UN MEDICO OLTRE IL FRONTE

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Un medico oltre il fronte

IL DIARIO 01 DINO G IA NOTT I UFFICIALE MEDICO PRIGION IERO DEGLI AUSTRIACI (1917-1918) a cura di Ubaldo Morozzi con introduzione di Franco Cardini VY sarnus

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Dino Giannotti in divisa da Maggiore medico

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ISBN 978-88 -563 -0239 -4

COMUNE D
COMUNE DI
COMUNE
I MONTEPU LCIANO
PORDENONE
DT SAN DA1 IELE DEL Fruuu

Prefa z ion e

C'è una storia poco no ta, nell'epopea della Grande Guerra. È quella dei medici militari italiani prigionieri che prestarono servizio nei territori invasi dagli austriaci dopo Caporetto. Le fonti su questo argomento sono, purtroppo, assai scarse. Moltissimi documenti austriaci sono a ndati perduti nella battaglia di Vit torio Veneto e nella conseguen te precipitosa ritirata, mentre pressoché nulle sono le fonti italiane, visto che si trattava di territori occupati dal nemico. Un'eccezione straordinaria è rappresentata dal diario, correda to da documenti, fotografie e dati, scr itt o dall'allora tenente medico Dino Giannotti.

Il diario si presenta come un documento dattiloscritto, in volume wùco di dimensioni 290x310x35 mm, rilegato, con datazione espressa 1917-1918, in buono stato di conservazione. Di qu esto documento è stata fatta una trascrizione diplomatica, rispettando il più possibile il te sto originale, anche nell'uso delle maiuscole, s pesso liberamente usate dal Giannotti per e n fatizzare un nome co mun e, un grado militare, una parentela o un even to specifico. La precisione e l'accuratezza del testo non ha1mo richiesto che minimi interventi di normalizzazione. Sono invece stati aggiunti numerosi capoversi per aumentare la facilità e la scorrevolezza della lettura.

Il presente lavoro, tuttavia, non è basato esclusivamente su questa fonte sc ritta. Infatti, insieme al diario l'autore ha conse rvato una serie di straordinari oggetti, fotografie, giornali, l e ttere e documenti di va rio genere. Attraverso lo studio di questo materiale, co ll ezio nato con il preciso scopo di esser tramandato, si intuisce chiaramente che il Gia1motti, medico ed uomo di alto profilo culturale, aveva la consapevolezza di sta r vivendo un momento storico unico e "memorabile". Tramite l'analisi combinata del diario e delle altre fonti si può tentare una ricostruzione a tutto tondo delle vicende di cui l'Autore è protagonis ta.

Per questo è s tato sce lto di inserire in nota le lettere ind irizza te al Giannotti nel momento in cui queste furono effettivamente ricevute. Questa ap p aren te diacronia, oltre che ri spetta r e l'esperienza dell'autore, aiuta a comp rendere il

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di agio vissu to dai prigionieri e dalle loro famiglie che, per la lentezza e l'incertezza de ll e comunicazioni, vivevano in costante apprensione per la mancanza di notizie sufficientemente aggiornate .

Le fotografie consentono di vedere ciò che l'autore vedeva, ricreando un'esperienza storica unica. Inoltre le immagini permettono di avere un accesso privilegiato ad una memoria oramai quasi dimenticata, cioè quella dei campi di concentramento della prima g uerr a mondia le . Qu est i erano assai simi li a quelli più tristemente noti del se condo conflitto, sia nella denominazione - l'autore utilizza correntemente il termine "lager" - che nell 'as petto. È anche interessan t e nota re una coincidenza geografica fra i cam pi di prigionia militare e quelli successi v i, che talvolta furono collocati nel medesimo luogo. Un esempio fra tutti è quello di Mauthausen, sede di un campo di prigionia fra il 1914 ed il 1918 e divenuto poi terribilmente noto nel secondo conflitto mondiale.

li diari o di Dino Giannetti, inoltre, non è soltanto una cronaca giornaliera di avvenimenti stilata per esigenza personale, ma contiene numero se riflessioni di carattere medico, militare, sociale e politico. Moltissimi sono i riferimenti ad opere letterarie latine, italiane ed europee; numerosi altresì i riferimenti musicali - sia classici che moderni - e ad opere teatrali, grazie ai quali è possibile ricostruire un quadro strao rdin a riamente fedele del contesto culturale delle classi abbienti dei primi anni del ovecento.

L'autore adotta un linguaggio elevato ma, nonostante la gra nd e atte nzione d escrittiva, il diario non è un'opera di stile, e conserva una notevole freschezza e vivacità. li Giannetti osserva gli avvenimenti con uno sguardo ironico che rie sce a trovare sp w1ti di divertimento, l'immancabile nota comica, anche nelle situazioni più tragiche. on solo . L'autore, ben lontano dal descriversi come un eroe, affida alla cart a i numerosi momenti di debolezza, di paura e di sconforto per l a propri a situazione di prigioniero, per la lontananza dalla famiglia e per i pericoli a cui era continuamente esposto. Que to rende la sua testimonianza anco r più attendib ile ed il suo diario un'opera comp leta, coinvo lgente ed appassionante.

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U.M.

Di solito l'espressione "l' h o letto tu tt o d'un fiato" è retorica, compiacente e convenzionale : comungue insincera. Difa tti io, che di soli to non la uso, non me ne servirò nemmeno stavo lta. Al contrario: quel dattilo scritto d i 170 pagine e vari ettogrammi di peso - con la prospettiva di doverselo portare alcuni giorn i in borsa, ché queste l ett ure si fanno di solito in viaggio - mi ha fatto l ' effe tt o, alcune settimane fa, di una specie di tegola s ull a testa, anche perché pioveva in un moment o per m e d ensissimo d'impegni e di la v oro arretrato da consegnare. Come gli autori e gli edi t ori ben sanno, di solito il "Personaggio" (?!) a v vicinato e ri ch ies to di una Prefazione, o Introdu z ion e, o In v ito alla lettura se la cava protestandosi sovraobera t o, proponendo date d i consegna in un futuro lontano e nebuloso, oppure sparando una richies ta di cachet a tre zeri. In genere, il terzo espediente-deterrente si rivela effica ce . D'altronde, l'argomento del lavoro s embrava invitante - come può un professore di storia appena degno di tale q u al ifica non sen tirsi invoglia to d in anzi a un inedito diario d i g u erra e d i pr igionia? - ; chi me lo proponeva è serio e garbato nonché in rap p orti con un a delle tre o qua tt ro persone a l mondo alle quali non posso dire di no; e l'editore dispos to a pubbl icarlo è un amico. Infine, il fat to è che, come di sé d ic e il Don Giov anni di Mozar t, "io son per mia disgrazia uom d i buon cuore" .

Il che non toglie tuttavia che, appena ricevuto il plic o e scorsene le pr ime righe, mi sia se ntito "pe ttinato contropelo". Un Diario di prig io nia della prima guerra mondiale che reca come sot totito lo Hic sunt barbari et italica fortitudo e che fa presagire delle tirate contro il "secola re nemico" e magari qualche lode a "Sua Maestà il Re'' (ne l senso del tri s to Vittor io Emanu ele III) sembra scrit to apposta p er far perdere le s taffe a un devoto del principe di Metternich e del maresciallo Rade t zky quale io mi vanto di essere, a uno che non lascia mai passare un anno senza una devota visita alla Kapu z in erg ruft di Vienna dove dorme il suo imperatore Francesco Giuseppe. Insomma, uno che andrebbe del tutt o d'accordo co l do t tor Rubino, tenente medico dell'imperia lr egio esercito austroungarico, ch e - come impare r anno i lettori - è tanto disprezzato dall' Au-

Introduzion e
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tore quanto ammirato e onorato da me (a parte qualche sua debolezza dell'ultim'ora, che lo costrinse a fingersi quasi irredentista ma a guanto sembra seppe redimersi ) .

Spero, con questa storia del tenente Rubino, di avervi messi in curiosità . Aggi ungerò che, se scartabellando il manoscritto avessi notato che l'Autore definisce "pavido sovrano" il santo imperatore Carlo d'Asburgo, avrei respinto con disgusto il plico al mittente. E avrei fatto male; e sarebbe stato (almeno per me) un pe cca to. Dal momento che, come dice Baudelaire, soltanto i superficiali non giudicano alla prima impressione. E a me, nonostante i suoi sottotitoli, il dottor Dino Gianno t ti era rimasto immediatamente, incomprensibilmente simpatico.

Certo, ci avevo notato un a visione del mondo degna della "Maestrina dalla Penna Rossa" dell'insopportabile Cuore deamicisiano. Il tenente dottor Dino Giannotti - classe 1889, laure ato venticinquenne in medicina nel l uglio 1914, a due passi dall'inizio della guerra - toscano di buon a famiglia, condiv ide va tutte le caratteristiche, i modi di pensare e i pregiudizi delle classi medie italiane del suo tempo. Buon patriota senza soverchi entusiasmi ma consapevole del suo dov ere, cattolico abbastanza conformista e forse interiormente agn ostico, ben attento al suo "particulare" (fin dalle prime pagine lo scopr iamo preoccupatissimo per la sua ca rri era di medico militare, con relativ e faccende di avanzamenti di grado e di destinazioni) ma al tempo s tesso disponibile con gli altri e generoso nell'esercizio della sua professione. Insomma, una "persona per bene 11 : e Dio sa se le "persone per bene" possono risultar odiose. Il tenen te dottor Giannotti apparteneva sia pur con un certo equilibrio alla razza di quelli che una canzone del fronte di quegli anni avrebbe clùamato "maledetti s ignori ufficiali - che la g uerra l'avete voluta - massacratori di carne vendu ta - e rovina della gioventù". È comprensibile che, in quella fine novembre del '17 nella quale egli fu preso prigioniero sulla linea d el Carso, nel corso di un terribile combattimento, egli s'indignasse e si desolasse udendo l e grida di "Viva gli austriaci!" proveni en ti da una vicina trinc ea italiana. Erano grida di disperazione e di sollievo: la prospettiva della prigionia nelle mani di un nemico avanzante e vittorioso non poteva non sorridere a tanti disgraziati che s'eran visti gettare a forza in quell'inferno senza nemmeno capirne - non diciamo condividerne - le pur pretestuose ragioni e che pensava no (a torto) che per loro la guerra finiva quel giorno. Ma il tenente Giannotti, convinto che quello fosse un conflitto "legittimo e necessario", inorridiva dinan z i a quelle invocazioni che gli parevano soltanto vili; così come riteneva - e lo diceva apertamente - che la disfatta del ' 17 non fosse da attribuire tanto ai "disgraziati" che avevano "gettato il fucile , illudendosi di aver salva la v i ta e che la gue rra sa rebbe ben presto cessata", quanto ''a quegli esseri immondi dei socia listi che in patria pugn alavano alla schiena, facendo propaganda di d isfattismo p erf ino

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in Parlamento"; giudicava "sacrileghi" i discorsi di Cl a udio Treves e "sporcaccioni" i s uoi compagni; e restava impietrito leggendo durante la prigionia i gio rnali soc ia listi h·iestini, s tam p a ti ovviamente in italiano, nei qu a li si lod ava l'impera t ore e si auspicava il trionfo d ell'esercito imperia lregio, secondo scelte che com'è n oto avevano caratterizzato il socialismo a u str iaco e tedesco, in ciò dist in g uendolo (con tutt e le deroghe del caso) da quello francese, italiano e russo . Ed ecco sca turir e dalla penna del t e n e nt e dottor G iannotti~n c h e la bal enan t e parola, " panciafichis ti ", cos ì gravida di futur o nazionali s ta e futuri s ta, già così presaga di un domani ricco di sviluppi politici ...

Questo il quadro concet tual e nel quale l'Autore si muove , tra frequent i rem ini sc enze classiche e risorgimentali e inevi tabili s uggestioni dannunziane - la pagina dedicata al " v olo su Vienna" è da manual e, accompagnandoci in un ca mmino che in qualche modo ricorda la tragedia greca: dal tri ste, lacrimevole inizio, a ll a fine che comporta il raggiungimen to a ttraverso la sofferenza della purificazione spirituale, la ca tarsi. E l'atto fina le, liberatorio, la prova della riacguisita se reni t à e del bisogno di comprovarla a se s tesso e agli altri s ta proprio q ui , in ques t o racconto avvi a to - è l' A utore stesso a dirc elo - il 17 n o vembre 1917, "scritto a ve ntotto anni, non ricordo quando datt ilografato" e quindi-per caso, a quanto se mbra, " rinvenuto . .. nel fondo di una casse tta milita re, a sessant'anni": il che ci conduce più o meno al 1955. Che cosa a cca dde al lora all'ormai anziano m e dico, ril eggendo quelle parole a dis tanza di oltre quarant 'anni, quei quaran t'anni? È lui s tesso a dircelo:

"Dop o gli inauditi orrori della seconda guerra mondial e, le infamie senza pari di feroci e dis umani bellig eranti nei t erritori invasi, nei campi di concentramento e di sterminio, il rileggere questo di ario mi fa sorridere e dolorosamente pensare!

Le brutalità di allora verso militari e c ivili null a so no a confronto dei misfatti e de lle carneficine recentemente compiute dal furore teutoni co e da quello s lavo!".

Oggi, a quasi al tri sessant'anni dal momento nel quale il dottor Giannotti ve rgava queste m es te, indi g nate paro le, v ien mes tament e da so rridere al legge rle. Ma for se nemmeno più con indignazione. Ci è v enuta meno perfino la forza d 'i ndignarci. Giannotti, come ri c hiama ripetutam e nte ne l s uo scri tto, mostra di cr e dere alla lettera alle infam i calunnie allora s pars e a piene mani dalla propaganda dell'Intesa a proposi to delle v iolen ze perpetrate dai tede sc hi n e l Belgio invaso. V'era, allora , una diffusa reto ri ca s ulla " barbarie teutonica", avv i a ta dalla letteratur a re vanscis t a francese dopo la guerra franco-prussi.ana del '70. V'era il Leitmotiv "di G ugli elmo il mentecatto" , della nazione tedesca g uidata da un folle ... Si tratta va in parte di esagerazioni, in p a rte di vere e proprie truci invenzioni. Ma non si deve m ai evocare il diavolo: c'è il ri sc hio che appaia: e quell o che non era accaduto tra '14 e ' 18 accadde, pegg iora t o, fra '39

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Eppure abbiamo oggi tristemente co nstata to che al peggio non c'è mai fondo.

Il fatto è tuttavi a che l'imm ane trag e dia dell'imbarbarimento e dell a cresci t a esponenziale d e ll a v iolenza - accompagnata d ai refrnins dei diritti dell'uomo, della co n cordia tra i popoli , della tolleranza religiosa, d ei diritti um ani ... - si affacci ò con deci s ione proprio allora, nelle carneficine senza nome e senza ragion e della prima guerra mondial e Certo, ve n ' erano s tate avvi sag lie. Firmando per do ve re d ' ufficio, in quanto - come diceva lui" primo funzionari o dell 'i mpero" , l'ultimntum del ' 14 all a Serbia, il vecchio imperatore Francesco Giuseppe avrebb e avuto parole aspre e desolate co ntro quei giovani politici e militari che volevano la guerra perché (dulce be/111111 inexpertis) non la co noscevano : lui sì che l' avev a vista, nell 'orrore se n za n o me del cam po di b a ttaglia di Solferino. E il pe gg io doveva ancora venire.

Tutt o c iò potrebbe anche bastare, co me "invito a lla lettura". Ma forse qualche al tra osservazione non g uasterà.

Un a ola, is pirata alla cautela critica, a n zi tutto . Siamo da vve ro, e fino a che punt o, dinanzi a un diario " autentico"? Giannotti d ice di averne intrapreso la s te sura a guerra fini t a, cio è quando ve nn e preso prigioniero, e non c'è motiv o per n on credergli. Quello di cui non c'inform a è la gene s i dello sc ritto . D a quando c i pensava? Quali e quante "memorie", quali e quanti appunti aveva raccolto , e in che modo? I suo i sentimenti, a ll a descri z ione dei quali egli soven te indulge, e rano da vve ro tutti e fino in fondo quelli dettati d al momento o ppure quelli is pirati a posteriori dal decorso di eventi ult e riori , dal ricordo, dalla nostalgia, magari da qualche rimpianto e perfino da qualche rimorso?

Sì: perché qu es to lungo racco nto di g uerra e di prigi o nia racchiude, nell'anno c he attraversa - l 'ultimo della guerra - il resoconto d ' una din a mica spirituale , d'una his t oire de /'am e. Ben dec iso a pro seg uire la g uerra com e prigioniero, pur nell'ambito um an itario della sua profe ss ione, G ian.no tti s i trova per tempo dinanzi al problema di tutti i prigionieri di guerra dotati di una certa qualifi cazione: fin o a che punto, C onvenz ioni di Ginevra a p ar te, un a qualche condivis ione dei problemi del nem ico è legi ttim a, e da che punto in poi diventa collabora zi onismo ? Fin dov e è lecito sp ingere la "simpatia" e la "comprensione" per chi ve te un ' uniforme di ver s a dalla tu a e perse g ue uno scopo o pp os to al tuo?

Certo, legge nd o le vicis s itudini del prigioniero Giannotti tra Austri a e Friuli, e avendo presente quel ch'è poi a cca duto tra Auschwitz, Kolima e Guantanamo , ve n ' è pro prio dond e per abbandonar si a lla /audntio temporis ncti; e per lamentarsi di quanto rapida mente e re pentinamente le condizioni d e l present e abbiano abbandonato quella "misura d ' uomo" c he restava se mpre viva nel pur crudele passato. Qui s i assi s te alla v ita quotidiana di w1 prigioniero che lotta con la fame, le ri s trettezze del guardaro ba, l ' infes ta z ione di topi e di parassiti,

e ' 45.
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le prepotenze d ei ca rcer ier i. Gia nn otti s'indigna, e n e ha tu t te le ragioni, p erché i pacchi che gli arrivano dall'Italia mo s trano evidenti segni di effrazione, e dal loro interno mancano tabacco e cioccolata : avessero potu to i n dig n a rs i allo s tesso modo non dico i poveri deportati di Auschwitz, ma anche gli s tessi militari "rego larm en te" prigionieri di guerra in Germania, in Russia , in India dove li aveva ammassati Sua Mae s tà Britannica! Qui, in un paesaggio austriaco o friulano ancora quasi inta t to e pacifico, salvi gli ultimi momenti, i prigionieri si vedono servire pasti q u as i decenti (dei qua l i si lamentano), passeggiano tranqu illi con le loro scorte, allacciano amicizie con i locali. C'è poco da mangiare: ma tut ta l'Au stria è in quelle condizioni, e per nutrire i suoi prigionieri si toglie lettera l mente il suo poco pane nero di bocca (diversa la condizione degli ung heresi, t ra i qua li spun tano talvol ta perfino dolci e liquori: e Gidotti ne approfi tta) . E la gente da curare - italiana, austriaca, unghere se, russa, militare o civile che sia - ha paura e soffre e spera e muo re allo stesso modo .

Così, quando un anno dopo il tenente medico rivive, rifle sse nel nemico che ormai fugge e si arrende, le paure, lo scoramento e le umiliazio n i sue e dei suoi di un anno prima, non riesce a con tenere un sentimen to forte e profondo di pietà e di solidarietà. Insomma, tanto per parafrasare De André, l e divise possono essere anche di un a ltro co lore : ma l'umore è lo s tesso, identico. E p o i ci sono anche le loro s peranz e, a loro volta "irredentiste" : come quella dell ' ufficiale sloveno che dopo aver fe delmente servi to l'impero auspica ora la n ascita di una nuova patria, veramente "s ua", la Jugo s lavia.

Intan to, dinanzi a i s u oi occhi di prigioniero che è tutta v ia avido d'informarsi, scorre la gra nde s to ri a : i bo lscevichi, la Rivo l uzione d'ottobre, l'assassi nio de ll a fam iglia imperiale russa, la rivoluzione k ema l is ta turca (i "soldati di Maometto" appena in t ra v isti), l'epidemia di spagnola . Anc he in c iò, questa fonte è preziosa per il s u o carat tere d i " presa diretta": e le riserve det ta te dalle prudenziali ques tioni di metodo storico non possono che esse re mo l to rela tive .

Al di là di ciò, la sco perta forse s toricamente m e no rile va nte - m a inattesa e graditissima sotto il profilo umano - è qu e lla di Dino Giaiu1o t ti. A nche lì, ci si può ch iedere: a che cosa ci s i trova davanti? Autobiografismo? Civetteria letteraria?

Non so quanto sia r il evante azzardare una risposta a que sto tipo di domande . Da part e mia, non lo è. Nella tragedia rievocata da un vento t tenne ch e a ppartiene a una di quelle genera z ioni condannate a por tar t roppo a lungo l'uniforme mili tare, nelle vicende rivi ss ute e fatalmente rivis i tate da un sessantenne che ormai ha v isto di tut to, pr ende pos to anche un v issu t o persona le che s i co lora di sensaz ioni e di se ntiment i. Il dottor Giannetti è se nza dubbio un onest' u omo, fedele all ' amicizia, come quella a l suo camerata napoleta n o Campagna dal prorompen te tu rpi loquio parte nopeo; ma anche u n bon v ivant e a

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suo dire un discreto tombeur de femmes. Ci scopriamo così un po' voyeuristicamen te in teressa t i a l suo epistolario amoroso; alla memoria innamorata di qu e lla Cecilia bresciana ch'egli aveva classicamente rib at tez zato Mete lla (dall a Cecilia Me tella consorte di Crasso, della qual e s i celebrava la sovrumana bellezza e ch'è sepolta nel grande mausoleo d e ll'Appi a Antica) e il possibile romanzo d'amore c he sa rebbe sta to troncato dall'epidemia di s pa g nola; alla sp iglia ta insin u ante silhouette de ll a giovaniss ima Lusieta alla q ua l e l'Au toreche ama sfogg iare la s u a peri zia dialettale -i rivolge talvo lta in veneto; e soprattutto alla si lenziosa devozione della fr i ulana Micaela, che ce rt o lo a m ava e ch'egli no n s i sentiva di ricambiare salvo poi forse penti rsi di quel suo riserbo che l'aveva fatta soffrire. E a Micaela appunto è dedicata la pagina forse più intensa sotto il profi lo sentimentale di tutto il Diario : un for tu ito incontro, "vent'anni dop o" (la fatidica mi s ura cronol ogic a dumasian a), con un'eterea ingioiellata signora accompagnata dai figli, e un rapido su ss urrare " mi asp e tt i", e le conf idenze di una "malmari tata" a un grossolano imprendi tore dì quelli che avevano fatto i soldi vend endo all'esercito m e rce scadente (u n " pescecan e", seco ndo il lessico socialista e anche fasci s ta dell ' i mmedia to d opogue rra). È una scena di Amarcord, una di quelle che Giannetti - discreto appass i ona to di musica - riviv e ogni volta che gli cap ita di ascoltare Come pioveva o Una signora di trent'anni fa . Non sappia m o se la Micaela del postumo incontro si a "rea le" o "immaginaria": m a, se no n è ve ra, è ben trovata. E spesso comunque tlie dreams that we dare to dream (come cantava Judy Garl and nel Ma go di Oz) son o p i ù forti de lla realt à.

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Franco Cardi11i

Biografia di Dino Giannotti

Dino Giannotti, figlio di Ben venu t o Giannotti ed Agnese Batignani, nacque a Monteptùciano il 14 gennaio 1889. Il padre, originario di Firenze, s i trasferì in quella loca lità dopo aver vin t o un concorso per "una condotta medico -chirurgica"1 bandita dal comune p o li ziano il 20 agosto 1884. Lì conobbe ed in seg uito sposò Agnese Bati gnani e da quella union e nacquero cinq u e fig .li.

Dino, il primogenito, trascorse la sua giovinezza a Montep ulc iano, dedicandosi con profitto agli stu di classici e con tribuendo allo sviluppo dell'attivi tà sportiva del paese. Fu proprio Dino Giannotti, infatti, ad introdurre il gioco d e l calcio a Montepulciano e a fondare, nel 1910, la prima squadra della città, il "Club Sport Montep ulciano" . La sua attività agonistica fu alquanto modesta visto che, per sua stessa ammiss ione "il pallone non ebbe mai l'onore di un mio calcio'' 2 Tuttavia svolse incarichl amministra tivi e fu per diversi anni presidente d e ll 'associazione.

Finito il liceo s i trasferì a Siena per studiare medicina e si laureò il 6 Luglio 1914. Venne richiamato per il serviz io di le va il 1 Ottobr e 1914 con il grado di so ttotenente 3 ed inviato alla Scuola di Sanità Militare per frequentare il corso t eorico - pratico di medicina militare. Terminata la sua preparazione venne dapprima assegnato al 77° Reggimento fan t eria - successivamente noto come il glorioso reggimento dei Lupi di Toscana - per poi essere trasferito in zona di guerra, proprio il 24 Maggio del 19154, all'83 ° Reggimento Fanteria "Venezi a" .

1 Carte Giannotti, FCJ, Co mun e d i Montepulciano, bando di concorso 20 agosto 1884.

2 CG, FCl, D iario di prigionia, p. 63

3 Dal s u o s tato d i servizio r isulta infa tti la n om ina a sotto tenen te prima dell'ammissione al corso teorico-pratico di medicina genera le.

4 Tutti i maschi della famiglia Giannotti furono sotto le armi durante il conflitto. I fratelli Riccardo e Rogcro, come tenenti d'ar tiglieria, mentre iI terzo fratello Adolfo, nato nel 1898, si arruol ò volontario negli Arditi Quest'ultimo ri cevette una medaglia di b ronzo al valor militare con la segu e n te motivazione: "Offer tos i di comandare una pattuglia incaricata di riconoscere le forze nemiche e di fare prigion ieri al di là del Piave compiva arditamente il suo ardimentoso mandato e tornava con w1 prigionie ro. Case di Gonfo (Piave) 28 giugno 19 18". Il padre invece fu ugualmente sotto le armi col grado di magg iore come d irett ore degli ospedali militari di A rezzo.

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1917 venne assegnato in forza al 3° Battaglione del 70° Reggimento Fanteria, Brigata Ancona, fino a che non fu catturato il 26 Ottobre 1917, durante i fatti di Caporet to 5 Venne quindi inviato al lager di Sigmundsherberg (Austria), dove fu impiegato, come medico per i prigionieri italiani, all'ospedale del campo di concen tr amen to , e lì rimase fino al 15 marzo 1918 . Fu quindi trasferito dalle autorità austriache nel territorio italiano occupato, prima a S. Daniele del Friul i e poi a Pordenone, per svolgere la sua professione a favore della popolazione civ il e6. Restò prigioniero fino al 1 novembre 1918, quando la città venne liberata dall ' esercito italiano in avanzata dopo la battaglia di Vittorio Veneto.

Dino Giannetti, dopo la fine della Guerra Mondiale, decise di proseguire la s u a carriera in seno all'esercito e v enne no minato capi t ano 1'8 febbraio 1920 in servizio presso l 'ospedale militare di Firenze In questo s t esso periodo, per una curiosa coincidenza, conobbe a Firenz e Enrichetta Chiaradia, figlia di un possi dente friulano di Caneva, una località occupata da gli austriaci dove aveva svolto la s ua attività di medico durante la prigionia. Dal loro ma trim onio nacquero tre figli, Renata (1921), Riccardo (1925) e Benvenuto (1934) .

Il Giannetti fu nominato ma ggiore il 18 febbraio 1932 e fu assegnato prima alla Scuola allievi ufficiali di complemen to di Lucc a e poi, l'anno successivo, venne trasferito all 'ospedale militare di Palermo. Il 31 dicembre 1939 fu nominato vicediretto re dell'ospedale militare di Udine e ricevette l'avan zamen to a te nen te colonnello il 16 giugno 1940. Il periodo fr itùano fu par ticol armen te sereno per il medic o poliziano, che era ben inserito nell 'ambiente cittadino grazie anche al carattere socievole della moglie. Tuttavia ques t a scomparve prematuramente n el 1942 a soli 46 anni. Questo avvenimento segnò profondamente il Gianne tti che ini ziò gradatamen te a distaccarsi dalla vita pubblica per occuparsi dei tre figli.

5 U fficio Sto ric o dello Stato Maggiore dell'Esercito, fog lio matrico lare di Dino Giannetti.

6 lnfatti, quando g li austriaci si assestarono s ull e sponde de l Piave avevano occupa to Lm'area piuttosto vas ta, ossia l'a ttuale FriuJ j e parte del Veneto settentrional e. L'iruziale entusiasmo del comando aus triaco per aver co nqu is tato una porzione sig nificativa di territorio nemico e soprattutto per essersi impadronito de ll e fe rtil i terre friulane -che potevano un p oco allentare la morsa della fame che oramai avvolgeva l' impero - s i smorzò presto ne ll e diffico ltà di dover ammin istrare w1a regione tanto ampia e di dover di conseguenza provvedere anche alle necessità della popolazione. Non era wl'incombenza da poco : il solo Friuli contava po co meno di ottocentomila ab itan ti che, fra le al tre cose, aveva n o bisogno di ass istenza sanitaria. Ne i primissimi mesi di occ upaz ione q u esto compito era sta t o affidato ai medici e agli infermje ri de lla Kranken, la sani tà militare dell'ese rcito austro - ungarico. Erano pe rò e m erse subi to alcune difficoltà: il personale non e ra s uffi cien te per occupa r si adeguatamente delle necessità de ll' esercito e a nch e di quelle della popolazione, mentre q uest'ultima provava grande diffide nza per i med ici stran ie ri. Qualora poi vi fosse sta ta disponib il ità da entrambe le parti (cosa non rara del res to) era difficilissimo spiega rsi e fars i comprendere adeguatamente. Se si poteva infatti sperare di trov are un interprete italiano-tedesco, e ra cosa assai più ardua trovarne Lmo che comprendesse l'ungherese, il croato, il boemo o Lma delle altre ta n te l ingue che formavano l'incredibi le multiculturalità dell'ese rcito asburgico. Così all'alto comando aus tri aco venne l' idea d i impiegare per questo comp ito parte dei medici mili ta ri ita liani prigionieri che erano rinchiusi nei numerosi lager dell'impero.

Il 16 Settembre
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Durante il s econdo conflitto mondiale tra s cors e un breve peri odo assegnato alla div isione "Veneto" ch e op e ra va nei territori balcanici occupati dall'Italia. Il pr im o luglio 1943 v enne avanzato al gra do di colonnello e nominato direttore del l' infermeria presidiaria di Parma. Dopo 1 ' 8 settembre deci s e di rimanere al s uo posto "per provvedere alla cura e all'a ssistenz a di circa quattrocento militari ricove rati" 7 Il nuo v o regime della Repubblica Sociale Italiana era del tu t to incompatibile con il suo pensiero liberale e il Giannotti "all'occasione della chiama ta alle armi di alcune clas si di leva, concesse largamente es oneri e licenze di co nvalescenza ai giovani" 8 che venivano inviati per la v isita militare press o l'infe r me ri a che dirigeva . Questo atteggiamento, così come l'aiuto prestato agli esp onenti della resistenza locale, furono tali da prov ocare "più v olte lament e le da p a rte delle autorità militari e irritare l'autorità politica" 9 Ne deri v ò un' ispezione d el comandante regionale a s eguito della quale il Gian.notti "fu esonerato da lla carica il 15 gennaio 1944 111 0 e successivamente collocato in congedo. Gli fu com unque richi es to di pres tare giuramento alla R.S.I., cosa che tentò di rimand are quanto più possibi le 11 Rifiutarsi di giura re significa v a tuttavia perdere anc he gli a ss egni dello s tipendio 12 ed il Giannotti, per garantire l'adeguata suss is te nza ai tre figli, dovette giurare fedeltà alla Repubblica il 20 aprile del 1944. N o nos tante questo continuò l' atti vità a favore dei "patrioti d ella montagna a cui consegnò quattro moschetti di vario tipo " 13 .

Ne l 1.946 fu considerato idoneo a riprendere il s ervi z io dalla Commissione epurazione del personale militare e ve nne invia to a dispos izi.one del comando

7 CG, FC 3, M iniste ro d e ll a Gu e rra, Commissione ep ura zione personale m ilitare, ve rbale n. 814, 5 magg io 1946

8 Ibidem

9 Ibidem

10 Ibidem

" C G, FC 3, Ese rc ito R.S .I., Com and o p ro vin ciale, Uffici o Pe rs o nale, pro t. 9 22/ 3, 11 feb b raio 1944: "A l C o l. Gia nnot ti Din o . S iete inv it ato a presentar vi a que sto Co mando merco ledì 16 co rre nte a lle ore 9, in d iv is a, per pres tar e gi u rament o d i fed e ltà alla Re pub b li ca Sociale ltalian a . Qual o r a per ragion i di s a lute non foste in co nd iz io ni d i p rese ntar v i d ovete fa r per ven ire a ques to C o mando una d ich iaraz ion e m ed ica In tal ca so v i farò co n oscere la d a ta in c u i d ov r ete prese ntarvi pe r pres tare il gi ur a m en to s udd e tto. N e l caso r ite n e s te d i n o n g iur a re sarete rad ia to da i ruoli d e ll ' Eserci to e v i sarà sospeso il pa ga m e nto d i qua lsia si assegno Firma to il gene r ale com a ndante"

12 CG, FC3, Ese rcito R.S l. , Comand o m il ita re d e ll a p rov in cia di P ar m a, circo lare 75 1, p ro t. n. 1086, 7 ma r z o 1944: "pe r co loro che rifiu ta no d i pres ta re g iurament o ve rranno a p pl icate le seg u e nti sanzio ni , in a ttesa d i ulte ri ori provvedimenti ch e v e r ra nno e m ana t i dall e A utorit à Supe riori: se u fficia li iJ1 S P E. o so t tufficiali in ca rri era co nt in u a ti va, coll oca m e nt o in lic en za ill im ita ta senza assegni [ ] per tu tti segnalazione alle Auto r ità Poli t ic h e" .

13 CG , FC3, M ini s te ro della Guerra, Commissione epuraz ione personale mil ita re, ve r bale n. 8 14, 5 maggio 194 6, rela z ione d el parti g iano , m a resc iallo N ardo ne Lui g i: " 1 el se tte mbre se m b rava ch e la gue rr a s i avvicinasse a ll a val Padan a ed il Ben o ldi mi c hi ese l'assegna z io ne d i medici colla b o razio nis ti . M i mis i a ll' o p e ra e segn ala i il dott . Gi u lio Ag n etti, g ià n o to p e r le sue pres taz ioni ai ferit i p ar ti g ian i, ed il m ed ico co lo nn e ll o G ian.no tti dr. Dino il q ua le fu d imesso da ll 'ese rcito perché con ced eva a profusio n e I icenze d i co nvalesce n z a anch e a co loro ch e non aveva no b isogno pu r d i n o n fa rli in corpo r ar e n elle file d e ll' esercito r epubb lica n o. Il Gia nno tti fo rnì pe r i p a trio ti d e lla m o n tagna n. 4 m os ch e tti di va r io ti po"

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militare t erritoriale di Fire n ze . Il 22 ottobre 1947 fu nomìnat o diret t ore di sanit à militare presso il comando militare territoriale di Milano . Fu infine co llo ca to in congedo il 16 ottobre 1948, ma, per aver prestato g iur a m ento alla R.S .l. , nonos t a nt e il favorevo le esame d ella co mmis s ione di e pur az i one 14 e le mo lt e t es tim onianz e sc ritte della sua attività contro il re g ime 1', n o n venne presc elto per la pro mo z ion e a ge ner ale

Q u es ta deci s io n e, p ercepita come un'evi d en te ingiu s ti z ia, amareggi ò m o lto il C iannotti che si ritirò s empre più a v i ta privata, complice a n ch e la disg regazio ne della s ua famiglia. La figli a ma gg io re, Renata, a cui era molt o le ga to, si sposò con un c i ttad in o eq u adoregn o e si tra s ferì in quel paese s ubito dopo la guerra. Il seco ndoge ni t o Ric cardo, dopo aver fi n it o nel 1943 i s u oi s tudi pre ss o • la sScuola militare di Milano con l'inten z ion e di e ntra re n e ll'A ccademia milit are di Modena, si era arr u olato volontario nell'R.S . I. ìn profo n do co ntra s to con il padre. Fìnita la g uerra, dopo aver vis s uto qualc h e anno a Montepulc iano, decise anche lui di trasfe rirs i ìn America del s ud.

1 • CG, FC3, Ministero della Guerra , Commissione ep11razio11e perso11all' militare, verbale n. 814, 5 maggio 1946: " Risu l ta agli a tti c he il colonn e llo m ed ico Din oG iann ot ti,all'Sse ttem b re 1943er..1 diretto re d ell'infermeria presidiaria di Parma e che rimase al suo p osto per pronrcderc alla cu ra e all'assistenza di c irca 400 m il itari ricov e rati. A ll ' occasione d e ll a chiamata alle a rmi d i alcune class i d i leva co ncesse largamente esoneri e licenze di co n valescenza ai giovani che veniva n o inviati in osservazione all'anzidetta infermeria. Tale opera provocò pii.i volte lame nte le da p arte d e lle autorità m ili tari e ir ritò l'autorità p oli ti ca, ne d e rivò una ispezione del comandante regionale a seguito della quale fu ~on era to dalla carica il 15 genna io 19+1 e s uccess iva mente co ll ocato in congedo. Dov e tte presen ta re g iu ramen to per non perd e re gl i assegni e per non correre l'a lca di dover abbandonare i s uoi tre figli che , da poco, avevano perduta la mamma Consid e rat o che è da escl udere tanto la vo lonta ri età quanto lél collabora z ione nel b r ev e se rviz io presta to da l Giannotti q u a le direttore dell'infermeria presidiaria di Parm a, considerato che l'attodclgiuramento,compiuto per alt ro in partico lari condiLioni a mbi e ntali e morali, n o n costituisce m otivo d i a dd eb ito. Per q u esti motivi j Jil co lonnell o m ed ico Dino Giannotti non è incompatibile a rimanere in servizio".

15 Numerose so n o le di chiara;,;ioni sc r itt e da partigiani e mili tar i che testimonia n o la fatt iva opera antifascista di Din o Giannotti, conservate p res!>O l'archivio della famiglia e presentate alla Comm issione d'epurazio ne del p erso na le mi lita re, come da p roto collo n. 2655 R.P. del 18/3/19 46 . Se ne rip orta una per esempio, del maggiore medico Angelo Da7 Li in se r vizio all ' infermeria presidia ria di Parma." el periodo intercorso tra il 25 luglio e 1 ' 8 se ttembre 1943 ebb i a gio di ap pura re la ve ra fede p oli tica de l mio direttore, i l qua le pro fessava sentimenti, non dubbi , antifascisti e antitedeschi, al pari del sottoscritto per cui si stabiliron o tra no i profo nd i rapp o rti p e r il co mune id ea le. Reciprocamente certi d ei n os tr i sen t imen ti, a d iniziativa d e l col. Giannotti, a ll orché nel novembre 1943 furono c hiamate alle armi alcune classi di leva e furono richiamati molti uffic ia li , ci inte nd e mm o p er o rgani zz are u n p ia no atto a sa bo t are l'a rruolam ento nell'ese rci to repubbli cano, tant o da ridurre a l minimo i militari idonei allearmi inviati in osservazione oa visita presso la Commissione med ico-ospedalie ra il rilevan te numero de i mi li tar i - alcune centin aia - così inv iati in li ce nza di convalescenza o giudicati rivedibili o riformati non poteva non indurre sospetti nelle a uto rità politiche e militar i della così detta re pubblica sociale, così che vennero .inviate spi e fa scis te, ca muffate da ammalati, a sorvegliare quanto accadeva ne ll 'infermeria. Quand o, in seguito, i pro v ,·edimenti m edico legali per i dime!>si dai reparti d i cura d oveva no esse re sa n zionati o m eno da un u fficiale med ico ted esco, con il col. Gianno tti riuscimmo con la compilazione di false car telle cliniche e con alterate ricerche di laboratorio e di gabinetto apresentare "g li u sce nt i" affetti da tali in fe rmit à p e r cui si rend eva necessa ria la concess ione di una li cenza di co nvalesce nza. In tal modo num e rosi militari furono sottratti alla deportazione in Germania. Fu così che al col. medi co Giann otti, sospetta t o dai fasci s ti e dai tedeschi, nel geru1n io 1944 gli fu tolta la direzione d e ll ' in fe rm eria".

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Così Dino Ciannotti, profondamente rattristato da qu este partenze, si dedicò con attenzione, ed un po' di severità, a seguire gli studi del figlio minore Benvenuto, che era stato destinato ad intraprendere la professione medica e a reali zzare tutte quelle speranze che erano andate deluse con i p rimi due figli. L'anziano ufficiale occupava la maggior parte del suo tempo libero leggendo testi di storia, specialmente a n tica e contemporanea, ed ascoltando musica classica .

Ogni a1mo trascorreva, nei mesi estivi, una piacevole parentesi nella casa paterna di quella Montepulciano a cui era fortemen te legato da tanti affetti e ricordi. Qui ritrovava molti amici della gioventù e dell'età matura e trascorreva gran parte del tempo in passeggiate - spesso so litarie - fuori le mura, con serate al Circolo dei Costanti e con conversazioni al caffè del corso principale . A ques to si aggiunse una co llaboraz ione al locale settimanale l'Araldo Poliziano, al quale contribuì con ar t icoli d i storia cittadina.

Mod impro vvisamente a Montepu lciano il 26 luglio 1957, nel gio rn o in c ui il figlio Benvenuto sosteneva a Firen ze uno degl i u ltimi esami universitari . Fu sepol to nella cappella di fam iglia dove la sua lap id e, p er sua vo lontà, coerentemente co n la sua fede monarchica e di militare - e forse anche come simbolica pro testa per la negata promozione - reca la scritta "Colonnello Medico del Regio Esercito".

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U N MEDICO OLTRE IL FRON TE

hic sunt barbari et italica fortitudo

Scritto a ven totto anni, non ricordo quando dattilogr afa to, ho rinvenuto questo Diar io nel fondo di una cassetta mi lit are, a sessant'anni.

Sarebbe sta to necessario un rifacimento generale nella forma e nello stile, ma ho preferito lasciarlo così come lo scrissi giorno per giorno in mezzo ai tormen ti della prigionia, all'ansia d ella libertà per il recluso, e per la Patria!

Poco tempo dopo il mio matrimonio avevo div isato di "metterlo a posto" nelle lunghe serate invernali, ma preferii la dolce co m pagnia della mia cara spos a; poi vennero i sorrisi, il cingue tti o d ei figlioli e il diario finì di nuovo nella cassetta militare!

Come trovasi annotato alla fine di ques to Diario, a liberazione avvenuta1, fui co mandato a d isimpegnare il servizio sanitario in Pordenone e nelle località limitrofe. Avvenne che un giorno il portiere dell'Ospedale civile mi comunicò che, men tre ero fuori della città, il Cav. Enzo Chiaradia di Caneva aveva chiesto di me per essere informato circa il decorso della malattia di un suo conoscente che io avevo in cura. Non m i fu da to di conosce rlo perché ritornò al proprio paese.

Tre a nni dopo, strana combinazione della vita, mi unii in matrimonio con la figlia maggiore del cav. Chiaradia, che a soli 46 anni fu rapita a l mio affetto e a quello dei figlioli, che teneramente amava!

Dopo gli inauditi orrori della seconda guerra mondiale, le infamie senza pari di feroci e disumani belligeran ti nei te rr itori invasi, nei campi di concentramento e di sterminio, il rileggere questo diario mi fa sorridere e dolorosamente pensare!

Le bruta lit à d i allora verso militari e civili nulla sono a confr onto dei misfatti e delle carneficine recentemente comp iute dal fur ore teutonico e da quello slavo !

1 L'a utore allude a lla lib crnzione del territorio italiano occupato dagl i austriaci, e quindi alla propria li berazione dallo sta to di prigioniero.

Postfatio
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Premessa

Forse la mia png10 n ia era già stata predestinata dalla mastodontica e pesante burocrazia che affligge gl i orga ni sm i stata l i e in special modo quello militare. Che se in tempo di pace questo inafferrabile Stato nello Stato è così esas peratamente lento nei suoi movimenti, a più forte ragione lo è in tempo di gue rra!

Infatti, se la mia promoz io ne a capitano fosse avvenuta, come doveva, nel marzo 1917, forse oggi - 17 novembre 1917, ore 15 - non mj sarei accinto a scrivere questo diario. Diario che non ha pretesa alcuna, ma solo lo scopo di far rivivere in me, con l'andar del tempo, i momenti forse più tragici della mia vita.

Dopo un cer to periodo di inabilità alle "fatiche di g uerra " per un congelamento soffe rto sul fronte trentino con 1'83° Reggimento Fanteria (Brigata Venezia), co n il grado di Tenente fui avviato il 9 agosto di quell'anno all'Intendenza Gene rale a Treviso per la mia assegnazione ad un reparto in linea.

Di qui, dopo una trafila di p iù e seccanti Comandi, giunsi alla Direzione di Sanità dell'XI Corpo d'Armata (Genera l e Ciliana 1) in Gradisca . Detto Corpo d'Armata faceva parte della Terza Armat a comandata dal Duca d'Aosta. Era Direttore di Sanità il Colonnello medico Celestino Fara Ili di Castiglion Fiorentino, e sapendo che era un buon conoscente di mio padre, mi illusi che tenesse con to della mia prossima promozione e mi affidasse le mansioni de l grado su periore, com'era in uso fare.

Invece dopo avermi "cicchettato" per un ciondolo della catena dell'orologio che pendeva da un tasch ino della divisa (a tanto si arrivava quasi di fronte al nemico!) si servì di me fino all'ultimo momento come "tappabuchi", inviandomi di quando in quando là dove necessitava un subalterno. Ciò mi faceva stare di mal animo, anche perché sovente mi ritrovavo alle dipendenze di un

1 L'autore s i rife ri sce a l generale Giorg io Cigl iana (1857-1919), già distintosi durante la guerra ita lo -t urca, che di ve nne anche governato re della Tripolitani a Al comando d c ll 'XT corpo d'Armata partecipò a ll e prime dieci le battaglie dell'Isonzo

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capitano che sarebbe s tato meno anziano di me, se io avessi avuta la promozione a tempo debito.

Così dopo aver girovagato per breve tempo in Sezioni di Sanità (GabrjeVallone del Carso), Infermer ie (Sdraussina) e Gruppi di arti g li eria (Loquizza), unità tutte dislocate nel Carso, il 16 settembre fui comandato p er pochi giorni, mi s i disse, al 3° Battagl ione del 70° Reg gimento Fanteria (Brigata Ancona) che si trovava a riposo a Borgnano, comandato, il primo dal Maggiore Fiorito il secondo dal Colonnello Susanna 2

Ero infastidi to da questa destina z ion e anche perc hé ta le Brigata, a differenza della "Toscana" e dalla "Venezia", dove avevo prestato servizio, non aveva un • passato del tu tt o glorioso J, dunque mi occ up ai alacremente per far so llecitare la mia promozione. Il deposito del 77° Reggimento Fanteria (Briga ta Tos ca n a) aveva da poco comunicato che i miei documenti, già compl eti per la mia promozione, erano sta ti trasmessi erroneamente ad autorità incompetente, e che la mia pratica si trovava al presente presso l'Ospedale militare di Milan o.

Non persi tempo ad inte ressarne il mio ca po ufficio di Sanità, Maggiore medico Villasanta, che presa a cuore la mia situazione dispose sub ito per avere tutta l a pratica concernente il mio avanzamento.

li 70° Reggimento era compos to in massima parte di siciliani e di toscani, tra i quali trovai alcuni militari di Montepulciano, delle frazioni e di Chianciano.

Ricordo il caporale Alceo Bulgarini che "senza sua colpa", mi disse, era imboscato al ca rreggio, e il so ldato Gino Marzu oli che assuns i come attenden te. Nei pressi di Borgnano era accampato anche il 69° Reggimento Fanteria, dove trovai il sergente furiere Azelio Anselrni che a tracolla portava il tubo di latta contenente il giornale di contabilità Mi fece un certo effetto vederlo girare con tale arnese da tempo di pace e a lui esternai le mie preoccupazioni per esser s tato assegnato a quella Bri gata, di cui ben co nosceva i fasti e i nefasti! Il sergen te furiere spalancò le braccia e alzando gli occhi al cielo mi rispose di "bene sperare"!

fn tanto, quasi per benefico sort ilegio, era giunta la mia pratica di avanzamento, ma per altrettanto ma lefico sortil egio il Comando del mi o Regg imen to, il 26 ottobre, si trovò nella necessità di distruggere con il fuoco tutte "le car te ", compresa la mia pratica, perché circondato da truppe nemiche!

Altre circostanze, poi, avvalorarono il pensiero sulla mia predesti na zio ne a ll a pri g ioni a . Infatti una circol are del Comando Supremo consentiva che due

z TI grado effettivo era qllcllo d i Te n e nte Colonnello.

3 L' a utore si riferisce ad alcuni sfortunati episodi di guerra che coinvolsero la brigata Ancona. Alla fine di aprile del 1916 la brigata era stata assegnata in Trent ino, per tenere il settore str ateg ico di M. Maronia. ll 15 maggio ebbe inizio la Strafexpeditio11 e l' "Ancona" fu cos tretta a sostenl're un pesantissimo bombardamento, e itùziò a ce dere terreno. Un nuov o assalto aus triaco risultò fata Ie, e I.i briga ta fu cos tre tta a ritirarsi, perdendo la propria po siz ione. Cfr. Minist ero della guerra, Uffic io sto ric o dello Stato Maggiore dell'Esercito, Brigntedifm,terin: rinss1111ti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915- 1918, 8 vo i., Roma, Libreria de ll o S tato, 1924-1929, p. 234.

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fra telli potessero essere assegnati allo stesso reparto e quindi, qua si certamente, sare i stato trasfe rit o al gruppo di artiglieria dove si tro vava Riccardo. Ma non bas ta: interpellato, rifiutai di essere inviato in Eritrea, perché ritenevo mio dovere combat tere, se pur sotto il segno della Sanità Militare, il seco l are nem ico. Infine, questa volta coma ndat o, mi imbarcai con una sezione di sanità per la Pales tina, ma, giunti a Malta ve nimmo rimandati ai reparti di provenienz a. All' ultimo momento, infatti, il nostro Ministro degli Es teri, Barone Sonnino/ si oppose al fatto che un nostro corpo di sped izione si affiancasse a quello ingles e in Palestina .

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Dal Fa i ti-Kri b ad Oberlaibach

Nella notte fr a il 15 e il 16 ottobre il mio Reggimento, da Sdraussina, dove era a riposo, s i recò in linea sul Faiti - Krib 1 (Carso), sotto il consue to fuoco delle artiglierie nemic he e sotto una pioggia torrenziale, in mezzo a camminamenti e trincee piene di acqua e fanghiglia, che con l'oscurità s pesso facevano perdere i collegamenti tra i diversi repa rti in marcia.

Il mio battaglione occupò la linea mediana del settore, avendo il 1° alla sua dcsh·a, ed il 2° di rincalzo . Ai lati aveva no preso p osiz ione il 69°Reggimen to ed

Il Faiti - Krib da una foto mili tare aust ria ca d ell'epoca .
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1 Il Fa iti Kri b, Monte dei Faggi, oggi conosciuto come Dosso Fa iti, è s ituato a circa 11 Km a Sud di Gorizia, sull'altopiano cars ico. E a l to 434 metr i.

altri reparti di cui non ricordo i nominativi. Il 3 novembre s aremmo dovuti sce ndere a rip oso.

li Faiti, brullo e pietroso, è una modes ta quota carsica su c u i si e rge " il dentino", occ upat o sa ld amen t e dal nemico; noi ce ne stavamo al disotto con '1 il naso all'insù". Già m ol te e valorose Brigate erano sta te inutilmente sacr i ficate per occupare il m a le dett o dentino, ora toccava alla nostra!

Il mio posto di medicazione, rigurgitante di acqua e di orripilanti topi del Carso, fu impiantato in una caverna della "Dolin a Due Co mandi" in prossimità del la linea del fuoco. •

ei primi giorni il nemico si m os trò re la tivam ente calmo, se si ecce ttu a no i sol iti duelli di artig li erie, ma improvvi samen te la mattina del 24 iniziò un violento bombardamento, con inaudita insistenza e con tutti i calibri, sulla prim a linea e sui ripari poco più indietro.

Ve r so le 18 aumentò in maniera impressionante, tanto che le vede tte erano spazzate come p ag liu c h e al vento e le trinc ee già rise nti va no delle offese nemiche. Ad aumentare i danni inferti dai proiettili nemici, si aggiungevano le piogge di pietra carsica che ve ni van o catapu ltate ovw1que a d ogni esp lo sione!

Poco tempo dopo truppe nemiche m ossero all'attacco sulla no st ra de stra, attacco prontamente respinto anche per il te mpe stivo intervento delle nostre artig lie rie. ·el mi o battaglione ebbi alcuni morti e numerosi feriti che ben pres to riempirono l'angusto pos to di medicazione.

Mai fino a qu e l mom en to m i ero ritrovato in me zzo a q uella temp es ta di proiettili, resa ancor più apocalittica dal fragore dei colpi in par tenza e in arrivo . Confesso di esserne rimasto sc osso anche per i la menti e i gemiti dei feriti c h e invocavano il mio aiuto, e sentii imperioso il bisogno spirituale di scrivere alla mamma p er farle co n os ce re, se pur velatamente, l'asprezza del co mbattimen to, tanto più che nella mia mente si agitava, sinistro, il pensiero della cattura, an z iché quello della mi a incolumità 2 Liberato mi d a tale incubo e fatta co n segna re la le tte ra al

2 CG, Dino Giannotti, lettera manoscritta, 24 Ottobre 1917, ore 19:30. " Mammina cara, n o n so se la presente ti giungerà né come né quando. n mio pensiero in questo momento è rivolto a tutti vo i altri, ma con il cuore saldo e l'an imo fo rte, tanto che la m a no non mi trema in me zzo all'inferno diabolico, devas tatore, micidiale, terribile, che si scatena da stama t tina su di noialtri. Un continuo bombardamento, intenso, ,·iolento che tutto distrugge e dove arriva porta lutti e sventure. In mezzo ad un tempo o rribil e, fra freddo ed acqua, le artiglierie non cessa n o per un mom e nto di co l pirci, fan n o fuoco e morti!

lon è il momento che io posso s tare a descriverti tutto quello che avviene e che si sta scatenando anche perché non vorrei ch e la presente venisse in mani di chi non vorre i! [Sic] Ti basti che da s tamani a ll e due, preceduto dn gas asfissian ti , gli au s triaci scaraventano un uraga n o di pro iettili s ulle no<;tre lince e specialmente s ulla prima, do\·e io mi trovo. Certamente cessato il bombardamento le fante r ie nemiche usciranno all'attacco, che si prevede nelle prime ore di domattina. Fortuna tamente per ora le n os tre perdite sono liev issime, vedremo cosa ci sta preparando il domani, ma qualunque cosa sia troverà tuo figlio impavido , p ronto a q ua lsiasi sorte gli preparerà il d es tino, con il vostro dolci ss imo nome sulle labbra, e d ' Italia! Stringendomi forte forte a tutti voialtri in questa notte terribile vi bacio con l'affetto im m enso d i cui è ca p ace i l vostro figlio e fratello".

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pos tino - senza eccessiva speranza che giw1gesse a destinazione - ripresi a medica re i nuovi feriti, che con grave difficoltà pote v o sgombrare a tergo a causa dei tiri di artiglieria .

La notte del 24 fu relati va mente calma, ma verso le sette del mattino success ivo cominc iò nuo v amente il bombardamento, co n la stessa intensità e veemenza del gio rno precedente. Durò tutta la giornata, senza un minuto di tregua , rallentando so lo tra le 11 e le 14. Ancora mor ti e feriti.

Alle 18 un fulmineo attacco nemico, più violen to e deciso di quello compiuto ieri, venne anche questa volta valorosamente res pinto sotto la guida dello s tess o co mandante del Reggimento 3

Del mio Battaglione rimasero feriti l'a sp irante4 Graziani, il tenente Allemandi, il capitano Pennati e il sottotene nte Basso, questi ultimi du e molto gravemente; sepp i in seguito che erano deceduti al posto di medicazione reggimentale.

Stoicissima la fine del Basso, caro compagno con il quale a riposo ci pizzicava mo a poker, sfo ttendoci per l a nostra differente loquela, e per il mio detto "non poss umu s" allorché non stavo al gioco. Era ferito mortalmente all'addome, con fu oriusc ita di buona p arte della matass a intestinale e, mentre lo me dicavo, cercavo di co nfortarlo, assicurandogli che la ferita non era grave. In piena lucidità di mente mi mostrò la carne martoriata e gli intestini che lui stesso si palpava, scongiurandom i di affrettare la s ua fine con una uùezione.

A me e al s uo attendente affidò le sue vo lontà da riportare a lla famiglia, e all'a ttenden te consegnò l'anello da restituire alla fidanzata. U n'iniezione di morfina mise termine a quella tragica scena

Le nostre perdite furono ma ggio ri di quelle di ie ri : le trmcee, ormai tutte sconvolte, più non esis tevan o, p er cui gran parte d e lla truppa venne ritirata in caverna, lasciando so lo pochi uomini di v edetta, destinati immancabilmen te alla morte. La disciplma era ancora s a ld a, e cos ì il senso de l dovere e dell'onore: il vecc hio fante bron tolone a ffront ava con rassegnazione la dura prova!

Trasco rs i tutta la notte medicando i feriti, mentre il mio mseparabile attenden te, il già r icorda to Gino Marzuoli di Montepulciano, cercava in ogru modo di esse rmi utile e di far sentire intorno a me la sua presenza come un nume tutelare!

All'alba del 26 un nu ovo bombardamento di eccezional e intensità con calibri da 305 e 420 (i famosi 420); durant e questo fuoco infernale mi fu trasporta to un so ldato ung h e rese, un "Honv ed" 5 con le gambe maciullate, ritrova to a pochi passi dal posto di medicazione.

3 li Ten. Co l. S u sann a

4 Asp irante ufficia le, un all ievo no n a nc ora in p ossesso d e i req u is iti p er la n o mi na a sotto te nente.

' No me colloquiale per il Mngya r kiralyi ho 11 védség, il Regio Ese rcito Ung h erese, una delle quattro forze arma te d e ll' eserc ito aus t riaco assieme alla Cemeinsame Armee (Eserc ito Comune, cioè l'esercito regolare aus h·iaco), alla Kai serlic/1 -konigliche Lm1dwehr (Mili zia Territor ia ie) e a ll a K u K Kriegsrnarine (Ma rina da Gue r ra).

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Lo tolsi dallo sguardo di curiosità, e forse di odio che lo circondava e, adagiatolo in un ango lo, lo medicai in silenzio; non un gemito o una parola da parte del feri to.

Per ben tre volte l'ingresso al po s to di medicazione fu ostruito per i proiettili caduti in vicinanza e solo a fatica i portaferiti riu scirono a riaprire il varco. Il terreno antis tante era del tutto sconvolto e le pietraie carsiche frullavano micidialmente come tanti bolidi; un vicino deposito di rifornimento d'acqua in cemento armato si sfasciò con uno schianto indescrivibile. Così veniva a mancare un elemento v itale per n oi tutti! •

Verso le 10 mi venne comunicato che il maggiore Fiorito6 era stato ferito gravemente sulla linea del fuoco, e che era impossibile trasportarlo a l po s to di medicazione per via del tiro nemico, che si era fatto sempre più intenso e che avrebbe messo in serio per icolo il ferito e i portaferiti.

Era un vero inferno che metteva a dura prova il nostro sistema nervoso; un ufficiale d'artig li eria che, feri to, s i tro vava al posto di med icazione, calcolò c he e ravamo sottoposti ad una media di cinquanta e più colpi di grosso calibro al minuto. ln quell'istante un portaordini reggimentale venne a dirmi che mi dovevo presentare al Comando per comunicazioni. on ho ritegno di confessare che ero non poco preoccupato di uscire a llo sc op e rto, sotto qu e ll ' in ferna le fuoco dal quale nessuno si sa lvava.

on era il caso di tergiversare, e così, seguito vo lon tariamente dall'attendente, rivolgendo una preghiera a Dio in tutta fretta, e "facendo civetta"7 mi diressi al Comando di Reggimento.

Avevo appena imboccato la caverna del Comando quando una granata ci fece ruzzo lare là dentro, e la nostra vi ta , e quella del po rtaordini, fu mes sa in se rio pericolo per una comunicazi one di non eccezionale importanza che voleva personalmente dirmi il colonnello comandante Su sanna. Tipo au tor i tario e irascibile, qu as i violento, non era ben visto dalla truppa, che in sordina gli cantava il noto motivo dell'operetta La casta Susnnna8 : "S usanna . . .S u sanna h a i p erso la virtù ... Susanna non ci fregar mai più!". Voleva egli aver notizie del Maggiore Fiorito, dandomi il tassativo ordine di inviare presso il Maggiore l'a iutan te di sanità. Mi ero appena congedato quando una granata ci risospinse in caverna, ma dovevamo pur ritornare al nosh·o posto e, come Dio volle, ci riuscì di raggiungerlo sani e salv i.

Vengo subito avvertito che una granata aveva colpito in pieno una gall e ria dove

" Luigi Fiorito (1881-1917) comandante del 3° battaglione dal lu glio del 1916. Già deco rato con la medaglia di bronzo al va lore durante la guerra italo-turca, fu decorato con la medaglia d'argento alla memoria per l'erni,;mo dimostrato sul monte Faiti.

7 li modo di dire, oggi desueto, signifi ca " abbMsare la testa verso il basso, incassando la fra le spa lle, per scansare un co lpo".

La casta S11san11a, o peretta in tre atti composta da Jean Gilbert nel 1910 e rappresentata per la prima volta in Italia al Teatro Rcinach di Parma ne l 1912. Div e m1e particolarmente famosa e ne erano state fatte varia z ioni anche mollo licen ziose, a cui l'autore fa riferimento.

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si trov ava della truppa uccidendo e ferendo un numero imprecisato di militari. Da ti ordini in proposito ai portaferiti, ben presto il posto di medicazione rigurgitò di carni doloranti e straziate, di mor ti e di moribondi. A mala pena mi rigiravo nella angusta caverna e addirittura improbo era il mio lavoro di assistenza e di me dicature, né era possibile sgombrare i feriti, per la sempre maggiore intensità del fuoco nemico che batteva palmo a palmo il terreno.

Verso le 11 e 30 alcuni volenterosi, unitamente al mio aiutan te di sanità, mi portano il Maggiore Fiorito colpito alla tes ta da una scheggia di granata . Mi ri co nosce, mi sorr ide e mi str in ge la mano, compiendo w1 gesto che interpreto come quello di un uomo che abbia fatto il suo dovere ed ora si affidi alle mie cure. Era molto sofferente, pallido ed impossibilitato a parlare per una frattura della mandibola e de ll' osso zigoma tico sinistro, e forse anche del parie t ale omonimo di cui non rite nni, per il momento, accertarmi, per non aumentare le sue sofferenze con doloros e manovre . Mi ]jmi t ai alla disinfezione e alla medicatura delle ferite praticandogli delle iniezioni; il polso, se non ottimo, era buono, né presentava fenomeni di cho c o di dissanguamento. Affida t ol o a portaferiti e al s uo attendente, prodigai le mie cure ad a ltri che si trova vano in condizioni ancor più gravi.

A mezzogiorno mi fu possibile mangiare un po' di "mensa" avanzatami il gio rno precedente - visto che i viveri non giungevano più in linea. Poi mi feci r adere - da molti giorni la barba era cresciuta rigogliosamente - dicendo al figaro po rtaferi ti che "volevo andare in Aus tria con il viso puli t o". L'idea della catt ura to rnava ad affacciarsi di nuovo nell 'animo mio.

Era mia intenzione di sgo mberare il maggiore e gli altri feriti che si lamentavano disumanamente e che non desideravano altro che essere allontanati da quell' inferno, ma non mi fu assolutamente possibile per l'intensità del fuoco nemico, che si era fatto sempre più violento e micidiale. on esistevano più né trincee né ca mminamen ti e avrei quindi espos to ad inutile sacrificio feriti e portaferiti, che da più giorni compivano un se rv izio gravoso e pieno di pericoli.

A tal proposito cito il soldato Merelli, bergamasco, che di giorno e di notte mai si risparmiò per soccorrere e trasportare i feriti.

Pensai quind i d i provvedere al loro sgombero sul far della sera o durante la n otte, quando presumibilmente, come già era avvenuto precedentemente, il fuoco foss e rallenta to.

In mezzo a tanta tragicità, una nota comica. Si pre sentò un soldato sfigurato n e l volto con il naso enormemen t e tumefatto e sanguinante. Ripeto quanto mi disse: «Addormentatomi verso l'alba, sognai di essere u sci to all'attacco delle linee n emiche, quando d'tm tratto mi trovai impigliato con la faccia in un reticolato di filo spinato. Un violento dolore al naso mi fece sveg li are e feci appena in tempo ad accorgermi che un grosso topo stava mangiandomi il naso!».

Verso le 14 mi gettai s ul pagliericcio, un poco esausto per il gran lavoro comp iuto e perché da diversi giorni non avevo chiuso occhio. li bombardamento,

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intanto, cresceva sempre di intensità e di violenza e scuoteva ancor più il nostro s is tema nervoso, già da tempo messo a dura prova. Non mi fu possibile assopirmi.

Al mio "inistirnabile" attendente, come direbbe Cellini, avevo dato incarico di mettere in ordine le mje poche cose personali, giacché non si sa come era corsa la voce che, per le gravi perdite subite, la nostra Brigata dura n te l a notte avrebbe avuto il cambio, "sce ndendo a ripo so" Ma " l'irustimabile" per non disturbarmi, credendo che do r m issi, n on s i curò di q uanto gli avevo d e t to e ciò m i fu d i grave danno per gli ulteriori eventi che mi accaddero.

Me ne stavo così dis teso sul pagliericcio quando poco dopo le 16 un p orta!eriti gr idò con voce strozzata : «c i so n o gli A ustriaci!» .

Non gli prestai fede, anche perché non potevo capacitarmi di come le truppe nemiche avreb bero potu to uscire all'a ttac co, in q uel se ttore falciato dalle op p os te artiglierie e dalle mitragliatrici! Con tale convinzione gridai, alzandomi dal pagliericcio: «non è questo il momento di far "casino"!» (gergo ben scu ltoreo de l combatte nte).

Mi affacciai comunque all'ingresso della caverna ed udii ben distinto il grido, quasi d i terrore, «gli Austriac i.!» ed un altro ch e pi ù m i a dd olo rò : «Viva gl i Austriac i!» che veniva dalla com pagnia vicina alla mia caverna, comandata dal Ten. S. [Sic].

Co ntempora nea me nte ri s uo n a va d a pi ù pa rti lo sco p p io d i bombe a mano, il cm fragore si avvicinava sempre alla mia posizione. Un sudor freddo invase tutto il mio co rpo, il che non m i imp e d ì d i es porre, con mol ta in ge nuità, la ba ndie ra d i neutralìtà9 dinanzi a l posto di medicazione.

I miei uomini si mostrano abbastanza calmi, non così i feriti che imprecano e si agita n o; alc u ni g rid ano «a mm azza temi, amm azza te mi! ». I pochi ch e po tevano reggersi in piedi tentarono di uscire dalla caverna, ma fu vana impre a!

In mezzo a qu esta bolgia di d oloranti , di disperati la m en ti , cerco d i r istab il ire un po' la ca l ma, ma inu tilm en te . on eb bi nemmeno il tempo di introm ettermi in mezzo a loro che indemoniati e selvaggi "urrah" ri s uonano alle nostre orecchie e d'tm tr a tto la mia cave rna fu circo n da ta da sol d ati nemi ci! Q u a s i e rano rifu g i a ti a nche degli ufficiali del mio battaglione, e alle loro insis tenze di rimanere lì con loro, per non espormi a sicura morte, risposi che avrei tentato di raggiunge re la seco nd a linea . E così feci .

Con il fido attendente, tutto sfidando, mi slanciai fuori dal ricovero, ma, attimo spave ntoso, mi si pa ra irmanz i un so ld a to ne m ico ch e, te nendo con la des tra il fu ci le e roteando con la sinistra una bomba a mano, mi fece cenno di retrocedere , indicandomi con l'ordigno di morte dove mi d ovevo dirigere, cioè verso le lo ro pos iz io ru , d ove g ià a ltri pri gionier i si erano diretti. Q ue l solda t o portava sulla giubba un nastrino tricolore, simbolo del Regno ungherese, non della mia Patria!

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• Ossia la bandiera con la croce rossa in campo bianco.

La mia cattura

M ai si cancellerà dalla mia mente il ricordo di quel drammatico momento in cui dovetti forzatamente chinare la testa ad un "Honved"! Mi segu irono l1attende nte, alcuni miei portaferiti e altri soldati che si trovavano lì vicino. Lasci a v o in tal modo in balia del nemico i miei feriti e i morti; la loro sorte mi acco rò al pari della mia.

G ià nel momento di uscire dalla caverna in modo precipitoso mi era sta to poss ibile prendere l 'impermeabile, giacché pioveva, e dei pacc h etti di sigarette, lasc ian do malauguratamente il cappotto; ad altro non pensai e così mi ritrovai in t es ta relmetto anziché il b erre tto .

Co me descrivere la "via crucis" in quel terreno tutto sconvolto, battuto senza re quie dalle nostre ar t igl ierie e da quelle n emich e per cui ci trovavamo in mezzo a due fuochi micidiali?

A questo si aggim1ga, e ciò lo appresi molto più tardi, che le mitragliatrici divisiona li ci mitragliavano a tergo per ordine dello stesso Comando di Divisione, che te m eva che la truppa si fosse spontaneamente arresa al nemico. Tra i mitragliatori vi er a anche il Tenente Sarri di Arezzo che seguì la mia sorte, e da lui appresi l'in au dito s cempio che s i commetteva contro i soldati del medesimo Esercito!

Co m e descrivere l'esodo biblico, la diaspora, di tutta quella gente sbandata, che di tanto in tanto veniva investita e sepolta dalle granate!

Il ca mmino era sempre più ostacolato e reso difficile dal terreno cri v ellato dai pro ie ttili, in cui erano disseminati dei reticolati s ui quali spesso si inciampava. Per colmo di sventura, nell'uscire dalla cav erna a v e v o preso il primo elme tt o ch e mi era capitato. M i era alquanto largo ed ero costretto a sorreggerlo co n le mani, poiché ad ogni piè sospinto minacciava di cadere.

A d un tratto, terrificante figura, mi si para dinan z i un soldato nemico con un fe z nero in testa (uno dei mussulmani balcanici, ben noti per la loro ferocia e l' arte di saper maneggiare il pugnale) facendo l'atto di colpirmi con la baione tta innestata nel fucile! Terror izzato, avevo già chiuso gli occhi e già sentivo il fe r ro vigliacco penetrarmi nelle carni, quando, per Divina provv idenza, un

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al tro so ldato accan to a lui gl i bisbiglia una parola per me inc omprensibi le, che mi libera da sicura morte. L'attendente, che era a me vicino, rimase talmente piet rificat o che nessuna parola g li sfuggì dalla bocca!

Compiuti ancora pochi passi una granata mi divise da lui e da alcuni portaferiti. Mi ritrovo solo, inciampo in un reticolato in cu i rimase impigliato l'impermeabile e non mi preoccupo di ri prenderlo. Riprendo il cammino e con terrore penso a cosa accadrebbe di me se rim anessi feri to o ucciso. Rivo lgo un pensiero a Dio e ai miei Gen itori . -

Mi accorgo che quasi tutto il Reggimen to doveva essere ormai in mano nemica, vedendo un g ran numero di so ld ati che, a g ruppi o sparpagliati, si avviano verso le linee nemiche, incalzati dalla micidiale tormenta di granate. Con infinito orrore, numerosi feriti e cadave ri , grida di aiuto , di soccorso, di implorazioni s trazianti fanno da macabro scenar io a ll'anim o mi o terrorizzato.

Alcuni aiutano i loro compagni feriti, m a purtroppo quelli che sono impossi bilit ati a camminare vengono lasciati al loro destino. Ma come fare se ad ogni passo cadev a una granata che , se n o n ci feriva, c i scaraventa va a terra rendendoci malconci! Così ognuno ce rcava di sfuggire al più presto da quell'infern o non curandosi di q uell o che accadeva intorno a lui.

D'un tratto scorgo in terra il mio cappotto, che giudiziosamente l'attendente aveva p ortato con sé dalla caverna. Spe ro di trovarlo lì vicino, scruto, chi a nw, ma nulla! Sarà ferito, sarà salvo o gli sarà accadu to qualcosa di peggio?

E corro, co rro attr averso tutte quelle pietre sconvo lte , in mezzo a quella turba esterrefatta che sembrava col pita dalla ira del Dio di Israele, come si legge n ella Bibbia! cl correre inciampo e cado; nel rialzarmi un acerbo dolore a ll'articolazio ne d e l piede s ini s tro mi impedisce di camm inar e: sarà senza dubbio una distorsione . .. è finita!

Faccio sforzi sovrumani per riprendere il cammino, m a è impossibile; il dolore è a tro ce, furente , so no avv ilito, esasperato . Poi su bentra una rassegnazione strana e mi getto in una buca scavata da un grosso pro iettile, con la s peranza che questo rifugio possa proteggermi. Il mio pensiero ricorre affettuoso a i miei car i, racco mandandomi alla Di vina Provvidenza!

essuno mi vede (fingono di n o n vedermi?) e pur n e lla mia rassegnazione sono atterrito dall'idea che un soldato nemico, passando, p ossa darmi il colpo dì grazia.

Quanto tem p o trascorsi in tali tristi p ens ieri? Lo ignoro , per m e fu ce rt amente un a e ternità. lmpr ovvisamen te una voce mi scuote . Un s ub alterno del mio Re ggimento, dì cui sono do lente di non ricordare il nome, ma al quale sarò e tern a m e nte grato, mi grida poco lungi da me: «Cosa fai dottore? >> . In brev e l o metto al corrente della mia situazione ed eg li , con animo profondamente cris tiano e carit a tevole, con l'aiuto di un solda to mi so ll eva, e appoggiandomi a loro ripr e nd o il ca mmino.

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Compiu ti pochi passi con atroci dolori, una granata ci divise e più non li rintrac ciai Ricoperto di terra e di pi e t re mi ritrovo scaraven tato ad una cer ta dista nza, e in cuor mio penso che ormai il mi o des tino era s egnato

Ma no n fu così. Non ebbi nemmeno il tempo di assestarmi in terra ch e proprio d inanzi a me passò il tenen te Scaliotti del mio battag lion e (8 °co mpa g nia) , che mi ve nn e s ubito in aiuto. A lui devo la mia sa lvezza, e bb e per me cure e assiste nza più che fraterne, aiutò a rialzarmi, mi incoraggiò, e piano pi.ano, appog giando mi a l suo braccio, se mpre sotto l'incess ante bombardam e nto, riprendemmo la via della nostra cattività .

Frequen tement e fui costret to a fermarmi p e r l'atroce dolore che mi faceva spasim are ogni volta che il piede poggiava su l te rreno scab roso e sassoso, ma il co mpagno mai mi abbandonò, aiu tandomi ancor più nel difficile cammino e dicendomi sempre parole di conforto e d i incoraggiamento.

No n molto dopo incontrammo, so lo e s paurito, il sot totenen te Sciortino, anche esso dell'8 ° , che si aggregò a noi. Imbocc a mmo uno s tretto camminamento dal quale, in senso contrario, avanzavano dei so ldati nemici. Tale circostanza ci preoc cupò n o n poco, giacc hé data la ri s trettezza del camminamen to, dove conveniva sfilare uno a ll a v ol ta, il nemico , a cui ostruivamo il passaggio, po teva giocarci qualc he brutto tiro. Né mi s bag l iai, ci sc hia cciammo addirittura contro le pare ti dell'angu sto passaggio e già erano sfil a ti alcuni soldati, che un ufficiale con una ripugnante cica trice sul vol to, si tol se dalia tes ta la famosa "pentola" e con tutta la sua forza assestò un vio lento co lpo s ul fragile elmetto di Scaliotti, eme ttendo urla incomprensibili . Scaliotti ne rimase mezzo intontito, ed io che lo seguivo mi attendevo il medesimo complimento, mentre Sciortin o dietro a me, tutto tremante, diceva «o ra tocca a noi ». For tun a tamente l'energumeno passò ol tre senza molestarci e a llo stesso modo fece la rimanente truppa.

Riprende mmo il cammino, con il mio piede che sempre più dolorav a e che ben sentivo andava gonfiandosi nell'a rticol az ione tibiotarsica! Le grana te fioccavano sem pre a dismisura finché una di essa scoppiò abbas tanza vicino a noi e l'urto ci scarave n tò a terra. Ci ria lz ammo sa ni e salv i, ma tutti pesti e contusi, io con delle ferite lacero contuse alla mano destra, di cui ancora oggi conservo il segno .

No n era tra scorsa fo rse ne mmeno mezz 'o ra dalla mia catt ur a, ma quanti avv en imenti in questo breve periodo di tempo! Né ancora erano finite le nostre so rprese a m a re e le inimm ag inabili pe ripe z ie .

Dei so ld ati nemici ci impon go n o brutalmente di trasportare un nos tro feri to in bare lla e con il dolor a nt e fardello s i seg ue sempre l'a ngu s to ca mminamento, dove a ltra truppa incede in senso contrario, facendosi largo a forza di calci di fucile e di spin toni.

La s ituazione mi se mbrava disperata, quando , se mbra add irittur a una favo la, scorsi due portaferiti aus triaci che trasportavano in barella al la nos tra vol ta un lo ro u fficiale feri to che gridava co m e un ossesso.

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Ebbi un ' illuminazion e e, dopo essere riuscito, non so come in me zzo a quella tremenda baraonda, ad avvicinarmi all'ufficiale ferito, gli mostrai il bra ccial e con la croce rossa che portavo al braccio, cercando di fargli capire a gesti che potev o medi ca rlo, se avesse voluto .

Effettivamente egli mi comp re se poiché dette ordine a mc e ai suoi u omini di trasportarlo in una "tana di volpe" 1 (speciale ricovero) che era a pochi pass i da lì. Mi seguirono Sca li otti e Sciortin o, che avevano affi d ato il ferito a nostri soldati, e lo s tesso fecero alcuni ufficiali del nostro esercito, a cui non s embrava vero di mettersi un po' a l rip aro e d i riposarsi.

Mi feci consegnare a gesti del materiale di medicazione e cur ai il ferito che prese nta va ampie ferite da schegge di granata ad entrambi gli arti inferiori. Ardevo, spasimavo dall'arsura, chiesi dunque dell'acqua, ma in sua vece mi venne offe rto rum e acquav ite, alcolici di cui erano, come di costume, riempite le borra cce d e lla truppa che anda va all'a tta cco, per galvanizzarla. e trangugiai q u alc he sorso, aumentandomi la se te e inaridendo ancor più le mie mucose!

Corsa la voce che in quel ricovero si trovava un ufficiale medico italian o, ben presto gi unse ro nostri feriti ed anche alcuni au s triaci, che curai alla meglio con i pa cc het ti di m edicazione.

Vi fu un ufficiale del mio reg g im e nt o c h e mi p re occ u pò non poco per lo s tato di delirio e di a llu c inazione in c ui s i tro vava . Sotto l' incubo dei recenti avv e niment i e forse pe r il s u o org anis mo già tarato, grida va come un ossesso minacciando chi gli era vicino . Nel su o delirio n o n riconos ceva n é amici né nemici , esaltava il s uo eroismo di combatten te impartendo ordini ad un a immaginaria com.p ag nia di andare all ' attacco al g rido di "Sa voia!" e così dicendo fac ev a l'att o di infilare con la baionetta co lui che gl i e ra da presso ! Inutilmente cercammo di ca lmarlo e di farlo ri e ntrare in s é , mentre i solda ti austriaci lo osservavano co n divertito s tupore.

