano sempre più largo impiego in applicazioni che spaziano dall’ambito domestico a quello industriale: nella costruzione di sistemi di distribuzione di acqua calda e fredda e di depurazione dell’acqua, negli impianti di riscaldamento, nel trasporto di aria compressa e di fluidi chimici. In questi ambiti, Bausano, allo scopo di rispondere prontamente alla crescente domanda di diversi operatori, mette in campo una esperienza ultra-settantennale con lo sviluppo di linee di estrusione dedicate alla produzione di tale tipo di tubi.

Per il responsabile tecnico di Bausano, Massimiliano Fenili, alla base della diffusione dei tubi in PP-R si trova anzitutto il connubio tra le loro prestazioni elevate e i minori costi della materia prima, possibile però solo quando si è in grado di predisporre la tecnologia necessaria per sfruttare gli uni e ottenere le altre.

Caratteristiche dei tubi in PP-R

La bassa conducibilità termica è la prima caratteristica distintiva dei tubi in PP-R, a garanzia di un maggiore isolamento e, conseguentemente, di una riduzione della perdita o dell’incremento del calore, nel caso di trasferimento rispettivamente di fluidi caldi o freddi. I vantaggi che ne derivano consistono, pertanto, nella elevata efficienza energetica e nei minori costi di coibentazione. Una seconda caratteristica è rappresentata dalla resistenza, anche in condizioni ambientali mutevoli, in un ventaglio di temperatura da 20 a 95 °C, all’abrasione da particelle solide e a un’ampia gamma di liquidi, tra cui anche sostanze chimiche aggressive e soluzioni alcaline.

Grazie a queste caratteristiche i tubi in PP-R possono mantenere inalterate le loro funzionalità anche per più di cinquant’anni in molteplici situazioni d’impiego. Inoltre, la bassa rugosità interna si traduce in un minore coefficiente di attrito, contribuendo ulteriormente all’efficienza dei sistemi in cui vengono impiegati. Nel caso di tubi in PP-R multistrato, lo strato intermedio è costituito da un composito in fibra di vetro che ne incrementa ulteriormente la resistenza e ne limita la dilatazione termica. Tra le caratteristiche di questi tubi rientrano anche la salubrità, in

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Realizzati in copolimeri di polipropilene, i tubi in PP-R e PP-RCT si sono affermati rapidamente grazie a un mix di proprietà chimiche e meccaniche uniche e ai relativi benefici che ne derivano, che, in configurazione mono e multistrato, li rendono adatti a svariate applicazioni domestiche e industriali.

quanto non rilasciano sostanze tossiche e sono meno soggetti a elettrolisi, e la leggerezza, che ne facilita l’installazione.

Tubi in PP-R di elevata qualità

Le linee proposte da Bausano per la produzione di tubi in PPR, a seconda della produzione richiesta, presentano uno o più estrusori monovite con vite dal design speciale, che permette di raggiungere elevate prestazioni nel processo di lavorazione grazie a ottimali plastificazione della massa fusa e dispersione dei masterbatch, laddove impiegati. I banchi di calibrazione e di raffreddamento in acciaio inossidabile integrati nella linea garantiscono un efficace raffreddamento finalizzato al raggiungimento della misura del tubo, cui al contempo viene conferita una superficie impeccabile.

Completano le linee il sistema di traino, che esercita una trazione continua e priva di vibrazioni, l’unità di taglio e il fasciatore per l’imballaggio, che contribuisce all’elevato grado di automazione dell’impianto. Quest’ultimo si configura, infatti, come un sistema automatico, in grado di formare fasci del numero prestabilito di tubi, da 16 a 125 mm di diametro e da 1 a 6 m di lunghezza.

Infine, grazie al sistema Digital Extruder Control 4.0 a bordo macchina è possibile monitorare costantemente la linea, per controllare i diversi stadi di processo e analizzare i dati raccolti.

Dosaggio gravimetrico al servizio di alti standard produttivi

Per quanto riguarda il sistema di alimentazione, l’adozione di una tecnologia avanzata ed estremamente precisa, come il dosatore gravimetrico, si traduce in importanti vantaggi e rappresenta il presupposto per una produzione costante, riducendo l’utilizzo di quantità eccessive di materiale e mantenendo inalterati diametro e spessore. In particolare, questo sistema si basa su una cella di carico in grado di misurare in tempo reale il peso del materiale processato dall’estrusore, inviando continui feedback al Digital Extruder Control 4.0 (PLC), il quale calcola e determina la velocità di rotazione della vite dell’estrusore in funzione della massa rilevata. A sua volta, la velocità di estrusione viene adattata in base a questo parametro, mantenendo costante il rapporto peso/metro del tubo, particolarmente importante laddove si verifichino eventuali variazioni a monte del processo di lavorazione.

In questo modo, le linee del costruttore consentono di estrudere ogni metro di tubo nel rispetto di specifiche predefinite. “Il connubio tra superiori prestazioni e minori costi della materia prima sta conducendo a un crescente impiego dei tubi in PP-R, in sostituzione delle meno performanti tubazioni in metallo”, ha spiegato Massimiliano Fenili, responsabile tecnico di Bausano.

“Per questo motivo, in Bausano da tempo ci stiamo specializzando nella progettazione di linee di estrusione dedicate, che possano soddisfare le richieste più sfidanti dei nostri clienti. L’obiettivo che teniamo costantemente a mente è infatti quello di offrire una soluzione completa, mirata a garantire i massimi risultati e studiata nei minimi dettagli per processare in modo ottimale il materiale prescelto, con particolare riguardo al comportamento reologico di quest’ultimo. L’inserimento del dosatore gravimetrico che fornisce interessanti dati sulla quantità di plastica processata, abbinata a un’automazione del downstream come il fasciatore per barre, testimonia il nostro impegno nel personalizzare la nostra tecnologia in funzione delle specifiche istanze di produzione”.

Conducibilità termica e resistenza sono le due caratteristiche principali che stanno assicurando ai tubi in PP-R un sempre più largo impiego.

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Per promuovere la cultura del lavoro e stimolare la creatività dei dipendenti, Barbara Ulcelli, amministratore delegato di IMG, ha invitato lo scultore Stefano Bombardieri a esporre nei reparti produttivi e nel cortile dell’azienda alcune delle sue opere incentrate sul rapporto tra realtà e finzione, tra vita e immaginazione, tra uomo e natura. Ne è nata una insolita e curiosa, ma, certamente, interessante mostra sperimentale.

Barbara Ulcelli, seconda da sinistra, durante la presentazione della mostra di opere d’arte esposte in IMG dal 21 aprile al 20 maggio; alla sua destra lo scultore Stefano

Bombardieri, alla sua sinistra, Marco Capitanio, Confindustria Brescia, e Stefano Sala, sindaco di Capriano del Colle.

“Personalmente credo che la cultura del lavoro sia un valore fondante dello sviluppo civile, e che l’impresa sia un luogo di osservazione privilegiato dal quale poter vedere progredire la nostra società. Personalmente credo che già di suo l’ambiente di lavoro sia sinonimo di bellezza e che lo spendersi nel contaminarlo con più e più forme d’arte lo renda ancora più gradevole”. Ha esordito con queste parole Barbara Ulcelli, amministratore delegato di IMG, il 20 aprile scorso inaugurando l’esposizione in azienda di sette grandi opere dell’artista bresciano Stefano Bombardieri, alcune delle quali visibili anche dal-

la strada, rimasta aperta per dipendenti e pubblico esterno dal 21 aprile al 20 maggio. L’iniziativa ha rappresentato la prima tappa di un più ampio progetto di contaminazione culturale tra imprenditoria e mondo del lavoro e produzione artistica denominato “L’arte ImPressa: che bello lavorare”, come ha spiegato la stessa Barbara Ulcelli, che sta lavorando ad altre due mostre in programma a ottobre e a dicembre e che si inserisce nel programma “Fabbrica del Futuro” elaborato da Piccola Industria di Confindustria Brescia in concomitanza con “Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023”.

Il territorio come riferimento

“Le aziende come IMG sono aperte al territorio. Le aziende come IMG hanno bisogno di farsi conoscere soprattutto dalle nuove generazioni. Dato poi che Capriano del Colle ci ha dato gran parte delle maestranze, questa mostra di opere d’arte noi l’abbiamo intesa anche in chiave di restituzione morale verso il territorio che

ci ospita”, ha dichiarato Barbara Ulcelli prima di dare spazio ai suoi ospiti, Marco Capitanio, presidente di Piccola Industria di Confindustria Brescia, e Stefano Sala, sindaco di Capriano del Colle, oltre all’artista Stefano Bombardieri.

“È importante che le aziende del territorio si aprano, che comunichino, perché spesso e volentieri ci sono eccellenze sul territorio che noi stessi non conosciamo. Ringrazio quindi Barbara, che è pure collega in associazione, non solo per aver aperto IMG al territorio, ma anche per averlo fatto con questa squisita connotazione culturale”, ha commentato Marco Capitanio. “Grazie a Barbara Ulcelli il nostro Palazzo Comunale è ora impreziosito di una delle opere di Stefano Bombardieri che la cittadinanza può ammirare. Si tratta dell’opera “Bagaglio Rinoceronte” dove l’enorme animale è raffigurato catturato e legato, tolto dal suo habitat e trasportato come un souvenir, a ricordarci che la mancanza di umanità è una sorta d’ineludibile spada di Damocle”, ha spiegato Stefano Sala.

DI LUCA MEI ED ERMANNO PEDROTTI L’opera “Cleopatra”, una di quelle esposte nel cortile di IMG e visibile anche dall’esterno dell’azienda.
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Riprendendo la parola, Barbara Ulcelli ha sottolineato ancora il concetto che il territorio è un riferimento imprescindibile nelle azioni d’impresa e che “è vitale evitare il depauperamento industriale e culturale delle nostre aree periferiche, la cui attività è strategica per le filiere manifatturiere di Brescia e provincia”.

Tra Bergamo e Brescia, infatti, si concentra il principale distretto italiano della gomma, quello del Sebino, dove operano centinaia di aziende ad alta tecnologia che coprono tutte le fasi della filiera: dalla produzione di mescole allo stampaggio o estrusione di articoli finiti, dalla realizzazione di stampi alla progettazione e costruzione di macchinari per farlo. In questo contesto si distingue IMG che, nella sua sede di Capriano al Colle, progetta e realizza la “regina” delle macchine per il settore gomma: la pressa a iniezione.

Opere grandi per generare cortocircuiti inaspettati

“Quando mi immagino una scultura, mi immagino anche il contesto in cui essa deve vivere ed esprimersi. E devo dire che la fabbrica è un contesto che trovo congeniale. Qui c’è una sorta di cortocircuito naturale. Entrare in un’azienda e trovarsi di fronte a un rinoceronte o a un gorilla quantomeno di dimensioni reali non è certo la cosa più normale di questo mondo. Ed è bello che l’industria si apra all’inaspettato”, ha raccontato Stefano Bombardieri per far intendere i motivi per i quali ritiene che, appunto, lo stabilimento sia l’habitat naturale per le sue opere. A ben guardare anche i materiali usati dall’artista sono affini, se non sovrapponibili, a quelli per la cui lavorazione le macchine di IMG vengono costruite. Va da sé che si parla in questo caso di plastica e di gomma.

Lo scultore utilizza principalmente due tecniche per realizzare le proprie opere, sempre in equilibrio tra saper fare artigianale e tecnologia industriale, che sembra un tratto tipico del suo lavoro. In una il polistirene espanso serve per modellare anime (o calchi) ricoperte di poliuretano,

Stefano Bombardieri accanto alla scultura gigante “Grande Testa di Rinoceronte” modellata utilizzando fogli di poliestere rinforzato con fibre di vetro, con cui in ambito industriale vengono normalmente realizzati scafi nautici o tettucci automobilistici.

come nel caso dell’opera “Testa di Gorilla”. Nell’altra “fogli” di vetroresina, ossia poliestere rinforzato con fibra di vetro, comunemente utilizzati in ambito industriale per realizzare scafi nautici o tettucci automobilistici, sono adottati per realizzare figure di geometrie complesse o dimensioni mastodontiche, come per l’opera “Grande Testa di Rinoceronte” (uno degli animali iconici di Bombardieri). Capita anche che il modello sia realizzato nello stesso modo e che con esso venga ottenuto un calco in gomma siliconica, come per l’opera “Struzzo Rubik”, una variante che l’artista utilizza quando la scultura originale serve per replicare copie.

“La scelta di questi materiali polimerici è sì legata al fatto che sono molto meno costosi rispetto al bronzo o al marno, ma anche al fatto che fin dall’inizio ho voluto fare solo opere che si potessero trasportare a mano. Considerando poi che le opere di grandi dimensioni sono quelle che mi danno più soddisfazione, il loro trasferimento era un fattore niente affatto banale”, ha aggiunto Stefano Bombardieri.