In br e ve il picco lo ricovero s i riempì e l' u fficiale che se ne s tava dolorante s ulla brand a dette ordine di cacciarci fuori. Già era buio, le artiglie rie si fac evano sempre più minacciose, e no n sa pevam o d a quale parte diri ger ci. Trovammo un ca mminamento e s ull a sua guida riprendemmo la nostr a "via crucis". Ad un certo pu nto era quasi del tutto distrutto e fra le m acerie d e l camminamento spesso s i inciampava sop ra cadaveri o forse s u feriti nemi ci, che data l 'osc urità non potevamo né indiv iduare né sc or ge re. Talvolta era il lamento di qualc un o a farc i dis cos tare dai nostri passi!

Ad un certo punto intravediamo dei so lda ti che se ne sta nno chiotti a " far civetta " ai colpì delle no s tre artiglie ri e, e da loro apprendiamo a gesti l'itinera -

1 Si fa rifcrlmento ad alcune fo rtifi cazioni campal i che non erano altro che buch e nel terreno scavate nelle vicinanLe delle trincee. li curioso nome, iene dalla traduLione dell'ing lese foxtrot , cioè " ta m, de ll a vo lpe" .

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rio da seg uire, ed il lu ogo dove si trovava il batalion Fin almente dopo aver sc hiva to la m orte più vol te , u sc immo "fuor del pela go alla ri va" 2 , i mboccando una strada campestre dove stazionava un miserando reparto di sa lmeri e e dava nti a noi si profilò una lun ga fila di prigionier i.

Scorge mm o in lonts nanza un lumicino come quello de ll a favola e verso quello ci dirig e mmo. Alle 20 circa quel lum icin o ri ve lò di illuminare una cav erna se de di un comando di regg im en to . Già vi s i trova vano molti soldati e ufficiali, per la maggior parte del mi o reggimento. Assis tetti dolorosamente al dia logo di due s oldati che mi dette molto a pensare. Un o di essi, m e ridiona le, disse a l co mpa gno «or mai la g hirba è salva» e l 'a ltro rispose in puro toscano «Tcchene! La Guerra ... ( parola di Cambronn e!)3 a i 'Ca dorna e a i' su' Re! " . Fummo di v is i dai so ldati e ve nimmo cond o tti in una bar acca dove tr ova i la maggior parte degli ufficiali del mio Reg gimen to. ell'eccitazione e depressio ne de l mo me nto ognuno vo leva r acco ntare la sua triste s to ria, l asci and o per lo più indifferenti coloro che lo a ttorn iavano. o n era certo que ll o il momen to e il luogo più propizio per ascoltare l e v icend e altrui. Ognun o p ensava e si preocc upava di se s tesso e del proprio avvenire, che minacciava essere alquanto oscuro e doloroso . I on mi riuscì di r intracciare né il mio at tendente né alcuno dei miei portafe riti. Int anto , ap pro fitta ndo della relativa tranquillità di quella posiz ione, s laccia i la sca rp a d e l pied e colpito e con raccapriccio osservai, co me già sospettavo, che l'ar ticolazio ne era un po ' tumefatta.

In tale momento ini ziò la nostra prigionia vera e propri a giacc hé p e r la pr ima vol ta venimmo a contatto con gli uffi cia li austriaci e con la sbirraglia so ldatesca, ch e in veri tà non s i occupava granc h é di noi a ltri, cons id erandoci ormai un bra nco di armenti rin chiusi nell'o v ile.

Affama ti , vedemmo e chiedemmo un po' di pan e e non ne a vemmo che un minus co lo p ezze tto di sa p ore indecifrab ile. Qualche uffic ial e ci u sò la cort es ia di offr irci d elle siga re tte e d ell'acqua.

Dopo circa mezz 'ora ci in colonnaro no e, co n scor ta a rmata, ci condussero a d un altro co mando, credo di bri ga ta. Quivi trova i l' asp irante medico Guazzo, il ca pitano Baroni, grossetano, vecchia conoscenza fioren tina del ta volo di Gilli4, spasima nte di un a mia cugin a, e il capi tano dell'Acqua d e l 2° Battag lione.

Non tardarono a inco lonnarc i nuovam e nt e e d o po un a lunga e snervante ma rcia, alle 2 del mattino d e l 27 ottob re giu ng emmo a Rifemberg\ sede del

"

Dante, l11Jm10, Canto I, 23

1 L'a utore s i riferisce ad un episod io de ll a battag li a di Wa terloo. I fr ancesi e ran o oramai scon fitti, e so lo un reggimento della Gua rdi a Imperiale , comandato dal generale Pierre Cambronne, rel>i s teva in fonn.uio ne a quadrato, benchècircondato dagli inglc:,i. Questi chiese ro la resa ai francesi du e volte, ma Cambronn e rifiutò Cli ingles i, dopo ave r aperto il fuoco, tornaro no a c hi ede re la resa Sembra che Ca mbronne, spa ;,; ie ntito, a bb ia rispos to: «Merd r 1»

• Storico caffè fiorentino, ancor oggi esistente.

'Più correttamente scritto Reifenberg, oggi in Slovenia, dista ci rca 15 ch ilometri dal Mon te Faiti.

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comando di divisione Era già dalle 16 del giorno precedente che si era in cammino, e quale ca mm ino! Ben si potrà immaginare in q u al i cond izioni fisiche e spiri tuali si giunse in que lla località!

Così un senso di sdegn o e d i disgusto ci invase a l lorché scorgemmo, in un recinto, una quantità notevole di soldati prigionieri che cantavano, ridevano e sc h iamazzavano come se attendessero la "tradotta" 6 per recarsi in lice n za! Anche qui incont rai altri ufficiali de l mio reggim e n to e di al tri reparti e il nostro sepolcrale sil en zio faceva sinistro riscont ro con la gazzarra dei so ldati.

Un uffic iale aus t riaco dall'accen to p re t tamente veneto, con modi inurba n i, ci in tro duce in un a piccola b aracca, così angusta da n o n consentirci nemmen o di sdra iarci per terra poch i alla volta . Affranti dalla stanchezza, dal le vic issitud ini e dalla fame vegliammo tutta la not te in piedi, alla guisa d i una m a n dr ia. So lo alle 6 in luride gavet te ci di str ibuirono una specie di tè con rum, una m ic roscopica fet ta di pane ed una altrettanto microsco pi ca fetta di u n certo miscuglio che assomigliava al salame; in com p enso furono prodighi di sigarette, in verità eccellent i e oltremodo gradite.

Alle 9 il solito ufficia l e ci r itirò tut ta la corrispondenza e le "carte" che avevamo indosso, per essere, disse lui, esaminate, co n la p romessa che il t u tto ci sarebbe st ato res titu ito. Fino ad oggi devo ancora rientrarne in possesso Po tei salvare solo una Sacra Immagine manda ta m i d a ll a mamma

"L'irredento da non redimere", come già fra noi si chiamava l'u fficia l e austriaco da ll'accento veneto, ci aveva dato l'assicurazione che l'ulteriore tappa si sarebb e co m piuta in camion. Invece alle 10, spiace nt issimo disse l u i, ci incolonnarono di nuovo e, con un caldo quasi soffocante, ci si diresse verso San Da n iele del Carso Il primo scaglione era composto da ufficiali, a cui seguiva de lla truppa, tra la q u a le osse rva i ch e alcuni sottufficia l i e graduati, durante la m a rcia, chissà mai perché, si toglievano dalla giacca le insegne del grado. Nemmeno tra costoro rintracc i ai il m io at tendente e i por taferiti . «Che ne sarà di loro?)), mi chiedevo

Seb bene il p iede fosse se m pre dolorante, forse pe r il riposo della notte, mi f u possibile compiere a ll a meglio quella fa ticosa m a rci a s u terreno accidentato e in collina .

Giw1gemrno a Sa n Daniele verso le 13 . Su l p aese v igilava un antico maniero e noialtri ufficial i fu m mo chiusi in un c inematografo situato ai margini dell 'abi tato, nei press i della s tazione fe rroviaria . Dopo m ezz'ora fummo condotti nel giardino d ell'os p ed a le militare, che e ra impian tato in quella specie di fo rtezza. Trovam mo dei tavoli e de ll e panche dove i p i ù solleciti, ed io tra questi, potero n o finalme nte m e ttersi a sedere .

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" Convogl io fe rrovi ario usato per t raspo rtare soldati in l icenza, oppure, più in generale, pe r il movimento delle truppe.

Finalmente dopo ventiqua ttr'ore di digiuno, si ebbe qualcosa da nrnngiare, ed il primo menù di prigionia consistette in una minestra d'orzo con sos tan ze dolcias tre e piccanti, un .pezzettino di lesso, pane quasi a volo nt à dal sapore amarog nolo, un'indefinibile torta di sapore a ltrett an to indefinibile ed una bev anda da loro pomposamente chiamata caffè La fame, però, ci fece tutto trangugiare e ritengo che quelle viva nde costituissero il pasto degli ammalati e fosse ro cuci nate da monache, che vidi con strane cuffie in testa.

La nota comica in mezzo a tanta tragicità non doveva mancare! Chiesto di una latrina, c i condussero a gruppi, scorta ti da una sentinella, fuori dell' ospedale, in uno spalto, e quivi ci fu indicato un cartello su di un muro su cui spicca va l'insegna "abort", latrina . Ma guarda e riguarda questa non si vedeva, ne mmeno una di quelle che si usano costruire "al campo". Scoraggiati, domandammo di nuovo alla sen t inella, che ci fece comprendere che ciò che si chiedeva era lì, a portata di mano, lì all'aria aperta, dietro al muro e so p ra lo spalto, dove sot to v i era una strada dove, di tanto in tanto, passavano dei borghesi e dei militari.

Ma non si pote va scoppiare ed avere falsi pudori in terra nemica. Così, messi in bella fila, coram populo7, con tanto di sentinella con baionetta innestata, so ddisface mm o ai no stri bisogni!

Alle 15 ci rinchiusero nuovamente nel cinema to grafo dove era impiantata un sim ula cro di "b uvett e" 8 che forniva soltanto "aphelwein - vino di me le" 9 , a due corone il bicchiere.

Ce ne restammo a gruppetti e, acquie tatosi un po' lo "shock" che ci aveva colpito, più o meno animatamente si indugia sulla nostra sorte e con infinita tristezza si pensa al non lontano cam po di concentramento .

Come se ques to no s t ro stato d'animo non fosse sufficiente a deprimerci e a immalinco nirci, un goffo u fficia le, addetto alla nostra sorveg li anza, balbettando un po' di i taliano, con perfido ve leno e ironia si divertì a comunicarci per primo la grande sconfitta che aveva subi to l'Italia Secondo il s uo parere all 'Italia non rimaneva che darsi vinta

Rimanemmo perplessi e stupefatti alle sue parole giacché era nostra co nvinzi one che fosse stata occupata sola m ente la n os tra linea del Faiti, come da tempo accadeva, passando da una mano all'altra, un episodio iso lato senza gravi conseguenze. Ma il perfido volle darcene la prova favorendoci un giornale di Trieste, "Il Lavoratore", scri tt o in italiano, dove a cara t teri cubitali si annunciava la nostra grave disfatta! I pochi giornali sono presi letteralmente d ' assalto e con grande ansia e dolore infi nit o leggiamo tali notizie, tra cui

7 Letteralmen t e "davan t i a tu tto il popolo"

" Modo desueto per defin ire un p iccolo lo ca le per la mesci ta di b ib ite e liquori.

q P iù corretta mente sc ritto" Apfe lwei n ".

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quella che le fedelissime truppe di S.M. l'Imperatore marciavano verso Udine!

Non bastò questa umiliazione, visto che, di quando in quando, sporche femmine slave, accompagnate da ributtanti ganzi, venivano a osservarci rinchiusi là dentro, con sguardi altezzosi e sprezzanti. Tre o quattro colleghi, al loro gi ungere, iniziarono a voltargli le spalle in senso di spregio e di disprezzo, e ben presto noi h1tti, ostentatamente, seguimmo quell ' esempio!

Alle 15 venimmo condotti alla staz ione ferroviaria, dove ci stiparono in vetture di seconda e terza classe, mentre la truppa fu ficcata a forza in carri bestiame aperti. Ma i soldat i continuavano a cantare e a sch iamazzare! Dopo ben quattro ore di attesa partimmo per una destinazione a noi del tutto ignota. Non so quante soste più o meno lunghe facemmo per strada, perché, accucciatomi nell'angolo di una vettura di seconda classe, dormii "a masso" per tutto il tragitto, svegliandomi alle 3 del mattino successivo - 28 ottobre - quando scendemmo alla stazione di Oberlaibach-Lubiana10 superiore . Sotto un'acqua torrenziale, e senza impermeabile o cappotto, ci incamminammo verso questa cittadina, giungendovi grondanti d'acqua alle 5. Fortunatamente dopo il riposo notturno il dolore a l piede andava diminuendo, e così potei compiere abbastanza bene la lunga marcia.

Mi riesce difficile descrivere quale fu la mia gioia quando, al chiarore dell'alba ancora incerta, scorsi, in mezzo alla massa amorfa della truppa, il mio attendente. M i precipitai verso di lui, ma la contentezza del momento fu quasi subito troncata bruscamente da tm rude soldato di scorta che mi fece ritornare nei ranghi.

Dalle poche parole scambiate appresi che mi aveva perduto di vista perché era stato seppellito da una granata insieme ad alc uni portaferiti, che a stento erano riusciti a sollevarsi, anche se purtroppo mancava il por taferiti Merelli, di cui temeva la perdita.

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10 Questa stazione, s ituata a nord di Lub iana, serviva anc he un campo d i av iazione aus tro -ungarico.

La quarantena

Dopo aver sostato per circa un'ora in mezzo alla fanghiglia della strada, alle 6 il gruppo degli ufficia li fu rinchiuso in una palazzina a due piani, dalle nude pa reti, in attesa di fare il bagno. Eravamo ammutoliti e sfiniti. Era dalle due del g iorno precedente che non si assaggiava cibo, gli stimoli della fame si facevano se ntire sempre più, né per attenuare la nostra stanchezza vi era una panca dove sederci .

Finalm.ente alle 13 - dico alle 13! - ci condussero al bagno. Un ba gno invero a lquan to originale . Erano delle docce dalle qua l i a so rpre sa scendeva ora acqua b o llente ed ora fredda, che ci faceva compiere innumerevoli piroette. Il sapone av eva una consistenza farinacea e si sfaceva al primo co ntatto con l'acqua calda. Per asciugarci ci dettero una specie di lenzuolo, uno ogni ven ti persone. Alle 15 ci distribuirono il ra n cio consisten te in mezza pagnotta di pane di sapore e co lore indecifrabile, del brodo, circa 100 grammi di lesso con crauti dal sa pore orripilante, ma data l a fame a tutto facemmo buon viso, già p ensando che da questo giorno dovevamo dimentic are di avere uno sto maco a cui affidare il nostro nutrimento!

A ciascuno di noi fu consegnata una posata e una gavetta consistente di un primo recipiente a forma di piccola casseruola con manic o e di w1 secondo, s ovrappos to, a forma di piatto, alla cui pulizia s i dovev a provvedere personalmente, senza però avere la possibilità di asciugarlo. Dopo di che ci tradussero in alcune stanze dove erano sistemati dei fetidi pagliericci, sui quali avremmo dovuto riposare.

Intanto principiavano ad affluire lunghe teorie d i prigi o nieri, ufficiali e soldati delle più disparate Briga t e e Divisioni . Solo allora intuimmo, e poi ne avemmo la conferma, che il no s tro esercito aveva s ubito una severa disfatta .

All'amarezza della notizia si aggiungeva, per n oi uffi cia l i, il vergog no so contegno dei soldati che non sentivano l'onta della prigionia e l'amore p er la patria, ed erano, anzi, di una allegria smodata, cantavano e sghignazzavano come se si trovassero nelle loro caserme.

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Ad un capi tano di Stato Maggiore che, recatosi cas ualmente in linea, era stato catturato e che più degli altri s i indignava, feci comprendere come purtroppo si spiegava lo stato d'animo dei soldati.

on era un mistero, dissi, che spesso fos ero sempre le stesse divisioni e brigate a cu i venivano assegnati i compi ti più ardui, dove le altre fallivano, e con perdite spaventose riuscivano a conquistare posizioni nemiche quasi inespugnabili. Questi reparti non solo non avevano un congruo periodo di riposo , ma accadeva spesso che improvvisamente le licenze fossero sospese per in traprendere una nuov a azione. A tutto questo si dov eva aggiungere che non veniva minimamente curata l'assistenza morale alla truppa 1 , tanto che il fante si domandava "perché devo essere sempre io quello che deve andare a risc hiare la pelle?". Ricordai , pur bias imando quelle rivolte, i dolorosi fatti di S. Maria La Longa 2 e del Vallone, dove si procedette alla decimazione in massa.

U capitano di S.M. che, fresco fre sco, era uscito dalla Sc uol a di Guerra non era del mio parere, e poiché g li ufficiali che erano stati a diretto contatto con la truppa condividevano le mie idee, si accese una animata discussione, interrotta quasi s ub ito dall'avvicinarsi d i un ufficiale austriaco.

Costui si insinuò tra noi come una biscia e con voce che tradiva, più che l'emozione, la gioia, ci annunciò che Udine era stata occupata dall e truppe austro -germanich e. Così dicendo ci in vitò ad avv icin a rei alle finestre. La cittadina era tutta imbandierata con il vessillo giallo-nero dell'aquila bicipite! Non è va na retorica se scrivo che a molti di noi gli occhi si riempirono di lacrime. Un cupo s ilenzio ci avviluppò e ness uno per lungo tempo ebbe il coraggio, o la forza, di pronunciar parola.

La mattina seguente molte copie del Lnvorntore avevano inondato il nostro reclusorio. L' infame gazze tta it aliana descriv eva con ampi particolari la presa di Udine, l'indomito coraggio del vincitore e la vergognosa fuga dello sconfitto!

Era triste pensare che li Lavoratore, organo del partito socia lista, si stampava in

1 Su questo argomento si veda U. MOR0771, "Giornali di trincea", in 1915: l'Italia entra in guerra. Ln Toscana si 1110/Jilita, atti de l convegno di s toria militare, Firenze, 4 maggio 2015, a cura di U. Mo rozzi e C. Sodini, Firenze, Phasar Edizion i, 2015, pp. 71-96.

L'autore si riferisce ad un episodio che coinvolse la brigata Catanzaro. Qul'sto reparto era stato impegnato in maniera molto intensiva fin dall'inizio della gul'rra, e si era comportato in modo valoroso cd ero ico, ottenendo anche una medaglia d'oro a l vn lor militare conferita motu proprio dnl re. Ne l 1917 fu impiegata più volte su terreni molto impegnativi e subì notevoli perdite. Dal 7 al 24 giugno fu in interrottamente in linea nel settore di Jamiano. li 25 giugno fu fatta scendere a riposo presso il paese di S. Maria La Longa, in provincia di Udine.1115 luglio il periodo di riposo fu annullato e la brigata riCl'vette l'ordine di essere impiegata nuovamente in prima li nea. Questo provvcdiml'ntosuscitò notevoli proteste, e ques te s i trasformarono presto in aperta rivolta. Alcuni d ei più facinoroc,i aprirono il fuoco contro gli ufficiali ed i compagni che non volevano seguirli. Per sedare il tumulto vennero impiegati una compagnia di Carabinieri, varie mitragliatrici e persino dei cannoni leggeri. li combattimento terminò solo con l' alba. Venne dichiarato che sarebbero s tati fucilati quei sol d ati della Catanzaro che avevano la can na del fu c il e calda, e fu ordinata la decim az ione de l rC'parto. All'alba d e l 16 luglio vennero fucilati sedici uomini.

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quella Trieste per la quale avevamo sfidato, e fino ad ora vinto, il possente eserci to degli Asburgo.

Erano addetti alla pulizia dei locali alcuni prigionieri russi, con il loro caratteris tico berretto piatto dalla corta visiera, sudici, sporchi, affamati c h e eseguiva no gli ordini degli austriaci a colpi di scudiscio. Tale visione sarebbe stata necessaria a quei nost ri so ldati che, non ancora consci della loro sorte, inconsideratame nte andavano dicendo che la guerra era finita per loro e per tutti!

La fame di questi russi era ta lme nte spave nto sa che s pesso li si vedeva litiga re e veni re alle mani tra loro per raccogliere da terra e dalle immondizie le bucce o i torsoli di mela che noi gettavamo.

Le mele che si trovavano in abbondanza in quella località erano il cibo c h e, pi ù del rancio, ci nutriva. Con infinite astuzie e circospezione ci e ra p oss ibile ac quistarle attraverso le finestre dalle donne slave, che prima di consegnarci la me rce pretendevano il pagamento .

Ladri matricolati questi "mugich", ridotti in uno stato miserando, nei primi gio rni furono capaci di rubare delle scarpe, per cui fummo costretti, andando a dormire - in tre su due pagliericci - a n asconderle sotto il pagliericcio, oppure a coricarsi calzati.

Tale disavventura capitò anche al capitano di S.M. di cui ho già par l ato, a cu i furono rubati g l i stivali con i quali "faceva la guer ra ". Non era naturalme nte possibile acquistarli, che le calza t ure, al pari di tutti i generi di abbigliamen to e dell'alimen t azione, erano razionati e conveniva possedere una certa tesse ra per comprarli .

Inso fferenti di essere a contatto di tale gente che, pur appellandoci "bono ita liano" ci lasciava nella sporcizia e ci rubava tutto quello che poteva capitare so tto mano, un tenente colonnello che parlava perfettamente il tedesco chiese all' ufficiale austriaco addetto che ci fosse concesso di avere a disposizione qualche nostro soldato. Dopo infinite richieste ci fu dato il permesso di usufruire del proprio at t endente, se questo si trovava s u l luogo. Fui uno dei pochi for tunat i che ebbe questo privilegio e, non senza emozione, potei ave re vicino a me, per alcune ore del giorno, "l'inistimabile" Ma rzuo li. Quanti ricordi condividevo con lui della nostra prima giovinezza e della nostra cit t adina!

Se da questo lato la situazione cambiò completamente, altrettanto non potevo dire per il disagio in cui mi trovavo per non avere la possibilità di cambiarmi la biancheria, e nel ritrovarmi senza alcun oggetto per la pulizia personale. Avevo un so lo fazzo l etto, che mi serviva anche da asc iu gamano e c h e Marzuoli lavava di cont inu o .

La divisa e le scarpe erano già ridotte in stato miserando, e, per colmo di sven tura, ero senza berretto e cappotto, mentre il freddo già si faceva sentire. Di solito stavamo in un ampio cortile il cui cancello dava su u n a s trada secondaria, e da questo cancello po t ei acquistare, da uno dei tanti nostri soldati

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che venivano avviati al vicino centro di raccolta, un luridissimo ed ampio cappot to, e da un bersagliere iI suo fez, diventando in tal modo goffamente ridicolo con quella eclettica uni forme. Dopo alcuni giorni ci fu possibile avere un barbiere e in tal modo caddero abbondan ti zazzere e barbe di ogni foggia e co lor e.

La maggior parte di noi era assolutamente priva di oggetti di pulizia e di biancheria, qualcuno da più di un mese aveva indosso la s tessa camicia e gli stessi calzini. Numerose e reiterate furono l e domande di poter uscire per fare degli acquisti, finché un giorno ci fu dato il permesso.

In squadre di dieci alla volta, scorta ti da due territorial i co n baionetta in canna, ci recammo nei n egozi, dove i prezzi ci sembrarono addirittura fa ntastici relativamente al buon prezzo italian o . Fortuna vo.lle che avessi un po' di denari con me e in tal modo acquistai un paio di mutande di co tone (40 coro ne); w1 paio di calzini (6 corone); una maglia (70 corone); un fazzoletto (3 corone); e via dicendo.

li cambio della moneta era alla loro mercè e vedendo che il mio peculio si assottigliava dovetti limitarmi n e lle spese, ma dovetti forzatamente comprare anche un a spazzola da capelli, uno spazzolino e polvere per denti, ed un asciugamano. Il sapone destò il n ostro stupore, si trovava sotto forma di u n ciottolo di fiume, che dopo aver fatto un po' di schium a andava tutto in pezzi e diventava una poltiglia melmosa.

I denari ci erano soprat tutt o necessari per acquistare, di contrabbando, il pane composto da ogni sorta di farine e di surroga ti, al p rezzo di 1O Kr. l a pagnotta, che era di circa 600 grammi La caccia alle siga rette e al tabacco era addiri t tura spie tata, e lo si trovava a prezzi iperbolici, perc h é razio n ato.

Gli austriaci non si curav ano di controllare chi di noi fosse già uscito e dunque potevamo us u fruire quasi ad libitum della concession e avu ta. Fui uno di quelli che, con altri ufficial i, si recavano più s p esso in paese . Durante queste nos t re peregrin azioni avevamo notato alcu n e "gos tilne", o trattorie. Spesso, approfitta n do della disa tt enzione della scorta, che in veri tà non si curava eccessivamente di noi, e facendo a volte qualc he acrobazia, ci si imbucava in una di q u este oster ie dove, in t ut ta fretta, si mangiava qualche piatto di patate o di fagiol i non conditi e delle cas tagne. Spesso da una trattoria p assavamo in un'altra , ma, al t rettanto s pesso, accadeva che un ge n darme ci prelevasse, riconducendoci all'ov ile, sepp ur se n za secca tura alcuna. Tro va mmo anche delle case p riva te do ve, non certo per generosi tà, ma per g u adagno, ci davano da mangiare qualcosa, senza essere i n tal modo di sturbati dalla genda rmeria. La più ospi tale di queste case fu quella d i una certa Jovanka e di a ltre sue parenti, da noi affet tuosa m ente ribattezzata "Giovenca" . Da le i ci si rifocillava senza paura a bas e di legumi e di patate prive d i qualsiasi condimento . Un giorno, grande avvenimen to, Jova nk a ci som mini strò del fega t o cucinato i n una strana maniera, ma a l q u ale facemmo buon viso per la novità.

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Un gendarme stazionava sempre nei pressi della casa, e doveva essere l'ama nte o par e nte di qualcuna di quell e. Senza dubbio il gendarme, uomo di una certa età, doveva essere interessato nella faccenda, per ch é, pur sapendoci in quel la cas a, mai di s turbò i nos tri festini c ulin ari, che forse pot evano trasformarsi in ben al tri festini , se l a prosp erosa slava Giovenca ed altre due comari non avessero avuto timore del s ullodato ge ndarme.

Quando non ci era dato di poter " evadere" il nostro unico cibo con tr abbandato erano le mele che b en riempivano i nostri stomaci affamati, mentre i ler c i russi si a ccapigliavano per raccogliere le bucce.

Il mio mag g iore e tormentoso pensie ro era quello per la famiglia alla qu ale non potevo in alcun modo né scrivere né telegrafare e a c ui, forse, il mio Distre tto a v rebbe comunicato burocraticamente che fi g uravo fr a i "dispersi", ter mine amaro e pi e no di dolorose incertezze .

Non senza meraviglia il 30 ci consegnarono tre car toline per prigionieri di gue rra, ne in via i due a casa, "prigioniero incolume vi abbraccio e vi penso", e la terza ad una mia zia in modo che almeno qualcuna potesse giungere a d es tinazione, ma purtroppo sapevo ch e in qu e i giorni era stata chiusa la frontiera austr iaca e nutrivo s carse speranze.

E di mio fr a tello Riccardo cosa ne sarà sta to? Si sa rà salvato? Ad ogni arrivo di nuovi ufficiali prigionieri temevo e speravo di rintracciarlo ma non fu così, e non trovai alcuno che p o tesse fornirmi notizie di mio fratello e del suo repa rto.

Ritrovai, in vece, mol ti compagni d'arme e di università, e "non v'è maggior dolore .. . " 3 ! Tra questi ultimi incontrai un so ttotenente medico di Trieste, che si era laurea to con me e che, pur conservan do la sudditanza austriaca, si era stabilito in Ital ia, do ve v i vev ano i ge n itori e che allo sco ppi o della g uerra si era volo ntariamente arruolato nel n ostro esercito Se ne s tava taci turno e appar tato, finc hé tm giorno mi confidò il suo tormento, la possibilità di essere riconosciuto e la "forca" c he lo attendeva. G li g iur ai che con nessuno avrei fa tto parola del s uo s ta to e che in qualsiasi evenienza ero pronto a tes timon iare che il suo cogno me e ra na t ivo d i Padova e c he s i e ra laureato in qu ella c ittà . Lo persi poi di vis ta e nulla più seppi di lui. Anche tm brigadier generale si tro vava con noi ma fu au torizzato ad alloggiare in un albe rgo .

Oberlaibach, in slavo Vrhnika, è una graziosa cittadina che, pur prettamente slava, risente dell'influenza e presenza dei numerosi tedeschi di ieri e di ogg i e ciò s i nota anche nelle sue cos tr uzioni. È quasi tutta circondata da superbe foreste e vi scorre il fiume Sava, alquanto limaccioso. Un nos tro tenente di complemento, insegnante in un liceo, ci d iceva che Orbelaibach è la romana Nauportum in Pannonia, regione che venne poi chiama ta Carniola.

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' L'autore fa riferim en to a l canto V dell'Inferno d i Dante : "Nessun maggior dolore / che ricordarsi del tempo felice/ ne la miseria".

In paese erano numerose le profughe, specialmente di Gorizia e di Triest e che qui si eran o rifugiate. Quando uscivamo in paese queste, parlottando tra loro, ci additavano con livore e malcelato odio . Questi sen timenti giun sero a tal punto che, mentre pass avano in un crocchio, imprecarono co n tro l'Italia traditrice, esaltando il valore del loro esercito che ci aveva cacciati dalle loro terr e e cit tà. "Tantis verbis nullum par e logium!" 4 •

Venne il giorno in cui annunziarono che tra breve saremmo partiti per il " Lage r", e il 3 novembre alle 11 e 30 ci mettemmo in marcia . Eravamo circa 700 ufficiali.

Prima della partenza d istr ibuirono due pagnotte e mezzo di pane, che dovev ano servirci per i tre giorni di viaggio. Alla m eglio le ficcai nelle capaci tasche del cappotto che già fu di robusto e solido soldato.

Fummo passati in riga dall'irsuto comandan te del presidio, e qu es ti, a mezzo di interprete, cercò di imporci, in modo energico e perentorio, di staccare dalle nostre divise e di consegnargli le nostre mostrine, forse per farne omaggio a qualche is terica e nevropatica amante, avida di trofei ita liani. Quelle mostrine rappresentavano per tutti noi il no s tro sfo rtunato va lore, i nostri morti, la nostra Patria, e s ilenziosamente ci opponemmo a quell ' assurda richiesta che ci avviliva.

Ma purtroppo eravamo i vinti. Ad un cenno del vile comandante si fecero dappre sso dei gendarmi, e l'interprete in modo minaccioso ripeté l'o rdine in modo tale da non ammet tere indugi.

Così, mentre co loro che si trovavano nelle prime file dovettero subire quel!' onta, la magg ior parte degli altri u fficiali fecero in tempo a far sparire e na sco ndere le proprie mostrine. Così po tei anche io tenermi le mie innocue "pipe"5 •

4 L'a utore s i riferisce al l'ep ita ffi o pos to s ul sepolcro monumen tale di Nicol ò Machi ave ll i nella e h icsa di Santa Croce a Firenze, modificando lo in maniera intenzionale. "Nessun elog io è par i a parole s imi li". L'ep itaffio origi nal e, invece, rec it a: "tanto nomin i n111/11111 par elog i11m", ossia "a co sì gran nome nessuna lode è pari"

5 Modo in cui, in ge rgo mi li ta re, veniva n o definite le mostrine con t ma so la fiamma, che per la for m a ricordavano un.a pipa, tipi che per i corp i d'art igl ieria, ge n io e sanità.

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Ve rso il campo di conc e ntramento

Con molta tristezza m i separai da ll'affezionato e sempre vigile Marzuoli. Ci mette mmo in cammin o alle 11, alla vol ta della stazione ferro v iaria di Brestowizz1, dove giungemmo, stanchi e affamati, alle 15 e 30, e, horribile visu, ci rinchi usero in carri bestiame, contene n ti ognu n o venti uffi cia li. Fu un coro di in dignaz ione e di protes te contro l'I. e R. scorta austriaca, scordandoci, forse, che erava mo i vinti in mano di uomini che ci odiavano.

ln tal guisa iniziammo un viaggio di sas troso, umiliante, in mezzo al freddo, alla fame, alla stanchezza che quel sistema di trasporto davvero bestiale ci arrecav a.

Vi erano, è vero, delle panche nel vagone, come nelle nostre tradotte, non su fficienti però a farci stare tutti quanti seduti, né potevamo sdraiarci per terra per il poco spaz io e per la sporc izia che vi dominava. Così a turno, e con r ecipro ca comprens ione, ci a l ternavamo i posti a sedere.

li g iorno lo passavamo chiacchie rando, maledicendo, fumando quei rimasugli di tabacco ch e avevamo per le tasche, ma la sera purtroppo giungeva ben presto e non vi era alcun mezzo di illuminazione e, come tan te pecore, al chiuso ce ne stavamo appoggiati l'un l'altro, senza dormire ma attendendo con a n sia che spuntasse un nuovo giorno. Un soldato armato era la nostra scorta e guardia, di cui non ci preoccupavamo minimamente. In là con gli anni, con baffi e favo riti alla Francesco Giuseppe se ne s tava se du to in un angolo, con il fucile fra le gambe, arrotolando di continuo sigarette.

Senza numero fu rono le sos te lungo il viaggio e nelle stazio ni, tal che mentre era stato previsto di giungere al luogo di destinazione in du e gionù, occorsero ben qua ttro giorni e quattro notti, in mezzo a gravi sofferenze, continuamente rinclùusi.

Se talvolta qualcuno di noi azzardava ad aprire lo sportello durante qualche fer mata, e ciò anche con il taci to assenso del vecch io territoriale, s ubito uno

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1 L' autore si riferis ce a ll a ci t tad in a d i Brezov ica, circa 13 chilomeh·i a nord es t di Ob ed a i.bach.

"sbirro" lo richiudeva violentemente, non senza aver prima tuonato contro l'anz ian a guardia, min acciandola di chiss à quali puni 7,io ni. Questo gioco di tira e molla, di apri e chiudi, durò fino a che lo "sbirro", spazientito, non fece scendere la nostra scorta e, dopo averla presa per il bavero del cappotto, non gli det te ordine categorico - così c i disse un nostro uffi c iale che conosceva il tedesco - di impedire assolutamente l'apertura dello sportello, ricorrendo anche all' u so delle armi, se fosse stato nece ssar io.

ll paesaggio che attraversavamo e che si poteva scorge re dalle piccole aperture situate in a lto del carro bestiame, ebbe in un primo temp o una cer ta attrattiva, per le innum erevo li m ontagn e rocciose o ricche d i foreste di a beti o d i faggi, poi divenne monotono allorché attraversammo una pianura piatta, squallida, sconfinata, nella qua le solo di quando in quando s i scorgeva no distese dì meli e di cavoli. ella prima parte del nostro viaggio attraversammo la Slovenia, così che partiti alle 17 del giorno 3 da Brestowizz, giungemmo alle 14 del giorno s uccessivo alla staz ione d i Laib ach- Lubiana.

Qui, fatto inaudito, ci fu concesso di scendere e di andare al buffet di quella stazione ma forte fu la nostra delusione non trovando ciò che più s i desiderava, cioè il pane, ma soltanto una sp eci e di salamino, delle mel e e apfhel-wein. on pochi, approfittando della inevitabile confusione, arraffarono senza spendere un soldo!

Non ricord o a che ora pa rtim m o, ma rammento un s ini s tro caste llo su di una collina che dominava la città dove, s i diceva, erano rinchiusi dei prigionieri italiani.

All'alba d el mattino seg uente, g ià en trati in S t iria, si g iu nse alla staz ione di Steinbruch, posto di un orrida bellezza alle propaggini delle Alpi stiriane, con

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CG, FC2, Lubiana in una foto-cartolina dell'epoca , in particolare il castello.

mon tagne a picco con selve foltissime in mez z o alle quali scorre la Drava. Qui ci dis tribuirono un po' di "caffè", con un pezzettino di pane e tre fettine di na useabondo salame.

Con andatura poco più che pedestre, e con infinite soste, alle 14 fummo a Prag erof, dove s i cons umò il soli t o brodo, il so l ito pezzettino di pane, di les so e di salame. Durante questa sosta mi fu poss ibile , con astuzia e cautela, recarmi con altri ufficiali al buffe t , do ve - meraviglia! - si po t é acquis t are del pane e del salame più commestibi li Fu nel ri s torante ch e alcuni borghesi, vedendomi in testa il "fez" mi domandarono se fossi un militare turco. Gli risposi seccame nte : «Ital ie nich, katholisch griesgefangene offi z ier! »2

Infr uttuosa invece fu la ricerca di tabacco e di sigarette, di cu i s i principiava a dife ttare . Durante ques t a sosta incrociammo un convoglio di trupp e germanic he dall'aspetto truce e selvaggio diret t o al nostro fronte.

Ci raggiunse anche un altro convog lio di prigionieri italiani diretti in German ia, costoro erano a bbond antemente riforniti di ogg etti saccheggia ti nei negozi durante la ritirata , fo rse certi di porta rs i a casa il loro bo tt ino. Avevano co n sé un v ero emporio, dalle penne stilografiche agli orologi, dalle mutande da donna alle calze da uomo . Ben presto iniziò tra noi ufficiali e qu ei solda ti un attiv o commercio e molti di questi m iserabi l i, anziché denaro, s upplica va no il pane, t a lmente erano affama t i! In ta l modo, privandomi di un p o' di pane e di qua lche corona, acquistai una camiciola di lana, un paio di guanti d ello stesso materiale, e alcun i fazzoletti. I nostri sol d ati viaggiava n o in carr i b est iame scoper ti e g ià la temperatura era un po ' rigida. Non li udii più can t are e schiamazz are come i n passa t o, erano s t anchi, avviliti, in preda alla fame. Iniziavano forse a rendersi conto di cosa vo lesse dire ess er prigionieri

Ripartimmo alle 19, dopo cinq u e ore di sosta, arrivammo a Graz alle 8 del gio rno s uccessivo, 5 n ovemb re. Era la cit t à che basto nava a sangu e gli univers ita ri irredenti, dove gli univer s itari it a liani, facendo dimostrazioni ostili ali' Austria, quasi sempre venivano alle mani con i poli z iot ti, mettendo in se rio imbarazzo il governo di G iolitti3. Ri cordo i tafferugli avvenuti alla Lizza a Siena dura nte uno di questi minacciosi comizi, nei quali non ci perita va di can t are delle sconce s trofe co ntro l'imperatore Francesco G iu seppe !

Anc he qui la so li t a s brodaglia di ranc i o, e mentre la nostra scorta di p ane di minuiva a dismisura, la fame aumentav a semp re più. Comunque potemmo

2 La frase s i scr ivere bbe corre tta mente: " lta lie n isch katholi sch kr iegsgefangene offizier" e sig nifica : " Ita lia n o, catto lico, uffic ia le pr igioniero d i g u e rra " .

3 L'auto re si riferisce ad a lcuni episod i avv e n ut i fra il 1907 e d il 1908 a Graz, in c ui gl i s tu denti italiani dei territori irred e nti organizzaro no d imostrazion i per o tte n ere l'ape rtu ra di una lib era unive rs ità ita li ana s ul territorio imperiale. Queste dim ostraz ioni furono duramen te re presse dalle au torità austriach e . Cfr. J. SoNDEL- C ED A R:v1AS, Trieste o nulla! La richiesta dell'università ital iana i n Aust ria negli sc ritti degli irredent is fi - 11az io11 alisti ilal ia11i ( 1903 - 1914), La Mus a Ta lia Ed it ri ce, 2014

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attutire gli stimoli della fame, mangiando qualche mela, una occasionale rapa e talvolta del granturco in pannocchia che qualche astuto villico furtivamente ci vendeva. é poteva essere diversamente, visto che il così detto "rancio" ci veniva distribuito quando e come piaceva alle autorità austriache. Così, ad esempio, dalla mattina alle 5 si giunse se n za cibo alle 3 de l mattino successivo, allorché, giunti nella sp lendida stazione di Wiener eus tadt - Nuova Vienna, fatto inaudito e sorprendente, ci condussero, a turno, al res taurant, dove si videro dinnanzi a noi delle tavole apparecchiate, anche se sprovviste di tovaglia e tovaglioli. Finalmente ci fu dato di sedere su di una seggiola e mangiare su dei piatti una minestra in brodo, bollito, il solito salame, una fettina di pane ed una bevanda di sa por e acidul o . Anche se il pasto si pag ò 2 corone rimanemmo soddisfatti per esserci una buona vo lta assisi ad un tavolo. Infruttuosa, invece, fu la ricerca di pane e di sigarette.

Ripartiti alle 5, alle 6 e 30 si giunse ad un a s tazi one secondaria di Vienna, l'odiata capitale asburgica di cui si scorgevano in lontananza i camp anili. Uscii come da un sogno pieno di incubi quando in v icinanza di un passaggio a li vello vidi i tram., che mi ricor da vano la vita felice e so prattutto la lib e rtà!

Anche qui avemmo m odo di apprezzare la solita sb rod ag lia e fu qui che ebbi il primo scontro con un funzionario di S.M. l'Imperatore. È noto che._in Austria, dal Re Impera t ore all'u l timo impiega to statale, u sa no port a re per copricapo un curioso berretto a foggia di pan di zucc hero , rigido, che ben si osserva nelle stampe e nelle oleografie riproducenti le nostre battaglie del risorg imento, quella di Radeschy4, ad esemp io, e dei suoi ufficiali.

Mentre s i at t endeva la partenza che mai avveniva, ce ne stavamo a gru ppi , seduti sui marciapiedi della s tazion e, ragionando del più e del meno . lo me ne stavo in mezzo a quello forma t o per la ma ss ima parte d a fiore ntin i. Osservando il piccolo traffico di quella stazione, più volte erano passati dinanzi a noi dei ferro v ieri con il loro caratteristico "pentolino" in testa, e si ridacchiava di quella forma così ridico la e antiestetica. Ad un tratto M eo ni, fiorentino, e sclamò ad al ta voce: «g l i è bono pe' facci covà i rondoni! >~ a cui segui una fragorosa risata di noi tutti ed io non potei fare a meno di aggiungere «bel mi' latt o ne!»5 accompa gnando le paro le con il gesto.

In quell'istante "pignattino", accortosi che lo s i osservava, ed avendo intuito nel mio gesto un atto contro di lui, si voltò di scatto e g ridand o parole per noi incomprensibili ma irate, mi assestò due pod eros i caz zo tti che ci fecero a mmuto l ire tutti quanti, senza la possibilità di fargli assaggi are quelli italiani. Il fatto non ebbe segui t o e dopo il suo sfogo "pignattino" andò per i fatti suoi.

5 Modo di dire tosc ano, oramai desueto, che desc rive l'azione di "dare colp i a mano aper ta su un cappello a c ilindro

• Più co rrettam e nte scritto R11det zki.
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"

Ripartiti dopo mezzogiorno , incrociammo un lungo convoglio di truppe ge rmaniche con numeroso materia le bellico, diretto al fronte ital iano, co n va goni infiorati e infestonati. Provammo una stretta al cuore nel vedere la ca lata dei nuovi barbari!

F u lì, in aperta campagna, nel cuore della "Osterreichisch-UngarischM ona rchie" che il no s tro convoglio fu diviso in due. Quello a cui appartenevo io era diretto al campo di concentramento di Sigmundsherberg, l'altro più nume roso a quello di Matthausen 6; chi avrà maggior fortuna dei due gruppi?

Del 70° Reggimento rimanemmo sol t anto io, il Te nente Spighi del Comando, e l'as pirante medico Guazzo. Gira e rigira, fermandoci molto e camminando u n poco intorno a Vie nna, verso le 15 si iniziò nuovamente il viaggio verso la depor tazione . Giunti su di un ponte dell'azzurro Danubio, fiume di incomparabile bellezza e maestà, ci fermammo e alle 16 ci distribuirono il rancio, in una m anie ra nauseabonda e scan dalosa. L'incarico era stato affidato ad un astuto t ratto re che già era pronto con il cibo e, meraviglia, anche con i piatti. La merav iglia si tramutò ben presto in soffocato s degno, i piatti erano in numero molto limi tato e una vo lta che ci fummo mes s i in riga, dovevamo prendere ciò che ci ve n iva dato e consumare quella porcheria in tutta fretta. Quind i il piatto e le p osa t e ve nivano s trofinate con un lurido straccio, se nza che fossero la vati . In tal g uisa ci rinforzavan o anche gli s t omacucc i deboli e delicati, che tante volte a l fronte sbraitavano contro il mai abbastanza compianto direttore di mensa.

Ripartimmo alle 19, attraversando la "Niederosterreich", l'Austria inferiore, senz a alcuna fermata alle 22 s i giunse al Lager di Sigmundsherberg.

6 L'a uto re s i riferisce a Maut hausen, che diverrà tr is temen te noto come campo di concentramento n e ll a seconda guerra mondiale, ma già usato per il mC'd esi mo scopo durant e il primo co nflitto m o ndia le.

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.,..

L'arriv o al lage r di Sigmundsherberg

"Lasciate ogni speranza o voi che en trate!" fu il primo pensiero, alla vis ta de ll'immenso baraccamento c he, pur nella n otte, s i intravedeva su di una lunga distesa, illuminato da numerose e potenti lampade, con reticolati e sentinelle ov unque, in mezzo ad un silenzio sepolcra le .

C i riunirono in una grande baracca in attesa di fare il bagno, a gruppi di venti alla volta. Essendo circa trecento lungo ed estenuan te fu il tempo che vi impiegammo, a me toccò il turno dopo l'una del mattino, e d il bagno era davvero l'ultimo dei miei pensieri, mentre avrei avuto una gran voglia di mangiare e di fare un a saporitissima dormita.

11- 1ooko nlooo r S IGMU NDSHERBl;RG
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CC, FC2, Cartolina che mos tra un a p rospettiva del campo di concentramento cli Sigmw1dsherberg All'epoca il ca mpo conteneva 6000 prigionieri ed era w1a vera e propr ia cittadina

Vale bene la pena che indugi a de scriv ere "il rito" del bagno nei più minuti partico lari. Entrati in una prin1a stanza, che sarebbe stat a s uffici e ntem en te riscaldata se da una finestra non fossero m anca ti i vetri, ci spogliava m o completamente, dividendo i no stri indumenti in tre fagotti, bi a nc heria, uniforme, scarpe e oggetti di cuoio, e personalmente li portavamo a steri liz zare. Rim as ti in costume adamitico, un ru vido e ir uto "figaro " ci assaliva con una ma cc hinetta malamente arrotata e priva di denti , e se nza pie tà e commiserazione, in due battute ci tagliava i capelli. e uscirono fuori delle teste carnevalesche e umoristiche, anche pe rché le graffiature d e ll a to sa trice facevano fa re degli imman ca bili sga mbetti ai sacrificandi!

\fa ciò era ben poco in confronto a quello che ancora ci atte nd eva, al primo sco rticatore ne seguiv a s ubito un secon do a cui non s i sfu gg iva, il quale co n una mac chinetta peggiore dell a precedente ci depilava in ogni parte, anche le maggiormente delicate, s icc h é ci s embrava di venir sc uoiati , mentre la pell e si a rrossa va e ci d o leva.

Allorché il numero dei seviziati era sufficiente, ci conducevano sotto le docce, co nsegn a ndoci un po ' di sapone in poltiglia, innaffiandoci con acqua ora boll en te, ora fredda, per c ui si cercava di sta re il me no possibile so tt o quella tortura.

Asciugatici alla m eg lio con lenzu o li che g ià avevano servito co loro che ci avevano preceduto, si passava in un'altra stanza ove pazientemente si attendeva ch e ci consegnassero quanto av eva m o dato a s terilizzare. li "bagno forza to " ebbe termine alle 4 del mattino -7 novembre - dopo ben sei o re che eravamo entrati in quella bolgia in fern ale.

Non c i distribuirono nemm e no un po' di beveron e ca ldo e alle 7,30 ci avviarono n elle baracc he della " contumacia". Rim a nemm o dolor osa m ente sorpres i da que s ta dispo s izione, giac c hé s i rite neva c he la quarante na di Oberlaibach fosse già sufficiente.

Lun go il tragi tto per andare al "con tumax " ebbi occasio n e di farmi un ' idea s ufficie ntemente chiara del campo di concen trament o . Dapprima uno s terminato numero di baracche che potevano ricord a re un villaggio con case di legno, tutte circondate da reti colati e so rvegliate da se ntinell e armate. Poi raccapricciai nello sco rgere dietro il filo spina to una gran quantit à di no s tri pri gionieri che se ne s tavano accovaccia ti in terra a prendere quel poco di sole autunnale che la giornata offriva. Facce sparute, alla mpan a te, occhi spenti, fissi nel vuoto, s ilenzi o quasi assoluto.

Vidi inoltre numero s i bin a ri che attr av ersavano il Campo, l 'inseg na de ll'Ospedal e e qu e lla di un Teatro dei prigioni e ri.

Le due baracc he del Contu111ax eran o situate all'estrema periferia del campo, circo nd ate da re ticolati di fil d i ferro s pinato, con se ntinell e che s taz ionav a no lungo il perim e tro , ai posti lor o assegnati .

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Giungemmo alle 10, c i consegnarono l a gavetta, una coperta, e dopo ben ve ntidue ore che non p rendevamo cibo, alle 13 distribuirono il solito rancio ed, in più, u n po' di polen ta.

No n mi era mai piaciuta la polenta, ma per effetto della fame la trovai ottima e adat ta in sommo grado, in queste circostanze, a rie mpire lo s tomac o; e r ipe ns ai a Pino cchio quando il colombo lo portò nella piccionaia 1!

I giorni trascorsi al Contumax furono ben tristi e demoralizzanti, già in tutti noi si osser v avano i segni dei patimenti e delle sofferenz e, in uno stato d' animo or depresso, talvolta eccitato, che ci faceva perdere il c ontrollo delle no s tre azioni . Stivati in quelle due baracche, senza distinzione di gra do e di età, si dormiva su di un lurido paglieri ccio, tutto bitor z oluto, co n una leggera coperta che mal ci ripara v a dal freddo che già si faceva sentire su quel! ' a ltopiano. Era p e rme ss o di us c ir e p e r un br e ve tratto s u di un v iale alle cui estremità v igilavano delle sentinelle armate di un antiqua to fucile, fors e quello de l '66. 2 Ben pochi erano coloro che approfittavan o di tale concessione, sia per il freddo pungent e, si a p e rch é l a n os tra de bo le zza generale non c i in v itav a a sciupare le poche energie fi s iche che an cora ci rimanevano.

Così ce n e s ta va mo tutto il giorn o acc ov acciati nei pagli ericci, quasi inebetiti, tentando di ingannare il tempo con delle interminabili partite co n d e lJe lur id issime ca rte, comparse chiss à mai come in me zz o a noi.

A lcuni nostri prigionieri di trupp a avevan o, ig noro per quale moti v o, l'a utorizza zione a girare per il campo, da questi potemmo comprare d e lle indec ifr abi li siga rette - confezi o nate da loro s tess i - e s olo di qu an do in qu a ndo capitava qualche Mac e donia italiana al prezzo d i u n a lira l'una, cioè di una coron a, m a s olo i pochi "pes cicani" s i pote v ano p erm e tte re questo luss o.

li rancio res ta v a sempre perfido e n auseabondo. Spes so accad eva che in sos tituzione della sol ita carne e d e i soliti crauti ci de ss ero una paccottaglia di ca rote gialle cotte so l tanto nell ' acqua, e mal ripuli te, p er cui si sentiva s tridere la te rra sotto ai d e nti! Di p a n e soltan to 180 grammi al g iorno!

1 L'au tore fa rife rim e n to a ll e Avventure di Pinocch io d i Carlo Collod i, in p articolare a ll 'ep isodio in c ui Pinocchi o v iene rip o r ta to in vo lo da un g r osso co lo mb o verso la s pi aggia d a cu i il p ad re si a ppres tava a partire . I due d urante il viaggio ven gono assa liti d alla fa m e e d alla se te e decidono di fare una sos ta presso un rif u g io d i fo rtuna

"Entrarono in una colomba ia deserta, dove c'era sol tanto 1111a ca/india piena d'acqua e un cestino ricolmo di vecce li burattino, in tempo di v ita sw1, non aveva ma i potuto patire le vecce: a sentir lui, gli face v ano nausea, gli rivoltavano lo stomaco Ma quella sera ne mang iò a strippapelle, e quando l'ebbe quasi finite, si voltò al Colombo e gli disse:

- Non avrei mai creduto che le vecce fossero cosi buone!

- Bisogn a persuaders i, ragazzo mio, - replicò il Colombo - e/te quando la fame dice davvero e no11 c'è altro da mangiare, anche le vecce diventano squisite! La fame non ha capricci 11é gltiotto nerie!". Cfr C. COL LO DI, Le avventu re di Pin occh io, M ila n o, M o n da d o ri, 200 9

L'a utore si rifer isce proba b iIm e n te a I fucile Lorenz A rma ad avancar ica in do tazione ali' esercì to austro -ungarico nel 1866, duran te la Te rz a G u erra d ' Indip e nd enz a .

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Con tale vitto si deperiva ogni giorno di più, i pantaloni e le giacchette principiavano ad essere troppo abbondanti, specie per chi, come me, non aveva per costituzione fisica riserve di grasso. Fu perciò gran ventura per noi quando per tre sere si poté ottenere a pagamento della farina gialla, con la quale un ufficiale veneto, al posto di guardia, confezionava una squisita polenta.

La distribuzione del rancio il più delle volte suscitava incresciosi incidenti, baruffe, litigi, insulti e perfino scazzottate; e tutto questo perché uno si lamentava di aver avuto una porzione inferiore, un secondo per la minor quantità di pane, il terzo perché voleva essere servito per primo.

Il personale addetto si disinteressava di questo stato di cose, anzi sembrava che lo divertisse, finché un nostro ufficiale superiore credette opportuno dividerci in gruppi, affidando a ciascun capo gruppo la distribuzione del rancio. Il rimedio fu peggiore del male. Qu ei capi gruppo furono addirittura impossibilitati a porre freno alle intemperanze degli affamati che se nza distinzione di grado e di età si scambiavano insulti e minacce, quando non vo l ava anche qualche pugno.

Allora alcuni nostri ufficiali superiori riuscirono ad imporsi a quei facinorosi, e con molto tatto, ma con assoluta fermezza, stabilirono che ogni capo gruppo all'atto della distribuzione del rancio sarebbe stato sorvegliato da ti'n ufficiale s up eriore, sia per tenere la disciplina sia per controllare che fosse equamente distribuito, ricordando che qualsiasi infrazione alla disciplina e al decoro militare sare bbe s tata severamente punita al ritorno dalla prigionia. Così si eliminarono, almeno in parte, i gravi inconvenienti, pur rimanendo sempre tesi gli animi e i nervi.

Assillante problema era quello di potersi lavare, giacché nella baracca non esisteva alcun rubinetto né lavandino, ma soltanto una pompa a qualche metro di distanza fuori della baracca. Si poteva usufruire dell'acqua per circa una mezz'ora alle 18 e 30, e alla mattina dalle 6 e 30 alle 7 e 30. Durante il resto del giorno l' acqua veniva tolta. In baracca avevamo set te o otto catinelle che dovevano servire per diverse centinaia di persone. Questi bacili giravano di mano in mano e solo chi si alzava per primo aveva la possibilità di riuscire a lavarsi.

Pens avo ai precetti d'igiene studiati all'università, a come fossero qui completamente trascurat i, specie in mezzo ad una quantità di persone almeno teoricamente soggette alla "quarantena"! Non pochi infatti preferivano poltrire nei pagliericci anziché recarsi all'aperto per lavarsi, anche per via del freddo che già si faceva sentire. Credo d i essermi lavato, nei di ec i giorni trascorsi in questo lurido luogo , tre o quattro volte, avendo la sera nascosta presso di me una catinella riempita d'acqua. Intanto il comando del campo annunciava quasi giornalmente che quanto prima si sarebbe stati trasferiti ai reparti, ma lunga fu l'attesa .

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In una dell e mie rare passe ggiate lungo il viale, inc ontrai il S. Tenente Fa lvo , de l mio r eggime n to, a nch e lu i u n Contu max , e con m ia grande s orpresa venni a sa pere che tutto i l comando d e l 70° Reggimento era sta t o catturato, compreso il t e rribil e Colonnello Susanna, i tenenti Ambrogi , Piron t i e Carpani.

Non tardò m o lto ch e n uo vi u ff iciali vennero a ingro ssare le nostre file e da loro apprendemmo con acerbo do lo re tutta la gravità della nostra di s fatta . L'av evamo già co n o sciu t a dall'infame La voratore di Tri este dove, però, accanto a ll a noti z ia vittoria, ben si leggeva ch e il popolo au s tro - ungarico er a in preda all a fame e al freddo, a cui avrebbero s opperito le innumerevoli scorte che l'ese rcito tro v ava su l fe race suolo itali ano . Circola v ano fra noi anche giornali vie m1esi, e fin da allora m i prefis si di studiare il tede sco per poter leggere i q u o tidiani della capitale

L'S no ve mbre ci fu consegnato un modulo p e r te legramma3 d a inv iare alla fam iglia, ed il giorno su cc ess ivo un foglio di carta da l ettere. Telegrafai: "prig io nie ro incolume, r ipeto i ncolume . Invia pane abbracci". Ma quando giunge r à ? Sp era v o d'altr a p a rte ch e p e r m ez z o d e ll a Croce Ros sa l a m ia famig lia fosse già a conoscenza della mia sorte . Er a una s upposiz ione che trovavo ragione vole. Del resto alcuni giorn i dopo il no s tro ingresso al Contum ax u n ufficiale aus t ria co che parlava correttamente l'italiano, an z i il tos cano, ci chi es e le no s tre ge neralità p er trasmetterle alla Croce Ro s sa . Rima s i addirittura sbalordito nel sen tire co n quanta pure zza p a rlava la n ostra lingua , e finito che ebb e il s uo

1 Pe r q uanto ri gua rda la co rrisponde n za esis tevano precise rego le, co m e ap pare d a l Calendario per i pri:;?ionieri d i guerra italiani s ta m pato p e r il ca m po di Sigm un ds he rbe rg Ques to lib re tto, co nse r vato da ll'a uto re, cos titu isce un d oc um e n to prez ioso in q uan to co n t ie n e numerose ind icaz io n i s u ll e regole di vita del cam po d i conce n tra m.en to Ques te regole si ap pli cavano a t utt i i prigio n ie ri, d al so ldato semplice agli u ffi cia li In p ar tico lare alla sezione " telegrammi " silegge: "l) Telegrammi in arrivo Ven go no spediti a i prig io n ie ri al la voro in via d'uffic io . Essi pe r vengo n o g ià ce ns u ra ti e p osson o essere senz'altro consegnat i a i des tina tari. Ne l caso che il d es tinatari o non fosse p iù in fo r za a l gruppo lavo ratori, allora i l telegra mm a è d a rinviarsi al ca mp o d i concen tra men to o alla nuova des ti naz io n e (os p edale), notifica ndone il mo tivo . 2) Telegrammi in partenza . 1 te leg ra mmi p ossono ven ire s p e diti d a i prig ionie ri in ogn i tempo, pu rc h é corris p o nda n o alle seguenti cond izioni: A) Devo no essere d iret ti ad u n a p erso n a res idente in p aese ne mi co . B) Te l tes to d eve compa ri re co m e fi rma il n o m e ed il cogno m e de l mitten te e le pa role "priso,mierguerre" . C) A ll'a tto d ella spedizio n e è da p agarsi l'imp orto prescritto d alla tariffa . Q u es ta esige come t assa fissa cen t. 60, ino lt re pe r ogni parola 18 cen t. (Per es . un te le gr amma d i o tto paro le im p orta ce n i. 60 pi ù 8 x 18=2,04) . li n um e ro dell e p arole non è li m itat o . Le ling u e p er m esse sono: tedesco, fr a n cese, itali ano e inglese Teleg rammi che non co rri spo n dono a ll e co n dizio ni s u dd ette n on vengono tras m essi. I telegram m i si p ossono impos ta re presso il prossimo ufficio telegra fico o s p edire all'Evid. d e l campo, u n e ndo i l re lativo importo . I co m a nda nt i dei gr upp i d i lavoro, ris p e tti va me nte le d itte private, devo n o con tro ll a re la ch iarezza dello scritto per imp edire una muti laz ion e ne i te leg rammi a dan no d el loro senso 3)Telegra m ma con risposta pagata I te leg rammi in a rri vo, co n risp os ta pagata , ven gon o consegnati ai pri g io n ie ri come te legra mmi o r dina ri La ri sp o sta è da tratt arsi nel modo suacce n nato (te leg ra mmi in par te n z a ) Po ich é i fo r m ul ari d i ris p osta pagata sono valevol i so ltanto ne lla ce rc hi a di gi uri sd izione de ll 'a u to r ità l m p. Reg , i prig io n ier i residen ti in Un g heri a devo n o, pe r rego la , s pe d irl i pe r l'i n o lt ro all ' Ev id de l ca mp o d i con centramen to U n 'even h 1ale [sic] aume nto di tassa p e r sop rannum e ro d i p arole si d eve s p e d ire con te mp oranea me nte al s udde tto u ffici o Cfr. Calendario per i prig ionieri d i guerra italian i 1918, tipog ra fi a edi tri ce E Haa s &Comp (H u go Drahowsal), Stey r (A u stria Sup eriore), 1918.

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compito non potei fare a meno di avvicinarlo, anc he perché il suo as petto e portamento, molto differente da quello del vero austria co, me ne d ava affidam ento.

Fu gen tile, cortese, e seppi così che era di madre fiorentina e di padre au striaco, di professione ingegnere, che aveva a lungo viss uto a Firenze do ve da p oco aveva finito glì s tudi classici a l Liceo Dante, finch é dove t te r impatriar e all'inizio della gue rra contro la Serbia. Mi assicurò che i dati raccolti sa rebb ero stati quanto prima inviati alla Croce Rossa svizzera che li av rebb e comunicati a quella italiana . Mentre intorno a no i s i faceva capam1ello, appresi co n vivo rinc rescimento e preoc c upazione che non er a da esclud e rs i ch e una buon a parte di noialtri sarebbe stata tra sferita in un altro camp o di concentramento. on mi dolevo ce rt o per l'even tualità di essere allontanato da questo campo, per me ancora sco nosciut o, quanto per la corris pondenz a co n la mi a famiglia, alla quale avevo appena co municat o l'indiri zzo di Sigmundsherberg.

I n effetti qualche giorno dopo, alcunj ufficiali, tra cui non pochi del mio r eggimento, furono avviati in un altro campo di co ncentramen to .

L'inverno era già iniz ia to e il 14 nov embre s i ebbe la prima n ev icata, ch e per ò portò con sé la buona notizia che dopo due giorni una parte di noi sa re~ be stata finalmente avvia ta ai reparti ufficiali. l o fui tra coloro ch e alle 7 e 30 del 16 lasciarono questa infern ale bar acca per essere accolti n e l 1° rep a rto uffici a li.

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Al primo reparto ufficiali

Messo piede nel reparto ufficiali mi sembrò di essere entrato in una reggia e risorto a nuova vita! Fummo accolti in una delle tre s paziose sale da pranzo, dove, dopo tanto tempo, rivedemmo dei tavoli e delle seggiole. Alle 9 ci fu offerta una buona tazza di caffè-surrogato, dopo di che ci assegnarono le camere, una per ufficiali supe riori o capitani, mentre noi subalterni eravamo ragg ruppati in due o tre, talvolta anche in più per camera.

Mi accordai con il Tenente Spighi del mio reggimento e con il Tenente Peccianti, entrambi toscani, e ci venne assegnata la camera 220. Era una stanza sufficiente mente spaziosa, arredata con tre letti in ferro, sulle cui ta vole appoggiava un materasso di contenuto incerto, due coperte e lenzuola. C'erano inoltre un tavolo, tre sedie, un piccolo armadio ed un la vamano in legno. Doppie finestre a causa della rigidità del clima.

Gli ufficiali italiani, già anziani di prigionia, addetti alla mensa del reparto, ci distribuirono con nostra immensa meraviglia alle 10 e 30 due piccoli panini bianchi con sa lame "vero italiano". La prima notte ebbi la prima delus ione, nonostante avessi già pregustato di fare un'ottima e ristoratrice dormita. Sul letto erano disposti due sacconi, uno dei quali era più corto e stretto dell'altro, per cui durante la notte scivolavo da una parte e dall'altra insieme al saccone, con il risultato che dormii pochissimo, anche per la durezza lignea del letto, e mi sorb ii un gran freddo. La mattina seguente ado ttai il detto del fante "arrangiati" e con molta circospezione mi fu possibile cambiare il saccone, prelevandolo da un'altra camera. Il reparto, circondato da reticolati e da sentinelle, ha 250 camere e può accogliere oltre 500 ufficiali, e al presente era quasi al co mpleto. Vi sono tre stanze da pranzo, di cui una più piccola nella quale è in stalla to un teatrino e la cucina. Esis te inoltre una specie di "bazar'' che vende i più disparati oggetti, dal quaderno al sapone, dall'acqua purgativa "Janos"1, ai chiodi, dall'acqua uso

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1 L'acqua purgativa Janos, a nco r oggi esis tente, è un'acqua ricrn di minerali, prodo tta n aturalmente in Ungheria e commercializzata a pa rtir e dal 1862 Per i suo i benefici effe tti divenne presto famosa e commercializzata in tutta Europa.

Colonia, alla carta igienica e via dicendo. 11 magazzino più ricercato è quello dei generi alimen tari, più o meno rifornito a seconda delle circostanze, attualmente è provvisto di marmellate, mele, pere, sala m e e vino.

Ma qui non finisce l'o rgani zz azione italiana del reparto. Infatti esis te un salo ne di barbiere, di sar to e di calzolaio, inoltre l'ufficio postale, l a rivendita di giornali e di riviste, non che quella di sigari e s igarette, quest'ultima non sempre in grado di rifornirci. Non manca neppure la biblioteca, la sala da gioco con biliardo e ca rte con l'annessa "buvette" dove, prima che fosse vietato, si potevano gustare i liquori, com presi que lli esteri. Ora so ltant o rob a indiges ta; apfe l-w ein e la "Sligowizz"2 li tutto è diretto da una commissione di ufficiali italiani con personale di truppa. In un cortile prospicente alla mensa noto co n stupore un bel branco di oche e di suini, e con meraviglia ammiro la perfetta organizzazione del reparto. Ma le scoperte non sono finite, vi sono società sportive, di pattinaggio, di tenni s, non che di mu sica, di canto e di recitazione, e non è dimenticata quel la di beneficenza e di soccorso per i nostri so ldati prigionieri. I profitti ricavati da tutte queste istituzioni servono per migliorare la mensa e per l 'ai uto mate riale e di ass is tenza a i nostri soldati. Frequentemente avve ng ono crisi di governo, si indicono elezioni, si assiste a comizi elett'orali con le immancabili manovre di corridoio, di manifesti e di galoppini!

Pista da pattinaggio del cam po di Sigmund s hcrberg.
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2 Più correttam ente scritto in ted e co S/iwowitz,è un di»tillatodi prugne assai comune nei paesi balcanici e nell'est Europa.

N on è certo inv idi abile la posizione deg l i e letti c h e s i dibattono in gravi diffico ltà, oltre a quei pochi e ridotti generi alimentari che ric e vono dal co mando del campo, devono provvedere ad acquistarli anche dal commercio, il che non è s empre poss ibile e sem pre a prezzi di s t rozzinaggio. Alcuni ge neri permessi vengono fatti inviare dall'Itali a e vige la re gola che ogni ufficiale che riceve un pacco viver i deve versare una certa aliquota a l magazzino de lla mensa

Al m i o i ngresso a l rep arto dominava l a carestia dovu t a in gran parte alla chi usura de ll a front iera e all'improvviso affl usso di ufficiali prigi onieri, per cui era nece ssa ri o co n s um are co n p ars im o n ia le scor t e de l magazzino . Non rara mente avviene ch e qualcuno ben fornito di viveri facc ia in vi ti a pranzo con scelti menu, confezionan d o le v ivande, specie gli s paghetti, su di un fornello a petrolio.

Gli anziani hanno addobba t o con proprietà e con un certo lusso le proprie camere, alcune delle quali hanno dei tenda ggi e pavimento a cera . Non manca no, poi, quadri e soprammobili. Alcuni nostri soldati sono addet t i alla pulizia e ci servono da attenden ti e fortunatamente quasi mai s i vedono ufficiali aus triaci.

Curioso e interessante è un albo, per uso in t erno, pos t o in un corridoio, dove s i possono leggere annunci di tal fatta :

«Scambio barattolo di salsa di pomodoro con siga rette»

« Ven d esi por t as igarette d 'arge nto »

«Cerco maestro di musica o di t edesco»

<< Prego l'ones to rinveni tore di res titu ire alla ca mera X una stilografica perd u ta»

La vita del repar to è così regolata:

7.30: Sveglia

8.30: Caffè

10 00 : Appello da part e di un ufficiale austriaco che stor pi a tutti i cognomi e tal v olta comunicazioni del Colonnello Comandante del Campo. L'appello v ie ne fatto in un ge l ido corti le dal qual e torniamo, s p ecie durante le giornate ri gide, tut t i intirizzi ti .

12 .00: Pranz o .

14.30: Passeggiata . Il numero massimo dei prigi o1ùeri che vi possono partecipare è di sessanta, accompagnati da un ufficiale e da un a sco rta armata composta di sei uomini. L'itinerario è sta bilito d i vol t a in vol t a dal Comandante.

16.00: Ritorno in reparto.

19.00: Cena .

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Il martedì e il venerdì ab biamo facoltà di recarci in un misero cinematografo situato alla periferia del campo, che in altri giorni ed ore funziona per i civili.

La nostra mensa ci distribuisce al mattino caffè surrogato, a mezzogiorno minestra, quasi sempre brodo liscio, 150 grammi di carne, talvolta con contorno, 180 grammi di pane, e come straordinario il caffè. La cosa di cui sento più la manc anza è il pane, di cui ero un forte divoratore, mentre non ho risentito minimamente di quella del vino. Come frutta, a pagamento, s i possono avere o mele o marmellata, e nel pomeriggio, s empre a pagamento, una tazza di cioccola ta o di tè, oppure due sandwich con salame.

Problema per me insolubile è quello della bianc h eria persona le, oramai ridotta in miserando stato, giacché h o sempre addosso quella che avevo il 15 ottobre, quando m i recai in linea.

Ho la ventura di trovare un pietoso compagno, il sottotenen te avv. Segnini dell'Isola d'Elba, praticante a Firenze nello s tudio dell'avv. Pi lacci di Montep ulciano . Mi rifornì di qualche capo di biancheria e in ta l modo potei far lavare la mia che già era infestata.

Il 20 novembre scrivo la p r ima carto l ina a casa. Di q u este cartoline se ne possono inviare otto al mese e al presen te è proibito l'ino ltro delle lett er~.

Esco per la prima vol ta a passeggio il 22, recandomi a Meisseldor P piccolo villaggio d istante circa quattro chilometri, no to le case ad un solo piano, li n de

Xlein- )l!eisselòor_t J(.-Oe.
CG, FC2, cartolina raffiguran te Meisseldorf neg li anni del conflitto.
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' Oggi scritto Meiseldorf, si trova a sud di Sigmundsherbcrg

e p ulite, almeno esteriormente, con l'immancabile dopp ia finestra con vasi da fio ri.

Il g iorno successivo scr ivo nuo vamente a casa, insistendo come nella precede nte carto lina, per l'invio del pane. Ne l pomeriggio sono andato, insieme ad altri, al cinematografo, dove, pur non comprendendo la lingua tede sca, furono pro iettati due stupi di ssimi drammi ed una altret t anto stupidissima comica.

Il 24 fu per me un giorno memorabile, invitato a pranzo da Segnini, ormai anz iano di prigionia, mi fece gus tare degli splendidi e abbondanti s paghetti, ca rne in scatola, frutta, caffè - vero caffè! -e pa n e a volontà . Ero così disabit uato ad un tale pasto, normale in condizioni ordinarie, che dovetti poi sdraiarmi nel mio le tto per digerire, alla guisa dei serpenti!

Non senza aver lasciato con profondo rammarico i miei due compagni di ca mera, il 26 vengo trasferito a ll' ospedale del campo.

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"

Il Lagerspital

Giungo all'ospedale, che è a pochi passi dal 1° reparto, durante un abbondante nevicata. Mi presento al ten. colonnello medico Castoldi, direttore dell'os pedale, già da tempo prigioniero e già comandante deUa no stra sezione di sa nità . Mi assegna alla 6° baracca dell' "Isolier Spital".

Quivi esis t e pure una baracc a alloggio per gli ufficiali ed ho per com p agno di camera il Tenente medico di co mpl emento Giorgio Cevo lotto di Treviso, che g ià da alcunj mesi si trova in questo reparto. Ciò che mi conforta e mi ricrea è la presenza nella camera di un'ottima st ufa metallica che funziona egregiamente e d.i un buon letto.

Recatomi alla mensa, s ituata in una baracca dell'ospedale, vi trovo una tum ultuosa discussione nella quale era no impegn ati quasi tutti gli ufficiali, 1

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CC, FC2, foto che mos tra l'ingresso de l Lager-Spita l di Sigmundsherb erg.

sulla trentina circa, all'infuori del Colonnello che, a quanto mi sembrò, ascoltava più o meno attentamente l'argomento che si discuteva. Potei finalmente comprendere che i colleghi avevano deciso di abbandonare il loro servizio per protestare contro il trattamento ch e veniva usato loro e qu e llo disumano verso i nostri soldati prigionieri.

Già da tempo avevano presentato un memoriale al comanda nte del campo il quale, a tutt'o gg i, non si era degnato di ri spondere e ciò aveva maggiormente inasprito gli animi. Le loro rivendicazioni personali si possono ridurre a due, quella cioè d ella sopp ress ion e di un 'inde nnità giornaliera di quattro corone, concessa sopra ttutto per l'assistenza e cura ad infermi affetti morbi contagiosiss imi (nell' Isolier vengono ricoverati ammalati di tifo addominale', tifo petecchiale2 , vaiolo, nonché qualche caso sos petto di colera, oltre a tutte le a ltre malattie infettive) e del divi e to di uscire dal campo senza sc orta come per il recente passato.

Ma a questa loro protesta avevano abbinata quella ancora più e nergica per il trattamento indegno a cui erano sotto po sti i nostri prigionieri, che venivano addirittura abbandonati a sée stessi, alla fame e al freddo.

Appena giunti al Campo vengono loro tolti il cappotto e g li indumenti di lana che possono avere indosso, vengono rivestiti di stracci, e stipati in baracche non riscaldate, con un'unica coperta per coprirsi. Per via di tali co ndizion i ~i vita, il numero degli amma lati era impressionante non meno dei decess i, causati sopra ttutto da malattie dell'apparato respiratorio e di quello gastro-intestinale, né esistevano medicinali pe r poterli curare co nveni entemen te. I so ldat i giungevano in ospedale disfatti, scheletriti, talvolta in s tato preagonico!

Il motivo che aveva questa sera riaccesa la discussione era dovuto ad un incidente avvenuto durante la mattinata. Mentre il tenente Pisa pia stava operando, era entrato improvvisamente un caporale austriaco che aveva costretto un nostro capora le, che cloroformizzava, a seguirlo immediatamente al Comando, senza specificarne il motivo e lasciando in tal modo il chirurgo in serio imbarazzo. Alle rimostranze di questo, l'au s triaco aveva risposto "qui s i comanda noi!".

Dopo una animata e infuocata discussione, finalmente prevalse, a mio parere, il buon senso. Fu stabilito, per non abbandonare ancor più i nostri infelici prigionieri, di desistere dal lasciare l'o spedale, in attesa che il Minis tero austri aco rispondesse al memoriale da tempo inviato.

1 Tifo addominale, o febbre tifoi de: malattia infettiva febbrile da contagio interumano per via oro-fecal e dovuta a Salmo11('/ln typhi, la cui diffusione è favorita da scaden ti condizioni igienico-sa nitarie.

2 Tifo petecchiale, o tifo esantematico: m a lattia in fe ttiva febbrile pro vocata dalla Rickett s in prownzekii, trasmessa da i pidocc hi che pa rassi tano il corpo umano. Affezione conosc iut a e descritta già in epoca antica, fra il 1914 ed il 1918 h1ronospecialmcntecolpitigli eserciti russo e serbo ed i prigionieri in Germania, Austria ed Italia.

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A lla mensa ritrovo il capitano di complemento Spanò, del mio reggim ento, unico tra i tanti che io conosca. Da buon siculo filosofeggia e non sembra eccess ivamen te preoccupato della sua si t uazione. Il suo motto, mi dice, è "tira a camp à!" ma, "si camperà in questo campo?", soggi ungo io.

Alle 19 e 30, non senza mia sorpresa, ci rechiamo al concerto dell'orchestra dell'o speda le, eseguito magistralme nte dai nostri soldati sotto la direzione di un a llievo di Toscanini Gli strumenti sono s tati offerti dalla Croce Rossa Americana. È un privilegio che abbiamo soltanto noi medici, e gli ufficiali dei reparti non possono ass is tervi, mentre ad ogni concerto, comp iaciuti, vi sono deg li ufficiali austriaci.

27N OVEMBRE

La mensa no n pass a a l mattino il caffè s urrogato e sarei rimasto digiuno fino a ll 'ora di pranzo, se Cevolotto non mi avesse offerto una tazza di uso tè e della galletta.

Dal Tenen te Campagna prendo le consegne della baracca N .6 dell'Isolier Spi ta l in cui possono essere accolti 300 ammalati. A ttu almente ve ne sono 160 e la maggior parte dei degenti so no colpiti da malattie infettive (morbillo, disse nteria ed anche due casi di vaiolo), mentre altri sono affetti da polmonite, nefri te, congelamento, e sono sta t i ricoverati qua in quanto non hanno trovato pos to nelle baracche d ell'ospedale . Questo mi fa p ensare che il numero dei ma lati de ve essere impressionante.

Le malattie predominanti sono la polmonite e la nefrite, e purtroppo non ab biamo i necessari medicinali per curarle. Le infermità sono aggravate dallo s tato di denutri z ione - vero sfacelo fisico - in cui si tro vano i nostri so ldati. Il riscaldamen to è irrisorio, gli ammalati sono sprovvisti di maglie di lana ed anche ques ti fa t tori incidono darmosamente su di loro . Campagna mi riferisce che a lcuni soldati guari ti dalla malattia per cui erano stati ricoverati dovettero es sere trattenuti ulteriormente per un s opravvenuto congelamento agli arti inferiori!

Nella b aracca letti in ferro, sgangherati, con pagliericcio, lenzuola ed una unica coperta.

28 NOV E MBR E

Si esce con la sco rta di un solo ufficiale, e ne h o approfittato per recarmi a Rod ingerdorf, a circa 3 chilometri di distanza, dove ho acquis tato un surrogato di tè con fog l ie simili a quelle del rovo, ottenendo un beverone abbastanza gradev ole e oltremodo diuretico. Innumerevoli sono i surrogati: così con la carta so no state confeziona te le fasce e le garze, e sim ilm e nte g li spaghi. Con speciali pro cessi hanno ottenuto abiti maschi li e femminili in cui non esiste alcuna fibra di cotone o di lana e purtroppo molti prigionieri sono rivestiti di ques te stoffe .