Una scelta ardimentosa

IMG da tempo si pone il problema di come i collaboratori si sentano sul posto di lavoro e l’idea di portare l’arte e la bellezza in azienda è da tempo un suo tratto caratteristico: nei suoi ambienti di lavoro, reparti produttivi compresi, sono già esposte stabilmente diverse opere di vari artisti. Si tratta di una sensibilità che passa attraverso numerose azioni, dalla formazione all’inserimento di personale giovane anche nel “middle management”. “Sostenibilità non è sinonimo solo di attenzione ecologica”, ha spiegato ancora Barbara Ulcelli, “sottintende anche una profonda sensibilità nei confronti del benessere sociale, dai dipendenti fino alla comunità in cui un’azienda è inserita. Fare impresa oggi significa anche stimolare riflessioni sui temi attuali, offrire opportunità di crescita, lavorativa e personale. Un’azienda si deve porre come incubatrice di talenti e di opportunità”. Un’indagine pubblicata sulla rivista sta-

tunitense d’economia Forbes spiega che il 78% di 800 dipendenti di aziende americane interpellati ha dichiarato che la presenza di una qualche forma d’arte nell’ambiente di lavoro riduce i momenti di stress. Una ricerca condotta dall’Università di psicologia di Exeter rileva che i dipendenti inglesi sono fino al 32% più produttivi quando nei loro ambienti lavorativi ci sono opere d’arte. Sarebbe quindi lecito dedurre che il binomio “arte-luoghi di lavoro” risulti (quasi) ovvio, eppure non tutte le aziende espongono opere nei loro uffici o nei loro reparti. L’impatto dell’arte sulle condizioni lavorative è tuttora sottovalutato dai più. A fronte di tali considerazioni, quindi, la scelta di Barbara Ulcelli può essere considerata ardimentosa e riassunta in conclusione prendendo a prestito le parole del fisico tedesco Erwin Schrödinger (1887-1961), uno dei padri della meccanica quantistica, secondo cui “il nostro compito non è vedere quello che gli altri non hanno ancora visto, ma è pensare quello che gli altri non hanno ancora pensato in merito a ciò che tutti vedono”.

Lo “Struzzo Rubik” esposto in un reparto di IMG rappresenta il connubio perfetto tra macchine e attrezzature industriali e opera d’arte.

39 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS
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Con 145 anni di esperienza nella progettazione e realizzazione di impianti industriali, Rodolfo Comerio è un primario costruttore di impianti per la lavorazione gomma e plastica che propone tecnologia all’avanguardia e innovazione, i cui elevati standard qualitativi si riflettono anche nella scelta dei componenti: compresi i giunti rotanti, per i quali l’azienda si affida a Johnson-Fluiten.

Fondata nel 1878 a attiva nella costruzione di impianti per la calandratura e per l’accoppiamento e la goffratura di foglie termoplastiche e in gomma, Rodolfo Comerio è un’azienda di livello mondiale al passo con l’evolversi delle esigenze tecnologiche contemporanee che negli ultimi anni si è marcatamente indirizzata verso lo sviluppo di innovazioni di processo finalizzate a conferire ai propri prodotti, e a quelli degli utilizzatori di questi ultimi, caratteristiche peculiari. Indirizzo che si riflette anche nella scelta dei componenti installati sulle proprie macchine, come, per esempio, i giunti rotanti, per la fornitura dei quali l’azienda si affida a Johnson-fluiten.

Un sodalizio consolidato Essere conosciuti e, ancor più, apprezzati in tutto il mondo significa aver ottenuto e dover mantenere elevati standard di consapevolezza e reputazione del marchio, da cui deriva la necessità di dover esercitare uno stretto controllo sulla qualità dei componenti inseriti nei propri macchinari. Per questo motivo nella scelta dei giunti rotanti l’azienda si è orientata sull’offerta di Johnson-Fluiten, che da sempre realizza tali componenti per tutti i segmenti dell’industria meccanica.

“Johnson-Fluiten è un nome ben conosciuto nel nostro settore, che sempre più spesso ritroviamo anche nelle specifiche di richiesta del cliente finale. I giunti rotanti Johnson-Fluiten sono

Da sinistra a destra, i giunti rotanti serie SX, ELS ed R.

A C URA DI LUCA MEI
41 n. 395 - Giugno/Luglio 2023

Per conferire caratteristiche peculiari alle proprie macchine e ai prodotti ottenuti con il loro utilizzo, Rodolfo Comerio ha scelto di affidarsi ai giunti rotanti di Johnson-Fluiten anche per la loro capacità di adattarsi in modo versatile alle diverse esigenze applicative.

Al consolidarsi del rapporto con Rodolfo Comerio hanno contribuito anche le consulenze pre e post-vendita e la rapidità delle consegne. “Siamo estremamente soddisfatti della collaborazione con Johnson-Fluiten per l’affidabilità, la varietà dei prodotti offerti e l’assistenza costante”, ha commentato a riguardo Nicola Fedele.

stati ormai adottati come standard in tutte le nostre soluzioni perché sinonimo di garanzia e affidabilità”, ha spiegato Nicola Fedele, responsabile commerciale e marketing di Rodolfo Comerio.

Un’offerta versatile

Gli impianti che Rodolfo Comerio realizza spaziano dalla lavorazione di materie plastiche come PVC, PP, PE, TPO e TPU, per la produzione di film plastificato, multistrato e rinforzato per diverse applicazioni, a quella di gomma, per ottenere tessuto gommato per pneumatici, nastri trasportatori e diversi altri componenti in gomma impiegati in vari ambiti industriali. La gamma di soluzioni proposte si riflette nell’esigenza di disporre di componenti dalle prestazioni diversificate. Infatti, la gestione di più tipi di fluido, come olio diatermico (per riscaldare) e acqua (per riscaldare e raffreddare), può richiedere ai giunti rotanti prestazioni molto differenti in termini di velocità, pressione e temperatura.

Da questo punto di vista Johnson-Fluiten ha dimostrato di essere un partner ideale: non solo la gamma di giunti rotanti a catalogo comprende soluzioni per ogni esigenza, ma, essendo parte del gruppo Kadant, la versatilità delle soluzioni per la gestione dei fluidi è tale da poter trovare sempre il prodotto giusto per ogni specifica necessità costruttiva. Rodolfo Comerio può quindi utilizzare un numero relativamente ridotto di referenze e trovare il componente ideale per ogni impianto, semplificando la gestione del magazzino.

Per ogni applicazione, una soluzione

Olio diatermico

Ottenere la massima efficienza nella gestione dei fluidi negli impianti per la lavorazione della plastica e della gomma è possibile solo adottando i giusti giunti rotanti. In questo caso specifico i prodotti utilizzati per il riscaldamento con l’utilizzo di olio diatermico sono i giunti rotanti serie SX e i giunti serie ELS di Kadant.

Il giunto rotante SX è dotato di due guide in carbonio-grafite che consentono un facile allineamento e assicurano una lunga vita del giunto anche quando installato su cilindri non concentrici. Grazie al design semplice il giunto rotante SX garantisce elevate affidabilità e adattabilità in diversi tipi di applicazioni con olio e vapore.

ELS (Extended Life Series) è invece un giunto rotante con supporto interno progettato per risolvere i problemi di usura riscontrati con l’uso di giunti rotanti tradizionali nelle applicazioni che presentano vibrazioni elevate. Il giunto è realizzato con un design a due guide che offrono un migliore supporto interno e permettono al giunto di mantenere un corretto allineamento anche quando il rullo o il cilindro non sono perfettamente concentrici. Grazie alla sua tecnologia e al suo design, questo componente garantisce una maggiore durata e affidabilità rispetto ai prodotti standard.

Acqua

Nelle applicazioni in cui è richiesta la gestione dell’acqua a diverse temperature (sia calde che fredde) i giunti della serie R rappresentano la soluzione ideale. Il giunto R è impiegato per collegare una tubazione stazionaria a un dispositivo rotante e il fluido al suo interno è sigillato da una tenuta meccanica micro-lappata che garantisce la totale assenza di perdite. Il giunto è supportato da due cuscinetti a sfera ampiamente distanziati, ma la caratteristica che lo contraddistingue è rappresentata dall’esclusivo design a sostituzione rapida (QRD). Questo componente è stato progettato per consentire di intervenire sul giunto mentre è ancora installato sulla macchina, ma questa soluzione tecnica permette anche di adattarlo rapidamente ai fluidi che richiedono diversi materiali di tenuta qualora ci fosse una necessità produttiva differente.

E per quei macchinari dalle caratteristiche fortemente innovative, per i quali non è sempre possibile avere il giunto con le qualità richieste Johnson-Fluiten è in grado di fornire una pronta assistenza e di trovare nuove soluzioni idonee alle diverse esigenze. “Collaboriamo con Johnson-Fluiten ormai da molti anni e da sempre si è dimostrata un partner affidabile. Utilizziamo svariate soluzioni, soprattutto in base all’entità del progetto”, ha concluso Fedele.

42 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | MACCHINE E ATTREZZATURE
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Hall 1 Stand A - 741 Hall 3 Stand D61 Hall 13 Stand C/D 51/52

A gentle spark can start a strong fire

L’utilizzo dei canali caldi consente di ottenere componenti automobilistici con superfici stampate impeccabili nel rispetto degli elevati standard qualitativi imposti da tale settore. Oerlikon HRSflow propone alcuni esempi applicativi per dimostrare come i suoi sistemi siano in grado di garantire una produzione efficiente senza sprechi e con un elevato controllo del processo e i vantaggi ottenibili dalla tecnologia a otturazione servo-controllata Flexflow. Tra i primi rientrano la produzione di un pannello posteriore bi-materiale di un’automobile dal design all’avanguardia e un guida-luce realizzato con la nuova tecnologia CTC per un’estetica ottimale del punto di iniezione, mentre tra i secondi troviamo una cover per un fanale anteriore e un’applicazione leggera realizzata con la tecnica della retro-iniezione su film. Per realizzare il pannello posteriore “smart” di un’automobile è stata utilizzata una tecnologia bi-fase. Nella prima fase una cornice in PC/ABS è stata prodotta mediante iniezione con un sistema idraulico a due iniettori, nella seconda sono stati sovrastampati PMMA o PC utilizzando un ugello singolo della serie Ga. Infine, il componente è stato decorato direttamente nello stampo con un film. La complessità di questa applicazione ha richiesto analisi reologiche approfondite, per le quali Oerlikon HRSflow ha collaborato con Kurz, Engel e Schöfer.

Per lo stampaggio a iniezione di un guida-luce è stato utilizzato il nuovo inserto CTC (in attesa di brevetto), realizzato in acciaio con elevate proprietà meccaniche e resistente alla corrosione.

Grazie al controllo termico ottimale nell’area del punto di iniezione e a una chiusura cilindrica è possibile evitare la formazione di bave, ottimizzando la produttività. Si tratta di una soluzione che permette di facilitare il ripristino dei punti

di iniezione e le operazioni di manutenzione. Le applicazioni ideali del nuovo inserto CTC in generale sono rappresentate da componenti che richiedono una finestra di stampaggio ampia, dati volumi ridotti, lunghi tempi di impaccamento o alte pressioni di mantenimento.

I fari a LED in PC trasparente sono un’applicazione collaudata della tecnologia Flexflow. I motori servo-controllati consentono movimenti sincronizzati degli otturatori per un controllo preciso del flusso del materiale durante la fase di stampaggio. Le improvvise cadute di pressione, che solitamente si verificano con l’allontanamento dei punti di iniezione, vengono evitate, garantendo il riempimento uniforme delle cavità e la riduzione al minimo delle zone di stress sul componente. Durante la fase di mantenimento della pressione viene assicurato un alto livello di flessibilità, poiché il profilo di chiusura dell’otturatore (velocità e corsa) può essere regolato per soddisfare i requisiti dimensionali della parte.

Le potenzialità della tecnologia a canale caldo nel design degli abitacoli del futuro sono state infine oggetto di un progetto realizzato in collaborazione con Koller Group e Dietfurt utilizzando come esempio la realizzazione di una cover per laptop. Su un film preformato è stato iniettato policarbonato utilizzando la tecnica chiamata FIM (Film Insert Molding). Lo sviluppo dello stampo è stato effettuato in collaborazione con Koller Formenbau, mentre il processo di retro-iniezione è stato sviluppato con Koller Kunststofftechnik, trasformatore specializzato nella realizzazione di componenti leggeri per l’industria dell’auto. Mentre inizialmente il film si trovava sotto il punto di iniezione, la precisione della tecnologia Flexflow permette di evitare “l’effetto sbiadito”.

MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS |
Esempi applicativi dalle prestazioni elevate Soluzioni a canale caldo per superfici auto di alta qualità
49 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS
Per realizzare un pannello posteriore “smart” con tecnologia bi-fase, una cornice in PC/ABS è dapprima iniettata mediante un sistema idraulico con due iniettori e poi sovrastampata con PMMA/PC per mezzo di un ugello singolo serie Ga.

28˚ Fakuma

Fiera internazionale per la lavorazione delle materie plastiche

D 17. – 21. Ottobre 2023 a Friedrichshafen

- Injection molding technology

- Thermoforming and forming technology

- Extrusion Technology

- Additive Manufacturing / 3D Printing Technology

- Tools, materials, process engineering and services

Organizzatore:

@
#fakuma2023 ü?äög
www.fakuma-messe.com Ä
SP. E. SCHALL GmbH & Co. KG f +49 (0) 7025 9206-0 m fakuma@schall-messen.de

Sacmi alla recente Interpack 2023

Soluzioni per accelerare sulla transizione verde

Nuovi standard per capsule tethered, colli “lightweigh” e riciclo sono i temi che hanno scandito la partecipazione di Sacmi a Interpack 2023 (Düsseldorf 4-10 maggio) con l’obiettivo di offrire soluzioni capaci di cogliere le opportunità offerte dalla transizione verde. La società imolese nella produzione delle capsule intende anticipare la Direttiva UE, che impone, dal 2024, l’adozione del nuovo standard tethered, con un’offerta completa di capsule e una produzione che comprende la realizzazione del taglio in post-processo e il controllo qualità integrato come risposta alle esigenze del mercato e della transizione ecologica. Il packaging è uno dei settori industriali che più ha lavorato negli ultimi anni per migliorare le proprie prestazioni sotto l’aspetto della sostenibilità. I dati mostrano una riduzione media del peso di contenitore e capsula anche superiore al 50% dal 2010. Oggi, l’ultima evoluzione si chiama 26/22 mm (con la variante 25/22), ma anche i nuovi colli alleggeriti 29/25 mm, un insieme di standard sui quali il Laboratorio Sacmi ha sviluppato soluzioni ready-to-market capaci di ridurre il consumo di plastica anche oltre il 30% sul sistema collo-capsula. Tra gli esempi concreti in questa direzione rientrano le nuove capsule per collo GME 30.40 “tethered friendly” ma anche quelle per acqua 26/22 ad altezza maggiorata, con risparmi importanti di materie prime. In ottica “3 R” (Reduce, Reuse, Recyle), la filiera del PET è quella oggi più matura per impostare un approccio di economia circolare, dal riciclo della resina al contenitore finito per uso alimentare. Ecco perché Sacmi ha da tempo implementato sulla propria gamma di presse a iniezione per preforme la possibilità di lavorare sino al 50% di PET sotto forma di scaglie riciclate, percentuale che sale al 75% negli ultimi sviluppi presentati al mercato. In Europa, i produttori si devono misurare con uno scenario caratterizzato da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità, tra scelte normative sempre più stringenti e la necessità di restare comunque competitivi. Sacmi risponde anche con un servizio di assistenza e supporto che va dall’idea del prodotto alle tecnologie per realizzarlo, dal revamping ed efficientamento degli impianti esistenti all’implementazione di nuovi processi produttivi. Un pacchetto di soluzioni complete per affrontare la transizione con nuovi strumenti, tra cui la nuova generazione di sistemi di visione basati sull’intelligenza artificiale.

Fornitura di KraussMaffei

La più grande pressa a iniezione in Svizzera

Presso la sede di Georg Utz a Bremgarten, in Svizzera, è stata installata una pressa a iniezione MX 4000-75000 di KraussMaffei, che detiene il record di macchina per lo stampaggio più grande in funzione nel Paese. L’azienda svizzera è specializzata nella produzione di contenitori per la logistica e la nuova pressa presenta un sofisticato sistema di automazione a due piani che implementa le fasi del processo come l’applicazione sui contenitori di dispositivi RFID, codici a barre mediante IML e loghi. A questo concorrono anche due robot LRX sempre di KraussMaffei installati direttamente sulla macchina e dotati di assi Z fino a 12 metri e quindi un raggio di lavoro particolarmente ampio.

La macchina MX 4000 è in grado anche di utilizzare stampi di tipo “stack” multi-cavità e, lavorando su tre turni, di produrre circa 20 tipi diversi di prodotto con pesi fino a 50 chilogrammi, tra cui pallet, pallet-box e scatole in PP, HDPE, ABS o plastiche tecniche. Attualmente Utz utilizza fino al 35% di materiale riciclato, ma gli sviluppi futuri prevedono di arrivare fina all’80%, obiettivo per cui risulta particolarmente utile il sistema APCplus delle macchine KraussMaffei.

In base alla viscosità della massa fusa, il sistema rileva il livello di pressione di mantenimento e controlla il punto di commutazione.

In questo modo vengono bilanciate le fluttuazioni dei lotti derivanti dall’impiego di diversi materiali e percentuali di riciclato, riducendo gli scarti e garantendo la costanza di produzione. Ciò consente l’impiego di una varietà maggiore di materiali e nel caso di rimacinato, per esempio, permette l’adozione di diversi gradi di qualità o miscele poliolefiniche. La macchina è dotata anche del sistema DataXplorer in grado di immagazzinare fino a 500 segnali al secondo provenienti dalla pressa stessa e da altri sensori e visualizzarli come curve.

Con una forza di chiusura di 40.000 kN, la pressa a iniezione MX 4000-75000 di KraussMaffei è la più grande installata in Svizzera.

MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS |
Un esempio di capsula tethered.
51 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS

Il dispositivo a sensori installato su un granulatore per la trasmissione via cloud dei parametri macchina a una piattaforma appositamente sviluppata.

Granulazione di precisione

Evoluzione della camera di taglio

Introdotta recentemente da CMG, la nuova camera di taglio dei granulatori Evoluzione si caratterizza per un rotore che consente alle lame rotanti di tagliare il materiale plastico perpendicolarmente contro le lame fisse, ottenendo un elevato livello di precisione di taglio. Le lame sono montate direttamente sull’estremità della staffa di supporto anziché su

Granulatori in cloud

Il costruttore italiano di macchine per il recupero di scarti in materiale plastico Tria ha messo a punto, in collaborazione con l’azienda svedese CombiQ, il nuovo

un blocco lama, soluzione che permette non solo di ottenere benefici dall’elevata inclinazione delle lame, ma anche di eseguire interventi di manutenzione e sostituzione facili e veloci, grazie all’accessibilità alla camera di taglio dalla parte frontale della macchina.

La rotazione del rotore non produce l’effetto “trascinamento” che si verifica quando la massa di materiale da macinare non ruota con il rotore, evitando così la generazione di polvere e piccole particelle, che diventano materiale di scarto nella fase di lavaggio. La produzione di microparticelle è ridotta a pochi punti percentuali, contro il 15% e oltre di un granulatore convenzionale. Il design a rotore aperto, inoltre, consente di occupare solo il 30% dello spazio all’interno della camera di taglio.

Il rapporto tra il volume del rotore e della camera di taglio è pari a 30/70, in confronto a quello di 70/30 dei granulatori convenzionali, cosicché nella camera di taglio possa essere introdotto oltre il doppio di materiale. Maggiore è la quantità di materiale nella camera di taglio e maggiore sarà la capacità di granulazione. La camera di taglio presenta il cosiddetto “sviluppo tangenziale”, che conferisce voracità e garanzia di ingestione del materiale da macinare senza dover ricorrere e sistemi di alimentazione forzata, comunemente utilizzati nei granulatori convenzionali.

Un rendering della nuova camera di taglio dei granulatori Evoluzione di CMG

servizio Tcloud per connettere i suoi granulatori, sia nuovi sia già in funzione presso gli utilizzatori, al cloud. Per mezzo dell’installazione di un

dispositivo a sensori sulle macchine sarà possibile trasmettere, attraverso il cloud appunto, a una piattaforma web appositamente sviluppata per questo impiego i parametri dei granulatori ed estrapolarli e analizzarli per monitorarne in tempo reale il funzionamento e programmare per tempo gli interventi di manutenzione ordinaria.

In pratica, le macchine, mediante notifiche personalizzate, vengono messe in grado di avvisare autonomamente il servizio di assistenza di Tria sugli interventi programmati o qualora si rendessero necessari. Per l’utilizzatore questo si traduce in fermi macchina minori e più brevi, con conseguenti risparmi di tempo e riduzioni dei costi.

Digitalizzazione in Tria
52 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS

Svilluppo congiunto tra Colines e TotalEnergies

Buste stand-up non laminate e riciclabili

È andata a buon fine la recente prova di fattibilità effettuata congiuntamente da Colines e TotalEnergies per realizzare una busta stand-up non laminata e riciclabile adatta ad applicazioni a contatto con alimenti. Attualmente il riferimento di mercato per tale tipo di applicazioni è costituito da film multimateriale e, di conseguenza, non riciclabili. I due partner hanno sviluppato una busta stand-up non laminata in PE completamente riciclabile, che consente anche di ridurre lo spessore dell’imballaggio.

Il film MDO (Machine Direction Orientation) utilizzato a questo scopo è stato prodotto su linee Colines a testa piana delle serie Polycast ed MDO, ottenendo una struttura asimmetrica (strato sigillante a bassa densità su un lato, strato rigido ad alta densità sull’altro). La formulazione del film si basa su PE ad alta densità Supertough e Lumicene di TotalEnergies, che offre

una vasta gamma di spessori con cui assecondare varie esigenze applicative. Al progetto hanno preso parte anche Cirepa, azienda attiva nel settore della stampa di imballaggi flessibili, che ha provveduto alla stampa del film, e Dry-Top, produttore di imballaggi che ha realizzato la busta stand-up.

“Siamo orgogliosi di far parte di questo importantissimo progetto, reso possibile anche dalla tecnologia proprietaria Colines nel campo dell’MDO, nonché da soluzioni innovative e brevettate per la produzione di film MDO-PE con tecnologia cast. Il nostro portafoglio comprende diverse soluzioni per la produzione di film “verdi”, ad alto contenuto di riciclato o adatti al completo riciclo, in modo da soddisfare praticamente tutte le richieste del mercato”, ha dichiarato Nicola Lombardini, direttore della ricerca e sviluppo di Colines.

“Questa collaborazione è in linea con i recenti sviluppi per fornire soluzioni di imballaggio completamente riciclabili meccanicamente, con l’obiettivo finale di portare sul mercato un prodotto più qualitativo. Quest’ultimo potrebbe essere utilizzato come “materia prima” per l’industria del riciclo e infine diventare polimero RE:use, parte della gamma RE:clic che sostiene il nostro obiettivo di produrre il 30% di polimeri circolari entro il 2030. Questo sviluppo è stato reso possibile grazie alle nostre famiglie di Lumicene e Supertough che offrono eccellenti lavorabilità e proprietà meccaniche e ottiche”, ha aggiunto Olivier Greiner, vicepresidente della divisione Polymers Europe & Orient di TotalEnergies.

Colines e TotalEnergies collaborano per sviluppare imballaggi riciclabili non laminati che contribuiscono all’utilizzo efficiente delle risorse.

La linea per la produzione di foglia multistrato in PET riciclato da scarti post-consumo e destinata all’imballaggio alimentare venduta recentemente da Union a un trasformatore mediorientale è in grado di raggiungere produzione fino a 1.500 kg all’ora, è progettata per essere alimentata soprattutto con materiale riciclato e consente di ottenere una foglia con caratteristiche di trasparenza e brillantezza paragonabili a quella realizzata con materiale vergine. La linea è dotata di due estrusori e di un nuovo sistema di filtrazione in grado di trattenere anche le impurità di dimensioni più piccole presenti nella massa fusa. La testa e il blocco di coestrusione consentono di realizzare diverse configurazioni e numeri di strati. Completa la linea una calandra automatica orizzontale a 5 cilindri che consente di ottenere spessori da 0,15 a 1,6 mm. Tre le ultime realizzazioni di Union figura anche una linea per la produzione di lastre alveolari in polipropilene di nuova generazione e in grado di lavorare polimeri derivati dal riciclo post-consumo. La linea è in grado di produrre lastre alveolari con larghezza e spessori rispettivamente fino a 3.000 mm e 18 mm a una capacità oraria di 1.000 kg. Fanno parte delle sue dotazioni un cambiafiltri automatico autopulente e una pompa del fuso ad alta pressione, che consentono di lavorare

stabilmente polimeri derivanti direttamente dal riciclo postconsumo, e un banco di calibrazione con tre coppie di piastre da 800 mm a posizionamento automatico e sistema “a velo d’acqua”.

Una veduta dall’alto della linea per la produzione di foglie multistrato in PET riciclato da post-consumo: dal basso verso l’alto si distinguono estrusori, testa e rulli della calandra.

53 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS
Ultimi
sviluppi
in casa Union Linee per foglie in PET e PP da post-consumo

Serie

UAI di Uniloy con testa di accumulo Gigante per il soffiaggio industriale

Alta fino a 10,7 metri, pesante circa 98.565 kg e con una forza di chiusura pari a 325 tonnellate, la soffiatrice UAI 2900 è la più grande macchina realizzata da Uniloy. Sviluppata per il soffiaggio industriale di grandi componenti e contenitori quali fusti, taniche e barili, la macchina è stata recentemente testata presso la sede del costruttore americano prima di essere smontata e spedita a un primario trasformatore.

La serie UAI si basa sulla tecnologia con testa di accumulo, soluzione particolarmente indicata per il soffiaggio di articoli di gradi dimensioni destinati a svariate applicazioni, dall’imballaggio industriale, all’auto e alla nautica.

Design robusto e affidabilità operativa rappresentano i punti di forza di questa gamma di macchine, che, grazie alla costruzione modulare, è disponibile in un ampio ventaglio di versioni con

Un esemplare della soffiatrice UAI 2900 basata sulla tecnologia con testa di accumulo.

diverse taglie di estrusore, capacità della testa, forze di chiusura e dimensioni dei

piani, per ottenere la configurazione più adatta a ciascuna esigenza produttiva.