Altri surrogati sono caffè, sa pone, dadi per minestra e via dicendo. Non mi è sembrata artefatta la birra, di cui ho bevuto due capaci bicchieri.

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29 NOVEMBRE

Telegramma da casa . Passeggiata a Ma ri e -Dreieichen - dove esiste un vecchio santuario - S. Maria deUe tre querci - posto in mezzo ad una s up erba se.Iva e meta di innumerevoli pellegrin aggi . Scrivo una car tolina a casa .

CG, FC2, cartolina che mostra il santuario di S. Maria Drei Eichen.

Rodingersd o rf
CG, FC2, car tolina che mostra varie prospettive di Rodingersdorf.
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}r1aria 'J)rei-éichen.

Dicembre

Reticolati,malattiaeteatro

1) Di guardia all'ospedale, senza alcuna novità. Primo morto nella mia baracca per dissenteria (1)1 Riscosso lo stipendio di kr. 120 e 12 heller. Per la mensa 3 kr. al giorno.

2) Principio a vivere di carità, da l S. Tenente Benetti, alpino e farmacista dell'os pedale ho un po ' di galletta . Rinnovo a casa la richiesta di inv i o urgente di pane2 •

Nel "Contumax" vi è un teatrino dove questa sera prigionier i hanno stupendamen te rappresentato'' Anime Allegre" dei fratelli Qtùntiero3 , da me già udita al Niccolini di Firenze. Meravigliosa la truccahtra della donna, decorosa la messa in scena

1 L'autore pone tra parentesi il numero dei decessi fra i pazienti che aveva in cura. Dunque questi nume ri , che si trovano dopo la n otizia, s i riferiscono al t ota le dei decessi fino a qu e l momento .

2 Sempre tratto da 1Calendario per i prigionieri di gue rra italiani, alla sezio ne "Corrispondenza dei prigio nieri" si legge: "I prigionieri han.no diritto di corrispondere coi loro familiari re siden ti in paese nemico. Sono proibite le relazioni postali con persone dell'interno, degli stati alleati e dei paesi neutrali, come pure con le autorità di questi, e in fine la corrisponde nza fra pr igionieri, che s i tro vano nei diversi reparti di lavoro. Tn cas i degni di particola re consideraz ione, che sono da so ttoporre alla dec isio ne del coma ndo, questo può permettere delle eccez ion.i; spec ia lmente allorché si tratta di relazioni postal i fra prigionieri e loro stretti parenti. Tali scritti sono da presentarsi separatamen te al comando con la relativa mo t ivazione. Tutta la corrispondenza dei prigionieri è esen te da tassa di bollo e può essere scritta in tedesco, francese, italiano e inglese.( ) T1 pr ig ioniero è libero di scrivere setti manalm ente una carto lina, oppure una lettera, lu nga al massimo sessan ta ri ghe. In ciò non sono considerate le cartoline che contengano puramente dichiarazioni d i ri cev uta d i pacchi o altri valori. I prigionieri devono aver presente che, data l'acc uratissima censu ra, nessuna notizia può passare inosservata; che, il senso di ogni partecipazione da parte dei prigionie r i, vie n e esam inat o scmpo losamente. I prigionieri s'ingarn1erebbero senz'altro sperando ch e una qualche notizia celata, cifrata o preparata con mezzi chimici possa sfuggire all'occhio del censore. li comando del campo viene immediatamente informato dalla censura d i tut ti questi illeciti modi di scrivere, e perci.ò è ne ll a possibilità d i punire ogni abuso dell a libertà di corrispo nd enza". Ci r. Calendario per i prigionieri di guerra italian i 1918, tip ografia ed itri ce E. Haas &Comp. (Hug o Drahowsa l), S te y r (Austria Superiore), 1918.

3 Si tra tt a di w1a commedia lirica in h·e atti composta da Sera fin e Joaqin AlvarezQuintero, noti più semplicemente come Hermanos Q11 intero e rappresentata per la prima vo ita in Spagna i 122 GeMaio 1907 a l teatro Spagno lo di Madrid. L'opera eb be gra nde s u ccesso e venne h·adotta in varie lingue. La ye rsione italia n a fu cura ta da G iu se ppe Adarni. La première italiana ebbe luogo a l teatro Manzoni di Milano nel 1909 Cfr. "Espano l. El Genio Alegre" in ABC, 3° ed , 23 Gennaio 1907, p 6.

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i ves titi confezionati con coperte e sacchi colorati. Negli intervall i suonava un'orches trina. A queste rapprese ntazioni possiamo intervenire soltan to noialtri medici, come pure a noi soltanto è concesso di poter girare per il campo, con divieto di entrare nei reparti degli ufficiali e dei soldati.

Un morto per polmonite ed un al tro per nefrite. (3)

3) Giornata freddissima, sotto zero, nevica.

Da un nostro prigioniero, uno dei pochi che, in servizio nel campo, hanno la possibilità di aggirarsi ovunque, acquisto a prezzo di affezione delle sigarette e de l tabacco. Quello del fumo è un arduo problema, non sempre è possibile trovare la merce e se è reperibile, gravosa ne è la spesa. Se la man canza

li teatro "Ma n zoni" del campo di Sigmundsherberg .

del vino non mi dà alcun disagio, come accade a molti ufficiali, quella del tabacco mi rende eccitato e nervoso.

Acquistati i libri necessari, inizio lo studio d e l t edesco, mi è di notevole aiuto Cevolotto che ben conosce questa lingua.

Ho il "Pass i rchein" che mi permet t e di g i rare per il campo e di recarmi al cinematografo (zum Kino) 4 anche nelle rappresentazioni per i bo r ghes i. Temperatura sempre rigida, -7.

Du e morti per polmonite . (5)

Scritta una cartolina a casa ed una a Metella per metter la a l corrente della mia p r igionia, q u ando potremo scrivere lettere, le ho soggiunto, le darò maggiori notizie e dettagli.

5) Passeggiata a Sigmundsherberg e a Rod ingersdorf.

Acqui sto d el lurido salame a 24 kr. al chilo e dei fichi secchi . Due morti per enterite5 (7)

4 Un esempio dei progressi in tedesco de ll 'autore. Z um Kino, "a l cinema ".

5 L'enterite è una patologia infiammato ria deJl'intestino t enue, può ess e re di natura ba tter ica o virale, e, a seconda della sua intensità, può essere fatale L'enterite s i presen ta poi come conseguenza di altre patologie, come le mala ttie tifoidi, il co lera, la polmonite e la nefrite.

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Al "Contumax" viene rappresentato "Scampolo"6 , della cui interpretazione

Din a Galli7 è celeberrima.

6) Dieci gradi sotto zero. Scrivo a mia sorella Delia pregandola di av vert ire della mia prigionia la ma drina di guerra 8 signorina Mendel e, per pudore, anziché Metella, s uo padre. Non vorrei che mia sorella credesse, nella sua mente ancor giovane, chissà qua li mie diavolerie e anzi tempo s i facess e un concetto s trano degli uomini.

7) N ulla da segnalare all'infuori del freddo int e n so, penso con raccapriccio a qu anto e come soffriranno i nostri prigionieri se nza ris caldamento.

8) Approfi tto della giornata piena di sole, anche se fredda, per fare, dopo pra nzo, una pass eggiata per il Campo, onde vedere come è s is temato. Baracche

CG, FC2, pros pettiva di uno dei baraccamenti per i solda ti prigionieri .

6 Tra tta dall'omon im o romanzo d i Dario Niccodemi ( 1874-1 934) , venne rapprese ntata p er la prima vo lt a in tea tro n el 19 15. Cfr. S. C ANNETO , Dizionario Biografico degl i Jta/ia11 i, voi. 78, 2013.

7 Dina Galli (187 7-1951) famosa attrice, fu chiama ta a recitare p e r Vi tto ri o Eman ue le lll. Fu partico larmente attiva durante ln G rande Gu erra, mette nd o in sce n a una notevole q u a n t ità di spettacoli di beneficenza a favore de i sol da t i fe rit i Cfr E. DEL M ONA CO, Diz ionario Biografico degli ltalia11i, voi. 51, 1998.

$ Durante il 1914 il comando s upremo francese si era reso con to che la corr ispondenza al fronte era un elemento indispensab il e p e r il morale de lle truppe. Infatti q ue i so ldati ed ufficiali che non ri cevevano mai le tte re da casa tendevano a cadere in una profonda depressione e spesso, perdendo ogni speranza, si lasciava no morire. Si dec ise allo ra d i promuov ere w,a nuov a fo rma d i vo lo nta riat o, c h iedendo alle donne francesi di ini z iare ad intra ttenere r ap porti ep isto la r i con uno o p iù mi litari al fronte.

Queste donne vennero chiamate "madrine di guerra'' L'iniziativa ebb e LLn incredibile successo e si diffuse anche tra molti ss im i so ldati c h e pure gi à in tratte neva no u na regol are co rri s p o nd enza co n i loro ca-~ _ Scrivere ad una p e rsona es tema alla famiglia permet teva infatti agli uomini di s fogarsi, d escri vendo con maggiore li be rtà le sfide e le sofferenze che affron tavano q u o ti d ia n amente, cosa che spesso non facevano nella corrispond enza familiare p er non creare ap p rensione fra i propri cong iun ti.

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e baracche, di v ise ciascuna da un reticolato e così ogni blocco di esse, sentinelle ovun q ue. Nel mezzo del C a m po una torretta con mitragliatrice e riflettore, con un soldato di guardia. Presso i l corpo centrale dell'ospedale si trova la farmac ia ed una piccola e rustica chiesetta. Binari che da un magazzino raggiungono la vicina stazione. Gran cancello all'entra t a del campo, con numeroso corpo di guardia in pro ssimi t à del quale è sistemato il Comando.

Me ne andavo del tut t o solo, a nulla pensando, quasi come un au t oma, godendomi que l sole invernale, allorché scorsi in lontananza, ai margini di u na bara cca, al di là dei reticolati, un g rupp o di nostri so ldati seduti in t erra, che, a quanto mi sembra va, discutevano animatamente Quando fui loro vic in o, uno di essi, certo per attirare la mia attenzione si mise a gridare clamorosamente . «Bucaioli, merdaioli, finocchi!» e tu tto il flo rilegio di San Frediano, non esclusa la «rott ... di tu mae e il ruffianaccio di tu' pae!».

Mi fermai sconcertato e non eb b i n emmen o il tempo di interloquire ch e i l "Capaneo"9 con an imo co ncitat o e irato mi disse : «un lo vede, signor tenente, icché fanno questi porconi di austriaci, e ci rubano tutto i' pane e i' companatico che ci mandano da casa, e 'sti maialoni ci fanno morì di fame!» . Ne l così dire mi mostrava un sacc h e tto che, s p editogli con qualcosa da mangiare, mostrava segni eviden ti di manomissione .

Non seppi cosa ri spondere, mi se nt i i agghiacciato da tan t a mal vag ità, e interrotta la passegg iat a, me ne ritornai in camera . C evolotto mi confermò come il più delle volte i pacchi di viveri venissero saccheggiati dal perso n ale addet t o alla recezio n e e distribu zione

9) Scrivo a casa inviando i miei auguri per Natale, non manco ancora con frasi convenzionali di far comprendere che, se po ssi bile, si interessino del mio rimpatrio a mezzo di una nobile famiglia romana, ben a cc e tt a in Vaticano È un te ntativo che potrebbe portare buoni frutti, ed a ciò sono stato spinto anche dal fatto che un ufficiale di artiglieria catturato con me, poco dopo il suo arrivo al Lager fu proposto per il rimpa trio perch é nipote de l Nunzio Apostolico di Vienna.

È ben vero che non vi sono prelati nella mia famiglia, ma perché non tentare?

Questa sera dovevamo recarci al teatro del "Contumax" ma l'improvvisa mancanza di luc e ce lo ha impedi to, così che alle 19 e 30 sono già a letto Gene -

9 Eroe della mitologia greca, era fig li o di Ipponoo e nipo te di Pr iamo di Tro ia, è considera to \o s tereotipo dell'uomo s u perbo. Secondo il mito e la h·adizione classica, ri presa nelle ope re di Euripide ed Eschilo, fu u n o d ei sette re che parteciparono a Il' assed io di Tebe per r iconscgnare la città nelle mani di Po li ni ce. Capaneo, d escritto come fo rte e superbo, fu il primo a tentare di sca lare le mura di Tebe, dopo aver sfidato ape rtam ente gli déi a contrastarlo, e venne per questo colpito da una fo lgore d i Zeus. Dan te nella Comm edia, n el canto XIV, lo pone ne l terzo girone d el se t timo cerchio, fra i violenti co n tro Dio.

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r almente dopo cena si gioca a "poker" o a "maus" con somme modestissime, o s i chiacchiera fin verso le undici, ora in cui ognuno si ritira nella propria camera.

Il pomeriggio, se non esco a passeggiare, mi dedico allo s tud io del tedesco o alla le ttura di qualche libro "fine secolo" che si può trovare nella biblioteca.

La neve offre un superbo spettacolo sui ret icolati e sugli abeti che sono disseminati per il campo, adesso tutti decorati con ghiaccioli . Anche il terreno è comple t amen te ghiacciato e questo mette a dura prova la mia g amba, già prov ata da un congelamento.

Morto in baracca un prigioniero russo per enterite. (9) Con questo infelice ci si compre nde va solo a gesti.

10) Nulla da seg n alare. Nevica di continuo.

11) Già alcuni colleghi giunti a l Campo con me hanno ricevuto un teleg ramma dalle loro famig lie . Quando avrò anche io simile fortuna?

12) Ricovero un altro russo per dissenteria, mi fa pena, e sebbene parli il t edesco, io non sono in grado di comprenderlo.

13) Già da qualche giorno avevo una noio sa irritazione cutanea, specie al torace, ma non vi avevo dato soverchia importanza. Stamani nell'alzarmi ho n o tato come la maglia, la camicia e le mutande fossero infestate dai pidocchi! Privo di biancheria co n cui cambiarmi, ho mandato l'attendente a far sterilizz are i s imul acri di quella che avevo indosso. Così so n o dovuto s t are forzatamen t e a letto fino alla sera, quando mi sono reca t o a mensa .

Oltre a lla po lenta, di cui già ho fatto cenno, l'altra vivanda che n on godeva della mia simpati a era la trippa, ma questa sera mi sono ricreduto . Non solo ho ma ngiato con gusto la m ia porzione ma anche quella di un collega sc hifilt oso La fame non fa più distinzione di cibi "probi" e "reprobi"!

Scritta una cartolina a casa . Un morto per enterite. (10) È s t ata nominata una commissione per l'albero di Natale agli ammalati.

14) Stamani è venuto a ispezione la mia b aracca lo "Chefartz" 10 , un capitano medico che è addetto alla direz ione e sorvegl ianza igienico -sanitaria del Lager. Ha con sé un interprete e a suo mezzo g li rappresento la grave deficienza di medicina li per curare i nostri ammalati, e l'i rrisoria quantità di legna che ci viene distrib uit a per il riscaldamento d e lla baracca.

Avrei volu t o anc h e prospettargli le infinite e gravi deficienze che affliggevano i nostri so ld ati, ma di ciò se ne era occupato e se ne stava interessando il 10 Più correttamente s critta chefarzt, s igni fica "pr imar io ".

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nostro te nente colo nnello medico. Lo "Chefartz" p e nsò bene di ascol tarmi, senza nulla rispondermi.

Già da qualche giorno circolava la voc e che nostri so ldati sa rebbero in viati in Turchia, ed oggi si so no vis ti circolare per il Lager ufficiali e soldati di M aometto, con s tran e uniformi e copricapo. Con Maometto i nostri prigi o nieri non s taranno ce rto meglio c he con il Dio dell ' Apo s tolico Imperato re asburgico!

Un morto per e nterit e. (11)

15) L'enterite è la m ala ttia c he produce l a maggior parte dei dec ess i e non so ltanto nel mio reparto. Og gi ne sono morti al tri due (13). Si calcola che di tale infermità ne muoi ano in media 8 al giorno. L'obi torio è se mpr e pien o di sa . Ime, che ogni pomeriggio vengono inumate nel cimitero de l villaggio. L'ultimo saluto a ques ti infe lici è quello che vien loro dedicato della banda del Campo, c he li accompagna, in s ieme ai ca ppellani, al s uono d e lla m a rcia funebre di Chopin.

Stamani ho acco lto un pa ziente in un gravi ss imo s tato co matoso, è m orto quasi subito. Dal s uo s tato subitterico ho pensa to che s ia stato affetto da un'affez ione epatica.

Con freddo e ve nto mi reco a l cinematografo per la pr ima vo lta. Mi ritrovo, in posti sepa rati , in mezzo ai villici loca l i, che facevano grasse risate g uardand o una comica, che mi la sciò del tutto indiffe rente, m entre rip e nsavo a lla ilarità susc itatami da Max Linder 11 o da Ridolini 12 nei cinematografi di Firenze!

16) La giornata, ancora freddissima, non invita ness uno ad uscire a pa ssegg io, mentre io, che sono diventato un 1 upo so litario e poco aman te della compagnia, ne a pprofitto per uscire con un vecchio territoria le. Le mie co gnizioni di tedesco sono addirittura sup erficia li, ma te nto d i sca mbiare qualche parola con il g uardiano. Così app rend o che è s tiriano, un fi g lio è prigioniero dei ru ss i e d un altro è al fronte italian o, " infante rist" 13 Cevol o tto mi offre un ottimo ca ffè-c affè !

Rappresentazione al " Contumax" di " Pap à Eccellenza", brillante co mmedia di Rovetta 14 Al ritorno ab biam o notato un va sto incendio in Sigmundsherberg, mentre le campane suonav ano a s torm o.

11 Pse udonimo di Gabri e l- Maximilien Leuvic lle (1883 -1925), attorce reg is ta francf.!:,C del cin e rha muto, m olto famoso ed ammiratissimo da Charlie Chaplin, c he si dichia ra va s uo allievo.

12 Pseudonim o di Larr y Semon ( 1889-1928), atto re, regista e produttore ameri cano del cinema muto.

1 ~ Paro la tedci,ca per "fa nte"

14 Si tratta di una commedia in tre atti derivato dall 'omonimo roman70 di Gerolamo RoH•tta (1851-191 0) e rappre:.entato per la prima volta a Milano nel 1908.

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TI cine ma d i Sigmundsherb erg.

17) L'incendio di ieri sera s i manifestò n e i magazzini della s t azione. St a mani la Commissione sani taria a u striaca del Lager addet t a al rimpat rio dei prigionieri ha visi t a to quelli da noi proposti per il ritorno in Italia. Superfluo descrivere le an sie, le speranz e di queste larve umane . Tre di queste da me presentate sono sta te r iconosci ute nelle condizioni speciali per essere rimp at ria t e. Questi infelici non fini va no ma i di ringraziarmi, con le lacrime agli occhi, mentre io p e nsavo che se il rimpatrio non fosse sta to sollecito avre bb ero finito i loro tristi giorni in que s to campo. La tubercolos i cavitaria da cui sono colpiti non per m e tterà loro d i vivere a l ungo in m ezzo a noi.

Alla se ra concerto se ttimana le a l "Lager-Sp i t al". Un mor to per ent e rite (14)

18) Ina spe ttata g i o ia ! Ri cevo il pr i mo t e legramma d a casa spedi tomi il 6 di questo mese 15 , ho buone no t izie, sa lvo q uel la de l la sospensione dell'invio di pacc hi. Usci t o assieme ad alt r i collegh i per fare ac quis ti a Sigmundsherberg .

Erava mo accompagna ti dal solito territo ria le, un "mi litar po li ze i" d ai modi bruschi e perentori, che ci ha v ie t ato d i e ntrare n e i negozi . Ne s i a mo rimas ti irritatiss imi, anche p erché ci è ben noto che nella b e lla Italia g li u fficial i p ri g ionieri

" CG, fascicolo corrispondenza 1, d'ora in avanti FCl, Benvenu to Giannotti, telegramma, 6 Dicembre 1917: "Rice vu te tue no tiz ie sospesa s ped izione pacchi invio d enari = manu11a fratelli bene bac i"

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vengono accompagnati anche in luoghi che "nomar non lice"! Ma sono decision i all'arbitrio del poliziotto, giacché al tre v olte non eravamo stati disturbati nei nostri miseri acquisti.

Il telegramma da casa mi ha spinto a scrivere a mia zia Vittoria perché incarichi qualche sua conoscenza in Svizzera di inviarmi viveri e sigarette.

Un morto per eresipela 16 • (15)

19) Nulla dies sine mortuo/ 17 Un decesso per tubercolosi. (16)

20) Per la prima vol ta ho assis tito al concerto della banda dei prigionieri, quella che li accompagna all'ultima dimora! Programma eclettico : dalla marcia turca di Mozart, all'intermezzo della Cavalleria rusticana.

lb Malattia della pelle di o rigine batterica \ 17 L'autore cita, ironicamente, un antich issimo modo di dire, ossia "nulla dies sine linea" . Questa frase si r iferiva a 1mitico pittore Apelle, la cui bravura era derivata non solo dal talento naturale, ma anche da una costante applicazione, per cui non trascorreva alcun giorno senza tracciare qualche linea. Il motto e ra così famoso che viene citato anche n ella Naturalis Hi storia di Plinio il Vecchio (Li ber XXXV), che, dopo aver d escr itto le abilità de ll 'antico pittore soggiungeva, Apellif11italioqui papelua cons11eludo 11unquam tam occupatum diem agendi, ut lin.eam ducendo exercerel artem, quod ab eo in proverbium venit.

CG, FC2, la farmacia del campo di concentramento.
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21) Ho il reparto pieno di ammalati, l'enterite ne fa s trage e credo che ciò di penda dall'incongrua alimentazion e e forse anche dal bacillo di Koch 18

Un morto per eresipela flemmonosa. (17)

22) Alla dis tanza di appena dieci giorni mi ritrovo an cora addosso i pidocchi che, s enza dubbio, prendo in mezz o agli ammalati. Tutto ciò non è certo pia cevole, ma lo sarebbe ancor meno se, invece dei pidocchi, dovessi contrarre q u alche mala ttia con tagiosa di cui ne è pieno il reparto. In tal senso la recente visi ta dello "Chefartz" è s tata proficua giacché ha fatto sgombrare da l mio reparto tre amma lati di tifo pe tecchiale e due d i vaiolo che, sebbene isolati in apposi te piccole stanze, minacciavano di contagiare gli altri ammalati, specie per il tifo con i pidocchi .

Un morto per enteri te. (18) Invia to un telegramma di auguri a casa.

23) Te m peratura sotto zero e ne v ica. Nel ten tativo di togliermi il "tedium Lager vitae" mi reco con altri colleg hi al cinematografo, dove abbiamo un posto riserva to , una specie di gabbione da Corte d ' Assise . Né la pietos a storia della lacrimevole eroina, né i la zz i di un tedescone dalla faccia scimmiesca se rvono a distrarmi e a divertirmi. Un morto per enterite . (19)

24) Triste e penosa vigilia natalizia con freddo intenso e neve. Ho però il gran conforto di rice vere la prima cartol ina della mamma del 4 u.s . e da essa apprendo che sono stati p iù di un mese senza conoscere la mia sorte 19 Le prime incerte notizie che mi riguardavano furono fomi te da l caporale Bulgarini di Montepulciano, del mio reggimento e addetto, suo malgrado, alle salmerie, e salva tosi.

Alle undici Messa in musica nella cappella dell'Ospedale dove officiavano tre nostri cappellani, in mezzo al rac cog lim e nto pensoso di noi tutti, anche dei più scettici e incredu li !

25) Pranzo natalizio con grande sodd isfazio n e di noi tutti e con meritata lode del direttore di mensa, esso comprendeva: antipasto, timballo di riso, oca con purè, frutta, formaggio, dolce, birra e caffè-caffè. Per prima volta mi sono senti to sazio, anche perché un collega mi aveva offerto della galletta.

Alle 15 e 30 distribuzione dei doni agli ammal ati, offerti da noi tutti e dagli

18 Patogeno r es p onsabil e della tubercolosi Tn effetti l'enterite può derivare anche da gravi malattie de l s istema resp ir ato ri o, fra cui la tub ercolos i.

19 CG, FCl, Ag nese G iannot ti , carto lina prigionieri d i guerra, 4 dicembre 1917: " D ino mio caro C he settimane di passione si s iano passate lo imm ag in e rai. U n m ese in tiero [sic] se n za tue notizie e so lo un fil o di speranza, sc ri vendo il Bulgari n i a M ontepulciano che riten eva q uas i certo ch e tu fossi prigioniero Fu Oscar ch e c i co munic ò la notizia. Quanto s i pens i a te e quanto ci sia p e n oso sape rti in ta le condiz io n e lo intuira i conoscendo il nostro a ffetto Siamo an che tanto dolenti di non poterti mandare subito quanto ci chiedi perché in ques to momento è sospeso il servizio de' pacchi a i prigio n ie ri di g u erra Speriamo s i ria tti v i p res to; anche oggi papà e De lia so no stati al Com.to C. R. p er info rmazioni Dacci no ti zie del tuo at ten d e nte c he m a n ca no alla famiglia. I tuoi fratel li domandano d i te . Con papà e De lia ti a bbrac cio for te fo rte . Ti be ned ica Iddio, come la tua mammin a" .

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ufficiali dei reparti. A coloro che potevano mangiare ho dato galletta, fette di sa lam e, formaggio, rum . Ag li altri, ed erano i più, fazzoletti, mutande, maglie, taccuini, lapis ecc . Dopo cena gran tombol a ta con premi. Pur troppo con Nata le ho finite l'ultima sigaretta e per mancanza di denari dovrò fame a meno!

26) Nevica di continuo. La mancanza di sigare tte mi rende nervoso, né ho i l coraggio di chiederne ai colleghi, ho tentato di fumare, arrotolando nell e cartine, le foglie dell'uso tè, ma ho dovuto smettere subito.

La mortalità dei nostri prigionier i è imp re ssionante, oggi h o conta to ben ventiquattro bare! Un m orto per polmonite. (23) Scritto a casa.

27) Nev ica ininterrottamente da ieri.

Ricevo un telegramma con rispos ta pa gata dalla Signo ra Angelina Fiori to di Fossano, moglie d el maggiore comandan te il mio battaglio ne, che lasciai gravemente ferito al posto di med ic az ion e . La mog li e mi chiede s ue noti-.ie, rispondo "ferito suppongo trasportato in Austria". Dubito molto c he sia sopravvissuto.

Concerto vocale strumentale al "Contumax" con la diva "Gisella" che furoreggia. È un giovane napoletano dotato di una eccellente voce in fa lsetto e di una mimica tutta s u a s peciale.

28) Continua a nevicare. Ricevo la prima l ettera di mio padre che mi ragguaglia di loro tu tti. È del 30 Novembre20 Un morto per polmonite. (24)

29) La ne ve si è trasformata in pioggia che riduce in un vero pantano il Campo. Ancora pidocchi addosso! Rimango a letto e nuova ster ili zzazione

20 CC, FCJ, Benvenu toG iannotti, let tera, 30 n ovembre 1917: "Cnrissimo D ino, la tua sorte si era g ià appresa a mezzo de l Bulgari.ni: poi mi venne confermata dal tu o te legramma. Ricevo oggi il tuo secondo telegramma: ma t ranne i denar i non è poss ib il e inviar ti ciù che chiedi, poiché è sospesa la spedizion e d ei pacchi. P u oi credere se io, Mamma, Delia, fratelli e parenti si ha il pensiero a te. Rassegnati, co me noi dobbiamo rassegnarci per il tuo s tato e le tue cond izioni. Ricca r do ci manda d i continuo sue notizie : ancora non sappiamo ove si ferm erà Rogero ci avverte di ave r s up erate le febbri, ha dovu to rientra re n e ll'ospedale solito Anche questo dà a noi un po' d i pensiero per la pers istenza de l male. A u guriamoci che guarisca presto . In questi giorn i sono sta to a Firenze perché zio O rland o n on si sen tiva be n e . Ho potuto vedere anche Ugo e Vier i, non p erò Mar io, che non ha po tuto ricevere avv iso . Lo ha potu to però vedere Riccardo, essendo stati fra loro vicini. Per il momento nu ll a d i grave presenta lo stato dello zio, anzi va assai meglio

Come notizie, puoi comp rendere, poche posso dartene: ma stai pur tranquillo che oo i i.n famiglia stia mo tutti bene. Anche Adolfo si trova con tento, come ci avver te in una sua lunga di ieri: studia ed alla fù1e dell'anno spera di esse re tra noi. Sai niente di Mino? Nei giorni scorsi e ra abbastanza freddo; i monti erano imbiancati ed anch e a MPulciano nevicò per tutta Lma g iornata. Adesso sono tre giorni che a~biamo belle giornate. Appena sarà riattivata la spedizione ti invieremo la biancheria ed il restante secc>1do disposizioni in vigore. Delia ha ripreso i suo i studi, presto ti se ri verà e così pure mamma. Adesso sta la vora.ndo ed aiuta ma mma nell e faccende domestic he. I Coleschi ti salutano e si interessano di te. Dopo i telegrammi abbiamo speranza di riceve re un tuo scritto c he ci dica SLùla hta sa lute Zia Vittor ina e ella ti mandano i loro migliori saluti: fui ieri l'a ltro da loro che s tanno assa i bene, ma sp ia centi di non avere tue nuove. Con tu t to l'affetto ti baciano ma mma, Delia e co l nostro pensiero a te rivo lto ti abbraccia di cuore il tuo papà".

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della mia biancheria rido t ta oramai a brandelli! A nulla è servito chiudere erme t icamente il col lo e i polsi della mia vestag lia, i pidocchi saltano ovunque! So che anche nelle altre baracche avv iene il medesimo fatto e come alcuni colleghi abb iano subi t o la mia stessa s orte .

Rice vo una cartolina di mio padre in data l Dicembre in cui tr a l'altro mi domanda se posso dargli notizie di Mino Vincen t i e del mio attendente 21 . Rispondo che il primo lo incontra i ne l Settembre a Sdraussina, mentre ritornava con il suo reparto dalla prima linea, e che il secondo stato ca ttura to insieme a me, ignorando però il cam p o d i concentramento a cui è stato des tinato. Un morto giu n to agoni z zante in baracca. (25) Domani ne faro l'autopsia.

30) Anche oggi mi traspor t ano in reparto tre soldati agon izza n ti ch e appena giunti m u o i ono!! (28)

31) L'autopsia dei quattro morti di ieri ha mes s o in evidenza che tre erano d eceduti per polmon ite e il quarto per p l eurite, il cui essudato giung e va fino alla sottoscapolare! E non poteva essere da meno quando s i ponga men t e a come s iano mal rivestiti e risca l dati questi infelici, in pieno rigore inverna le. Spesso, in questi ca s i, si tra t ta di prigionieri che, pur accusando qualche in fermità, vengono addet t i ai lavori esterni e t rasportati in o s peda le a l l'ultimo momento.

Riscosso lo stipendio di 183 kr. e, dopo aver s aldato la men s a, mi affretto a comprare le sigare tte al soli t o prezzo di s t rozzinaggio .

Si va dicendo che il convoglio dei nostri prigion ieri ch e doveva in ques ti giorni es s ere avvia t o in Turchia non partirà p iù, g iacché il nos t ro Governo, v en u tone a conoscenza avrebbe minacciato di in v iar e i prigio1ùeri austriaci in Eritrea. Ben fatto !

Al "Contumax" altro cavallo di battaglia della Galli , ' 'Le pillo le d'Ercole",22 non troppo ada t to nella nos tra presente s it u azione!

A mezzanotte, dopo il mattutino, un modestissimo dolce con ponce, inneggiando all'Italia e alla sua immancab ile vittoria, alla salute dell e nos tre famiglie, augurandoci che il 1918 ci apporti liber t à ins ieme alla sconfitta del nemico.

21 C G, FCl , Ben ve nu to Gianno tti, ca rto lina p .g , 1 Dice mb re 1917, " M io caro Dino , Ab b iam o ricevu to tu oi telegra mmi be n co n te nt i sa p erti in bu on a sal ute . A thtalm e nte no n possiamo sp edirti ni ente d i c iò ch e ch ie di esse ndo s ospesi i pac ch i App e na poss ib i le in vie re m o. le ri scris s i le tte ra: esse nd o sta ta ch iu sa no n so se ti p erve rr à. Ma nd o guind i la p rese nte p er d irti tutta fami g lia s ta bene. Bu one no tizie da i fra telli: so lo Roge ro se mp re feb b r ic itan te Av e ndo not izie d el M a r z u oli G in o in vi a le . C osì pu re d i Mino . Baci, a bbracci d a ma mm.a, sore lla "

22 Si trat ta d i una co mm edia teatra le di M a ur ice Henrieq uin (18 63-1 926 ). Le pill o le d' Ercole n on so n o al tro c h e p as ticche afrod is iac h e c he sco n v o lgono la v ita d e l p ro tago n ista, soli ta m e n te u o m o fedele ed ones to, che e n t ra, s uo m a lgrad o , in una se ri e di com ic he a vve nture a s fondo licenz ioso .

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Gennaio Unbruttoinizio

1) Abbiamo festeggiato il nuovo anno aggiungendo al nostro parco menù l a p asta asciutta , accolta con il so lito entus ia smo, dolc e e surrogato di caffè . Alla sera tombol a .

Ho preso una decisione, qu e lla d i farmi crescere, per stre tto lutto personale, la barba e i baffi, facendo voto di togliermi il tutto so lamente il giorno in cui avrò la ventura di rive dere il suolo i t a liano. Questa mia decisione , sorta quasi imp rovvisamente in me, credo di riallacciarla ad un evento passato, che inconsciamente è riaffiorato p en sa ndo a M e tella.

Nel giugno 1917, trovan domi con 77° Reggimento Fanteria al Campo di Cluso ne 1 , in Val Brembana, vo lli farmi c re scere ba ff i e barba alla D ' Annun zio. A!Ja mensa i primi gio rni passò inosservata la mia incipiente peluria, ma quando cominciò a risa ltare alcuni scanzonati subalter n i, ogni vol ta che entravo alla mensa , constatav ano che era spuntato un nuovo pelo e quindi ero condannato a pagare il rituale fiasco di vino, con spasso di tutti e del Maggiore Comandan te il Battaglione.

Alle mie b en ev ole rimostranze essi cantavano in coro, sull'aria della canzonetta allora in voga " Ah! L'amor che ci fa fare! " 2 , la seguente strofetta:

Ahi La barba del d o tt ore C h e sp unta a t u tte )'ore Se egli la v u ole te n e r Ci paglù da be r!

Oilè o il è o ilè '

Pur n o n pre ndendo in ugg ia quello sc herzo di buona lega c h e per ò non intendeva cessare, tutt av ia mi seccava essere so ttop os to a quel t aglieggi o a cui no n s i sf u gg iva, e che di co ntinu o mi faceva c resce re il co nto degl i straordinari .

1 Paese n elle v icinanze de l lago d' Iseo, a circa 35 chi lometri a nord -es t da Bresc ia .

2 Canzone napole ta n a, poi adat tata in ita liano, musicata da Ernesto de Curtis e con versi di Ernesto Murolo, fu composta nel 1911

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Mi decisi quindi a tagliare baffi e barba proprio quando iniziavano a far spicco di se stessi, e cos ì cessò "la condanna" pur avendo dovuto offrire, per i I sac rificio impostomi , liquori e pas te.

Chi mai può sondare l'animo femminile! Metella, che mai aveva espresso un suo parere in proposito, né io lo avevo sollecitato, allorché le confidai del sac rifi cio imminente dell'onor del mento, fu decisamente di parere opposto, a nzi duramente mi disse: «No n voglio!».

Rimasi perplesso e addolora to di questo suo s trano atteggiamento. « Non voglio co ntrariarti » risposi «Ma preferisco affidare a lla sorte il destino della mia barba. Facciamo testa o croce ed io rispetterò il responso » M etella accettò la proposta, lanciò la moneta, venne c roce e la barba fu tolta.

P er alclllu gio rni più non la vidi, a nzi Metella no n si fece vedere, quando una mattina ricevo un suo biglietto in cui mi dice:

Domani sera si balla al Circolo dei Forestieri, ti attendo. .,,

La rividi e ci appacificammo. Il suo nom e è in realtà Cecilia, d a me ribattezza ta Metella, perché al pari di Cecilia Metella, m oglie di Crasso, era di incomparabile bellezza. Ella non comprese il significato, però non le dispiacque che in tal modo la chiam ass i.

Come molte altre famiglie lombarde era venuta con la propria a villeggiare a Clusone, grossa borgata posta a circa 700 metri s ul l iv ello del mare Le sc riverò in quale ambiente, co sì dissimile da quello in cui ci incontrammo l'ultima volta, mi trovo e della crescita della mia barba. Mi rammarico di non averle ancora sc ritto, sic uro che i l mio l un go e insoli t o si l e nzio la terrà pensierosa.

2) Neve e freddo intenso ch e non mi impedisce di fare una passeggiata fino a Rondingersdorf.

Tre morti: polmonite, enterite, tet ano. (31)

Per la prima volta ho avuto in cura un ammalato di tetano e so no rimasto impre ss ionato della grave e s traziante sintomatologia, senza che avessi possibilità alcuna di soccorre rlo!

Scrivo una lettera a Metella.

3) Ieri volli sfidare i I freddo, ed oggi rim ango tutto il giorno a letto perché raffreddato e re umatizzato.

4) Principio, con l'aiuto del vocabolario, a leggere i giornali di Vienna, e così apprendo che oggi scade il termin e fissato dagli Imperi Centrali all'Intesa per risponder e ad una loro proposta di pace. Ques ta ini z iativa degli Imperi

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L'inverno a Sigmundsherberg.

Centrali è da mettersi in relazione alle trattative di pace già in corso con la Russia dove, si sa, infuria la guerra civile e la rivol uzi one. Si dice che si ignori dove si trovi la famiglia imperiale russa.

Sono certo che l 'Intesa non cascherà in ques to ingenuo tranello!

Due morti: polmo1ùte e tuberco losi polmonare (33)

5) Un ordine improvviso de ll o "Chefarzt" ci ha messo tutti quanti in ag itazione . Camminando punizioru disciplinari ci ingiunge di iniziare il nostro esercizio ogni mattina alle 8 e 30. Poiché detto ordine era del tutto superfluo, ab biamo intui to che questa mossa doveva nascondere qualche subdola manovra. Così il Ten. Colonnello Cas taldi, recatosi per fare il so lit o rapporto, ha fatto scivola re il discorso sull'argomen to Ha ritratto l'impre ssione che quel riclùamo all'orario possa essere, al momento opportuno, un 'a rma val id a, secondo loro, per il comando del Campo per addossarci la responsabilità dell'impressionan te mortal ità dei nostri prigionieri. Come se, a t te n endoci all'orario stabilito, si avesse l a faco ltà tauma turgica di salva r loro I.a vita!

Sovente questi disgrazia t i, r idotti in sì pietose con di zioru e consci della loro sor te, si sono rimproverati di aver ge ttato il fucile, illudendosi d i salvarsi la vita e ch e la guerra sarebbe ben pres to cess ata. Ma non del tu t to, a mio parere, a costoro conviene attribuire la disfatta, sebbene a quegli esseri immondi dei soc ialisti che in patria pugna l avano alla sc h iena, facendo propaganda di di sfatt is m o pe r fino in Parlamento!

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é va dimenticato lo stato di disagio in cu i si trovavano le truppe di prima linea, senz a alcuna assistenza morale, co n lunghi ed es tenuanti turni di trin cea, avviate spesso a inutili ca rneficine, e, allo rché a riposo, venivan o strema te co n esercitazioni con lavo ri pesanti in seconda linea!

Approfittammo di questo inu til e ric hiam o dell o " Che farzt " per inviare al Comando del Campo questa n os tra protesta.

Constatnto che nncora non abbiamo ricevuta risposta al mem oriale presenta to il 26 Dicembre 1917, che i nostri soldnti, nonostante le nostre co11tin11e proteste, sono tenuti in condizioni disumnne, co11 vitto assolutamente i11s11fficie11te, come del pari lo sono i loro indumenti e le condizioni igieniche in bara cche stipate fino all'in veros imile, che con trariamente alla Convenzione di Ginevra, firmata anche dall'Imperiale e Reale Governo, 11011 vengo110 eliminati simili in co11ve 11ie11ti e come del pnri in di sp regio a detta Convenzione, gli ufficiali medici italiani sono considerati prigionieri di guerra, per tali motivi gli ufficiali medici del Lager Ospitai decidono di abbandonare l'ospedale e chiedono di essere ai,~iati ai repart i deg li ufficia li d'arma combattente.

Sebbene ta le protesta fosse accolta e stilata all'unani mità, chi lo cr e derebb e, quando si trattò di apporvi la propria firma, non pochi, i così detti "pa nciafic hi s ti"3, si ric usaro no di firmare adducendo pietosi e ridicoli pre testi. Anche se, come prev e dibil e, le nostre proteste non avessero avu to e ffett o e risultato alcuno, rimane va sempre un a no s tr a fier a rampogna di medici, di italiani e di umanità.

6) Eccone la riprova, s e pur ve ne fosse s ta to il bisog no! Appena g iunti in re part o du e so ldati schele triti muoion o prima di esse re tolti dalla b arella! (35)

7) Ricevo un telegramma da casa del 26 dicembre con auguri. L'autop s ia dei due m or ti di ier i ha rilevato una broncopolmonite

8) e ve e freddo. Ben a ra g ione quel so ldato fio rentino di pochi g iorni fa infamava con trivi a li titoli gli aus tri ac i! Ric ev o il primo pacco da casa, ma in quali co nd iz ioni! Mancano sigare tte, taba cco, fichi secch i e sapo ne. Di ci ò ne ho la confe rma essendomi giunta una lettera n e lla quale mi s i specificava i generi con te nuti nel pa cco . Sempre da ques ta lettera apprendo che il pane, di c u i h o tant o bisogno, d eve es se re spedito a parte.

Un altro agonizza nte en tra mio reparto.

1 In riferimento all'atteggiamento "panciafic h ista", os~ia di coloro che "volevano serbare la pancia per i fichi". Qu c:,to termine fu coniato dagli interventisti, come storpiatura sarcastica del termine pac ifismo.

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L'ar rivo dei pacchi a Sigmund s herberg.

9) L'autopsia del soldato di ieri ha dimostrato una tubercolosi polmonare. (36)

Tra le tante canzoni, strofe, modi di dire, sorti, non si sa dove e come, al fronte, vi era anche quella che frequentemente si ripeteva in coro alle mense, sull'ar ia di "Fra Diavolo''{ e che così suonava:

Qu ell'uomo dal fi ero aspetto Non dica non dica fregnacce Dallo ad intendere al Kai ser Forse ci crederà!

Così è acca duto stasera alla mensa dopo cena, mentre si stava conversando, il tenente Alberto Mario, giovane ben prestante, con pizzo e baffi alla d' Artagnan, buon conversatore e novellatore di boccaccesche, disse d i aver beffato il soldato di scorta nella passeggiata di ieri, e di essere riuscito ad infil arsi in una casa privata dove aveva una conoscenza femminile.

' Aria dell'opera comica in tre att i Fra Diavolo ou l'Hòlellerie de Terraci11e, musicata da l francese Daniel Auber e rappresen tata per la prima volta all'Ope ra -Com ique d i Parigi nel 1830. Originariamente in francese della romanza venne fatta una traduzio n e italiana: "Qu ell'uom dal fiero asp etto, guardate s ul ca mm ino, lo stocco ed il moschetto, ha sempre a lu i vicin Gua rdate un fiocco rosso, e i porta sul ca ppe ll o, e di ve JJuto indosso, ricchissimo mante!. Tremate! Fin d al sentiero d el tuono, da ll 'eco vi e ne il s uono "D iavolo, Diavolo, Diavolo." Cfr. H. RosE/\. ' THA L, J. W ARRACK, "Fra' Diavolo", in Dizionario dell'opera lirica, Vo i. 1, Firenze, Vallecc hi, 1974

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«Sarà la settantenne lavandaia che viene ogni sett imana a prendere la biancheria!», rispose sarcasticamente un collega . Mario non se ne dette per inteso e insistendo nella sua versione, nonostante la "bolletta" che infierisce s u noi tu t tj, sco mmise 200 kr. contro una che alla prima occasione avrebbe dimostrato allo scommettitore l'astuzia a cui ricorreva .

La circostanza di avere una conoscenza femminile non era da escludersi perché prima della nostra sco nfitta di Caporetto gli ufficia l i medici erano au tori zza ti ad us cire senza scorta per u n raggio di due chilometri. In tal modo non era difficile fare delle conoscen ze specie se accompagnate da una tavoletta di cioccolata o da un pugno d i riso .

10) Continua a nevicare ed io ad essere infestato dai pidocchi, che mi avevano ri spar miato anche in trincea. I giornali austriaci riportano che l'Imperatore d'Austria ha concesso al maggiore degli Alpini Ce~re Boffa, comandante il battaglione " Monte Marmo l ada" l'onore di portare la sciabola in prigionia, per il suo va loro so co ntegno sul Monte Gomberta5. Ne es u ltiamo!

Un a commissione di ufficiali medici si è recata al primo reparto ufficiali pe r conferire con il Generale Rocca6 e con altri uffi ciali superiori pe r mette rli al corren te delle disastrose condizion i d ei nostri pri g ionieri, la cui mor talità media è sali ta a 13 al gio rno, e nel contempo studiare il mezzo migliore per venire loro in a iuto. Fu deciso di inviare un memoriale al Ministero della Guerra austriaco perché migl iori il trat tamen to ai p ri gionieri ed un altra nota al nostro Governo invitandolo ad inviare, tram ite la Croce Rossa, una no tevo le scorta di pane, da rinnovarsi di qu ando in quando.

5 li Battaglione "Mon te Marmo lada" venne c r ea to il 22 Maggio 1917 e partec ip ò alla battaglia dell'Ortigara (10 -29 Giugno 1917) e, dopo Capore tt o, venne destinato a difendere il monte Ton d erecar dove riuscì a tenere la posizione nonostante i ripetuti a ttacchi nemici. Da I 29 rovemb r e venne po i sc h ie ra to a d i fesa de l monte Castelgomberto, dove subì una settimana di intensi attacchi, con grav is si m e p e rdi te . Caduta la d i fesa del monte Tonderecar, il b a tt aglione venne iso lato, ptlr cont inu ando a resiste r e. Esaur ite le m uniz ioni continuò a te n ere la posizione per altre vent isei ore. Alla fine i pochi supersti ti, compreso il magg . Boffa, ven n ero cattura ti dag li austriaci . Per ques te azio ni eroiche a l battaglione ven n e assegnata una Medaglia d 'Arge nto al Valore Militare con le seguen ti motivaz io ni: " Il battaglione Ma rm o lada respingeva, disperdeva con t enacia sangu in osa, per ben sette vol te, in genti masse di b a ld a nzo s i nemici a n elanti a trabocca re in pianura (Mo nt e Tonde reca r 15 e 22 Novembre 1917) . Nella disperata difesa d i una postazione a tt accata da ogn i par te, avvele nata di gas e sconvo lta da imp lacab il i bombardamenti, s i imponeva all'amm i razio n e dello stesso avversar io (Castelgomber to 4-5 Dicembre 1917)" Cfr. G. Ouv,,, Storia degli Alpi11i dal 1872 ad oggi, Milano, Monda do ri, 2001; G P1EROPAN, Orligara 1917 - 11 Sacrificio del~Armata, Milano, Murs ia, 2007.

" L'autore si ri ferisce probabilmente a l Ge n Federico Morozzo della Rocca (1878 - 1971 ), comru1dante italiano molto famoso per i suoi a tti di eroismo e per combatte re in prima linea al fianco dei propri uo mi n i Fu decorato con u na medaglia di brnnzo e con una medag lia d'oro al valor mil it are per la sua eroica difesa del mon te Ce ngio durante la battag li a degli Altip iani (15 Maggio-27 G iu gno 1916)

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Nessun dubbio che questi nostri piissimi desideri rimarrann o tali come sono, e tutti si disinteresseranno dei prigionieri molti dei quali, sp ec ie "que lli di Caporetto", sono considerati in Italia dei traditori e dei disertori!

Invio un telegramma a ca s a, dando mie buon e noti z ie.

11) La neve ha già raggiunto una notev ol e alte zza e nevica ancora. Ricev o una lettera della Signora Fiorito n ella quale mi chiede particolari sulla ferit a e s u Ila fine di suo marito7 Per non toglierle del tutto ogni s peranza le comunico che riportò una ferita di una certa gravità alla testa, ma che forse il nemico l o a ve va tra s por tato un luogo di cura dove avrebbe potuto essersi sal v ato. Ho anche ricevuto una cartolina di Virginia Serra.

12) Come se non b a st ass e que lla di ie ri ricevo og gi un'altra s tra ziant e le ttera della povera s ignora Fiorito, che mi scongiura di nulla nasconderle e di dirle la ve rità8 ! Mi è s embrata s ufficiente quella mia di ieri e quindi ho cre duto opportuno p er il momento non rispondere a questa ultima, limitandomi ad informa rla di averl e s critto già in propos ito . Con la sp e ranza che l a cens ura non cancelli il mio scri tt o le ho detto in quale località fu ferito, da quali truppe fu cattura to e la se de de l C omando di divis ione a u s triaco . C o n tali dati, s o g giuns i, potrà ri v olgers i alla Croce Ro ssa e alla speciale Commissione istituita presso il Vatic a no Due m orti p e r enterite. (38)

13) Al "Contumax" s i è rappre s en tato " Il Cor aggio" 9 , "L' A rtiglio " e il famosiss i mo "Cantico dei C antici ' ', con una s uperba Iolanda.

7 CG , FCl, Angeli na Fiorito , lettera, 17 dice mbre 1917 : "Egreg io Dott ore G iannotti, sc r ivo ancora temendo le ttera e te legramm a in v iatel e n o n le gi un ga n o . La p rego ca lda mente volermi dar e no tizie de I m io p overo ma r i to, maggiore F io r ito che so rimase grave m en te ferito iI 26 / 1O, e raccolto e mcd ica to da Le i M i d ica pe r cari tà t utto, n on mi nascond a n ulla , come è, d ove lo lasc iò, la grav ità della feri ta, dal serge nte Poggi e pe r qu ante rice rche fat te non h o sap ut o p i ù nulla M i tolga Dot tore da q u es t'ansia te rri bi le. Coi pi ù di s ti nti ossequi. A ngio lina Fiorito".

8 Ibid , 26 dicemb re 1917: " Eg regio DottorGiannotti, m i ri vo lgo a Le i p e rché Le i solo p u ò tog li e rmi da ll' a n sia terri b ile in cu i m i t rovo So no la mogl ie del pove r o magg io re Fiorito , che so ri mase feri to gravem en te n ella n o tt e d el 26 Ottobre e da allora non ne so p iù n ulla M i info r mò il se rgen te Poggi d icendomi c h e il mio p overo caro fu v is to c u ra to e assis tito da Lei, ch e fu v isto in b a rella attornia to dai suo i ufficiali : infine tu tto ciò che il Poggi ha p o tu to sa pere e p oi p iù n ul la! Lo sta to d'a nim o m io p uò so lo imm agi n a rl o, sono 52 g iorni che non ho notizie dal m io p overo caro. M i r ivo ls i al s u o Sig. Pa d re in Arezzo, c h e ge ntilm e nte mi in viò sub ito l'i n d iri zzo suo . Ie ri stesso le te legrafa i senz a potermi spiegare p erché è p roib ito chied e re n o ti z ie a d u n p ri gio n ie ro d i un a ltro . M i ris p o n da Dottore p er ca rità mi d ica tutto del m io povero caro, la gravità de lla fe r ita , se q u an d o lo lasc iò e ra vivo, ove è o ra, se p osso ave re a ncora u n a speranza ... t utt o ci ò che sa p e r toglierm i d i q uesta o rri b il e v i ta. Se non crede scrive re a me le d o l' in d irizzo di mi o cog nato D otto r Gi useppe Dessano, med ico chirurgo, Fossano, e non mi nasconda n u lla pe r pi età. A Lei au g uri c h e p ossa rit o rn are t ra i s uoi ca ri s an o e s al vo". q Co mm edi a in w 1 atto del fio rentino Augu sto Nove lli ( 1867 -1927).

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14) Desolato mio comple anno! Una cartolina del babbo 10 e dello zio Ulisse, a cui ri s pondo.

15) Fino a pochi giorni fa avevamo qualche dis infe ttant e intestin ale e qualche prepa rato opp ia ceo con i quali si tentava di curar e le numerose enteriti , ma da più di una se ttim ana le scorte sono finite, né vi è la possibilità di esserne rifo rniti .

Intant o tal e forma morbosa è in con tinu o aumento. Oltre alle cause g ià espos te ch e favoriscono l'insorgenza di questa m a lattia , non va dimenticata la s paventosa fame che annienta i nostri pri g ionieri. Quest i non si peritan o a ric erca re tra le immondizie le bucce di patate, teste di aringhe e, quello che è più spaventoso, a dis so tterrare le inte riora dei cavalli, la cui ca rne v iene somministra ta due volte alla se ttiman a!

Più vol te, gira nd o per il campo, h o assistito a simi li impressionanti spe ttacoli e nonostante li abbia sempre severamente ripres i "più del parlar poté la fa me " 11 !

16) Un'impro vvisa ondata di scirocco ha sciolto quasi tutta la ne ve, rendendo il campo un vero pantano . Un m emb ro della Croce Ros sa Svizzera è ve nuto oggi ad ispezionare il Campo e, con la scu sa della s ua im pra ticabilità, il Com ando gli ha mostrato oltanto i rep a rti ufficiali e qualche baracca dell'osp edale, trascurando volutamente quelle nelle quali sono amm as sati i prig ionieri, e dov e lì soltanto quell'autorevole personaggio avrebbe potuto farsi un'idea delle tristi con dizioni in cui ve rsava no. A noi m edici di reparto non una domanda né un ' informa z ione, de l resto il Comandante del Ca mpo e lo Chefartz n on ce ne avre bb ero dato il temp o. Parlavano semp re loro e poco o nulla sos ta va n o in m ezzo agli a mmal a ti .

Ma perché co lui che dove va poi redig er e un rapporto non chiese di visi ta re tutto il campo ? Forse aveva il timore di infangarsi le sc arpe!

17) Riprend e a nevicare e co ntinu a fino a se ra.

Si vocife ra che a Vienna sia no scopp iati tumulti per la barcollante pa ce con

10 CG, FCl, Benvenut oC iannotti,Car tolina p.g. 19diccmbrc 1917, "Ca ri ss im o Fig li o,infomiglia tutti bene e così pure i tuoi fratelli Pens ia m o tutti a te, rincrescem i non pot er ti per ora in vi are la roba richiesta essendo sospesa la spedi zione pacchi. Ti ho inviato un telegramma e sabato ~orso f1SO a mezzo Banco Commerciale. Su ppong o tu non sia ammalato ma ese rciti la tua specialità nel Lager Sp ital. Si ignora la sorte del Magg.re Fior ito. Tantissimi mi domandano d i te cd io co munico qua n to m i spetta a nch e da feriti che tu ha i medicato cd io ho proseguito la cura. La presente chissà quc1n d o ti perverrà: ad ogni modo siamo tutti co n te n ella ricorrenza di queste feste che te le auguriamo tranquille. Ti bacio forte forte e ti benedico insieme a Mamma e Delia. Il tuo pappà [sic]".

11 L'a utore si riferis ce a l famosiss imo p asso della Oivi11a Commed ia di Dan te, Canto XXX l Il d ell' In ferno, in cui il Poe ta inc o ntra Ugolino della G h erardesca, che conclude la convcr:,.uione dicendo: " poscia, più che 'I dolor poté ' I digiuno".

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Il comando del campo di concentramento.

la Russia . Nei giornali però si legge che a Trieste vi è una forte agitazione per la mancanza di pane e di co mbustibili.

18) Un po' vela tam en te i giornali scrivono che anche a Graz avviene quanto è accad uto a Trieste Due morti, uno per enterite e l'altro per ascesso retro bulbare di entrambi gli occhi. Come sarà inizia ta questa terribile infermi tà? Ritengo do veroso inviare mie notizie alla signorina Mendel di Milano, a suo tempo conosciuta in modo strano . Nell'attraversare piazza San Babila, la trassi in sa lvo nel momento in cui, distratta, era sul punto di essere investita da un "b rum'' 12 . Volle avere il madrinaggio in ricompensa, mi disse, per averle cer tamente salvato la vita.

È giunto all'ospedale il Capitano medico Musacchio, mio compagno di corso alla Scuola di Sanità a Firenze, sua meraviglia non tanto di tr ovarmi qui, quanto di non essere, al pari suo, capitano! Gli narrai la mia quasi incredibile s toria che, in prigionia, si fa ancora più risentire per la notevole differenza dello stipendio .

12 L'autore si riferisce ad u n a carrozza mode ll o Brougham, dal s u o inventore, Lord Henry Brougham (1778 -1868), politico inglese e Lo rd Cancelliere dal 1830 al 1834. Si trattava di ca rrozze di nuova concezione, sul cui telaio vennero disegnate anche le prime automobili. In inglese il nome delle carrozze, pur essendo scritto Brougham, si pronunc ia "B r oom" e così è passa to a nche in italiano.

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19) Ricevo finalmente da casa un po' di biancheria ed una divisa senza fregi, il che mi darà agio di cambiarmi quella, oramai inservibile, che porto indosso da lungo tempo. A questo insperato arrivo si aggiunge l'altret tanto insperata distribuzione, a pagamento, di 16 pacchetti di tabacco macedonia, 5 virginia, 5 toscani e 4 pac c hetti di trinciato.

La commissione s up erio re di controllo ha confermato l'invalidità dei prigionieri da me già proposti per il rimpatrio. Le loro condizioni va nno sempre più aggrava nd os i e se non sarà sollecito il ritorno in Italia, dubi to molto che possano giungere a questo giorno da loro tanto agognato.

D u e morti per enterite. (47)

20) Il "Lavoratore di Trieste", sebbene largamente imbiancato dalla censura, ripor ta che a Vienna, Trieste ed in alcune località della Stiria sono avvenufi scioperi e tumulti per motivi economici e politici, si dà per cer to che vi parteciperanno anche i ferrovieri.

Un morto per enterite. (48)

Al "Con tumax" ho assistito alla briosissima commedia "Fatemi la Corte" 13, che anche io, a suo tempo, da dilettante senza lode e senza infamia, reci tai a Montepulciano.

21) Passeggiata a Rodingersdorf con strade impossibili a causa del discioglimento della neve . Le mie scarpe già risento no dell'usura del tempo e dovrò limitare l e passeggiate.

Al teatro del 1° gruppo concerto e duetti "Gisella - Esposito", spassosissimi macchiettisti napoletani; mi fanno riviver e le gaie serate alle "Follies Bergères" 14 di Firenze con il suo tumultuoso can -can!

22) L'atroce sor te decre tata dagli ag uzzin i di S.M. Apostolica Imperatore e Re ai nostri prigionieri seg uita con imper turb abi le cinismo . Appena gi un ti n el mio reparto sono morti due di questi infelici e lo stesso avviene negli altri reparti! (49)

Ricevo un telegramma di ringraziamento dalla signora Fiorito. Scrivo a casa . I giornali riportano che gli scioperi sono finiti. Sarà vero?

13 Commedia del livornese G iovanni Si lves tri (1841-1890) .

14 Locale situato in via dei Castellani a Firenze, di fronte all'usc it a degli Uffizi. Il primo teatro, chiam ato delle Logge, era sta to reali zzato soprelevando la seicentesca Loggia del Grano. Nel 1910 divenne w1 caffè concerto, cambiando nome in Follies Bergères. Nel 1935 ven n e tr asformato in cinema col nome di Imperiale. Nel 1954 l'edificio fu ampiamente ristrutturato, mantenendo la sua funzione di cinema, ques t a vo lta con il n ome Capito!. L'impianto rimase in funz ione fino al 1984, quando l'a ttività fu dismessa. Fu poi acquistato da l gruppo Benetton, ed attualmente è un centro polifunzionale Cfr. P. ROSEL LJ , G C. ROMB Y, O. F A N 1ozz1 M IC ALI, I teatri di Firen ze, Firenze, Boncchi, 1978.

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23) Imm e nsa pena mi fa la po v era signora Fiorito . Ritengo che il suo telegramma di ieri sia in ri s pos ta alla mia prima lettera, ché in un a ltro ricevuto o ggi mi s co ngiura a darl e risposta ad una sua ultima , cosa che ho già fa tto da giorni.

24) In mezzo a queste tragedie di ogni g enere tr ovo conforto a s crivere a cas a e a Me te lla , che o g gi c erco di ra ss icurare s ulle mie s orti, dandol e ammaest rati ragguagli sulla v i ta de l campo .

Ricevo un p a cco da cas a con v iv eri, ma me z zo s va li giato. Mi s i dice che tale sorte capiti a quasi tutti e si ritiene che n e s i a n o autori gli addetti alle recezione e verifica dei pacchi, tra que s to p e rsonale v i sono purtroppo an c he dei nostri sottufficiali. In tal modo si spiega come s i possono trovare, a prezzi proibiti v i, sigarette e v iveri italiani .

25 ) A pprofitto di una giornata splendida con un bel s ole per fare una passe g g iata a S igmund s h e rb e rg e a Rodinge r sdorf.

26) Il sole di ie r i c i ha g ià abbandonato, g iornata nebbiosa e umid a . M i reco a l cinematografo pur sapendo ch e mi sarei annoiato.

27) In izio la lettura di un romanzo tedesco per approfondire la conoscen z a di que s ta lin g ua, che cerco di a ppre nd e re n ono s tant e abbia un ' istinti v a ripugn a nz a .

28) Ric e vo un a ca rtolin a d a l babbo d e l 29 Dicembre 15 e , con grande mia sorpre s a e content ezz a , una di Metella del 1° Gennaio16 ! Per quanto mi s fo rz i non ries co a c o mprend e re come abbia potuto a v ere il mio indiriz zo, giacc h é a q u ella data non po tev a certamente essere in poss e ss o della mia prima carto lina, né tanto m e no mia s orella poteva aver d a to mie notizie a suo padre, come l'avevo pregata di fare Ma le donne di cosa non s ono capaci! In que s ta ca rtolina Me te lla mi in v ia i s uoi auguri e mi dà s u e notizi e . Non e sito un att im o a risponderle .

29 ) Nulla da segnalare.

" CG, FCl, Ben venu to Gia nn o tt i, car tol ina p g , "Mio caro figlio Dino, ti h o s p edit o d en ari , pa ne e gen e r i alimen ta ri, adesso il vestiario Abbia mo p rovveduto p er l' in v io se ttiman a le . Potendo mandami no ti z ie del Ma r zuo li e del Maggiore Fio rit o, n o nch é d e l se rge nte Casa. g lia Q uirino ll 77° chied e a me t ua a uto ri zzazio ne sc ritta a nc h e in ca rto li n a pe r ritirare g li assegni p er i quali reclamas t i; al t ri m en ti non emettono il manda to Mamma, Del ia , fra telli s tan n o bene, ti b aci an o fo rte. Per Natal e ti inviai telegr amma Ti abb r accia d i c u ore il t uo b ab b o"

16 CC , FC l , Cec il ia Bo nazz i, ca rt oli na p.g : "Carissimo; semp re p ensando a l caro lo n ta no, in v io i mi e i p iù a ffe t tuo si s aluti Cec ilia Bo n azz i"

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30) Carissima mi è giunta una cartolina di Riccardo del 14 Dicembre. Mi dice che certamente soffrirò ''la spazzola" (la frase è sfuggita alla Censura!) e mi consiglia "Mignon fa core!" 17 • In tal modo sono ancora rassicurato di lui.

Un morto per tet ano . (51) Fine orribile e straziante!

31) Ricevo un telegramma da casa a cui subito rispondo, unico mezzo relativamente celere per far conoscere che sono sempre in vita! Nuovo sciopero a Trieste e di 700.000 (?) [sic] operai in Germania; che l'impalcatura degli imperi centrali principi a scricchiolare!

Soltanto, io credo, chi si trova in prigionia lontano dalla Pa t ria e dagli affetti, può assaporare la gioia e la commozione nel leggere giornali del proprio paese. Ho avuto questa immensa consolazione da alcuni numeri del "Giornale d 'ljalia"18 di Dicembre e Gennaio, fatti pervenire ad un nostro collega, con il sistema della cassetta a doppio fondo, miracolosamente sfuggi ta al contr ollo!

Al "Contumax" ho vis to "Fio ri d'Arancio" , "Ad armi corte" e, a grande richiesta generale, il "Cantico dei Cantici''.

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17 Aria dall'opera Mig non, de l francese Charles Ambroise T homas (1811-1896), tratta dal romanzo Cli an11i di apprendistato di Wilh elm Mei ster, di Wo lfang Goethe. 18 Giornale di carattere lib erale, fondato a Roma nel 1901 e chiuso ne l 1976.

Febbraio Statisticheericordi

J) I giornali non nascondono che a Berlino vi siano stati sanguinosi conflitti tra la polizia e gli scioperanti.

Telegramma a casa. Riscosso lo stipendio di cui ben poco mi rimane dopo aver pagato la mensa. Due morti, uno per enterite, l'altro per nefrite. (53)

2) Freddo intenso e gelo. Chissà mai perché la censura permette che i giornali stampino certe notizie? Così oggi si apprende dai medesimi che, mentre a Berlino è stato proclamato lo stato d'assedio, a Trieste seguita lo sciopero generale .

Ricevo da cas a un pacco di biancheria con una coperta e qualche genere commestibile. Purtroppo nulla ancora del pane, di cui vado sempre alla "carità" e che di continuo r ichiedo nei miei scritti. Un morto per enterite . (54) Dopo cena so n o stato al cinematografo, di dove ritorno tutto infreddolito .

3) A causa di un guasto sono mancate l'acqua e la luce, per cu i vado a l etto anzitempo Dormo poco e male.

4) Il guasto di ieri, dovuto al gelo, ancora non è stato riparato, ed abbiamo cenato con lumini improvvisati. Per non recarmi a letto così presto come ieri, mi avventuro al cinematografo dove la luce non manca. Il ritorno al buio è stato alquanto agitato, che ad ogni piè sospinto ci si sentiva intimare dalle sentinelle we r da s !, "chi va là!".

Ma ciò sarebbe stato il meno se, proprio da oggi, la nostra razione di pane da 250 gr. non fosse sta ta ridot ta a 180 grammi. Adesso mi spiego gli scioperi ed i tumulti che avvengono in varie parti degli Imperi centrali, di cui noi facciamo le spese!

5) Siamo sempre senza acqua e luce, né il Comando si interessa di questa deficienza.

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Il mio pizzo è c resciuto in modo rigoglioso, e acquisto così un 'a ria dottorale sulla quale scherzano i mie i compagni. Rendo eterno il fatto con una fotografia che un so ldato austriaco, con l'a utor izzazione del Comando, eseg u e a richiesta. Se non fosse vie t ato ne invierei una a Metella ricordandole l'episodio di Clusone. Ad ogni modo le ho g ià scritto del ritorno della barba!

6) on solo i medicinali scarseggiano sempre più, ma è s tata diminuita anche la razione di latte per gli ammalati, e specie gli enteritici si spengono come tante candele. I nostri memoriali e le nostre proteste n o n sono val se a nulla, e s i s perav a ch e il nostro Tenente Colo nnello, sebb ene non CG, FC2, Din o Gianno tti. sia preso in considerazione, ave nd o cont a tti co n il Co mando , insistesse per migli ora r e le sorti dei no s tri ammalati e prigioni eri, ma null a di tutt o ciò! Chi lo ha cono sc iuto prima e durante la guerra ce lo de sc rive come ufficiale energico, volitivo, buon organizzatore, come lo so no per la ma ggior parte i lomb a rdi. Si riti ene che la prigionia lo ab bia rid o tto apatico e quas i indifferente a quan to lo circonda, e sopra ttutto per il suo affettuoso attaccamento a ll a famiglia e alla moglie in particolar modo.

7) Il co mand o ha emanato un "befhe l" 1 con il qua le imp o n e a tutti i prigionieri , esclusi gli ufficiali, di ve rsare al magazzino i sacche tti co n i quali ricevono i pacchi dall'Italia, sotto pena del sequestro del pacco stesso. O " Felix Austria" come se i ridotta!

Un morto p er polmonite. (56)

Gioved ì grasso ... ricordi, ricordi e rimpianti di va lzer, di polche e di veglioni!

8) Si riaffaccia i1 sole dopo una nottata di pio gg ia. Con invidia e con disappunt o noto che molti dei miei colleghi giunti insieme a me al La ger ricevono qu asi regolarmente il pacco di pane, mentre io devo vede rn e ancora il primo! Si d à per certo c h e ultim ame nte il personale addet to a ll o sca rico dei pacc hi , e 1 Un o rdine diretto.

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Lo smis tam e nto dei pacchi.

tra ques to personale vi sono ancora nostri solda ti, abbia fatto una buona razzia di pacchi, facendoci poi un losco commercio per il Campo e con i borghesi. Già da tempo i nostri ufficiali, venuti a conosce n za di questo fatto ignominioso, avevano, anche se inuti lmente, chiesto al Comando che un ufficiale italiano fosse presente a ll 'arrivo e smistamento dei pacchi. Cos ì, mentre non poche famiglie avranno fatto d ei sacrifici per inviare a l prigioniero dei generi. alime ntari, questo ne veniva defraudato in modo orrendo!

Soltanto una vol ta, a seg u ito di energiche proteste, furono allontanati alcuni n os tri sottufficiali, i cui nomi s ono rimasti ben imp ress i nella mente dei nostri prigionieri, che spera n o, un giorno, di poterli incontrare faccia e faccia e in piena libertà.

Nel mio rep a r to ben cinque morti. (61) Tre per dissenteria, che oramai regna sovrana, e due appena giunti . È una v era tragedia!

Dopo alcuni mesi di chiusura ha riaperto i battenti il teatro del 1° Grup p o. Come estetica è migliore del "Manzoni", cioè del "Contumax", ma gli attori s ono inferiori. Ho ass isti to ad una vecchia commedia del G herard i, "Oro ed orpello" 2

9) Da diverso tempo non m i muov e vo dai retico lati ed oggi ho sentito il bis ogno di uscire in libertà v igila ta recandomi a Roding e rs dorf.

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2 Co mmedia in tre at ti scritta da l toscan o Tomm aso C hcrard i del Testa (1818-1881) .

Due morti per enterite. (63)

Scrivo alla zia Vittoria ricordandole l'abbonamento in Svizzera, che da tempo non ricevo né pacchi né corrispondenza. Alla sera sono anda t o al cinematografo.

10) Due morti per enterite . (65) Il Lage r in questo modo si spopola!

11) Un morto per enterite. (66) Alla buon'ora ricevo due pacchi con biancheria, generi al i mentari e tabacco . Di pane ancora nulla; chissà mai perché?

12) Esultanza somma negli I mp eri Centrali per la pace conclusa con l~Russia. Però chi vivrà, vedrà, sia per gli stessi Imperi che per la fedifraga slava, oramai in mano dei rivo l uzionari, che, a quan t o si legge n ei giorn ali, si appellano "bolscevichi". Il so ldato che ci accompagna n ella passeggiata mostra segni di gioia e ci dice: «Mi o figlio t ornare Austria!» . Da due anni era in mano dei russi.

Due morti imp r ovv isamente . (68) Invio un telegramma a casa.

Per sondare, se possibile, l'animo degli indigeni dopo la pace concl u sa con la Russia, mi r eco al cinematografo. Non afferro nessuna voce o parola in proposito .

13) La sede del Comando ed altri edifici sono tutti imbandierati, ed il Campo è in festa per la pace con l'ex Impero moscovita . Noia ltr i prigi01ùeri ne siamo, se non sgomenti, alquanto perplessi, perché il tradimento dell'alleata farà riversare sul nostro fronte notevoli masse di comba ttenti. I g iornali scrivono che la pace è stata fatta con il vero popolo rnsso che, spezzate le catene dello Czar, ha riallacciato i tradizionali vincol i di amicizia con l'Impero Austro-Ungarico.

Dei due mor t i di ieri, uno è deceduto per polmonite, l'altro per enterite. D ella stessa malattia è morto oggi u n altro anco ra . (69)

Con profonda commozione posso di nuovo leggere alcu1ù numeri del Giornale d'Italia, ed uno, q u ello del 19 Dicembre 1917, mi è rimasto particolarmente gradito anc h e se in pari tempo mi ha addo lorato.

In tale numero leggo w,a lettera dell'avv. Gino Conti di Chianciano, ufficiale di Commissariato, in rispos t a a non so quale articolo del p rofessor Pellizzari, mio insegnante di lettere al Ginnasio di Montep u lciano. In questa lettera l'anùco e cond iscepolo Conti ricord a "la piccola sco laresca di Mon te p ulciano de ll a quinta ginnasiale del 1904" . Il suo scritto è soffuso d i tenera nostalgia e di rimp ianti.

Infini t a tristezza mi ha suscitato tale lettura in ques to tetro angolo in cui sono costretto a vivere! Mi ha ricordato g l i anni della prima gioventù, i miei compagni, la cit t adina in cui sono nato, i miei s tudi a l l ume di una lampada a

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petrolio o di una luc erna, sotto gli occhi vigili della buona mamma, che sferrucchiando non perdeva di vista i tre figli intenti allo studio.

Come non ricordare C h ecco Sorbini, sempre irruen to e manesco, che si offendeva allorché un professore, equivocando il suo cognome lo chiamava " Sorbetti", suscitando la nos tra ilarità!

E Coretti, dello stesso stampo di Sorbini , che s pesso ci offriva co n l ui lo spettacol o di una sonora scazzo tta tura, mentr e Marsilio, il bidello, n o n riuscendo a far cessare "quel bordello", come diceva lu i, minacciava tutto congestionato di chia ma re i l Direttore!

E Vincenti c he, dopo aver ripe tut o a saz i età "Cantami o diva del pelide Achille" o " canto l 'armi pie t ose e il Capitano", ammutoliv a d'un tratto r ivolgendosi a noi perché si suggerisse, mentre il professore lo ri ch iamava acerbamente. Lui, sconforta to, quasi supplice e avvilito, rispond eva invariabilmente: <<Non m'entrano in testa!».

E tanti altri vorrei ricordare, ma il loro pensiero in questo momento mi è doloroso. I due fra telli Chimenti, pensatori ecceziona li , Ghi go Perelli, sempre spaur ito, Serafino Ferranti, che di Serafino aveva so lt anto il nome! E l'unica femmina, Paolina Tarugi, la ''nostra chiocc ia".

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CC, FC2, Montepulciano, q u arta ginnas io, 1902-1903. Prima fila da sinistra : Carlo Muzzi, Dino Ci.annotti, Serafino Ferranti, Emi lio Perelli, Francesco Sorbini, Ferdinando Chi menti. Seconda fila, da sinistra : Valente Vincenti, Paolina Tarugi, G in o Conti, Athos Barchi.

Ho appreso però con vivo rammarico come Conti sia invalido di guerra.

14) Ci sia m o a l zati co n la neve che è caduta per tutto il giorno . Sono inquieto perché non ricevo n otizie da ca sa, né tant o meno il pane. L'ultima car tolina è del 29 Dicembre, giuntami il 22 Gennaio. Telegrafo per ess ere rassicurato c hiedendo nuovamente sigarette e pane, la c ui ra z io ne di 180 gr. mi è del tutto insufficiente.

S pett acolo di va ri età a l °Contumax".

15) Freddo intenso che però non mi impedisce di reca rmi a Sigmund sherbe rg. Il Lager si avvia a diventare un cimitero! Ogg i quattro morti, due improvvisamente, e due per enterite. (70) Negli altri reparti non è da meno!

16) Stamani la Commissione ha v i s itato i dodici tubercolo s i da me proposti per il rimpatrio. Soltanto uno di essi non è sta t o riconosciuto come in valido. Gli a ltri già da tempo attendono la partenza e temo che molti di qu e ti infelici la sceranno la vita in prigionia.

La sera s p ettacolo vocale e s trum entale al teatro del 1° g ruppo.

Niente posta.

17) Un morto per enterite. (71) Spet t acolo di va rietà al "Manzoni". Fortunatamente di quando in quando ci possiamo ricreare con questi eccellenti dilettanti, che in quei m omenti r asse renano la no s tra vita. Poco ho da legg ere che la bibliote ca dell ' Ospedale ha libri non di mio gusto, cito Carolina Invernizio, Capuana, Verne, De Amic is e v i a dicendo. Mi dedico molto a l tedesco in m odo da poter legge r e qualche libro. Sono già a buon punto.

18) Finalmente ricevo una ca rtolina di Delia del 7 Gennaio3 , nella quale mi informa che so no stato abbonato al pane e al tabacco, generi che vengono s pediti ai prigionieri da uno s pec i ale cnte 4 •

'CG, FCl, De li a G ia n.notti, ca rto lina p.g. , 7 ge nnaio 19 18, "Carissimo Où10, con tanto pia ce re, benché giunta dopo più di un mese, si sono ricevute le tue ca rtoline del 20 e 29 o,·embre, anche il tuo telegramma del 28 / 12 ci è pervenuto. Ci auguriamo tu abbia ricevuto il no:,tro di auguri. Ti abbiamo :,pedito diversi pac ch i, w10 anche oggi, è proib ito mandarti forbici, sca rpe. Potendo rimanda sacche tti. Pane, tabacco fa tt o abbonamento. Vog liamo sperare che già tu abbi a ricevuto qualc h e cosa. N oi tutti bene compresi fratelli; Adolfo ha passato con noi queste feste. Sempre, ma più specialmente in questi giorni il no:,tro pensiero è stato con te, con il nostro caro Dino. Più spesso che puoi scr ivici, g iacché la co rrispond e n za tarda tanto a venire, fa cci sa p ere ciò c h e vuo i in generi a limentari che, se co mp atibile con il reg olamen to inv ieremo. Come a ltre volte abbiamo ~critto dacci notizie di Fiorito. Io passo le giornate studiando molto il pianoforte, desiderando quest'anno finire. Speriamolo! nmaestro è contento di me. Mammina, papà ti inviano tanti bacioni e tan te cose affettuosissi m e. lo ti baci o forte forte co n tutto l'affetto, e che ldd io semp re ti protegga e ti be nedi ca. De lia"

4 Ln realtà si trattava di un servizio speciale offer to dalla Croce Rossa Italiana, in collabora7ione con la Croce Rossa lntemazionale di Ginevra L'Italia, aveva, rispetto all'Austria, risorse alimen tari

..
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Mi sono recato al cinematografo e, dopo aver preso posto nella solita gabbia, poco distante da me h o se n tito due signori n e ch e pa rl ottavano in italiano, senza afferrare il senso delle loro parole . Spinto da vivo e ben comprensibile desiderio di avvicinarle, con molta as t uzia e circospezione, men tre il truce dramma attirava l'attenzione degli spe t tatori, mi sono avvicinato a loro Nella nostra brevissima conversazione ho appreso che da Cor m o n s, d ove so n o n a t e e cresciu t e, era n o sta t e in t ernate prima a Pu lkau5 e successivamente a Sigmundsherberg perché sospe t te di sentimenti italia1ù e di ostilità all'Impero. Ne fu i commosso, ci incoraggiammo a v icenda, scambia n doc i auguri, e mestamente ci sa luta m mo. Fu un attimo, ma per me fu una gioia senza p ari!

19) Due morti, uno per dissente ri a, l'a ltro appena giunto in reparto. (73) Rispo nd o a De lia .

20) Ri t orna il freddo, pur splen d endo il so le . D u e m orti, con il solito macabro ritornello, uno per enterite, l'altro appena giunto in reparto. (75)

21) Giornata di avvenime n ti . Si principia con una bella nevicata che dura fino a sera .

Stamani, men t re ne l mio repa r to ho avuto qua t tro decess i, d u e per enterite, uno per polmonite e il quarto gi u nto agonizzante (79), sono s t ate traspor t ate al cim i tero ben 26 salme, e g i à ne l solo "Isolier" a mezzogiorno vi erano 17 morti!