Ampio portfolio di prodotti, da quelli standard alle specialità

• Soluzioni in quasi tutti i materiali polimerici

• Vasta competenza in agenti espandenti, ritardanti di fiamma e masterbatch per la produzione di fiIm plastico

Numerose applicazioni di imballaggio, automotive, edilizia, medicina ed aviazione

Tempi brevi di sviluppo ed approvazione grazie al nostro impianto di estrusione piIota

• StabiIimenti produttivi in Asia, Nord America ed Europa

• Competenza nella produzione di masterbatch, mescole e hotmelt

• Vasta rete di conoscenze fra cui università ed aziende partner

Competenza ingegneristica di processo in tutti i comuni metodi di elaborazione

www.lehvoss.it

I nostri prodotti, la tua scelta

• Masterbatch e additivi ad alte prestazioni per l’industria della lavorazione delle materie plastiche

• Ritardanti di fiamma, alogenati e non

• Agenti espandenti, endotermici ed esotermici Antistatico

• Anti-block

• Stabilizzanti termici

• Scivolanti, migratori e non

• Anti nebbia

Aiuti di processo

• Aiuti di processo esenti da PFAS

We it.
54 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS

Efficienza ed economicità di filtrazione anche con elevate impurità

I materiali riciclati di prima qualità sono particolarmente ricercati nell’industria della lavorazione delle materie plastiche e, al pari della domanda, crescono anche i requisiti di produttività dei sistemi di riciclo. A fronte di questa premessa, i filtri continui a elevate prestazioni della serie ERF di Ettlinger, il centro di competenza per il riciclo nell’ambito di Maag Group, rappresentano una soluzione economicamente vantaggiosa per garantire quantità di prodotto adeguate per il ciclo dei materiali riciclabili. In tale serie spicca il modello ERF 1000, i cui quattro tamburi rotanti perforati, nel trattamento di materiali ad alta scorrevolezza, per esempio nello stampaggio a iniezione, possono filtrare fino a dieci tonnellate di plastica fusa all’ora. I vantaggi di questo sistema sono rappresentati dal funzionamento

continuo in un processo stabile a pressione costante e dai lunghi tempi di funzionamento senza sostituzione del filtro. Anche la minima perdita di massa fusa, nell’ordine di pochi punti percentuali, nonché la possibilità di sostituire singolarmente ogni tamburo senza interrompere la produzione, contribuiscono all’elevata efficienza in termini di costi dell’ERF 1000. Se sono sufficienti portate inferiori a quelle garantite dall’ERF 1000, i modelli ERF 350 ed ERF 500 (rispettivamente fino a oltre 3.000 e 6.000 kg all’ora) offrono alternative adatte a soddisfare qualsiasi esigenza. Le tre taglie costruttive sono ottimizzate per l’efficienza energetica e sono adatte a filtrare i materiali termoplastici più comuni, compreso il PVC flessibile. La percentuale di impurità come carta, alluminio, legno, elastomeri

o plastiche con punto di fusione più elevato può arrivare al 16%. In linea di principio i filtri continui ERF possono essere impiegati in qualsiasi linea di estrusione a vite singola o doppia e indipendentemente dal tipo di sistema di granulazione o altre attrezzature a valle. Inoltre, grazie alla compattezza, sono anche particolarmente adatti al retrofit di linee di estrusione esistenti. Le applicazioni tipiche vanno dal riciclo all’estrusione di lastre e pellicole, fino al compounding. Soprattutto nel riciclo di film, il massimo grado di filtrazione di 60 micron consente di raggiungere qualità di riferimento.

Il riciclo di PE, HDPE e PP è una delle applicazioni industriali più comuni del filtro continuo ERF 1000 che, in funzione del materiale, può trattare fino a 10 tonnellate all’ora.

ERF 350, 500 e 1000
55 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS

Riciclo migliorato Filtrazione fine nel riciclo di film post-industriali in LDPE e LLDPE

La transizione verso l’economia circolare è guidata dalla strategia “Europa 2020” della Commissione europea per la crescita e l’aumento degli obiettivi di riciclo incoraggia le sinergie industriali

a livello europeo, con l’obiettivo di utilizzare in modo olistico e più efficiente le risorse. Una delle società che seguono tale strategia è la spagnola Llorens, che offre un servizio completo nella gestione dei rifiuti industriali, dalla raccolta alla preparazione e al riutilizzo, grazie a varie linee di riciclo moderne. Una di queste linee di estrusione per il trattamento di film di scarto postindustriali in LDPE e LLDPE era dotata di un sistema che non garantiva la finezza di filtrazione necessaria a rimuovere i contaminanti critici dalla massa fusa. A tale scopo, Llorens ha deciso di aggiungere un sistema di filtrazione fine RSFgenius di Gneuss in grado di rimuovere i contaminanti con dimensioni fino a 56-100 micron.

Il sistema di filtrazione RSFgenius 330 per il riciclo di film in LDPE/LLDPE

Il sistema raggiunge questo risultato a una pressione di fusione costante, garantendo così che gel e punti neri vengano rimossi in modo affidabile e rendendo il materiale ottenuto utilizzabile per la produzione di film cast e in bolla.

I sistemi di filtrazione rotanti di Gneuss sono in grado di gestire alte pressioni di fusione e materiali con elevati livelli contaminazione estremamente variabili. Allo stesso tempo, operano con processi costanti e con un alto livello di automazione. La sostituzione degli elementi filtranti avviene in condizioni di produzione normali, senza interferenze per il processo. Il sistema autopulente ad alta pressione ed efficienza assicura prolungati intervalli tra i cambi degli elementi filtranti, con una quantità ridotta di materiale di lavaggio in controflusso.

56 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | MACCHINE E ATTREZZATURE NEWS

Innovazione e sostenibilità, una storia lunga trent’anni

Costruttore di impianti per il trattamento delle materie plastiche, specializzato nei sistemi per filtrazione e granulazione, Filtec nel 2023 festeggia trent’anni di attività. Fondata nel 1993 a Badia Polesine (Rovigo) da Gianfranco Baracco, fin da subito l’azienda offre servizi di assistenza e ricambistica per prodotti AST, oltre alla progettazione e costruzione di proprie soluzioni meccaniche. Il suo primo prodotto importante arriva nel 1995, quando Filtec immette nel mercato il granulatore ad asse orizzontale Water Ring GRO500, nato per rispondere a una specifica richiesta: produrre granuli omogenei e di qualità garantendo una portata di 500 kg all’ora. Tutto, dalla progettazione alla realizzazione di ogni impianto, avviene

interamente all’interno dell’azienda, all’insegna di una artigianalità che rappresenta il marchio di fabbrica di Filtec. Questo, inoltre, consente al costruttore di mantenere il pieno controllo su ogni fase della lavorazione, non solo per offrire un prodotto finale di eccellenza, ma anche per assicurare il proprio completo supporto anche dopo l’installazione e l’avviamento delle macchine. Oggi l’azienda, guidata dal figlio del fondatore, Giovanni Baracco, dispone di 5.000 metri quadri di stabilimenti e vanta 700 clienti in tutto il mondo, 400 fornitori, più di 1.600 installazioni a livello internazionale e lo sviluppo di oltre 700 granulatori customizzati e può fare affidamento su più di 14.000 articoli gestiti a magazzino.

Filtec è cresciuta anche grazie a iniziative per la salvaguardia ambientale e l’affermazione dell’economia circolare attraverso il supporto a specifici progetti, quali Are You R ed EcoDPI. Il primo è una iniziativa europea per sensibilizzare la popolazione sull’importanza del riciclo della plastica e accrescere la consapevolezza verso l’ambiente e la conoscenza dei benefici legati al riciclo. Il secondo è promosso dalla Regione Veneto per valorizzare i rifiuti di dispositivi di protezione individuali e vede Filtec in prima linea nello sviluppo di tecnologie per granulare polimeri e biopolimeri e realizzare DPI 100% riciclabili.

robotico con funzioni cobot

Azienda specializzata nelle soluzioni in tecnopolimeri per la movimentazione industriale, igus ha lanciato il nuovo braccio robotico ReBel con funzioni cobot, soluzione che, a detta del costruttore la più leggera nella sua categoria, è adatta per carichi fino a 2 kg e dispone di un raggio di azione di 664 mm.

Predisposto per applicazioni collaborative uomo-robot con sette prese al minuto e una ripetibilità di un mm, ReBel risulta ideale per automatizzare alcune semplici mansioni di pick-and-place e ridurre spazi e costi. Inoltre, è disponibile nella piattaforma RBTX messa a punto da igus per riunire fornitori e utenti di robotica proponendo soluzioni efficienti e a costi competitivi con l’obiettivo di semplificare l’accessibilità all’automazione.

ReBel, il braccio robotico più leggero nella sua categoria con funzione cobot è stato presentato da igus a Mecspe 2023.

ReBel dallo specialista delle motion plastics igus Braccio
57 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS

Multinazionale finlandese, Neste è uno dei principali operatori a livello mondiale attivo nel riciclo chimico di polimeri. Obiettivi per il 2035: raggiungere una produzione a emissioni zero e affermarsi nella fornitura di soluzioni rinnovabili e circolari. Per questo l’azienda ha avviato una serie di investimenti in ricerca e sviluppo, come racconta il vicepresidente della divisione Chemical Recycling nelle colonne seguenti.

Il 10 e l’11 maggio ad Amsterdam si è svolto Plastics Recycling Show Europe (PRSE), evento annuale che raggruppa mostra, conferenze e premi per l’industria europea del riciclo di materie plastiche. Questo palcoscenico ampio e variegato è stato calcato anche da Neste, multinazionale finlandese che opera a livello mondiale nel riciclo di materie plastiche, di recente molto attiva con una strategia fatta di progetti e investimenti in ricerca e sviluppo finalizzati a realizzare i due obiettivi prioritari che si è data per il 2035: raggiungere una produzione a emissioni zero e affermarsi nella fornitura di soluzioni rinnovabili e circolari. Il crescente richiamo internazionale che sta acquisendo la manifestazione olandese ci ha dato il “la” per rivolgere qualche domanda a Heikki Färkkilä, vicepresidente della divisione Chemical Recycling dell’azienda, che ci ha raccontato come stanno andando le

cose e fornito interessanti spunti di riflessione su uno dei temi più sensibili e attuali per tutta l’industria delle materie plastiche.

Quali sono le novità portate da Neste a PRSE di Amsterdam?

“In fiera abbiamo presentato molte delle nostre ultime iniziative nell’ambito del riciclo chimico, compresa la seconda serie di cicli di processo con rifiuti plastici liquefatti realizzata presso la nostra raffineria di Porvoo, Finlandia. A oggi, un totale di 3.000 tonnellate di rifiuti plastici liquefatti, difficili da riciclare, sono stati trasformati con successo in materia prima di alta qualità adatta alla produzione di nuovi polimeri.

Un’altra nostra importante iniziativa promossa in fiera è rappresentata da Pulse, un progetto finanziato dal Fondo per l’Innovazione dell’Unione Europea

per la costruzione, sempre a Porvoo, di un nuovo impianto di pretrattamento e valorizzazione dei rifiuti da 400.000 tonnellate. Si tratta di un passo fondamentale per ampliare la nostra capacità di trasformazione di rifiuti plastici liquefatti. Inoltre, a PRSE abbiamo presentato anche un progetto di riciclo chimico in collaborazione con WasteWise, Borealis e Uponor. Questa iniziativa costituisce un modello per la catena del valore del riciclo chimico poiché coinvolge il polietilene reticolato, un materiale difficile da trattare, che una volta riciclato viene impiegato anche in applicazioni sensibili, come ad esempio nella distribuzione dell’acqua potabile. In fiera abbiamo esposto anche i risultati di un’analisi LCA sul riciclo chimico che evidenzia i vantaggi della nostra tecnologia in termini di impronta ambientale con il supporto di dati verificabili e sottoposti a revisione indipendente”.

DI GIAMPIERO ZAZZARO E LUCA MEI
58 Giugno/Luglio 2023 - n. 395
Heikki Färkkilä, vicepresidente della divisione Chemical Recycling di Neste.

Quali altri prodotti avete presentato in fiera?

“Il primo giorno dell’evento abbiamo illustrato in maniera dettagliata l’approccio di Neste al riciclo chimico. Per il pubblico è stato utile visitare il nostro stand per scoprire come le tecnologie di Neste contribuiscono attivamente all’economia circolare della plastica. Oltre al riciclo, il nostro percorso verso la produzione di materie plastiche più sostenibili è stato evidenziato dalla presentazione delle nostre ultime collaborazioni focalizzate sui polimeri rinnovabili. Le soluzioni di riciclo e quelle rinnovabili devono andare di pari passo per poter trasformare in realtà i nostri obiettivi e fare a meno delle risorse fossili. PRSE è stato un importante momento di confronto con tutte le parti interessate, anche per discutere del percorso verso le risorse rinnovabili”.

Come è andato il 2022 per Neste e quali sono le aspettative per il 2023?

“Il fatturato del gruppo Neste nel suo complesso è stato pari a 25,7 miliardi di euro nel 2022, con un margine operativo lordo di 3,5 miliardi di euro. Per quanto riguarda le attività e in particolare il riciclo chimico, i punti di svolta più importanti dello scorso anno sono legati al Fondo europeo per l’Innovazione che ha deciso di sostenere il nostro progetto di riciclo chimico Pulse a Porvoo e l’acquisizione della licenza per l’uso della tecnologia di liquefazione Alterra Energy in esclusiva in Europa. La liquefazione è un processo chiave per il riciclo chimico e riteniamo che la tecnologia proprietaria di Alterra sia tra le più convincenti disponibili sul mercato. Pulse, d’altra parte, andrà ad annullare ogni differenza tra le materie prime da riciclo di rifiuti plastici liquefatti e le materie prime petrolchimiche di alta qualità.

Il 2023 ci vedrà portare avanti diverse iniziative, tra cui l’aumento della nostra attuale capacità di trattamento di rifiuti plastici liquefatti e la continuazione di altri progetti come Pulse”.

Come approcciate la green economy? Ritiene che l’industria chimica sia sulla strada giusta per affrontare la questione ambientale?

“È abbastanza chiaro che abbiamo una doppia sfida da superare se vogliamo continuare a utilizzare la plastica in una società più sostenibile: sostituire le risorse fossili nella produzione di materie plastiche e combattere l’inquinamento che può derivare da un suo utilizzo poco attento.

Neste offre soluzioni drop-in sia rinnovabili sia circolari per la sostituzione delle risorse fossili. Il riciclo chimico può essere d’aiuto in entrambi i campi: possiamo sostituire le risorse fossili vergini con materiali di riciclo e valorizzare quei flussi di rifiuti plastici che attualmente creano

problemi. I risultati della nostra analisi LCA sul riciclo chimico dimostrano che, sebbene sia un processo che richiede un certo impegno ed energia, esso comporta vantaggi sul fronte sia dell’impronta di CO2 sia delle risorse fossili rispetto all’odierna catena del valore della plastica. Sono quindi convinto che la tecnologia farà la sua parte nel cammino verso una plastica più sostenibile e circolare, e quindi per la green economy. Credo che ci stiamo muovendo nella giusta direzione, ma non ancora al ritmo giusto. Pertanto, in Neste diamo il benvenuto a ogni partner della catena del valore e ai proprietari di marchi che la pensano come noi per accelerare la transizione ecologica, considerato anche il bisogno di una maggiore attenzione da parte dei legislatori per sostenere un cambiamento più rapido e deciso”.

La raffineria di Neste a Porvoo, in Finlandia, dove vengono trasformati rifiuti plastici liquefatti.
59 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS
Neste RE: materie prime rinnovabili e riciclate di Neste; sono realizzate senza l’utilizzo di risorse fossili e possono sostituire le materie prime convenzionali nella produzione di polimeri.

La presenza del gruppo bergamasco in Asia si rafforza al servizio di un mercato locale dei tecnopolimeri in crescita. Un nuovo sito industriale di 36 mila metri quadri improntati alla sostenibilità, alla sicurezza e alla salute sotto ogni aspetto. Il più grande in termini di spazi e capacità tra gli otto di RadiciGroup High Performance Polymers nel mondo.

Situato a Suzhou, il nuovo sito industriale recentemente inaugurato da RadiciGroup in Cina, è stato progettato per raddoppiare la capacità produttiva di tecnopolimeri e rafforzare in maniera significativa la presenza del gruppo nel mercato asiatico in qualità di operatore di riferimento in settori strategici quali l’automobile, l’elettrico/elettronico e i beni di consumo e industriali. La presenza produttiva di RadiciGroup nel Paese della Grande Muraglia risale al 2006 nella

provincia dello Jiangsu, dapprima con un insediamento di piccole dimensioni, dal 2012 con un sito più ampio e, infine, adesso con questa struttura di proprietà già predisposta per un eventuale ampliamento futuro. Il nuovo impianto, che ha richiesto un investimento di 35 milioni di euro, si sviluppa su uno spazio complessivo di 36 mila metri quadri, di cui circa la metà dedicati a produzione e a ricerca e sviluppo, mentre la restante metà riservata a uffici, sale riunioni, spazi comuni, aree verdi e parcheggi.

Un sito produttivo all’avanguardia

Il nuovo sito produttivo si basa su un progetto all’avanguardia che racchiude in sé il meglio delle tecnologie green attualmente disponibili nel mondo delle costruzioni, tanto da essere certificato LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) Gold, uno standard internazionale per lo sviluppo di edifici verdi ad alte prestazioni che prende in considerazione vari parametri, come i vantaggi per l’ambiente e la salute umana, il risparmio delle risorse d’acqua, l’efficienza energetica, la scelta di materiali e soluzioni costruttive a basso impatto ambientale.

Il nuovo stabilimento produttivo a Suzhou è progettato e realizzato secondo le più avanzate metodologie edilizie oggi applicabili, per assicurare produttività, salute e sicurezza allo stesso tempo per tutte le 120 persone che vi lavorano al momento.

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In particolare, nel sito di Suzhou sono stati installati un sistema di monitoraggio in continuo dell’edificio per garantirne l’efficientamento energetico, pannelli fotovoltaici a copertura del tetto per l’uso di energia rinnovabile e un sistema di recupero dell’acqua piovana per le esigenze del sito, che ha ottenuto anche la certificazione GBL-2 Star, standard cinese per la sostenibilità degli edifici. La struttura quindi si allinea alla strategia di sostenibilità di RadiciGroup volta a coniugare lo sviluppo industriale ed economico con un uso attento delle risorse e con il rispetto dei diritti umani, del lavoro e delle persone. “Lavorare in armonia con l’ambiente e le persone fa parte del nostro DNA”, ha dichiarato Angelo Radici, presidente di RadiciGroup. “È così fin dagli anni Quaranta quando siamo nati in Italia come produttori di coperte per poi diversificare le nostre attività e stare vicino ai clienti nel mondo. Da quando abbiamo iniziato l’attività produttiva in Cina oltre 15 anni fa siamo cresciuti tantissimo insieme al mercato locale. I nostri materiali vengono utilizzati da clienti che a loro volta producono in Cina per soddisfare le esigenze dei consumatori locali. Inoltre, se anni fa c’era carenza di lavoratori qualificati, oggi l’area di Suzhou è molto sviluppata e le persone sono competenti e specializzate in vari ambiti. Nel nostro caso questo ha permesso anche di fidelizzare i collaboratori, abbassando parecchio il turnover rispetto al passato, così alcune soluzioni che studiamo e mettiamo a punto in Cina diventano di riferimento per l’intero gruppo, grazie al nostro network internazionale”.

30 mila tonnellate all’anno in più

Le motivazioni alla base della presenza di RadiciGroup in Cina, oggi come al momento dell’arrivo nel Paese, sono principalmente tre: trend economico positivo e prospettive future di crescita; presenza nell’area di molti clienti globali che richiedono la medesima garanzia di qualità dei prodotti in tutto il mondo; logica del servizio al cliente per garantire tempi di consegna rapidi e sviluppare insieme soluzioni innovative.

“Il nuovo sito”, ha sottolineato Alberto Sessolo, country area manager di RadiciGroup High Performance Polymers in Cina, “ci mette nelle condizioni di seguire ancora meglio il mercato, grazie a nuovi laboratori di ricerca e sviluppo e a spazi molto ampi, automatizzati ed efficienti da ogni punto di vista. Anche il parco produttivo è di ultima generazione per supportare al meglio il mercato attuale ma anche quello potenziale. In questi anni siamo cresciuti in termini di fatturato e di volumi, di conseguenza anche l’area produttiva aveva bisogno di essere ingrandita. L’attuale configurazione ha incrementato la capacità produttiva di 30 mila tonnellate all’anno ed è già stata studiata in modo tale che, all’occorrenza, sia facilmente possibile ampliare tanto la produzione quanto il magazzino. Questo stabilimento è oggi il più grande in termini di spazi e capacità tra gli otto complessivi a disposizione di RadiciGroup High Performance Polymers nel mondo. Si può dire che oggi tra le nostre persone c’è un grande

senso di appartenenza al Gruppo, per una crescita sostenibile e condivisa”.

Salute e sicurezza al centro

L’organico attuale è di circa 120 persone. L’attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori è centrale e la progettazione del nuovo sito si è concentrata anche su questi aspetti: movimentazione più sicura delle merci grazie ai grandi spazi, migliorata sicurezza nel carico delle materie prime, riduzione del lavoro manuale e di esposizione alla polvere. Per garantire il benessere dei collaboratori, sono stati studiati nei dettagli anche gli aspetti estetici e di comfort: gli ambienti risultano accoglienti e insonorizzati, e il molto verde che circonda la struttura è godibile anche dall’interno grazie ad ampie vetrate.

“Oggi celebriamo una tappa significativa della nostra crescita in Cina dal 2006”, ha concluso Maurizio Radici, vicepresidente e COO di RadiciGroup, “un ulteriore tassello nel percorso di rafforzamento di RadiciGroup nel mondo e in particolare nel continente asiatico. La strategia di internazionalizzazione, intesa come vicinanza ai clienti, ci ha premiato e vogliamo proseguire questa fase di crescita in modo più deciso e rafforzato, confermando ai nostri partner che oggi più di ieri siamo attrezzati a nuove sfide sui mercati globali. L’investimento in Cina, infatti, si colloca in un piano di crescita globale con investimenti che, nell’area High Performance Polymers, ammontano nell’ultimo biennio a oltre 85 milioni di euro distribuiti sui siti industriali tra Nord America, Europa e Asia. Obiettivo aumentare la nostra capacità produttiva complessiva e garantire così la crescita, la sostenibilità e l’innovazione nel business dei tecnopolimeri”.

Il 2023 segna un momento di svolta di RadiciGroup in Cina, dove l’azienda è presente dal 2006 e dove, con il raddoppio della capacità produttiva, mira ad affermarsi definitivamente come punto di riferimento per il mercato asiatico dei tecnopolimeri.

61 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS
Un momento della recente cerimonia di inaugurazione.

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IL MONDO DELLA GOMMA

LA RIVISTA DI

Con l’approssimarsi dell’estate, la stagione per antonomasia in cui milioni di turisti si spostano, cresce l’esigenza di sicurezza sulle strade, soprattutto in un Paese come il nostro, ricco di mete ambite da italiani e stranieri.

“Vacanze sicure!”

Promuovere la sicurezza stradale in vista delle partenze estive

La cura e la manutenzione delle vetture e quelle degli pneumatici risultano indispensabili e fondamentali per viaggiare sicuri. A tale scopo Assogomma è sempre in prima linea con campagne per la sensibilizzazione degli automobilisti e la promozione tra di essi di buone pratiche. E scende in campo anche per la stagione estiva.

Pneumatici sotto la lente d’ingrandimento dei controlli con la campagna “Vacanze Sicure!”, l’iniziativa promossa da Assogomma e Federpneus in collaborazione con la Polizia di Stato per migliorare la sicurezza stradale verificando lo stato d’usura degli pneumatici di oltre 10.000 automobili sulle strade del nostro Paese. Ogni anno con l’approssimarsi del periodo estivo si riversano sulle strade del nostro Paese i primi turisti stranieri mentre gli italiani iniziano i fine settimana nelle località montane o balneari o i primi periodi di vacanza e, quindi, diventa di fondamentale importanza affrontare i viaggi, soprattutto se su tratte medio-lunghe, con la vettura in ordine e gli pneumatici in perfetto stato di efficienza. I controlli nel 2023 si sono concentrati in Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Toscana, Marche e Puglia e si sono svolti tra maggio e giugno.

Gli interventi della Polizia Stradale sono stati preceduti da una sessione di aggiornamento tecnico organizzata da Assogomma, che, in tale occasione, ha consegnato alle pattuglie appositi spessimetri di precisione per poter verificare il rispetto dei limiti di usura degli pneumatici, insieme ad altri parametri che li riguardano, come la presenza dell’omologazione obbligatoria, di danneggiamenti sui fianchi, la conformità alla carta di circolazione ecc. I moduli relativi alle verifiche effettuate debitamente compilati e integrati in un database di oltre 160 mila controlli avvenuti nell’arco di oltre vent’anni di attività danno il senso dell’evoluzione dello stato di manutenzione degli pneumatici e, più in generale, delle vetture nel corso degli anni.

Precetti generali sempre utili

Primo punto di attenzione per gli automobilisti devono essere le gomme gonfie alla giusta pressione e in buono stato, perché i pochi centimetri quadrati di battistrada sono l’unico punto di contatto tra veicolo e suolo e su di essi si deve poter contare per frenare, ammortizzare, dare direzione alla vettura, sopportare

Pneumatici in buono stato e gonfi alla pressione giusta in qualsiasi stagione: aspetti indispensabili e mai trascurabili per la propria e altrui sicurezza stradale.
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carichi ecc. Inoltre, dal 16 maggio al 14 ottobre è vietata la circolazione con pneumatici di tipo M+S con codici di velocità inferiori rispetto a quelli riportati nella carta di circolazione, cioè pneumatici declassati. Si tratta di una infrazione che configura una modifica delle caratteristiche tecniche del veicolo e che quindi può essere sanzionata, non solo con una multa, ma anche con il fermo del mezzo.

Sul tema il direttore del servizio della Polizia Stradale osserva che “il cedimento di uno pneumatico oppure l’elevata usura del battistrada possono causare gravi incidenti stradali. Pertanto, è estremamente importante che gli pneumatici siano mantenuti in perfetta efficienza. Come Polizia Stradale raccomandiamo sempre di verificare lo stato e l’usura degli pneumatici senza trascurare pressione di gonfiaggio ed equilibratura soprattutto prima di lunghi viaggi. Il potenziamento delle verifiche specifiche effettuate dalla Polizia Stradale nel 2022, nelle cosiddette operazioni ad alto impatto che hanno visto l’impiego di 2.498 pattuglie, ha permesso di controllare complessivamente 15.664 veicoli e di contestare 10.275 violazioni. Di queste 664 riguardavano pneumatici non efficienti a causa di battistrada inferiore a quello prescritto; 271 pneumatici con tagli o incisioni sul battistrada e 144 pneumatici non adeguati alle prescrizioni stagionali. Non sono mancate violazioni per pneumatici alterati nelle caratteristiche costruttive e/o funzionali (31) per penumatici non omologati (21) e penumatici con misure diverse da quelle riportate nella carta di circolazione (18)”.

Fondamentale la cura degli pneumatici

“Con un parco auto sempre più vecchio, la manutenzione della vettura deve assumere un ruolo fondamentale per la sicurezza stradale e la cura degli pneumatici occupa un posto di assoluto rilievo. Anche a causa di un manto stradale troppo spesso trascurato, pieno di buche e avvallamenti, è necessario programmare controlli periodici dal gommista per far eseguire una verifica visiva dello stato degli pneumatici e del corretto gonfiaggio, anche e soprattutto in vista delle lunghe percorrenze che caratterizzeranno le vacanze estive. Gonfiaggio e verifica, nonostante i rivenditori specialisti le effettuino gratuitamente, non vengono eseguiti periodicamente dagli automobilisti. Infatti, oltre il 52% degli automobilisti circola con gomme sotto gonfiate, un problema in quanto il veicolo trasmette all’automobilista insicurezza di guida per alterato comportamento del mezzo e, con le alte temperature esterne, lo pneumatico si può surriscaldare sino al suo cedimento strutturale, ovverosia al suo scoppio. Uno pneumatico sgonfio produce un inutile danno all’ambiente perché fa aumentare i consumi di carburante fino al 15% e dà luogo ad un’usura disomogenea e quindi dovrà essere sostituito più precocemente. Gli automobilisti devono sempre pensare che gli pneumatici vivono d’aria e l’aria non costa nulla, ma è fondamentale per garantire le loro ottimali caratteristiche prestazionali”, spiega Fabio Bertolotti, direttore di Assogomma.