Infame Austria!

Per co lmo di irorua in m attina ta siamo sta ti convoca ti dallo Chefartz, il quale, a mezzo di interprete, ci ha dato lettura della risposta del M ini stero della Guerra alle richies t e formu la te a suo te m po da i nostr i generali e ufficiali superiori in favore dei prigiorueri italiani, come già ho accennato molti giomj or sono.

Con sadico cinismo ci è sta t o risposto:

1) Il vitto somministrato è sufficiente.

2) TI deterioramento deg li indumenti e della biancheria personal e è da attr ibuirsi all'incuria dei prigionieri. (Ness u n accenno alla manca n za di oggetti di lana né tanto meno alla riparazione delle uniformi ridotte in misere condizioni)

più ampie, anche grazie all'assistenza profusa dagl i allea ti . Così le famiglie de i prigionieri potevano, versando una quota mensile alla Croce Rossa, far inviare due pacchi di pane a l mese al proprio congiun t o . I pacchi arrivavano a destinazione dop o c irca un mese o un mese e mezzo. Per cercare di rendere piì:1 s icure queste spedizioni furono create apposite cartol ine dopp ie che accompagnavano i pacchi; la prima p arte della car to lina por tava l'indirizzo del destina tario e la descrizione de l contenuto del pacco; la seconda parte era d a staccare e da rinv iare a l comitato de ll a Croce Rossa che aveva effettuato l'inv io. Cfr. A . FRF.ZZA, Storia de/In Croce Rossa Jtnliana, Firenze, Ed ita sotto il patronato della Croce Rossa Ital ia na , 1 956, p. 387.

5 Paese a circa 10 chi lome tri a Es t da Sigmundsherbe rg

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3) Che è stato provveduto al riscaldamento delle baracche, cosa che, in parte, è vera.

4) on viene concessa l'autorizzazione a vigilare da parte degli ufficiali italiani all'arrivo e smistamento dei pacchi, perché il governo italiano vieta qualsiasi contatto tra gli uffici a li austriaci e i soldati prigionieri.

Un nostro collega, friulano, che ben conosce e parla la lingua tedesca è insorto a nome di noi tutti, protestando contro l'inaudita affermazione che il vitto è sufficiente. Con dati di fatto e prec isi ha dimostrato in quali preoccupanti condizioni fisiche si trovino i prigionieri e l'alta percentuale di morbilità e mortalità.

Lo Chefartz come medico non si sentiva sicuro di se stesso e di s ~ntire quanto anche lui ben conosceva e se l' è cavata in modo di abo lico, rigettando la colpa e la responsa bilità a ll'Intesa e quindi anche all'Italia, che, con il b locco, affama le pop olaz ioni civili e quindi anche i prigionieri. Poi ci ha congedati, dimostrando una cer ta acredine contro di noi.

La maggior sor presa della giornata è stata quando, nulla sa pendo, ci è stato riferito che il unzio Apostolico di Vienna, Monsignor Bonzo di Valfré, era in visita al campo per salutare i prigionieri. Come nella precedente visi ta compiuta da un d elega to della Croce Rossa svizzera, il Comando ha mo s trato al Nunzio soltanto quella parte de l Lager dalla qua le si poteva ritrarre una buon a impressione. Così, volutamente, non è stato accompagnato alle baracche a vedere l e nauseabonde condiz ioni in cui vivono gli scheletriti prigionieri, né tantomeno il rancio che a loro viene distribuito. Chissà poi perché Sua Eccellenza - forse in dimestichezza con l 'Aposto li co Imperatore - non ha chiesto di andare in mezzo a quegli infelici, limitandosi a visitare i reparti degli ufficiali e l'ospedale! TI coma ndant e gli fece anc he prendere visione degli uffici postali, dei teatri e della sala dei conce rti, dove ne venne eseguito w10 in onor suo.

Alle 16 è venuto a trovarci nella nostra sala da pranzo e, conversando affabilmente con ciascw10 di noi, ebbe parole di elogio per il nostro apostolato, intercalando il suo dire con numerosi versetti delle Sacre Scritture. La nostra conversazione ben presto scivolò sulle condizioni dei prigionieri, nonostante il Comandante e gli altri ufficiali austriaci tende sero le orecchie per entire quel che diceva mo e ci osservassero con sg uardi poco benigni.

Non per questo desistem m.o dall e nostre lamente le e il Capitano Quagliarello, docente di fisiologia, parlò apertamente, mettendo in evidenza le tragiche condizioni dei nostri soldati prigionierì.

Il nunzio ascoltò attentamente il s uo dire, ma tutta la s ua risp osta si compendi ò in un «Purtro ppo! >>, soggiungendo che il Sommo Pontefice, a l corrente delle tristi condizioni in cui versano i prigionieri, aveva già predisposto per l'invio di numerose casse di medicinali.

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Circa l'insufficienza del vitto ci fece velatamente comprendere la tragica si tuazione dell'Austria a differenza dell'Ungheria, paese eminen temente agricolo e che, a quanto pare, non soccorreva la consorella della duplice monarchia. A riprova di ciò il Nunzio soggiunse che a Vienna un piccolo cavolo lo aveva pagato ben quattro corone.

Non abbiamo ben compreso perché ad un certo momento si è lamentato di come «il governo italiano non sca mbi con quello austriaco egual numero di prigionieri invalidi». Pronta è stata la risposta di uno di noi, asserendo come le condizioni di vita e di alimentazione nei campi di concentramento italiani siano ben differenti da quelle dei Lager austriaci.

Ci congeda con l'Apostolica benediz ione.

22) Un morto per enterite. (79)

Mi reco a Sigmundsherberg per acquisti, lucido e lacca per scarpe, carta da lettere e foglie uso tè.

Al teatro del 2° reparto ufficiali è stata rappresentata l'op e retta "Il conte di Lussemburgo" 6 , eseguita in modo perfetto sia dall'orchestra che dagli artisti.

CG, FC2, Ispezione al Lagerspital.
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6 Opere tta in tre atti dell'austriaco Franz Lehar (1870-1948) ebbe grande successo e venne tradotta a n che in francese ed in inglese. Fu rappresentata la prima vo lta al Teatro Vittorio Emanuele Id . i Torino il 7 maggio 19 10

Decorosa la me ssa in scena . Sgargianti e vaporosi g li ab iti d e lle "artis t e"

formavano un at traent e surrogato!

Sot t o una tempest a di n eve sono andato a le tto a ll 'una e mezz o, ricorda ndo nostalgicamente i bei tempi in cui furoreggiava, e lo sarà tuttora, nelle operette l'indiavola t a Gea della Garise n da 7 e Tea Teor d al!' "erre'' sen tim entalmente a rrotond ata come il s uo affascinan t e corpo!

23) Giornata orribile, ven to freddo a raffiche, pioggia commista a neve, e così mi bu sc o l'en nesimo raffreddore. S i dà per certo c h e tra n on molto a vver rà lo scambio dei prigionieri invalidi e di alcuni ufficiali medici. Preparo alcw1e lettere p er casa c he consegnerò ai fortuna ti rimpatriandi colleg hi.

Rkevo due pacchi, uno da casa e l'a ltro graditissimo dall a cara Metella. Oltre a indumenti di lana mi ha inviato si ga ret te e ciocco la ta . Le scrivo subi t o ringraziandol a, tacendole però la mia grave afflizione d el momento e il ricordo dei gio r ni trascorsi a le i vicino!

24) Perdurano il maltempo ed il mio raffre dd ore, per cu i rimango a l etto assaporando le cioccolate e le sigarette di Metella. Due morti per e nt e rite. (81)

25) La tosse non mi da re quie e ho un gra n mal di te s t a. Rimango in camera per prudenza. e lla" eiuer Wiener Jurnal" 8 leggoche nostri "av iat ori in un'inc ur sione su Inn sb ruck ha nn o ucci so un a do nn a, fe r ito gravemente due pers one, e tante altre in modo lieve, e che con mitragliatrici hanno bersagliato treni ospedale del Sovrano M ilitare Ordin e di Mal ta ", aggiu n gendo a co mm e nto "p ropri o da quel nemico che comba tte pretesamente per la civiltà e l'umanità!".

Però, ris um te11eatis arnie1'9, dett a gazzetta soggiunge anc h e c h e t ali treni sa nitari erano vuoti!

26) Rit orna un po' di sole ed anche io ritorno all'ospedale. Muore un soldato entrato agonizzante in reparto. (82) Ricevo un te legramma da casa del 13 Febbraio.

27) La dissen teria co ntinua le sue s tragi; d ue morti pe r q u es ta malattia ed un te rzo per angina flemmonosa 10 • (85)

7 Cea della Garisendél , nome d'arte de ll a Cél ntantc A lessandra Drudi (1878-1961 ) che divenne famo a per la s ua ca1uon c A Tripoli!, meglio conosciuta come Tripoli bel s110/ d'amon•, diffusissima durante la guerra di Libia.

A Scritto più correttamente N r 11es Wie11er ]oumal è stato un quotidiano austriaco fondato nC'l 1893 e chiuso nel 1939.

• Quinto Ora z io Fiacco , Ars Poet ica, v. 5 Trnd.:"Po tcte, ami ci, trattene re il riso?".

10 Grave infi ammazione del palato molle.

ch e
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Spettacolo mu s icale drammatico al tea tro del 1° gru pp o. No n na scondo che attendo sempre con piacere ques ti quasi se ttimanali intra ttenimenti, che servo n o, a lm e no per quei pochi momenti, a distog l iermi dalla mia melanconia.

28) Giunge in reparto un agonizza n te, che muore quasi s ubito. (86)

H o voluto fare un confronto fra il n ume ro de i m o rti d eg li anni prece d e nti e quello dal mio ingresso in ospedale, consu ltando i regis tri in nostro possesso. Per esegu ire una giusta s tatistica mi sarebb e occorso conoscere anche il n um ero dei prigionieri prese nti negli anni trasco rsi, cioè dal 1916, anno in cui que s to campo, tr as feriti a ltrove i prigi o ni e r i russi, fu destinato a quelli italiani. Questi dati so n o ifi possesso s olo del Comando e, pur avendo cerc at o di a verli, sot to uno specios o pretesto, non mi fu possibile o t tenerli.

Pur do vendo for za tamente rinuncia re alla percentuale dei decess i riporto le cifre d eg li an ni 1916-17 e parte del 1918. Si cred e che il tota le d ei prigionieri attualmente si aggiri s u 6000, co mpresi gli ufficiali.

Le c ifre hanno il loro sig ni fica to e non necessitano di commenti 11. La vera st rage inizia con C aporetto e con le precarie co ndizioni di vita di tutta l'A u s tria . Spero, con il tempo, di comp le tar e i dati mancanti e compil are una s tatistica delle malattie ch e furon o causa d i mort e . Al momen to predomina sovrana la dissenteria, se n za dubbio di origine bacillare.

11 Se i dati relativi alla popolazione fossero corretti, e quindi assumendo che il numero dei prig ion ieri a Sigmundsherb e rg fosse d i 6000 uni tà, allora le percen tuali di decess i a l m:ise in rap porto a ll a p o p o lazio n e sarebbero s ta te : novembre 2%; d icemb r e 4,05'3/o; gennaio 6,36%, febbraio 6,8 %

1916 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno LugUo Agos to Settem bre Ottobre No vembre Dicembre 5 13 11 8 5 8 6 1917 1918 6 359 8 386 13 10 13 19 22 12 11 24 122 238
Mese/Anno
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1n mezzo a questi dati fu n erei ripenso che sono già quattro mesi di prigionia. Quanti ne dovrò ancora scontare? Che dire che preferis co le giornate buie, grigie, nuvolose, al so le che mi rappresenta sinistramente la vita, la libertà, la gioia di vivere!

A sollevarmi dalla mia melanconia mi giunge una lettera di Metella, che mi avver te della spedizione di un pacco che ho già ricevuto prima della lettera. Mi dice anche che gli indumenti di lana li ha confezionati in que l salottino dove io un tempo non riuscivo ad apprezzare le musiche di Beethoven e di Bach che lei eseguiva al pia no, prefere n do le canzo nette c he la pregavo di su onar e. Perché ricordarmelo? Lei si crucciava di questa mia insensibilità artistica, mentre l a madre, gen til donna lombarda, moglie di un faco ltoso industriale b resciano, senten ziava che per gustare le bellezze di q u es ti som m i artis ti occo r re trova r s i in uno s peciale s tato d'animo, in special i condizioni di ambiente e di tempo.

Q u al genere di mu sica m i si addire b be ora? Non te nt o ne m meno di scan d agliare l'animo mio, però le canzonette di Gisella e di Esposito mi r i creano e mi d iver tono. Fo rse Mete ll a, do tata di sq uisita sensibilità, ha voluto sottintendere che le sinfonie e le fughe avrebbero " m olci to il m io d uo l"!

Una sera al "Sociale" di Brescia 12 si rappresentava, a beneficio della Croce Ross a , " Roma n ticismo" 13 d i Rove tt a che e lettr izzava g li spettato ri. Gl i evviva all'Italia e all'esercito s i incrociavano con m orte all'Aus tr ia e a ll ' Im p era tore!

E proprio in quella s tessa Brescia, dove pochi anni or sono il Generale Asinari di Bemezz o 1 ~ fu colloca to im m ed ia ta m ente a r iposo p erc hé nel pa rlar e d e l!' Aquila, un reggimento di cavalleria di nuova formazione, aveva detto, se pur ve latame nte, ch e i "sac r i confini" sarebbero stati tra non mo l to raggiunti!

Ero in ba rcaccia 15 in doppio petto con altri ufficiali e commoss i ass istevamo alle acclamazioni della folla, e quasi avevamo ri tegno quando la folla, plaudendo, si rivolgeva ai palchi d eg li u ffic iali. A fia nco d ella barcacc ia sedeva una famig lia a me sconosciuta. La moglie, di portamen to altero e distinto, mi volgeva le spalle, men tre il marito, uomo g ià brizzolato, con monocolo, impeccabilmente vestito di scuro, le s tava accanto in piedi. Sedeva nel m ezzo del p alco u na fan ciu lla d i circa tredici anni, mentre un'a ltra di età maggiore stava proprio dinnanzi a me.

La no ta i pe r la sua avve n enza e di q u ando in q u an d o i nostri sg uardi si incrociavano, senza soffermarsi a lungo finché, credendo di scorgere in lei un

12 L'autore si riferisce al Teatro Sociale di Brescia, costruito una prima volta nel 1851, fu poi rimodernato nell 'a ttuale stile liberty nel ]905 .

11 Dramma in quattro atti di Gerolamo Rovetta (1851-1910). Questa composizione divenne partico larm en te famosa per i suoi contenuti patriottici.

14 Vit torio Asinar i di Bernezzo (1842- 1923), dopo aver preso parte alle camp,1gne del 1860 e del 1866, fu effettivamente collocato a riposo nel 1909, dopo aver pronunciato w1 discorso in cui auspicava la liberazion e del le terre it a li ane ancora sogge tte al l'Impero Austro-Ungarico. Fu poi richiamato in servizio nel 1915.

15 Palco di proscenio più gra n de degli altri

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sorriso, insistei nel guardarla. Allora lei voltò la testa, quasi sdegnata, e per lungo tempo non ebbi più agio di osservarla .

F ini to il secondo at to io e gli altri ufficiali ci recammo nel retropalco a fumare e a bere de ll o schampagne [sic] che veniva servi to da sol dati in giacca e guanti bianchi. Fui ad un tratto avvicinato dal Cap itano Aiutante maggiore, uomo d'e tà r ichiamato in servizio, funzio n ario di u n a b anca locale, e senza preamboli mi disse : « Dotto re deside ra che lo presenti alla famiglia del palco acca nt o, di cui sono buo n amico? ».

Senza dubbio aveva notato i l mio interesse per la "sconosciuta". Credo di essere arrossi to e così preso a ll a sprovvista non potei, o forse non tentai di rifiutare . In tal modo conob b i Metella e la sua famiglia e non tardai ad essere pres to di casa; l' u lti m o nos t ro incontro fu a Clusone, come ho già detto in altra parte di questo diario .

Per quan to riguarda gli ultimi giorni di Febbraio non ho niente da segnalare .

I TEA TRO l0 GRU PPO f'Rl6 10Nlé.RI IT,.L,flNI. PROG Rf\ MMf\. t"=~?,,,/~. c0 Cj~~ . t1 4,,~ . . 0-w-?= ,, ~4-J ,-,t.' -e4-w1 ~,,(,-1.... ., . r~i' l~c.LA....) · 0 ., 1F"'".J.. · J-i""'.;;. "'"""'~ • ~· . . . e~1" (l/{À, '0W'"'.;¼l p r·· 7' ,. ()')~~-«, ...1. ·...0~7lfl~' ~i fl tr~et.fa= S16MUNDSHER BER6. CG, FC2, Programma del teatro di p r ig ionieri d el ca m po di concentramento. 105 I I I I I

Mar z o Versol'Italia •

1) Si iniz ia il mese con le sue no te caratteristiche, vento, acqua e freddo. Trovo finalmente un l ib ro di mio gradimen t o, le ' 1 Confessioni" di Sant' Agostino.

2) Un morto per dissenteria. (87) Riscosso lo stipe n dio e p aga ta la mensa con le soli te proteste di noialtri subalterni, che inutilmente ci battiamo affinché la nosh·a quota mensa sia proporzionale a 1 grado e allo stipendio. Attu almen te la quota è di 100 kr. mensili, e n on riteniamo gius to né equanime che nelle speciali condizioni in cui ci troviamo de tta quota non si.a differenziata fra coloro ch e percepiscono 150-180 kr. mensil i e quelli che ne percep iscono 300 e più. La "subalternaglia" è sta t a in minoranza!

3) Men tr e eseg u o la visita mattinale, m i trasportano in reparto un nos t ro prigioniero ago ni zzante, giu nt o insieme ad a lt ri la s t essa not t e da Gorizia, dove si t rovava a lavora re . C hi ssà quanto avrà soff er t o quel disgraziato in così lw1go e disastroso viaggio!

Alcun i compagni mi r ifer iscono che molti nostri soldati furono lasciati i n ques t a ci t tà e nei pressi per i lavori alla ferrovia e per il recupero dell'ingen te mater iale bell ico abbandonato nella nostra ri t irata.

È per loro una vita dura e b estiale, insufficie n te il vit t o, i mmane il lavoro che viene eseguito con qualsiasi te m po, mal riparati da i rigori invernali e dalla p ioggia, invis i al la popolazione l oca le, co m pos t a qu asi tu t ta di sloveni, dopo c h e gli

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CG, FC2, Dino G ianne tti in u niforme.

"irredenti italiani" furono confinati n e i campi del!' Austria o della Mo ravia . Il terrore di questi prigionieri era sop rattutto il bastone che ricevevano su di loro non appena davano segni di stanchez za! Mi è stato detto da fonte autorevole che degli 800 prigionieri che lì erano rimasti per i lavori, soltanto un'ottantina sono attualmente presenti. Gli altri sono tutti morti o ricoverati in ospedali.

L'infelice muore dopo poche ore, se nza aver ripreso conoscenza. Un a l tro morto per enterite. (89)

Cartolina di Metella 1 , rispondo con una lettera, assicurandola che cercherò di riconciliarmi con la musica classica se avrò la ventura di ascoltarla ai concerti del campo, dei quali le do ragguagli. Al 1° reparto uffi cia li programma di va rietà con "surroga ti " di "sciantose"! 2

4) Pioggia continua. L'autop sia de l solda to morto ieri ha rivelato una tubercolos i polmonare con caverne.

Due morti per t.b.c. polmonare e per enterite. (91)

C oncerto all'ospedale, ne approfitto per pregare il Direttore di includere nel progr am ma, quando a lui piacerà, della musica di. Beethoven e di Bach. Mi assicura che sono già alle prove per la sinfo nia Eroica e per la Pastorale che da tempo gli ufficiali austriaci desideravano ascoltare.

5) Pioggia ad intervalli con raffiche di vento. Ne app rofitto per fare una passeggiata da solo, giacché quasi nessuno dei miei colleghi esce con il maltempo, mentre a me piace ritrovarmi solo accompagnato dal soldato di scorta che cambia di volta in volta. Così oggi ve ne è uno della Transilvania, che geograf icamente appar tie ne alla Romania. Mi riesce di scambiare qualche parola e non senza meraviglia mi accorgo che la lingua romena ha una notevole assomiglianza con l'italiano, di cui semb ra un diaJetto. È un muratore di circa 55 anni, e con orgoglio mi dice che da "permanente" ha visto l'imperatore Franz Josef a Vienna! Avrei voluto domandargli se lui, romeno, avrebbe preferito ritornare sotto la monarchia romen a, ma la sua devozione ed entusiasm o per il defunto imperatore mi fecero comprendere che nel suo an imo non esistevano complicati probl e mi di irredentis m o.

Mi sono così sp into fino a Rodinger dorf, ritornando ben bagnato, mentre il romeno a suo modo si lamentava dell'acqua presa, che gli impediva di arrotolare e accendere le sigarette.

1 CG, FCl, Cecilia Bonazzi, car tolina p.g., 9 Febbraio 1918, " Ca rissim o, a nche oggi le invio il mio saluto cd il mio ri co rdo affettuoso unito al ln s peranza di sape rla in buon.i sal ute. Spiace mi so lo di non poter ricevere s uoi sc ritti, mentre io giorno per giorno s pero sempre di ricevern e. O' [sic] ri cevuto finalmente rispos ta da papà suo una bella lettera, ed ora quindi sono più contenta. presto le im·ierò un pacchetto con iJ pane. Saluti si nceri, aff.ma Cecilia.

2 Figura professionale dei caffe -dm11/a11t, derivata dalla s torp iatura napoletana del termine francese chn 11t e11se - "can tante" .

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6) Una carto l ina di Delia, dello scorso mese, mi informa che già da tempo sono stato abbonato a l pane, domandandomi se lo ricevo3 Rispondo melanc onicamente di n o ! Scrivo anche a Ri cc a rdo.

Altro " b efhel" dal coma ndo. Si devono sgombrare tre b aracche dell'Isolier per essere adibite a ricovero di soldati austriaci affe tti da tubercolosi polmonare . Come se non fossero sufficie nti le malatti e che infieriscono in questo campo, per giunta in mezzo ai prigionieri vi accolgono anche i tubercolotici!

Che sia una sin istra rappresaglia A us t riaca ? Seco nd o lo C h efartz l'lm p er ial Gove rn o si sarebb e l amen tato con il no s tro che, a loro dire, manda i prigionieri a ustri ac i in z one malariche.

7) Freddo e nevischio . U n mort o per enterit e . (92)

Il Lager è i n allarme! Il Comando è in agitazione e preoccupato per la rocambolesca fuga di alcuni ufficiali prigionieri! Ques ta notte, infatti, due capitani ed un so ttotenente, ricoverati in ospedale, sono riusciti a d eva dere dal ca mpo!

A nessun risultato hanno a pport a to l e lunghe e laboriose indagini, né tantomeno gli snervanti interrogatori e le be n m ani fes te minacce. Per il momento tutta la faccenda si è limitata ad inviare al "grnppo" gli infermieri italiani e al 1° reparto ufficiali il ca pitano medico Manfre di , capo repar to, in attesa di ulteriore punizione, giacché ri tengon o ch e tanto l'ufficial e che gli inf e rmieri a bbi ano agevo lato la fuga Sul posto hanno portato anche un ca n e po li zio tto , ma l'ast uzia italiana ne ha sventa to l'indagine, avendo g i à fa tto bruci are dello zolfo nei dintorni del reparto .

Le discussioni, i commenti in mezzo a noi so no stati infiniti, culminando animatamente alla mens a con varie proposte. Due sono s ta te le "mozioni" presentate Una dal capita no Sco lari, che sos teneva che per solidarie tà verso il colle ga Manfredi avremmo dovuto abbandonare l'ospedale e tornare ai reparti L'altra, più moderata, è stata presentata dal ca pitano Qu agliarello, che per la sua età e indiscusso valore professionale go de d ella stima d i tutti. Questi sostiene che domani una n ostra commissione s i dovrebbe recare dal comandante d el campo onde conoscere se su ssis tono prove rig u ardo alla colpevolezza del collega. Se questa fosse stata accertata in modo indubitabile ci s aremmo astenuti, a malincuore, da q u alsiasi agitazione, mentre se le prove fossero insufficient i o mancassero d e l tutto, avremmo abbandonato il nostro serv iz io.

3 CG, FCl, De lia Giannotti, car tolina p .g ., 6 Febbraio 1918, Carissimo Dino, si sono ri cevut i i due te legrammi, q ue ll o del 29 e que llo che inv iasti a me, ti ringraz io tanto tan to e non puoi comp rend e re il piacere che mi h a fa t to il tuo pensiero così gentile. Con molto ci ta rd o ci g iun gono le cartoline che ma n mano c i h ai scritto. l fra telli tutti ben e, ti ricordano se mpre e ti scrivon o . lo s tudio il piano assai e vado in o ltre alla Croce Rossa - Ufficio per i Prigion ie ri d i g u erra -s iamo tutte signore m olto volenterose pe r esse r v i utili. Ricevi i pacch i che t'inv iamo ed iJ pane da lla C roce Rossa? Papà nel Gennaio ti ha fat to un te leg ramma con ri s posta pagata, speriamo tu l'abbia r icev uto . Papà ha scritto alla Buce ll i. Mamm ina - Papà ti baciano affettuos amen te . Tanti bacioni for ti forti dalla tua sore llin a, De lia" .

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Messe ai voti queste due mozioni, la seconda è s tata ap pro vata a larghissima maggioranza.

Tra me, però, penso che mai il Comando, anche se fosse il vero, acconsentirebbe a dire che il cap itano Manfredi non ha alcuna responsabi lità nelle avvenute fughe . Ritengo pure che, qualsiasi possa essere la risposta del Comando, se pur si degnerà di comunicarla, la situazione rimarrà come prima, giacché nessuno, egoisticamente, ha interesse a tornare nei reparti e a privarsi delle piccole agevolazioni di cui godiamo noi medici.

Nei pr ecedenti anni vari furono i tentativi di fuga, sia da parte degli ufficiali che dei so l dati. Esis teva ed esiste tutt'ora un'inafferrabil e "co ngrega" tra i prigionier i, che in modo sorprenden te e con mezzi assai primitivi fabbrica falsi timbri e documenti del tutto simili a quelli del Comando. Con tali documenti falsificati (licenze e permessi per lo più) e anche senza l'aiuto di questi, le fughe avven ivano durante le passeggiate e durante i lavori fuori dal campo. L'obiettivo era raggiungere il confine sv izzero.

Spesso travestiti da militari austriaci, muniti di false licenze per località del Trentino e di Tri es te, dove si parli la lin gua italiana, in molti ha nno tentato ingenuamente di raggiungere lo scopo, e fino ad oggi nessuno era riuscito a portare a termine l a temeraria impresa.

Quando i fuggitivi venivano riacciuffati, se erano ufficiali venivano assegnati a speciali campi di punizione, privati del "soldo", dei p acchi e d ella corrispondenza, fino a che non avessero espiato la loro pena.

Invece per i so ldati rei di questo crimine la pmuzione era ben peggiore. Considerato che per i militari semplici era più facile tentare l'avventura allorché si trovavano impiegati nei lavori fuori dal campo, oltre a l confino nel campo di punizione veniva inflitt a l a pena del "palo", di cui con tanto raccapriccio si parlò in Italia. Questa pena era applicata anche per al tre infrazioni discip l inari, e so lo alla morte dell'Imperatore Apostolico Francesco Giuseppe venne bandita, si cr e d e per merito delle giuste ed energiche proteste del nostro Governo .

Tale disumana punizione consisteva nel legare il reo ad un palo, a polsi unHi e a gambe penzoloni . Il disgraziato non tardava a perd ere conoscenza per via del grande dolore, ma pr onto era il "bo ia " a rianimarlo con acqua fresca. Il supplizio durava "ad libitum" del Comandante. A ciò si aggiunga che il fugg iasco doveva anche rifond ere le spese sostenute per la sua cat tur a!

8)Un morto per meningite da tubercolosi . (93)

Il comandante del campo riceverà domani una nostra delegazione della quale fanno parte anche Scolari e Quagliarello.

Ricevo da casa un vaglia di 166,45 Corone. Festeggio l'evento cucinandomi in camera per la prima vol ta un'abbondantissima e gus to sissima pastasciutta, di cui ero sempre in trepidazio n e per la giusta cottura!

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Metella ha avu to la sua rivincita. Al concerto beethovenia n o al 1° gruppo ho ascolta t o a t tentamente e con animo ben disposto le due sinfonie, l'Eroica e la Pastorale . La prima mi h a turbato, la seconda mi h a commosso . Lo scriverò nella prossima lettera.

In verità, per innata indifferenza, non avevo mai par t ecipato ad u n concer t o, men t re ero assiduo all'o p era, alla prosa e sopratt u tto a l caffè -chantant [sic] e alle opere t te.

So l tanto un a vo lta, e per motivi se n timentali, mi feci promotore di un concer t o a Montep u lc ia n o . Ero s tu de nte del 5 ° a nn o di me d ici n a, ed a quell'epoca facevano ritorno in patria i reduci della guerra italo-turca di Libia, e dovunque s i costit u ivano com itati per ve nire in soccorso di tanti combatten t i che ritornando alle loro case non trovavano né da guadagnare n é come impiegars i .

In quel periodo nu trivo una forte simpatia ben contraccambiata per un'insegnan t e di un Is ti t uto femminile di Mont epulciano, la q u ale, o ltre alle do ti professionali, possedeva anche quella di una buona voce di soprano e, pur non avendo ma i col t iva t o ques t a sua dote canora, era risaputo della sua pass i one per il canto. Così non persi tempo e m i mis i a capo d i un comitato cittadino ed organizzai un concerto vocale e strumental e a favore dei red u ci polizi ani . Non m i fu difficire pe rsua d ere la "ca n tante" a partecipare a quest'opera benefica, sebbene pe r lei fo sse la p rim a vo l ta ch e si esib iva in pu b b lico.

Otte n uta dal Comune una stanza dell'ex corte di assise, lì iniziammo le p rove e d opo ave rl a fastosa m e nt e a dd o b bata si gi u nse alla grande serata. Proprio due giorni prima fui costre tto a letto da u n'angina follicolare 4 e febbre che m i fece temere fino aJl'u l timo di non poter par t ecipare al concerto che tanto mi stava a cuore Seb bene non comp le t amente sfebbrato, e cont ro il parere dei miei genitori, non volli rinunciare e così potei assistere al debutto della "canora signorina" .

Il programma musicale era quello che per gli eleme n ti poteva offrire la piazza, n on fu rono t ralascia t i pezzi ad effetto, così, ol t re a "Tripoli b e l s u ol d'amore" 5 , furono eseguiti "Poeta e contadino" 6 , "Si j'eta i Ro i" 7 e "Cavalleria leggera" 8 , che des t ò grande entu si asmo. Il con ce r to raggiunse i l suo c u lm in e

4 Una forma di tonsill ite.

5 Si veda nota 65, p. 79.

6 Ouverture d i Franz von Suppè (1819-1895), composito re austriaco di origine dalmata, che dive nn e par tico larmente famoso per le sue numerose operette, oltre ch e per un vasto repertorio di musiche di scena, come appLmto il Dich ler und Bnuer, "Poeta e contadino". Cfr. K. G;,~zL, T/J e Encyclopedin of Musicnl Theatre, New York, Schirmer l:3ooks, 2001.

7 Opern comica in tre at ti del francese Adolphe Adam (1803-1856) C' rappresentata per la prima vo lta a Par ig i nel 1852

8 Operet ta difranz von Su ppè (1819-1895),con pro tagonisti alcuni militari, iron izzava sull'eserc ito . L'opera, r appresenta ta per la prima volta nel 1866, p oco dopo la disfatta austriaca di Sadowa (3 lu g lio 1866), fu rapidame nte to lta dalle scene per in tervento della censura austriaca . Cfr. K. G ANZL, The Encyclopedia of Mu sical T/J m/re, New York, Sch irmcr Books, 2001 .

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allo rch é l'orchestra suonò il va lzer della "Vedova Allegra" 9 che furoreggiava in tutto il mondo, di c u i fu richi esto a gra n voce un bis.

Le diverse e secuzioni musica l i furono intercala te dal concerto vocale e, non poco emoziona t a, essa ca n tò "Vissi d'arte, v issi d ' amore" IO, "La serenata d i Tos elli" 11 , "Mi chiamano Mimì'' 12 e per u ltimo "Vorrei bac i are i t u oi capelli" 13

Chiamata più v olte alla ribal ta, dopo aver concess o alcuni bis, volle esse re scherzosa e f uori programma cantò 'J\mor di pas to re ll o" - con il noto motivo " la campana fa d indon d an e il gallo chicchir ichì" 14 - e anche "Ciribiribin" 15

Il co ncerto conobbe un s uccesso insp erato a n ch e per il notevole co ncorso del pub b lico, m a quan do dovetti porgere un mazz o di fiori alla can ta nte m i s entii u n po' agghiaccia to, perché sebb en e fosse n ota in ci t tà l a no s tra simpa t ia, mi sembrava o ra di compiere u n gesto temerario che in un ambien te pet tego lo come Mon tepulcia n o poteva com pro m e t tere se non l ' onore, la reputa zi one de ll ' inseg n an te, specie agli occh i di non poche madri che avevano fig lie da maritare.

Nel porgerle i fiori ella si accorse dell'imbara zz o e poiché nella sala continuavano gli app lausi a l ei di re t t i, sicura ch e ques ti av rebbero coperto la sua voce mi disse: «Si faccia animo, non s t ia lì impala t o! ». Eravamo ancora allo stato del " lei", che poco dopo si trasformò ne ll 'ambi to d e l " tu" .

Le "co up de foudre" 16 per en trambi non durò a lu ngo ed io l o accanto nai ins ieme ad a ltri in un m io speciale reparto.

9 -10) Nuvo l o e fre d do. Un morto per polmonite . (95)

Ripensando a quanto s crissi ieri s u lla mi a in di fferenza per i co n ce r ti, me ne v iene in men te ora un'altra, quella cioè che non h o mai av u to i n cli n azione alcuna per lo sport. Scade n tissimo in ginna s ti ca, ce le b re sc h iappa nel gioco del tamb u rello, mi dilet tavo solta n to co n pass ione della bicicletta e del fucile .

9 Operetta in tre atti del co mpo sito re aus tri aco Franz Le h ar (1870-1948). L' operetta conobbe un successo senza precedenti. Rappresentata p er la prima vo ita a Vie nn a il 30 Dicembre 1905, rimase in sce na per o ltre quat troce nt o rappresentazioni. Tradotta in ita liano d a Ferdinand o Fon ta n a, d ebut tò in Italia a Milano nel 1 907 e rim ase in scena per ben c in quecento rap presentaz ion i. L'oper etta con ob be la stessa in cred ibil e fortuna in Francia ed in Inghilte rr a. K. G ii.. ;--JZL, Tlte Encyc/oped in of Musicnl Theatre, New York, Sch irm er Books, 2001 1°

Ce lebre aria della Toscn di Giacomo Puccini.

11 Romanza d el fi ore n tino Enric o Tosellì (1883- 19 2 6)

12 Celebre aria della Boheme di Giacomo Pucci n i

13 Roma n za co mp os ta d a Martino Sta ni slao Gas taldon ( 1861-1939), intitolata in realtà Musica Proibitn , venne conosciuta con il titolo "vorrei ba c iare i tuoi ca p elli n eri" p er il ri tornello che recita : Vorrei baciare i tuoi capelli neri I le labbrn tue e gli occhi t11oi severi I Vorrei mori r con le angel di Dio I O be/In im,nmoratn tesor mio .

1

• Canzone p opo lare, meglio conosciuta con le prime p a rol e d el tito lo, c he so n o que ll e riportate dall'a u tore nel testo .

15 Canzo n e scritta d a l fime ntin oCarlo Tioc het (1863 -19 12) in tedesco, vem1e poi tradot ta in varie lingue europee

16 "Co lpo di fulm in e" .

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Cl.ìUBSPO~T

lUON'fEP ULC IANO Montepulciano li 9 1101:embre 1911.

Preg.mo Signore,

Mentre l'Italia tutta con mirabi le slancio viene 111 ainto delle fa m iglie dei prodi soldati cbe con ardore combatto no n elle terre affricao e, .:\Ioutepulciaoo che oou fu mai seconda alle nobili e be ll e iniziative, deve ancora una volta affermarsi nella sua tradizionale . ge n erosità. Ed è per questo c he ho Ì'onore di invitare la S. V. III.ma ad nu trattenimento priv a to a be nefic io delle famig li e dei so ldati morti sul campo di battagl ia, che avrà lu ogo nellfl sala dell'ex Corte d'Assise, ge ntilmente con/ cessa, il g iorno 11 corr., sab ato acl ore 20,30

IL CONSIGLIO DIRETTIVO

CG, FC l, Inv i to al concerto di beneficienza, Montepulciano, 9 nov e mbre 1911 .

Nonostante questa mia negat ività, h1ttavia fondai a Montepulciano il "Club Sport". Andò così.

Tra gli amici carissimi della mia infanzia e g iov ine zza avevo Oreste Gelli, che fiorentino di na sc ita, fin da piccolo viveva a Montepulciano con sua zia, la sora Angio li na. F requentate le scuo le tecniche, ritornò presso la madre a Firenze , e lì più vo lte fui da lui ospitato allorché studente a Siena mi recavo a Firenze, dove l'amico mi illustrava le bellezze più o meno misteriose e tentatrici della città, che ai miei occh i assurgevano ad una di quelle da Mille e una No tte.

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Una volta lo trovai tutto affaccendato ed entusiasta per una partita di calcio che doveva disputar e assieme ad altri. Lo accom pagnai ma non ritras s i alcun entusiasmo né apprezzai que l gioco fatto con i piedi, mentre Oreste mi magnificava con la sua loquela fiorentina la bellezza e la signorilità di quello sport.

In seg u ito mi venne p erò l'id ea di introdurre tale gioco a Montepulciano, dove durante le vacanze gli svaghi erano ben pochi e monotamen te sempre uguali. O res te mi riempì di manuali e di trattati sul modo di giocare e così, con il valido aiuto di Pietro Duchini e di Oscar Vincenti, che formavano con me il triumvirato poliziano si dette vita al ''C l ub Sport", di cui fui presidente e per il quale dal Sindaco ottenni due locali nell'ex co n ven to di San Francesco, e per giocare il piazzale dello Sterro.

Poiché nella stag ion e invernale l'attivi tà del Club stagna va, il triumvirato p ensò d i dare delle feste da ballo domenicali in quel locale oramai sconsacrato, invitando le più belle serve e sartine po i iziane, avendo per musici g li "Americani", due fratelli che ritornati con un certo gruzzolo in pat ria, suonavano uno l'armonica e l'altro il piffero! Ma i fidanzati delle balle rine la p ensavano diversamente e non poche volte avvennero in cidenti spiacevoli sia durante il ballo, dove entravano a forza, o a ballo terminato, appostandos i per aspettare la no s tr a uscita.

Ben inteso che il pallone non ebbe mai l'onore di un mio calcio!

Ricevo una lettera di Metella del 9 Febbraio . Cerca di infondermi coraggio e speranza, ma nelle sue parole ben mi avvedo della sua sofferenza e della sua trepidazione. Le sue preci, mi scrive, sono rivolte ad una Sacra Immagine miracolosa che esiste in un a piccola chiesa di Bresc ia. Le rispondo rassicurandola del mio sta to di salute e le comunico "il miracolo in tema musicale"!

Da casa mi giunge un pacco come al so li to mezzo svaligiato, mancano burro, la tte, carne, sapone e un asciugamano. Il tutto s i è rido t to ad una sca tola di tali prodotti e a qualche fazzoletto.

Al tea tro Manzoni serata in onore della "prima donna" soldato D. Dar i con "Anime Allegre" È davvero stupefacente la sua interpretazione priva anche di qualsiasi p arola o inflessione dialettale. Le abbiamo offer to un cofanetto in stile antico eseg uito da un nostro provetto intagliatore di Firenze.

11) Un mort o per meningite purul en ta .17 (96) Scritto a Delia.

Gran nervo sismo nel Lager! Contrariamente a quanto il Comando aveva a suo tempo comunicato, oggi non sono partiti per il rimpatrio gli in va lidi e alcuni ufficiali medici; dei primi ve ne sono alcuni che da circa due anni attendono il sospira to ritorno in Italia!

17 Meningi t e causata da b atte ri piogeni e ca ratter izza ta da l iquor purulento.

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tti, G.

Passeggiando dopo pranz o per il campo, trovo w, soldato che scaldandosi a l so le, mi s aluta co n un accento prettamente tosc ano Non lo riconosco, è Vanno zz i di Acquaviva18, ap p ar tenen te al mio battaglione

«Un ce la faccio più signor Tenente >>mi dice con aria sconfor tata e avvilita. «Di qui si e s ce co' piedi innanzi e con la banda del ca mpo! ».

Mi descri ve l a triste vi ta che conducono, i patimenti, la fame , la sporcizia che regna s o vra na in mezzo a loro. Così chiacchierando, e quasi rimproverandosene, mi conferma un ben triste episodio che già conos cevo, quello che all'apparizione di non più di 4 o 5 soldati nemici ne ll a loro cav erna, qu es t i furono accolti con il gr ido "evviva l 'A ustria" . Nemme n o un colpo di fucile! I s acrileghi discorsi dell'On . Treves19 e degl i "sporcaccioni" s uoi compagni ave-

18 Fraz io ne d el Com un e d i Mon tep ulc iano .

19 Cla udio Treve s (1869- 1933), p c)litico ita lia n o, fu d e pu tato a ll a C am e ra dal la XXII a ll a XXVII legislat u ra. Decisamente con trario a ll ' intervento d e ll ' Italia in gue rr a, a n che dopo il 1915 s i mantenne fortemente c r it ico sulla ne cessità della gue rr a Cfr A Ci\SALI, Socialismo e internazionalismo nella storia d'Italia. Claudio Treves 1869-1933, Napo li , Gui d a Edito ri , 1985

CC, FC2, Foto d e l Club Sport Montepulc ian o. In alto da sin istra, prima/ila: C. Nerazzini, V. Vincenti, Rosini, E . Me nciotti, Q . Vincenti, Duchini, M . Co n tucci, Corsini, Vivarelli. Secon da fila i11 piedi : Goracci, Contucci Quin tani Seconda fila seduti: Montiani , L. Bo ntadi, Dino Gianno Moncio tti. Terza fila da destra : Ricc a rd o Giannotti, Giulio Contucci
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va n o dato i loro fru t ti! "Un altro anno non più in trincea!" 20 andavano b laterando per l'Italia!

Concerto all'ospedale

12) Due morti, uno per peritonite t.b .c. e l'altro per meningite della stessa natura . (98)

A soli 8 chilometri dal confine svizzero sono stati arres tati gli ufficiali evasi i l giorno 7. Quale amara beffa del destin o! Abb ia m o appreso i par ticolari della fuga da un ufficiale austriaco che ne era a conoscenza. Da tempo era sta ta premeditata, stu diata ed organiz zata nei più minuti particolari e messa in esecuzione nelle prime ore del mattino.

In compagnia dei tre u fficiali fuggiaschi vi era pure un nostro sergente che conosceva alla perfezione il tedesco, essendo stato per lunghi anni a lavorare i n Austria . Q u esto sergente si era procurato, non si sa come, una divisa austriaca, mentre gli ufficiali quel la dei nostri solda ti. C osì tr avestiti s i erano presenta ti al corpo di guardia all'uscita del Campo e il nostro sottufficiale, in ottimo tedesco, disse c h e accompagnava i tre pri gion ier i a i lavori. Ciò mi ricorda la fuga "dei tre ladro n i" d ella "Gran Via"!

Il seguito dell'avvent u ra l 'abb ia m o a ppr eso - per via indiretta - dal comando del Lager Usciti da l campo si recarono alla stazione e con d oc u menti

20 Le posizioni pacifiste di Treves favo ri rono la d iffusione di uno sloga n fra i soldati, che in rea l tà, a d iffe renza di quanto riporta l'autore de l diario, recitava : "Non più un inverno in tr incea" .

CG, FC2, La c hiesa del campo di concentramento.
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mirabilmente falsificati presero pos to in treno e, dopo aver cambiato vari convogli, giunsero indisturb ati fino ad una p iccola stazione di co nfin e co n la Svizz era. Quivi se nza dubbio la so rveglianza era p i ù accorta, ché due gendarmi, dopo averli ferm ati e interrogati, si fecero mostrare i documenti. Uno di ess i sembrò de l tutto persuaso, ma l'altro non fu del medesimo parere e furono accompagna ti al vic ino Comando.

Quivi il falso ufficiale aus triaco fu sottoposto ad un lungo e snervante interrogatorio, e forse tutto sarebbe an dato per il megl io se richiesto delle sue generalità, non avesse, per l'emozione, pronunciato non troppo correttamen te il suo falso cognome tedesco e quello dei pres unti genitori! L'ufficiale inquirente ebbe i pri mi sospetti e cercava di fa r cadere in qualche astu to t ranello l'in terroga to , quando si ricordò di un precedente telegramma circolare riguardo alla fuga di tre prigionieri italiani. Allora ebbe la sicurezza di trova rsi proprio dinnanzi a cos toro e li minacciò delle più seve re punizioni se non avessero detto tutta la veri tà.

Tnostri però ebbero agio di arguire come l'ufficiale austriaco non si raccapezzasse nel vede re dinnanzi a sé t re prigionieri italiani ed u n sottufficiale austriaco, poiché la comunicazione ricevuta segnalava la scomparsa di tre ufficiali. Ciò pur tropp o non fu sufficiente ad allontanare i suoi sospetti, e dopo un duro e minaccioso in terrogatorio, vista oramai svan ita la loro speranza e per non incorrere in maggiori guai, finirono per confessare tutto qua nto . Intanto il comando del Lager non si era acco rt o della fuga del sergente e fu un a sorpresa quando venne a conoscenza che i fuggitivi erano quattro anzi che tre.

Ed ora voglio parlare di un a circostanza ch e mi riguarda e c he mi tiene in viva agi tazione, sono talmente eccita to che non so come calm are l a mia inquietudine! Potrei avere l'insperata fortuna di rivedere l'Italia, anche se "sotto il bas tone tedesco" . Un' infinità di dubbi, di incertezze, d i speranze e di desideri affo llano da due giorni l'animo mio, ma oggi ho preso una definitiva risoluzione, sempre che ne sia favorito dalla sor te, e se questa me la negherà l'accetterò senza rimpianti.

Dal ministero della Guerra austriaco è giunto l 'ordine che i capitani medici Anniba ldi e Bertiiù, e il tenente medico Campagna, siano pronti a partire per i l terri torio italiano occupa to . Campagna è addiri t tura terrorizzato al pensiero di andare verso l'incogni to e lasciare i suoi compagni e l'ospeda le. Senza far palese a nessuno il mio pensiero ho preso la decisione di sostituire Campagna, qualora egli insista nella s ua idea, ed il Comando me lo consen ta.

Affron to il collega e gli espongo la mia idea, egli ne è felice ed insieme ci rech iamo dallo Chefartz per sentire se sia possibi le che io lo possa sos tituire. Non ci ha potuto dare nessuna assicurazione perché non ha ancora preso visione dell'ordine ministeriale, domani perciò torneremo da lui.

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CG, FC2, Prospettiva del campo di concentramento.

13) Ho presentato 19 invalidi alla commissione per il rimpatrio, di cui uno soltanto non è stato riconosciuto tale.

Con comprensibile agitazione mi reco dallo Chefartz. Non conosco ancora dove e come saranno utilizzate le nostre competenze, tuttavia l'idea di tornare in Italia è fissa e perentoria in me. Ed ecco la p rima delusione . Lo Chefartz mi ha detto che non è possibile alcuna sostituzione essendo i nominativi stati sce lti dal competente ufficio del Mini stero della Guerra, soggiungendo però che la mia domanda potrebbe essere presa in considerazione soltanto nel caso che il capitano medico Bertini, proposto per il rimpatrio come invalido, fosse riconosciuto tale.

Se ciò avvenisse, data l'urgenza della disposizione, avrebbe telegrafato al Ministero.

Bertini, medico libero in Pisa, è malandato in sa lute per mancanza e carie estesa di quasi tutti i denti, sofferente di gastrite e notevole deperim en to organico, è sulle spine per conoscere quale sarà la sua pross ima sorte, e ci facciamo reciprocamente i più fervidi auguri .

Campagna è sempre tetro e imbronciato. «Ma non hai indosso» gli dico «il mal dei reticolati? ». «Cà sto bene! », mi risponde, quasi con ira.

Tea tro al 1° grupp o.

14) Vento, freddo, n evischio.

La Pro vvidenza ha esaudito il mio vivo desiderio, partirò per l'Italia! Nessun rimpianto n e l lasciare questo luogo da se polti vivi, unico pensiero grave e

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triste è quello per la corrispondenza, come farò co n la mia famiglia e con Metella, se non potrò comunicare con loro? E quella che mi giungerà al Lager dove andrà mai a finire?

Questa è la mia sola preoccupazione, quella cioè di essere isolato, chissà mai per quanto tempo, dagli affetti a me più car i, mentre per Campagna l 'incognita dell'avveni re lo spaventa e lo terrorizza.

Co ntemporaneam e nte alla ricon osciuta invalidità d ei capitani medici Bertini, Reghezza e Manfredi e del tenente Sessa, da Vienna è giunta l'autorizzazione che io posso sos titui re Bertini. Li invidio in cuor mio, e penso alla loro felicità e a lla beffa che Manfredi ha giocato al comando proprio all'ultimo momen to !

Dallo Chefartz h o saputo che molto faci lm ente domani l'altro partiremo alla vol ta di Gemona, cioè per l' Italia! In previsione del viaggio faccio miserrimi acquis ti a Sigmundsherberg e a Rod ingersdorf. Prima di andare a let to scrivo a casa e rispondo ad una lettera di Metella, informandoli di non stare in pensiero se per qualche tempo saranno privi di mie notizie, giacché sarò inviato ad esplicare la mia professione "là dove c'è il sole", speriamo che comprendano il s ign ificato di questa frase e che soprattutto la censura austriaca non la cancelli!

15) Ci siamo alza ti con una bella nevica ta e freddo intenso.

Alle 11 e 30 veniamo convocati dal capitano Spiller, ufficiale addetto al Comando, che ci comunica che domattina alle 7 partiremo assieme a lui per Gemona. Sgomento di Campagna, indifferenza di Annibaldi, esultanza da parte mia. Come Mimì raduno l e mie poche cose, che rinchiudo in una cassetta da portarmi dietro.

Ricevo p er la prima v olta un a cartolina dalla signorina Mendel di Milano, datata 21 Febbra io 21 , a cui rispondo, e per mia tranquillità telegrafo a casa annuncia ndo la mi a partenza dal Lager.

A degli ufficiali rimpatriandi consegno delle lettere per la mia famig lia e pe r Metella, da impostare appena gi unti in Italia. Al capitano Manabuoni di Firenze ne do una per lo zio Orlando, pregandolo di consegnarla personalmente; prego inoltre Bertini di scrivere direttamente a casa mia in forma ndo

21 CG, FCl, Enrica Mende l, cartolina p.g , 21 Febbra io 19 18, "Gent il issimo, ieri le prime n otizie sue da parte della co rtese s ua sig.na sore lla, e può imm ag in are quanto, quanto gradi te! Dopo tanto tempo' Non speravo quasi più d i poter riprend e r e a sc riv e rle come usavo! Vorrei esserle utile in qualche modo e le i farebbe molto male se, des iderando qualcosa che anche io le posso mandare, n on me la ch iedesse! Grazie infin ite intanto d i aver pensato a m e, grazie d e l ricordo ch'ella mi se rba! Io ho pensato s pesso a lei e ora più che mai, non spero e non spero che per lei 1 Le scriverò spesso, non potendo scrive rle a lungo. Mi sen ta vicina nel pensiero, un ita nel do lore ch'ella soffre, pieno di fede in non lon tan i giorni rad iosi. Con ognj affettuo sità, Enr ica M .".

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della mia buona sa lut e e de ll a mia nu ova de s tin az ione. En trambi me n e danno le più ampi e assicurazioni.

otte insonne, mi si accavallano pensier i su pensieri, mi sento inquie t o e nello stesso t empo, felice!!

16) Sveglia austriaca alle 4 e 30, mentre dall a staz ione di Sigmundshe rb erg si parte alle 8, con circ a un 'o ra di ritardo.

Ci accompagna il capit a no Spiller, di Triest e, e due soldati di sco rta armati di vecchi fucili rimodernati. Ci è ri servato w1 0 sco mpartimento di prima classe con tanto di cartello "transport", il che significa c he è riservatissimo agli occupanti. In ogni caso la scorta scaccia in modo rud e chi s i az za rda ad avv ic inar si . Ved o scorrere so tto il mio sgu ardo le gelide e te tre b aracc he d el Lager, sorretto dalla speranza e dall a fiducia che and remo verso un a migliore vita . I miei colleghi so no invece t aciturni e accigliati, specie Campagna, che di tanto in tanto s i lancia n e ll e più strane e terrifi ca nti conge tture.

Il viaggi o fino a Vienna non offre alc un a att ra ttiva. A lt opiani co n boschi, alternati a pianure desolate senza un filo di verde. Il capitano Spiller ci tiene buon a co mp agnia con il s uo dialett o ve neto co n un a ccen to un p o' tedesco. Alle re iterate domande d e i mi e i colleghi circa la nostra destinazione risponde invariabilmente, e forse sarà ve ro, che non ne è a conosce n za . Ha avuto sol tant o l'ordine di a ccompagnarci fino a Gemona e lì soltanto potremo sapere quale sarà il nostro compito e dove saremo destinati. In ogni cas o ci informa che il pro ssi mo treno di invalidi e di medi ci partirà d a l Lage r il 22 di ques t o mese, e ciò mi rallegra, pensando che le mi e le ttere tra non molto sa rann o a destinazione.

CG, FC2, Il camp o di Sigmunds h e rberg in lontananza.
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Alle 10 e 30 giungiamo alla stazione Franz Josef di Vienna, che non offre nulla di speciale, quasi simile al capannone di quella di Firenze22 Pochi civili, gran numero di militari, noto una sorveglianza particol.are della Polizei su tutto e su tutti.

Casualmente troviamo in stazione il tenente Paraskowich, ufficiale addetto alla s u ssistenza nel Lager, e molto ben considerato da tutti noi perché, nei limiti delle sue possibilità, veniva incontro ai no s tri desideri . Oriundo polacco, non possedeva quella burbanza e qu ell'altezzosi tà dell'ufficiale austriaco, specie se croa to, ma aveva tratti signorili e, direi, quasi familiari. Ci confida che fa parte della scorta che riconduce a l Lager i quattro prigionieri evasi che si trovavano rinchiusi e sorvegliati in un loca l e della stazione.

Intanto le nostre cassette, che devono raggiun gere un'altra stazione di Vienna, vengono caricate su di una vecch ia vettura di cui non si comprende se sia in migliori condizioni il decrepito ronzino o il ve tu sto automedonte dagli abiti laceri e sporchi. Un soldato della nostra scorta segue la ve ttura, mentre noialtri prendiamo un tram per raggiungere la Sudbanhof23 dove sono stati inviati i n os tri baga gli .

22 L'a utore si riferisce alla s tazio n e Maria An tonia, che deve il suo n ome alla seconda consorte di Leopoldo II d i Toscana, Maria An tonia di Borbone. Fu la seco nda stazione costruita a Firenze, dopo la stazio ne Leopold a, e fu i.n augur a ta n el 1848 Fu abbattuta all 'i nj z io degli anni Trenta del ovecento per far spazio alla più moderna staz ione d i San ta Maria evelia

23 Una de ll e piL1grand i stazioni d i Vieru1a.

CG, FC2, Il municipio di Vienna.
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Il tram è affollato di militari e pochi so no i borghesi, che ci osserv a no insis tent emente con aria s tup ita. Io li osservo più s tupito di loro, leggo nei v olti i segn i delle sofferenze e privazioni fisiche e mora li, i loro abiti e le calzature ben dimostrano le pietose condizioni in cui è ridot ta la Felix Austria e la spensierata Vienna. Anche il tram mostra i segni del tempo, sporco e lurido, manca pure qualche vetro. At tr aversiamo la città quasi diagonalmente, passando anche per la meravigliosa Ringstra sse24 dove il Pa rl a m e nto, il Palazzo del Comune e il Burgteater sp ic cano nei loro imp onenti edifici .

Sotto indicazione del capitano Spiller e non senza emozione scorgo l'Hofburg, la residenz a imperiale. Dico con emozione perché quella vista mi riporta a quando ero ragazzo, all'epoca in cui, studiando la nostra storia, mi imbattevo nella figura degli Asburgo e in specia l modo di Francesco Giuseppe. A lui erano dirette tutte l e mie invettive di stud en te, unitamente a quelle degli altri compagni d i lic eo ed università, mentre s i reclamavano Trento e Trieste!

Il palazzo imperia le, ammanta to di tante l egge nde e tragedie, mi fece sovvenire quella della Dama Bianca, che s i aggirava nel p alazzo nelle s u e ves ti diafane ogni qual vol ta un lu tto o un tragico evento stava p er co lpire la fam iglia imperiale. Si dice che l'ultima vo lta sia comparsa n e l 1898 allorché l'lmpe-

24 Grand i v iali costr uiti fra il 1859 ed il 1865, nello spaz io ricavato dall'abbatt imento delle vecchie mura medievali della c ittà

Wien K.
k. Hofburgtheater und Panorama von Rathaus
CG, FC2, L'Ho fburgthe ater di Vienna.
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ratrice Elisabetta, moglie di Francesco Giuseppe, fu assassina ta dall'anarchico italiano Lucheni.

Ma ecco l'imprevedibile avventura viennese! Durante queste mie elucubrazioni asburgiche il tram si ferma , gente che scende, gente che sa le, rimanendo liberi due posti accanto a me. Due giova ni ragazze salgono e si avviano per se dersi di fianco a me, dapprima hanno un attimo di indecisione, vedendoci con queste strane uniformi, poi si seggono

Una di esse, di normale statura, capelli biondi, occhi a lla Metella, color pervinca, è il classico tipo della 11Gre tchen" 25 , che mi ricorda nosta lg icarne nte le dame viennes i dell'orchestra di quel caravanserraglio che è il Gambrinus di Firenze. L'altra, più piccola di s tatura, con forme più marcate, capelli corvini, occhi neri lampeggianti e irrequi eti, naso tend ente all'aquilino, labbra tumide, ha forse nelle s u e vene sangue "judeus", appellativo che i tedeschi danno agli ebrei.

Continuo a scrutarle con la coda dell'occhio. Ciascuna ha la sporta della spesa di dove fuoriescono delle fog li e di cavolo . Sono vestite sufficientemente con proprietà e, a loro modo, elegantemen te. Mi colpisce la qualità della s toffa, che non comprendo da quale t ess uto sia formata, forse sarà un o dei tanti surrogati tedeschi. Le scarpe a st ivaletto risentono delle insidie del tempo, in testa una "cloche" me ssa alla sbarazzina.

Wien Schlinbrunn
Schlosa
CC, FC2, Il palazzo imperia le.
25
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Nome mo lt o comun e, usato come s tereotipo di "ragazza".

Sembrano allegre, cinguettano senza posa e, a quanto mi è dato comprendere, ripr endono un discorso già iniziato prima di salire in tram. Mi interessa la loro conversazione e con quel poco di tedesco che conosco co mprendo che parlano dei loro "Pe ter " e "Fran z", che si trovano al fronte, della lor o preoccupa z ione per i fidanzati o amanti che siano. Posso afferrare che "occhi di pervinca" è di Peter, e che si chiama Hema , mentre la giudea, Sarah, è di Franz.

Mentre mi god ev o questa con versazione che mi di straeva e mi astraeva da tutti e da tutto, il funereo e triste Campagna, che e ra seduto dall 'a ltro lato della vettura, improvvi same nte mi dice: «E se ci mandassero in un lazzaretto?» . Stizzito rispo s i: «Got mit uns! », frase che gli orgog li osi e superb i teutonici hanno inciso nella fibbia del loro cinturone di guerra, "Iddio è con noi !" Senza dubbio t ale frase uscì dalla mia bocca automa tic amente in lingua tede sca, intento come ero alla conversazione delle due viennesi.

Di colpo Hema si voltò verso di me e con c uriosità e grazia del tutto femminile mi disse: « Bitte von wo Sind sie? », "Prego, di dov'è lei?".

Lì per lì non seppi cosa rispondere, mi guardai intorno, mi voltai verso il capitano Spiller, i miei compagni, finch é, per non sembrare scor tese, ma ricordandomi di trovarmi dinnanzi ad una persona a me certamente nemica, come del pari io ero p er lei, affrettatamente le rispo s i: « Itali enic h offizier kriegsgefangen!», "Ufficiale it aliano prigioniero di guerra!" .

«Ach so! » - espressione che deno t a meraviglia, stupore - disse Berna rivolgendosi a Sarah, dandomi uno sg uardo non so se di mest izia o di odio, forse sarà s tato di compassione, o almeno volli sperarlo.

Ripre sero gaie e sorridenti a chiacchierare ed io più non mi curai di loro, finché poco dopo le vidi sce ndere, e soltanto Sara h, chissà p erché, abbozzò un lie ve cenno di saluto. Immediatamente Campagna insistette per conoscere il perché avevo scambiato qualche parola con "chille fe t enti", ma tenni per me il mio inno cente segreto.

Alle 11 e 30 giungiamo alla Sudbanhof, stazione che congiunge l'Austria con l'Italia, via Tarwis. Anche qui pochi borghe s i ed un'infinità di militari. TI capitano Spiller ci conduce al restaurant della s tazion e, dove abbiamo felic emente pranzato a spese del governo austriaco, con il seg uente menù: minestra con una specie di pane grattugiato, lesso con rape, un dolce ind eci frabile e SO gr. di pan di g ranturco. Siccome ci eravamo alzati alle quattro e mezzo del mattino avevamo un appetito formidabile, così con 6 kr. e 30 ab biam o potuto mangiare anche una pic col a bistecca di mai ale con un po ' di pane. Questo sarebbe stato razionato, ma noi facevamo ecce zio ne in quanto facenti parte di un " tran sp ort".

TI locale è abbastanza affollato da persone distinte e di portamento signorile , le donne ben vestite sfoggiando, sia pure in tempo di guerra, i loro abiti mi g liori, né erano prive di gioielli e di m onili. Ciò nono s tante ognuna di queste

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dame, al pari dei cavalieri, si era d ov uta p ortare al ristoran te il suo personal e pacchetto di p ane.

Fi nito il pran zo abbiamo insist enteme nte pregato il cap itan o Spillcr di condurci un po' p er Vienna , in attesa della nostra partenza che avverrà ques ta sera. Gli abbiamo anc he dato la nostra parola d 'onore c he nulla avremmo fatto che pot esse arrecarg .li danno, ma, sebbene s i mo s tri con noi p iù co me un compagno che come un ca rce riere, n o n si è voluto assumere questa responsabilità proprio nella capi tale dell'Impero.

Spille r, uomo di circa quarantacinque anni, nato e dimorante a Trieste dov e imp or ta a ll'in grosso verdure e agrumi dall'Itali a, non avrebbe a v uto personalmente nessuna difficoltà a fa rci vis itare la città, ma , come ci di sse, temeva " la grana" nel farsi vedere p e r Vienna co n pri gion ieri, "grana" che avrebbe forse potuto inviarl o a l fronte.

Così, di spiaciuti della b e lla occas io ne perdut a s iamo rimas ti in un a salett a vicino al ristor ante, v ig il ati dai due bonari territo riali , che a Vienna dovevano aver trovato il modo di accaparrarsi il tabacco, giacc h é vertiginosamente arrotolavano e fumavano s iga re tte. Intan to Spille r se ne e ra anda to p e r Vienna a "scapr icciarsi", m e ntre n o i, se duti su un divano, s i sonn ecchiava.

Appena tornato Spiller, ve rso le 20 e 30, abbiamo ce n ato e alle 21 e 55 siamo montati in un o sc ompartimento di prima cla sse con la s olita dicitura "transport". Ho dormito saporitissimamen t e sogn a ndo l'Italia.

Alle 5 e 30 gi ungiam o alla s ta zione di Bru ch, dov e sia m o sce i, vis to c h e Spiller riteneva c h e do vess imo cambiar tren o. Per buon a so rte si fece appena in tempo a rimontare nel no s tro vagone. In qu es ta s t azione fa be ll a pompa di sé un g ran cartello scritto a caratteri cubitali: "A ttenzion e a i porta fogli! I ladri vi spiano!" .

Attraversata così l'Aus tria inferiore e ntri amo in Stiria e alle 8 giungia m o a Graz dove, in tutta frett a, s i prend e un caffè latte. Camp a gna e Annibaldi , immusoniti e semp re preocc upati , se ne s tann o rannicchiati in un ango lo, mentre io chi acchiero co n Spiller. Ritorn o s ul vecchio argomento della n os tra destin azio ne, ma mi ripete ancora un a vo l ta di nul la sa pere. L'ordine c h e ha ri cevu t o è quello di acco mp ag narci al co mando di Ge mon a, e non mi na s cond e il desiderio di giunge r v i al più presto, poiché, app rofi ttand o di questa occasi one, vuole fare un a scap pat a a Trieste. Mi confessa c he la gue rra gli ha del tutt o rov in a to i l suo co mm ercio di imp orta tore. N e traeva un notevo le g uadagn o, avviando i prodo tti ortofrutticoli e g li agrumi nei principali centri dell'Austria.

Alle 10 e 45 s iamo a Macb urg , dove cambiamo treno. Osservando gli scompartimenti ho s ub.ito l ' impress ione di essere ne ll e immedi a te retrovie del front e .

Tutt e le classi, oltre ad essere di un a s porcizia rib uttante, mancano d i tiranti ai finestrini, asportati pure i ri ves timenti dei sed i li , le placche di ottone e di ferro, le lampadine . I ve tri sono rotti o man ca nti. Pochi e lerci i borghesi c h e viaggiano,

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numeros i i militari di ogni parte dell'Tmpero austro -ungarico, che fanno un chiasso indiavolato, specie con delle piccol e armoniche che suonano con la bocca.

Q u asi affondati nei sedili s i chiacchiera svogliatamente, quando due ufficiali chjedono a Spìller di occupare due post i liberi. Una volta avuto il permesso offrono sigarette e scambiano qualche parola con Spiller. Si mostrano alquanto gentili anche con noi, e il più loquace fra i due, dopo averm i detto di provenire da una piccola cittadina ungherese, mi dice che sono di rett i ad Udine, dove quel Comando li destin e r à a qualche reparto combattente . L'altro, boemo, è d i poche parole e mi sembra alqu anto pensieroso. So n o abbastanza giovani e senza dubbio, specie [! u l timo, non sono molto sorridenti all' idea di andare al fronte. Poi cavano da un tascapane del salame e del pane e, dopo averne offerto anche a noi, si mettono a mangiare e ritorna il silenzio.

Mi accorgo ora che la conversazione in tedesco non è tanto semp lice per me come lo è invece la lettura. Noto come la vera pronuncia e l a co rr ettezza della ling u a si riscon tri so lta nt o negli austr iaci. Il più delle volte i popoli di altre nazionali t à dell'Impero a s burgico pronunciano in tu t t'a l tro modo anche le parole e le frasi più usuali. E d i ciò n e ho la riprova quando il triestino, l'ung h erese e il boemo riprendono a parlare . Non avevo ben capito per qual motivo la parola " funf", "cinq u e", ricorresse nella loro co n ve rsazione più vol t e, sebbene pronuncia t a in modo alquanto differen t e da ognun o di l oro.

Alle 15 g iungiamo a Klagenfurt e ci separiamo dagli altri ufficiali. Sp ill er ci dice che anticame nte questa città si chlamava "Fur de Kl agen" - Ponte dei Sospiri - però il commerci an te d i limoni non sa darci la spiegazione de l perché.

Il ponte si riferisce a quello sulla maes t osa D rava, i lamenti, penso, a qualche l eggenda dell' epoca 26 Facciamo appena in tempo a mangiare qualcosa che subito ripartiamo . Il paesagg io è invero s pl endido, per circa un'ora costeggiamo il famoso lago Worthersee ch e in seguito prende l'aspet t o d i u n fiume, essendo formato dalla confluenza di due corsi d'acqua. Nella riva noto delle cadenti cab in e per bagno.

Alle 17 e 40 si giunge a Willach27 e alla strada che mena in I t a l ia. Così, en trato in Ottobre in Austr ia dalla Slovenia ne esco ora dalla Ca rinzia, avendo compiuto una specie di peri p lo dell'Austria inferiore e delle regioni ad essa confinan ti

26 In effe tti l' et imologia di Klagenfur tè tuttora un tema di dibattito fra i lin gu isti. Lacittà,capita le della Carinzia, so rge s u l lago Worthersee, cd una de lle spiegazionj per il suo nome sa rebbe l'antica credenza che dcmoru e spiriti malvagi abitassero presso fi unù o laghi (del resto attraversar!i comportava un ce rto rischio). Un altra spiegazione del nome, citata anche da Pio Il nei s u oi Comm entar i, ha come protagonista un fornaio della città accusato d i furto e qu indi g iustiziato. Qualche giorno più tardi venne proclamata la sua inn ocenza ed i cittadini compiansero (Klagen) l' amaro fato d el loro conci ttadino per mo lto tempo . Cfr. JAf\lDL D., A Brief History_ of KlaKenfurt, Klagenfurt, Heyn, 2000.

27 Più corre tt amente sc r itto Villa c11, è attua l mente1a seconda città p iù popo losa della Cari.nz.ia dopo Klagcnfur.t.

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Poiché il treno che parte alle 18 è un "militar trans port" diretto al fronte, ci conviene attendere purtropp o fino alle 24. La posizione è comunque da vvero incantevo le. La c ittà, attraversa ta dalla Dra v a, è circondata dalle Al pi e da s uperbe fores te d i a beti.

Ne lla l unga attesa in ques ta staz io ne, quasi di confine con l 'I tali a, nell'andirivie ni d i borghes i di ambo i sessi noto, ancora una volta, i segni della denutriz ione e d ella miseria . Volti emaciati, scarni, indumenti rattoppati , laceri, stinti, scarpe rido t te a mis ere ciabatte. Ciò m i s piega in parte il motivo per cui fanno languire i prigi onieri nei campi di concentramento . Solta nt o i militari sembrano in migliori condizioni fisiche e così di cas i delle loro divise e degli stivali che indossano . Gli ufficiali sono gli unici, credo, ch e possano va ntarsi di vestire decente mente.

Mi ri esce di dare un' occh iata fuori della stazione e, sebbene oscuro, ammiro un gra nde albergo co n un ampio parco, che s enza dubbio dovev a servire ai vi lleggia nti.

Per la v ici nan za del fronte la s tazi o ne è sa tu ra d i vagoni e di materiale b ellico in part e caricato ed in parte d a caricare, ben so rvegliato da un buon numero di "polizei", che domandano documenti a borgh esi e m ilitari.

I miei co mpagni sono sempre assenti, né se mbra c he l a vicinan za dell'Italia procuri loro alcun sentimen t o. Forse per Camp agna l'Ita l ia è racchiusa nel go lfo di Napoli e di Posillipo. A nnibaldi è in vece chi uso nel pensiero della moglie e dei figli Pe r conto mio sono lieto e pregusto la gioia di ritrovarmi in m e zzo ai miei fratelli e non riesco ad amme tt e re o a s upporre chissà mai quali inga nni da parte del gov erno austri aco, come temo no gli altri.

Alle 20 andiamo a mangiar e nel buffe t della s tazione, un po' di lesso co n pa tate e pane. Il locale è sob riamente arredato, ma mostra le trac ce del continuo afflusso e reflus so di armati.

Vi si beve anc h e una discr e ta birra e, con l' ai uto di uno dei nostri guardiani, mi riesce di comprare un paio di pacc h etti di sigaret te. Forse me le avrà rivendute lui stesso ad un prezzo decis ame nte maggiorato, ma cosa farci?

Oramai è qua si mezzanotte e c i avviamo ve rso il nostro s compartimento sul treno quando un solda to dell a scorta sa lva Campagna da un borseggio. Cos tui aveva infa tti no tato che in q u el pigia pigia di militari ch e affollavano la stazione, uno era riuscito a d infilare la mano in una tasca del cappotto di Campagna, dove teneva il po rtafogli che poco pr im a aveva tirato fuori per pagare l a cena . La scorta con un rapido gesto g l i fu addosso, ma il l adro con fantomatica sve lt ezza s i era subito svincola to, perdendos i nell'oscuri tà e nella massa.

Mentr e Spiller, accortosi della sce na, se la ridacchiava, io, chissà perché, dissi a Campagna: «C onviene rendere onore a l nostro nemico che ti h a salvato il po rtafogli ». Ed infatti Ca m pagna gli s trinse vigorosamente la mano, ringraziando lo . L'altro sorrise compiaciuto.

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Ci sistemiamo in un lurido scompartimento, ma partiamo solo alle 1 e 45, dopo aver dato la precedenza ad un convoglio militare.

Anche in questo treno si notano i segni della devastazione nei divani, nei finestrini, nell'illuminazio n e, viaggiamo infatti completamente al buio. Mi addormento profondamente e alle 6 una forza occulta mi sveg li.a in terra italiana. Siamo a Pontebba (Pontafel), la c ittadina di visa in due set tori uno itali ano e l'altro aus triaco28 , ma ora nuovamente in mano nemic a.

Odo le prime parole nella mia lingua e ne sono felice!

Alle 8 e 30 giungiamo a Gemona nostra meta , ove S pill er ci conduce al Comando di Tappa. In s tazione incontriamo una forte squadra dei nostri prigionieri, che so tto sorveglianza si recano ai lavori. Non uno di loro si degna di salu t are i propri ufficiali, e nella mia ingenui t à e stizza apostrofo violentemente un nostro graduato che fa parte della squadra. Lui non se ne cura, mi sorride beffardo, alza le spalle e t ira avanti, ma non posso fare a meno di scagliargli addosso l'invetti va: «Il basto n e t edesco vi farà rimpiangere i vostri ufficiali!» .

Giunti al comando, Spiller ci presenta e ci consegna ad un capi t ano rude e vecchiotto, la cui vis ta ci fa subito rimp iangere la cortesia e la cordialità di Spil- · ler. In pessimo italiano, imparato sen za dubbio sul luogo, ci avverte che è sta t a approntata per noi una stanza in attesa che giungano ord in i s uperiori. Ci guardiamo stupefatti e preocc u pa t i, e Ca mpa gna mostra sub it o i segni del suo spavento . Veramente noi tutti si riteneva che si dovesse rimanere a Gemona, dove il Comando ci avrebbe dato istruzioni. Così, ancor più addolorati, ci accomiatiamo da Spiller, ch e non esita davanti al collega prettamente tedesco a farci gli auguri di stare sempre in buona salute.

Un tenente ci accompag n a in una v illetta poc o distante adibita per gli ufficia l i di passaggio, entro la quale vi sono alcuni soldati austriaci con un graduato. L'ufficiale ci introduce in una stanza il cui arredamento consiste in tre letti in ferro sprovvisti di materasso e di lenzuola, un tavolo e alcune sedie. Dopo aver de tto qualcosa ad un graduato, l'ufficiale se ne parte. Senza dubbio aveva impart ito degli ordini, giacché il graduato, un caporale, non so lo mette una se ntin ella alla p orta, ma ne colloca una seconda nella nostra stanza. Ci guardiamo sbigottiti e perplessi, neanche si dovesse trattare de ll a sorveglianza di d elinq u en ti o di condannati a morte! Pensai però nel mio intimo che eravamo prigionieri e per di più in zone d'operazioni e quindi, pur rattristato,

28 La cittad ina di Ponte bba , per la sua po sizion e lun go il corso del torrente Pontebbana, fu frontiera fra i te rritor i ita liani e quell i a u striac i fino dal 1420. Rimase fino al 1797 sotto il dom inio della Rep ubblica di Venezia, per essere po i annessa all'Austria con tutti i te rrit ori de ll a Sere niss ima Dopo la Te rza Gue rra d'Ind ipendenza (1866) e la cessio n e de l Veneto all ' Ita lia la frontiera fu nuovamente stabilita a Pontebba, che venne divisa in due e la parte aus triaca prese il nome d i PontafeL Questa fu annessa all'Italia nel 1918 ed oggi la cittadina s i trova completamente in ter ritorio ita lia no c irca a 12 Km a Sud del confine con l'Austria. Cfr B. CrNAUSERO, La to ponomast ica di Pon tebba - Un territorio di confine romanzo -slavo -germa nico, Soc ietà Fil o logica Fr iu la n a, Udine, 2003.

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non detti eccessiva importanza a tale precauzione. Questa però si dimostrava del tutto assurda e grottesca in alcune circos tanz e, allorché uno di noi aveva necessità di recarsi al gabinetto. La sentinella in stanza ne dava avviso a quella es terna, che non solo ci accompagnava sul luogo, ma pretendeva di assistere alle "nos tre facce nd e"! Io, che per ultimo ebbi neces si tà di usufruire del bagno, li giocai astutamen te . Appena giunto s ul "luogo" non detti tempo al cerbero di va rcare la soglia, che su bit o mi rinchiusi con i l paletto, lascian d o lo gridare e picchiare alla porta! Me ne uscii tut to inorgoglito, mentre il soldato mi squadrò con faccia trnce, scagliandomi un'infinità di male parole in una lin gua a me sconosciuta. Questo episodio fece sorridere anche i mi ei mesti com p agni.

Fungeva da capoposto un capora le triestino al quale in tono energico pro tes tai dell'inaudita pretesa, ricordandogli che, se pur prigionie ri , non eravamo delinquenti da sorvegliare in quel modo indegno. Con aria seccata e distaccata mi rispose che tali erano gli ordini, ingiungendomi di rientrare in camera . Campagna e Annibaldi erano rimasti sorpresi da questi miei gesti e m i accolsero con un sorriso di compiacenza.

Anche la guardia interna abbozzò un sorriso e ciò mi valse per scamb iare qualche parola . Di origine boema ben poco conosceva la lingua tedesca e così la nostra conversazione fu alquanto difficile ed arruffata. Seppi da costui che i germanici, giunti per primi in Italia, avevano saccheggia to ed asportato tutto quello che avevano trova to, così che quando secon di arrivarono gli austriaci non rimase loro che gli occhi per piangere. I ge rmanici a lte zzosi e superb i erano e sono malvisti dai loro alleati, la storia si ripeteva!

Ci fu dato un caffè latte, accompagnato con nostra so mm a meraviglia da del pane bianco. A mezzogiorno un abbondan te e ben confezionato pra n zo, che ci dimostrò c he le truppe nemiche si erano ben rifornite delle risorse loc a li. Mangia mmo di buon appe ti to, ma anche io non avevo più quella visione ottimistica che mi aveva sorretto fino ad allora, ed i miei colleg hi , che si erano accor ti del mio stato d'animo, beffeggiavano le mie rosee profezie.