“Vacanze

Questa attività rientra all’interno della campagna di comunicazione “Pneumatici sotto controllo” che da anni il Gruppo Produttori Pneumatici di Assogomma promuove insieme all’associazione italiana dei gommisti professionisti Federpneus. Sul sito www.pneumaticisottocontrollo.it sono disponibili numerose informazioni sugli pneumatici per effettuare scelte più consapevoli, per procedere a manutenzioni periodiche, per immagazzinare gli pneumatici in maniera corretta, per osservare tutte le normative vigenti che se eseguite puntualmente consentiranno agli automobilisti di viaggiare al meglio e quindi di trascorrere “Vacanze Sicure!”.

La corretta compilazione dei moduli relativi allo stato degli pneumatici e la loro integrazione in un database di oltre 160 mila controlli nell’arco di 20 anni consente di disporre di un archivio storico sulla evoluzione della sensibilità e delle misure di manutenzione degli pneumatici e delle vetture nel corso del tempo.

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Assogomma insieme a Federpneus e in collaborazione con la Polizia di Stato ha attivato la campagna Sicure!” per migliorare la sicurezza stradale verificando lo stato di usura degli pneumatici delle vetture in circolazione sulle strade del nostro Paese.

Correlazione tra temperature di transizione vetrosa e di fragilità in una mescola in gomma

I materiali polimerici hanno comportamenti diversi in relazione alla temperatura nella quale si trovano e in funzione delle sollecitazioni alle quali vengono sottoposti. La temperatura di transizione è vetrosa quando il materiale passa dallo stato vetroso a quello gommoso. Questa transizione è infatti associata a una maggiore mobilità delle catene polimeriche e talvolta è definita come lʼinizio di movimenti cooperativi di segmenti di catena. I movimenti sono ampi e richiedono volume libero ed energia per superare le barriere intra-catena di rotazione interna e interazioni intermolecolari. Le dipendenze dalla temperatura delle proprietà del polimero relative alla mobilità della catena nella regione di transizione vetrosa mostrano il cambiamento del modello: attorcigliamento, picco del gradino ecc. Pertanto, la temperatura della transizione dipende dalle proprietà misurate quali, ad esempio, espansione e capacità termiche e comportamento viscoelastico.

A causa delle loro proprietà viscoelastiche, il comportamento alla frattura dei materiali polimerici varia considerevolmente in base alla temperatura. Al di sotto della temperatura di transizione fragile-duttile, i polimeri si rompono per cavillatura o snervamento al taglio, mentre al di sopra di questa prevale lo snervamento.

La temperatura di transizione fragile-duttile è una caratteristica della resistenza all›urto del materiale polimerico, mentre la temperatura di transizione vetrosa è una caratteristica delle catene polimeriche dinamiche.

Il Cerisie, nell’ottica di comprendere e correlare caratteristiche così simili ma differenti dei materiali polimerici, si è occupato di verificare e comprovare una possibile correlazione tra la Temperatura di transizione vetrosa (Tg) e la temperatura di brittleness point o infragilimento (Tb).

Prova di Temperatura Limite di Fragilità (TLF)

La necessità di conoscere le proprietà di una gomma vulcanizzata alle basse temperature è essenziale quando il manufatto è destinato all’utilizzo in esercizio invernale, in montagna o in climi artici.

In questi casi, alla determinazione delle caratteristiche termo-

dinamiche o dilatometriche, è preferibile la valutazione visiva, quindi immediata, del comportamento meccanico. Tale valutazione si ottiene con l’esecuzione delle prove di Trazione e Retrazione (TR test) e di Temperatura Limite di Fragilità (TLF), oggetto di questo paragrafo.

Il test di determinazione della Temperatura Limite di Fragilità (TLF) sfrutta il fenomeno della transizione vetrosa, che ha luogo appena raggiunti gli intorni della corrispondente temperatura; la cristallizzazione impiega invece tempistiche più lunghe.

La determinazione della Temperatura Limite di Fragilità (TLF) prevede 3 procedure di prova. La procedura A prevede la verifica della rottura a diverse temperature per la ricerca della tempe-

Verifiche tecniche sui materiali polimerici
TLF 70 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395
Provini montati nel portacampioni dello strumento

ratura limite di fragilità del materiale; la procedura B si concentra sulla ricerca della temperatura alla quale avviene la rottura del 50% dei provini; la procedura C è una semplice verifica della eventuale rottura dei provini a una specifica temperatura. Se la temperatura alla quale si trova il campione è al di sotto di quella di transizione vetrosa del materiale (Tg), alla ricezione del colpo il provino si spezzerà o si creeranno fessure e crepe. Come indicato nella figura 2, i dati ottenuti dalle ripetizioni delle prove a diversa temperatura, utilizzando il Metodo B della norma ISO 812, vengono utilizzati per la costruzione di una retta avente in ascissa le temperature e in ordinata le percentuali di provini rotti. Il risultato richiesto, espresso come temperatura alla quale avviene la rottura del 50% dei provini (Tb), viene estrapolato dalla retta costruita e corrisponde al valore singolo di -36,9 °C (± 6,1). Si tratta di un valore puramente indicativo che presenta un’incertezza, in quanto influenzato dal tipo e dalla quantità degli additivi presenti in mescola.

Prova di Calorimetria a Scansione Differenziale (DSC)

La DSC (Differential Scanning Calorimetry) è una delle tecniche di analisi termica più utilizzate che permette lo studio dei materiali valutando gli scambi di energia che avvengono nel campione. La variazione di energia del campione viene valutata dallo strumento come differenza di temperatura rispetto a un riferimento interno, ovvero un crogiolo vuoto del tutto analogo a quello contenente il campione. Questi processi sono caratterizzati dall’energia che il campione può assorbire (fenomeni endotermici) o rilasciare (fenomeni esotermici). Nel caso di un processo endotermico la temperatura del campione diminuirà rispetto al riferimento, per i processi esotermici la temperatura del campione risulterà maggiore rispetto a quella del riferimento.

Durante una analisi DSC il campione viene sottoposto a un programma di riscaldamento/raffreddamento a velocità e ambiente controllato, definito rampa. L’impostazione dei parametri della rampa, quali velocità di riscaldamento, velocità di raffreddamento, gas da utilizzare per produrre l’ambiente richiesto è definita da diverse norme e cambia a seconda del tipo di polimero che si sta analizzando e del processo studiato.

Dall’analisi DSC si ottiene un termogramma, una curva caratterizzata da picchi e flessi che evidenziano le diverse trasformazioni subite dal campione e le temperature alle quali sono avvenute, rendendo quindi possibile lo studio delle caratteristiche termiche del campione.

La transizione vetrosa è un processo esotermico che viene evidenziato nel termogramma da un flesso, come indicati in Figura 2, e indica il passaggio del materiale elastomerico da uno stato amorfo a uno stato vetroso. Questo comporta la variazione delle caratteristiche fisico-meccaniche del materiale in quanto, al di sopra della temperatura di transizione vetrosa, gli atomi del composto hanno legami tra loro contorti, elastici e con possibilità di rotazione, mentre al di sotto della Tg gli stessi legami presentano una rigidità e immobilità propria dello stato vetroso.

Conclusioni

Sullo stesso campione sono state effettuate entrambe le analisi. I risultati ottenuti dalla DSC e dalla TLF rivelano una temperatura di transizione vetrosa Tg di -41,4 e un punto di infragilimento Tb pari a -36,9. Considerando l’andamento del termogramma si può notare che il processo di cristallizzazione, inizia intorno a T = -39 °C, valore che coincide approssimativamente con i risultati ottenuti dall’analisi TLF.

Tuttavia, considerando altri confronti fra campioni di materiali diversi, risulta difficile dedurre una effettiva correlazione tra le due analisi pur mostrando esse dei risultati relativi allo stesso fenomeno, e tale difficoltà è dovuta principalmente alla differenza di approccio analitico. L’analisi DSC individua un punto medio specifico del processo di transizione vetrosa, inteso dal punto di vista energetico come scambio di calore, mentre l’analisi TLF, al contrario, è caratterizzata da un approccio meccanico e, soprattutto, dinamico.

Test TLF
con procedura B (metodo grafico)
DSC T (°C) Risultato singolo per ogni provino % provette rotte -39,6 x x x x x x x x x x 100 -37,9 v v x x x x x x x x 80 -36,1 v v v v v v v v x x 20 -33,9 v v v v v v v v v v 0 0 0 0 -36,9 50 -40 -39 -38 -37 -36 -35 -34 -33 Provette rotte % Temperature °C 120 100 80 60 40 20 0 100 80 20 0
Inserimento di campioni nello strumento Termogramma DSC del campione già analizzato con TLF
Glass Transition Onset -45,83 °C Midpoint ISO -43,04 °C Inflect. Pt. -41,4 °C Inflect Slp -14,12e-03 Wg^-1°C^-1 71 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS CERISIE RISPONDE |
Glass Transition campione di gomma cloroprenica

Rassegna internazionale di scienza e tecnologia

Ventiseiesima puntata della rubrica dedicata agli articoli di stampa estera selezionati dal comitato di redazione di Elastica, composta da Fabio Bacchelli, Rino Gilotta e dal team di Cerisie, coordinati da Maurizio Galimberti.

CRACKING DA OZONO NEGLI ELASTOMERI - UNA PANORAMICA

Testata: Kautschuk Gummi Kunststoffe, 1, 61 (2023) Titolo originale: Ozonrissbildung bei Elastomeren - Eine Übersicht

Autori: F. Lotz, D. Flügel

A C URA DI FABIO BACCHELLI

L’invecchiamento da ozono e la protezione da esso rappresentano importanti fattori per lo sviluppo applicativo di materiali elastomerici e molti studi di letteratura hanno descritto le varie fasi del processo di degradazione E analizzato le singole variabili che lo influenzano. L’ozono è una molecola presente nella stratosfera, utile a proteggere la superficie terrestre dalle radiazioni UV. Quando radicali idrossilici reagiscono con idrocarburi in presenza di ossigeno, si formano radicali perossidici in grado di reagire con monossido di azoto per formare biossido di azoto. A sua volta, il biossido di azoto può decomporsi per fotolisi in ossigeno atomico e monossido di azoto. L’ossigeno atomico è poi in grado di formare ozono tramite il normale ossigeno bimolecolare. Poiché la reazione principale per la formazione di ozono dipende dalla radiazione solare, la concentrazione di ozono dipende sia dall’ora del giorno sia dalla stagione. Il massimo inquinamento da ozono si raggiunge, pertanto, da aprile ad agosto.

Poiché l’ozono è in grado di reagire molto rapidamente con i doppi legami C=C, la molecola può attaccare le gomme insature, modificarne le proprietà fisiche e causarne l’invecchiamento. Tipicamente, in presenza di un carico tensile, si formano crepe, che corrono perpendicolarmente alla direzione della sollecitazione. Senza una appropriata tensione, non è possibile rilevare alcun cambiamento dopo esposizione all’ozono. Questa particolarità può essere spiegata considerando la reazione chimica dell’ozono con i doppi legami C=C dell’elastomero. Attraverso una ciclo-addizione si forma un ozonide primario instabile, che decompone molto rapidamente, portando alla rot-

tura della catena polimerica della gomma. Se non c’è tensione esterna, viene generato un ozonide secondario. Se, invece, il materiale è sottoposto a stress tensile, avviene una scissione dell’ozonide primario in un composto carbonilico e un ossido carbonilico (zwitterione), con insorgenza di fessurazioni macroscopicamente visibili. A causa dell’elevata velocità di reazione, questi fenomeni avvengono solo sulla superficie dell’elastomero. Sulla base di questi meccanismi, risulta esistere uno stress critico, al di sopra del quale ha luogo il cosiddetto “cracking”. La crescita delle fessurazioni è strettamente legata alla dinamiche di formazione delle crepe e al numero di punti di nucleazione. In definitiva, il numero di crepe determina la redistribuzione dello stress. L’analisi degli elastomeri trattati con cere e/o agenti di protezione dall’ozono richiede solitamente tensioni più elevate per osservare problemi in presenza di stress da ozono. Più in generale, all’aumentare dell’entità del-

Più
di dieci riviste esaminate
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Fabio Bacchelli, direttore tecnico Tyre di Versalis.

la tensione diminuisce il tempo necessario alla comparsa delle prime fessurazioni. È invece dimostrato che la temperatura non ha un’influenza lineare sul tasso di crescita della cricca, mentre ha impatto variabile in funzione della tipologia del materiale. Analizzando l’influenza dell’umidità dell’aria sul cracking da ozono, si osserva che un aumento di umidità favorisce la nucleazione delle cricche, dando luogo a un maggior numero di fessurazioni. Al di sopra del 50% di umidità è possibile osservare la comparsa di polvere nera sulla superficie del materiale, a seguito della formazione di radicali idrossilici, che derivano dalla reazione dell’ozono con l’acqua. Con l’aumento del contenuto di ozono, la crescita delle crepe aumenta quasi linearmente, anche se la velocità dipende dal materiale. Questo fattore conferma la necessità di monitorare accuratamente la concentrazione di ozono durante tutta la durata di un test predittivo di laboratorio. Gli additivi utilizzati per la protezione dall’ozono includono tipicamente cere o antiozonanti, le cere, paraffiniche e microcristalline, formano un film sottile sulla superficie dell’elastomero, che agisce come barriera fisica impedendo la reazione dell’ozono. Lo spessore e la densità dello strato, nonché la solubilità della cera nella matrice polimerica determinano la capacità protettiva. Lo svantaggio delle cere è rappresentato dallo stress dinamico, che può rompere lo strato e vanificare l’effetto protettivo. Gli agenti antiozonanti sono in genere parafenilendiammine, che reagiscono con l’ozono più velocemente rispetto ai doppi legami dell’elastomero e impediscono cineticamente la scissione delle catene.

creano le condizioni determinanti il deterioramento degli elastomeri: si ha così l’invecchiamento da ozono e termo-ossidativo. L’effetto di tali agenti dipende anche dalla durata, dal tempo di esposizione, dal tipo di polimero e dai contaminanti.

Degrado termico e ossidativo degli elastomeri

Quando la gomma viene esposta ad alta temperatura in presenza di aria o di ossigeno, perde proprietà meccaniche come la resistenza alla trazione e l’allungamento.

Il tipo di cambiamento delle proprietà durante l’invecchiamento del materiale non è facilmente determinabile, perché ci sono due possibili reazioni: l’indurimento causato da un’ulteriore reticolazione con una maggiore densità di legami e l’ammorbidimento prodotto dall’accorciamento della catena polimerica. Oltre alla struttura di base della catena polimerica, anche il sistema di vulcanizzazione gioca un ruolo nella stabilità termica. In generale, gli elastomeri vulcanizzati con perossidi, che formano legami C-C, hanno una maggiore resistenza al calore rispetto a quelli vulcanizzati allo zolfo perché l’energia di legame di C-C, è molto più alta di quella di C-S e dei legami polisolfuri.

Meccanismo di degradazione termica

La degradazione termica avviene in tre fasi:

• l’invecchiamento termico ossidativo inizia rompendo i legami covalenti lungo la catena polimerica o le catene laterali per produrre radicali di carbonio instabili (R*);

EFFETTI DEL DEGRADO PER INVECCHIAMENTO DI UN MASTERBACH IN GOMMA NATURALE SUI PARAMETRI REOLOGICI E SULLE PROPRIETÀ FINALI

Testata: Rubber World, novembre 2022

Titolo originale: Effect of natural rubber masterbatch aging conditions on rheology and properties of a final compound

Autori: Ali Vahidifar and Steven Yu, AirBoss of America

A C URA DI ROSARIO GILOTTA

Introduzione

Esistono diversi tipi di degradazione della gomma, come la degradazione termica, fotochimica, idrolitica, biologica, meccanica e ossidativa.

Gli iniziatori del processo di deterioramento e i relativi agenti degradanti sono: temperatura; campi elettrici; stress meccanici; idrolisi (acqua); bio (microorganismi); agenti ambientali; radiazioni.

L’azione congiunta di ozono, ossigeno e temperatura elevata

• la propagazione, ovvero una serie di reazioni radicaliche. Questi radicali sono così instabili che reagiscono con l’ossigeno per formare radicali perossidici. Successivamente il radicale perossidico estrae un atomo di idrogeno da un’altra catena polimerica per formare un gruppo idroperossido instabile, che produce un altro radicale carbonio per propagare il ciclo;

• la fase finale avviene quando due segmenti con un elettrone spaiato formano un prodotto inattivo. Questa può essere una reazione tra due radicali perossidici, radicali alchilici o due diversi radicali nel sistema.

Preparazione del campione

L’impasto di gomma naturale è stato confezionato in un grande mescolatore interno di 350 litri per studiare l’effetto dell’invecchiamento sulle proprietà tecno-reologiche. Tutti gli ingredienti tranne i vulcanizzanti sono stati mescolati in prima fase nel mescolatore interno con velocità del rotore di 60 rpm e con temperatura di scarico di 300°F. Dopo lo scarico, l’impasto è stato ripreso e lavorato a temperatura ambiente su un mescolatore aperto lasciandolo raffreddare tutta la notte. Per studiare il comportamento dell’invecchiamento delle mescole, gli impasti sono stati invecchiati in stufa ad aria ventilata a 23°C, 40°C, 50°C, 60°C e 70°C da 1 a 60 giorni. Successivamen-

73 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS STAMPA ESTERA DI SETTORE |

te, le mescole sono state confezionate con gli impasti invecchiati in un miscelatore interno da 1,6 litri con fattore di riempimento 80% e con l’aggiunta dei reticolanti nei masterbatch. La mescolazione ha proseguito fino al raggiungimento della temperatura di scarico di 210°F. È stata poi completata al mescolatore aperto di 6” a temperatura ambiente per garantire una miscelazione uniforme. I lotti finali sono stati tenuti a temperatura ambiente durante la notte per rimuovere eventuali tensioni residue e la storia termica.

Infine, le mescole sono state vulcanizzate a 300°F per 20 minuti utilizzando una pressa AF25 a una pressione di circa 150 bar.

Caratterizzazione

La viscosità Mooney (MV) e il tempo di rilassamento della tensione per il decadimento dell’80% della viscosità Mooney (t80) di campioni non vulcanizzati sono stati misurati secondo ASTM D1646 utilizzando un viscosimetro Mooney MV2000 con rotore grande.

La curva di vulcanizzazione delle mescole è stata impostata secondo ASTM D5289 mediante un reometro a camera oscillante (MDR) di Alpha Technologies a 350°F. Le caratteristiche di reticolazione come la coppia minima (ML), la coppia massima (MH), l’inizio del tempo di scottatura della vulcanizzazione (ts) in cui la coppia sale di 2 unità sopra ML e il tempo di vulcanizzazione ottimale al quale si verifica il 90% di reticolazione (tc90) sono stati definiti utilizzando i reografi di coppia in funzione del tempo. Lo scorch Mooney dei composti è stato misurato secondo la procedura di prova di un minuto di preriscaldamento

e quattro minuti di test a 280°F, e il tempo per un aumento di 5 unità al di sopra della viscosità minima è stato registrato come t5 (Mooney scorch time.)

Viscosità Mooney

I risultati di viscosità Mooney mostrano che i composti invecchiati per un tempo più lungo e a temperature più elevate presentano un ML inferiore.

Ad esempio, la viscosità Mooney del masterbatch è diminuita continuamente da 35,5 MU per il campione non invecchiato a 35,2, 33,7, 33, 26,78 e 12,6 MU facendo invecchiare il MB per un giorno, due giorni, tre giorni, una settimana e due settimane a 50°C rispettivamente. La viscosità Mooney è sensibile alla temperatura dell’invecchiamento, si verifica quindi una riduzione Mooney più rapida all’aumentare delle temperature di invecchiamento.

I risultati mostrano che la scissione della catena è prominente a un intervallo di temperatura compreso tra 40°C e 70°C e che l’aumento della temperatura ha un effetto significativo sulla velocità di scissione della catena. Il peso Mooney/molecolare quasi invariato a temperatura ambiente e l’assenza di UV indicano che questa condizione di invecchiamento non è sufficiente per l’inizio della degradazione della gomma.

Proprietà fisico-meccaniche

Le proprietà meccaniche di MTE (Modulus, Tensile ed Elongation) di campioni esposti a un invecchiamento di tre mesi e variazione di temperatura da 23°C a 60°C mostrano valori di resistenza alla trazione e di allungamento a rottura notevolmente bassi.

Si ipotizza che la rottura delle catene polimeriche abbia ridotto le dimensioni della catena e il numero di aggrovigliamenti della stessa, così come l’aumento del tempo/temperatura di invecchiamento del masterbatch porta a una diminuzione della resistenza alla trazione e dell’allungamento alla rottura.

Conclusioni

In questo articolo, sono stati studiati gli effetti del tempo e della temperatura di invecchiamento su un masterbatch di NR relativamente agli aspetti reologici e alle proprietà meccaniche dei campioni vulcanizzati.

I risultati hanno mostrato che la temperatura di invecchiamento può essere suddivisa in tre diversi livelli: intorno ai 23°C, la mescola è stabile, anche con 90 giorni di invecchiamento e le variazioni sono state trascurabili; tra 40°C a 60°C, tutte le proprietà diminuiscono linearmente a una velocità costante e la velocità/pendenza di diminuzione aumenta con l’invecchiamento termico; sopra i 60°C, la temperatura e l’energia termica sono sufficientemente elevate da avviare una reazione autocatalitica non lineare.

74 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | STAMPA ESTERA DI SETTORE
Rosario Gilotta, esperto di formulazione delle mescole elastomeriche, processi di trasformazione e controllo qualità.

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A Shenzhen dal 17 al 20 aprile scorsi

La più grande Chinaplas di sempre

Si è svolta a Shenzhen presso il World Exhibition & Convention Center, dal 17 al 20 aprile, quella che l’organizzazione ha definito la più grande edizione di Chinaplas di sempre. Con 3.905 espositori da 38 Paesi, la fiera ha occupato 380.000 m2 e registrato un’affluenza di 248.222 visitatori da 149 Paesi. Rispetto alla fiera di Guangzhou del 2019 e a quella di Shenzhen del 2021, il numero di visitatori è aumentato rispettivamente del 51,99% e del 63,16%. I temi centrali della fiera sono stati le basse emissioni di carbonio, la protezione dell’ambiente e le bioplastiche. Le applicazioni innovative delle plastiche biodegradabili e di quelle riciclate post-consumo hanno interessato vari settori. L’industria dell’imballaggio ha registrato un forte coinvolgimento grazie a soluzioni come i film monomateriale ad elevata barriera, i film a distacco facile e gli imballaggi vegetali.

Tanti i temi e le tendenze sotto i riflettori. Le nuove forme di energie stanno conquistando terreno rapidamente e l’abbondanza di soluzioni che utilizzano POM, POE, PA e altri materiali per fotovoltaico, eolico, idrogeno e altre fonti di energia pulita ha attirato l’attenzione dei visitatori. I veicoli leggeri e intelligenti sono diventati la nuova tendenza dell’industria automobilistica, proposti attraverso le soluzioni tecnologiche per la produzione di batterie, connettori ad alta tensione, pile e pistole per la ricarica, cavi per la ricarica rapida e cabine intelligenti. Secondo le previsioni i materiali per la riduzione del rumore, non a spray, ritardanti di fiamma, a basso livello dielettrico, antibatterici e facili da pulire saranno ampiamente utilizzati nei settori elettrico ed elettronico.

Sempre più diffuso è risultato lo stampaggio a iniezione con

IMR, IML, IME e altri processi, mentre macchine a iniezione completamente elettriche e soluzioni per lo stampaggio a iniezione di lenti a parete spessa multistrato, robot collaborativi, linee di produzione per l’estrusione di tubi in PVC ad altissima velocità, soluzioni IoT, sistemi di stoccaggio, stampa 3D ecc. hanno messo in mostra la digitalizzazione quale tendenza dominante in atto nell’industria della plastica e della gomma. Materie plastiche e gomma stanno sempre più penetrando in settori applicativi come elettronica, auto, imballaggio, edilizia, medicale, sport e tempo libero, per migliorare la vita quotidiana. Anche gli eventi concomitanti organizzati durante la fiera hanno registrato un buon successo.

Chinaplas 2023 ha lanciato una vasta gamma di soluzioni innovative a sostegno di iniziative intelligenti, efficienti, economiche e a basse emissioni di carbonio, in linea con le richieste dell’industria, tra cui, ma non solo, aumento della produttività, miglioramento della qualità dei prodotti e riduzione dei costi. La fiera cinese si tiene a Shenzhen negli anni dispari e a Shanghai in quelli pari e la prossima edizione è in programma al National Exhibition and Convention Center di Shanghai dal 23 al 26 aprile 2024.

“I risultati della fiera hanno superato le aspettative in termini di popolarità, livello di innovazione, numero e qualità dei visitatori. Tra i circa 250.000 visitatori molti sono stati quelli stranieri che per tre anni non avevano potuto partecipare alla fiera a causa delle restrizioni di viaggio”, ha commentato Ada Leung, direttore generale di Adsale Exhibition Services, organizzatore di Chinaplas.

76 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | RUBRICHE & VARIE NEWS

Tre giorni tra innovazione tecnologica e transizione energetica

La ventunesima edizione di Mecspe, che si è svolta dal 29 al 31 marzo quest’anno per la prima volta a BolognaFiere, si è chiusa con 59.845 visitatori, pari a un incremento del 52% rispetto alla precedente edizione del 2022. L’evento, che ha coinvolto non solo le aziende italiane bensì anche quelle internazionali, con la presenza di nove delegazioni di visitatori da Paesi esteri (Algeria, Egitto, Germania, India, Marocco, Polonia, Svizzera, Tunisia, Turchia), ha ospitato il primo summit italo-tedesco sui temi del reshoring e delle nuove forme di mobilità. La fiera tornerà a BolognaFiere dal 6 all’8 marzo 2024, facendo però prima tappa alla Fiera del Levante di Bari dal 23 al 25 novembre 2023. Mecspe 2023 ha chiamato a raccolta 2.034 espositori e 20 iniziative speciali e si è aperta con un evento inaugurale alla presenza, tra gli altri, di Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria per le Filiere e le Medie Imprese. È stata un’occasione per presentare i dati dell’Osservatorio Mecspe, che ha certificato l’eccellente stato di salute della filiera: quasi otto imprese su dieci hanno chiuso l’ultimo quadrimestre del 2022 con un fatturato in crescita o stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a cui si aggiunge l’elevato livello di soddisfazione relativo all’andamento della propria azienda (positivo per il 68% del campione). Inoltre, metà delle imprese ritiene di possedere le competenze necessarie per la trasformazione 4.0. Una sfida importante, che, secondo le proiezioni, contribuirà all’assunzione di 385.330 nuovi addetti. Formazione, innovazione e sostenibilità sono stati gli elementi

focali delle aree espositive e dimostrative di Mecspe 2023. Proprio all’impatto sui sistemi produttivi delle nuove scelte di mobilità sostenibili è stato dedicato il cuore della mostra, un’area espositiva di 2.000 metri quadri intitolata “Transizione energetica e mobilità del futuro”, con un focus sulle filiere produttive di veicoli a propulsione elettrica, a idrogeno e a biocarburanti. Sempre in tema mobilità sostenibile, Mecspe ha organizzato il forum internazionale “2035 e la filiera automotive: cambiare il modello produttivo per rispondere ad una trasformazione tecnologica”. Nei tre giorni di fiera, inoltre, si è tenuto per la prima volta “Elettronica Italia”, salone con due focus dedicati all’elettronica nella mobilità sostenibile e ai semiconduttori, con un importante potenziale di crescita per il futuro.