Si attendeva con spasmodica ansietà il momento in cui finalmente si potesse conoscere la nostra sorte. Eravamo in questo s tato d'animo quando, accompagna to dal caporale, entrò nella s tan z a un misero sottotenente, venu to senza dubbio per curiosare. Dopo averci sq u adrato questo lurido ceffo, in pessimo italia no, ci fece la stupidissima domanda del perché l'Italia fosse entrata in g u erra, tradendo l'alleata Austria che nulla aveva fatto contro di essa. l miei colleghi tacevano ed io ben rimuginando la risposta in tede sco, dissi: «Avevamo dei conti da regolare con l'Alleata, specie d a quando il suo Stato Maggiore e von Conrad avevano in animo di saltare addosso all'Italia dopo la sciagura del terremoto di Reggio e Messina» . Non volle né seppe confutarmi e rigirando l'argomento soggiunse che la disfat ta dell'Ita li a era certa visto che le truppe austr iache che comba t tevano su l fronte russo si trovavano adesso in

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quello italian o, unitamente ai numerosi prigi01ùeri che erano s tati rest i tu iti. La s ua pres enza ci sconcertava, come le s ue parole, e cominciammo a p a rlare tr a n oi, mentre costui chiacchierava con il graduato. Dal lo ro collo qui o udim mo più volte la p arola "lazzarett" e "Spilimbergo", che ci fecero dr izz are le orecchie, come pure la parola "tifus" Credemmo quindi che noialtri si fosse destin ati in quella località, con grave sgomen to di Campagna, sebbene io ce rcas si di rassicurarlo che il " lazzarett" n on ha il medesimo significa to che ha nella nostra lingua, m a q u ello di un'inferme ria di un a certa capacità, più piccola e ITteno a ttrezzata di un os p e dal e .

Confesso che ne eravamo un po' sgo m enti e d uscito l 'ufficiale in terrogammo la guardia triestina, che confermò il nos tro sospetto aggiungendo sadicamente, senza ch e g li fosse sta to chi es to, che anch e durante la n o tte sa rem mo stati vigi lati da una sentinella in came r a e che dovevamo dormire ves titi sulle reti de l l e tto.

Ad ogni modo non mi turbai come g li altri e mi avv icin a i a lla fine s tra, udendo una conversazione in uno strano linguaggio. Questa dava sulla strada che dalla stazione p or ta in paese, e dinnanzi a ll a casa che ci os pitava ve n e era un 'al t ra alla cui finestra era a pp oggiata una prosperosa ragazza bruna che clùacchierava a voce alta con un uomo che era in st rada. Allora mi ricordai di trovarmi ne l Friu li, dove quasi n ess una parola ricorda l 'i taliano , tanto che il friulano viene r itenuto una ling ua a parte, con la sua grammatica ed il s uo voca bol ar io . La ragazza si accorse della mia pr esenza, mi fece un cenno di sa luto con la mano e mi sorrise Avrei voluto aprir e l a finestra e scambiare con lei qualche p aro la, ma i l triestino vigilava, così rica mbiai il sa luto e presi per buon augurio quel fort u ito in con tro.

Alle 20 ci se rvirono una buona cena e poco d opo ci sdraiammo ves titi sui letti, con la sentinella in cam e ra e la luce accesa. Per me, a cui anche il più impercettibile fi lo di lu ce impedisce di dormire, fu una vera tor tura quella lampada acc es a che mi si posava proprio sug li o cclù Così p assarono le 22 e poi le 23, che già da un pezzo i. miei colleghi e la stessa sentinella dormivano, mentre a m e non rius ci va prender so nno; finché ad un cer to momento, co n infinita ca ut ela, svi tai la lampadina . Non avevo fatto però i. con ti con il caporal e tr ie s tino, che già più volte e ra ve nuto in ispezione. Qu es ti, venuto in camera, svegliò la sentinella e invano tentò sacramentando di gi rare l'interru tto re. Nessu no d ei due ebbe l'accor tezza di acc er ta rsi della lampadina e così, una vo lt a che fu uscito, mi addormentai profondamen te. Fu i sv egliato circa le 5 dal caporale al grido di <<Schennel! Schennel! »29 che poco dopo ci fece p or tare caffè la tt e con pane bianco.

Alle 6 venne a prelevarci un tenen te che, a s u o dir e, ci doveva accompagnare a S. Daniele del Fri uli . L'ombra di Spilimbergo semb rava così fugata, ma

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2'l Più corre ttamen te scritto schn e/1, le ttera lmente significa "veloce"

nulla vo lle dirci su cosa andavamo a fare in quel paese, era duro e impettito come un palo, alla guisa dei croati del Giusti30

Alle 6 e 30 partiamo dalla stazione di Gemona alla vo lta di P inzano, dove si giunge alle 7 e 30 e quel "coso" domanda ad un gendarme se era a rr ivata "ein w agen" - una carrozza - che ci avrebbe dovuto por t are a S. Daniele. Alla rispos ta negativa si mostrò appare n temente sorpreso ed irritato e ci convenne iniz iare il viaggio a piedi, at trav ersando su di una passerella il Tagliamento, essendo s tato fatto sal t are dai nostri il ponte.

Campagne quasi deser te, rare le persone che incontriamo nel no s tro cammino, in una sosta avvicino un contadino il quale mi narra le misere condizioni della popolazioni, dopo il sacchegg io fatto prima dai germanici e poi dagli austriaci . Att u almente vengono distrib uiti soltan to 150 gr. di farina di granturco al giorno a persona! Mi dà la notizia che proprio oggi il Comando aust riaco è s ubentrato a quello germanico e co n un gesto accorato m i dice: «speriamo di stare un po' meg lio ». Alla distanza di oltre quattro m esi, lungo la strada s i notano ancora le tracce della nostra precipitosa ritirata. Ai margini delle strade ed in mezzo ai campi si scorgono maschere antigas, caricatori, cartucce, teli da tenda, ta scapani e via dicendo. Ogni t anto una croce sulla tomba di un nostro soldato o del nemico.

Dopo aver a ttraversato alcuni passi e borga te, alle 10 giungiamo un po' affaticati a S. Daniele. "Coso" che duran te la scarpinata non aveva mai proferito parola, alle por te del paese ci disse che ci si dirigeva verso quell'ospedale civile, dove è impiantata la "Mobile Kranken-Alte Station N.4/9" che corrisponde alla nostra sez ione di sanità. Quivi g iunti ci p resen ta e c i consegna al direttore di quella unità sanitaria, Oberartz (tenente medico) Czabo, un g h erese, e breo e strabico per giunta. Ha un ci piglio ed un aspetto poco simpatico, ad ogni modo ci riserva un'accoglienza formale e gentile, ed a mez zo di un interprete, il suo attende nte, di origine trentina, ci porge il suo salu to e ci fa dire che ci considera come colleghi .

Lo sarà? Timeo Danaos ... 31

Svanisce così l'incubo del Lazza retto e de l t ifo, poic h é il nostro serviz io sarà per il momento limitato ai civili ricoverati nell ' ospedale e nel manicomio che vi è annesso . Abbiamo una s t anza per consumare i nostr i pasti, e due camere, Lma per Annibaldi e l'altra con due letti per me e Campagna. Finalmente si

:io L'auto re fa riferim e nto a ll o sch e rzo poetico "S .l\mbrog.io" d e l poeta risorgimentale tosca n o Giuseppe G iu s ti (1809 -1850) La terza strofa recita:"[ ]Entro, e ti trovo un pi e no d i so ldati / di que' so ldat i se ttentrionali / come sarebbe Boemi e Croati / messi qui nella vign a a far da pali / difatto, se ne stavano impal a ti/ come sog li ono in facc ia a' General i / co' baffi di capecchio e co n que' mus i/ davanti a Dio d iritti co m e fu s i".

1 1 L'auto r e cita il libro 11 dell'Eneide di Virg il io e l'e p isodio in cu i il veggente Lacoonte ten ta di mettere in guar dia i troian i dall'acce t tare il dono del cav allo dicendo: "Timeo Danaos et dona ferentes", tradotto le ttera l mente " Temo i Grec i che portano doni " Qu es ta fr ase è comunemente us ata in tono leggero pe r mettere in guardia dagl i atteggiamenti am ich evoli d i co lor o c h e sono nemici.

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rivede un buon letto, con materassi, lenzuola e coperte. È già qualcosa! Ci aggiriamo subito per l'ospedale dove, essendo giorno di passo, vi sono molte persone venute a visitare i congiunti .

Tutti ci fanno una festosa accoglienza e ne rimaniamo commossi, finalmente vedono un ufficiale e un medico italiano ché fino ad ora erano costretti a ricorrere all'opera di quelli austriaci, e, a quanto sembra, con poca soddisfazione.

«Benedetti da Dio! », esclama una ve cchietta, che subi to mi s i avvicin a per mettermi al corrente di una sua dolorosa artrite. Quasi in coro ci descrivono le angherie, i soprusi a cui furono sottoposti dai comandi e dalle truppe germaniche, mentre ri co noscono che, almeno in questi primi giorni, gli austriaci s i comportano un po' meglio.

Tra le tante veniamo a sapere che per scaldarsi durante l'inverno bruciarono gli infissi delle case e i pavimenti di legno e, in qualche caso, anche la mobilia di coloro che avevano abbandonato la casa al momento dell'invasione. Avevo in effe tti già notato la mancanza di infissi pass ando davanti all'Albergo del Ponte e all'asilo infantile .

Raccontarono poi che le cantine furono letteralmente prese d'assa lto dagli invasori che, non abituati a tale bevanda, sotto l'influenza dell'alcol commisero atti incresciosi e spesso drammatici. Furono razziati i suini, come pure i "pitt", le galline, e qualunque altro commestibile fosse a portata d i mano! La popolazione fu costretta con infinite astuzie a na sconde re le uova per darle ai bambini e agli ammala ti. Con i prigionieri furono addirittura bestiali. Non solo proibivano che fosse portato loro da mangiare, ma bastonavano a sangue chiunque tentasse di avvicinars i a loro .

La so lita vecc hietta loquace mi narra che un alpino del luogo, trovato in possesso di cibo portato dai famigliari fu lascia to agonizzante per le percosse ricevute. Debbo crederci? Ma il "furor teutonicus" e la sua "kultur" sono ben capaci di simili azioni!

Era tassativamente prescrit to che ogni individuo d'ambo i sessi dai sei a i cinquant'anni dovesse ogiù mattina, sotto la guida e la scorta tedesca, recarsi a far pulizia delle strade, per sgom brarle dall'immenso materia le abbandonato dai nostri. Mi raccontarono ancora di un vecchio di 70 anni che aveva fatto resistenza a dei soldati che vo levano entrare nella sua cantina e che era stato ucciso sul colpo. Dopo tutti i sacc heggi compiuti i l Comando pretese dal sindaco w1a dichiarazione in cui affermasse che il saccheggio dei negozi e dell e abitazioni era stato opera dei nostri so ldati in ritirata.

Onestamente conviene riconoscere che avvennero davvero episodi del genere, in quanto i soldati sban dati non ebbero ritegno a far bottino, come potei notare in quel convoglio di nostri prigionieri diretti in Germania. Tuttavia ritengo che i popolani e i contad ini non s iano stati da meno, poiché ho notato

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come i loro vestiti e la biancheria che hanno indosso non si addicano alle loro co ndi zi oni soc iali.

N on mi si parla di vio lenze alle donne, sarà vero? Ma esse sono parte in causa e la maggior parte delle persone che conversano con noi appartengono a quel sesso .

Per ultima cosa mi viene raccontato che il comune è s tato multato di 20.000(!!) ma rchi per non aver consegnato al Comando la quantità di farina richies ta, ed un'a ltra vo lta il si nda co e i capiborgo furono imprigionati perché si erano recati al comando a pietire un aumento del.la ra zione di farina. Tale atto venne interpreta to come una sollevazione e non come una necessità fisiologica!

Venuto a conoscenza de l nostro arrivo ci ha fatto visita monsignor Grillo, arci prete del paese, lieto che s i s ia venuti a fare d el b ene a questa di s graziata popo la z ione. C i ha conferma to sommariame nte quello che avev amo già app reso.

A San Daniele è rimas ta so ltant o la pove ra gente, gli ar tigiani ed i co n tadin i che ce rcano di difendere i loro prodotti ed averi dalla rapacità dell'invasore. Vecchi, donne e bambini forma n o l'insi eme della popolazione, gli abbienti e i professionisti scapparono non appena e bbero se ntore dell' invasione . Fuggirono, fatto per me indegno, anche i medici condotti e ospedal ieri.

I degenti dell'ospedale e del manicomio r imasero nelle mani degli infermieri e dell e s uore, che diffidavano dei medici nemici, chiamandoli solo quando proprio non se ne pot eva fare a meno .

Dopo queste chiacchere e lieti di po ter assist ere i nostri fratelli, siamo andati a pranzo, che v iene confe z ionato dalle suore della cucina dell'o spedale . Mangiamo benissimo e abbiamo a nche il vino. L'unica contrarietà, almeno per me, è la polenta, che tradizionalmente in Friuli sos tituisce il pane. Ho la fo r tuna di posse dere ancora una piccola scor ta di pane portata dal Lager, e poi mi adatterò agli usi locali.

A tal proposi to devo riconoscere la cura che è sta ta presa per far giungere insie m e a noi il nostro bagaglio, che ci ha sempre segu i to n ella lunga e tor tuosa strada senza smarrirsi o essere manomess o, di ciò va data lod e ai due soldati del la Landsturm che lo avevano in consegna .

Anche a cena ci vengono servi te sapori te ed abbond anti pietanze, ciò l o s i deve a l fatto ch e l'ospedale ha tu tt ' ora n on solo delle r ise rve, ma possiede pure dei terreni agricoli i cui prodotti non sono s tati requisiti. Ne l meraviglioso letto, sprofo ndato nelle lenz uo la fresche d i bucato, faccio una saporitissima dormita , lieto di aver ben presagito .

20) Al mattino caffè e latte con vero caffè!

Alle 9 ci rech ia m o dall'Oberartz che ci assegna i nos tri compiti. I suoi modi sono abbasta n z a co rdiali, a d iffe renza del s u o a t tendente che ci traduce quanto

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gli dice il suo superiore con un a certa altezzosità e albagia. Di origine trentina, parla un italiano imbastardito da l tedesco.

Mi viene assegna to il 6° reparto del manicomio - cosa farò mai con i pa zzi?

Il mio professore di psichiatria inorridirebbe a tale vis ta! - e l'ambulatorio medico chirurgico per la popolazione diviso a giorni alterni con Campagna.

L'Oberar t z ha promesso di interessarsi a farci concedere il permesso di uscire dall'ospedale e, a nostra richiesta, di farci respingere la corrispondenza dal Lager. Mi r eco in reparto ed osservo con disappunto ch e vi so n o n on poch i agitati rinchiusi in segregazione, mentre gli altri, circa una sessantina, sono relativamente ca lm i con qualche spunto fobico ed ossessivo.

P er costoro è più necessaria la presenza di un robusto infermiere, di cui ho g ià visto qualche campione, che l'opera mia, che potrà essere utile solo nel caso intercorresse qualche malattia . Vi sono ancora alcuni alienati provenienti dalla Dalmazia e dall'Istria, qui ricoverati per il minor costo della retta .

In ospedale vi è pure un reparto per mili tari austriaci nel quale sono ricoverati anche dei nostri prigionieri ed alcuni russi. Annibaldi invece si occuperà dei civili, fra cui sono ricoverati diversi bambilù feriti più o meno gravemen te dallo scoppio di ordigni bellici co n i quali inconsc iamente si erano trastullati fino a farli esplodere .

21) Mi sono state date due cartoline e ne invio una a casa e l'altra a Metella, ma dubito molto che vengano inoltrate . Campagna, che era di guardia, si è recato al Tagliamento, dove sono annegate due persone che tentavano il guado. Non ha potuto far altro che cons tatarne la morte .

22) Ci è stato assegnato come attendente il so ldato Leonardo Ghillino della prov i ncia di Genova, convalescente da un congelamento contratto durante i lavori di prigionia .

23) Czabo non ha mentito e ci ha consegnato, con nos tro gran piacere, il "passirchein", lasciapassare, che ci permette d i uscire e ci rco lare liberamente nell'ambito e nella giurisdizione del Comando di Distretto di San Dani e le. Ne ho subito approfittato per recarmi a fare delle visite nella piccola borgata di Murria. Dovunque sono sta to accolto con una cordialità e un'affettuosità davvero commoventi, ed ho fatto del m io meglio per lenire i dolori fisici e morali. È stata una passeggiata paradisiaca, solo, libero di me stesso, anche se in mezzo ai "Much", termine con il qua le i sandanielesi chiamano i tedeschi, ma di cui nessuno ha sapu to dirmi l'esat to sign ificato in italiano32

32 "Muc" in
ni
"rospo" . 134
friulano sig
fica

24) Avevo già promesso a me stesso di togl ierm i la barba non appena tornato in Italia e così h o fa tto oggi, lasciando mi però i baffi ch e scompariranno allo rché la libert à non sarà più vigi lata . Ed è questa libertà vigila ta che ancora mi angustia, specie per l'incognita delle mie relazioni epistolari con gli affetti che h o in Tos cana e in Lombardia .

All'ambula torio d isc r eto num ero di visite, per la magg ior parte, almeno p er ora, si tratta di persone anziane con le loro infermità cro niche, alle quali possia mo por ta re scarso g iov am ento, per via della deficienza di medicinali.

Una farmacia è ancora aperta, ma le s corte si va nn o sempre più esaurendo e ma l possiamo ricettare. Chi di noi non è di guardia s i reca per le visi te in paese e nei din tonù, mentre gli al t r i ri mangono in ospedale per i soccorsi d'urgenza e per le necessi tà ospedaliere.

Così oggi, con una vecchia carretta fr iu lan a da contadini traina ta da un vetusto e piagato somarello, s ed u to s u della paglia coperta da un te lo, mi sono recato a S. Tomaso e a Susans per delle visite . M ig l ior i mezzi di trasporto non esis tono giacché il buono e il meglio è stato requisito dai germanici .

Neg li ammalati riscont ro le so l ite febbri gas troreumatiche e qualche caso di disse nteria . App re ndo che in quella z ona, come in a ltre, s i t rovano nascosti nost r i solda ti s fu ggiti alla p r igionia, di cui non pochi di qu est i l uoghi. Tutti vengo no assistiti e ricovera ti con fraterna carità, nonostante le pene gra vissime comm ina te dal coma ndo tedesco.

Mi v iene assegna ta la "Villa dei P e n sionati" del manico m io, cioè de i "paganti " Ve ne sono una quindicina , di cui tre deliranti, il p iù agitato è un vecclùo ca nc e lliere di tribuna le d i Pisino, certo Visentin, suddito a u stro -ungarico, che va soggetto ad a llucinazioni terrificanti e le s u e urla in tedesco ed in i taliano ap prossimativo s i odono anche fuo r i dall'osp edale . Nei periodi d i relativa calma psi clùca è un faceto conversatore e lo si .r it errebbe un sogge tto n ormale.

Un al tro ricovera to che fa risa lto è il conte Della Torre, con una barba biblica, che, pur ca lm o e do ci le in apparenza, è affet to da una forma di super misticismo È in continu o con tatto co n la Divinità e con la Madonna, i Santi so no i suoi consigl ieri e diventa aggressivo s e qualc uno osa mettere in dubbio queste sue ass erzioni ! Serve la Messa in modo perfetto e con gran raccoglimento sc ruta acc ig liato, pronto a s cagliarsi furente se qualcuno non s ta raccolto e non preg a!

25) Per la p rim a volta udiamo tuonare il cannone dalla parte del Piave s ia d i giorno che di not te .

Da l Lager avevo portato dive rse lettere di no s tri pr ig ion ie ri or iundi di qu esti post i per i propri familiari, ed oggi alcuni di ques ti, avve rtiti da Monsignore, sono v en uti a ri t irarle . A tutti ho dov u to dar e ra gg ua g l i s ulla sal ute dei loro cari, s ull a vi ta nel cam po, nascondendo in gran parte la ve rità .

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26) Pioggia continua e notevole abbassamento della temperatura Visite a S. Daniele, ovunque accolto con affettuosa cordialità e con infini ta deferenza. Ogni casa ha il suo dramma e il suo tormento. Madri, spose che nulla sanno dei l oro figli, del marito e dei loro congiunti, da mes i v ivono in q u esta a n goscia che purtroppo terminerà, e non si sa come, con la fine della guerra . Mi trovo un p o' a disagio n e l co n versare g iacché a ncora non mi riesce di comprendere questo strano linguaggio friulano e d'altro canto il mio toscano non è dalla magg ior parte compre ns ibile. In ambula tori o è la suora che mi serve perlopiù da interprete, come in Sardegna la levatrice, e in tal modo acquisto un po' di familiarità con ques to dial etto.

27) A Udine, so t to l'occhio vigile del Comando austriaco, viene stampato il giornale "La gaz7-~tta del Veneto" di cui è redattore responsabile un cer to Rossi Giuseppe . In tale l u rido foglio leggo di una strepitosa vittoria r iportata in Francia dalle truppe germaniche con la cattura d i 45 .000 p ri g i onieri e 600 cannoni. È anche riportata una smentita ad una notizia diffusa dall'Agenzia Volta d'Italia, che sos teneva che i n os tri p r ig ionie r i pe r sfa m arsi si get tava n o s u lle ca rogne dei cavalli r invenute per strada.

Sarei io stesso, se po tess i parla re, a d a re u na smentita a q u esta ridicola affermazione, e la mia sarebbe clamorosa, potendo dimos t rare di aver visto i nostri prigion ieri d issotterrare al Lager i rifiuti e le in teriora dei cavalli!

28) Visi ta in paese. Nel piazzale della ferrovia S. Danie le-Udine, che att u almente non funzio n a, ho notato una gran qua n ti tà di nostri carriaggi, carret te, automezzi ed una ventina di carri per feriti, accantonati dal nem ico Nell'osserva re quel "cimitero" un vecchiet to mi dice ch e a l mo m en to de ll a nostra ritirata tutta la stra d a che da S. Da niele porta a P inzano era talmente ingombra di veicoli e di al tri im p edimen ti che a m olte p erso n e c h e voleva n o abbandonare i loro paesi no n fu possibile raggiungere il ponte, che poco dopo fu fat to sal tare .

Seb bene S. Daniele sia nelle re trovie del fronte, tut tavia esigua è la truppa che vi s tazion a, ol tre al Co m and o d i Tapp a e a quello di Dis tre tt o vi è un ba ttaglio ne di uomini anziani, se pur di prima linea, e soldati della "Kranken", di sani tà.

I loro seg n al i di tromba ormai li conosco perfe t tame n te, quello che magg iorm en te m i è rim as to i m presso è "il silenzio", con un motivo nosta lgico, ispirato, quasi un brano musicale di qualche noto compositore tedesco .

29) Anche se non ho occasione di uscire dall'ospeda le vi è qui un ampio giard ino e d un orto d ove trascorro varie ore . L'orto è coltiva to dalla colonia agricola del manicomio e mi diverto a conversare con alcuni d i questi pazienti,

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e mi diletto a sentire i loro discorsi illogici, pronunc iati tuttavia con profonda conv inzione e ser iet à

Visite a S. Daniele e a S. Tomaso Noto come una gran quantità di ra ga zzi siano ves titi con le nostre uniformi militari. Poch i i negozi e le botteghe aper te, un ciabat tino, un sarto e un barbiere, mentre l'unica farmacia sta per finire le sc orte di medicin a li.

30) SABATO SANTO !

31) PAS QUA! Ma non di Res urrezione per n oi! Mi comunico in Duomo .

A l mio r itorno pranzo di eccezione. Suor Dorot ea ci elargisce pollo, uova benede tte e dolce. Cerchiamo di dimenticare tal e so le nni tà ed ognuno di noi è rinchiuso in se s tesso.

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Aprile ASanDanieledelFriuli

1) Si inizia il mese con w1a continua pioggia, speriamo di scongiurare il 11 tre a prilan te 11 !

N e lla 11 Kranken", oltre a l direttore Oberartz Czabo, vi è l' aspirante medico Gr iinberg, con cui, fino ad oggi, scambiavo solo il saluto . Ho vo l uto avvicinarlo perc h é desidero imprati chirmi nella conversazione in lin g ua tedesca, e in tal modo sincerar mi che l'a ttendente inte rprete traduca esattamente le parole ed il pensiero nostro e del Co mand ante . Grunberg si è mos t rato cordiale e ben d isposto giacc h é l u i pure desider a imparare l'ita lian o. È un allampanato v ie nnes e, ma simpatico e ciarliero, avrà forse la mia e tà. Dopo un po' ch e s i conve rsa mi dice molto um il mente di non considerarlo "i nim icus", né tantomeno " judeus ", come mi ha confessato d i essere . Lo rassicuro subi to dichiarandogli che lo considero un mio collega, come ritengo lui consideri me. Me ne dà a tto e a v uta la m ia confidenza mi confessa di avere il "chiodus is tericus" per la m oglie e il figlio, che ha lasciato a Vienna . Ci ripromettiamo di conversare ogni gi orno . Non mi rimprovero di aver t ra tta to così fam ili armente un " inimi cus", ho la sensa z ione ch e sia un povero diavolo che pensa so lt an to a salvarsi l a pelle e a lla giovan e mogli e.

2) Nessu n a no vità. Piove .

3) Visite a Rodeano con la soli ta sgangherata carre tt a e il ciuco zoppo . Quivi m i a tt endeva una sconcer ta nte ed imbarazzante visita con un pro logo ed un epilogo quasi drammatico. Ero s ta to chiama to pe r una ragazza di circa venticin qu e a nni, che accusava violenti do lor i all'addome e temperatura elev ata. Appena entrato notai subi to una ''facies addominalis". La ragazza accusava viole nti d o lori specie nei quadranti inferiori de ll 'addome, dove la minima press io n e esace rbava il dolore . Il quadro di una forse incipiente pe ritonite era clùaro, ma non sape vo o r ientarmi circa la causa che l'avesse prod ot ta, molto più che in se d e app endicolare la palpazione no n risvegli ava un dolore ma gg iore. Mi era po i dif-

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ficile formulare tma diagnosi per la reticenza della malata a rispond e re alle mie domande anamnestiche, e non ne comp rendevo il motivo.

Taglia i corto, dicendole che era necessario il suo ricov ero in ospedale per eseguire alcuni accertamenti che lì non potevo fare. Ella rifiutò energicamente, sebbene la madre la scongiurasse di farsi ricoverare . Non avendo argomenti validi per s piegare il suo inconcepibi le diniego le scappò detto: <<Non mi farò mai vedere né dalle suore né dalle infermiere! ».

Intuii allora che voleva nascondermi qualcosa, specie in presenza della madre, che inviai con una scusa in farmacia per prendere del laudano. Una volta che io e la ragazza fummo soli, ottenni le sue confidenze.

Circa sette mesi fa fu con tagia ta da «una malattia segreta » che le curò il medico condotto, e dopo la partenza di questo non ebbe modo né volle più curarsi; da alcuni giorni la secrezione era aumentata notevolmente con violenti dolori all'addome.

Una vol ta che l'ebbi visi tata mi fu facile formulare una diagnosi e così compresi che si trattava di un salpingo-ovarite gonococcica1 (annessite) che purtroppo sfociava in una peritonite.

Nonostante le mie insistenze e l'a vvertimento della serietà della malattia, non volle ricoverarsi in ospedale . Me ne assunsi perciò io la cura, pen sa ndo che purtroppo la medicina non è giunta ai fastigi di debellare questa infermità al pari di tante altre, i cui germi patogeni irridono l e nostre cure che non sanno distruggerli! Dispero purtroppo di salvarla .

Il comando aus t riaco ha emanato un "Befhel" per il quale verra nno requisiti generi alime ntari, prodotti agricoli, biancheria, ferramenta e una varietà di altre cose. A questi disgraziati non rimarrà nulla di nulla. Per il momento noialtri siamo trattati con una certa deferenza, tanto che i soldati non solo ci salutano, ma la sentinella ci presenta le armi!

4) Visite in paese, diversi casi di en te rite ed infermità croniche. A segu it o del "Befhel" di ieri la "Kranken", che fino ad oggi aveva soltanto la direzione tecnica e disciplinare dell'ospedale civile e del manicomio, ha preso in carico anche l'amministrazione, per cui i generi alimentari e i terreni di proprietà di questi istituti passeranno sotto il co ntrollo di Czabo. In tal modo dovremo dare un doloroso addio a suor Dorotea e mangiare da domani soltanto quello che ci passerà l'affamata Austria. Tl direttore dell'ospedale e del manicomio, conte di Spilimbergo, è fuori di sé per tanta infamità. Infatti ha amministrato per anni con passione e zelo i beni di questi due istituti fino al punto di poter ancora corrispondere, sia pure in misura ridotta , gli stipendi agli infermieri. Lui stesso

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1 Infezione delle salpingi e d ell'ovaio ca usa ta da Neisseria gonorrho!'nc, trasmessa con rapporto sessuale.

mi ha parlato a lungo del suo acerbo dolore, citando cifre e dati, ostinandosi a parla re "in lingua" nonostan te -il suo d isp iacere e la s u a rabbia creassero una gran co nfusione nelle parole. «Porteranno via anche le "seggie", le "tolle" e gli "armai"!», aveva esclamato ad un certo punto, disperato. Io allora, un poco annoiato da quello sfogo parossistico, gli dissi: «Caro Conte, dica pure "careghe, tole2 e arm aron" che ormai un po' di friulano lo comprendo! >> .

5) Ho medicato tre feriti per lo scoppio di bombe, rintracciate in terra ed imprudentemen te maneggiate. Per for t una le lesioni non erano molto gravi. Seg uito con profitto la conversazione con Grunberg, che ha un sacro terrore di ess ere inviato al fronte. Terrifi cante "Befhel" della "Kommandantur", che trasc ri vo come è stato affisso in tutto il paese .

Tutti gli abitanti delle provinc ie occupate cadono sotto il giudizio statario e quind i p ass ibili di pena di m o rte m ediante capes tro o fu cila z ione a seconda dei rea ti, tr a questi è considera to quello di raccogliere e non portare ai Comandi speciali p anierini che gli aviatori nemici gettano con dentro un piccione allo scopo di ave re noti zie militari.

Sa ra nno al t resì fucila ti i prigionieri di guerra che verranno trovati nascosti o ch e comunque non andram10 a costituirsi al più vicino Comando, eguale pena è p revis ta per coloro che in qualsiasi modo ass is ter a nno i prigionieri.

Da alcuni miserrimi profughi del Pia v e apprendo che su quel fiume fu fatta una ve ra carnefic ina di austro - tedeschi che tentavano, ma inutilmente, di passare all'altra sponda. In certi punt i, m i ass i curano, i cadaveri arrivavano a fermare la c orrente del fiume.

Vis ite a Cosea n o, Cos inetto e in paese.

6) Ieri eravamo sorpresi che ancora le suore ci confezionassero i pasti. La sorp resa è però stata di ben breve durata, che con la ges tione e amministrazione nemica a pranzo e a cena abbiamo avuto solo polenta e marmellata. Che ne sa rà di noi? Domattina al solito rapporto, eludendo lo sconcio interprete, abbo rd e rò direttamente il Comandante riguardo al nostro vitto.

7) S tama ttina, alla solita domanda rivoltaci a m ezzo dell'attendente, se si avesse null a da riferire, ho parlato subi to chiedendo il motivo per cui il vitto era così cam -

2 In realtà s i e ra crea to un p iccol o qu i p ro quo fra l' auto r e e d il cont e lnfatti il te rmine "ca reghe" proviene d al dia letto ven e to "Cjadre is" è invec e il termine fr iulan o Lo s tesso vale p e r la p arola " tole", "tau le" è invece il termine friulano La cosa n on d eve stupire inqu.anto a Sp il imbergo il dia le tto fr iul a no può presen tare m olti te rmini in comun e co n il ve ne to, e ch e duran te il primo novecen to il friulano era con s ide ra ta la lingua "bass a " e popolare, m e ntre il vene to la lingu a "a lta" , utiliz za ta sp es so dagli s trati più eleva ti della s ocie tà

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biato ed insufficiente. L'attendente mi ha quasi fulminato con w10 sguardo a mo' di avvertimento, ma io, imperterrito con la mia lezione quasi imparata a memoria, sono andato fino in fondo. Ma allorché ero per concludere il Comandante mi ha detto, forse per l'argomento particolar me n te scabroso, che vi era ap positamen te l'interprete, mo lto più che i miei colleghi non conoscevano la lingua tedesca. Ad ogn i modo soggiunse che nulla aveva da dirci in mer ito alla me nsa.

Pezzi di coglioni, lui e l'a tt endente!

A nn ibaldi h a consegnato al Comandante una nos tra carto lina di retta alla C roce Rossa austr i aca perché a s u o mezzo vengano avver t i t e le nostre famiglie del cambio di indi rizzo . «Javo h l!», h a risposto Czabo. «Certamente! » ha tradotto l'atte n dent e tre ntin o . Ma non ci facciamo p i ù ill usio ni d i sorta.

8) Seguita a piovere. Vis ite in paese e a Villanova. Presi accordi tra noi, stamani Annibald i ha ch iesto a l Coma n dante di invertire l'ordine dato circa le visi t e a domic ilio, avendo oramai ognuno di noi la propria clientela, che per due giorni consecutivi e ravamo cost rett i ad abbandonare . Abbiamo domandato che giornalmente solo uno di n oi rima n ga di guardia in ospedale, in modo che gli altri possano recarsi alle visi t e domicil iari . Ha trovato giuste le nostre osservazioni e da domani, a t u rno, un o d i no i ri marrà in osp edale.

9) C a mp agna, i l meno anziano, inizia la g u ardia . Così posso recarmi, in parte a piedi e in par t e con la solita ca r retta, a S. Tomaso, Susans e Comeano. Durante queste gite h o incontrato una notevole mandr ia d i vacche requisite che venivano accentra te in un apposito recinto . Povera e disgraziata popo lazione, rido tta a vivere co n pochi grammi d i fa rin a d i granturco e un po ' di l a tte! Ogni mattina infatti deve essere consegnato un grande quantitativo di quest'alimento alla sussistenza austriaca, assie m e ad u n a ce rta q u antità d i radicchi e d i pa tate, molto gelosamente tenu te nascoste nelle cantine dai proprietari .

Dall'ospedale civile in questi giorn i è stato asportato il m icrosco p io ed u na buona quan ti t à di ferri chirurgici.

10) Addio e per sempre alle buone e sapori t e vivande di suor Dorotea! Alla confezione dei nos tri pasti è addetto un lurido soldato austriaco che ci propina le più na useanti pietanze a base di peperoni, paprica, salse piccanti acidule, con cipolla ovunque in quantità. Con tali in t rugli egli ha perfino preteso di condire una spec ie d i pastasciutta!

Più di tutti ne è ri masto indignato Campagna, il partenopeo, che dopo averci e largito t.ma lunga e do tta disquisizione su i "maccheroni" - con tale parola, soggiunge, i na p o le tani indicano tut te le pas t e lunghe - apostrofa indignato: <<Sti fetentoni non gusterebbero nemmeno li macch eroni c'à pummaro la 'n coppa!» .

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Oramai il nostro stomaco rifiuta gli osceni e sconcertanti polpettoni che da g io rn i ci ammanniscono e siamo costretti a non mangiarli. Abbiamo sopperito me ttendo in comune le uova e qualche pez z o di formaggio che la bontà e la rico noscenza di qualche ammalato ci regala .

11) Acqua e cannonate per tutto il giorno .

Il fronte o come dicono, secondo me impropriamente "la fronte", è fermo e no n s i te nta di avanzare né da una parte n é dall'altra del Piave. I bollettini italia ni, come quelli austriaci riportano invariabilmente "duelli di artiglierie e scontri di pattuglie".

12) Mete lla ha ripor tato a me il sorris o, e alla stagione il tepore della primave ra. Ricevo infatti una sua lettera del 2 Marzo3 , respintami dal Lager e tale inspera to arrivo mi infonde anche speranza di ricevere notizie da casa. Rispondo a lungo a Metella rassicurandola s ulle mie condiz ioni e dandol e ragguag li s ulla località in cui mi trov o. Scrivo anche ai miei.

13) Qualc h e giorno fa a v evo avu to occasion e di visitare due ammalati a S. Tomas o, che mi avevano preoc c upato per la loro speciale curva termica e soprattutto per un a caratteristica roseola\ che mi aveva fa tto sospettare un ti fo addo minale. Ne ho informato stamani il Comandan te, e ci s iamo recati assieme a v isita re gli ammalat i, prelevando il sangue per la sierodiagnosi.

Il pi ccolo Campagna ha avuto una schermaglia con Czabo, che gli a veva ordina to d i prelevare il sangue ad alcuni militari austriaci affetti da malaria o sospetti di ave rla contratta. Allora Campagna, erigendos i su tut to il busto affermò a mezz o dell'in terpre te che tale compito non poteva es serg li affidato, come sancito da lla Convenzione di Ginevra La sua protesta rimase platonica, perché il Comandante, compreso forse il buon diritto di Campagna di rifiuta rsi, con molto tatto l o pregò di aiutarlo in ta l e ricerca, aggiungendo che per provocare l'accesso ma la rico us a vano praticare una iniezione di latte, un metodo a noi sconosciuto. Non m i s tupii di ciò perché in precedenza avevo n otato come ai polmonitici ricoverati in os pedale ven issero app l icati sul tora ce d egli impacchi freddi.

È m or ta la ragazza contagiata per setticemia gonococcica. Il mio segr e to profess iona le l'ha accompa g nata nell a tomb a .

' CC, FCl, Ceci lia Bon azzi, ca rt oli na p .g ., 2 mar zo 19 18, "Carissimo, dalla prima car to lina del 1 novembre n o n ho piu ricev uto s u oi sc r it ti, e n o n le nascondo c h e ciò m i re nd e m ol to triste v og lio spera re di riceve rn e p resto , intanto m i è caro inv ia rle og ni s ettima n a il m io s a luto e il m io r icord o ch e per lei è sempre s ta to g rand e e si nc e ro . papà e t utt i i mi ei cari vog lio n o essere a lei ricord a ti , io le inv io i mie i salu ti p i ù cari ed a ffet tuo s i. Sem p re aff. ma Ce ci lia"

4 Eru z ione cutanea carn tterizzata da m a cchi e erite ma tose di var ia grand ezza, p iatte o li eve m en te ri levate, a ra pid a evo lu zione Si r iscontr a in v ari e a ffezioni fra le q uali la febbre tifoi d e (d o ve p uò localizza rsi sull'add o m e).

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14) Ben poco è durato il so rri so di Metella; un improvviso Befh el del Comando del Distretto ci ha fatto ri ti rare i l "passirchein" senza conoscerne il motivo. Il comandante ci ha detto c h e potremo uscire solamente in quei casi in c ui gli ammalati non siano in grado di recarsi in ospedale, rilasciandoci di vol ta in volta il permesso.

Questo avvenimento ci ha profo ndamen te demoralizzati, infini te sono le nostre congettur e su questo improvviso e draconiano ordine, e, come se ciò non bastasse, a detta del Comandante le n ostre uscite saranno sempre in compagnia di un soldato di scorta, mentre fino ad ie ri s i u sciva in piena liber tà.

Campagna ora è furente e indigna to per avere a c co lt o l 'ordine di p relevare il sangue ai malarici a cui dice - ma non lo credo - infiggerà un robusto ago da farli saltare! Non s i esclude da p a rte nostra che tale rigore sia in conseguenza dell'arrivo di numeros e truppe che da qualche giorno si radunano a S. Dani e le e nei dintorni . Ho ricevuto dal Lager una cartolina del babbo del 3 Marzo . Conviene rend e re grazia alla burocrazia imperiale che si benigna di resp ingere la no stra corrispondenza , nonostante tutto il nostro scettic ismo in propo s ito. Anche An nibaldi riceve letter e dalla moglie e Campagna da Luisella .

15) Alla continua pioggia che tanto ci immalinconisce s i aggiunge oggi un assu rdo ordine del Comandante il quale ci ha imp osto di eseguire la visi ta sanitaria ai m il ita r i a u s tri aci ch e vengono in os pedal e a fare il bagn o . Io ed i colleghi ci siamo guardati in faccia e s ubito compresi.

Pretendi la visita sanitaria, noi la eseg ui remo proforma e che la spiroc h e ta5 e il gonococco se li port i tutti con loro!

La co nversa zione quasi giornaliera con G ri.inbe rg proc e de in modo sod d is facente, da lui ho i l "Wiener Journal" ed in quello odierno leggo ch e i francesi hanno subito una dura sconfi t ta p er cui Calais sarebbe in peric olo .

La guerra rivoluziona anche i l normale s u sseguirsi del tempo; è en tra ta oggi in v igore la cos idd etta "ora lega le" 6 !

16) En t ra to or m a i in dimestichezz a con Gri.inb erg, ce rco di conoscere il motiv o del nuovo tra ttam ento a c ui s iamo soggett i, e cosa lui ne pensi riguardo ad un a proba b ile offensiva a u s tr iaca, visto che sono giunti qua alcun i furieri di alloggiamento. Non ne sa nulla o non m i v uo l dire nulla , e d io non in sisto. Mi

5 Treponem a pallidum, agente eziologico della s ifilide.

6 Fu Benjamin Fra n kin (1706-1790) il primo ad aver e , ne l 1784, l'id ea di s post are avanti di un'ora le lancette dell'oro logio per dim inu ire il consumo di candele ed avere un maggio r risparmio energe ti co.

L'idea ven n e poi ripresa dall'inglese William Wille tt (1856-1915) ed approvata d a lla Came r a dei Comun.i nel 1916. L'esempio ing lese ve1me presto seguito dalle altre na zio n i coinvo lte n el confl itto, per cu i ri spa rmiare ris orse e ra di vitale impor tanza .

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fa però delle confidenze e come al solito, quando non ri esce ad esprimersi in italiano mi parla in latino.

Così mi dice che in Austria, a differenza che in Ungheria, la fame e la miseria sono grandi e come conci usione sentenzia gravement e e con tristezza: «ub i bellum et gravis annona, ibi mala femina!)>("dove ci sono guerra e carestia, lì la donna è p . ... !). Che sia questo il suo "chiodus istericus" nei riguardi della moglie? Mi fa pena, però potrebbe anche avere alluso al comportamento delle donne friulane.

17) Giornata primaverile che mi godo recandomi nei pressi del Tagliamento. Il Comandan te mi ha dato l'incarico di presenziare all'esumazione e al riconoscimen to di un ufficiale austriaco caduto in combattimento nelle vicinanze di detto fiume ed ivi sepolto, la cui salma deve essere trasportata in patria. All'inizio mi aveva detto che dovevo recarmici a piedi, ma a mezzo del s uo attendente gli ho fatto dire che mi rifiutavo, anche perché non si trattava di un servizio di mia pertine nza. Saggiato così il mio umore mi è stata messa a disposizione una "wagen" con pariglia ed assieme a due angeli custodi mi sono recato sul posto. Ho potuto vedere con i miei occhi che nella zona è ammassata molta truppa del tutto affamata - così mi sussurra l'affossatore mentre esuma la salma - tanto che vengon o loro corrisposte due corone al giorno per procacciarsi il vitto. Ne consegue che non potendo trovar nulla da comprare, il più delle volte i soldati entrano a viva forza nelle abitazioni asportando tutto quello che possono trovare.

All'esumazione presenzia anche un ufficiale austriaco che ne redige l'atto. Il cadavere presenta una larga e profonda ferita all'addome ed è s ufficien temente ben conservato .

Tornato all'ospedale, ho trova to a d attendermi una gradi ta sorpresa, un telegramm a con risposta pagata ed una ca rtolina da casa, una lettera della signora Fiorito, una di Metella7 ed infine quella della mia madrina 8 • Ce ne è abbastanza per essere felic i!

18) La sierodiagnosi dei due ammalati di S . Tomaso è risultata positiva per il tifo.

7 CG, FCl, Cecilia Bonazzi, cartolina p.g. , 29 febbraio 1918, "Mio caro, mi è oltremodo doloroso dover attendere quei dati giorni per scrive rle, mentre se asco ltassi i miei sentimen ti le sc riverei ogni giorno. Le posso ass icurare però che la ricordo sem pre con sincero affet to e mi lusingo di poter ricevere presto uno scritto che attendo sempre con ans ia . Da due giorni le ho spedito un pacco con generi alimentari che immagino le sarà caro e spero che avrà già ricevuto l'altro. Saluti affettuos i, Cecilia".

8 CG, FC l, Enrica Mendel, carto lin a p .g., 1 marzo 1918, "Mio caro fig lioccio, mantengo la promessa e le scrivo spesso. E' un conforto per me poterle esse re utile almeno coi miei scritti: sapere che le sono gradi ti! Oggi ho saputo da sua sorella, che lei ha mandato notizie ai suoi, il 16/ 2 per telegramma . Così si può dire che direttamente o indi re ttamente da w1a settimana io ho spesso s ue nuove. A giorni le sped irò ancora sigarette e altro, se riceverò qualche scritto dove lei mi chiede qualcosa. Ch ieda, chieda pure! Tutti i miei auguri e i miei voti per lei: aveva ricevuta q u ella Madonnina che le spedii nella 2° quindicina d'Ottobre? Se l'ha se la tenga cara, io prego sempre e prego a nche molto per il mio buon figlioccio. Affettuosamente: En rica M.".

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Da qualche tempo ho in cura a S. Daniele due donne, entrambe sulla cinquantina, che sono convinte io abbia operato in loro il miracolo della guarigione . Una di queste da lunghi mesi soffre di sciatica che forzatamente la immobilizza con dolori urenti, tormentosi, e che ho pot u to rimettere in piedi, almeno per il momento, con una semplice cura sintomatica. È costei una tabaccaia che senza d u bbio, al giusto momento, seppe occul t are sigari e sigarette per farne un commercio non del tutto lecito. Comunque è rimasta così entusiasta e riconosce n te della mia opera che mi ha dona t o diversi pacch e tti di Macedonia, giunti a proposito, avendo quasi esaurito le scorte

L'altra inferma, appartenente ad una buona famiglia di S . Dani e le, la signora Teresute, è affet t a da vizio cardiaco che spesso la tiene fra il letto e la poltrona. Scovati per puro caso dei medicinali adat ti in farmacia, ho potuto momentaneamente rimetterla in effic ienza con grande sua gioia . Oltre a ciò mi è grata perché ho delle buone parole di conforto e di speranza per la drammatica situazione in cui è venuta a trovarsi all'indomani di Caporetto.

All'avvicinarsi del nemico, insieme a l marito, ad un figlio e due figlie cercarono scampo con la fuga, dirigendosi verso il famigerato ponte di Pinzano. Tanta era la ressa di militari e di borghesi e l'ingombro degli innumerevoli veicoli, c h e ad un certo punto la signora con la figlia minore perse il co n tatto con il marito e con gli altri figli. Giunti al ponte scoprirono che e ra stato fatto saltare da poco, e non avendo potuto rintracciare i congiunti furono costrette con infinita amarezza a tornare a S. Daniele! La signora è sempre tormen t ata dall'angoscioso pensiero del marito e dei figli, di cui non ha saputo più nulla. «E se» mi dice «fossero stati sul ponte proprio ne l momento in cui fu fatto saltare?». La rassicuro, dicendole che senza dubb i o avevano fatto in tempo a passare sull'altro lato, e che del resto non avrebbero mai fatto esp lodere il pon t e se ci fosse stata gente che lo attraversava . Pietosa bugia, questa, perché mi consta che in alcuni casi, per necessità belliche, non sono state risparmiate vi t e umane!

li suo è davvero un caso pietoso e drammatico, e senza un uomo in casa ha sempre il timore di un'irru z ione di soldati nemici, sebbene fino ad ora non siano mai state disturba t e Ha con sé la figlia minore di diciasse t te anni, a l pari della madre sempre triste e pensierosa, ed io so n o diventato il loro confidente e consolatore. La figliola mi ricorda la Micae la della Carmen "trecce d'or, gonna turchina" e ne ha l'aspetto fisico e spirituale

Il loro isolamento è ancora maggiore perché le famiglie della loro stessa condiz ione sociale si sono tutte allontanate. Forse per suggerimento della madre, Micae la, venuta a conoscenza dei nostri miserandi pasti, ogni mattina, lieta e sorridente, mi porta una bottiglia di la t te. Volevo ricusare ma non ne ho avuto il coraggio, anzi ci dà motivo di fare una lunga chiacchierata e così ci consoliamo a vicenda delle nostre vicissitudini.

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Con la solita segretezza, di cui tutti p oi parlano, Corradini, il farmacis ta, e don Valentino, coadiu to re del pievano, mi dicono che tra non molto sarà inizia ta dal nemico una poderosa offensiva sul Piav e. Il primo obbiettivo sarebbe Trevi so e l'ubertosa campagna veneta ché l'Austria ha n ecessità assoluta di rifo rnir s i di vettovaglie; senz a dubbio il ferreo blocco dell'Intesa contro gli Im p e ri Centrali ne aumenta la miseria e la fame .

A l telegramma con risposta pagata non mi è stato possibile dar seguito giacché funziona soltanto la Feld-Post p e r i militari, e quella civile è chiusa fino dal pr imo giorno dell'occupazione.

Così nei soliti stampati per prigionieri scrivo a casa, a Metella e alla signori na Mende l, facendo consegnare tutto al Comando di Distretto, che dovrebbe inol tra re la nostra corrispondenza alla Croce Rossa austriaca .

19) N onos tante la continua pioggia, esco per delle vis ite accom pa gnato da un sol dato che giorna lm ente ci manda il Comando di Distretto. Poiché serv e per tutti noi abbiamo deciso di uscire un giorno per uno, o a turno durante la giorn a ta, a seconda delle circostan z e.

C ome di consueto vado a fare due c hiacchere con la signora Teresu t e, la cui cardio patia spesso le si accentua con una certa gravità.

Si mostra molto lieta quando mi reco da lei, anche perché si tratta di una di que ll e ammalate alle quali la sola presenza del medico reca conforto, speranza e m omentaneo senso di benessere. Poter conv ersare con una persona del suo ceto soc ia le è per lei anche una distraz ione nel grigiore della sua vi t a presente. So infatti che a suo tempo fu istruita nel convento del Sacro Cuore di Venezia, dire tt o da suore francesi.

M ica e la di quando in quando prende parte alla conversazione, la sua maggiore c ura è quella di farmi un'infinità di domande sul mio passato e sulla mia vita, t a nto che una volta le dissi scher z ando: «Micaela, ti s criv e rò la mia autobiog ra fi a e le tue curiosità saranno appagate! » . Saranno proprio curiosità femmin ili? A d ogni modo le mie risposte sono s empre un po' vaghe e per dilettarmi la lascio semp r e nel dubbio e nell'incertezza. Per ricompensa mi offre sorrid e nte un bicchie rino di un'eccezionale grappa friulana, distillata alla macchia . È la prima vo lta che l'assaggio e confesso che la preferisco a tutti i liquori che fi no ad oggi ho conosciuto.

20) C hi ssà perché il Comandante, ogni vo lta che ha bisogno dell'opera di uno d i noi , si rivolge direttamente a me in tedesco, facendo a meno dell'antipatico in terprete che sempre si atteggia a maggiordomo che impartisca alla servi tù gli ordini impartiti dal padrone.

Così s tamani, mancando il medico del Distretto e considerando che conosco un p o ' il tedesco , mi ha cortese mente - "bitte gehorsam" - inviato a passare la

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visita mat t inale ai soldati che si annunziano ammalati, coad i uvato da u n o st udente in medicina

Mi sono altrettanto cortesemente rifiutato, allora mi ha di nuovo prega to di assistere soltan to alla visita che verrà passata da ll o studente universitario, che a quanto pare non dà molto affidamento . Un attimo di incertezza e poi ho accetta to, perché in tal modo p o tr ò ap p rendere un po' di termino l ogia medica e sop rattutto farmi un concetto delle condizioni sanitarie delle truppe che si trovano in questa zo n a. In cambio ho chi es to ed o ttenut o il su o in teressamento per trasmettere il telegramma a mezzo della Croce Rossa . Ho scritto a Delia .

21) Mentre me ne sto sprofonda to in una comoda pol trona, razziata chissà mai dove, assisto alla visi ta mattinale . Lo studen te in me d icin a, che mi s i presenta come del sesto anno, per malavoglia o ignoranza giudica i soldati soltanto a seconda del termometro, dà qualche medicinale e nulla più. Io lascio che si arrangi e spesso ho qualche dubbio sulle quali t à diagnosti che del '' Doktorand" . Sprofondo ancor più nella capace poltrona e così non pochi so l dati che dovevano almeno essere tenuti a riposo, vengono rispediti ai loro doveri .

22) Sempre acqu a e la tu rlupin a tur a d e ll a visi ta med ica. Se pur è vero che il fante di tutti gli eserciti, specie in guerra, tende a scansare i l serviz io e ad acc usa re le p i ù sva ri ate in ferm ità, t u tta v ia ho n otato ch e una gra n p a r te di co lo r o che si presentano alla visita avrebbero bisogno di speciali cure e ricerche . Un 'infi ni tà di cos toro mostrano i segni d ella den utr izione e di soffe re nz e ga str iche, ma il ''Dok torand" continua a regolarsi sol tanto s u lla temperatura che segna il termometro.

Poche volte, forse per d eferenz a , m i h a chiesto u n cons iglio o il giud izio su quan to accusava un soldato e per carità cristiana, quando ne vedevo l'asso l uta necessità, consigliavo di inviarlo alla Kran ke n.

23) E piove ancora, e ancora la "marode v isi t e" . Sebbene io non abbandoni l a mia poltrona la faccenda principia ad infastidirmi anche p erché il n u me ro dei visita ndi non è mai inferiore ai cento . Si perde un'infinità di tempo a comprendere quale inferm i tà accusino i malati, visto che sono ben nove le li n gue c h e s i par lano nel mosaico dell' I mpero Asburgico, tan to che s p esso a n che l'in terpre te si trova in difficol tà, specie n eg l i innumerevo li dialetti di cotante lingue . A mio parere uno dei più difficili è quell o rumen o, se p ur si a vvicini moltissimo alle lingue latine, che a costoro sono del tutto sconosciute. In tal guisa poco o nulla apprendo de l frasa ri o m e di co, in co m pe n so ho la visione esatta de l "mal di fame" d i questi so ldati e delle numerose forme a carico dell'app ara to d ige ren te .

Co n do m an i ques ta "finzione" cesserà .

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24) Visite in S. Daniele. Caso pietoso e triste fra i tanti che capitano alla mia osservazione . Vis . ito un'ancor giovane madre di tre figli, affetta da tuberco losi con ripetute emottisi. È sola in casa con i figlioli, del marito a suo te mpo richiamato alle armi nulla sa dal settembre scorso. Fin da quell'e poca ha vissuto con il suo mestiere di sarta e con il sussidio governat i vo . Da qualche tempo è aiutata dai vicini, miserrimi al pari di lei. La febbre e la consunzione la tengono a letto e mentre i figli corrono il rischio di contagiars i la madre non vuo le abbandonarli per essere ricoverata in ospeda le.

Impietosito da questa situazione ne parlo a Monsignore, che ha un forte e notevo le ascendente sulla popolazione, ed egli mi assicura che farà di tutto per persuaderla ad essere accolta nell'ospedale, mente i figli possono essere affida ti ad una sorella contadina che vive nei pressi del paese.

25) Ricevo, respinto dal Lager, un telegramma del babbo a cui forzatamente rispondo con una lettera.

Sta mani a rapporto la nostra alquanto serena e tranquilla vita di S. Daniele è stata improvvisamente turbata. Il Comandante ci ha comunicato che co n l'arrivo dei nuovi reparti di truppa in queste località, vi sono numerosi medici militari che possono assicurare il servizio sanitario alla popolazione. Per tal motivo noi potremo uscire soltanto in casi di assolu ta urgenza, e, come se ciò non bastasse, ha preannunciato che uno di noi verrà trasferito in al tra sede. Ne siamo tutti innervos iti e ci rammaric a il pensiero che uno di noi ci lascerà . Ma chi avrà dato tale ordine?

Tu tto questo non mi ha impedito di u s cire questa sera, accompagnato dal "Begleit-m ann" 9 a siringare d'urgenza un vecchio prostatico che ha messo a dura prova la mia pazienza e perizia.

Mi so no recato anche dalla signora Teresute per metterla al corrente delle novità. Ne è rimasta spiacente e a ddolorata, mentre Micaela, arrossendo, mi assic urava che avrebbe pregato perché rimanes s i in mezzo a loro.

26) Stamani Annibaldi, a nome di tutti noi, ha c hie s to il permesso di uscire, non pote ndo abbandonare gli ammalati che avevamo in cura. Dopo lung he tergiversazioni, obtor to collo, C zabo ci ha dato il permesso, sempre che poi ve nga sanz ionato da l Co mando di Di stretto .

È s tato riaperto l'ufficio postale per i civi li , p er l a corrispondenza in partenza ed in arrivo per il territorio occupato e per gli Tmperi Central i. È amme ssa inoltre quella per l'Italia tra mi te la Croce Rossa austriaca. Rimango stupefatto di questa benevolenza, però ne vorrò vedere i risultati.

' 1 Letteralmente significa: "uomo che accompagna" , ossia un militare di scort a .

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27) E piove ancora!

Credo che l'aforisma di Gri.inberg "Ubi bellum et gravis annona, ibi mala femina" sia in gran parte vero A S Tomaso, dove mi ero recato per delle visite, una ragazza, con una stupefacente improntitudine mi ha chiesto "la polverina" 10. Le ho risposto duramente che se lo credeva poteva rivolgersi ad una "fattrice d'angeli" ben nota a tutti!

Genetliaco dell'italianissima Kaiserin und Koenigin Zita d'Asburgo11 , nata Borbone-Parma alle Pianore presso Lucca e battezzata da un sacerdote del luo go, attualmente vescovo d'Arezzo, monsignor Volpi12, che, credo a torto, è tacciato di austriacante. I giomab esaltano la figur a dell'imperatrice, a quanto pare di sfolgorante bellezza latina, fidata ed ascol tata co nsigliera del pavido imperatore.

Da non poclù sudditi è mal vista per la sua origine italiana, mentre è notoria la sua contrarietà a qualsiasi concessione all'Italia, come del pari la sua simpatia per la Francia, patria di origine della sua famiglia, tanto che suo fratello Sisto si è arruolato nell'esercito francese. Si dimostra invece avversa alla Germania . Scritta una cartolina a casa. Un nostro pallone frenato 13 è sta to abbat tuto nel cielo di Spilimbergo.

Nel "covo della farmacia" si dice che molti soldati austriaci giunti al fronte ben presto si arrenderanno perché oramai sta nclù della guerra e della fame spaven tosa. Sta di fatto che ieri alcuni soldati, dopo aver ottenuto presso una famiglia italiana il permesso di raschiare la polenta rimasta attaccata al paiolo, hanno baciato le mani ai vecchi in seg n o di riconoscenza!

28) Dal Lager mi viene respinta una missiva del tutto inaspettata. È w1a lettera alquanto dura, ma sufficientemente affettuosa di Gene viè ve, la figlia di Madame la Comtesse, conosciuta a Siena nel mio ultimo anno di università. Fu la Contessa che il giorno della mia laurea - luglio 1914 - mi donò una graziosa canina, Ketty, di purissima razza fox terrier, che porta i a Montepulciano.

Geneviéve, familiarmente chiamata N inj , si lagna acerbamente di me e del mio incompr ensibi le si lenzio, non avendola nemmeno fatta partecipe della mia prigionia.

10 Si tratta verosimilmente di segale cornuta, potente induttore di contrazioni uterine ta li da provocare l'aborto, già conosciu ta in Francia col nome di "polvere dell'utero" ed in Germa n ia come Kindes mord (sopp ressione de l bambino). C fr. G. CATIA, Aborto Una storia dimenticata, Roma, Ed. Pragma, 1997

11 Z ita di Borbone-Parma (Capezzano Pianore, 1892 - Zizers, 1989), fu l'ultima imperatrice d' Austria e regina d'Ungheria.

12 Si tratta di G iovanni Volpi (1860-1931), nominato Vescovo di Arezzo nel 1904, e bbe un rapporto complesso con la propria dioces i, specie dopo l'inizio del primo conflitto mondiale. Nel 1917 i contrasti divennero così insanabili che Benede tto XV fu costretto ad inv iare un amministratore apos t olico per la diocesi arrivando, n e l 1919, a rimuovere Mons . Volpi dal suo incarico.

13 Si tratta di areostati ancorati al suo lo, e per questo "frenati", utilizzati dalle varie a rm ate durante il con flitto come posizione d'osservaz ione.

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Avev o una molto cordiale dimestichezza con la "fillette di Madame la Co m tesse", vedova di un uffi c iale francese, s tabilita si da alcuni anni a Siena per ra gioni poco chiare, ma che in fondo a me poco o nulla interessavano L'av o del defunto mari to, di origine corsa, era sceso in Italia con Napoleone, ad d e tto all'In tendenza dell'Esercito, e di ciò ne fa memoria anche Stendhal nell a sua au to bio gra fi a . Fo r se Madame avrà sentito il richiamo dell'avo e di S te ndhal!

Comunque, dopo essermi laureato mi sono recato dapprima in Sardegna pe r la lotta antimalarica, e successivamen te in servizio militare. Ho rallentato la n ostra corrispondenza ep isto lare allegando le scuse più impens a te , ma pla u si bili durante la guerra . La vera ragione del mio compor tamento, sebben e un po' me ne dispiacesse, fu la co ndotta abbastanza scan dal osa che Mad ame tenne nei primi anni che era a Siena, q u ando mi si diceva essere di una b e llezza e d'uno "charme" conturbante, finché giunta all'età signora le, epoca in cu i la conobbi, si rifugiò nel materno grembo delle pratiche religiose. A q uesto suo fervore religioso si accomunava il ben manifesto desiderio di te n d ermi il laccio con l a figlia, a l pari della madre tipo avvenente, pieno di br io , di una grazia t utt a francese, ma di carat tere alquanto capriccioso e volitivo, e di un'esasperante ge losia.

Ma come avrà potuto apprendere il mio indirizzo? Non me ne so rendere rag ione .

CG, FC2, Dino Giannot ti nel 1909 dtlfante il Il anno di me di cina a S ie na.
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29) La spiegazione del misterioso enigma mi è s t ato svelato da una lettera del babbo ricevuta oggi. In essa, tra l'altro, mi comunica che Madame, circa un mese fa, con l'apparente scusa di doman d are notizie di Ketty alla quale era molto affezionata, gli chiedeva mie nu ove aggiungendo, quasi come inciso, che era a conoscenza dei sentimenti che nutrivo per la figlia.

Senza dubbio una lettera correttissima, direi quasi amabile, tanto che il babbo le inviò mie nuove e il mio indirizzo, sorvol ando su quan t o premeva conoscere alla Contessa, ben comprendendo il suo gesto temerario. Pur ritenendo che si trattasse dei soliti amorazzi universitari, tuttavia il babbo vol eva che lo ragguag l iassi su quanto la madre gli aveva scritto .

Usai lo s tile tacitiano e risposi: "Tengo Ketty, e lascio lafille da t empo scordata". Lo pregai inoltre, nel caso avesse rice v uto altre lettere dalla madre, di rispondere che ero stato trasferito altrove e che non conosceva ancora l'indirizzo .

La popolazione tutta si mostra con noi molto grata e riconoscente, e quando le è possibile anz i ci v iene in aiuto per sopperire ai nostri magri pasti. Oggi ne ho avuto un 'a ltra pro va . Da alcune settimane sono stato chiama t o a casa di due mature sorelle, s ignore Ferro, di cui la maggiore è sposa t a col notaio del luogo , l'altra è zitella. Elena nei Mareschi la prima, Catina la seconda. Nel momento di abbandonare S Daniele accadde a queste po veret t e quello che successe alla signora Teresute, che il marito perse il contatto con la moglie e l a cognata, e queste furono costrette giocoforza a tornarsene a S. Daniele. Non sanno darsene pace ed il loro pensiero è sempre rivolto al congi un to di cui no n hanno saputo più nulla, ma che se nza dubbio fece in tem p o a pass are il ponte di Pinzano, forse inca lza to dalla marea della folla e dei convog li. Presso di loro ho t rovato una buon a ed affettuosa compagnia, d i rei quasi materna, venendo considerato come un ''nip ote di prigionia", così una vo lta si espresse la signora Catina.

Così oggi "le z ie" mi hanno dato una man t ellina militare, dei calzini e due paia di mutande . Qui conviene fare una curiosa parentesi . Fin dai primi giorni che mi recavo da quelle signore, avevo notato l'eccessivo riguardo ed una ris pettosa soggezione nei nos tri incontri e colloqui, che non sapevo assolutament e s piegarmi, anche per l'età che ci divideva. Un giorno la sorella nubile, la più ossequiosa e cia rliera, quasi a bruciapelo mi disse: «Non sappiamo co me chiamarla, se signor dotto re o s ignor conte!». Cascai dalle nuvole e rimas i stupefatto fino a tanto che non p o tei appurare che quelle buone zie avevano scambi ato il mio cognome con quello del conte Gianotti (con w1a sola e nn e), M inistro della Real Casa e per gi unta piemontese14 Con tutto questo non diminuì

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u L'auto re si rife risce al co n te Cesare Gianotti, effettivame n te min istro della Real Casa e Gran Cerimoniere.

la loro cordiale ed affettuosa amicizia, anche se la matura zitella, forse per un suo preciso scopo, ogni tanto pronunciasse il nome di Micaela, nota ormai come "la mia portatrice di latte".

Su tale argomento volli essere esplicito e leale per non far suscitare incresciosi chiacchiericci su questa fanciulla. Feci ben comprendere che Micaela rappresentava per me una bimba di sedici anni che a guisa di una samaritana assisteva un affa mato e nulla più. Mi dolsi con tutta franchezza delle suppos izioni che si potevano fare al riguardo, asserendo che le avrei impedito di compiere questa opera caritatevole se non avessi avuta la certezza che ne sarebbe stata offesa e addolorata.

«Se lo dise lu ... !», ebbi per risposta dalla signora Catina, costretta a trascorrere in poltrona le sue giornate per un'artrite deformante. La sua rispos t a un po' mal igna fu attenuata dalla sorella che aggiunse: «Non possiamo che essere sic ure della sua correttezza, del resto Micaela è così gio vane, ma sa, la maldicenza in questo paese regna sovrana, specie ora che tanta gente ozia e si diverte a spa rlare del prossimo».

30) "Apri le, ogni goccia un barile!", afferma un detto toscano, ma ormai la continua pioggia è venuta a noia, e d'altro canto il detto accennato non sarebbe che di vantaggio per l'invasore.

"Co nticuere omnes, intentique ora tenebant" 15 (tutti ammutolimmo, si pendeva dalle sue labbra).

Grandi novi t à a rapporto! Il Comandante ci annuncia che a giorni la "Kranken alt statio n" si trasferirà in altra località per cedere il posto al "Feld-spital 715", che att ualmente si trovava sistemato nelle scuole del paese. Questo ci fa suppo rre che sia in atto un notevole movimento di truppe per una non lontana offensiva da parte del nemico.

La notizia che più ci ha addolorato è stata quella che il Capitano Annibaldi verrà trasfe rito a Cisterna in servizio per la popolazione, mentre io e Campagna rima rremo in sede fino a quando non giungerà un capitano medico p sichiat ra italiano, dopo di che uno di noi sarà t rasferito altrove.

Infiniti sono stati i nostri commenti, in fondo mi dispiace che Czabo ci lasci, nel dubbio che possa venire un Comandante peggiore. Oramai conoscevamo il suo cara ttere, le sue debolezze i suoi difetti e con quei pochi pregi che possedeva sapeva mo barcamenarci. Ma il nostro più amaro rincrescimento è la partenza di Annibaldi col quale formavamo un t erzetto di colleghi ben affiatati,

"

L'auto re cita il primo verso de l Libro li dell'Eneide di Virgilio, nel famoso passo in cui Ene a racconta alla regina Didone le disavventure e la distruzione di Troia. La traduzio ne dell'autore è adattata a l contesto a c ui s i riferisce poco dopo. La traduzione co rret ta è: "Tutti ammutolirono, e teneva no lo sgua rdo attento".

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ottimi amici la cui reciproca compagnia ci allietava nei momenti di sco nforto e malinconia.

ln particolare mi dispiace distaccarmi da Grunber g, con il qual e quasi ogni giorno faccio conversazione in tedesco. Per suo mezzo ho sempre avuto delle sigarette, regalandogli di quando in quando delle uova o parte della mia porzione dell'immangiabile mensa.

Lo avvicino per conoscere qualche dettaglio s u quanto c i aveva com unicat o il Comandante, ma poco o nulla ho potuto apprendere e con la sua solita mania di parlare in latino mi dice: «Iratus sum!», spiegandomi poi che lasciare S. Dani ele per andare al fronte «mihi est intolerabilis! »

«Fac animo magno fortisque sis pro tua valetudine!», risposi cerca ndo di incoraggiarlo. Mentre si allo ntanava, sconsolato, aggiunse: «propter uxorem et parvulos meo s!» 16 •

Mi ha fatto pena, non vi è dubbio ch e la sua "viltade" si riconnetta a ll'affetto che ha per la moglie e per i figli.

Ho scritto una cartolina a casa ed una a M etella .

1" Traducendo la com·ersazionc: "So n o fuori di me!", andare al fronte "mi è intollerabile". Din o Giannotti risponde: " Fatti forza per il tuo bene!" c Grunberg risponde: "per mia moglie ed i miei figli!".

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Maggio

Nuovicomandantienuoveamicizie

1) Si inizia la giornata con un bel sole, ma con temperatura molto elevata, tanto che nel pomeriggio torna a piovere. Nel suo "covo" della farmacia, Corradini sta compilando il "Diario clandestino'' . Da questo stralcio si ricava un quadro impressionan te dell'Ospi ta le (s ic) civile :

Al 1 ovembre 1917 era no presen t i all'Ospitale 370 maniaci e 40 ricoverati assistiti da 29 infermieri e 16 suore, compreso il segretario Gabr ie ll i che, chiusa la cassafo r te, si portò seco le chia v i. Le poche scor te di v iv e r i furono ben pres to consumate, fu requisito ed asportato il vino, il Comune per un po' di tempo poté provvedere ai v iveri e agli s tipendi. Es sendo t utti coragg iosamente ed egoisticamente fuggiti, anche le a u tor ità di Udin e, d ove il Sindaco si era reca to, senza lasciar t racce di ordine e d i provved imenti, il Sindaco si rivolse per consiglio agli a vvoca ti Linussa e Ronchi che in tanta calamità con giovanile fervore avevano ripreso la loro attiv i tà p e r il pubbl ico bene , ma anche essi non poterono c he patrio tticame nte incitarlo alla co s tanza d e i doveri e di umani tà contro l'invaso re.

Ne ll a considera z ione che buona par te dei maniaci erano ir rede n t i delle pro vincie di Go ri zia e di Tr ieste, si fece ana loga domanda di aiuti e pro vvedi m enti al Coma nd o, ma si ebbero risposte evasive, menh·e il feroce capitano Lo tz, d egno dei ladroni del maggiore Carmer, in p re t to itali ano sogg i unse "che i l mig li or tratt amen to pe r i m aniaci sarebbe stata la stricnina"!

Ed ora un q u adro edificante d el n ostro Coman d an te C zabo, co m e si legge nel det to dia r io :

Circa il 15 Febbraio il Comw1e dovette sospendere la macellazi o n e dei b ov ini e così venne a mancare la ca rne anche pe r l' Ospi tale e fra que sti infe lici accatas tati - d'o rdin e d e l Dirett ore tenente medico C zabo - in po chi ambien ti, resi affamati data la insufficiente ra z ione alimentare, non poch i per esaurimen to p erirono. Questo ungherese (Czabo) fin d ai primi mes i fu s is te matico spogliatore d ell' Isti t uto, senza con tro l li di so rta, rend endo così nullo ogni sforzo fatto dal P residente. Soltanto il 5 Aprile il Co mando au s t riaco si assunse il m an te n i mento de i ricoverati e del personale dell' Istituto, r is u lta n do così un liev e migliora m ento de l vitto.

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2) Visite nella mattinata a Villanova, dove mi sono recato a piedi. Ritorno un po' affamato e Ghillino, il nostro attendente, ci porta per pranzo u n a minestra d'orzo ed w1a microscopica fetta di carne lessa! Ne rimaniamo sconcertati e sorpresi, e Ghillino ci dice di aver appreso in cucina che da oggi c i passeranno esclu sivamente il vitto dei soldati ammalati a dieta intera, il che vorrà dire mangiare, il più delle volte, polenta e sangue cotto

Nel pomeriggio mi sono recato dal Comandante per avere il permesso di andare a Cimano (da tempo conviene chiedergli l'autorizzazione) e duramente mi ha risposto, ché ero accompagna t o d a una donna c h e era venuta a chiamarmi, che avreb b e provveduto lui stesso a fare la v i sita, dovendosi recare da quelle parti .

Non mi sono dato per vinto e poiché volevo assolutamente uscire, anche se accompagnato dal solito soldato, gli ho chiesto se potevo recarmi a S. Tomaso a visitare que i tifosi, a lui ben no t i. Per risposta ho avuto il solito "verboten", adducendo il pretesto che per visitare gli ammalati infettivi occorre avere il permesso del medico distrettuale. Pezzo di g ran fesso, se tanto io che i colleghi fino ad oggi abbiamo visitato e curato ammalati di tal genere senz a alcuna specifica autorizzazione!

E così, rincasando a malincuore, sono dov u to rimanere in ospedale . A cosa attribuire questa ri nghiosa ostilità? Forse, al pari di Gri.inberg, ma per altri motivi, non è mol t o entusiasta di lasciare questa comoda ed imboscatiss i ma locali tà!

3) Dopo un lungo conciliabo lo fra noi, Annibaldi ha parlato a rapporto con l'interposta persona del lercio attenden t e, mentre io cercavo di non perdere una sola parola di quanto diceva e rispondeva cos t ui . Annibald i co n molto tatto, eccess i vo secondo me, si è lagnato de l vitto e dell'improvviso divieto di uscire per le visite, dopo averci. tolto il "passirchein" . Czabo ha menato il cosi detto "can per l 'aia", dicendo che le dis p osizioni erano state impartite dai Comandi superiori e con un ghigno da vero giudeo ha soggiunto che non avevamo a lcuna ragione di lamentarci de l vitto giacché questo ci veniva somministrato gratuitamente. G i à irri t ato dal diniego di ieri, ave nd o le mie buone ragion i p er u scire, dopo che dal gongolante a ttendente si era ricevu t a quella risposta, lasciai andare quasi incurante questa frase: «Javoh l, brot und Arbe it! » - Già, pan e e lavoro!.

Nulla mi fu rispos to, m a accigliato ci fece dire che, in via ecceziona le, cercherà di far migliorare il nostro vi tto, assumendosi la responsabilità di farci uscire per le visi t e . Da ciò arguimmo che i famosi ordini erano stati impartiti da lui stesso .

Per princip i are a pranzo ci servirono polenta ed un pezzettino di carne. In compenso faccio delle visite in paese e a Onedis . Quivi ho ancora una vol t a la

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con ferma delle pietose condizioni dei soldati austriaci, che non si peritano a mangiare pezzetti di polenta ammuffiti e del "sorgo rosso", granaglia che viene da ta alle vaccine .

To rno in ospedale affamato e trovo ad aspet tarmi carne battuta piena di aglio e polenta. Fortunatamente durante la mia assen z a "una incognita ' ' aveva dato a G hillino delle uova per me. Dai connotati non mi è possibile individuare la sconosc iut a, che non v olle dare il suo nome. Intanto i colleghi mormorano.

4) «Campagna, tu della terra v ulcanica e del fuoco, fatti una buona volta sen tire e lamenta ti della mensa, non ti si addice fare sempre lo spettatore», così diss i al collega che, punto sul vivo, giurando per S. Gennaro, assicurò che avreb be fatto udire la sua voce. Ed in effetti a rapporto, gesticolando a piene mani e sudando, a mez z o dell'interprete formulò la sua protesta. Czabo fece le più a mpie meravig lie, affermando di aver già dato ordini in proposito, m e ntre l'a ttendente sg h ignazzava estasiato. La riprova l'abbiamo avuta a pranzo quand o la farinata e il solito pezzettino di bollito erano stati seg uiti da un molto parsimo nioso contorno di patate .

5) l pasti sono tornati pressoché normali anche se non come quelli di suor Doro tea.

Visite a Pignano ed in paese. La popolazione è vivamente preoccupata del con tinuo afflusso di "M uch" diretti al fronte, è terrorizzata al pensiero che potre bbero " sfondare", cosa ch e farebbe ritardare chissà mai quanto la sospirata liberazione. Tutti sono poi ansiosi di conoscere la sorte di quanti dei loro cari so no al di là del Piave

Come monsignor Grillo e l' infaticabile don Valen tino, anche io rincuoro gli sfiduc iati e i presaghi di nuove sventure. L'argomento c he su di loro fa maggior pres a , e quello su cui insis to maggiormente, sono le ben note e miserrime condizio ni fisic h e dei militari austriaci, che non fanno certamente immaginare una faci le vittoria come a Caporet to. Infine sogg iungo che l'America è en trata in guerra contro gli Imperi Centrali, e con le sue risorse immens e di materiali e di uo mini farà abbreviare senza dubbio il conflitto .

5) Con nostro vivo dispiacere Annibaldi è partito per Cisterna, e ne h o app rofittato per in s tallarmi nella sua camera. Sebbene la compagnia di Campagna non mi disturbasse, ho preferito avere la mia libertà. Con la partenza del co llega mi è stato assegnato il reparto donne, e a Campagna quello degli uom ini.

6) La continua pioggia mi ha impedito di recarmi a S. Tomaso, mentre h o fatto qualche visita in paese. Abbiamo sempre il "begleit-mann" di scor ta ogni

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volta che usciamo, e quasi mai ci troviamo con lo stesso soldato. In genere questi uomini ''con tatore-controllo" non ci danno soverchia noia, certo bisogna essere un po' discreti nell'intrattenersi nelle case, per non s uscitare sospetti, che comunque possono essere sventati con un bicchierino di grappa o con una sigaretta .

Così oggi ho approfittato del maltempo per recarmi dalla signora Teresute, che non vedevo da w, po'. Men tre noi conversiamo in salotto, in un angolo della cucina il boemo d'accompagnamento trinca acquavite che un a Micaela già istruita gli ha messo dinnanzi. La conversazione è alquanto piacevole anche perché entrambe hanno un certo grado di istruzione, compatibile co n l'ambiente in cui vivono. Anche Micaela prende parte ai nostri conversari e dopo aver immancabi lm e nte parlato della guerra, mi pone il quesito di come Iddio giudicherà gli uomi1ù che si massacrano a vicenda e a quali at tribuirà la colpa e la responsabilità.

Io osservo che si tratta di un argomento troppo arduo per le nostre menti e che solo un approfondito teologo potrebbe forse dare una risposta. Se si vives se a l tempo delle tribù di Israele, e se ne facessimo parte, non esiterei a dire che Iddio è con noi, perché Egli assisteva e guidava in guerra il suo popolo eletto .

Passando poi ad a ltri argomenti più terreni ho notato nella ragazza un atteggiamento ed un interessamento nei miei riguardi che non avrei voluto che in lei sorgessero, e che nemmeno lont anamente io ho cercato di far nascere Per la sua età la considero una mia sorella minore tanto che confidenzialmente le do del tu e la prendo in giro per le sue trecce bionde "alla Micaela". Più volte mi ha domandato di questo nome che le avevo imposto, tanto che una vol ta, "ad usum delphini" 1 le narrai la storia, bollando a fuoco Don Josè perché lei intendesse.

8) Stamani il direttore del Feld-Spital n. 715 h a preso in consegna il reparto militare e quello civile dell ' ospedale e sembra che a giorni la Kranken lascerà S. Daniele.

Penso a Grunberg che non mi è stato possibile rintracciare . ln s u a vece mi è capi tato tra i piedi l'attendente del Coman dant e al quale, non volendo, ho giocato una curiosa beffa. Come a suo tempo seppi questo ceffo, di nome Karl Furlan, boscaiolo della val Gardena, quind i di indiscussa nazi onalità italiana, fu per tal fatto prescelto da Czabo come attendente e interprete .

Io, Campagna e l'amministratore, conte di Spilimbergo, s ta vamo chlacclùerando nel cortile dell'ospedale, seduti su di una panca, quando ad un tratto è comparso KarJ, che con fare altezzoso ci ha squadrati come se attendesse iJ nostro

1 La locuzione significa " per uso d el D elfino", e n.i cqu c ne lla seco nda m età d e l Seice nt o e po s ta n e l frontes piz io di quei libri, opportu nam e nte corrett i ed epurati dai pass i ritenuti ina datt i, ut ilizza ti p er l'e d ucazione del D e lfino, primogen ito di Lu ig i Xl V.

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saluto. Mentre ci fissava mi è venuto spontaneamente detto, rivolgendomi agli altri : «Razza d'un can, che baffi! ». Tale apostrofe era stata inventata tempo fa per un nostro collega del sesto anno di medicina, che con gran pompa e austerità portava un paio di baffoni "alla guglielmona" curati in modo meticoloso, per cui er a diventato tma specie di macchietta senese, e spesso dietro le spalle si sentiva dire que Lla frase ironica e faceta, di cui non teneva conto in alcun modo.

Karl pressappoco aveva gli stessi baffi e udite le mie parole si voltò di scatto e, rosso in faccia, mi disse: «Cossa a lu dito? Cosa voria dir il cane e i mustaci? » .

Spil imbergo, calmo e sereno, divertito della faccenda, facendo vista di chiamare un cane gli ri s pose: «Cossa galo da zigar? El vardi quel can che ora è scampà! » .

Karl guardò ovunque, non vide alcun cane e borbottando chissà cosa s i allon tanò. Ridemmo allegramente di esserci burlati di quello zoticone .

9) Prima di lasciare l'ospedale tanto i soldati che Czabo hanno fatto man bassa di quanto loro accomodava: stoviglie, tavoli, sgabelli, sedie, non disdegnand o nemmeno quelle poche galline e quei due porci che erano rimasti in ospeda le. Così l 'ultimo microscopio e i pochi ferri chirurgici rimasti son stati del pari rapinati!

Mentre ero in ambulatorio a medicare, è venuto un caporale a chiedermi a nome del Comandante l'unico paio di forbici e di pinze che mi erano rimaste, dicendomi che gli do vevano servire momentaneamente e che poi me le avrebbe restituite. Non ebbi difficoltà a consegnargliele, ma quando nel pomeriggio seppi da una spaven t atissima suora che si stavano dando al saccheggio e che ancora non le erano stati restituiti i ferri dati al caporale, andai di persona a richied erli in modo perentorio. Il graduato addusse mille sc use , tra le altre quella mado rnale che i ferri erano di proprietà dell'Oberartz!

No n mi arresi e racimolando n e l mio frasario tedesco lo investii con parole d i case rma poco ortodosse, rivendicando il mal tolto. Senza dubbio costui ne andò a riferire al Comandante o al suo degno attendente. Quella porca figura non tardò a comparire da vanti a me e, memore della presa in giro di ieri, con tono ar rogante e che non ammetteva rep liche mi disse che il Comandante gli avev a d e tto di riferirmi che non c'era motivo che mi sca lda ssi tanto. Se non avevo i ferri per medicare potevo andare pure a dormire! In gergo prettamente fiorentino rivolsi in faccia a lui un vo lgare e scurrile in su lto che senza dubbio non comprese, ma intuì lo sconcio gesto italiano del braccio flesso che lo acco mpagnava, in grande uso .fra i beceri in Toscana e in altre parti, perché quasi fuori di sé mi deve aver risposto con pari ingiurie che non afferrai, e poi, borbo ttando, se ne andò per i fatti suoi.

Ne ll'attesa che il Feldspital suben tri alla Kranken so no stati dimessi per rimpatriare quattro ex prigionieri russi. Ne trovo uno in cortile in mi sere condizio ni di salute, vestito in quella che una vol ta era l'uniforme imperiale. Co n la

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speciale facilità che possiedono gli slavi, specie quelli del nord, di imparare le lingue, riesce a parlare abbastanza bene l'italiano. Mi dice di essere un "Kulasch" (piccolo proprietario terriero) che da più di tre anni non ha notizie della moglie e dei quattro figli. Pur esultando di tornare in patria non mi nasconde la sua apprensione pensando che là troverà tutto cambiato non essendoci più il "Piccolo Padre" 2 , che prommcia nella sua lingua e che poi traduce, con somma deferenza e devozione.

Ne l recarmi in camera trovo Grunberg tutto affaccendato per i preparativi della sua partenza, è acciglia to e scorgendomi mi dice: «Herr Oberartz, So ein Ungluck!» (Signor Tenente, che disgrazia!). Lo rincuoro, e gli faccio i miei migliori augur i, rimane perplesso e non sa dirmi altro che «Danke Schoene» (Grazie mille). «Si vales, ego valeob>3 , aggiunge poi e dandomi la mano si rimette al lavoro.

Mentre ero in camera mi viene annunciata una donna che tutta disperata mi dice che Czabo l e aveva negato il permesso che io uscissi per visitare un suo figliolo. Astuzia contro perfidia! La consiglio di rivolgersi al nuovo Comandante che si trova in ospedale, che concede subito il permesso. La donna è ragg iante e riconoscente e recatomi a casa sua tro vo un ragazzo con alta temperatura che ritengo di origine intestinale. Speriamo che non sia tifo.

Dopo questo finale tempestoso con la Kranken stasera abbiamo l'esordio del Feldspital e del suo Comandante, capitano medico Kublic, boemo. Dico a Ca mpa gna che la nazionalità di questo ufficiale mi dà un certo affidamento nei nostri riguardi, essendo noto che in questi ultimi tempi i boemi, al pari degli italiani irredent i, non si mostrano più suddib fedeli dell'Imperatore come in passato. «È un ufficiale di carriera » soggiunge Campagna non persuaso dalle mie parole «s arà ligio ai regolamenti e alla disciplina, specie verso di noi!».

Fanno parte dell'ospedale altri due ufficiali medici, un farmacista, un o di amministrazione ed un a ltro addetto al carreggio, vi è pure il cappellano militare assimilato al grado di capitano; è l'identico organico di un nostro ospedale da campo. La truppa è per la maggior parte formata da ungheresi, tra i quali non pochi italiani di Fiume e della Croazia, incorpor ata a suo tempo dall'Ungheria.

10) Stamani a rapporto senza l'ausi lio dell'interprete, poiché il Comandante alla meglio comprend e e parla l'italiano. Ci ha confermato negli incarichi che già svolgevamo e purtroppo, essendo io più anziano di Campagna, dovrò presenziare alla "Marode visite" (visita medica del mattino ai militari). Non ho voluto per il momento conoscerne il motivo, ma credo che vi sia sempre quella comoda poltrona in cui l'altra volta mi ero disteso beatamente. L'ambulatorio per i civili lo ha stabilito dalle 11 alle 12 e dalle 17 alle 18.

2 Il cu laco si riferisce a ll o Zar.

3 Letteralmente : "Se tu stai bene, io sto bene".

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Con nostro s tupore ci avverte che da domani potremo mangiare alla loro mensa, situata in una casa prossima all'o s pedale.

11) Gi à annunciate da tempo, s tamanj a v rei dovuto iniziare le vaccinazioni antiva iolose a lla popo lazione d i S. Daniele, ma nessuno s i è fa tt o vivo . «Avrai un bell'aspe ttare », mi dice Corradini. A mezzogiorno io e Campagna, un po' perp less i, ci siamo recati alla mensa ufficiali , dove, appar tati in mezzo a loro, ci sia mo se ntiti molto a disagio Il pranzo, abbastanza s uffici ente, ci è stato servito da numerose e s impatiche "Wiener Madel", ragazza viennese, che corrisponde alla tota torinese, alla to sa lo mbarda, alla putela veneta e alla mula triestina.

Il chiaro i tali.ano del Comandante Kublic ci ha fatto fare reciprocamente una "gaffe" madorna le. Nel pomeriggio è venuto in o s pedale un "feldwebel" (se rgente) che, nato nel l itorale, parla correttamente l'ita liano o, per meglio dire, il veneto. Questi, a nome d el Comandante, ci ha precisato che egli intendeva dire ieri a rapporto di inv iare qualcm10 a pre nd ere i pasti alla mensa, ma non già di parteciparvi.

Non ce ne s iamo per nulla doluti poiché preferiamo starcene appartati anziché convivere, se pur brevemente, ins ieme ai nostri nemici. Campagna ha commentato : «Pe rò chille guaglione!».

I due pasti sono stati o ttimi e sufficienti e con pa n e a bb astanza mangiabile e, fatto inaudito, alle 16 ci hanno se rvito caffè - latte con pane .

Ciò ha contribui to a farci ben presagire con il nuo vo Comandante, che allegrament e se la pass a con le numerose " fraulein", che in t al modo hanno ben riso lto i loro e più svariati problemi personali! Dall'ufficiale della "Proviantur" 4 ho ap preso che possiamo acquis t are a pagamento 5 sigari e 25 sigarette al gio rno. S icco me Cam p agna non fuma potrò ave re doppia ra zione

12) Oggi domenica abbia mo avu to dolce a pranzo e a cena, giacché c i v iene so mministrato l'identico vitto degli ufficiali dell'o s ped a le mili t are .

Ritengo che questa Bengodi5 in un'Austria affama t a dipenda dal fatto ch e ques ta unità sanitaria, for mata in Ungheria con perso nal e ungherese , venga diretta mente approv v igionata da quel Regno, che a differe nza dell'Austria possiede notevoli risorse agricole che, a quanto si dice, non vuol cedere alla consorella dell'Impero .

4 Degli approvvigio n a m e nti.

5 L'autore fa r ife rim e n to a lla no vella del Decamerondi Giovanni Boccacc io intitolata "Ca landrin o e l'Elitro pia ", in cu i a l prot agonista vie ne descritta Be n go di: "u n a contrad a [... ), nella q uale si legano le v igne con le salsicce e avevav isi un 'o ca a denaio e un p apero giunta; e era v i una montagna tutta di formaggio pa r migiano grattu giato, sopra la qual e stavan gen ti che n iuna altra cosa facevano c h e far maccheroni e raviuo li e cuoce rgli in brodo d i capponi , e p oi g li gitta va n quindigiù, echi pi ù n e pigliava più se n 'aveva; e iv i presso correva un fiumicel di vern<lccia, d e lla migliore che mai si bevve, senza avC'rvi en tro gocciola d 'acq u a" . G. BoCCACCIO, Decameron, a cura d i Vittore Branca, Milano , A rno ld o Mo ndadori edi to re, 1985

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Stralcio dal diario clandestino di Corradini:

S. Daniele fu occupata il 1° Novembre dai germanici, il saccheggio delle case e dei negozi de i fuggiti è un dovere per questi vandali, nulla si rispetta, con cura speciale si mette la rovina nei pubblici uffici, calpestando e distruggendo incartamenti, documenti, atti e tutto lordano nel modo più bes tia le e incivile. Quasi per procurarsi un alibi al loro male agire o per inculcare praticamente la "Kult ur " ladresca germanica ai nostri monelli, potemmo osse r vare w'l ufficiale germanico posare con la macchina fotografica di fronte al negozio d i Feruglio, ordinare ai suoi solda ti lo scasso di quelle i mposte, facendo dag li stess i dispensare pezze di biancheria e di stoffe ai monell i.

Questi con il bottino in mano correvano giù per le borgate ad avve r ti re i compagni, ed in pochi minuti tutta la ragazzag lia era sot to il portico es terno de ll a piazza del Duomo, pronta a riservare la sua parte di bottino. L'ufficiale ebbe così agio di ri trarre le sue istantanee per dimos trare in al to che i sacc h eggi erano fa t ti dai b orghesi e che l'educazione ita li ana lasc iava molto a desiderare.

Q uesto, scrive Corradini, già era avven u to nel Belgio allorché fu invaso nel 1914, e tut t i i giornali era n o pieni di sdegno a n che pe r altre gravi atrocità commesse in quell'eroico e pacifico paese .

13) A l rap p orto m attinale iniziato questa volta con l'in t e r prete, ad una domanda del Comandante ho spiega t o come il suo pre d ecessore si fosse a p propriato di quel poco che ancora era rimasto all'ospedale - cosa che aveva già saputo dalle suore -e come, a seconda de l suo umore, ci permetteva o meno di recarci a fare l e visite in paese e nei dintorni. Ne ha p reso no ta e ci ha a u tori zzato ad uscire scortati da un soldato

14) Qualc u no deve aver parlato! S t amani trovo Griinberg il quale mi dice che Cza b o è alq u an to irrita t o contro noi tu t ti, e in special modo con me e con le suore Non mi degno neppure di rispondere e lo saluto cord ia lm e nt e È tempo che trovi il giusto modo di far comprendere a Micaela d i stornare da me certi suoi pensieri. Stama n i è stata più del so l ito affabilmente cordiale e civettuo l a, ad ogni cos t o ha vol u to prendersi cura della mia biancheria di cui fino ad ora s i occupava suor Ciriaca. Conviene u scire dall'equivoco! No n te m o d i sbagliarmi.

15) Torna a p iover e!

Co r re insis t ente voce che l'Imperatore d'Austria abbia inizia t o de i "sondaggi" allo scopo di intavolare trattative per una pace sep arata, pronta e so ll ecita . Sembra ch e per ta le motivo sia s t ata sos p esa, per il momento, w,a loro offensiva sul nos tro fro nt e .

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A rapporto mi si comunica che l'ambulatorio per la popolazione non sarà più tenuto in ospedale ma in quel locale situato al centro del paese che serve per la "marode visi te" ai soldati. L'orario verrà stabilito.

16) E piove!

Stamani quando mi reco nel locale adibito alla "marode visite" trovo sulla porta un carteJlo di ta le fattura

Ordinazioni per civi li dalle 10,30 alle 11,30

che in italiano significa: "Ambulatorio per civili"!

Assisto, come in passato, alla visita ai so ldati a cui è addetto uno studente in medicina . Io osservo impassibile, stravaccato in una comoda poltrona, fuma ndo eccellenti sigarette della "proviantur", le Memphis. Numerosi i chiedenti vis ita, la maggior parte accusano astenia, disturbi gastro enterici, fatti reuma tici e un buon numero presentano escoriazioni ai piedi. Talvolta l' Aspirante medico mi domanda consiglio o un co nsulto, ma lascio che si arrangi. La mia coscienza è tranquilla.

Solo una volta fui mosso da carità cristiana. Si presentò un giovane soldato che mostrava i segni di una respirazione difficoltosa, il termometro non segnò tempe ratura e l'Aspirante, limitatosi ad ascoltare l'apparato respiratorio che a suo giudizio era indenne, non lo riconobbe ammalato. Non fui persuaso dal suo giudizio sia per il modo con cui il militare respirava, sia perché di quando in quando si metteva una mano sul torace quasi per athltire il dolore che lo tormentava. Preso lo stetoscopio l'appoggiai a!1a regione cardiaca e subito constata i un viz io card iaco .

«Herr Gefreit» dissi «er ist Herz Krank» 6 • Non mise in dubbio la mia diagnosi e inviò il croa to all'ospedale. Mentre usciva il solda to mi dette uno sgua rdo di riconoscenza.

Terminata la "visite marode" inizio l'ambulatorio. Pochissime sono le p ersone che si sono presentate, nemmeno una donna, anche perché presenzia come infermiere un sergente di sanità ungherese.

17) L'ospeda le militare, oltre al personale di sanità, in vero molto scarso, ha un certo numero di "Schwester"7 , infermiere laiche, che si danno un'aria dottorale . Ciò che mi ha colpito è l'a ssol uta mancanza di ambulanze per il trasporto degli ammalati all'ospedale. Usano infatti carri trainati da buoi o carretti con ci uchi piagati, presi a prestito dai contadini. Il loro carreggio, almeno da

" Traducendo: "Signor Caporale, lui ha una malattia di cuo r e" 7 Le tte ralmente significa "sorella".

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questi paraggi, è qualcosa di antiquato, le automobili sono addirittura e cce z ionali, imponenti invece i pochi camion per la loro mole.

18) È più di un mese che non ricevo corrispondenza dal Lager, l'unica che ci può pervenire, e le ultime notizie a v ute sono della metà di Marzo, né nutro gran speranza che i miei scritti siano giunti a destinazione. Il locale ospedale militare non può fornirci l'indirizzo per farci giungere la corrispondenza, giacché quella diretta al personale sanitario e ai degenti è inoltrata nel paese in cui l'ospedale si trova, con aggiunta del numero della "Feldpost" . E questo a noi è vietato dalla censura. Ho fatto perciò il tentativo di mandare mie notizie a casa a mezzo della posta civile, tramite Mo n signore. Dei pacchi è inutile parlarne, altri se li godranno! Scrissi già tempo fa di sospenderne l'invio.

19) Combinazioni, anzi stranezze della vita!

Stamani alla "marode visite" ho avuto occasione di parlare con un sergente ungherese, e con somma mia meraviglia e sorpresa ho appreso che faceva parte del reggimento di "honved" da cui fui catturato prigioniero .

Ma non basta, egli mi dette dei p articolari così precisi e dettagliati che potei appurare come lui foss e entrato anche nella caverna dove avevo il posto di medica z ione . Mi dice che in questa caverna aveva trovato alcuni morti e feriti, ed io gli chiesi se ricordasse la presenza di un maggiore gravemente fer i to e se, in caso, conosceva in quale località fosse sta to traspor tato. Ciò allo scopo di rin tracciare la sorte del mio Comandante di Battaglione, il maggiore Fiorito . Il sergente mi assicurò di aver trovato in caverna un maggiore che ancora stringeva in mano la rivoltella con cui si era ucciso e che la salma era stata sepolta a Lipa.

Non rimasi convinto della fine del maggiore, ammesso che si tratti proprio di lui, giacché ben ricordo che era disarmato e che, viste le su e gravi condizioni, non era certamente in grado di compiere un tale atto . A meno che in un supremo sforzo abbia potuto prendere o farsi dare da qualcuno una delle tante rivoltelle abbandonate in Dolina e nella caverna degli ufficiali. A riprova della sua presenza in quella località il sergente mi mostra la sua giubba, fat ta con una nostra mantellina trovata nella ca v erna. Potrebbe anche essere la mia visto che al momento della cattura non feci in tempo a prenderla. Per ultima cosa mi dice che il nostro reggimento si era arreso in modo vergognoso!

20) Da domani inizierò le vaccinazioni antivaiolose a Fagagna, sempre che la popol azione accetti il "befhel" de l Comando.

Dal "Diario Clandestino" di Corradini:

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in seguito ottengo dal Comandante la promessa che la sede municipale e la b ib lioteca verranno rispettate. Pertanto continuano i saccheggi dei negoz i e deUe case, mentre la mobilia che non viene ro tt a o bruciata, giornalmente p a ssa da una casa all'altra, per so dd isfare i capricci di qualsiasi graduato. Le cond iz ioni g ià pessi me veni vano in ta l m odo sempre p eggiorando, le truppe che perno t tavano per l'avan zat a del Piave s accheggiavano il poco dimenticato o abbandonato dai primi passan ti, le donne di S. Daniele e i monelli e così dicasi de i din torni, spi nti dai solda ti, partec ipavano in parte ai saccheggi.

La farmacia Corra d ini venne danneggiata qu antunque requisita e sorveg liat a da s entinelle che non permettevano la vendita al pubbl ico se le prescri z ioni non erano vidi mat e d a l Comando.

21 ) Stamani mi so no recato con il cap itano medico del Distretto, un rubizzo salisburghese, a Fagagna per le vaccinazioni . Erano con noi anche dei soldati e sono rimasto addiri ttura scandalizzato dal contegno delle donne che affe tt avan o con loro una eccess iva cordialità e arrendevolezza . Il rub izzo sa li sb urghese non disdegnava al pari dei soldati dei lazzi lubri ci con le donne e qualche effus ione tattile!

N on una se ne è sdegna ta, né ha sentito l'imp erioso bisogno di andarsene. Mor tificato e umili ato da sì sconveniente contegno, a qualcuna di costoro ho ricor dato che era italiana co me i loro uomini che combattevano e mor iva no cont ro l' invasore, dal quale non si vergognavano di esse re trattate come donne di ma laffare ! Nessuna rispose né tantomen o nessuna si curò del mio dire.

Al lo cale Comando, d ove so n o andato a mangiare, servono l e pii:t belle, formo se ragaz ze profughe del Piave, non vog li o mormorare della loro onestà, ma dopo ciò che ho visto temo che non si p o tr à con sicurezza affermare che le do nn e fri u lane si ano state violentate dagli invasori.

Ho mangiato in u na stanza appar tata avendo per tovagliolo un pezzo di gio rnale e per bottiglia dell'acqua un brocchino da camera! Pranzo discreto, ma n o n una delle "forose tte " 8 adde tte alla m e nsa s i è d egnata eccessivamen te di m e, quella che mi serviva portava il vitto in perfetto silenzio ed in p erfe tto silenzio venne a sp arecchiare, mentre nella s tanza attigua udivo lo sc hi a m azzare di voci femminili e voci rauche miste di tedesco e di italiano!

Me ne sono torna to a S. Daniele nau seatissimo.

22 ) Fortunatamente da solo, oggi mi reco p er le vaccinazioni a Mandrisio, dove mi h a po rtato un "Wagen" a pariglia messo a disposizione dal Comando. Par lo a d o n Valentino del comportamento delle donne, è dello stesso mio pensiero né trova scusa nte alcuna. No n tutte, mi dice, gradiscono i suoi consigli e am monimenti , e sogg iunge che, fortunatamente, si tra t ta di una minoranza.

8 Co n ques to te rmine s i inte nd eva una "co nt ad in ella " 165

23) Vaccinazioni a Modruzzo, in tal modo mi è dato vedere alcune località di questa amenissima plaga e di constatare l a verità circa quanto ieri mi disse don Valentino sulle donne. Apprendo che ai soldati viene dato da mangiare il trifoglio!

I nvitato alla mensa deg li ufficiali, a onor del vero, sono stato trattato con deferenza e gentilezza. Alcuni ufficiali mi hanno parlato di Roma e di Firenze, che ben conoscevano.

Ho incaricato monsignore di scrivere a Barbieri a Si gmundsherberg, per conoscere se Bertini è rimpatriato, in tal modo potrò sapere se le lettere a lui consegnate sono giunte a destinazione.

24) Vaccinazioni a S. Vito di Fagagna, con un caldo ecce zionale di cui si lagna anche il "Kutsher", il cocchiere.

Nel solito ritrovo di S. Daniele si va buccinando circa dei sondaggi per le tra tt ative di pac e, condizionata all'assicurazione che l'Austria non attacc hi il fronte italiano . Credo del tutto inverosimile tale diceria specie per quello che ci riguarda. Apprendo però dal sergen te addet to a ll a "marode visite" che il Comando austriaco farà di tut to per rimanere nel territorio invaso fino al prossimo raccol to del grano Intanto cont inuano a por tar via le vaccine supers titi e a requisire biancheria.

Dal "Diario Clandestino" di Corradini :

Venne poi pubblicato un decreto p er la consegna di tu t ta la biancheria e del vestiario salvo l'indispensabile personale, ritenendo s ufficienti per ogni persona: tre lenzu ola, due federe, due asciugamani, due vesti t i, due paia di calze, una coperta e un materasso ai soli set tan tenni. Quest'ordine terro rizzò le padrone di casa e coi buoni uffici di monsignor arciprete si ottenne la sospensione dell a requisiz ion e, accontentandosi il Comando di una offerta volontar ia, purché fosse generosa. Così si temporeggiarono e si rim anda rono le perquisizioni che avrebbero certo porta to alla scoperta e sequestro di biancheria e grano nascosto

25) Vaccinazioni a Rive d 'A rcano con un bel caldo, in compenso il Comando mette sempre a mia disposizione un "wagen" a pariglia . Non potendo fare l'ambulatorio alla mattina, trovo al mio ritorno in serata un buon numero di chi amate . Non vi sono casi di particolare gravità, ma numerosi sono quelli di enterite, senza dubbio di origine infetti va. Le mosche, l'ammasso delle immondizie regnano sovrane ovunque. Si difetta di medicinali e Corradini a giorni si recherà ad Udine alla ricerca.

26) Oggi e domani senza vaccina zioni. Ne approfitto oggi per delle visite e per recarmi a Villanova. Lunga e cordiale chiacc hierata con le "zie di prigionia" che mi ragguagl iano della vi t a di S. Daniele prima della guerra, con le famose

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"cavalchine" di carnevale9 Mi parlano delle principali e facoltose famiglie del luogo, come i Florio e i Concina. Non disdegnano però anche di pettegolare sugli asse nti a me sconosciuti e soprattutto sui maggiorenti che si dettero a precip itosa fuga anche prima dell'arri vo del nemico.

27) Spesso nel pomeriggio Campagna ed io ce ne stiamo seduti s u di una panc a dinnanzi all'ingresso dell 'ospedale e talvolta le n ost re conversazioni sono inte rrotte da persone che si fermano a parlare con noi. Qu est'oggi, prima di en trare in ospedale, si sono sofferma te davant i alla porta due "Schwester'' co ntinuando fra loro un di scorso già iniziato in precedenza. Ad un trat to Campagna che già con "occhio porcino" le osservava, stringendomi un braccio mi suss urra: «Giannò, chista è più . .. di chilla! >> , accennando mi la "Schwes ter" che era alla nostra sinistra. La rimirai, nulla di spec iale e di ecce z ional e, e meravigliandomi della "sorti ta'' di Campagna, di cui ben conoscevo l'ortodossia in fatto di donne, gli risposi : «Campà, e Luisella se lo sapesse !».

Da qui una lun ga e inconclud en te dissertazione in fatto di donne, di fidanzati, di amori, e mi accorsi che Campagna in quel momento era s tato colpito dal "Demo ne mer idiano" tanto che, stornato da guella visione ed avuto un attimo di resipiscenza, mi disse: «Giannò, io pazzia vo, t' aggio a dì cosa è pe' me Luisella>> e sottovoce, in tonatiss imo, can tò:

O v ita, o vi ta mia

O core di chi s to co re, sei s tato lu primo ammore lu primo e l'ultimo sa rai pe' m e !

Così è fatto l'animo di Campagna che nel cantare si commoveva e sospi rava la sua Luisella. Gli ricordo c h e quella can z onetta "U' sol dato innamorato " l'avev o sentita ca nt are da Donnarumma 10 , celebre vedetta napoletana, anche se non di eccessiva bellezza. Campagna allora dett e sfogo al s uo amore e cantò le più belle e sentimenta li canzonette napoletane.

Un vi olento acquazzone no tturno non ha minimamen te smorzato il caldo, che principia a darmi fas tidio .

28) Vac cinazioni a Cose ano, dove faccio anche qualche v isita. Anche qui noto, come già a ltro ve, ch e molte do1me indossano biancheria finissima, aspor-

9 La "cava lchina" è un gran b allo in masc hera di carneva le, la più famosa fra tutte è quella che tutt'ora s i tiene ne l teatro La Fe nic e di Ve nez ia.

10 L'a ut ore si rifer isce a ll a cantante napoletana Elv ira D01rnarumma (1883-1933), consi d e rata una delle più importa n ti in terpre ti della canzo n e napoletana.

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tata senza dubbio dalle case abbandonate e come del pari in qua e in là si trovi della mobilia già appartenente ai fuggiaschi.

L'improvviso abbassamento della temperatura mi ha procacciato un bel raffreddore che la s ignora Te resute vuole farmi scomparire con un infuso di tiglio e grappa. Provo la cura per non sembrare scortese.

Preoccupato e addolorato per la mancanza di notizie da casa mi reco da monsignore per avere qualche consiglio . Per mezzo del cappellano militare che dimora presso di lui scriverò una cartolina a casa che verrà trasmessa a mezzo della Croce Rossa austriaca.

Già si vedono in giro gli ufficiali vesti ti di bianco con lenzuola requisite! Che carnevalata!

Continuano le requisizioni dei bovini e di granaglie, al grido sg hignazzante di "pagherà Cadorna!" e la lurida "Gazzetta del Veneto", in occasione dell'anniversario della nostra entrata in g uerra, riporta una nota del Comando supremo austriaco, nella quale, tra le tante inaudite sciocchezze, è detto che "se la popolazione dei territor i invasi soffre la fame, la colpa e la responsabilità ricadono sull'Italia stessa , che ebbe l 'ardire di muovere guerra all'Austria, su a alleata"!

Compassione profonda e immensa pietà destano i profughi del Piave, composti di donne, bambini e vecchi . Privi di tutto, anche di denaro, non possono nemmeno acquistare quel poco che qua si può ancora trovare, e la popolazione di S. Daniele non può o non vuole assisterli. L'egoismo umano è davvero diabolico!

Costretti a vivere con i soli 150 grammi di farina di granturco che il comando loro distribuisce sono in condizioni addiri ttu ra miserande, denutriti, specie i bambini, costretti a dormire a terra, ammont icc hiati in mezzo ai loro s tracci e alle loro lordure. In tali cond izioni sono facile preda delle malattie e quando mi è possibile faccio di h1tto per ricoverarli in ospedale.

Mi domando perché tutte quelle persone che si sono appropriate degli indumenti e della biancheria dei fuggiaschi non vengano in aiuto di questi infelici!

29) Vaccinazioni alquanto mo v imentate a Flaibano, in compagnia del rubizzo sa li sburghese, che per fortuna, il più delle volte, fa a meno di ve nir e . Siamo partiti soltanto alle 10, giacché un Oberstabsarzt11 era venuto improvvisamente ad ispezionare l'ospedale militare e quello civile.

Giunti a Flaibano dopo le 11, la gente, che attendeva dalle 8, se ne era ritornata ai propri lavori, "inde maxima ira" del cittadino di Salisburgo, che minacciando le più gravi e severe sanzioni per gli abitanti, ha sguinzagliato i gendarmi - quasi tutti di origine italiana - per prelevare i riottosi . La vaccinazione

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Ufficiale medico corrispon dente al grado di Maggiore.

così è iniziata alle 13. Anche qui ho constatato amaramente il contegno s candaloso di alcune d onne, con gli ufficiali e con i sol da ti . Non poche, anche maritate, non si vergognano di tenere nel dito, alcune accanto alla fede nuziale, un anello ge rmanico che i barbari nella loro calata profusero alle donne Una di queste, da me interrogata, rispose senza alcuna ombra d'impaccio che era il ricordo di un prussiano.

Lascia ndo tutti a ttoniti ho acerbamente rimproverato pubblicamente un 'i mpubere quindicenne c h e si sdilinquiva con w1 soldato. L'aforisma di Gri.inb erg no n mi persuade: "ubi bellum ... ibi mala femina". Quello di Campagna corrispo nde più alla verità . Così mi diceva un giorno in c u i si par lava del contegno delle donne: "Mulier femina est viri"12 , come "la cagna è la femmina del cane"! Alle 5 siamo finalmente tornati a S. Danie le. Dai comunicati degli Imperi Cen trali si apprende che, mentre le truppe germanic h e avanzano in Franc ia, que lle a ustri ache indietreggiano nel Trentino .

30) Nel torturarmi p e r la mancanza di notizie da casa e da Metella , penso ai miei fra telli e a dove si trov eranno nel presente. Rogero sarà sempre in Albania? E Ri ccardo in tutto questo rivolgimento dove mai s i tro verà? Adolfo senza dubbio sarà uffi ciale, ma non ho mai saputo a quale reparto sia stato destinato. Co n un cer to orgoglio penso alla mia famiglia, quat t ro fr a telli e il padre partecipan o a questa guerra!

Stamani nes suna vaccinazione In compenso è venuta Micaela allegra e sorride nte a portarmi le prime ci liegie del suo g ia rdino . Si è mostrata più espansiva del solito ed io ho credu to bene d i ro mpere gli indug i. Con molto tatto e delica tezza nel ringraziarla dello squisito dono, le ho fatto comprendere co m e mi se ntissi a l ei l egato da un sentimento fraterno, considerandola come una mia sore llina minore che ha cura del fratello maggiore. Poi quasi distaccato da lei so ggitmsi: «Chissà m ai dove sarà la mia sorellina dopo la g u erra, quando io mi troverò in una lon tana nostra colonia, dove ho intenzione di trascorrere l a maggior parte d ella mia carriera militare? »

«Davvero?», mi ha risposto lei un po' conturba ta.

«Così è, Micaela, della nostra civiltà ne ho ab b astanza, voglio recarmi fra gli inc ivili! Ricordati però che se un giorno , come ti auguro, ti sposerai, e se lo des ideri, dovunque io mi tr ov i verrò a ll e tue n ozze come testimone>> . Non ci dicem mo altro, credo che abbia ben comp r eso, e ci salutammo co n la so l i ta affet t uosi tà.

31) Da Digna n o, dove ci eravamo recati per le vaccinazioni, siamo ritornati con "le pive nel sacco" giacché non una p ersona si è presentata. Altra "ira" del

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Tra dotto le t te ralm ente: "La donna è la fe mm ina dell'uomo".

medico distrettuale, che, non trovando persona migliore a cui rivolgersi, minacciava il pie vano delle più gravi pene contro quel comune. Come me la ridevo!

A Dignano ho visitato una filanda che fu nzi ona per conto dei germanici e alla quale è preposto un sottufficiale Una filandiera, con molta circospezione, mi ha dato una matassa di seta con la quale ci farò fare dei calzini, di cui sono rimasto quasi sprovvisto.

Credo di non avere ancora accennato che il Comando, nell'aprire l'ambulatorio per i civili nei locali della "marode visite" ave va anche disposto una tariffa per le prestazioni, che avrei dovuto versare ogni me se alla cancelleria dell'ospedale.

Mal sopportando questo nuovo sopruso ve r so la popolazione, d'accordo con il sindaco, si ampliò notevolmente il numero degli iscritti nell'e lenco dei poveri, in modo da non dar sospetti, e così gli introiti a me versati furono addirittura irrisori.

Inoltre, tanto io che Campagna avevamo fatto conoscere che eravamo disposti ad eseguire le visite ambulatoriali nella stanza adibita alla nostra mensa, dove ne ssun austriaco si cura mai di metter piede.

Oggi sono andato in cancelleria con il modesto peculio e l'ufficiale dell'amministraz ione mi ha detto che d'ordine del comando di Udine dobbiamo versa re anche i proventi delle visite domiciliari, e, detto questo, mi fornisce anche il tariffario 13 !

Questo è il colmo, mi metterò d 'accordo con Campagna, in modo che fatta la legge ... con quello che segue.

13 CG, FCl, ques to il tariffario co nservato dal! ' Autore. "Ta ri ffa per trattamenti medici fuori del luogo. Tn S. Daniele 3 Kr.; A S Danie le a casa 3 Kr.; 1n Villanova 10 Kr.; A Villanova 10 Kr. ; In Rag ogna 1 O Kr.; A Ra gogna 10 Kr.; A S. Tomaso 10 Kr.; In S . Tomaso 10 Kr.; Prestaz ione di parto con le tenaglie 50 Kr. Per altri luoghi le r elative ta riffe sono da domandare in canceller ia. Gl'importi incassa ti so no da segna re sul pas t;aporto".

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Giugno

La battaglia del solstizio

1) Caldo eccessivo . Vaccinazioni da solo a Carpacco. Per la prima volta ci è sta to pagato lo stipendio con i "Buoni di cassa della Banca veneta dei prestiti" in sostituzione delle corone che non hanno più corso l egale nel territorio inv aso. I buoni, tutti di carta, sono del valore di Lire 1, 2, 10, 20, 100 e dicentesi mi 5, 10, 50. Così ho avu to 194 Lire di queste porc he ri e al posto di 183 corone .

Con lo stipendio ci è stato rinnovato il "Passirchein mit begleit- mann" (lasci apassare con soldato d'accompagnamen to) a tergo del guale vi era un mode llo da riempire ogni volta che facevamo una visita, annotandovi l'onorario percepito!

Alla cancelleria è addetta un'occhialuta trie stina che ci ha consegnato il lascia passare con la relativa annotazione. Io e Campagna abbiamo fatto le più ampie riserve circa l'ono rario che ci è sta to impos to ed il relativo versamento e sogg iungiamo che avremmo interpellato il nostro collega capi tano Annibaldi per sapere se anche lui avesse r ic ev uto un tale ordine. «Xé vero» ha risposto indispettita l'occ h ia luta «Xe l'ordine de la Kommandan tur!» .

Pe r la prima vol ta vedo sb uffare Campagna, che come me odia i triestini asse rviti al n ostro nemico e maggiormente quelli che si trovano nel terri torio inva so. Così, con tono risenti to e nel suo pittoresco dialetto, non comp reso cer to da l la scrittura le, dice irritato: <<A ggio a parlà co' lu Comandante! ». Ce ne rito rniamo stizz iti in ospedale e subito scriviamo ad Annibaldi.

2) Con immensa g ioia, dopo lunghi mesi di a ttesa, ho una cartolina della mamma del 24 Aprile, respinta mi dal Lager 1 In essa mi dice che da medici rim-

1 CC, FCl, Agnese Giannotti, ca rtolin a p.g. , 24 Aprile 1918, "Dino carissimo, Sono t orn ata ie ri da Firenze. Anda i per s tarci due o tre giorni e ci sono rimasta un a settimana . La De lia ci si trat terrà altr i ot to giorni . Tut ti i p a renti ti ricordano e salutano. Si sono avute tue notizie per mezzo di due medici rimp a triati ed ora si conosce la tua n uova residenza. Puoi immaginare se facciamo il possibile per il t uo rimp a tr io La t ua 5° le ttera d el 15 M arzo s i è ricevuta da qua lch e giorno abbasta n za so ll eci ta

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patriati hanno appreso la mia nuova residenza e che s tanno facendo pratiche per il mio rimpatrio. Su ciò non nutro alcuna fiducia e speranza, a parte il fatto della difficoltà di riuscita, vi è la circostanza che trovandomi in mezzo alle operazioni dell'esercito nemico il Comando, senza dubbio, non darebbe l'autorizzazione.

Ho appreso inoltre che Rogero è sempre in Albania, mentre Riccardo e Adolfo sono sul Piave. Che l'Onnipotente li prot egga .

3) Chissà mai cosa avrà riferito la dannata triestina a l Comandante! Stamani Kublic ci ha chiamato nel suo ufficio e senza tanti preamboli, in tono che non ammetteva repliche, ci ha detto che dobbiamo eseguire gli ordini ricevuti e trascritti nel "passirchein". Come se non bastasse ha soggiunto ch e uno di noi doveva prendere in consegna un reparto di militari feriti, mancandogli per alcuni giorni l'ufficiale medico addetto . Dignitosamente, e con calma, in parte in italiano e in parte in tedesco, gli ho fatto presente che ci rifiutavamo del tutto di curare i feriti dell'esercito che combatteva contro di noi, questo lo sancisce la Conve nzion e di Ginevra, la quale ammette so lo la cura e l'assistenza ai feriti nemici sul campo di battaglia.

Ne è rimasto seccato e sdegnato, tentando di sviare l'argomento e pur ri conoscendo giuste le mie argome ntazioni ha pregato quasi con umiltà "l'He rr Kollege Campagna" di dare ogni mattina uno sguardo al reparto dove gli infermieri avrebbero provved uto alle medicazioni. Campagna attendeva un mio gesto di approvazione o meno, ma volutamente ho lasciato che se la sbrigasse da sé. È venuto ad un compromesso, nel senso cioè c he non avreb b e mai messo le mani né un ferro chirurgico su di un so ldato e che si sarebbe limitato ad osservare i casi più gravi, riferendone poi al comandante. Così ha accettato l'ingrato incarico, mentre io lo stuzzicavo dicendogli: «Ora potrai accostarti alla Schwester per la quale giorni fa avevi mostrato tanta ammirazione! ». «Sei anche te nu fetente! », ebbi per risposta.

4) Da oggi la razione individuale di granturco per la popolazione è stata ridotta da 150 a 100 grammi giornalieri, mentre continuano a requisire le vaccine!

Anniba ldi ci ha subito risposto dicendoci che a lui non è stato dato alcun ordine circa quanto gli si chiedeva. Supponendo che ciò s ia stato imposto unicamen te a noi per una manovra non ben chiara del nostro Comandante, domani chiederemo di poter conferire con il Comandante del Distretto .

in confronto alle altre, ma la 1° e la 4° non s i sono ricevute. Siamo tanto spiacenti che ti vengano manomessi i pacchi, tanto più ora che non possiamo spedire che due volte al m ese Lettere non possiamo scriverne Sono so la con p apà, gli assenti tutti bene, domandano tue notizie e inviano car i saluti Insi eme a papà ti abbraccio forte e ti bened ico Tua , mammina".

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Si dà per certa l'offensiva austriaca su l Piave per il 9 o 10 di questo mese. Si vivono ore a n gosciose, molta truppa transita verso la line a. Dio protegga l'Italia.

In tanto i dannati germanici so n o di nuovo sulla Marna!

5) Tra gli ufficiali medici dell'ospedale militare v i è l'Oberarzt Lutz, boemo, con il quale spesso mi intrattengo a chiacchierare. Ha una buona e so lida cultura scientifica, si è l aureato circa otto anni fa a Vie1ma . È specializzato in psichia tria, e a tal proposito ci parla delle nuove teorie del prof. Freud, di quella Un ivers ità, a noi del tutto s conosciute.

Stamani, mente io e Campagna andavamo dal Comandante del Distretto, abb iamo tro va t o Lutz, e data la buona familiarità che abbiamo con lui, gli abb iamo spiega t o il motivo per cui desideravamo conferire con il Com andante. Lutz ci ha assicurato che tale ordine è giunto dal Comando di Armata (quella di vo n Boroevic2) e ch e s i riferisce anche agli u fficiali med ici austriaci che prestano la loro opera alla popolazione . Con rincrescimento e amareggia ti ab biamo dovuto desistere dal nostro proposito .

Anc he per cons iglio di monsignor Grillo e di Corradini, onde evitare il peggio ai civili e a noi stessi, ci so ttom e tte remo a tale angheria, cercando con accorgi ment i di non far gravare la nostra opera ai bi sognos i.

A pprendo dal nuovo ca pp ellano militare venuto da Ta rcento come in questa locali t à e al trov e gli ufficiali medici italiani escono per le v isite se n za sc orta. Di questo n e parleremo domani con il Comandante.

6) A rapporto ne abbiamo infatti parlato, chiedendo di poter conferire in me rito co n il Comandante del D i s tretto. Kublic si è meravi gliato della nos tra indag ine, dandoci l'assic urazione che se ne interesse rà lui dire ttamente . Senza dub bio non ne faremo di nulla e il " morgen " e l' " ubermorgen " si ripeterà fino a nausearci . " Domani", "dopodomani" è la loro risposta ritual e, e così all' infinito!

Ne lla formale gentilezza dell'ufficiale di carriera, Kublic non è d a meno di Czabo.

7) Visite con la so lita carretta sgangherata a Villanova e a Murris, dove tro vo un po' di conforto e soddisfazio n e in mezzo a questa popolazione così g entile ed os pitale. 1 medicinali so n p er finire, e Corradini ha potuto averne solo

2 L'au tore si rifer isce al Feldma resciallo Svetozar Borojcvié von Bojna (1856-1920) Comba ttè sul fro nte orientale al comando della III Arma ta (1914) L'a1u10 s u ccessivo verrne trasfer ito sul fro nte ita liano, assumendo il co mand o d e l settore d el l' Iso n zo e s u ccess ivamente prese il controllo di tu tto il fro nte su d occidentale, o rganiz zando la Battaglia del So lstizio del Giugno del 1918, i cui preparnbv i sono desc ritti dall'autore del diar io

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un'esigua quantità da Udine . Da lui apprendo che in quell'ospedale civile vi sono alcuni ufficiali medici italiani, di cui un toscano.

8) Le solite voci assicurano che a giorni gli austriaci inizieranno la loro offensiva sul Piave, alcuni anzi soggiungono che sarà domani. Dai bollettini di guerra risulta che s i stanno ritirando in un settore del Trentino . Fina lmente anche Metella si è fa tta viva! Ho una sua lettera de l 2 Ap r ile che mi arriva dal Lager, per la maggior parte cancellata dalla censura, non so se nostra o austriaca . Chissà mai cosa vi sarà sta to scritto sotto il nero c h e ha coperto l e parole. Mi è molto g ra t a e nello stesso tempo felice per la le t tera che Le h o fatto recapitare da un ufficiale rim p atriato. Si mostra più serena e tranquilla n o n sapendomi rinchiuso in un campo di concentramento . Prima di avere la notizia del mio trasferimento aveva spedito alcuni pacchi con generi a l imentar i e bi ancheria, ch e senza d u bbio saranno andati in altre ma n i. Come rispondere a lei e alla mamma quando non ci è dato di comunicare un giusto indirizzo per ricevere la corrispondenza?!

KOLOSSAL. . . ! Attacco di sottomarini germanici alle coste del Nord America3!

9) Il medico distrettuale è sta to t rasferito al fron te e quindi da domani eseguirò da so lo le vaccinazioni, che tra l'a ltro mi servono di distrazione e per intrattenermi con la gente di diversi paesi, che dov unque è vessata e spogliata . Nel pomeriggio mi sono reca to a visitare un bambi n o ed ho trovato la madre "affaccendata" con uno "sciavo" (così vengono chiamati nel Veneto fin da l ungo tempo quelli di Schiavonia4, infa t ti a Venezia vi è anche la Riva degli Schiavoni) e n ell'e n trare sentii d i re a l figlio di "salutare il papà che se ne a n dava". Uscito lo "sciavo" non po tei fare a meno di rivo l gere dure parole a quella donna, ricordandole tra l'altro che aveva il marito al fronte. Costei mi s i r ivol tò come una vipera, d i cen dom i sdegnata che ben pensass i ai fatti miei, altrirnenti ne avrebbe riferito al Comando, avendo io anche insu ltato l'esercito austri aco! Così mi a p ostrofò la spudorata!

Un vecchio parroco, mi sembra quello di Murris, a cui avevo fatto presente la sca n da losa condotta di alcune d01m e, mi rispose che p u rtroppo succedeva più spesso di quanto avrebbe vo luto.

Per scusare in p arte le sue pecorelle smarri te soggiunse : «Ricordi che il Friù li, specificando l'accentazione sulla "u" perché deriva da Forum Juli, da secoli è

3 L'unico attacco conosc iuto di sottomarini tedeschi contro gli Stati Uniti è avve n uto il 21 Lug lio 1918 ad Orleans, Massachussets ad opera dell'U-156, co mandato da l Kapitarùeutnant Richard Fe ldt. Lo s tesso sottomarino compì s uccessivamen te un'incursione in Canada, per poi tornare verso l'Europa. Fu pro babilmente d istrutto da una mina nel Mare del ord, nel Settembre del 1918. Regione stor ic a attualmente in Croazia.

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stato la porta d'ingresso delle invasioni barbariche prima, e poi di altri popoli a ttirati dalla feracità, dalle bellezze e dal clima di questa regione e di tutta l'I talia. Fin da allora», mi disse con voce mesta «avvenne "un commercio" d'ogni genere tra gli invasori e la popolazione. Le donne di oggidì per motivi ancestrali, o per meglio dire già noti alle loro ave, non si comportano diversamente ». La spiegazione così semplicista del servo di Dio non mi persuase e ques t'oggi ne ho avuta la r iprova con lo "sciavo".

13) Pioggia quotidiana e vacc inazio ni a Susan. Dal "Diario Clandestino" di Corradini:

Il maggiore von Kirchbach (germanico) resse il comando dell'occupazione fino al 17 Dicembre 1917. Si mostrava animato da senti menti civili, era garbato, facile alle prom esse , alieno dal mantenerle e dal soddisfare alle ri chieste, era tutto dedito alla spediz ione di pacchi postali alla sua famig li a, fa tti con cassetti della nos tra mo bilia, riempiti di alimenti e di biancheria saccheggiata.

Reclamammo la fine de l saccheggio permesso da ll'al to p er 48 ore alle tmppe d'arri vo, ma i nuovi arriv i si ripe te vano giornalmente per l'avanza ta s ul Piave, in modo che le 48 o re dura rono tutto il mese di Novembre e di Dicembre. Terminarono, cioè, quando nei n egoz i, nei magazzini e case a bbandonate n on vi era più nulla da rubare . Occupava la soldatesca quei loc ali distrugge ndo mobilia e serramenti per riscaldamento, sa tolli e impinguati di carne di maiali rapinati, ubri achi fradici coi nostri vini, tutto lordando e infettando gli ambienti d i scabbia e di pidocchi.

Reclamammo inutilmen te la chiusura notturna delle porte d'accesso dell e case abita te, ch e dov evano rimanere aperte per il libero accesso ed alloggiamen to, a nc h e forzato, p e r g li eve ntuali a rrivi notturni di ufficiali e gradua ti.

Ca ttivo e brutale sangue non mente, le angherie e le rapine consumate a S Dan iele e altrove non fur ono dissimili da qu e lle nel Belgio e che profondame nte co mmo ssero l'opinione pubblica di tutto il. mondo. Prosegue il diario :

D e l brutale fratello d'un deputato del parlamento ger mani co, maggiore co nte Carmer, comandante local e dal 23 Dic embr e a l 15 Mar zo 1918

Informato dell'indole buona d egli abitanti dal crudele capitano Lo tz (soprannominato dai nostri Barbarossa) a lto, sne llo , da g li occ hi piccolissi mi e chiari da ucce llo rapace, con lun go pizzo rossastro e baffi cadenti, di conser va con il comandan te, iniziano , in tutti i s uoi p articolari, il trattamento fatto dai germanici nel Belgio occ up ato.

(An che Corradini ricorda come me g li o rrori compiuto s ull' ero ico popolo belg a)

La concussio n e morale è la prima applica ta, i l co mand ante non è access ibil e a ness uno, il sin d aco, l'arciprete non sono ricev uti che rarissime volte, motivando

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l'udienza che in massima parte viene respinta. All'arciprete si ritira il già concesso permesso di a ndare a Udine e il permesso notturno di circolazione, altrettanto poi tocca al sindaco. Si rubano alla bibli o teca comunale più di 70 vo lumi antic hi , mettendo tutto il resto a soqquadro

Poiché la popolazione per tante angherie protesta ed è irritatissima, il bnitalc Carme r infligge una seconda multa di 20 mil a marchi, pari a 36 mila corone, al co mw1e, in1prigionando il sindaco e o tto consiglieri che vengono liberati allorché il maggiore Carmer lascia il comando ed il paese, saccheggiato, impoverito e rovinato!

Dopo tutte le infamie e le barbarie commesse dall' ese rcito, ovunque s i è insediato, per il benessere dell'umanità mi auguro si avveri il detto "Germania delenda est! ".

14) Vaccinazioni a Murris ch e sospendo quasi s ubito per un incidente occorsomi e se sono ancor vivo è un vero miracolo. Avevo appena iniziato le vaccinazioni e la sala era piena di bambini e di adulti, quando una trave cade impro vvisamente dal soffitto. Fortunatamente non ha colpito nessuno, soltan to io ne sono stato sfiorato alla testa, riportando un bel bernoccolo che tuttora mi duole.

Rice vo dal Lager una cartolina della zia Vittoria del 15 Gennaio\ mi di ce di aver provveduto per l'invio di generi alimentari dalla Svizzera. Il suo affettuoso pensiero a nulla mi servirà, che i pacchi prendono volutamente un 'altra strada.

Ricevo poi una letter a di Geneviève, familiarmente chiama ta inj, questa fa seguito ad una precedente di circa un mese fa. Si duole di essere sta ta un po' severa e cattiva con me nell'altra lettera, mi chiede scusa e attende mie noti zie. Verso le 20 si è iniziato un intenso fuoco di artiglierie che ben si ode anche da S. Daniele. Che sia iniziata l'attesa offensiva nemica?

15) Sono anda t o a Ragogna p er le vaccinazio ni , ma sono ritornato qua si subito. on si è presentato nessuno. La ma ggior parte degli uomini è dovuta andare ad accompagnare le ultim e va ccine " rapinate" e il rim anen te della pop o lazion e, profondamente amareggiata e rattristata, non aveva cer to vog li a di farsi vaccinare! Quanti lamenti ho udito!

' CG, FCl, Vittoria Chiari, cartolina p.g., 12 Gennaio 1918, "Caro Dino, ricevei il tuo telegramma, e dietro quanto mi chiedevi ti ho spedito un pacco con tabacco, riso, carne conservata, latte e 1 paio calzerotti. Spero ti arriverà tutto in buono stato, ma non prima di un mese; ho dovuto far l'im·io a mezzo Croce Rossa, perché non mi era possibile in altro modo. Abbiamo av uto tue notizie da p.ipà che è venuto dli<' o tre volte a Firenze; ci fa ta nto piacer e di sape re che la tua salute è buona e chC' ti trovi abbastanza contento. Noi qua stiamo lutti bene; spesso ti ram.m<'ntiamoe ricordiamo i bei tempi pas~ati. La Nella m'incarica di dirti tante co~c, presto ti scriverà essa pure. Dacci spe~~o tue notizie che rice,·eremo con molto piacere. Lo zio Vittorio m'incarica di salutarli; anche Maddalena vuole esserti ricordata. A casa Giannotti tutti e tutto bene, speriamo che seguiti così. Aspettiamo Ugo fra giorni. ln attesa di legge rti ti abbraccio la tua, z ia Vittoria".

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Il cannoneggiamento iniziato ie ri sera è durato tutta la notte, stamattina, e buona parte del pomeriggio.

Concilia bolo con Corradini, monsignore e don Valentino a cui partecipa anche Campagna, eccitatiss imo. Ormai più non dubitiamo che le truppe nemiche stiano sferrando una poderosa offensiva per varcare i l Piave. Decidiamo di oste ntare nei confronti del nemico la massima calma ed imperturbabilità, di accos tarsi ancor di più al popolo perché non dia segni di preoccupa zione e di s tanchezza, e, nel limite delle nostre possibilità, di proteggerlo da eventuali magg iori soprusi dell'invasore.

Alle 22 circa, mentre con Campagna si sta prendendo il fresco dinnanzi all' ospedale, giunge la notizia che gli austriaci hanno infranto la res is tenza delle nostre truppe sul Piave. Non vi prestiamo fede, nemmeno quando, sop raggiunto il tenente farmacista ungherese, ci annuncia con aria baldanzosa che era stata occupata Treviso. A suo modo di vedere l'Italia sarà ora costretta a chie dere la pace! Seccamente gli rispondo che l'Italia possiede ancora tanti uomini, tante armi e una gran quantità di grano che le permetterà di continuare anco ra a lungo la guerra, mentr e può darsi che l'Au stria non si trovi in queste condizioni. Comunque è ancora troppo presto di parlare di un'assoluta vittoria sull' Italfa. Ha avuto il buon senso e la cortesia di non replicare, andandosene per i fatti s uoi, mentre Campagna non cessava di ripetermi: «Sti fetentoni, sti muorti e' fame!» .

16) Vaccinazioni a Ragogna.

Né i giornali austriaci né la "Gazzetta del Veneto" fanno cenno ai combattime nti che si sareb bero svolti ieri, il che mi fa presumere che gli austriaci ab biano trovato una bella resistenza.

Sono alquanto addolorato per il ritorno in pa tria del mio "begleit-mann" che da circa due mesi mi accompagnava nelle visite ai malati. Si tratta del caporale Ferdinando Racema, di 54 anni, nato e domiciliato a Grado.

Umile e ormai canuto pescatore di se ntimenti italianissimi, entrato con me in confidenza, non nascondeva il suo livore per l'Austria, deprecava la guerra e auspicava la nostra vittoria . Di leva fece il suo servizio a Graz dove, mi dicev a, gli italiani erano mal visti. Da più di tre anni è stato richiamato alle ar mi ed essendo sprovvisto della maggior parte dei denti fu giudicato non idoneo a ll e truppe di prima linea. La sua famiglia, che viveva della pesca, ora langue in miseria e sarebbe ben lieto di tornare nella sua città, in mezzo alla sua laguna

P arla perfettamente il v eneto, non conosce una parola di tedesco, se si eccettua la fraseologia e i comandi militari, tanto che più di una volta ho dovuto fun gere da interprete allorché qualche ze lante gendarme o qualche ufficiale, trovandoci per strada, lo interrogava, chiedendogli spiegazioni e documenti.

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In sua compagnia mai ho sentito l'umiliazione e l'onta della scorta . Uomo semplice, dabbene, anch e se del tutto analfabeta e se le sue cog nizioni del mondo non sconfinassero dal suo mare e dalla sua laguna! Il mio buon ricordo e augurio, caro Racema!

Il cannone ha tuonato e tuona incessantemente.

17) Sta mani avrei dovuto iniziare le vaccina zioni a S. Daniele, ma per un malinteso, dice Corradini, sul g io rno stabilito, nessuno è venuto. Ha nno da pensare a ben altro!

M i reco così dalle "zie" e dalla s ior a Teresute che da tem po non ve d evo. Sono allarmatissime, sconfortate per le voci che corrono, e cercano di prendere un p o' di coraggio e di speranza da me, che sono ot timista e fid ucioso nelle armi italiane.

Semp re p iù vio l ento ed intenso si ode il cannoneggiamento e circo l ano le voci più disparate. È un continuo formarsi di capannelli in cui si sussurrano le più strampalate notizie. Gli austriaci passando tendono gli orecchi, ma al loro avvicinarsi s i parla del te mpo e della campagna .

A bu o n conto gli austriaci, forse ad a rte, spa rgo no la voce che il loro esercito ha sorpassato Treviso di ben 60 chilometr i. Ma a JJora perché non parlano di Mes tre e di Venezia?

18) Vaccinazioni a S. Tomaso, dove sono s tato in v itato a pranzo da "chez Elle". Ne sono uscito indifferen te, nono s tante la su a cordialità e soprattu tto per aver gustato dei " risi e bisi" (riso con piselli) eccellenti e d un al trettanto eccellente "pi ta lessa" (pollo lesso) con un 'eccellent e salsa . Costei deve tener ben nascoste le sue provvis te alimentari e le s u e bottiglie di buon v ino! Credo che di questa ambigua e nevro p atica cinquantenne, che dice di essere oriunda francese, ne dovrò riparla re al tre volte .

Finalmente nella "Gazzetta del Veneto" si le gge il comunica to a u striaco sulle operazioni al Piave . In esso si dice che le truppe a u striache in alcuni punti hanno forzato il Piave, impossessandosi successivamente del Montello, mentre hanno dovuto abband o n are le posizioni di monte Raniero ed a ltr e sull'a ltipiano dei Sette Comuni, il nu mero dei prigionieri cattura ti è di 21.000 uo mini. Da un graduato austriaco apprendo che Treviso fu occupata per breve tempo, ma fu poi abbandonata per le sanguinosissi m e perdite. Da Udine sono giu nti a S. Daniele una gran quantità di feriti. Sembra che da ambo le parti la lotta sia stata asperrima e che il nemico sia sta to duramente colpito .

19) Vaccinaz ioni a Giavons dove mi si stringono intorno per conoscere i risultati della battaglia ed i l mio pe nsiero sull'avvenire . Questo lo sintetizzo affer mando che co m e nel 1917 l'eserc ito italiano im.pedì il p assaggio del Piave,

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a lt rettanto a v verrà nell'attuale momento, e non sarà lontano il giorno in cui sarà liberato tutto il territorio inva so 6

Ritornato a S. Daniele appre ndo che la tan to famosa e strombazza ta offensiva s i è ridotta ad un ve ro dis a s tro con una di s illu s ione se n z a pari n el n e mi co ! Lo stesso comunicato a ustriaco dice che le truppe non hanno potuto varcare il P iave, ma s o lo guadagnar e un po' d i ter re no s ul Monte llo. Tale circos tanz a è co nfermata da alcun i borghesi di ritorno da Udine, dove gli ospedali rigurgitano di fe r i ti e d a nche a lcuni militari aus triaci un po ' chiacchiero ni s i sono lasci ati s fuggire i l mancato successo d e ll'azione e l'amare zz a d e ll'insuccesso, ché e rano ormai certi di aver via libera almen o fino a Venezia .

Be n si scorg e l'umore tetro, depresso, rabbio s o degli ufficiali! Erano talme n te certi di sbara g liare l'esercito italiano che a S. Daniele come altrove hanno fatto s ospend e re l a co nfe zio n e di bandi e re au s tro - ungariche che s arebbero s erv ite a glorificare la v ittoria!

Or mai tutti so no a conosce n z a del g ra ve s ma cc o s ubito dal nemico e d è inutile ch e mi a tt a rdi a descri vere la gioia e l ' e s ultanza della popolazi o ne , forzatame nte contenuta dentro i loro cuori.

C a mpagna, riferendosi a l tenente farmacista che l'altro giorno ci parl a va della n os t ra tre m e nd a s confitt a, mi dice: «Ora l'aggio a s fru g uglià, s to fetente! ».

Da don Valentino apprendo che un ufficial e oriw1do polacco gli h a confidato e c onfermato la lor o di s fatta e le loro in g enti perdite. Solo a Udine s ono stati tra sporta ti oltre 15 .000 feriti. H a pure precisa to c h e il num e ro d e i nos tri prig io nieri è di mo lto infe riore ai 60.000 come era sta to annunziato d a l loro comuni ca to.

A c oron a r e la m ia e sultanza mi giunge una lettera di Me tella e due da l babbo, una è addirittura de l 3 0 Ge nnaia7 (!! ) e l'a ltra del 4 April e . In que s t'ul-

" Q u es ta n ota s i tr ova ripo rt ata da ll ' a utore nel d iari o, scritta an n i dopo ri spetto a lla redazione del manoscr it to.

NOTA POSTUMA AU M EMOR IAM: Nella battagl ia s ul Mo nte ll o d i c u i p a rl a il bo ll e ttin o a u s tri aco, detta poi "de l so ls ti zio" (1 5 Giugno) cadde mi o fra te llo Ricca r do di 26 ann i, t en ente effe tti vo d i a rtiglieria, la Ll re ando in ingegneria a Torino Egli si trovava all'osservatorio sul Montello q u ando una grana ta spazzò in pi e n o l' osservatorio, colpe n do m o r tal m e n te Ricc ardo ed al tri m ili tar i. T ra i p oc h i supe rsti ti v i fu il s u o attend e n te a cu i fu imped ito b rut a lm e nte d i accostars i a l pro p r io u ffic iale e d i recuperare gli oggetti che aveva indosso . fo n fu mai rintraccia ta la salma, né si conosce d ove sia sta ta sepolta . Ne l 1920 m i riuscì fa ti cosamente d i ind ividua r e l'a ttend en t e, a r tigliere Gi lb erti d i Ciano d'Enza, d al quale ap presi i pa rti co lari de ll a glor iosa fine d i mi o frate 1Jo . Nel P ol itecni co di Torino è inciso i l Su o n o m e un it a m e nt e ag li a ltr i s t u d e nti ca du ti p er la Patri a . J el 1921 d alle man i d i S. E. Boselli mi f u consegnata la laurea in in gegne ria "ad ho n orem" . Straziante ne fu l'annuncio alla ma mm a

7 CG , FC 1, Ben ven ut o Gia n no tti, carto li n a p .g ., 30 Gennaio 19 18, "Caro Dino, ieri ricevemmo le tu e car toline de l 1, 4 e 24 Xmb re. Poco pe r vo l ta s p edi amo ciò c he h ai richies to. Mi sono in te ressa to di casse tta, di assegni e promozione Bezz in a pa rl ò con Benede tto frate lli tu oi bene: a t tendo Riccardo nel mese Febbraio Rogero co ntento p ro camb iamen to Ado lfo dimani par te per la campagna napoletana. N ulla di n uovo in fa m iglia A tte nd o auto riz zazio ni tu e p er cassetta e assegni. S p edito d en ari , tabacco e pane Mamma, De lia ti bac iano fo rte ins iem e a m e. Tuo p appà".

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tima mi si dice di avere buone speranze per il m i o rimpatrio. Non mi faccio illusioni.

20) Vaccinazioni a S. Daniele dove non viene quasi nessuno.

Hanno ripreso coraggio e fiducia, ignorano l'ordine del Comando, preferiscono raggrupparsi per commentare gli ultimi avvenimenti e a bene sperare in un molto prossimo futuro. Esorto però a non dar segni di esultanza troppo palesi affinché non venga inasprita la l oro già grave situa zione.

Da poche settimane è giunto il nuovo co mandant e di S. Daniele, conte Aberlard Alb erti, che ha riconfermato Corradini nella carica di sindaco. Or iundo del Trentino, a quanto mi dice lo s te sso Corradini, è di modi gentili, si mostra comprensivo, pur dovendo essere esecutore fedele degli ordini superiori nel trattamento coi vinti. In questi giorni se ne sta rinchiuso nel suo ufficio ed ha sospeso qualsiasi udienza.

21) Vaccinazioni in paese con lo stesso risultato di ieri. Come già detto alcune volte la "Gazzetta de l Vene to", oltre al comunicato austriaco, riporta anche quello italiano. Così, in quello austriaco del 19 si legge che le loro truppe hanno passato in alcuni punti il can ale della Fossetta e di aver respinto i nostri vio l en ti attacchi sul Montello, presso Asiago e Dosso Al to, affermando che Treviso è se riamente minacciata. In quello nostro si parla di una vigorosa difensiva sul Piave, di aver conquistato s ull 'altopiano di Asiago Pizzo Reazza, le a lture di Sasso e Costa Lunga. Oggi sono state arrestate due donne dalle cui abitazioni erano scappati dei loro congiunti prigionieri. Incerta e grave è la loro sorte!

22) Finite le vaccinazioni antitifiche, in tal modo potrò accudire maggiormente i miei malati.

Gli ufficiali austriaci non hanno più quell'euforia e quel distacco da tutti e da tutto, come lo avevano in passato. Non è difficile leggere in l oro le preoccupazionj ed il disagio del momento . Inoltre dai comunicati austriaci s i ha l'impressione che l'offensiva non sia più dalla parte loro, ma dei nostri, che sferrano continui e poderosi attacchi.

23) Il cannone, che da un paio di giorni ta ceva, si è fatto nuovamente riudire, continuano i nostri energici contrattacchi, ed anche il comando austriaco parla di nessun progresso delle loro truppe.

La "Neur Frei Presse" riceve dal quartiere della stampa presso i l Comando una comunicazione nella quale si parla e s i blatera del trattamento barbaro (sic) usato ai loro prigionieri in Italia. Tra le loro altre panzane si dice che un loro tenente medico è stato condannato ad un a nn o di carcere duro (pena che tra l'al tro non es iste né nel codice civile né in quello militare italiano!) avendo p ro-

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te stato contro le severe punizioni inflitte ai prigionieri. E dire che fino a poco te mpo fa nei Lager austriaci vigeva il famigerato ed inumano "palo"! Per finire la suddet ta gazzetta riporta che un tenente è stato operato per ben sei volte se nza narcosi. Questa poi è "Kolossal"!

Campagna a tali fandonie esclama, come di solito facevamo alle mense milita ri: «Dallo ad intendere al Kaiser, forse ci crederà!,> , sull'aria di 11 quell'uomo d al fiero aspetto" di "Fra' Diavolo". (Quell'uom dal fiero aspetto non dica fregnacce - dallo ad intendere al Kaiser - forse ci crederà!)

24) Dal ''Diario Clandestino" di Corradini:

Richiedemmo grano al Comando che lo promise appena fosse giunto dalla Romania. Nel frattempo il Comando rincrudiva la crisi co l seques trare tutti i mulini, con l'ordinare che la mietitura e la treb b iatura dovessero farsi sot to la sorv eglianza delle loro guard ie, ]e quali alla trebb ia tura requisirono ed immagazzinarono l'intero prodotto, co ll a minaccia che il trasgresso re agli ordini sarebbe stato giudicato da un tr ibun ale dì guerra. Fra la fame e il carcere tutti sì decisero per quest'ultimo, i macinini da caffè diedero la prima farina, si costruirono poi clandestinamente i piccoli e familiari mulini con due pietre sovrapposte

25) Visita a Susan.

Con meraviglia ed intimo giubilo leggo il comunicato austriaco nel quale è de tto che i nostri violenti contrattacchi hanno portato alla ric o nqui sta di posizi oni perdute, catturando buon numero di prigionieri. Da alcuni giorni il Co mando austriaco, in sos ti tu zione dell'irrisoria quantità di farina di grant urco, distribuisce 300 grammi di pane miscelato di "sorgo rosso" (ci vaglia ch e ser ve per le vaccine) e granturco

Ma come si legge nel diario di Co rradini, sono entrati in funzione i macinini da caffè e rudimentali mulini, il che serve unicam en te per coloro che avevano na scosto del grano, m a quelli che non possiedono o non lavorano i campi si tro vano in ben tris ti condizioni. Come sempre il privilegiato è il contadino, che non disdegna di vendere il frumento a prezzi da strozzino!

Nonos tante le continue lamentele della popolazione le donne di S. Daniele non disdegnano di ballare tutte le sere con gli Austriaci in Borgo Sacco! Un nov ello Savonarola sarebbe subito impiccato!

Senza alcun preavviso è giunto quest'oggi il tenen te medico Costantino Amato, di pretta marca ciociara, in servizio ad Artegna. Riferisce di essere stato inv iato a S. Daniele per prendere accordi con il locale Comand o, giacché tra brev e sarà trasferito in questo ospedale come ch irurgo, mentre io e Campagna an dremo a sost ituirlo ad Artegna 8 Non è per me una notizia consolante, ormai

8 Paese a circa 25 chilometri a Nord Est di Sa n Dani e le del Friuli. 181

qui mi trovo benissimo, ben visto e apprezzato da tutta la popolazione. Amato ci dice che, al pari di altri ufficiali medici che si trovano nel t err itorio invaso, esercita liberamente la professione, senza accompagnamento di sorta e senza obbligo di p ercepire o versare onorari.

Chissà mai perché a noi è riserbato un trattamento ben differente? Credo che la risposta potrebbe fornircela soltanto il comandante di S . Daniele. Partito Amato, a ttendiamo ora gli eventi.

26) Ritengo che il "Gott mit Uns" non s ia so lt an to di marca tedesca, infatti il nostro comunicato che r iport a la "Gazzetta del Veneto" ci dà la consola nte notizia che il nemico è s ta t o ricacciato dalle posizioni occupate al di là del Piave. Ciò è ammesso anche da quello a u striaco, che però specifica che si sono dovuti ritirare a cau sa della gran piena del Piave, che impediva i loro rifornimenti!

Che "Jeova" abbia rinnovato il miracolo del mar Rosso! Le loro perdi t e devono essere stat e molto sensibili giacché da quan t o ho appreso a Udine sono stati impiantati in tutta fretta nuovi ospedali. A ciò fa riscontro la dichiarazione fat t a da vo n Kul mann 9 alla Dieta germanica, in cui ha precisa t o di lasciare all'Intesa di far proposte di pace. Che questi episodi siano il filo conduttore di u na pace non lontan a?

Stamani con Campagna mi sono recato al Comando per ch iarire la nostra posizione circa il soldato che ci deve accompagnare, dopo quanto avevamo appreso da Amato. Poiché il Comandante era assen te ho chies to ad un ufficiale add e tto a l Comando da quale autorità fosse sta t a emanata tale disposizione. Cos tu i, con ostenta ta e superba degnazione, ci ha fatto prendere vision e di una circolare del Comando d'Armata, a firma von Boroevic, nella quale è prescritto che i prigionieri d evo n o essere accompagnati, però è specificato "prigionjeri addetti ai lavori" né fa me n zione degli ufficiali med ici adibiti al servizio civile n e i terr itori invasi.

G li ho fatto allora notare come noialtri medici non poteva m o essere messi alla stessa stregua dei militari di tru pp a adibiti a lavori manuali, tanto più che ci r is ultava che in alcune località vicine e dipendenti dalla stessa Arma t a g l i ufficiali medici si recassero a visitare gli ammalati senza s cor t a. Immerso nelle sue sca rtoffie, e senza a lzare gli occhi, ha sentenziato che eravamo in errore, e quindi non ci è rimasto che andarcene, scontenti e di malumore .

Come se ciò non bas t asse nel pom e riggio il Comandante dell'ospe d a l e mi ha fat t o comunicare che sabato e domenica p r ossima dovrò iniziare le vaccinazioni antitifiche alla popolazione di S . Daniele . Così nella mattina t a di domani mi dovrò recare a piedi a Ragogna per prendere accordi con il sindaco e con il parroco per le iniezioni che verranno esegui t e il prossimo lunedì.

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9 L'a uto re s i rife r isce sic uram e nte a Richard von Kuhlma nn (1 873-1948), diplomat ico te d esco e d a l J9 17 Se greta ri o ag li Ester i, concluse il tratta to di Bres t-Li tov s k il 3 Marz o 1918.

Ritengo che questo speciale trattamento a mio riguardo dipenda dal mio essere " pianta grane", giacché Campagna, pur seguen domi a ruota, se ne sta rinclù uso nel suo guscio e non pronuncia verbo. Si sfoga sol tanto con me a gridare : «S ti pezzi e' fessi, ... a tia, a mamme ta e a soreta!» .

Non ho incassato l'ordine impartito di recarmi a Ragogna "zu fuss", cioè a piedi, che poteva essere dato soltan to ad un "portaordini" Così sono andato dal Comandante e gli ho fatto presente che avevo preso nota delle vaccinazioni da eseg uire, ma che mi rifiutavo d i recarmi a Ragogna se n on aves si avuto un mezzo di trasporto10 • Furioso il nume scattò e vio l entemente mi ingiunse di esegu ire l'ordin e impartitomi.

Rimasi scosso dalla durezza e asp r ezza del suo contegno, che non ammetteva replica di sorta, e non osai dire altro . La mia protesta ormai l'avevo formulata, e nulla riu scend o ad ottenere, già avevo pensato di inviare a Ragogna un infermiere dell'ospedale.

Ricevo una cartolina dalla mamma del 19 Marzo 11 , in essa mi comunica che le Bucelli e mons . Batignani12 si s tanno interessando per il mio rimpatrio . Mi dice anche che mio cugino Vieri Avanzati è prigioniero in Ungheria.

Per placare il mio stato d'animo eccitato mi reco a far due chiacchere dalle "zie" e dalla signora Te res ute, dove trovo Micaela affaccendata a macinare il gra no nel macinino del caffè. Sono accolto con la solita cordiale affettuosità.

27) L'acqua torrenz i ale ch e avrei dovuto prendere se mi fossi recato a Ragogna se l'è sorbita l'infermiere che vi ho inviato. TI Comandante è venu to a conoscenza del nostro colloquio con l'ufficiale dell'amministrazione e si è degnato di farci conoscere che ci avrebbe ricevuto. Siccome sono già in urto con il Coma ndante ho insistito con Campag na che parli lui circa "la scorta". Ho fatica to non poco a convincerlo che prenda un po' sul serio la sua qualità di prigioniero, e gli ho messo bene in testa tutt o quello che doveva dire, e ciò che eve ntualmente avrebbe dovuto controbattere. Comunque, per rompere il gh iaccio, e per dare l'abbrivio a Campagna, ho detto al Comandante come ieri mi fossi recato a piedi a Ragogna sotto un diluvio d'acqua. Compiaciuto di ciò ha avu to la sfron tatezza di dire in pessimo i taliano: «non fare male acqua, militare non paura ».

10 Ragogna s i trova a circa 4,5 chilometri a Nord di San Daniele.

11 CG, FCl, Agnese Giannotti, carto lin a p.g., 19 marzo 1918, "Dino ca rissimo, le tue cartoline ci gi ungono con gran ritardo, stamani una del 22 Gennaio, ma ci confortano i te legrammi. Ci accuora tanto che tu non ri ceva il pane. Abbiamo preso in teressame nto, speriamo dia bu on i ri s ultati e che ti giunga n o almeno rego lari gli altri pacchi. Abbiamo informato Benedetto per me zzo Burelli e G iu sep pe Bat ignani, puoi immaginar e se ques ta cosa ci sta a cuore VieriAvanzati tue condizioni U., a ltr i cugini bene tutti Ri ccardo, Rog ero buone n otizi e A ldolfo ci lasce rà fine m ese Abbracci e baci affettuosissimi tua famiglia. Ti benedico tua, mammina".

12 Giuseppe Batignani, vescovo di Montepulciano -Chius i-Pienza dal 1898 al 1933.

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«Non in Italia», ho soggiunto di rimbalzo, mentre Campagna mi guardava sottecch i e non aveva il coraggio di affrontare la questione per la quale eravamo venuti. Gli ho dato di gomito ed egli, a lzando gli occhi al cielo per propiziarsi gli Dei, ha parlato.

Arric ciandosi gli ispidi baffi alla II guglielmona" e con sorriso sarcastico ha risposto che non poteva assolutamente aderire alla nostra richiesta, e che se altri agisco no differentemente non gli interessava, perché gui comandava lui, e con un gesto ci ha fatto comprendere che il colloquio era finito. Le so lennissime batoste sul Piave senza dubbio lo rendono irascibile e v illano, poiché per lo innanzi ci aveva trattato con una certa gentilezza .

Mentre il bollettino austriaco parla di loro success i sull'altipiano di Asiago, il nostro dice perfettamente il contrar io.

28) E ancora w1'altra "fetenteria!", dice il mite Campagna. Il Comandan te gli ha vietato di uscire anche se accompagnato daJJa scorta. Di solito, anzi di regola, non aveva alcuna difficoltà a che uscissimo a diporto con la scorta, anche se non avevamo vis ite da compiere. Chissà mai perché oggi ha cambiato idea?

Il bollettino austriaco riporta c he hanno respinto violenti attacchi a Col di Ro sso e presso il ponte di Piave. Lo spirito aggressivo e combattivo delle nostre truppe, a Dio piacendo, non è diminuito!

29) Stamani avrei dovuto iniziare le vaccinazioni antitifiche a S. Daniele e proseguirle poi nel pomeriggio a Ragogna, ma, come prevedevo, nessuno si è presentato, né io ho fatto pressione alcuna. Chissà poi perché le vaccinazioni devono subirle solo le persone dai 10 ai 15 anni?

A caratteri di scatola i giornali riportano la sensaziona le notizia che "LO CZAR E LA FAMIGLIA IMPERIALE RUSSA SONO STATI AMMAZZATI", si dice, dai bolscevichi. Mi giunge del tutto nuovo questo appellativo, sebbene già i giornali facessero cenno a gravi tumulti e agitazioni scoppiate in gran parte dell a Russia.

Il bollettino austriaco parla nuovamente di attacchi respinti sul Col di Rosso e sul Piave. Ho ricevuto dal Lager un vag lia da casa e una cartolina dalla mia madrina milanese, che forse ho un po' trascurato. In questa sua del 26 Ap rile 13 ,

13 CG, FCl, Eruica Mendel, car tolina p g , 26 aprile 1918, "Dottore carissimo, ho av ute s u e no tizie da un collega suo rimpatriato il quale mi dice che lei non s i trova più a Sigmungsherberg ma a G e mona. Ho mandato queste novelle a sua sorella c he mi risponde oggi tanto gentilmente. lo, seguendo il consiglio della sig. na Delia, indirizzo q ues ta ancora a S igmundsherberg ma ne invio una con tem poraneamente a Gemona, spera ndo che le arrivi. Oh questa corrispondenza! lo da le i non ho avuta c he una sola cartolina e sono sicura che ella ha sc ritt o molto di più! Ho avute sue nuove sempre dag li a ltri ma come sarei più contenta d i ri ceve rl e direttamente, presto! Mi ricordi un poco, io la rammento, sempre, sempre1 Co n affetto, Enrica M.".

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lame ntandosi del mio lungo silenzio, mi dice di aver appreso da un collega rimpatriato a Milano il mio tra sferimento in queste parti, e che ha creduto opportuno informarne mia sorella.

Il fatto che la corrispondenza mi viene sempre respinta dal Lager mi fa supporre che i miei scritti con il nuovo indirizzo non siano giunti a destinazione.

30) Solito concorso di gente alle vaccinazioni di S. Danie le e di Ra gogna!