Mecspe 2023 ha consolidato la sua valenza di interesse internazionale e ha consegnato un alto livello qualitativo per discutere, conoscere e rappresentare l’evoluzione innovativa del sistema manifatturiero del nostro Paese; prima di tornare a Bologna nel 2024, a novembre 2023 la mostra sarà a Bari con l’obiettivo di coinvolgere attivamente le eccellenze del Centro-Sud Italia, che danno un importante contributo alle sfide che l’industria deve affrontare.
77 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS

Oltre 1.200 espositori, 26 padiglioni, 40.200 visitatori professionali, 7.100 business meeting, 80 prodotti e componenti esposti nei due Innovation Planets, 11 vincitori dei JEC Innovation Awards, 3 vincitori del concorso Startup Booster: questi i numeri che hanno reso soddisfatta l’organizzazione di JEC World 2023, per una manifestazione all’insegna di una visione dinamica e orientata al futuro.

A Parigi dal 25 al 27 aprile, JEC World è tornato a riconfermarsi evento di punta per l’industria globale dei compositi. I tre giorni di fiera hanno chiamato a raccolta oltre 40.200 visitatori professionali provenienti da più di 106 Paesi, che hanno potuto partecipato al programma di conferenze e prendere visione dei prodotti e delle tecnologie presentati da 1.200 espositori. La mostra ha proposto anche una nutrita rosa di startup, tra le oltre 150 selezionate ogni anno dall’organizzazione di JEC, che hanno contribuito ad avviare collaborazioni e sfruttare le opportunità di business.

Con oltre 600 lanci e annunci di prodotti durante i tre giorni di manifestazione, JEC World si è riconfermata la cornice ideale per introdurre novità nel mercato mondiale dei compositi. L’ampia selezione di attrezzature e macchine in funzione in fiera ha messo in luce i più recenti processi automatizzati e robotizzati per il settore, comprese le tecnologie di manifattura additiva su larga scala. L’evento, inoltre, è stato animato dal 25° anniversario dei JEC

Composites Innovation Awards, che hanno premiato 11 collaborazioni che riflettono l’impegno dell’industria nel fornire nuove soluzioni per tutti i settori di applicazione dei compositi, e dalla sesta edizione di JEC Composites Startup Booster, che ha premiato tre progetti dall’elevato potenziale di mercato.

Fiera di riferimento non soltanto per l’industria dei compositi, JEC World negli ultimi decenni si è affermata anche come manifestazione che permette ai visitatori provenienti da altri settori e da diversi ambiti applicativi di trarre ispirazione e scoprire opportunità che offrono tali materiali ai rispettivi campi di attività. Gli Innovation Planets JEC hanno proposto alcuni dei più recenti e innovativi modelli di veicoli, imbarcazioni, articoli industriali e di design realizzati grazie all’impiego dei compositi. Molti gli espositori che hanno contribuito da arricchire questa vetrina con i propri componenti: dalle auto volanti agli eVTOL fino alle auto sportive di alta gamma. I Villages dedicati all’interno della fiera hanno

inoltre rappresentato l’occasione per presentare le tendenze chiave del settore, come il Natural Fibres Village, che ha rispecchiato l’interesse per le materie prime a base biologica, o il 3D Printing Village, che ha evidenziato varie tecnologie di manifattura additiva. Il programma di conferenze di JEC World, ancora una volta, ha puntato i riflettori sul tema della sostenibilità all’interno della catena produttiva dei compositi. Ne è emerso il ruolo essenziale giocato dai materiali compositi nel ridurre le emissioni di CO 2 e il consumo energetico, grazie all’alleggerimento delle applicazioni, ma anche nel garantire prestazioni e durata nel tempo di queste ultime, grazie alle proprietà uniche dei compositi. Parallelamente al programma di conferenze, mostre e soluzioni presentate dagli espositori hanno dato prova del solido impegno dell’industria dei compositi nei confronti della sostenibilità.

Chiusi i battenti dell’edizione 2023, l’appuntamento è con JEC World 2024, che si svolgerà sempre a Parigi dal 5 al 7 marzo dell’anno prossimo.

Echi da Parigi
78 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | RUBRICHE & VARIE NEWS
I compositi sono dinamici e guardano al futuro

Interpack 2023

L’industria del packaging è tornata a Düsseldorf dopo sei anni

L’industria dell’imballaggio si è data appuntamento a Interpack 2023, andata in scena a Messe Düsseldorf dal 4 al 10 maggio e intitolata quest’anno “Welcome Home”, per sottolineare come, dopo sei anni dall’ultima edizione, le sue porte si siano riaperte ai visitatori provenienti da tutto il mondo, che, richiamati da 2.807 espositori, sono stati 143.000, due terzi dei quali esteri. Oltre a molti visitatori provenienti da Paesi europei, la provenienza più copiosa è stata registrata da India, Giappone e Stati Uniti. Oltre il 96% dei visitatori ha dichiarato di aver raggiunto i propri obiettivi prefissati per la fiera, così come soddisfatti si sono dichiarati gli espositori, le cui aspettative fieristiche sono state in molti casi superate. “Con Interpack siamo finalmente riusciti a organizzare nuovamente uno degli eventi fieristici più importanti della Messe Düsseldorf. Il ritorno dell’evento ha avuto grande successo confermandone il ruolo di piattaforma globale per tutti gli operatori del settore dell’imballaggio e delle industrie utilizzatrici. I nostri obiettivi

sono stati ampiamente superati”, ha commentato Bernd Jablonowski, direttore esecutivo di Messe Düsseldorf.

“Desideriamo ringraziare l’ente fieristico Messe Düsseldorf per l’eccellente organizzazione. Al riguardo sono certo di parlare a nome di tutte le aziende. Interpack 2023 è un appuntamento imperdibile per fornitori e utilizzatori di imballaggio di tutto il mondo che consente di scambiare esperienze e concludere affari”, ha dichiarato Markus Rustler, presidente di interpack 2023.

Considerando gli attuali sviluppi del mercato, le enormi sfide da fronteggiare, ma anche le opportunità che ne derivano, l’edizione 2023 di Interpack 2023 può essere ritenuta una delle più importanti della sua storia. L’automazione dei processi, la promozione della sostenibilità e il cambiamento delle abitudini dei consumatori sono tutte espressioni della transizione in atto. Economia circolare, conservazione delle risorse, digitalizzazione e sicurezza dei prodotti sono i quattro temi caldi su cui si concentravano numerose

innovazioni tra quelle presentate. La sostenibilità, in tutte le sue declinazioni, ha rappresentato in assoluto il tema più importante di Interpack 2023. Gli espositori hanno presentato tecnologie di alto livello e concetti olistici che tengono conto dell’efficienza e della sostenibilità lungo l’intera catena di produzione. Tra le numerose soluzioni che sono state presentate in anteprima mondiale, oltre alle tecnologie, figuravano anche tanti materiali e applicazioni, ambiti, questi ultimi, in cui si sono contati oltre 1.000 espositori. La fiera ha offerto il palcoscenico anche a iniziative speciali in termini non prettamente di tecnologie, materiali e prodotti, quali l’area dedicata alle startup, lo spazio “Co-Packing”, “Save Food Highlight Route”, con nuovi concetti di imballaggio pensati contro lo spreco alimentare a livello globale e “Women in Packaging” per promuovere la parità di genere nell’industria dell’imballaggio, dove circa 200 donne operanti nel settore provenienti da tutto il mondo si sono scambiate idee e hanno fatto rete.

79 n. 395 - Giugno/Luglio 2023 | MACPLAS
Con il titolo “Welcome Home” Interpack 2023 è tornata ad accogliere l’industria dell’imballaggio mondiale a Düsseldorf dopo sei anni.

CORSI OPERATIONAL EXCELLENCE

Cesap e MIP - Graduate School of Business (la prestigiosa School of Management del Politecnico di Milano) hanno siglato un accordo strategico per l’erogazione, presso il Plastics Smart Hub 4.0 di Monza, di corsi teorici e pratici sulle principali metodologie dell’Operational Excellence, con specifico focus sulle tecnologie e sulle tematiche del mondo di plastica e gomma.

World Class Manufacturing Design of Experiments (DOE)

30 maggio 2023

La programmazione della produzione

12-13-19-20 giugno 2023 (h 09-13)

I principali strumenti di problem solving

15 giugno 2023

Il processo di acquisto e il benchmarking dei fornitori

03-04-10-11 luglio 2023 (h 09-13)

Il product costing e la contabilità industriale

17-18-24-25 luglio 2023 (h 09-13)

FMEA (Failure Mode and Effect Analysis)

11 settembre 2023

Lean Six Sigma (Yellow Belt, Green Belt e Black Belt) Cesap ha ottenuto il riconoscimento “Accredited Training Organization” (ATO, ovvero organizzazione accreditata per la formazione), per l’erogazione di corsi di formazione volti alla certificazione Lean Six Sigma, da parte dell’International Association For Six Sigma Certification (IASSC), il più importante organismo mondiale di parte terza (totalmente indipendente) nel campo di formazione e certificazione competenze sulle metodologie Lean Six Sigma.

Lean Six Sigma - Yellow Belt

Lean Six Sigma - Green Belt

Lean Six Sigma - Black Belt

CORSI CESAP

SEGNALIAMO DI SEGUITO GLI APPUNTAMENTI FORMATIVI EROGATI DA CESAP, IN AULA E VIA WEBINAR, CHE SI SVOLGERANNO NEI PROSSIMI MESI

Materiali

Corso base sui polimeri

13 luglio 2023

Corso approfondito sui polimeri

13-14 luglio 2023

La colorazione dei polimeri

20 luglio 2023

Stampaggio termoplastici

Stampaggio a iniezione - Corso base

28-29 giugno 2023

Stampaggio a iniezione - Corso approfondito

11-12-13 luglio 2023

Stampaggio a iniezione - Simulazione CAE

04-11 ottobre 2023 (h 09-13)

Altre tecnologie

Estrusione di materiali polimerici: analisi e simulazione software

21-28 luglio 2023 (h 09-12:30)

Estrusione di materiali polimerici: processo e analisi delle criticità

30 luglio e 07-17 luglio 2023 (h 09-12:30)

Termoformatura: processo e analisi delle criticità

20-27 settembre 2023 (h 09-12:30)

NOTA:

Attrezzature - Progettazione

Stampi per iniezione - Corso base

11-12 luglio 2023:

Testing e regulatory

Materiali a contatto con gli alimenti (MOCA)

26-27 giugno 2023 (h 09-13)

Prove fisico-meccaniche e analisi identificative: elementi indispensabili per la caratterizzazione dei materiali plastici

17 luglio 2023

Sostenibilità e assicurazione qualità

Materie plastiche riciclate: come impiegarle correttamente

24 luglio 2023

Riciclo e recupero di rifiuti in plastica e sottoprodotti di materie plastiche

07 luglio 2023

Difetti di stampaggio: come evitarli agendo sui parametri macchina

14 giugno 2023

CESAP c/o IIP (ISTITUTO ITALIANO DEI PLASTICI)

Via Velleia, 4 - 20900 Monza (MB)

Tel.: +39 039 2045700 - Fax: +39 039 2045784

E-mail: info@cesap.com

www.cesap.com - www.iip.it

80 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | RUBRICHE & VARIE
Il calendario corsi potrebbe subire variazioni e/o essere ampliato. Vi invitiamo a visitare il sito web Cesap alle sezioni “Materiali e Tecnologie”, “Operational Excellence” ed “Energy Excellence” per tutti gli aggiornamenti sulla programmazione, e per i webinar gratuiti

IN QUESTO NUMERO SI PARLA DI:

AZIENDA/ASSOCIAZIONE/ENTE PAGINA ACIMAC 15 AMAPLAST 10; 15; 18; 30 ASSOGOMMA 67-74 BANDERA 47 BAUSANO 34 CERISIE 70 CESAP 80 CHINAPLAS 76 CMG spa 52 COLINES 53 COVESTRO 65 DOTECO 36 ECOPNEUS 29 ENEA 28 EUMEPS 17 ETTLINGER 55 FILTEC 57 GIFLEX 22 GNEUSS 56 IGUS 57 IMG 38 IMPERIAL COLLEGE 47 INTERPACK 79 ISTITUTO ITALIANO DEGLI IMBALLAGGI 62 JEC WORLD 78 KRAUSSMAFFEI 51 MAAG GROUP 55 MECSPE 77 NESTE 58 NOVAMONT 16 OERLIKON HRSFLOW 49 PERSICO 16 PIOVAN 36 PLASTICSEUROPE ITALIA 17 RADICIGROUP 60 RODOLFO COMERIO 41 SABIC 65 SACMI 51 SBS 81 SIKORA 44 STEFANO BOMBARDIERI 38 TECNOMATIC 32 TOTALE ENERGIES 53 TRIA 52 UCIMA 13 UCIMU 13 UNICREDIT 15 UNILOY 54 UNION 53 UNIVERSITÀ DI BRESCIA 28 UNIVERSITÀ DI CATANIA 47 VERSALIS 16 THE webmagazine DEVOTED TO THE SUSTAINABLE PACKAGING INDUSTRY packagingspeaksgreen.com Via Benigno Crespi, 30/2 20159 Milano Tel. 02 69007733 info@packmedia.net - www.packmedia.net Powered by: 82 MACPLAS | Giugno/Luglio 2023 - n. 395 | RUBRICHE & VARIE
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Promuovere la sicurezza stradale in vista delle partenze estive

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robotico con funzioni cobot

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ZMS

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