Dopo w1a lunga meditazione con C ampagna, a cui sembra essere riaffiorato il sangue vesuvian o, abbiamo deciso di recarci dal Comandante del Distretto, giocando il tutto per tutto, per vedere di chi a rire la nos tra posizione, specie dopo l'u ltimo colloquio con Kublic. Comanda il distretto un colonnello di origine trentina, un irredento! Ma la posta era di una certa importanza! Qui, a proposito di q uesto ufficiale, conviene lasciar parlare Corradini con il suo Diario.

Il comandante au s triaco, colonnello Andreatta trentino, fu fedele esecutore delle s pogliazioni volute dalla 3A Armata, cos tui parla il veneto e compren d e benissimo il friulano Andreatta permise le ruberie n ei campi di grano, l'appropriaz ione arbitraria, non controllata, di tutti i foraggi e della legna nei boschi, per parte delle truppe. Tali ruberie sono continue poiché i sol dati sono tutti affamati, s traccioni, per la maggior parte senza scarpe. L'uffici alità è tutta di b ianco ves ti ta con le nostre lenzuola, bianco pure vestite le innum erevoli sconce datti lografe, arbitre d 'accedere in tutti gli orti, nei vigneti e nei giardini a mangiare frutta acerba e ornarsi di fiori, per poi la sera ubriacarsi elegantemente alle mense ufficiali.

Imperversano bandi ed ordini vessatori, minuti, paurosi, crudeli obbligando gli amminis tratori alla loro applicazione, co n formule seve rissime di p unizioni, di multe, di giudiz i s tatari.

Questo era il clima in cu i il despota assoluto è Andreatta Ciò nonostante eravamo ben decisi a parlare con lui, anche perché, conoscendo egli alla perfezione l'ita liano, non potevano esserc i equivoci o malintesi nella n ostra conversazione. Corradini non era del nostro parere, anzi ci ammonì che con le nostre la gnanze si sa rebbe ottenuto l'effe tto contrar io .

11 colonnello Andrea tta 14 non ci fece fare a nticame ra . Tronfio, pettoruto, decorat o di innumerevoli chincaglierie, ci ha accolto con un gelido sal uto.

Ca mpagna stava già sudando mentre io affrontavo subito l'argomen to con pacata parola, facendo noto come in altre località dipendenti dalla stessa armata gli ufficiali medici si recassero a fare le v is ite senza .il soldato di scor ta . Il colonne llo, aggiustatosi il monocolo ed inarcato il sopracciglio, ci squadra e dice: «Xelo vero ciò? Podria anco sbaliar, ma nol credo» . Concluse dicendo che non essendo a conos cenza degli ordini impartiti in proposito ci pregava di ripassare da lui nel

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14 Si trat ta de l colonnello G iovann i Luigi Andrea tta, na to nel 1859 a Trento.

pomeriggio di domani, che nel frattempo avrebbe interpellato il Comandante d ell'Os p eda le, Kublic. "Ma cane non mangia cane"!

Di lato rispetto ad Andreatta sedeva una giovane dattilografa che al nostro ingresso aveva cessato di scrivere Non potevo scorgerla in viso perché era nascosta dall'alzata della scrivania. Quando nell'atto di uscire dissi sommessamente, ma risentito, in modo che Andreatta udisse: «Morgen, morgen, irnrner morgen» (domani, domani, sempre domani), la dattilografa si spostò ed in essa riconobbi Elizabeth che, posto un dito sulle labbra, mi fece cenno di tacere.

Una volta usciti Campagna, come al solito, inveì con tro Andreatt a con la sua solita frase scurrile: « .in a tia, a mammeta e a soreta !»

Di poi, presomi sot tobraccio e strizzatomi l'occhio, come era s u o u so, voll e sapere se io conoscessi quella dattilografa ed il perché del s uo gesto. Sempre più incuri osito soggiunse, credendo di darmi un consiglio: «G iannò chilla è na ma la femmena, statte accuorto!».

Sp iegai che una volta Elisabeth era venuta all'ambulatorio perché, scivolando proprio li davanti, si era ferita al gomito ed era quindi ricorsa alle mie cure. Da allora l'avevo rivis ta saltuariamente e per tema di" guai" avevo per "viltade" fatto il "gran rifiuto". Elizabeth, di forme giunoniche co n facies adenoidea, non valeva il gioco della candela! Campagna ne fu soddisfatto.

Il governo austriaco è intervenuto ufficialmente con u n com unicato stampa per smentire che le perdite subite nell'offensiva s ul Piave non ammontano a 100.000 uomini come afferma l'Intesa, e che detta offensiva non aveva lo scopo di occupare altro territorio italiano, ma bensì di alleggerire il fronte frances e. Ci vuole una bella faccia tosta!

Ricevo due cartoline del babbo (14/0115 - 12/216) ed una dalla mamma, nella quale scrive che da quando sono partito dal Lager non ha avuto più alcuna rnfa notizia . Ne sono profondamente addolorato. P u rtroppo l'avevo previsto ma non so p roprio come riso lvere l'angoscioso problema.

15 CG, FCl, Benvenuto Gia nno tti, cartolina p.g., 12 gennaio 1918, "Caro Dino. Settimanalmente spediamo pacco nei limiti consentiti. Poco per volta invieremo ciò ch e hai richiesto. Fatto abboname n to pane e tabacco. Difficile inviare formaggio. Rogero, Riccardo, Ado lfo, sta1mo bene e tutti hanno pensiero a te rivo lto. Ti scrissi riguardo assegni dal 77° . Occorre h 1mi auto riz zi per iscrit to il ritiro della somma. Così mi ha comunicato il Deposito. Per le cassette ancora nu lla . Ho app reso e comu n icato alla famiglia Marzuoli la sorte del loro figlio. Scrivimi riguardo Magg.re Fiori to . Avve rtim i se ti giungono i pacchi. Contenti tu sia a ddetto ospedale. Ti bacio insieme a mamma e Delia con h1tto affetto" .

16 CG, FCl, Benvenuto G iannotti, carto lina p.g., 26 aprile 1918, "Caro Dino. Rincrescemi tu non riceva pane per il quale avevo già fatto due abbonamenti. Poco per volta ti sped iremo ciò che hai richies to. Occorre tu mi mandi elenco oggetti con tenuti cassetta con prezzo per rimborso. Già provveduto informare Benedetto a me zzo Batignani che mi ha scritto lettera affeth1osissima. Ancora nulla sapp iamo ove fu tra sporta to Fiorito. Ieri l'altro ricevei due cartoline del 1 e 13 Xmbre Ado lfo è a casa pe r 15 g iorni per malattia ginocc hi o Nu ll a d i grave. Rogero, Riccardo, Mamma, De l ia staimo bene. Feci abbonament o tabacco. Medicinali al prossimo invio settimanale. Già inv iato burro, pasta, riso, latte, a l tri oggetti corredo. Impossibile sped izione scarpe, distintivi, oggetti ta glienti. Ti baciamo tutt i forteme n te. li tuo bab bo"

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Luglio

LaprimaIIspagnola"

1) Nulla da segnalare al fronte, dove sembra che le posizioni siano statiche. Il colonneHo Andreatta, da cui ci eravamo recati, ci ha fatto dire da un suo uff iciale che ancora non ha potuto parl are con il nostro Comandan te e che ci manderà a chiamare non appena avrà conferito con Kublic. "Morgen, morgen, immer morgen"!

Intravedo Elizabeth che abbozza un sorriso a cui, sdegna to, non rispondo . Cam pagna, nonostante il suo giud iz io su di lei, vorrebbe che le parlassi per conoscere come la pensi And reatta, o quanto meno se effettivamen te si occupa della nosh·a richiesta.

«Campà, chilla è na ' mala fem mena, nu' me fido! Po trebbe essere, anzi lo sarà, l'amante di Andrea tta e no n vo rrei me t termi in mezzo a guai o pasticci che mi possono pregiudicare. Ti confesso che in questi ultimi giorni, da quando a bbiamo avuto il n ostro primo colloquio con il colonnello, quando mi reco all' amb u lator io mi ritrovo Elizabeth sempre dinnanzi . Potrebbe anche darsi che ella voglia parlarmi di quanto ci interessa ma conoscendo l'animus del prin cipale n on int endo correre a vventure di sorta» .

2) Nei giornali v ie n e smentita l'uccisione dello Czar e della famiglia imperiale ; che si rinnovino le l eggen de come quelle in torno alla morte dell'imperatore Menelich, che fu dato per morto non so quante mai volte, mentre era vivo e vege to nel suo impero in Ab issinia con Taitù 1 ! Il bollettino a ustria co del 30 g iugno parla di nostri vio le n ti assalti al Col Rosso e sul Monte di Valbella, che secondo loro sareb bero s tati respinti, mentre il nostro bollettino dice che è stato conq uistato il Va lbella . Stama n i mi è capi tata una s trana e interessa nt e co nv ersa zio ne che non mi sarei mai atteso .

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1 L'au tore si riferisce a M e nclik II (1844-1913), imp e ra to re d'Etiopia dal 1889 a ll a sua morte. Taitù era la s ua co nsorte

Mi sono recato a visitare un'anziana maestra e lì ho trovato un sottotenente austriaco di fanteria che aveva preso alloggio presso di lei. Iniziamo a fare conversa z ione e mi dice di avere ventidue anni, di essere nato a Cracovia, dove si trovano insigni opere d'arte compiute da artisti italiani all'epoca dei Jagelloni signori di quella città 2 Si trova sotto le armi dal 1916 ed è stato sempre sul fronte italiano, eccettuato un breve periodo trascorso in Serbia.

Con quella speciale attitudine che posseggono gli slavi per apprendere le lingue straniere, egli parla quasi correttamente l'italiano, avendo anche fatto numerosi eserc izi con la maestra presso la quale abita. Ha subito fraternizzato con me, raffrontando la sua infelice patria sottomessa oramai da secoli a tre inumane potenze, a quei territori italianissimi ancora sotto l'Impero asburgico .

Il s uo amore e la sua dedizione per la propria patria oppressa hann o qualcosa di sublime e di mistico che mi ha commosso. Ne parla con un entusiasmo ed un fervore con cui ci si riferirebbe ad una bella donna amata che da altri fosse stata rapita a forza! Mi assicura che tutti i polacchi non amano che liberarsi dal giogo austriaco, germanico e russo e che la Polonia dovrà risorgere come Nazione unita ed indipenden te, perciò confidano nella completa disfatta degli Imperi Centrali e della Russia, quest'ultima oramai in via di sfacelo.

Un suo frate!Jo già disertò sul fronte russo e con tale esercito poi combatté contro l'A ustria; non indifferente è il numero dei polacchi che disertano sul nostro fronte e anche sul Piave molti sono passati nelle nostre linee. Tra i militari polacchi

è stata costitui ta una segretissima legione allo scopo di sabotare la guerra e darsi man forte, al momento opportuno, per liberare la propria patria. Di detta legione mi mostra una specie di piastrino di riconoscimento i cui simboli sono noti so ltanto agli adepti. Non mi stupisco quindi allorché afferma la sua impazienza di essere avviato al nostro fronte per poter disertare, giacc hé dice: «così posso vedere anche il Papa; ché io cattolico desidero ardentemente essere al suo cospetto» .

Il mio s tu pore però si manifesta improvvisamente allorché egli mi fa una strana e altrettanto disintere ssata proposta che mi turba e mi rende momentaneamente perplesso . Mi propone di travestirmi al momen to opportuno da soldato austriaco per andare poi con il suo reparto al fronte italiano, e di qui disertare con lui e con gli altri s u oi connaziona li! Mi garantisce nel modo più assoluto la riuscita dell'impresa che non presenta, a suo dire, alcun rischio né temerarietà alcuna, giacché tutto è stato stud iat o da temp o anche nei più minuti particolari. Che avessi quindi fiducia in lui!

L'avventura però non mi tenta e glielo dico con franchezza, ringraziandolo per la sua generosa offerta. Se l' impresa fallisse a lui sarebbe riserbato il cape -

2 S i fa rife rim e nto a ll a casa reale Jagelloni, fondata da Jogal ia (1362-1434), già Granduc a di Lituania e primo re di Polonia con il nome di Lad islao II . Con qu esta dinastia la Poloni a conobb e un p er iodo di grande pros p e rità e d es pansion e . La dinastia si estinse con Sigismondo II Augusto, nel 1572.

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s tro, a me chissà mai quali infinite torture e peripezie dolorose. Lo rassicuro che nulla trapelerà di quanto egli mi ha detto e gli auguro di tutto cuore il buon es ito della sua aspirazione.

3) Gli austriaci hanno riportato un'altra solennissima batosta, che mi fa ben presagire . Il loro bolle t tino del 1° Luglio dice testualmente: "poiché av remmo potuto continuare a tenere il Col del Rosso ed il monte Bella solo a cos to d i grav i ssimi sacrifici, ritirammo le nos t re truppe nelle posizione nel bosco di ... ".

Mentre attendo sulla porta dell'ambul atorio gli eventuali clienti, passa Eliza beth, che un po' confusa e smarrita, in tutta fretta mi dice che il colonnello An dreatta, pur essendo ben disposto verso d i noi, non ha preso ancora alcuna decisio ne non avendo ancora parlato con il nostro Comandante. La ringrazio dell'info rmazione e con aria sdegnata le ripeto le parole a lei ben note: «Morgen, morgen, immer morgen! ». Lei sorride con la sua faccia da adenoidea e mi ten de la mano in atto di saluto.

Ma come fidarsi del suo principale quando, pur avendo già da tempo fatto pia ntonare i campi di segale e di grano perché non venissero mietuti senza suo ordine ed in presenza di gendarmi, ha fat to togliere le cinghie ai mulini per tema che nascostamente si potesse macinare!

Scritto alla mamma e alla mia madrina signorina Mendel, che mi sembra aver troppo trascurato, ma le mie lettere non giungeranno certamente a destinazione.

4) Da qualche tempo ho come Beg leit- mann " der infanteriste Bressan", che riv este un grado a noi sconosciuto, una specie di soldato scelto. Come attesta il suo cognome è di origine prettamente veneta, pur essendo nato e vissuto a Tries te dove esercita una ben avviata agenzia di rappresentanze in prossimità del porto. Possiede un certo grado di istruzione e d è molto riservato nel parlare co n me per ciò che riguarda la guerra e Trie ste . I s uoi sentimenti sono ben lontani da quelli de ll'umi le pesca tore di Grado che fu già mio accompagnatore! Mi ha fatto talvolta comprendere che se Trieste dovesse cessare di essere il po rto e l'emporio dell'Impero austriaco, con il quale traffica su tutto il mondo, avre bbe una be n dura sorte e fi nirebbe la sua opulenza e ricchezza di città ma rittima e tutti gli strati sociali ne soffrirebbero un grave danno.

Mai mi ha fatto cenno di irredentismo, ma da buon mercan te non nasconde la s ua avversione alla guerra e al movimento di sobillazione da parte dei soc ialis ti che, per ora represso, serpeggia nel popolo minuto. Mi dice che la minoranz a slava di Tries te ci è del tutto ostile.

Dotato, come già detto, di una cultura alquanto modesta, si atteggia ad intellettuale e mi fa rimpiangere il buon Racema che si contentava di una sigaretta

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o di un bicchierino di grappa, talvolta anche di nulla, allorché per lungo tempo mi attendeva in qualche casa

Bressan invece ama introdursi e spesso prendere parte alla conversazione e questo mi indispone non poco. Micaela, la silenziosa coppiera di Racema, che attendeva in cucina, non lo può soffrire. Comunque formalmente è pieno di rispetto e di educazione nei miei riguardi e con le persone con cui viene a contatto in mia presenza.

Il bollettino austriaco riporta che i nostri avrebbero iniziato un'offensiva. Si vocifera, ma non so con quale fondamento, che alcuni reparti austriaci siano stati dal nostro fronte inviati in Russia, dove la situazione sarebbe co nfusa, per non dire allarmante.

Kublic mi comunica che per l'insuccesso delle vaccinazioni antitifiche, da domani dovrò ricominciarle a Ragogna e s uccessivamente anche a S. Daniele. Poiché non è mia assoluta intenzione recarmi a piedi in quel paese, come si pretenderebbe, domani farò sapere al Comando che sono ammalato.

5) Ho fatto recapitare al Comando da un infermiere un mio scr itto, a1munciando che sono ammalato e che non posso recarmi a Ragogna .

La claus ura volontaria è abbastanza seccante, ma questa volta non cedo. Ho avuto la visita di Micaela, ormai mia confidente, che approva il mio ostruzion ismo all'ordine del "Much".

Ho ricevuto dal Lager una lettera di Metella, è sconsola ta e mes t a perché dalla mia partenza dal campo di concentramento non ha più ricevuto alcuno scritto da parte mia, pur essendo a conoscenza di dov e mi trovi attualmente.

Per sfuggire alla sua triste zza mi dice di aver abbandonato al piano la musica classica, sostituendola con le canzonette, per lei scollacciate, che io la invitavo a suonare. Cara Metella, non eri certo e non sei dello stampo di Geneviève, che si dilettava a cantarmi i "couplets" di Petrolini, senza alcun ritegno o parvenza di pudore.

Continua sem pre violen ta la lotta tra il Piave ed il Bren ta .

6) Anche oggi rinchiuso in camera, nessuno si è interessato di me, segno che le vaccinazioni non erano urgentissime.

Da un po' di tempo la mensa lascia molto a desiderare, tanto che sia io che Campagna a p i ù rip rese sen tiamo gli stimoli della fame. Protestare? A che serve, credo che anche gli uffic ia li austriaci non stiano meglio di noi.

A pranzo invariabilmente un brodino li sc io ed un osso con un brandello di carne, il tutto con contorno di nauseabondi erbaggi infarciti di strani aromi o co n abbondante paprica o acido acetico, che il nostro palato ed il nostro stomaco rifiutano. Talvol ta, specie la domenica, ci elargiscono una loro "uso pasta asciutta" nella quale oltre alla marmellata e zucchero osano mettere anche del

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cacao, se pure sarà ta le! Altre volte invece è tutta infarcita di cipolla e di paprica pe r cui ci è imp oss ibi le mangiarla nonostante la fame. Tale è la cucina magiara e purtroppo né io né Campagna abbiamo la ventura di ricevere pacchi!

In compenso ho la fortuna che di tanto in tanto Micaela mi porta gualche uovo e del latte e "chez elle" mi invia pure delle uova e del pane bianco. Davvero non capisco come faccia a procurarselo e perché si curi di me, che mi mos tro nei suoi riguardi, se non scontroso, molto riservato!

La settantenne suor Ciriaca maternamente brontola allorché fa capolino M icaela, ma le faccio osservare che le sue visite sono brevissime e sempre nel1'atrio dell'ospedale, o in giardino alla presenza di tutti.

Da uno sloveno, uffic i a l e che ama chiacchierare di un reparto che dovrà esse re avviato al fronte, ho appreso che il Comando austriaco era talmente sic uro di infrangere la no stra resistenza sul Piave che von Boroevic, il cui co mando d'armata è a Udine, aveva già stabi lito in quale pa lazzo di Padova si sa rebbe installato il suo comando, e già avevano predisposto i camion necessari per lo sgombero di Udine.

7) Terza giornata della mja volontaria clausura, di cui mi sono g i à seccato. Co munque mi sono risparmiato una passeggiata in pieno caldo fino a Ragogna . Me ne rincresce per Campagna che ha dovuto sostituirmi, con il solito brillante s uccesso!

Allah è accorso in nostro aiuto! È vola to nel cielo delle Urì il Sultano Maometto V3 , al di là gli farà degna compagnia l'apostolico imperatore Francesco Giuseppe e a vice nda si rammaricheranno e s i consoleranno dell'imminente sface lo dei loro imperi! Nel bollettino austriaco del 6 u.s. si legge "il nemico rius cì a costr ingerci verso il braccio principale del fiume" (foce del Piave).

8) Esco all'aperto! Vengo urgentemente chiamato a S. Tomaso per "Chez Elle". Tale appellativo è di mio conio sia per non svelare il nome della donna, s ia perché nel discorso intercala spesso "chez moi".

È un caso davvero interessante che richiederebbe lo studio e la visita di uno s pecia lista neuropsichiatra, mentre io di tal branca possiedo soltanto dei ricordi unive rsitari. "Chez Moi", oriunda francese, giunse in Italia alcuni anru or sono come direttrice di una filanda, sembra che abbia un marito che si trova prigion iero in Germania. Ha circa 50 anni, possiede una psicologia ed un intimismo alqua nto strano e contraddittorio, con manifestazioni ed esibizioni feticiste che spess o si contraddicono a vicenda. Così, mentre poss iede i più lubr ici e scan-

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3 Mao metto V (1844-1918), trentacinquesimo s u Ita no dell'hnper.o Ottomano e novantanovesimo cali ffo dell'Js lam, morì il 3 L uglio 19 18.

dalosi libelli parigini e italiani, non ultimo "Quelle Signore" di Notari4, accomunati a questi s i trovano la "Filotea"5 , le "Confession i" di Sant' Agosti n o, la "Vita di S . Teresa" e la Bibbia. Lei afferma che vuol co n oscere tutto della vita, del mondo terreno ed ultraterreno!

A periodi più o meno lunghi viene co lta da crisi di natura certamente isterica e nervosa, con senso di soffocamen t o a cui si accompagnano parestesie do lorose su tutta la s up erficie corporea, senza predilezione alcuna. Si dibatte in modo spettacolare, senza giungere allo stato con v ulsivo e senza perdere del tutto la coscienza. Questo seppi da lei e da una sua vicina.

La prima vo lta che accorsi l'accesso si s t ava dileguando, lasciandola co n un senso di profondo abba t timen t o e di malesser e che tendevano lenta m ente a diminuire Successivamente mi ritrovai casualme nt e da lei durante una crisi ed ebbi l'impressione di avere d innanzi l' Alessandrovna di Dostoevsk ij nel romanzo "I fratelli Karamazov" 6 La s intoma t ologia era presso a poco quella che mi avevano descritto . Dopo aver controllato l'apparato cardiovascolare, verificai i vari riflessi e con mia somma sorpresa cons t atai che durante queste semplici manovre i disturbi psicomoto ri andavano dileguandosi completamente! "Chez Elle" ne rimase stupefatta ed incredula, a ttribuend o la quasi immediata scomparsa dei mo lesti dis turbi ai "pe t it frissons" 7 che aveva provato allorché ricercavo i riflessi e non ci fu verso di levarle dalla t es t a quest' i dea!

Mi confessò di trovarsi nel p eriodo della menopausa, cosa che in un pr imo interroga to rio, forse p er non scomparire dinnanz i a me , aveva n egato La diagnosi quindi fu facile, il fat t o fis iologico si accoppiava ad u n soggetto is t er ic o Non altrettanto faci le fu la cura, per mancanza di appropriati medicinali. La inondai di bromuri8 e di camo mill a, che per un cer t o per iodo ebbero buon effe tt o . Poi si fu da capo e dovevo acco r rere a mo' di t aumaturgo a liberarla dal male! Alla fine ero io a non sapere co m e liberarmi di lei ed una volta provai a parlarne a C ampagna, che nettamente si r ifiutò di sostituirmi Sembra che Kublic abbia ricevu t o l'ordine di trasferirsi in Serbia e che faccia di tutto per non muoversi, intanto Andreatta se n e infischia al tam ent e di noi e delle sue promesse .

4 Questo romanzo di Umberto Notari (1878-1950) ri guarda le peripezie di una giovane madre single, Marchetta, che lavora in un noto bordello di MiJano. Il romanzo, pubb licato nel 1904, suscitò enorme sca ndal o e scalpore.

5 Si tratta de ll a "Filotea - l11troduzione alla v ita devota", scritta da San Francesco di Sa les ( 15671622).

6 L'auto re si riferisce a Agra fena Aleksand rovna Svet lova, donna dal temperamento orgoglioso e focoso, piena di fasc ino, lussuriosa, colma dì rancore ve r so gli uom ini, ma con un fondo di bontà che la s pin ge verso la redenzione.

7 Tradotto: "piccoli brividi".

L'autore fa riferimento al bromuro di potassio, ampiamente utilizzato nel XIX secolo come anticonv ul sivo e sedativo.

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Scrivo a Metella, senza alcuna convi n zio n e che le giunga la mia lettera. Il cannone s i è sentito di nuovo violentemente.

9) A ltra solenniss ima batosta per il nemico, il s uo comunicato del 7 Lug li o dice "di aver sgombrato il delta del P iave", speriamo che un a buona vo lta se ne tornino al loro paese!

Il "Neue Wiener Journal" riporta che il Tribunale di Guerra ha condannato a mo rte mediante impiccagione l' irredento Fe rruccio Cirillo, nato a Trieste nel 1896. Ecco la sua biografia: fin dal 1914 era riuscito a recarsi in Itali a, dove nel 1915 si era arruolato nel 2° reggimento fanteria. Ne l settembre di quell'anno freque ntò il corso allievi ufficiali, fu nomina to sottotenente ed assegna to al 28° reggimen to fanteria. J1 4 Settembre 1917 fu cattu rato, ferito, su lla Hermada. Una vo lta guarito è comparso di fronte al tribunale di guerra . Il Presidente gli chiese pe rché, nonostante il divieto del Comando Supremo italiano - emana to dopo l'imp iccag ione di Battisti - s i fosse fatto assegnare alle truppe di prima linea, no nostante fosse suddito a ustriaco . Cirillo rispose che lui s tesso aveva fatto insistentemente domanda per ottenere il permesso per "combattere contro l'odiato op pressore" . Dopo un'ora il suo corpo di martire penzolava dalla forca 9 !

10) Un nostro aeroplano ha gettato dei volantini n e i quali è riportato .il comunicato del 6 Luglio del nostro Comando Supremo. In esso viene specifica to che sono stati catturati 522 ufficiali, 2395 soldati e tolti al nemico 63 canno ni, 1254 mitragliatrici, 37105 fu ci li, 49 lanciafiamme, 2 aeroplani e 5 milioni di cart ucce. Il nemico è s tato ricacciato comp letamente sulla sinistra del Piave.

Tale notizia ci ha riempito di gioia e di speranza! In paese ed in campagna si fa in ce tta, con oculata e accorta circospezione, di tali volantini.

Stamani, mentre mi trovavo in cancelleria, ho trovato Kublic int en to a farsi trad urre dalla sol ita lurida triestina, in tedesco, quanto era scritto in italian o su di un fog li o s ulla cui so mmit à sp iccava in grassetto l'ente che lo in vi ava . Ave ndo afferrato la frase "nel prossimo scamb io del personale sanitario" ho ag uzzato gli occhi e fatta un 'impercettibile conversione, con mio st upore ho letto la dici tur a "Segreteria del Vaticano" e se non è stata un'allucina zione ho cre duto di leggervi il mio nome!

Al mio ingresso la traduzione era al termine e quindi rimaneva in me un cocente e doloroso dubbio. Non potevo escl ude re che si trattasse del mio rimpa trio, essendo a conoscenza che proprio il Vaticano se ne stava in teressando. Null a mi disse il Comandante e senza dubbio non ne avrebbe fa tto alcun cenn o, anc h e se per ven tu ra si fosse trattato della mia persona.

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9 Fe rruccio C irill o fu l'ultimo condannato a mo rte da un tr ibuna lede ll' lmpero Austro- Ungarico. Cfr. Rnsst>gna Storica del Risorgimen to, anno 1962, p. 147.

Ho atteso che il Comandante se ne andasse e con estrema e ben dissimulata genti lezza mi sono rivolto alla triestina per conoscere se si trattasse di scamb io d i persona le italiano. Offesa da questa domanda inopportuna, mi ha squadrato con disdegnoso s u ssiego, e mi ha risposto che la cosa non mi ri guardava e che non poteva aggiungere altro. Laida di un'irredenta, ti hanno per colmo di ironia appioppato il nome Beatrice, che tu hai cambiato in Beatrix!

Sono uscito avvilito e depresso.

11) Si dà per certa la prossima partenza di Kublic, che mi lascerà in dubbio atroce, ma porterà un sollievo a noi tutti, ché nell'ospedale civile spadroneggia da villano, alla pari di Andreatta con la popolazione.

Un Befhel del Comando austriaco commina la fucilazione a chi dam1eggia le linee telefoniche, telegrafiche, ferroviarie ecc. Non solo, fa anche obbligo a tutti i civili di salutare gli ufficiali, impedendo altresì la ri un ione di due o più persone. In tal modo ognuno deve vivere da sé e non aver rapporti con il prossimo?! Le "botte" sul Piave li hanno innervositi . Intanto i nostri fanno progressi in ques to se tt ore e in Albania.

12) Stamani un impro vv iso Befhel ha trasferito Campagna ad Artegna. Dovrà partire immediatamente. Sono rimasto alquan to dolente e dispiaciuto, tra noi si era sta bilita una salda e fraterna amicizia, cimentata da tutte le traversie passate insieme fin dai tempi del Lager. Al suo posto, come già si sapeva, verrà il sottotenente Amato, chirurgo .

Un affettuoso e commovente abbraccio e ci siamo lasciati.

13) In ospedale, dove come è noto vi sono dei repar ti austriaci, ho conosciuto e conversato con un soldato bosniaco, uno dei tanti che formano i più feroci e aggressivi soldati dell'Impero as burgico. Con il loro fanatismo mus ulmano, non disgiunto al coragg io, si gettano a corpo morto nella battaglia, né temono di essere uccisi. Lo trovai che zoppicava in gia rdino , mi e lemosin ò una sigaret ta, che servì a farmi conoscere una sua incredibile vicenda, almeno a suo giudizio . Parlava, pur stenta tamen te, la nostra lingua e ciò mi aiu tò ad incalzarlo di domande .

Ferito e catturato nel Settembre del decorso anno sul nostro fronte, dopo aver peregrinato nei migliori ospedali di Padova, Venezia e Milano, nel Gennaio di quest'anno fu rimpatriato come invalido di guerra. Mi descrive con grande eff u sione e comp iacenza il periodo trascorso negli ospeda l i italiani, dove, insiste nel dirmi, aveva un piatto di carne due volte al giorno, pane di pura farina e vino . L'assistenza e la cura furono sempre ottime, come ottimo era il l e tto su cui g i aceva. Sebbene con il rimpatrio se ne tornasse nella sua patria, tuttavia era spiacente di lasciare una così bella e comoda vita, anzi

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aggiunse, per avvalorare il suo asserto, un'incomprensibile parola bosniaca. «S tavo beato come in cielo», tradusse lui.

Rimpatriato s t e tte in casa sua appena due me si e, nuovam ente visitato, fu giu dicato idoneo ai servizi di g u erra, nonostante i gravi esi ti di una ferita transfoss a riportata ad entrambi gli ar ti inferiori e per i quali da qualche tempo s i trova va ricoverato in os p edale.

Me more del buon trattamento avuto in Italia non se ne dolse eccessivame nte, perché aveva g ià in animo di disertare e ritornare "dove stava beato co me in cielo": ma aveva s bagliato i suoi calcoli e di questo si di spiaceva amara mente . Inviato al fronte fu ferito ad una gamba sul mon t e Spinuccia, e così ora doveva curarsi s ia la vecchia che la nuova ferita. M i conferma poi che gli ufficiali incitano i solda t i a combattere strenuamente, in mod o da potersi sfamare nelle terre italiane conquistate .

Il caldo è soffocante . Le "zie" mi hanno procur ato, non so come, una divisa mi litare di t ela, che una volta aggi u stata mi serve a meraviglia.

14) Stamani da Artegna è venuto Amato, spirito faceto ed otti m ista, al contrario di Campagna . Si è anda to a pres e ntare al Comandante del Distretto e il colonnello Andreatta g l i ha detto che spera di poterci usare un migliore trattame nto. Amato ne è tornato ent u siasta ma l'ho diffidato dal c redere a ll e sue paro le.

15) Amato mi confessa di sentirsi a disagio, sia per la scorta che ad Artegna non aveva, sia per la mensa che è di gran lunga peggiore di quella che aveva Ci div idiamo il lavoro come al t empo di Campagna, l asciando a lui la parte chirnrgica, che almeno fino ad ora non ha richies to gravi ed improvvisi interventi .

16) I germanici hanno iniziato una nuova offensiva in Francia, e sembra che abbiano passato la Marna.

17) Amato è a letto con 40 gradi di feb b re. Ritengo che si tratti di un nuovo flage llo comparso da poco tra noi e che forse prima non s i conosceva o non s i era individuato. Si tratta della cosi detta "febbre spagnola", così chiamata perché comparsa per la prima volta in Spagna, di dove poi è dilagata nell'Europa centrale. I gio rnali riportano che nella sola Berlino sono s tati già registrati ben 18 .000 casi di cui alcuni con esito letale .

In ver i tà, da circa u na settimana anche io ho notato qualche caso di tale infer mità, ch e insorge improvvisamente co n alta temperatura, vio len ti dolori mus co l ari e articolari, e t alvolta vi sono delle complicaz ioni broncopolmonari.

Per il momento il decorso è benigno, pur mancando ap pr o priati medicinali, men tre è ol tremodo contagiosa e in breve tempo s i propaga da una casa all'al-

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tra . Prevedo ch e anche io dovrò pagare il tributo alla "spagno la", almeno fosse quella della celebre canzonetta 10 !

18) Spiacevole e nauseabondo incidente con un porco di ufficiale aus tr iaco, che ha messo a dura prova il mio sangue freddo ed il mio stato di prigioniero per non farmi eccedere Stamani, unitamente ad un contadino, mi recavo a fare una vi s ita a Pignano, su di una so lita carretta trainata da un cavallo, che il comando concede per i lavori agricoli. Gu ida va un soldato austriaco ch e non comprendeva una parola di italiano . In prossimità di Pignano abbiamo incontrato un reparto di zappatori del Genio, comandati da un tenente . Questi, giunto alla nostra altezza ha improvvisame nt e intimato al conducente di fermare il veicolo, apostrofando in modo violento il soldato in una lingua a me sconosciuta, ma che credo fosse croato.

Si è poi avvicinato a me e al contadino con aria minacciosa, roteando un nodoso bastone e con un tono che non ammetteva replic h e ci h a imposto di scendere. Non ho minimamente intuito il motivo di quell'atto villano, ma dai gesti e dalla parola più volte ripetuta "italiani" ho compreso ch e noialtri eravamo la causa del suo furore e di quella se l vaggia aggressione.

Soggiungo che il reparto marciava a "passo di s trada", ai margini di essa, e quindi la viabilità era libera. Comunque tan to io che il conta din o abbiamo seguito a piedi la carretta, mentre dal soldato che ci accompagnava non h o pot u to sapere nulla circa l'accaduto perché, oltre a non comprendere l'italiano, non conosce v a nemmeno la lingua u s ata dal suo superiore. Non molto distante dall'accaduto vi era un tenente che aveva assistito alla scen a e con la faccia più ingenua e "da serv izio" di questo mondo gli ho domandato se fosse in grado di spiegarmi perché il suo collega si fosse comportato in tal modo con noi.

Non so se avesse della ruggi ne con lui, oppure fosse a conosce n za di altri episodi, ma sta di fatto c h e mi rispose: «Der Leu tn ant ist narr! » - il ten en te è pazzo! - e n on può vedere un solda to italiano, specie s e ufficiale.

Ho fa tt o molto cautamente il ritorno nella carret ta e dopo esserm i consultato con l'ottimista Amato, ho redatto un rapporto sull'accaduto e l'ho consegnato al mio Comandante p e rché lo trasmetta al Comando del Distretto. Se, come ritengo, non avrò alcuna soddisfazione , avrò almeno com unicato il mio sd egno . Per rendere i fatti ancor più chiari, a lato del mio s critto ho messo una trad u -

10 L'a utore s i rife risce ad una famosa ca n zo netta d e l n a p o le ta n o Vincenzo D i Chiara (1864-1 937), no ta in du e vers ioni : "Di Spagna son o la bella I regina son dell'amor I t utti mi dicono : "S tella, I s tella di villo splendor. I S tre tti s trett i nell'estas i d'amo r I la spagnola sa amar cos ì / bocca a bocca la notte e il dì . I S t re tt i s t re tt i nell' es tas i d'a mor I la spagnola sa amar così /boc ca a bocca la notte e il d ì" .

Oppure: " Bella spagnola che can ti / fu sei piu vaga d' un fior' I sogn o di luce, che incan ti I come 11n a maga d' amor I Vi eni' v ien i ! stretto al t uo se no ognor, I la spagn ola da te saprà I come è dolce la !JOlu ttà'" .

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zione in tedesco, compilata in modo forbito da Visentin, il cancelliere istriano ric overato nella palazzina dei pensionanti per d emenza precoce. Lui stesso in bella e curialesca calligrafia ha steso il rapporto.

Anc he a Pinzano alcuni casi di "spagnola".

In questi ultimi giorni il colonnello Andreatta ha fatto incarcerare alcune persone nelle c ui abitazioni erano stati rinvenuti dei cereali e delle patate, mentre so no circa due mesi che alla popolazione viene somministrata una quantità irris oria di farina miscelata!

Da tempo mancano i grassi e lo zucchero, e ciò contribuisce ancor più allo sta to di denutrizione di questi disgraziati, gli edemi da incongrua alimentazione si riscontrano più frequentemente che in passato. Come se ciò non bas tasse pretendono che le multe inflitte dal comando vengano pagate in oro! Pezz i di imbecilli! Nessu no paga e la gente preferisce andare in carcere. Che si co nten tino della truffa compiuta con i " buoni" della cosiddetta "Cassa Veneta".

19) Ama to è sempre in letto febbricitante ed io, per non essere da meno e per il con tinuo contatto con gli ammalati, stanotte, con un bel febbrone, mi so no ritrovato fra le braccia della simpatica "spagnola"!

A tal proposito ricordo una gustosa scene tta della mia prima gioventù. Avrò av uto 14-15 anni, ed una mattina, mentre mi ves tivo, cantavo ad alta voce l'allora famosa canzonetta: ' 'Bella sp agnola che canti ... ". Giunto al refrain "stretti stre tti, nell'estasi d'amor" entrò la mamma che dopo avermi detto con aria seve ra "c he canzoni son queste!" mi affibbiò due ben assestati scapaccioni! Tacqu i ed arrossii

Stamani la temp eratura è salita a 39.9°, mal di testa gravativo e tosse. Dio me la mandi buona! Ad ogni modo per tema di peggio "obtorto co llo" ingurgi to l'olio di ricino che suor Ciriaca mi ha preparato in modo degno di lei, con il vino di Chiesa.

Alla sera Corradini ha il genti le pensiero di mandarmi dell 'asp ir ina e del chi nino c he senza dubbio conservava gelosamente. Stanotte 40,1 ° , credo di essere stato in delirio, e do ordine all'attendente Ghillino e al portiere di non fare entrare nessuno in camera mia.

20) La spagnola fa il s uo corso, la temperatura è oscillata tra i 38,7° e i 39,8° . Sono tutto indolenzito e il mal di testa è sempre più intenso. Sebbene non abbia app etito è preoccupante la dieta, poiché il Comando, pur sape ndoci ammalati, con tinua ad inviarci la solita e nauseante mensa. For tunatamente Micaela a mez zo di infermiere mi manda del latte, Corradini ancora aspirina e chinino che do anche ad Amato, che a quanto sembra sta supera ndo la malattia.

Vengo a conoscenza che il Comando ha iniziato in proprio la trebbiatura, nu lla lasciando agli infelici coltivatori e alla popolazion e .

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21) Mentre ad Ama to la temperatur a tende a diminuire, a me rimane stazionaria attorno ai 39 gradi .

Nel pomerigg io me ne stavo assopito e intontito allorché odo un bisbigliare alla mia porta, che pian piano diventa più concita to. Mi semb ra il parlottare tra una voce maschile ed una femminile, ma dato il mio torpo re non riesco, e d'altra parte n on me ne interessa d i individuare chi siano gli interlocutor i Cessato il dialogo entra Ghillino con una sporta da c u i toglie del le uova, del pane bianco ed una bottiglia di la t te . Mi di ce che poco pr ima era ven uta una donna che voleva a tutti i costi ent rar e in camera mia per farmi que l prese n te. Gh illino, fedele alla consegna, s i era oppos to e la donna iITtpermalita gli dis se di riferirmi che e ra di S. To maso, credendo for se con questa magica parnla di aver libero accesso alla mia camera . Ghillino non mollò e lei indispetti ta g li consegnò la sporta, andandosene di ma lum o re .

Era "Chez Elle " . Ci mancava altro che me la vedess i com p arire dinnanzi! È un'istericaccia opprimente, con tutto il rispe tt o che h o per le mala te e per le donne in particola re .

22) La temperatura tende a diminu ire, oggi è oscilla ta tra i 37,5 e i 38 gradi . Viene a trovarmi Amat o, che, già magro ancor più di me, se mb ra u sc ito da una grave e debilitante mala t tia. Mal si re gge sulle gambe, l a d isappetenza è totale, assoluta e suor C iriaca con le uo va che le avevo d a to ci prepara due zabaioni che abb ia m o tra n gugiato senza alcun entusiasmo. Sembra finalmente che il nostro Comandante lasci S. Danie le.

23) Qu est'oggi la tempera tur a no n ha sorpassato i 37,5 gra d i, però semp re tosse e gran debolezza . Faccio entr are Corradini, .i l qua le mi dice che s tamani pat tuglie au striache hann o fatto delle pe rq uisiz ioni in tutte le case e, con la sc usa di accerta re se vi foss e nascosto del grano o della segale, hanno rapina to tutto quello che è a loro piaciuto, no n escluso i macinini da caffè che servivano pe r macinare il grano . Hanno pure perquisi to le persone che si trovavano fuori casa, in tal modo è accaduto ch e alc une d o nne venute a piedi dalla lo ntana Carnia per scambiare i loro latticini co n a ltri generi, s pecie grano, si sono vis te portar via l'uno e l'altro! Inu tile, commen ta Co rradini , andare a p rotestare co n "quella canaia di And reatta"!

24 ) S to un po' m eg lio , l a temp eratura n on è salita al di sopra di 37,2. S uor Ciriaca ben presagisce !

I germani ci si sono ritirati d alla sponda meridional e della Marna. "Add io Paris!" e la lo ro fantomatica Bertha 11 , il su per cannone che bombardava Pari g i,

11 L'a u tore s i rifer isce al cannone Pnrisgeschiitz (ca1mone di Parigi), anche n oto con il norne di Grande Bertha e costruito da lle acc iaierie Krupp. Er a un ca nnon e unico nel suo genere di cui non si

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al quale era stato imposto il nome della moglie di Krupp, il celeberrimo fabbricante di carn1oni. Sul nos tro fronte nulla da seg nalare.

È giunto un cap itano medico austriaco psichiatra, per impiantare in questo ospeda le un reparto de l la sua speci a lità. È s tato messo a s u a disposizione un p adig lione del manicomio.

25) So no sfebbrato, ten to di al z armi un po', ma sono di una d e bol ezza e stre ma, e di certo la parca e nauseabonda mensa che ci elarg iscono non sarà s uffic ie nte per rim e ttermi in forze .

Quest'oggi ci è s tato consegnato per conoscenza un foglio del seguent e tenore, a firma di un comando a noi completame nte sconosci uto. Tra scrivo:

1) Vietato ag li ufficiali medici prigionieri di ave r con tatt i con la popolazione civile.

2) P roib iz io ne di asse nt a rs i da l luogo di dimora senza l'ordine d el Comando e d in ogni modo sempre con la scorta (begleit-mann)

3) Proibito l' uso della bicicle tt a .

Ne sia m o rimasti addirittura esterrefatti e furibondi! Ama t o, ch e fino a poco te mpo fa godeva dell a massima libertà ne è addirittura e sas perato e nel s uo cara tteristico linguaggio della ciociaria ha inveito contro tale ordine tanto ch e lo si è sentito in tutto l 'ospedale Nono s tante s ia ancora convalesc ente, chiama to il "Begleit-mann" se ne è andato a l Com a ndo per aver chiarimenti e, nel caso, protestare . Il comandante era assente e Amato è tornato ancora più inviperito .

26) Se bb ene deboli ss imo mi reco all'ambulatorio che, ch iu so da di ve r s i g iorn i, si riempie ben presto Sono accompagnato dal Begleit-mann Bressan, di c ui ho già par lato, e a lui riferi sco quanto è con ten uto in quella c ircol are e l'a ss urd ità di tali divieti. «Ghe pensi mi )> , rispo nde e lascia tomi all'ambulatorio s i reca al Comando .

Al suo ritorno apprendo che le norme draconiane vanno interpretate nel se nso ch e "le nostre relazioni con i civili devono essere solamente e s trett am e nte professionali".

27) N onostante ciò che mi aveva riferi to Bressan, Amato è v oluto andare al C oma ndo per avere mag g iori chiarimenti s ul n os tro comportamento con la

co noscono p rec isamen te le spec ifi che tecniche in quan to fu sman tellato dai tedeschi prima della fine della guerra Pesava circa 250 tonnellate, aveva una canna di 28 me t ri, in grado di colpire a ben 130 chilo met ri d i distanza,sparando proiet ti d i 94 chili a d una ve locità di 1600 m / s ad un a l tezz a massima d i 40 c h ilometri, raggiungendo il p rima to dell'ogget to d i fa bbri cazione umana lanciato più in alto ne ll'ntmosfera terrestre.

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popolazione civile . Il comandante era ancora assente, ma da buon ciociaro non si è dato per vinto, e ci è ritornato nel pomeriggio

Andreatta non lo ha voluto ricevere e lo ha fatto andare da un ufficiale addetto alla "Ka nz e lei" - Cancelleria. Questi gli ha rispos to "sic et simp l iciter" che la risposta alla sua domand a era contenuta in quella circolare. Sdegnato e furibondo, sicuro che l'ufficiale non avrebbe compreso il sign ifi cato della parola, si è limitato a dire: "È na' fetenzia!". Comunque abbiamo deciso di comportarci come in passato .

L'unico civile che possi ede il Passirchein per recarsi ad Udine è Corradini, e dato il soggetto non mi farebbe meraviglia se tale permesso fosse apocrifo o abilmente falsificato. Di ritorno da Udine mi ha comunicato una notizia che mi ha molto allarmato e messo in grave agitazione. Ha saputo infatti che non è improbabile che tutti i prigionieri che si trovano nel territorio invaso vengano avviati nei campi di concentrame nt o g i acché, a guanto si dice, sembra che il nemico voglia sfuggire alla "morsa" italiana e compiere una ritirata strategica, abbandonando il territo ri o occupa to.

Accortosi del mio stato d'animo a tale notizia, Corradini con tono da melodramma mi ha detto: «no n ti abbandono, fidat i di me, saprò ben nasconderti in attesa della nostra inev itabil e vitt oria!».

L'ho ringraziato, ma non mi sen to tranquillo, anche se da tempo la siora Teresute e Micaela abbiano predisposto per me un nascondiglio, in caso di necessità.

28) La grande calura di questi giorni è stata un po' smorza ta da un'abbondante pioggia notturna. Ricevo due cartoline da casa, una del 7 Ap rile 12 e l'altra del 31 Maggio 13 , se mpre respinte dal Lager. Ancora nessuna corrispondenza mi è giunta direttamente, cosa che mi fa supporre che nessuno dei m iei sc ritti sia giunto a destinazione.

12 CG, FCl,AgneseG iann otti, cartolina p.g., 7 aprile 1918, "Dino ca rissimo, dopo il tuo telegramma che ci avv isava del tuo cambiamen to di res idenza si s ta in v iva a ttesa di ricevere altre notizie Stama n i si è r icevuta una tu a cartolina del 7 Febbraio e la lettera del 13 nù dici che è la seconda ma l'altra non ci è pervenuta. Mi fa tanto dispiacere che non ti giungano tutte le nostre car to line che spessissimo scriviamo, non let tere perché non è permesso. Anche la tua corrispondenza non ci arriva tutta perché le car to line n on sono tante quante tu ci dici. Non è giunta quella con la q ua le autorizzavi papà a riscu otere i tuo i denari, ma varrà q uella d i oggi nella quale dici d'averla spedi ta. Ci è di tan to conforto saperti in bu ona salute e vogliamo sperare che sia vero . Noi pure stiamo bene, compresi gli assenti. Adolfo ci lascerà il gio rn o dieci anda ndo a Settanta . Dolentissimi c he non ti giunga pane, abbiamo provveduto. Milano a ltri p acchi ogni 15 gio rni . Con tutto l'a ffe tto t'abbraccio e ti benedico. Tua, mamma".

13 CG, FCl, Agnese Giannotti, carto lin a p .g ., 31 maggio 1918, "Dino carissimo, siamo sempre privi di tue notizie dal 22 Marzo e puoi comprendere se ne siamo spiacenti e con quale a n s ietà si aspettano. I tuoi scritti ci sono giunti sempre co n ta n to ritardo, ma prima si aveva il confor to di te legrammi, che ora ci mancano da che ha i ca mbiato residenza Speriamo che almeno tu riceva i nostri che non manchiamo d'inviarti e che le nostre cartoline ti giungano tutte e re lativamente solleci te. La no s tra sa lute, compresi gli asse nti , è buona e così prego Id dio c he sia di te. Con tutto l'affetto ti abbraccio assieme a papà e Del ia . Ti bened ice la tua mammina".

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Per suggerimento ed interessamento di mon s ignor Grillo ho fatto inserire ne lla " Gazzetta del Veneto" una mia comunicazione diretta al "Coenobium" di Lugano, che si interessa dei prigionieri, perché dia mie buone notizie a casa e pe rché indirizzino la corrispondenza se mpre al Lager.

29) Visite a Murris con acqua torrenziale; anche qui munerosi casi di spagnola a decorso benigno. Nu tro dei dubbi su quanto mi riferì Corradini a proposito de lle intenzioni del nemico di ritirarsi, giacché ho incontrato molta truppa in m ovimento verso il fronte e munerosi cartelli indicatori sul percorso da compiere. Oggi è avvenuto un fatto s ingolar e considerando le speciali condizioni in cu i si trovano e si dovrebbero trovare l e donne. Fortunatamente Amato poss iede una buona pratica di chirurgia ge nerale e mi ha tolto da un grave imbaraz zo. La famosa "fabbricatrice di angeli" non era riuscita nell'intento al m omento propizio ed avendo visto che il caso era di una certa gravità venne in gran segretezza a parlare con noi e condusse la paziente in ospedale. Un pa rto distocico con notevole viziatura del bacino ha messo a dura prova l 'a bili tà di Amato che ad un certo punto aveva pensato di ricorrere al taglio cesareo. Il neonato è giunto alla luce già asfittico.

30) È stato affisso un bando con il quale si avverte che tutto il raccol to del g ra no e degli altri ce reali viene requisito dal Comando!

31) Scritto a casa e a Metella. Ho ricevuto da lei una lettera disperata, giacché non ha mie notizie da mesi. Mi dice di essersi rivolta alla Croce Rossa svizz era perché faccia delle ricerche. Cara e buona Metella, circa un arn10 fa a Clusone si ebbe il prim.o dissapore per un futile e sciocco contrasto!

Le ordinanze dell'invasore sarebbero comiche se non ci fossero di mezzo gra vi sanzioni Così oggi un bando prescrive che il sale do vrà essere pagato in o ro o in argento! Corradini tenterà di correre ai ripari, ma ben difficile sarà l'a brogaz ione del befhel.

Stamani è s tato trasferito alla compagnia lavoratori il nostro attendente, l'alp ino Leo nardo Gh illino di Bolzaneto (Genova), unitamente ad un altro soldato che g ià da tempo, come Ghillino, era sta to ricoverato in ospedale per congelame nto ai piedi. Eravamo quasi sicuri che di questi due sol dati il Comando se ne fosse ormai dimenticato. Ch e sia l'inizio di quanto già mi riferì Corradini?

Q uale sarà il destino di cos tui? La s ua partenza mi ha addolorato. Intelligente, ris pettoso e servizievole, ci era molto affezionato ed avevamo vissuto insieme ansie, dolori e speranze . Per la sua sos tituzione ho do vu to bisticciarmi con un m uso duro di ufficiale d 'a mministrazione dell'ospedale.

Poiché da qualche giorno è stato cambiato tutto il p ersona le, così ho creduto be ne di farmi accompagnare da Bressan per farmi da interprete e per spiegare

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i precedenti. Gli ho fatto perci ò chi edere che c i fosse assegna to un a lt ro soldato che ancora si trova in ospedale ma costui, senza spiegarmene il motivo, ha rifiutato nettamente, dicendo che potevo sceglie r mi come "servo" uno dei tanti pazzi tranquilli. Rimasi stupefatto dall'assurdità di ta le proposta e risposi che ad un pazzo apparentemente tranquillo dovevamo affidare la chiave delle nostre camere e farlo uscire quattro volte nella giorna ta per prendere i nos t r i pasti . Chissà se non avrebbe approfit tato per scappare?

Bressan ha tradotto fedelmente anche quando alle insis tenze del faceto tedesco gli ho fatto domandare se lui si sarebbe fatto servire da un ricove rato in mani comio! Alzando un po' la voce mi ha fatto dire di riman ere tranquillo e che t u tto sommato m i permetteva di scegliere un infermiere, di nostro gradimento, ed in tal m odo è terminata l'incresciosa discussione . Ma un infermiere non può essere sempre a nostra dispos iz ione per cui Amato, battagliero come me, andrà domani a parlare con il Comandante int erinale, che oggi era assente.

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Agosto InfelixAustria

1) Stamani abbiamo conferito con il nuovo Comandante. L'impressione è s tata buona ed ha tutta l'aria di un gentiluomo di campagna. Circa l'attendente, molto più ragionevolmente dell'altra carogna, ci ha subito co ncesso il prig ioniero Federighi di Calci in Toscana. Non solo, ma a nostra richiesta ci ha immedia tamente rilasciato un Pass irchein valevole per tutto il mese . In tal modo sa remo liberi di uscire a nostro piacimento, di sfuggire al controllo e al versame nto degli onorari delle v is ite i mpo stoci non dai comandi superiori ma dalla ve nalità d el precedente Comandante.

Al tre rapine! Hanno portato via le poche campane rimaste e la biancheria co n perquisizioni domiciliari.

2) Soltanto oggi è comparsa nella Gazzetta del Ven e to la mia inserzione del seg uen te tenore: "Tene nte medico Dr. Dino Giannotti K.u K Feldspital 715 prega Coenobium di Lugano di informare s ignora Agnese Giannotti, abi tante in Arezzo via 20 Settembre 12, che sta bene, saluti Benedetto ed invii corrisponde nza al Lager di Sigmundsherberg".

Il riferimento a Benedetto era per Sua Santità, onde a mezzo del Vaticano te ntare il mio rimpatrio . Preferii dare sempre l'iJ1dirizzo d el Lager, da cui ero sic uro che prima o poi la corrispondenza mi sarebbe arrivata, mentre con i vari in dirizzi degli ospedali a cui siamo stati assegnati non ho ancora ricevuto nulla. E be ne ho fatto perché si dà per certo che l'attuale K.u.K. Spital lascerà S. Dan iele, venendo al suo posto un os pedale di riserva un gherese. Intanto, per fi nire in bellezza, il primo ha g ià aspor tato 30 letti completi .

3) La più giovane delle "z ie", la coniugata, ha avuto finalmente noti zie del ma rito. Me lo riferisce con pianto di gioia e di commozione, mentre la sorella Amalia (Catina) sgrana il rosario in segno certo di ringraziamen to.

Le ha portato n otizie una delle tante donne mis erande e sfinite ch e dalla lo ntana e montuosa Carnia vengo no da queste parti per scambiare latticini con

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granturco, quando i gendarmi non portano via tutto. Il marito nella sua lettera dice che dopo lo sbandamento sul ponte di Pinzano trovò rifugio a Paularo, dove dimora tutt'ora in buona salute.

4) Oggi è venuto il colo1mello medico direttore del nuo vo ospedale a visitare i locali, mentre gli altri seguitano a rubare: letti, comodini, tavoli e qualunque al tra cosa non sia saldamente fissata al pa v imento o al muro .

Sebbene mi senta sempre un po' debole e fiacco, non di meno mi reco a fare delle visite a S. Tomaso, dove temo che il tifo possa risorgere. Non ci mancherebbe altro, dopo che la spagno la sta dilagando, seppur in forma benigna 1

S . Tomaso è un piccolo agglomerato di case a circa tre chilometri da S. Daniele e quindi "Chez Elle" è ven uta subito a sapere della mia presenza, e mi ha mandato subito a chiamare. Mi abborda imbronciata: «Pas gentilhomme! »2, esclama . Ne rimango stupito . Si è adonta t a perché ricusai la sua visi t a allorché ero ammalato, g li ene spiego il motivo, sem bra calmarsi quando mi accorgo dal roteare degli occhi e dalla fibrillazione dei muscoli facciali che si sta avvicinando la solita crisi. Questa infatti scoppia, e con acqua fre sca e buffetti nella faccia, dopo lunghi e prolungati sbadigli e sti ram enti, tutto cessa. Mi congedo in fretta e la lascio distesa su una poltrona, a ffidando la ad una bambinetta che ha per casa.

Ha diluviato per tutta la not t e.

5) Abbiamo fatto conoscenza con il nuovo Comandante, uomo s ull a cinquantina , di aspetto imponente e fiero, con fol te sopracciglia e baffi ad istrice; in tal modo suppongo si presentino i magnati magiari, sebbene l'attuale campi one mi ricordi gli ufficia li delle operette.

La fierezza dell'aspetto ha corrisposto ad una certa cordialità avuta con noi, a mezzo di interprete ci ha consen ti t o di uscire senza accom pagn a mento, autorizzandoci a recarci direttamente da lui in caso di qualche nostra necessità. Speriamo che gli ungheresi non adottino nei nostri riguard i il consueto "morgen, ubermorgen" e "verboten" dei tedeschi!

Giornata di gran confusione e baraonda nella pace e nella tranquillità del nostro piccolo ospedale per l'arrivo e lo scarico del materiale proveniente da quello militare. Si dice che comprenda n umero s i vagoni, provenienti dalla Romania. Da quel p oco che ho visto s i tratta di ben miseri arredamenti, con

1 In effetti sembra che durante i primi mesi la "spagno la " fosse d i natura per lop iù benigna, come attesta anche l'Au tore. In segu ito l'aggress iv ità del virus è mol to aume ntata, causa ndo un t asso di mortalità straordinar iamente eleva to. Si ritiene comunemente che nel mondo la spagnola abbia ucciso più di venti mi lion i di persone, mentre altri autori ritengono che la cifra possa arrivare addirittura a quaranta milion i.

2 Traducendo: "Non è un gen tiluomo !"

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le tti sgangherati, e comodini che non sono altri che comuni casse da imballo a cui è stato tolto il coperchio!

Ciò che mi ha fatto più impr essione è sta ta l' "orribile favella" di questi m a giari, irta di consonanti con un timbro di voce che può richiamare l'idea de ll'uomo primitivo.

6) Ho chiesto ed ottenuto s ubito il permesso di uscire senza il begleit-mann e fina lmente, dopo tanti mesi di scorta al fianco, assaporo un po' di libertà, se ppure molto condizion ata. Ne approfitto per fare una lunga chiacchierata co n Corradini prima e con la siora Teresute poi. « E il Much dove xe lo?», mi d omanda stupita Micaela.

Anche gli altri ufficiali dell'ospedale ci hanno fatto buona impressione, ci h anno salu tati per primi, chiamandoci "Herr Koll ege" . Nei giornali si legge che i te deschi stanno sempre ritirandosi in Francia. Per non lasciare nulla di intentato, a mezzo di Corradini faccio recapitare alla Croce Rossa austriaca una mia le tte ra diretta a casa, sotto le spoglie di un impiegato civile di questo ospedale.

7) Stamani ci è sta to consegnato il Passirchein permanente con il quale p otremo circolare senza accompagnamento p er S. Daniele, mentre per andare ol tre è obbligatoria la scorta . 11 nuovo Comandante ci ha imposto, cioè ha ripris tinato, il servizio di guardia in ospeda le ch e noialtri avevamo fatto del tutto cess are. Anche in questo ospedale un gaio sciame di "fraulein" e di "frau" a ddette in parte agli uffici e in parte ai reparti di cura.

La mensa è presso a poco dell'identico s tampo della precedente, unica no vità ai due pasti una specie di vino agro dolce e alla mattina, olt re che il ca ffè latte, una specie di fetentissi mo formaggio ungherese che si divora il n ostro a ttendente

Chissà mai per quale mister io sa e recondita ragione il rapporto che feci co ntro quel vi llanzon e di ufficiale che mi ingiunse di sce nd e re, con modi rudi, da lla carre tta, ha avuto seg uito. Infatti sono stato chiamato al Comando perché de ssi maggiori chiarimenti su quell'incidente. Non ho nascosto a nc ora il mio ris entimento contro quell'atto incivile compiuto verso un uf fic iale medico prigio niero che si recava a visitare un infermo.

8) Due gioviali e cortesi medici mi hanno pregato di trovare una persona che fosse in grado di insegnar loro la lingua italiana e così mi reco dall'anziana maestra . Dapprima ella rifiuta poi, dopo aver saputo che si sarebbe trattato di du e distinti medici, ha finito con l'accettare.

La maggior parte degli uomini di truppa sono irredenti romeni che sot to la cas acca austriaca non anelano che ricongiungersi alla madre patria, e questo cre do sia il motivo per cui siamo trattati deferentemente e con cortesia.

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CG, FCl, Passirchein 7 agosto 1918. "A l pr igio n iero di guerra i taliano tenente med ico Dr Dino G ian n o tti che è assegna to al dpartimento pazien ti civili di de t to ospeda le, viene concesso il permesso di muoversi libera m ente nella guarnigione di San Daniele per fare visite urgenti a ma lati d ella popolazione civi le. Vali d o fino alla r i mozione"

Il mio occ hial uto collega non d is d egna, co n le q uattro parole di tedesco che conosce, di avvicinare cautam ente qualch e Schwes te r che p erò, pochi is tanti dopo, lo las cian o in asso. «Quelle non h anno il sa ng ue latino o ladino !», gli sussu rro .

9) S ta m a ni vedo tma di queste Schwester inten ta a passare un ferro d a s t iro caldo sulla faccia posteriore de lla cosc i a d i un infermo Non ho potuto fare a m eno d i m e ravigliarmene e le ho chiesto cosa stesse facen d o . Mi h a rispos to con aria di sufficienza che con tale m eto d o cu rano l a ischialgia3

Rit engo, anzi ho la certezza, che Corradini sia affilia t o a qualche se tt a segre ta, ti p o risorgimenta le o carbo n ara, la cui sede è senza d u b b io ad Ud in e .

Ciò è avvalorato dal fatto c h e egli è l'unico che possiede il Passirche in p e r recarsi ad Udine e non solo . Oggi, tornando da quella città, mi ha confidato una no t izia strabiliante, sicuro e ben certo del mio segre to e assol u to sil enz io.

Nos tr i aerop lani hanno cala to in alcune località del Fri u li degl i u ff iciali friu-

> Termine meno comune per indicare la scia ti ca

li. u. k, ne servesptta l F.1hlrt1m,tom ~ ,e - /4.._._ 9-..·~e..
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lani che conoscono la zona. Prec ipuo compito di questi eroici avven tur osi è quell o di mettersi in contatto con elementi fidati per compiere atti di sabotaggio, ma soprattu tto quello di conoscere la dislocazione e l'en tità delle forze nemiche e tu tte le altre notizie utili al Comando Supremo. Il loro collegamento con il fron te avviene a mezzo di piccioni v iaggiatori e con altri mezzi sco nosciuti a Corra dini A s uo tempo questi intrepidi ufficiali verranno ripresi a bordo degli aeropl ani e quind i potranno esporre a viva voce i risultati della loro pericol osa missio ne . La posta in gioco è in ve rità tremenda, sia gloria a loro!

10) 11 n u ovo Comandante dell'ospeda le ci tratta con una gentile zza credo più unica che rara, direi quasi da col leghi. Così, avendo dovu t o i eri il nostro atten dente raggiungere l'alt ro ospeda le che lo aveva in forza, a nostra richiesta il Co mandante ha subito te lefonato per sape re se pote va essere rest ituito. Ci ha po i domanda t o se eravamo co n te nti della mensa e se desideravamo andare di qua ndo in quando a consumare i pasti con loro. Purtroppo g ià corre voce che " ques t a per la d'uomo", per la sua età, verrà tra s ferito a Buda pest.

Un bel tip o di "sciampagnone" , come dice Ama to, è invec e il rubicondo capitano d'amministraz ione, vero tipo anch'esso di magiaro, con i baffi all'insù appuntiti con la famosa pas t a ungherese, che fino a qualche tempo fa s i vedeva n elle ve trine d ei profumieri in Italia. Non parla che di donne, di czarde4, di baller ine e di tzigani5. Da me vuole conoscere alcune parole e frasi italiane inerenti al s uo debole, ch e qui non posso riferire . Grasse risate e ampie manate stùl e sue ben v alide cosce allorché s baglia la dizi on e o co n fonde i sessi! ln compenso è prodigo d i ottime sigarette, che acquistiamo da lui oltre la razione che ci compete Da l Lager ricevo una lettera di Metella del 2 Febbraio6 (?!), una d el babbo7 e una della signorina Mendel del 7 Mar z o. Lunga è la via per g i ungere fino a noi!

4 Danza popolare un g h erese.

" S u o n atori gitani di violi n o d e lla tra dizion e ungherese .

6 CG, FC1, Cecil ia Bonazzi, cartol ina p .g ., 2 fe bb raio 1918, "Carissimo, d opo la prim a ca rtol ina sc ritta il primo no ve mbre non ho più ricevuto s uo i sc ritti , e le i sapendo q uan to mi siano cari può imm aginare quanto ciò mi facc ia dispiacere. Meno m ale che il papà suo scrive se m pre a Bruni ed io qu ind i posso saper e che le i s ta bene, e ciò unito a ll a speranza che le i s i rico r derà di me mi rende più tra nquilla . O' [sic ] scritto già da qu ind ici giorn i a suo papà, ma n o n m i ha r isposto . Chissà cosa penserà di m e ! Spero che pres to ri ceve r à il pacco che lo h o s p edito e che con te n eva una maglia, due paia d i ca l7.e , un pa io di calze tto n i, tre co lli d ilana,c iocco lata e s igarette. Mi ripromet to però di mandargliene un a ltro. Se potrò ricevere presto u n suo scritto sar ò felicissima, in tanto rice v a sa lu ti da papà e mamma, e specia li da m e Aff.ma Cec il ia"

7 CC, FCl, Be n ven ut o Giannot ti, car toli na p.g , 7 marzo 1918, "R iccard o riparte domani; Adolfo ter minata la sc u ola è fra noi. Domen ica fui a Montepu lci a no e portai meco Del ia e Bianca: tornammo ierse ra F ur o n o con ten tiss im e p er la gita Duolmi non ti giu n ga pan e : ho recla mato. Seguitiamo a spe d irti pacchi. Tuo inse r to andò sma rrito col 70 ° A bbiamo richies to a l M inis tero li b ret to e documenti. Ba tignani Giusep pe s i è occupa t o d i te: ho buone s p e ra n ze Vid i Stefano Cont u cci : sta malissimo pe r nefri te. Ma mm a sta be n e . De l ia fa progressi col pi a n o. Buone no tizie da Ro gero: ci scr ive spesso Sem pre co l p e n siero a te ti bac io in s ie m e a ma mm a, sore ll a, frate lli. Attend iamo tuo i scri tti ge nnaio Per ora quell i anno scorso. Il tuo Babbo" .

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11) 1 giornali austriaci a caratteri cubitali riportano w1a notizia che ci ha riempito di gioia e di orgog]jo. Sei nostri aeroplani hanno sorvolato Vienna, impiegando due ore e mezzo dalla loro partenza da Verona! Sulla città asburgica furono gettati dei volantini in cui, tra l'altro, era detto che gli aviatori italiani non gettavano bombe perché l'Austria aveva bisogno di pane, e invitavano il popolo austriaco a distaccarsi dalla Germania, causa unica del perdurare della guerra. Durante il volo un apparecclùo è dovuto atterrare per un guasto e gli aviatori, dopo aver distrutto l'aereo, si sono dati alla fuga.

Chi saranno mai qu est i tem erar i? Per qual motivo i giornali si saranno mai decisi a pubblicare un a notizia di tal genere? Forse perché, come si legge nei giornali, i tedeschi il 9 hanno avu to in Francia perdite di prigionieri e cannon i?

Micaela ha la spagnola ed è di una irrequ ietezza che mi fa perdere la pazienza.

12) Un nostro aeroplano stamani ha gettato dei vo lantini del seguente tenore:

Fratelli d'Italia!

L'ora delJa pace suprema è prossima, soppo rtate con s toi co co raggio i terribili sacrifici impostivi dal nemico, l'o ra d ella vende tta è prossima!

Fra te lli non date asco lto a ll e ca lunni e del nemico, i nostri fratelli francesi hanno ric acciato il nemico fino alla frontiera belga, il nemico ha las ciato in mano nostra 300 000 prigionieri, 12.000 cannon i, migliaia di mitragli a trici e notevole materiale di guerra.

La nostra offensiva è principiata sul Trentino, il nemico è in rotta, s iamo a 12 chi lometr i da Trento! Coraggio e speranza, i vostri sacrifici ve rrann o ricompensati colla suprema vit toria!

Quale commozione e quante speranze ci hanno infuso simil i parole!

Il Comando al primo sentore del lancio ha subito sguinzagliato i pochi gendarmi e molti solda t i alla ricerca dei v olantini per impedire che la popolazione ne venisse in possesso. Troppo tardi, ormai ognuno se lo tene va stretto sul cuore. Cosa mai avranno pensato nel loro animo i gendarmi e i so ldati che poco o male comprendono l'italiano nel leggere quelle parole!

La pacifica incursione su Vienna mi fa rifl e ttere come l'avia zio ne, che si può dire a i suoi albori, in nessun fronte sia mai intervenuta o quasi mai in poderoso aiuto delle truppe operanti con t ro il nemico.

Solo di quando in quando cade qualche bomba su una città o su qualche obie tti vo m ili tare . Se però ripenso che nel 1910 ho assistito al Campo di Marte in

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Firenze alle prime manifestazioni aeree ("oggi si volaaa" s i diceva in città) nelle q uali gli aeroplani s i innalzavano di pochi metri d a terra p ercorrendo a ltre tt anti p ochi metri in ar ia, il volo su Vienna ass u rge a qualcosa di divino o di diabolico! La Germania però è rico rsa a d un'altra diabolica invenzione, vedendos i oram ai sull'orlo della disfatta ha inizia to una lotta senza par i con i s uoi sotto marin i co ntro il naviglio degli a llea t i e dei n e utra.Li e loro navi pirata, mascherate, so lcano i mari!

13) Si apprende che l' avia tore cos tretto ad atterrare durante il volo su Vie nna è i.I te n en te Ca rl o Sarti che è s ta to cat tur ato . Dal diario di Corradini:

Si ord ina l'app li cazione d ell'imposta fondia r ia e Andrea tt a esige ch e ogni contribue n te sia tassato come negli anni precedenti. Tale n otizia mett e malum ore e sc oncerto fra gli abi ta nti che g ià s i son visti spogliare di tutto e senza alc una rendita. Il con s iglio comunale, riunitos i d 'urgenza, delibera non doversi pagare alc un tr ibuto pur ave nd o forzatamen te inviato le cartelle dei tributi. I minacciati non si s go mentano, so lo una vecchiet ta timorosa v ersò 15 centes imi !

Andreatta, uomo m alvagio che res pingeva le g ius te richieste dell'Amministrazione comunale, violatore delle nostre tom be a l Cimitero pe r la ricerca di biancheria ed oggett i che n o n aveva m o p erché saccheggiati o requ isi t i dai suoi pre d ecesso ri, cos tui, u omo crudele, ci obbligò all ' inganno continuo per non morire di fame, come era nel suo programma di governo .

Scrit te due cartoline a casa .

14) Ennesima requisizione dei pochi s uini rimasti.

A ma to , che a d Ar tegna godeva della più ampia libertà, che non ha conosci uto il campo di concentramento perché appena catturato fu adibito a l servizio della popolazione civil e, è ind ignato e furente contro il Coman dant e Ha in ani mo di farsi pa ladino delle gi u s te rivendicazioni de ll a popo laz ion e Ce rco di diss ua d erlo . Andrea tta, il trentino, è di animo perfido e brutale, ed egli, Ama to, se p ur con l'aureo la di un inutile martire, sareb be avviato ad un ca m po di co ncen tra m e nt o di puni z ione. A malincuore si co n v in ce.

Micae l a ha sempre al ta te m peratura, è meno agitata, le tengo un po' di compa gn ia non aven d o più a l mio fianco "l'uomo contatore".

15) S taman i in piazza è s tata passa ta la rivista alla trupp a di S. Daniele allo sco po di vedere quanti uomini sono privi di oggetti di corredo. Non pochi sono senz a camicia, senz a mutande e persino senza scarpe . Ne ignoro il ris ultato , pe rò don Valentino mi a ss icura che non molto tempo fa un reparto inviato al fro nte dovette fare i l cambio delle calzature con un a ltro che si recava a riposo, tale era il miserando sta to in cui erano ridotte!

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Un sottomar in o italiano ha silurato una nostra nave ospedale; un ospedale da campo presso Primolano (dove sconfinai nel maggio 1915 con il 3 ° battaglione dell'83° reggimento fanteria) è stato mitragliato e bombardato da un aereo italiano cagio nando morti e feriti; lo stesso è accaduto il 12 u.s. contro un ospedale da campo a Feltrc.

16) el eue Wiener Journal si legge il manifesto getta to su Vienna dai no stri avia tori , esso è così co ncepito:

Imparate a conoscere gli italiani. Se noi volessimo potremmo lanciare sulle vostre città tonnellate di bombe, ma vi mandiam o invece il salu to de l tricolore della libertà! o i italiani non moviamo guerra a cittadini, a vegliardi e a donne. oi moviamo guerra al vostro governo, al nemic o della libertà nazionale, al vostro ... (parole mancanti forse non trad otte e non riportate) ... e crudele che non sa darvi né pane né pace e vi nutre soltanto di odio e di fallaci spera nze!!

Viennesi, si dice di voi che siete intelligenti, però da che avete indossata l'uniforme prussiana siete discesi a livell o di un bifolc o berlinese e tutto il mondo si è scostato da voi!

Volete continuare la gue rra? Fatelo se volete il vostro suicidio. Che cosa sperate? La vittoria promessa vi dai generali prussiani? La vittoria decisiva promessavi dai ge nerali prussiani è come il pane dell'Ucraina, lo si aspetta, ma prima che arrivi si muore!

Cittadini viennesi! Pensate a quello che vi attende e svegliatevi! Viva la libertà! Viva l'Italia! Viva l' lntes;i!s

Dal contesto si può arguire che la parola soppressa si deve riferire a qualche alto personaggio germanico, forse allo stesso Kaiser Guglielmo il mentecatto!

Inaspettata in vero è la pubblicazione di que s to messaggio che mette a nud o le condizioni dell'impero asburgico e lo ridicolizza, sprezzando in pari tempo l'alleato infido. Se pur ciò sia strano, tuttavia il commento del giornale è un'apoteosi dell'esercito austro - ungarico e di quello tede sco, che mai si faranno pi egare, ma il tono è alquanto somm esso e si nota un certo sbigottimento .

" 11 vero testo del volantino, per quanto simi le alla traduzione dnl tedes co dell'autore, è i l seguente: "VIEN ES I! Imp arate a co noscere g li ita liani. Noi vol iamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un sa luto a tre co lori: i tre colori della libertà. Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ,ù vecchi, alle donne. oi facciamo la guerra al vo::,tro governo nemico delle libertà naLionali, al vo5tro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d'odio e d'illusioni. VIENNESI! Voi ave te fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l'uniforme pruss iana?Orma i, lo vedete, tutto il mond o s'è vo lt o contro d i vo i Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suic idio Chr sperate? La vitto ria deci~iva promessa\ i dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell'Ucraina: si muore aspettandola. POPOLO DI VIE:\ A, pensa ai tuoi casi. Svegliati!

11 comunicato austriaco del 7 riporta quanto segue:
VIVA LA LIBERTÀ! VIVA L'ITALIA! VIVA L'I TESA!". 210

Che sia ve ra la notizia che circola, quella c ioè che al ''raid" su Vienna abbia parteci pato anche d'Annunzio! Non mi meraviglierebbe questo suo ges to di coraggi o dopo il suo focoso e patriottico discorso pronunciato a Quarto, poco prima della nostra entrata in guerra e dopo che lui, cavalleggero del Novara, ha combattuto fante tra i fanti nella "Brigata Lupi di Toscana" s ulle pietraie micidiali del Carso!

17) È ben curioso questo ospedale militare . Pur essendo l ' unico della 6° Ar mata specializzato per malattie nervose, difetta di personale di assistenza, tanto che ci hann o tolto alcuni infermieri, con grave danno del servizio. Ab bondano però le "fraul ein'', per la maggior parte addet te agli uffici ('' uffici svagh i", commenta Amato) e qualcuna anche ai bagni e ai massaggi (" super uffici svaghi", commenta sempre Ama to). Corrono le voci più svaria te ci rca una nostra offensiva nel Tren t ino e s i suss urra che tra non molto un'altra ve rrà ini z iata sul Piave. Iddio lo volesse!

18) Pieno so lleone ch e mi deprime. Micaela va migliorando.

I g iomali danno per sicura la notizia che d'Annunzio partecipò al volo su Vienna, e molti hanno cavallerescamente parole di elogio per il Poeta, esaltandone il coraggio, la temera rietà ed il suo amor patrio. Non so lo, mettono in evi denza il suo non p iù giovanile entusiasmo per l'aviaz ione e melanconicamen te scrivono, a differenza di alcuni nostri poeti e letterati, che ufficiali della co moda Riserva se ne stanno a poltrire negli uffici!

Giusto e doveroso omaggio del nemico e, sebbene un po' arduo ne s ia l'accos tamento non posso non ripensare a S .M. Vittorio Emanuele che, appena inizia ta la guerra, al pari del Suo Avo, si diresse al fronte, condividendo con i s uoi so lda t i rischi e peri co li. Non infrequentemente e d'improvviso lo si ve deva giungere in linea con i l Suo caratteristico pastrano da truppa e con le molle ttiere non ben aggiustate. Di una frugalità senza pari disdegnava di ma ngiare con il Suo seg uit o, e consumava una modesta refezione a ll ' aria ape rta. Numerosi sono gli epis odi che si narrano sulle Sue visite al fronte, ta lvolta commoventi, dato il carattere alquanto chiuso e un po' arcigno del Sov rano.

Ne riporto uno tra i tanti. Giunto in prossimità di un ponte dal quale si accedeva alle prime line e si vide intimare l 'a l t da una sentinella . l i Suo aiutante di ca mpo s cese e gli diss e che si trattava di Sua Maestà . Il soldato, per nulla impressionato, rispose che aveva una consegna da far rispettare da chiunque e q uindi impediva i l passaggio su l ponte.

La macchina dovette tornare indietro, però, prima di ripartire il Sovrano ebb e parole di elogio per quell'umile ma fedele fante e, regalandogli il suo orolog io, lo propose per una licenza.

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Da alcune case in S. Daniele so no stati requi s iti diversi mobili per approntare la sede di un nuovo Comando che qui si installerà. Sembra si tratti del 20

Corpo d'arma ta che at tu almen te si trova a Vittorio Veneto . Che sentano "odor di polvere"? Speriamo!

19) Corradini mi dice, pur non esse nd o ben certo della n o ti z ia, che il Comando Supremo austriaco s i trasferisce da Udine a Gorizia e che un a lt ro Comando di grande u nità si sposta d a Vit torio Veneto a Tarce n to.

Nos tri aviatori hanno lanciato vo lantini n ei q u ali è det to che i francesi hanno catturato 300 .000 prigionieri, me tt endo fuori combattimento m ezzo milio n e di uomini tedeschi, e come la Germa ni a sia in possesso di soli due dipartimenti francesi, dei quattordici già occ up ati.

I "poi lus" 9 stann o co mb a tt endo stren u amente con tro i "boches" 10 che fino a non molto tempo fa avevano dilagato ovunque!

Ritengo che l 'appor to dell'esercito a m eric ano abbia contribuito non poco a l successo . Se tale notizia ci ha rallegrato e rincuorato non poco, un'altra ci ha allarmato e preoccupa to a dismis u ra.

U n ufficiale d el Comando del Dis tretto è venuto da noi per conoscere, s u ordine del Comando d' Arma ta, le nostre generalità e da quanto te mp o ci troviamo nel territorio inva so ! A di s tanza di tanti mesi temiamo che tale richiesta sia il preludio del nostro ritorno in un Lager.

Amato, che non conosce il filo spinato, ne è addiri ttura esterrefa tt o e ossessionato. Lo conforto di ce ndogli: «Se ti è p ossibile, e in ciò ti ai ut erò, procurati per tempo un buon nascondiglio, che io me ne sono proc u rato uno g ià da un pezzo »

Infatti, al primo accenno d i richia m o in un Lager potrò rintanarmi in un ben na s costo ed impene trabi le meandro do ve l a signora Teresute e Micaela potranno custodirmi e vettovagliar mi. Inoltre h o sempre la parola di Corradini, che più volte mi ha rip etuto che mi avrebb e sa lvato in caso di necessità. Mentre penso che potre i approfittare di qu es ta offerta per Amato, lo consigl io anc h e di parlare con don Valent ino, che senza dubbio ve rr à in s u o aiuto

Per distrarmi mi reco dalle "zie" e racconto la novità. Ne sono sinceramente ad dolorate perc hé perd erebbero "un caro e bu o n amico" e mi assicurano che preg heranno per m e, perché non venga allontana to da S. Daniele. Dopo infini te chiacchere e p revisioni sul prossimo avvenire, la zia Amalia, familiarme n te chiamata Catina, che per la sua artrite deformante è costretta a starse ne in poltrona, mi chiede per l'ennesima volta se proprio non vi sia alcun rimedio per la sua inferm ità . Non

9 Poilu è u n termine vezzeggiativo francese che s ig nifi ca " p eloso", utilizzato per ri feri r si ai so ld a ti di trincea

10 Te rmin e pegg i orativo con c ui i n Franc i a, Bel g io e Lussemburgo si d efi n i va no i so l dati ted esch i

°
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la scoraggio e le dico che in questa stagione sarebbe utile e vantaggioso per le i starse ne n el "brolo" 11 con la te sta ben coperta e un po' discinta per prende re il sole, che g uarisce da tante malattie e scioglie gli umori. La zia non s embra del medes imo parere e guardandomi con un poco di diffidenza così mi apostrofa: «Elga rason per me poare ta, lu pensa solo a far le " catarigole" alla siora .. ... » equi pronuncia il nome di "Chez Elle". La sorella Elena le dà un'occhiata significativa, quasi di rimp rovero, e lei non aggiunge altro. Poiché per "catarigole" (solletico) intendeva riferir si ai buffe tti e agli spruzzi d'acqua che facevo all'ammalata e che costei non si era pe ritata a diffondere la voce che bastava che io le mette ssi le mani sul viso perché di colpo la sua agitazio ne cessasse; così presi l'occasione per dire alla lin guacc iuta come io non avessi alcuna formula taumaturgica e come quei miei semplic i atti bastassero per rimettere a posto e a ristabilire, se pur per breve tempo, l'equilibrio ne l s istema nervoso. «Ta le infermità », soggiunsi «signorina Catina, non si può curare altrimenti che per suggestione, a lei del tutto inutile ».

Nel congedarmi sulla porta, la zia Elena mi h a chiesto sc u sa per l'impertin e nte sorella.

20) Da più notti, fi n verso l'alba, si ode un violento cannoneggiamento. Per r is olvere i l sempre tormentoso ed angoscioso problema della corrispondenza fa ccio u n ulteriore tentativo, anche se con scars a fiducia . Scrivo al tenente Poccianti, mio compagno di camera nel Lager, perché telegrafi a casa mia dando b uone noti z ie.

Incr ed ibile, ma vero, dopo cinque mesi ricevo un pacco da Sigmund s herbe rg, regolarmente svaligiato, mancandovi ca lzini, maglie, latte. Era rimasto q ualche fazzoletto, del pane biscottato e un pezzetto di s apone . Er a s tato sped ito da casa l' undici di maggio!

Alla periferia del paese, in due divers e località, sono s tati tro va ti due feti mo rti, nati a termine. La "fa ttrice d'angeli" forse questa vo lta n on è in causa. Svergognate!

21) Da Udine è giunta la noti z ia, credo però molto prematura, che i nostri si ano entrati a Trento, issando il tric o lore s u quel castello ove fu impiccato Battis ti. Anche Corrad in i è molto scettico in proposito.

I comunicati austriaci, mentre non parla n o di ql'ell'azion e, mettono in gran ri lievo una n os tra offensiva sul Tonale, subito stroncata . Intanto un nostro prig ioniero, recentemente catturato, avrebbe riferi to che a giorni verrebbe .iniziata u na nostra offe nsiva sul Piave, sostenuta principalmente dall'a v iazione.

11 Con q uesta p a rola s i id e ntifi cava un " o rto o fr ut te t o circonda to da ww s iepe o da un mu ro" e, per e stens ione, an che un g ia rd ino reci ntato .

21 3

22) Le voci si susseguono alle voc i, forse è un fenomeno di psicosi collettiva. Al solito si dice che un altro nostro prigioniero avrebbe confermato la nostra prossima offensiva sul Piave in cui l'aviazione avrebbe una parte preponderante, non solo, ma che una volta passato il Piave l'esercito nemico verrebbe incalzato dall a nostra cavalleria e da quella alleata, sì da non dargli tregua, impedendo in tal modo la resistenza e il saccheggio ai danni della popolazione. Ma non basta. Si assicura che i nostri aviatori hanno ge ttato dei vo lantini per annunciare che il 28 di questo mese gli abitanti del territorio invaso vedranno una nuvola infinita di nostri aeroplani volare nel cielo e le nostre truppe liberare il territorio invaso! Quanta fantasia e ingenuità da parte di chi si diletta a spargere tali notizie!

I tedeschi in Francia sono sempre in ritirata , il loro "vecchio Dio" s pero li abbia abbandonati!

23) Micaela è ormai guarita e la signora Teresu te mi invita a pranzo. Visto che non ho più il Begleit-mann accetto. Si parla a lungo delle voci che corrono e la metto in guardia di non prestar fede a tali dicerie. Mi confermano ancora una volta che il mio nascondiglio è già allestito da tempo, e tale notizia mi rianima poiché, finito il pranzo, so da monsignore che due miei colleghi già in servizio a Gem o na sono s tati inviati al Lager. Che la sio ra Teresute abbia nel suo s ubcosciente qualche seg no pr emonitore? Riferisco la notizia ad Amato, che mi assicura che ha già provveduto ad organizzare la sua salvezza. ella "Gazzetta del Veneto" è comparsa la seguente risposta all'inserzione che feci giorni or so no. "Tenente m ed ico Giannotti Dino, si assicura che la sua comunicazione fu su bito fatta alla signora Agnese Giannotti di Arezzo". Spero non mi abbiano turlupinato!

Ric evo una carto lina dalla mamma del 29 Cennaio 12 (?!) nella quale mi dic e che mio cugino Vieri Avanzati è pri g ioniero nel camp o di Dunaszerdahles 13 in Ungheria. Lo compiango e gli scrivo. 24) 11 losco i\ndreatta co ntinua la solita metodica spogliazione di questi disgraziati. Oggi sono s ta te requi site le poche vacche rimaste ed un bando

12 CC, FC1, Agnese Giannotti, cartolina p.g., 29 gennaio 1918, "D in o caro. Stamani si sono ric evute tre tue carto line, l'ultima del 24 Dicembre. Puoi immaginare con quale gioia s i ricevano tuoi scritti, ma pit':1 ci confortano i telegrammi . Siamo in attesa deUa risposta a quello che ti abbiamo mandato dieci giorni fa. Ogni !>ettimana ti faccio speduione di un pacco con indumenti e generi alimentari e non vedo l'ora di sapere se li ricevi puntualmente. Alcune cose che chiedi non po~so mandartele perché proibite dal regolamento. Per pane, tabacco s i è fatto abbo namen to al la Croce Ro::.sa. Con tutto il cuore ci auguriamo che la tua sa lute si mantenga sempre buoni ssima e che così sia anco ra del tuo morale. Coraggio, coraggio! Rogcro sta bene e così pure Riccardo e Alfredo. Vieri Avanzati tue condizioni. Ungheria-Dunaszerdahl<.'y-2 ° reparto ufficiali. Cugini Giannotti tutti bene. Ti abbracciamo con tutto il nostro affetto e Dio ti benedica com<.' la tua mammina".

1 ' L'autore probabilmente si riferisce alla cittadina di Dunasze rd a h ely, oggi in Slovacchia,

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avverte che verranno requi s ite noci, nocciole, mandorl e ed una certa quantità di v e rdura che dovrà essere essiccata! O affamata A u stria, la tua aquila bicipite a tant o si è ridotta!

G ià av e vo av uto sentore c he in cer ti casi il co mand o a u s tria co permetteva ad alc une p e r sone, esclusi gli uomini, di pote rs i recare al di là d el Piave, ed ogg i ne ho avuto la con fer ma. fl comando del distre tto mi h a incari ca to di riferire se un certo degente in manicomio era in g rado e in condizioni di essere avvia to nell' Itali a non in vasa .. Il ricoverato però fin dall o sco r so mese aveva preferito fare un altro viagg io senza alc un permesso, recandosi "ne l l'Aldi là ".

25) Se mpre re s pinto dal Lager ri cevo un pacco v iv eri proveniente dalla Svizzera (Berna) e questo s en za dubbio in relazion e ad una mia lettera sc ritta alJ a zia Vittoria quando ancora e ro a Si g mundsherberg, pr egandola di farmi aver e qualche pacco dalla Svizze ra. Ho ricevuto cec i e lentic c hie. Anch e le nazioni neut ra li si de vo no trovare a mal partito!

26) Scritto a casa e a M e te ll a.

Tanto io che Amato s ia mo stati a lle pr ese co n i gendarmi, quelli con il "chiodo" nel casco alla moda pru ss iana. D a quando u scia mo senza scort a siamo s tati fermati piì:t volte ma per quanto fossero poco persuasi dal no stro passirc hein, si limitavano so ltanto a dirci che n e av rebb e ro riferit o al Comand o del Distretto e tutto finiva lì.

Sta mani m e ntre eravamo fuori per le solite v is ite, s iam o s tati fermati da un o "sbirro ir redento" che, dopo averci detto che il docum e nto che g li avevamo mos trato non se r v iv a a nulla, ci h a intimato bruscamente di rec arci co n lui al Comando Amato ha so ll eva t o subito delle difficol tà e con vo ce alterata gli ha detto che siccome il perm ess o era firmato da un'autorit à s uperiore a quella di ch i ci a veva fermato, non era affatt o costrett o a seguirlo a l Comando e che po teva uscire liberamente senza dare alcuna spiegazione. Volevo dargli man forte ma lo sbirro non mc ne ha dato il tempo. Con ge s ti perentori gl i ha int imato che lo dichi arava in arres to e che lo d oveva segui re a l Comando.

La mia pa ss iv ità non fu per "vil tad e", aven do cred uto bene in qu el momen to di non co mpli care ancor più la nost ra posizione, e poiché mi trovavo propr io vicino all'ambu lato rio a cui e ro diretto ho preferito avviarmi comunq u e lì, dicendo ad Amato in un fran cese appro ss imativo: «vai tu a battagl iare con quel " coch on" 1 ~ di Andrè, io mi sono g ià co mprom esso da tempo, e n o n v orre i c he la mia presenza lo irritasse magg ior mente ».

L'ho a tteso per più di un 'ora finché non è comparso, torvo e acci g liato. Dop o una lunga anti ca meraAndrcatta, asco ltate le due parti, l o h a rime sso in lib ertà,

l1 In francese: " maiale" . 215

avvertendolo molto duramente che fino a tanto che non avrà avuto chiarimenti dal nostro Comandante, ci vietava in modo assol u to di uscire senza scorta . Se da Campagna udivo le più belle e simpatiche invettive con t ro il "Cochon" in dialetto napoletano, Amato lo ha eguagliato con Je sue invettive in romanesco ciociaro

Credo di non aver mai accennato come il Comando permettesse a i soldati sba ndati nativi de l Friuli di poter rimanere p resso le propr ie famig li e sotto "libertà vigilata'', con l'obbligo di presentarsi a l Comando ogni due giorni. Stamani, arrivati per il solito controllo, sono s ta t i arrestati per essere domani avviati verso un campo di concentramento. Tra costoro vi è pure un tubercoloso già rimpatriato dall'Austria e che io avevo in cura. La madre, spaventa t issima, è corsa da me perché me ne interessassi e così con Bressan mi sono recato al Comando per far nota la speciale posizione di questo disgraziato. Tutto invano. Bressan, che mi faceva da interprete, mi ha riferito la frase dell'ufficiale a cui mi ero rivolto: «Gli ordin i vengono dal l'alto, non si possono discutere e in particolar modo da un uffici a le prigioniero ». Pezzi di canaglie!

DIECI MESI DI PRIGIONIA!

27) Ancora nessuna nuova sull'incidente di ieri, però "sciampagnone", l'alle gro ufficiale della Proviantur (amministrazione e vettovagliamen to ) ci dice di ben sperare.

Una diciottenne, cosa non nuova, mi chiede la "solita e comoda polverina dei nove mesi". Senza avvilirla la metto in condizio ni di non insistere, rifiutando energicamente.

28) "Sciampagnone" era nel vero, il nostro Comandante ha comunicato che possiamo uscire senza scorta. Resta per noi un mistero su come l'abbia potuta spuntare con Andreatta

Ho scritto a casa.

Il comunicato austriaco del 26 riporta che in Albania hanno occupato Fieri e Berat, mentre quello tedesco riporta che in Francia eseguono una metodica ritirata, che a loro giudizio non pregiudica la stabili tà del fron te. I giornali aust riac i parlano anche di un conflitto fra la Germania e la Spagna. Sembra che quest'ultima non abbia voluto ricevere l'ambasciatore tedesco, ma non si accenna ai motivi.

Una lunga, sconsolata lettera di Metella di due mesi fa mi rattrista. È priva di mie notizie e preoccupata oltre ogni dire sul mio conto, pur essendo a conoscenza all'incirca della località in cui mi trovo. Senza dubbio le mie numerose lettere non sono giunte a destinazione. E credo che questo sia avvenuto per 'ogpi mio scritto, giacché anche da casa mi scrivono che non hanno più mie n otizie da quando sono partito dal Lager. Invero non ho lasciato nulla di inten-

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tato per far giungere i miei scritti . Molto tempo fa a mezzo della Feld-post avevo inviato una cartolina alla mamma in ves te di civile, oggi la ricevo di ritorno, bontà loro, perché è sospeso l'inol t ro della corrispondenza in Italia.

29) Parlo con "sciampagnone" della cartolina ritornata ed egli mi assicura che la sospe ns ione è solo temporanea, essendo chiuso il confine con la Svizzera. Però, per esperienza, questo fatto può precludere a qualcosa di nuovo negli e ve nti bellici.

Ieri e ogg i è piovuto abbondantemente, smorzando la grave calura che mi deprimeva . Le notizie e le novi tà più incontrollate circolano in modo impressionante ed in gran segretezza, mai si sa da dove provengono e questo mi fa dubitare della loro veridicità. Così apprendo come la "Pontebbana" abbia cessato di funzionare essendo le nostre truppe in prossimità di Tarwis (Tarvisio), la presa di Trento ormai si dà pe r certa e gli sbarchi a Trieste e a Pola sono all'or din e del giorno. Tutto ciò non fa che aumentare il nervosismo e l'ansia della popolazione.

Tal i di ce rie erano penetrate anche nella palazzina dei pensionati del manico mio, dove, come ho a ltr e vol te accennato, si trova Visentin, il simpatico gobbetto già cancelliere del Tribunale di Ro vigno . Affetto da demenza precoce con qualche spunto delirante è calmo . Soltanto di quando in quando, s pecie nelle ore notturne, lo si sente lugubrement e lamentarsi e inveire, in preda alle allucinazioni e ai deliri che lo colpiscono.

Visentin, sentendo le notizie di cui parlavo, non ha voluto essere da meno, e in modo clamoroso. Così, appreso che le truppe italiane erano entrate a Trento, elu dendo la molto rallen tat a vigi lanza, è riuscito a scap pare dall'ospe dale ed è corso in piazza d e l Duomo. Quivi ha arringato w1 immaginario e folto pubblico, affermando che era lì per "fare giustizia" e che se qualcuno si riteneva oltragg ia to o derubato dal nemico "si facesse avanti". Brandendo un'immaginaria scure assicurava che avreb b e "copà todeschi e sciavi"! Ripreso, si è fatto docilmen te acco mpagnare in manicomio . Così parlò un irredento pazzo!

30) Stamani è sta to accompagnato all'ambulatorio un povero vecch io di S. To maso, ridotto un vero "ecce homo" per le bastonate che gli erano state inferte dai so ldati austriaci. Per costoro ci sarebb e voluta la scure di Visentin! Alcuni militari si era no recati, spinti dalla fame, nel s u o campo a spigo lare del granturco e il vecchio aveva se mplicemente fatto loro comprendere come il granturc o non fosse maturo e che perciò non serviva né a loro né a lui stesso. Per tutta risposta fu conciato in quel modo! E ques to non è il primo caso. Per delle pa tate sono occorsi fatti ancor più gravi, specie da parte de i bosniaci.

Staman i era la beneficiata dei vecchi ! Infatti poco dopo mi se ne è presentato un altro. Questi dovrà subire alcuni gionù di carcere, essendogli sta ta trovata

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in casa una quantità irrisoria di frumento. Per let to avrà i l solo impiantito e per vitto una lurida sbrodag lia. Per tentare di non essere imp ri g i onato mi ha chiesto un certificato a t testa n te le sue precarie condizioni di salute. Glielo ho redat to con cura dettagliata, ma sono certo che verrà ces t ina to .

Purtroppo in mezzo a questi casi pie tosi esistono delle vere iene di cui Corradini tiene aggiornato il suo "libro nero" per il "redde ratio n e m " 15 C o d es ti loschi e luridi individui, avendo accumu la to non si sa come delle vettovaglie ed alc uni generi di consumo, li rivendono a prezzi da strozzino e gli a cqu iren ti, pur maledicen d oli, tacciono e soppor ta n o p erch é non sono pro te t ti da alcuna au torità.

Che dire di un comandante di Gemona, or i und o goriziano, che a lla p opolazione affamata che a lui si era r ivolta rispose che "p ri ma doveva pensare ai propri soldati, e se qualche cosa avanzava sareb b e sta ta dis tribuita a questa infame popolazio n e, al trim en ti ben pensassero a scavarsi la fossa!" . Vae v ictis!

Così infat ti si comportano no n solo gli ufficiali ma a n ch e i ministri di giustizia . Don Valentino mi h a raccont ato che una volta si lamentava con i l giudice austriaco perché veniva requisi to il gra n o e il granturco . Costu i ri spose che l'esercito invasore ha qualsiasi di ri tto sulla popolazione, anche quella d i farla mo r ire di fame . Mi disse il parroco: «rimasi così agghiacciato ch e non p o tei fare a me n o di dirgli "il Vangelo di Cr is to parla altrimenti"» .

«È vero, don Valentino » ho risposto io «a Ilo stesso modo si comportava n o i barbari. Voglia il cielo che il nostro eserci to possa conquis tare a lmeno un lembo di quell'infame Impero e re n dere pan per focaccia, se pur avrà l'animo di giungere a tanto, ch e la miseria e la fame del ne m ico son o paurose e impressionanti».

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' 5 Ossia " resa dei con ti".

Settembre

Dietrolelineenemiche

1) Continua il maltempo.

Una ripro va delle inaudite soffe renze dei profughi del Piave l'ho avuta a nche stamani. Viene in ambulatorio una povera donna con tre piccoli figlioli, ridotti in modo spaventoso dalla denutrizione e dall'enterite che li ha colpiti, e spec ie il più piccolo, di due anni, è in condizioni critiche. Provo una stretta al c uore nel vedere queste creaturine sull'orlo della morte e la disperazione della povera madre. Purtroppo sono impotente a soccorrerli e purtroppo nessuno si occ upa di questi in felici! Solo Corrad ini, coadiuvato da don Valentino, li aiuta negli stretti limiti delle sue possibilità, ma è ben misera cosa!

Non rimane altro che t en t are di salvare il piccolo, facendolo ricoverare in ospe dale, e dare agli altri qualche medicinale, di cui sempre più grave è la mancanz a. La madre mi narra che da diversi giorni sono fuggiti dal Piave ove aveva un misero pezzetto di terra che alla meglio li nutriva e che ora è in mano del ne mico. «S i moriva di fame» soggiunge «e venni a S. Daniele con la speranza di salvare da sicura morte i figli» .

2) Da tempo non incon t ravo Elizabeth, che d'altra parte non mi interessa minimamente. Questa mattina, u scendo dalla casa di un ammalato, me la trovo faccia a faccia. L'opulenta adenoidea abbozza una specie di sorriso e con aria sdeg nata mi dice: «Ist verboten spazieren ohne Begleit-mann» - non è permesso uscire senza la sco rta. Tali sue indisponenti parole ed ancor più la sua indis ponente persona mi irri t ano, la pianto bruscamente senza chiederle perché mi avesse detto una cosa del genere o dire altro.

Comprendo però che abbiamo Andreat ta nuovamente contro di noi e al mio rito rno in ospedale tro vo Amato t utto furente che mi accoglie gridando: «Boia di una boiaccia!» .

Vengo così a conoscenza di quello che g i à avevo inh1ito. Lo sbirro che ci fer mò, non pago di quanto aveva riferito al Comandante del Distretto aveva inviato un dettagliato rappor to scritto contro di no i . In base a ques t o Andrea tta

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aveva pensato bene di ritrattare i l permesso che ci aveva concesso, inviando una nota a l nostro comanda n te co n cu i ci vie tava di uscire senza scorta . Q uesti ne è r i mas to alquanto seccato ed ir ritato, ed ha fatto subito scrivere a l Comando d'Armata per avere l'a utorizzaz ione di farci uscire senza scorta. Nell'at tesa della risposta ci ha autorizzato ad uscire soli . Che ne sarà di noi in tale conflitto fra questi Comandan ti? Vengo po i a saper e che il n os tro Comandant e ritiene che lui sol tanto abbia la responsabili tà su di noi e che da lui soltanto d ipendiamo discip l inarmente.

È venuto l'ordin e che il nos t ro at tendente sia avviato domani al campo d i conce n tramento di Moggio Udi n ese. Povero infelice!

3) Altra nefandezza dell'invasore. È stato ricoverato in ospedale un uomo di S. Tomaso per una ferita d a p unta e taglio a l mento ed un'altra al torace p en e tran te in cavi t à! Il suo stato desta in po' d i preoccupazione. Costui, men t re alle 2 e 30 di notte era inte nto a g u ar d a r e nei suoi campi il granturco, perché non venisse ruba to dalle orde affamate, è sta to aggred ito da un soldato che alle sue rimostranze lo ha ferito con la ba ionetta .

4) Con ve ro dispiacere apprendiamo d a un ufficiale dell'ospeda l e ch e i l nostro Co m an d ante co l on n ello medico Bardyo verrà facilmente trasferito a Budapest, sua c ittà natale. Sebbene fin dall'infanzia, allorché si s tu d iava la storia del nostro Ri so rg imen to, ci avessero inculcato l 'odio con tro i magiari e i croa ti, devo ora confessare di aver trovato una cer ta cordialità in ques t i u ff iciali per la maggior parte un gheresi e croati, sebbene questi ultim i sotto lo scet tro del regno ungherese Non mi merav ig li erei nell'apprendere che anche nelle loro file esis te un sentime nt o di nazionalismo e di irredent ismo, come si nota fra i cechi ed in particolar modo n ei polacc h i.

È un fatto che il colo nn ello Ba r dyo ci ha sempre tra t ta to con co r re t tezza, senza farci sentire l'umiliazione della prigio n ia . Non so lo, eg li aveva dato il "tono" all'ambien te, per cu i anche co n gli a ltr i uffi cia li correvano rapporti di bu ona colleganza . Spesso parlavamo e si disputava su ques t ioni scie n t i fiche, come p u re su altri argomenti più s tra mpa lat i. Po ich é l'ospe d a l e era per ma l a ti nervos i u n tenente teneva a dimos trare la sua sapienza sulle differenze psicologiche e sess u ali tra la ''foemina" tedesca e quella italiana, a n zi latina .

" L' a rs amandi" era il suo for te e s u basi secondo lui scientifiche e ancestrali era la donna italiana che ha sempre p r imeggiato e primeggia in tale campo, non d el tu t to seconda a ll a francese . La spagnola, a suo dire, ha del felino per incroci mo resc hi, è rapace, provocante, pericolosa .

Ho vol u to insistere su ta l i disp u te per far comprendere q u ale cameratismo vigesse fra noi, sebbe ne "Sciampagnone" lo irridesse, rimpiangendo i "separé"

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e le "tanzerin" 1 viennesi e magiare, lui buon amante del vino, d ei liquori e del gioco, non faceva alcuna differenza razziale sulle donne!

5) Mi sono dovuto munire di permesso speciale per recarmi urgentemente a Flagogna e Manasson, perché tali paesi si trovano al di là del Tagliamento Sono stato chiamato p er due ammalate gravi che, non a torto , non si fidavano pi ù delle cure del medico austriaco. Ho viaggiato con una de.Ile solite car rette s ganghera te, con il sedi le di fieno e ciuco zoppicante.

Le due inferme erano i n stato abbastanza grave per broncopolmoni te dovuta senza dubbio alla spagnola. La tossiemia ed i fatti broncopolmonar i so no d i una certa entità, dispero d i poterle salvare . Avevano ben ragione a diffidare del medico austriaco, quando ho appreso che da una di queste colpi ta da anuria, il dot tore, non certamente pratico del cate teri smo, così facile in una donna, pretendeva di far penetrare il catetere in vescica a mezzo di una pinza ana tomica, con gravi dolori dell'ammalata. Chissà poi se sarà s tato un medico?

Anche il parroco è accorso, date le gravi condizioni delle pazienti. Grazie a lui sono riuscito a reperire un catetere e con gra n so llie vo dell'inferma in pochi mi nuti ho liberato la vescica. Ad una specie di "praticona" ho insegnato la man ovra nel caso si rendesse necessario svuotare ancora la vescica. Esco sconfo rta to per n on avere a mia disposizione alcun medicinale che possa eventua lme nte salvarle . 11 parroco si incarica di avvertire con cau te la le famiglie ed io me ne ritorno a S. Daniele.

6) Giornata grave di preoccupazioni e di tristezza. Ricevo una cartolina dal babbo del 12 Luglio in cui mi annunzia che Riccardo è tra i dispersi, ma che da rice rche fatte semb ra che anche lui sia prigioniero. Avrà preso parte alla battaglia di giugno s ul Piave? Dove si troverà ora?

Altra notizia che mi rattrista è quella che hanno dovuto rinnovare le pratiche per il mio rimpatrio, giacché ad una prima richiesta fu risposto dal competen te ufficio austriaco che io non figuravo tra i prigionieri! Ciò mi ricorda la ma lefica triestina della cancelleria, che alcuni mesi fa non volle dirmi se la pratica di rimpatrio ch e stava maneggiando mi riguardasse. Dannata di una mala fem mina! Suppongo che non figurando presen te in alc un campo di concentramen to nessuno si sa rà curato di rintracciarmi, né se ne curerà!

Ennes ima n o t izia non a lle gra è quella che An dreatta h a dato o rdin e perentor io di farci uscire con la scorta . Tenterò qualche v ia per rintracciare Ricca rdo, anche nel caso dovessi r i tornare in Austria, onde ricongiungermi con lui . N é le buon e parole delle zie, né il so rri s o di Micaela servono a calmare i mie i nervi tesi.

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1 1n tesco: "ba ll erina".

7) Come se queste avversità non fossero sufficienti stamani il nostro Comandant e ci ha i mprovvisam ente convocati per comunicarci che sia io che Amat o, d'ordine del Comando della 6a Armata, verremo trasferiti all'ospedale civile di Pordenone e in nostra sostituzione verranno quanto prima i colleghi di Pordenone capi tan o Callerani e tenente Fio retti. Tale notizia mi ha profondamente addolorato e sconfo rtato! Purtroppo dovrò a llontanarmi da questa buona e brava gente alla quale ero affezionato e che con egual misura mi dimostrava la propria simpatia e stima. Dovrò sottostare a nuovi comandi, andare incontro a n uovi eventi, co n il pen s iero che ormai cesserà comp letamente la corrispondenza con la mia famiglia e con Metella. Se la nuova residenza non verrà comunicata al La ger rimarrò del tutto isolato dalle persone a me così care.

Tn mezzo a tanti guai e preoccupazioni avviene la nota comica, già da temp o prevista, Katharina -Therese ! Mentre stavo co nversando con "Katte'', sono dovuto ricorrere a mille espedienti per placare le due feline tede sche .

8) La mia prossima parte nza è stata accolta co n vivo e sincero rimpianto dalle buone "zie", dalla siora Teresute e con una fifadina (lacrimuccia) di Micaela.

Corradini mi ha dimostrato tutta la sua cara amicizia, ne è al pari di mc addolorato. Anche molti popolani, ven uti a conoscenza del mio trasferimento h anno voluto testimon iarmi il loro rincrescimento .

Stama ni per la seconda volta mi reco a Manasson, ma come spesso mi accade nell'attraversare alcuni paesi, sono costretto frequentemente a fermarmi per fare delle visite. Purtroppo anche da qu es te parti la spag nol a è la regina dell e malattie, fortunatamente, per il moment o, ha decorso benigno. A Man asson quasi tutti gli abitanti sono stati infettati. Una delle donne che avevo visitato giorni or so no è morta poco dopo, mentre l'a ltra lotta disperatamente per sa lvarsi.

Anche in questa zona, rapi ne , ftuti, saccheggi, fame e disperazione. Giorni fa alcuni gendarmi circondarono la casa dove si era rifugiato un prigioniero. Qu esti per sfuggi re alla cattura scavalcò una finestra, cadendo fra le braccia di uno sbirro. Questo, in vece di arrestar lo, lo freddò v igliaccamente co n una fucilata! Tornato a S. Daniele trovo una cartolina di Delia del marzo scorso2

J CG, FCl, Delia Giannotti, cartolina p.g., 26 marzo 1918, "Carissimo Dino. Abbiamo ricevuto il tu o telegra mma del 13 Mar LO, già avevamo fatto l'abbonamento per questo mese alla Sezione di Milan o, seguiteremo sempre pit1, e pure ti abboneremo per le s iga rette. Oggi è venuto l'avviso c he sino a nuov'ordine non si possono spedire né in Ge rman i.i né in Austria pncchi, speriamo che ciò sia per pochi giomi. locome già ti scris~i vado al Comitato per i prigionieri di guerra ed avrai riconosciuto la mia calligrafia nelle cartoline che avrai trm ato negli ultimi pacchi, già le 3 prime ci sono tornate .:--!oi tutti bene.Adolfo è con noi. I lai ricevuto il telegramma che l'altro giorno papà ti ha fatto?Pensiamo tanto a te e con tutto il nostro grande affetto. Mamma, papà e Adolfo ti baciano inviandoti auguri. I miei auguri più car i, p iL1 affettuos i per la Pasqua e J'Iddio ti protegga Ti bac io, Delia "

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9) Ha piovuto tutto il giorno e la temperatura si è alquanto abbassata, con mia soddisfazione. In ospedale mi imbatto con Therese la Schwester, furente e ira ta, ma ho altro per la testa e forse troppo sgarbatamente la pianto subito. Si requisiscono gli ultimi "rami" rimasti e i pochi "ottoni" delle porte di casa. O Felix Austria a che punto sei giunta! Per tutte le miserie dell'Impero Asburgico parla l'inserzione che ho letto oggi in un giornale di Vienna: "Abito bambina 810 anni, valigia pelle nera, cambierei con patate, fagioli, grassi". Un'altra inserz ione è di questo teno re: "per 1 chilo di amido cosa ricevo in compenso?". Altra cons tatazione. Soltanto gli ufficiali posseggono fazzoletti da naso!

10) Ricevo tre carto l ine da casa, del 22 Gennaio, 16 Marzo e 26 Maggio. La ''Gazze tta del Veneto" riporta che il ge nerale Foch3 ha così telegrafato al consiglio co munale di Parigi. Dichiara di "aver spezzato l' impeto nemico e di inseguirlo senza pietà". Che sia l'od io austriaco verso l'alleato che spinge a pubblicare simili no tizie? hì d etto giornale ho fatto un'inserzione per rintracciare Riccardo.

11) Ricevo una cartolina di mia c ugina Nella di Febbraio. Sempre notizie fres che e recentissime, però sempre graditissime. Un ufficiale ungherese, con mo lt e circonlocuzioni e velatamente, mi ha fatto comprendere come l' Ungheria, al pari della Bulgaria e della Turc h ia, siano decise a distaccarsi dagli Imperi Ce ntrali se non s i addiviene al più presto ad una pace generale. È la s ola Germa nia e il suo stato maggiore che si ostinano a continuare la guerra, non solo, ma nei territori invasi di Francia, Romania, Belgio, Italia, ha fatto la par te del leone, nulla lasciando all'alleato. Corradini mi parla di Pordenone . È una graziosa cittadina, mi dice, attualmente quasi s popolata dopo l'esodo di Caporet to. Forse, soggiunge, tu che rimpiangi le belle colline to sca n e, di cui a S. Dan iele ne hai una so la par venza, non ti adatterai facilmente a quella piatta pia nura, però la tua permanenza non sarà per molto tempo.

12) Il Comando d'Armata ha ri s posto, a distanza di tempo, che ci è vietato uscire senza scor ta, e poiché il Comando locale non ha soldati da m et tere a nos tra dis po sizio n e, ha prescritto che l'ospedale dovrà fornire due militari convales centi. Sarà un bel v edere essere accompagnati da uno sc hel etro umano che mal s i regge in piedi!

13) Ho per Begleit-mann un croato fiumano che mastica un veneto molto a pprossimativo e che incede con un rustico basto n e in quanto convalescente d a isch ial gia . Compr endo subito che preferisce un po' d'aria all'aperto che lo

' Fe rd inand Foc h (1851 - 1929 ), genera le francese, dal 1918 comandan te in ca po di tut te le fo r ze a lle ate su l fron te occidenta le.

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star rinchiuso in una corsia e ne approfitto per recarmi dove più mi piace e sostarvi a mio piacimento.

Al mio ritorno in ospedale trovo un gruppo di ufficia li austriaci che, venuti per essere so tt oposti alla visita, discutono animatamente con Amato su un argomento di estrema delicatezza. Alcuni di questi ufficiali non nascondono il loro timore per una nostra prossima offensiva. Sanno che da tempo fervono i nostri preparativi e che si sono aggiunte a noi anche truppe alleate. Giungo proprio n el momento in c ui Amato dice: «in tal modo la nostra offensiva finir à la guerra », facendo i ntend ere allo s tesso tempo che l'Austria sarebbe stata sconfitta . Scatta allora un ufficiale aus triaco, dice che è una ripicca dell'Italia, che non intende fare la pace fino a che non av rà Tries te che, secondo lui, non potrà giammai essere distaccata d all'Austri a .

Decido di intervenire, dichiarando che Trieste sarà ben poco a confronto delle rivendicazioni per le quali s iam o entra ti in g uerra. Sembrava che l'argomento fosse ormai esauri to quando un "saputello" mi domanda perché mai l'Italia non si decide a fare una pace separa ta . L'offesa era grave 1 Amato ed io ci siamo guardati a vicenda e quasi con temporaneamen te abbiamo risposto che l'Italia non è mai ve nut a meno agli impegni assunti, e che abbiamo tante scorte belliche e alimentari da permetterci i l lusso, volendo, di ripetere la Guerra dei Trent'a nn i! In quel momento un Feldwebel chiama i signori uffici ali alla visita med ica e così ha termine l'incruento duello .

Un medico polacco, un fervente patriota, ci dice che a Conegliano sono s tati imp iccati come traditori otto militari fra cui un maggiore della legione cecoslovacca. Tale legione era s tata formata in Italia da disertori e prigionieri di quelle nazioni per combattere in pr ima linea e dimostrare all'Intesa, agli Imperi Centrali e a tu tto il mondo che la loro pa tria voleva r iac quistare la propria libertà combatte ndo contro il secolare nemico, l'Asburgo!

14) Ancora una delle tante infamie! Viene condotto in ospedale un uomo di Ra gogna che presenta ben tre col tell a te, due alla testa ed una al labbro superiore, che gli erano state inferte da un "prode austriaco" ch e gli rapinava il gra nturco. Fortunatamente le feri te sono di lieve entità .

Suor Cir iac a, che non so per qual motivo mi ritiene in peccato, sia pur veniale, mi raccomanda maternamente di accostarmi alla S. Comunione prima di lasciare S. Daniele. Cara e buona suora, come non esaudire il tuo desiderio, così candidamente espresso?

15) Dalle solite persone bene informate ho appreso come un nostro capitano, già sfuggito alla cathira e rifugiatosi a Buja4, abbia assicurato che tra non molto

• ComlU\c n e lla pro vinc ia d i U dine 224

sarà sferrata una nostra offensiva a base di aeroplani e cavalleria. D'altro canto un attendente di un ufficiale austriaco mi dà per certo che i nostri il 10 di questo mese riuscirono a passare il Piave in un punto, m e ntre il bollettino austriaco di oggi riporta che la loro artiglieria ha sventato il passaggio del Piave a Noventa.

Lo stesso attendente, un boemo, mi riferisce che molti solda ti che si trovano al fron te, specie cecoslovacchi, e quelli reduci dalla prigionia russa (e tornati in patria con idee rivoluzionarie) non attendono che una nostra offensiva per disertare .

Qualche fatto nuo vo vi deve pur essere, anche perché sintomatico è il discorso del v ice cancelliere germanico von Payer5, riportato dalla Gazzetta del Vene to con il vistoso titolo: "La Germania è pronta alla pace".

Il cancell iere tra l'a ltro ha d etto:

e noi non nascondiamo che l'intervento americano è per noi un gran pondo la guerra dei so ttomarini non ha avuto quegli a ttesi effe tti che c i e ravamo ripromessi .

È inutile oggi discutere di chi ne sia la colpa, ma noi non s iamo i so li che nel corso della guerra haru10 sbagliato . Noi purtroppo abbiamo un a spe ranz a di meno ... La prossima pace non sarà conclusa dai soli governi, ma anche dai popoli, perché non vi sarà una pace di conquis ta! Condizione essenz ia le per la pace è che ci resti conservato tutto quello che possedevamo prima del 1914. La Ger mania deve riavere in prima linea le s u e colonie, noi dal canto nostro potremo restituire il Be lgid'

Ta le discorso di un uomo di governo, frutto della disfatta in Francia e dell'inefficacia della g uerra sotto marina nella quale la Germania, sull'orlo del fa llime nto , aveva riposto tutte le sue speranze, è abbastanza eloquente, ma insidioso e prettamente prussiano a proposito del martoriato Belgio!

Se la Germania non ha più fiducia nei suoi sot tomarini, l'Austria ritengo non sia più sicura del suo eserci to . Qu es to, co mpo sto da e lement i diversi per razza , sentimenti, lingua e religione, poteva tro va re la sua compattezza nelle trad izione dell'esercito, nella devozione al vecchio Imperatore e agli ufficiali, considerando tutto l'Impero come patri.a. Però questa composizione eterogenea credo cos titui sse una causa di debolezza, specialmente in guerra, quando i repa rti si trovavano a combattere con altri della loro stessa nazionalità, ed ora a maggior ragione che da ogni parte dell'Impero si ma1ùfestano clùari segno di irrede ntismo e nazionalismo.

Intan to in Italia è to rna ta "l'ora invernale". La guerra fa sì che cambi anche il corso del sole!

5 friederich von Paycr (1847 -1931), v ice cance lli e re di Germania da l 9 nov em bre 1917 al 10 nov emb re 1918

Cfr. "Vo n Payer's s peech on the Franchise Bill and a peace of understanding at Stuttgar t, September 12, 19 18", in Fa i/ of German Empire 1914- 1918, L UTZ R. H., S tanford University Press, 1932.

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16) Stamani con vivo rincrescimento è p artito per Budapest il co lonnello medico Bardyo, sostituito dal tenente colonnello Roediger, di orig ine prettam en te aus tr iaca. I giornali di Vienna e anche la Gazzetta del Vene to riportano una notizia s balorditiva, quella cioè che "l'Aust ri a - Ungheria invita amici e nem ici a trattative di pace" avendo inviato una n o ta in tal senso a tutte le potenze bellig eranti . N ulla v ie ta di supporre che sotto ci s ia lo zampino della Germania o che]' Au stria desideri una pace separata . Cosa risponderà l'Intesa? Gli ufficia l i co n i quali spesso ci intr at ten iamo a conversare sono abbot tonati ssimi e ritengo che, come n oi, siano ali' oscuro di queste mano vre . Hanno arrestato u n povero vecc hi o di 83 ann i, reo soltanto di aver nascosto un nipo te sfuggito alla prigionia. Sarà tradotto dinnanzi al tribunale militare di Vittorio Veneto per essere gi ud icato !

17) Nella Gazze tta del Veneto di oggi è comparsa la mia inserzione: "Giannotti Dino ricerca Gia nnott i Ri ccardo di Benvenuto, tenen te 32° gru ppo obici pesanti campali, 32° divisione, 5 ° corpo d'armata , sano, sa lut a".

18) Scrivo ancora una volta a casa ed a Metella del mio probabile trasferimento in una località prossimiore, ma ancora una vol ta senza nessuna sper anz a ch e le mie l e ttere giungano a destinazione. Ricevo una cartolina dalla mamma del 16 Gennaio 7

19) Dalle pr im e indiscrezio ni giornalist iche si arguisce c h e il governo austriaco nutre po che spera nze che la s u a proposta di pace abbia un fecondo risul tato e si mostra preoccupato per la scarsi tà di viveri e di ind umenti Una nuova campagna invernale li terrori zza Questo mi viene confe rmato da un ufficiale, che candi d amente mi confessa che potranno fare un grande sforzo andando avant i per tre o quattro mesi al massimo . La razione di carne per i solda t i è ridotta a 100 gramm i giornalier i, se mpre che sia possib ile dis t ri bui rla, tanto che ieri il Capo -B orgo di Sopra Castello è s tato mandato ad incettare zucche per il rancio dei solda ti.

Già da un paio d i giorni il loc ale Comando di Distre tto aveva impartito l'ordine per il nostro trasferimento a Pordenone, ma il Comandante dell'ospedale ha

7 CC, FCl, Agnese Giarmotti, cartolina p.g., 16 ge1maio 1918, "D ino carissimo Le tue notizie si hanno relativamente recenti col tuo telegramma d el 28 scorso, ma di sc ritti l'ultimo è de l 29 ovembre e puoi immaginare se si desiderano a n che per sapere se ricevi i nos tri ed i pacchi . Dopo riattivato il serv iz io ne facciamo settim a na lmen te sped izione mandando indumenti col peso di regolamen t o, per ora non resta molto per generi alimentari Anch e z ia Vittorina ti ha spedito questi e oggetti di lana I parenti tutti domandano tue notizie e inviano saluti. Riccardo e Adolfo ti scrivono e così di cer to farà Rogero e tutti stanno bene . La nostra salu te è buona e così ci a u guriamo sia di te. E' do loroso avere tue nuove così r aramente. Che Jddio ti ass ista tene ndoti sempre sano. Ti abbracci amo con tutto l'affetto e ti benedice la tua mammina"

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potuto trattenerci fino a tanto che non sarà giunta l'autorizzazione del Comando d ' Armata Quale sarà il vero motivo di tale spostamento di ufficiali medici italiani? Ormai non ho alcun dubbio che verremo trasferiti e ne sono desolato, avendo trov ato w1 po' di conforto nelle "zie" e nella siora Teresute. Amato sembra fatalista e n on se ne preoccupa, anche perché da poco tempo a S. Daniele.

20) Chissà mai perché oggi, anniversario della presa di Roma, tutti attendev ano una no s tra offensiva, mentre la giornata è trascorsa senza alcun avvenimento degno di rilievo. È un fatto che la popolazione sia molto preoccupata per il ritardo, a suo giudizio inspiegabile, della libera z ione del territorio invaso, né le si può dar torto!

21) Da quanto s i legge nei giornali si arguisce che l'Intesa non accetterà le propos te di pace avanzate dall'Austria e ne avrà certamente le sue ragioni. Addio S. Daniele! Stamani è giunto l'ordine del Comando d'Armata che ci imp one, il 25, di raggiungere Pordenone. Suor Ciriaca mi chiede sommessamente se ho soddisfa tto il suo pio desiderio . La rassicuro recandomi da monsign ore, ad esso do l'incarico di avvertire del mio trasferimento la mia famiglia, a mezzo del "Coenobium" di Lugano. Non oso chiedergli altrettanto per Metella, con mio vivo disappunto. La mestizia d i Micaela non allontana il mio pensiero per Metella. Forse per lei il mio trasferimento sarà salutare.

22) I giornali riportano che il presidente Wilson ha rifiutato la proposta di pace perché "non v uole occuparsi di veruna proposta di conferenza su una q uestione a proposito della quale ha espresso chiaramente il suo punto di vis ta ed i suoi propositi". Ig noriamo del tutto i preced enti a cui allude Wilson, ma co mprendiamo che sarà solo l'America che deciderà in merito ai nego ziati.

23) Stanotte e per tutta la giornata il cannone ha tuon ato più del solito. Corradini mi riferisce che la notte scorsa c'è stato un vivo fermento tra i so ldati di s t anza a S. Daniele e nei dintorni. Ci sa rebbe dovuto essere un improvvis o ammutinamento delle truppe boeme, da tempo concordato, ma all'ultimo tu tto è fallito per il tradimento di un caporalmaggiore. I soldat i so n o stati tutti dis armati e consegnati negli accampamenti, mentre il paese è circondato da sen tinelle ed i gendarmi pattugliano.

In un andito dell'ospedale mi imbatto in Therese che, una volta sicura che ness uno ci avrebbe visto, mi è venuta incontro tendendomi mestamente le br accia e dicendo: «Nein mich vergessen, Ich bin sehr taurig! Gott vergeit du !»8 Con queste parole mi fece comprendere il suo vivo dispiacere per la

8 Trad u cendo: "Non mi dimenticare, sono così tris te! Dio vegli su di te !" .

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mia partenza, invocando su di me la protezione di Dio . Non del tutto sorpreso le rivolsi qualche parola di addio e di auguri. In quel momento avevo ben al tro che pensare a questa vedova trentenne di un facoltoso proprietario di mulini in Ungheria.

24) Dolorosa vigilia della partenza. Commovente commia to con le "zie" c h e per me avevano tutte le attenzioni che si prodigano ad un caro congiunto. Ci consolavamo a vicenda e l'affettuosa ami cizia ci rendevano meno tristi le reciproche avversità.

La siora Teresute, insieme a Micaela, ha vo lut o di persona "radunare" le mie poche cose e collocarle in una specie di cassetta da campo. Vedo scivolare tra queste un'immagine sacra.

Affe ttuo so oltre ogni dire l'addio con Corradini, il buono, caro amico, che come ultima primizia mi fa leggere dei giornali ita l iani mi s teriosamente giunti fin qua, dai quali apprendo la tremenda sconfitta subi t a dalle truppe germaniche in Francia. La giornata finisce, senza mia colpa, come una scena delle "Battaglie di Dame", la gustosa commedia ottocentesca9

Mentre torno verso l'ospedale scorgo l'adenoidea Elizabeth che fa l'atto di avvicinarsi ed io scantono entrando in una casa v icina dove ho un ammalato . Una volta rientrato trovo Therese, che non paga di quanto mi disse ieri mi mette tra le mani un piego e poi scappa . È una lettera scritta parte in tedesco e parte in un italiano alquanto barbaro . Sinteti zzando il suo scritto mi dice che "è disposta a rinnegare patria e parenti e novella Aida essere pronta a seguirmi!!!". Ma "chilla pazzia "!

Finalmente cena di addio da monsignore con un capre tto arros to sapie ntemente cucinato dalla vecchia perpetua e abilmente fugato dai rapaci s tom aci austriaci per merito di don Valentino; il tutto annaffiato da b u ono ed abbondante vino. Don Valentino fa il brindisi, il vecc hi o monsignore ci abbraccia e ci bened ice, commossi saluti, calde speranze e viva l'Italia!

Vado a letto alquanto triste e pensi eroso, mentre sen to Amato, ricreato dal buon pasto, fischiettare dei salaci stornell i di Petrolini.

25) Alle 10 e 30 partenza per Udine con un trenino che va a legna, scortati da un tenente croato e da due soldati con baionetta in canna! Buffoni ... come e dove si potrebbe scappare! È pur vero che trattandosi di un "Transport'' queste misure sono previste dai regolamenti. Al momento della partenza mi sembra di scorgere Micaela, un po' appartata, ma preferisco non accertarmene. Il trenino lumaca attraversa lentamente paesi e borgate nella degradante collina e provo un certo senso di emoz ione ne l ritrovarmi in un veicolo su rotaie, sia pure rudimentale!

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" L'autore si riferisce a ll a commedia "Bat taglia di Dame" di Maur izio Toussain t del 1889.

Alle 12 e 15 si arriva a Udine dove il croato spera di ripartire subito per Pordenone con i l treno delle 14. Ma si trattava di un "cele re" , a noi interdetto e qu indi dovremo prendere l'omnibus delle 19 e 45.

Pranziamo, per modo di dire, nel buffet della stazio n e destinato esclusivame nt e agli ufficiali di passaggio. Ci sediamo ad un sudicissimo tavolo senza tovaglia né tovaglioli e alcune procaci friulan e ci servono con noncuranza una mines tra in brodo in cui navigano alcuni indecifrabili pezzettini di un imprecisato mi scuglio pastoso, un pezzettino di l esso con poche rape, il tutto accompagnato dal solito micro scopico pezzetto di pane, che mi ricorda quello del Lager. Dopo questo l ieve pasto ci rechiamo in un caffè del ce ntro situato sotto il loggiato del palazzo comw1ale. Dinnanzi a me vedo una goffa statua equestre del "Padre della Patria" 10 Che mai dirà Lui, che ci sbarazzò del giogo a ustriaco ?

Beviamo numerose b irre e delle b ibite imprecisate e poiché lunga ancora e ra l'attesa per la partenza ci riuscì, non senza fatica, a persuadere l'ufficiale a condu rci all'ospedale civile dove sapevamo esserci alcuni nostri colleghi.

Infatti vi troviamo tre capitani medici e due aspiranti medici, che per loro fortuna ignoravano le delizie del campo di concentramento. Tra i primi vi è i l dottor Fumo di Cetona, quasi mio compaesano e con lui intavolo una lunga e d in teressante conversazione. Così apprendo come un solo capitano è a ddetto alle visi te in città, mentre gli altri sono adibiti al servizio ospedaliero . P ossono uscire a passeggio ma scor tati da un soldato . Ci congediamo dopo c irca un'ora. Da quel poco che ho vedu to ritraggo l'impressione che Udine a bbia riportato insignificanti danni bellici, però stringe il cuore e si prova un s enso di amarezza nel vedere una gran d e città in mano nemica, piena di uffic ia I i, di so ld ati e numerose donne austriache, giacché molti degli ufficiali a ddett i ai grandi comandi hanno portato qui .la propria famiglia per sfamarla e rivestirla . Accanto a queste indesiderabili pullulano altre donne di una ben n ota categoria!

Alle 18 e 30 mangiamo di nuovo alla stazione con il solito menù, però con mille insistenze ho potuto avere una porzione di zenzeratissimo "Gollach" ed u na fettina di pane.

Alle 19 e 50 siamo partiti per Pordenone, viaggiando nella più completa os curità perché siamo in zona di operazioni. A Casarsa cambiamo treno e alle 22, dopo ben 12 ore di viaggio, giungiamo in città.

Alla s ta zione ci attende l' ufficiale medico del distretto che si len ziosamente e nella più perfetta oscurità della cittadina ci conduce all'ospedale civil e. Qui ri trovo il mio compagno di Lager t enen t e Borgherini e il tenente Fioretti che

10 L'autore si riferisce a Vittorio Emanuele TT a cu i e ra dedicata la piazza, oggi pia z za della Li bertà, ed una statua equestre.

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mai è stato deportato. Fino a poco tempo fa vi era pure il tenente Scolari, altro compagno di prigionia e da poco trasferito ad Aviano, mentre domani i due colleghi dovranno raggiungere S. Daniele. Nemmeno loro sono a conoscenza del motivo di questi trasferimenti. Consumiamo una modesta cena e, più che mangiare, abbiamo parlato a lungo.

26) L'ospedale civile di Pordenone, a differenza di quello di S. Daniele e di Udine, è autonomo nel senso che non vi sono reparti austriaci, si amministra per proprio conto senza alcuna ingerenza del Comando, che vi eserc ita tuttavia una certa v igilanza per mezzo del medico distrettuale . Poiché in Pordenone vi sono diversi ospedali militari non abbiamo nessun com1Ubio con gli ufficiali nemici.

Purtroppo però l'ospedale militare provvede al nostro vitto che, almeno per oggi, è molto più scadente di quello di S. Daniele. Il Comando del distretto provvede invece a inviarci giornalmente il soldato di scorta . Poiché un solo medico può uscire per le visite, salvo casi di urgenza, così il comune per rendere più sollecito il servizio mette a nostra disposizione una carrozza per le visite.

Sostituisco Scolari al reparto uomini, ma lieve sarà il mio lavoro, perché pochi sono i degenti e di scarsa importanza. L'ambulatorio e le visi te a domicilio le faremo a turno ogni giorno. Aveva ben ragione Corradini, la pianura piatta, uniforme, su cui si estendono Pordenone e i suoi dintorni, è per me indisponente e priva di attrattiva, come pure il vetus to ospedale che ha l'aspetto di un reclusorio, situato in un angusto vicolo, privo di giardino e di viali.

Me ne dolgo con Fioretti che mi rassicura, dicendomi che mi sarei trovato benissimo fra quell'ospitale popolazione e che il Comando di Distretto si interessava poco o nulla di noi e dell'ospedale civile, anche per quanto riguardava la sorveglianza

Mi rattristo invece nell'apprendere come la corrispondenza non g iung a neanche qua, ad eccezione di quella respinta dal Lager. A tal proposito Fioretti mi dice che alcuni miei pacchi provenienti dall'Italia furono erroneamente avviati a Pordenone, dove ero del tutto sconosciuto, per cui i colleghi pensarono bene di appropriarsi di quel poco che contenevano.

Inizio per primo il turno delle visite in città, per le quali viene lasciato l'indirizzo al portiere dell'ospedale. Pordenone ha tutto l'aspetto di essere stata una graziosa e fiorente cittadina, con negozi ben riforniti, specie nei portici del corso. Vi è un gran caffè, attualmente sede di un comando austriaco . Per la vici nanza al fronte vi si trovano numerosi soldati di stanza e di passaggio. 11 primo contatto con la popolazione è stato ottimo ed anche qui ho riscontrato la gentilezza e la cordialità friulana, dove non si ode più l'ostico "furlano" ma il dolce, seppur lezioso, dialetto veneto.

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27) Faccio una v isi ta in cucina, dove è addetta la faceta, rubicond a suor Pasqu ina, c he dopo i convenevoli d'uso mi assicura, "benedetto di Dio", che penserà lei ad aggiungere qualco sa alla ben misera men sa austria ca

Sut u ro una ferita alla testa di un uomo che aveva ricevu to il "soli to complime n to'' da un austriaco mentr e difendeva i suoi prodotti agricoli .

28) Se pur suor Pasquina ha mantenuto la sua promessa, se la mia camera è ben arredata ed accog liente, se anche non mi trovo a contat to diretto con gli uff ici ali austriac i, n on posso fare a meno di rip e n sare con accorata nostalgia a S. Daniele e a lle perso n e alle quali ero legato da fraterna ed a ffet tuosa amicizia .

Anche qui tr ovo gran difficoltà nel ric e ttare, ché le sco rt e di m edicinali sono quasi del tutto esauri te, né alc una autorità locale è rimasta s ul posto. Dopo C a p o r etto tutti, compresi i di versi medici, si det tero a prec ipitosa fuga . Sono rimasti solo i parroci e nel limite delle loro possibi lità si interessano della popolazione rimasta.

29) Ne l Tageblatt del. 25 u. s . leggo che le truppe alleate dell a Macedonia so no en trate a Kosturino in Bulgaria . Tale noti z ia è invece taciu ta dalla Gazzetta del Veneto.

Men tr e Borgherini è pa rtito per S. Daniele, Fioretti è rimasto a Pordenone e non se ne conosce il motivo . St amani alc uni nostri a reoplani hanno sorvolato la c itt à ed i dintorni, sparacchiando s u obiettivi a me sco n osc iu ti, di quelli nemici non uno si è alzato in vo l o .

G iornata n o iosa e monotona. Dovendo rimanere tutto il g i orno in ospedale rimpi ango l'ampio giardi n o di quello di S. Daniele e le lungh e sed ute su di una panca n e ll 'androne c h e mi permettevano di scambia r e qualche parola co n le conoscenze .

Mi intrattengo a chiacch ierare con Teresina, l'unica infermiera rimasta, che quasi fa la concorrenza a quella dei baracconi. È di origine lombarda ed es se ndo stata per lungo tempo impiegata nel reparto chirurgico ed in sala ope ratoria, ha provveduto lei stessa per diversi me si ad interessarsi di ta l e re parto, e non si è peritata a compiere anche delle amputazioni a civili feriti da ordigni bellici . Ha il torto di essere troppo amante della grappa.

30) Le tru ppe a lle a te non danno quartiere ai tedeschi, c h e si ritirano di co n t inuo . Lo stesso com uni cato tedesco del 27 parla di gravi combattimenti ne llo C hamp agne, per cui hanno dov u to cedere un po' di terreno. Senza dubbi o l'ap p orto del! ' Ame rica, entrata in g uerra contro gli Imperi Centrali lo sco rso Aprile (1917), d eve essere notevole e deciderà la disfatta del nemico. I gi orna li au s tri aci ripor tan o la ri spos ta dell'Intesa alle pro p oste di pace recen -

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temente avanzate dall' A ustria - U n g heria. Si rib adiscono i punti fissati dal pres idente Wilson per la pace, già da lui esposti il 1OGennaio 1918, e cioè:

1) Tutte le condizioni di pace devono essere pubbliche Abolite le co n versazioni segrete.

2) Libertà di navigazione sui mari.

3) Eliminare al possibile tutte le limitazioni economiche. Eguaglia nza perfetta dei rapporti commercial i.

4) Riduzione degli armamenti al minimo .

5) Sistemazione delle colonie con riguardo ai dirit ti e agli interessi d egli indigeni.

6) Sgombero completo della Russia. A questa si deve offrire il destro di pensare al proprio assetto politico indipendente.

7) Sgombero e restituzione del Belgio senza alcun tentativo di limita zione della sua sovranità.

8) Sgombero della Francia e retrodatazione dell'Alsazia-Lorena.

9) Rettificazione dei confini per l'Italia nella misura dei diritti internazionali.

10) Porgere il modo di svilupparsi in senso autonomo alle popolazioni d ell ' Austria -Ungheria.

11

) Sgombero e restituzione della Romania, Serbia e del Monte n egro Libero s bocco a l mare per la Serbia. Garanzie internaziona li per l'asset to degli s tati balcanici fra loro.

12) Indipendenza per le parti della Turchia dell'Impero Ott omano, sviluppo au tonomo per le a l tre nazionalità della Turchia. Libero accesso ai Dardanelli.

13) Una Polonia indipendente che racchiuda tutti i paesi abitati indubbiamente da polacchi, che abbia un accesso al mare e la cui indipendenza s ia garantita da acco rdi inte rnazionali.

14) Fondazione di una "Lega delle azioni" allo scopo di prestare garanzie vicendevoli.

Intanto si vocifera che la Bulgaria abbia concluso o abbia domandato per suo conto una trattativa di pace con l'Intesa.

A differenza di S. Daniele, dove pot evamo scrivere a nostro piacimento, qua la corrispondenza si può presentare al Comando solo due volte al mese e viene inoltrata, almeno si dice, tramite la Croce Rossa aus triaca . Mi convinco sempre più che non vi siano precise direttive nei nostri riguardi e che ogni comando si regoli a suo piacimento.

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Ottobre Il nemicosiritira

1) Nel pomeriggio di ieri e durante tutta la notte il canno n e ha tuonato violentemente .

Ho motivo di ritenere come già accennai ieri, che ciascun Comandante si regoli a suo modo, secondo il s u o "animus" . E la riprova st a nel fatto che da quello che ho potuto vedere e ascoltare da alcuni abitanti di Pordenone, questi sono s t ati trattati molto m eglio di quell i d i S. Daniele. Infa tti per i bisogni agricoli è rimasto un certo n umero di equini e di vacc ine, non solo, ma di quando in quando è consenti to macellare. I mulini so n o a n cora in funzione e la popolazione può reperi re farina di grano e soprattutto quella di granturco, visto che la polenta è il loro piatto nazionale. Inoltre i ma lati con un nostro cer tificato possono acquis t are latte e carne . Ignoro, per il momento, chi sia il loca le comandante, non cer t o sarà un "irredento".

2) La voce che già ci rcolava s ulla Bulgaria è risultata esatta, i nfatti con gra nde nostra gioia i gio rnali riportano che quella na zione si è distacca t a dagli Imperi Centrali, concludendo nella n otte del 29 Settembre un armistizio con l'Intesa. Il re dei bulgari, Ferdinando \ de t to il nasone, se pur di stirpe tedesca, avrà tir ato un grosso respiro di sollievo .

Conviene che io renda un po' di g iu s tizi a ai miei "carcerieri " perché ricevo, respint e dal Lager, tre carto line da casa de l 25 / 72 , 1 /83 e 29 /84. Purtroppo in

1 Ferdinando Sassonia-Coburgo-Gotha, (1861 -1 948), fu re della Bulgaria da l 1908 al 1918.

2 CC, FCl, Agnese G iannotti, cartolina p.g., 25 lug lio 1918, "Dino Carissimo. Finalmente si riceve Lma tua cartolina, quella de l 22 G iugno, con il tuo indirizzo senza essere censLLrato, la qualcosa è accaduta sem pre dacché sei nella nuova residenza . Per questa ra gio ne temo che non sia giun ta ad ora la nostra corrispondenza ed i pacchi nei quali oltre che generi, era biancheria da estate. Così pure non r iceviamo tutte le tue cartoline che come ci scriv i dovreb bero essere 4 al mese. Non trascuria m o d i manda re i tuoi saluti a Benede tto per mezzo di Bezz ina, Burelli ed a ltri. Lui pure ci sc r ive che non si dimentica. Di Riccardo nessuna notizia diretta fino ad oggi. Gli altri tutti bene e t'inv iano baci e sal uti. Papà e Delia ti abbracciano affe ttuosamente insieme a me. Ti protegga e benedica Dio, come ti benedice la t ua mammina".

3 CC, FCl, Benvenuto G ian n ot ti , carto lina p.g., 1 agosto ]918, "Mio caro D ino, mentre prima le

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una mi si scrive che non hanno a casa alcuna notizia di Riccardo, e ciò mi addolora non poco. In un'altra scopro invece che mio fratello Adolfo è stato fregiato sul campo con medaglia d'argento al valor militare.

Mi reco per la prima vol ta a Cordenons presso la famig lia Galvani, che ha un'importante fabbrica di ceramiche. Vengo accol to con vera signorili tà e degusto un eccellente liquore.

La notte scorsa ha nevicato nelle vicine monta g ne e la temperatura si è no tevolmen te abbassata.

3) An c h e qui ho notato la troppa familiarità delle donne con gli austriaci, senza dubbio un apporto anche questo della guerra, che posso solo g iu stificare ricordando il bozzetto "La carne e il Diavo lo" 5 • Cosa diranno i combatten t i allorché ritorneranno alle loro case! Amato si scandalizza della mia rigida morale e insinua che io faccia come la vo lpe nei rig u ardi dell'uva.

4) Il Neue Wiener Journal riporta da Londra che la Turchia, seguendo l'esempio della Bulgaria, avrebbe chiesto un armistizio all'Intesa .

Quando i germanici giunsero per primi qua a Pordenone asportarono tutto il macchinario dalle fabbriche, lasciando in efficienza solo le filande per procurarsi la seta, sotto la direzione e vigilanza del personale tedesco.

5) Dopo pranzo è tornato in os pedale Amato tutto raggian te, portando la strabiliante notizia che l'Austria e la Germania aveva no accettato i 14 punti proposti da Wilson per la pace. Gl ie lo aveva confidato un sottu fficiale addetto a l comando e che Ama to aveva conosciuto ad Artegna .

tue carto lin e era no frequenti, adesso si fanno piL1 rare Ne riceviamo una ogni30o40 g iorn i. Speriamo tu stia bene al pari di noi. Per quanto ri guarda Riccardo si pensa che deve trovarsi nelle tue stesse condizioni Adolfo si è fatto onore ed ha avuto il premio. Rogero è venuto tra noi. Come ti scrissi non spediamo più pacchi. Adesso sono con pochissimo lavoro . Mamma, Delia godono di buona salute. Tua sore ll a, pa rtit o Rogero, andrà probabilmente a P. Castagnaio. Nulla di pa rti colare da dirti solo c he c i s iamo interessati di portare tue nuove a Benedetto. Anche mons. Batignani si occupa di te . Stai tranquillo e abbi baci tanti affettuosi di mamma e Delia, Rogero e de l tuo ba bbo".

4 CC, FCl, Benvenuto Gian notti, cartolina p.g ., 29 agos to 1 918, "Carissimo Dino, Ier i ricevei la tua cartolina del 28 Maggio ove dici che non hai nostre notizie dai primi di Fe bbrai o. No i ti sc riviamo spessissimo. Dove finiranno le nostre ca rtoline? Contenti saperti in buona salu te . Anche Ben edetto si ricorda di te Di Riccardo non abb iam o notizie, si ritiene condivida la tua sorte Presso te deve trovarsi il Capitano medico C. Ubaldo Sarami andato in quella zona il 14 lV. Mi scr ive sua sig n ora dicendomi che non ha nuove di suo marito da quando fu trasferito Credo ti abb ia sc ritto La Fiorito non ha saputo più nulla di suo marito. Si è rivolta alla Spagna. Fu a trovarmi la C.ssa Salice ti: sarebbe con veniente tu troncassi tutto per non dare fa lse illusioni: le feci rim ostranze perché doveva avve rtire subito me delJa sua richiesta Baci. Saluti da mamma, sorella e tuo Babbo".

s L'autore s i riferisce ad un'opera del tedesco Hermann Sudermann (1857- 1928) inti tolata "Es War", "E' sta to", scr itta ne l 1894 da cui è poi s tato tratto anc he un film "Flesh and the Devii" del 1 9 27 con Creta Garbo. Nel romanzo due amici sono separati per varie vicissitudini ed uno dei due è cosh et to a scappare per var i anni. Al suo ritorno trova che la donna di cu i era innamorato si era sposa ta con il suo migliore amico .

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Dubitando non poco d ella mala fede degli Imperi Centrali, con Fioretti mi reco da un nostro buon amico -nemico, di cui per il momento non posso fare il nome, un capitano di Trento, per sentire cosa ne pensasse. Questi, pur mostrandosi molto riservato, ci ha fatto comprendere che le trattative di pace sono molto v icine.

6) Stamani mi sono recato al Comando per consegnare delle car toline ed ho letto nell'atrio la copia di un tel egramma del Comando Supremo aus triaco che annunciava quanto Amato ci aveva riferito.

Sono stupito . Le truppe perderanno il morden te nel combattimento con tale notizia? Tn serata si vociferava che si s tava stipulando un armistizio!

7) Notte insonne per le notizie di ieri, che al primo mattino si sono dileguate come la solita nebbia al soli to vento! Il nostro amico ci ha categoricamente smentito che si stia trattando un armistizio. Sicura però è l'abdicazione dello Czar dei bulgari, Ferdinando, in favore del figlio, Czarevic Boris. Cinque nostri areoplani hanno sorvolato Pordenone molestati soltanto da un innocuo tiro antiaereo. Finalmente i giornali danno la notizia a titoli vistosi, cioè che gli Imperi Centrali, per iniziare le trattative di pace, sono disposti ad accettare, oltre ai 14 punti di Wilson anche quelli del 12 Febbraio e del 27 Settembre di ques t'anno

A quanto sembra i destini dell'umanità e della vecchia Europa sono nelle mani del uovo Messia americano! I punti wilsoniani del 12 Febbraio sono i seguen ti:

1) Ogni parte di accordo definitivo deve appoggiare sulla giustizia del cas o in questione e cos titu ire ta le compromesso da assicurare la conclus ione più probabile di w1a pace duratura .

2) I popoli e le provincie non devo no essere sospinti dalla sovranità di uno stato all'altro, come se si trattasse semplicemente di oggetti o d i pedi ne in gioco dell'equilibrio delle forze, ormai per sempre discreditato .

3) Che qualsiasi questione territoriale sorta in seguito alla guerra venga definita nell'interesse e a vantaggio delJe popolazioni interessate e non già come amminicolo (sic del traduttore!) di un semplice compromesso o pareggio sulle pretese tra rivali.

4) Tutte le pretese nazionali chiarame n te definite devono ottenere la più ampia soddisfazione possibile, senza creare nuovi elementi di dissidio o di in im icizia o senza esternarne dei vecchi che possono turbare la pace dell'Europa, la pace di tutto il mondo.

I 5 punti del 27 Settembre sono:

1) La giustizia imparzia le non deve dimostrare nessun a differenza tra coloro verso i quali noi desideriamo di essere giust i. Deve essere una giustizia che non conosce manifestazioni né graduazioni, ma solo eguali diritti per i popoli che vi partecipano.

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2) Non deve essere fatto base dell 'a ccordo verun interesse particolare o particolarista di qualsiasi nazione o gruppi di nazioni, quando esso non collim i con gli interessi di tutti.

3) Nella famig l ia comune d e lla Lega dei Popoli non vi devo no essere né legami né alleanze, né specia li convenzioni.

4) Nel seno della Lega non vi può essere nessuna combi n a zio ne eco nomica partico lare, non s i può dare verun boicottaggio od esclus ione di qua lsias i specie, tranne la forza di autorità impartita dalla Lega di conda n nare all'esclusione dai mercati mondiali, ed anche ciò deve essere adottato q u ale mezzo di disc iplina e di co ntrollo.

5) Tutte le convenzioni internazionali di qualsiasi specie d evo no ve nire partecipate al resto del mondo il tut to il loro co ntenuto.

Tu tti questi punti, alquanto concettosi, scritti in un i talian o a l q u anto ermetico, li ho ricopiati dalla Gazzett a del Veneto . Non conosco perfettamen te i princip i democratici d eg li Stati Uniti, mi sono fat to però l' idea d i un p res i den te, Wilson, "quacquero" o "presbiteriano" che con l'aiu to della Bibbia, sia pure protestante, crede di formare l'unità spiritua l e e materiale dell'i nt ero m ondo sot to l'al ta egi da de lla "Lega delle Naz ion i".

8) Alcu n i u ffi ci ali sono molto scet tici sulle tratt a t ive di pace, temono infatti che l'Intesa non accetti questo nuovo tentativo. Ricevo due cartoline da casa, una del 14 e l'al t ra de l 15 Agosto.

Olivo, l'automedonte che ci conduce in giro per le visite, tira "ostie" ogni qualvol ta la vecchia brenna tira i l fiato e con una m onotonia asfissiante mi ripe te sempre le ma lefa tte e l e angherie compiute dal nemico , specie dai tedesc h i.

Ad ogni modo per suo mezzo co n osco quasi tu t ti gli a b ita n ti della ci ttà, che quando posso no mi vengono in aiu to con qualche uovo o pezzo di formagg io, sebbene suor Pasquina faccia di tutto per sfamarci.

Da più di una settimana ho in cura la figliola del sior Menegh e to (diminuitivo di Domenico) gastaldo - così ancora si chiamano ne l Fri u l i i fat tori - di un faco l toso proprietario di Porde n one, "scampà" a Roma . Ho riba t tez za to la ragazza Fiordaliso, perché nella sua camera spicca una sua grande fo tografia in cu i i l suo grazioso volto esce da u n gra n mazzo d i fiordalisi . O ramai completamente guarita mi ha riempito, sotto lo sguardo vigile della madre, la carrozza d i fru tta, di uo va e di un bel "pitt" (pollo) . O l ivo, nel vedere tut ta quella roba, da b u on vetturino sorride e guarda n do prima lei e poi me, strizza l'occhio ma n on si p erme tte d i fare allusione alc u na .

9) Da qu alc h e gio rn o la spagno l a sta dilagando in modo imp ress ionan te e ci fa lavorare di continuo, tanto che il Coma n do c i ha a u torizza t i ad u scire ent ra m b i ogni gio rn o. Dai g io rn a li si a pprende che tale epidemia o r mai in fie -

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risce s u tutta l'Europa, e sembra in forma benigna. Così è pure in Pordenone, sebbene desti un po' d i preoccupazione nei disgraziatissimi profughi del Piave e di a l tre località. Le loro pessime condizioni di alloggiamento e di vitto fanno spesso assumere alla malattia una certa gravità.

Si dice che Clemenceau abbia comunicato a Wilson che la Francia non ricusa le pro p oste di pace degli Imperi Centrali.

10) Acqua senza posa e a dirotto. Nessuna notizia sulla pace . Molti reparti di truppa so no t ransitat i per recarsi a l Piave. T tedeschi indietreggiano in Francia in modo pauroso. Il 7 u. s. gli Alleati hanno occupato Cambrai.

11) Il Neue Wiener Journal riporta che Wilson ha risposto al Cancelliere germanico che esso non può fare proposte di armistizio ai suoi alleati fino a che gli Imp eri Centrali sa ranno in territorio nemico ed inoltre si domanda se la propos ta di pace sia propriamente l'espre ssio ne e la volontà di tutto quanto il popo lo germanico. Dallo stesso giornale si apprende che l a Germania è pronta a sgomberare i territori occupati, purché tra i due eserciti ci sia una zona neutrale occupata da truppe di po tenze ne utr ali . Il n ostro "amico" non nasconde la sua preoccupazione per una pace so llecita.

12) Come al soli to corro n o le voci più disparate e stra mpalate sull'armistizio, sulla pace e sulle operazioni al P ia ve.

Dall'ottimo collega dottor Paulazzi, di origine da lmata e di sentimenti i taliani, capitano medico del distretto, apprendo che per quanto egli ritenga prossimo un a rmistizio e una pace generale, tuttavia per il momento non vi è n ulla di decisivo. Aggilmge ch e se l'Intesa sarà saggia, come sta dimostrando, non dovrà fidarsi so verchiamente delle propos te germaniche, che possono nascondere un tranello. A suo avv iso l' In tesa dovrebbe pre tendere dalla Germania di occupare gran parte del suo territorio, come ha fatto con la Bulgaria, per non dare agio alla Germania di raccogliere le proprie forze e d i attaccare a tradimento. Sarebbe inoltre opportu no, mi dice, che facessero sgombrare al più presto l'intera Francia, affinché i te deschi non si diano al più feroce e bestia le saccheggio come stanno attualmente face ndo ritirandosi da Cambrai. Mi ha comunque confermato le spaventose perdite della Germania in Francia . Nessun accenno, invece, all'Austria-Ungheria, ed io per delicatezza non gli ho chies to nulla . Mi ha però confessato che di giorno in g iorno si attende con ansia una nostra poderosa offensiva . Ritorno lieto in ospedale e ragguag l io i colleghi.

13) L'offensiva scatena ta dagli Allea ti in Francia ha q u alcosa d i fantastico, sono già tre mes i che inca lzano il nemico ch e si rit ira palmo a palmo, combatte ndo s trenuamen te . Circola la voce che la Turchia, che già av rebbe concluso

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un armistizio, abbia concluso un a pace separata . L'Austria, mi si dice, farebbe altrettanto qualora la Germania facesse naufragare le trattative di pace.

14) Nel "Freuden-Blatt" leggo la riposta della Germania a Wilson e ne ritraggo l'impressione che questa non solo cerchi di sofisticare ma anche di prendere a gabbo l'Intesa e il mondo intero. Permane ancora in loro la "forma mentis" e il sadismo delle s tragi descritte tanti secoli fa da Tacito! Infatti alle due princip ali domande di Wilson, riguardanti lo sgombero dei territo ri invasi e a nome di chi avesse parlato il Cancelliere, il governo di Guglielmo II ha risposto molto evasivamente, afferma ndo che, pur accettando tutti i punti di Wilson, si rimette al presidente per proporre una commissione mista, per trovare una accordo conciliante per lo sgombero dei territori occupati, affermando infin e che il Cancelliere ha parlato a nome del governo e dell'intero popolo tedesco .

15) Grande e imprevisto avvenimento per me! Dopo circa un anno di prigion ia ricevo il primo, ripeto il primo, pacco di pane proveniente da Milano! Senza dubbio è della buona e cara Metella, ma si tratta di pane per modo di dire, giacché dopo tante soste, giri e rigiri, c'è rimasto soltanto qualche tozzolo! Mi era stato respinto dal Lager e chissà mai in quali capaci s tomaci saranno andati a finire tutti quelli che mi sono stati spediti da casa e da Metella. Le scr ivo per darle notizia del grande avvenimento.

In Francia i tede sc hi si stanno ritirando vertiginosamente, e lo stesso si ripete con gli austro-ungarici in Albania, dove le nostre truppe hanno occupato Mistri\,vi t za e Nich.

16) Già ne circolava la voce, ma oggi il nostro "amico", il capitano X, mi conferma che effettivamente i comandi austriaci fanno preparativi per sgomberare il territorio italiano in vaso e che hanno già predisposto per gli aIJoggiamenti al di là del co nfine. In previsione di ciò è stato emanato l'ordine di requisire tutto quello che era rimasto, specie le vaccine al completo, cosa che il nostro "amico" stigmatizza in pieno. Mi accenna ai grandi successi ottenuti dagli alleati in Albania e in Serbia, dove anche i contadini combattono selvaggiamente al fianco delle truppe. Mi ha ricordato a tal proposito che durante la guerra scatenata dal potente Impero Austro-Ungarico contro la piccola Serbia, i so ldati serbi furono superbi nel va lor e dimostrato e sprezza nti della ntorte. Anche i ragazzi si erano trasformati in "franchi tiratori".

17) Nihil novi sub sole6. Anche qui due femmine sono venute a chiedermi le comode polverine "dei nove mesi"! Ho loro risposto che sono cose che non

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6 Traducendo: "Niente di nuo vo sotto il so le".

mi riguardano! Le nostre truppe hanno occupato Durazzo ed inseguono il nemico. Sembra che l'America, ormai arbitra dei destini del mondo, abbia risposto molto duramente alla Germania.

18) Trovo casualmente in città Fiordaliso, venuta dalla fattoria, che mi invita ad accompagnarla per un tratto di strada . Conversazione anodina e priva di impor t anza, controllandoci a vicenda.

Di quanto dissi ieri circa la Germania si legge oggi n ei giornali che il 15 di ques to me se Wilson ha tuonato contro quella nazione in modo energico e riso1ut ivo, smasc herando le atrocità e la barbarie compiute dal suo eserc ito nei t erritori occupati. Dopo aver detto che l ' esecuzione dello sgombero e le condizioni di armistizio devon o essere lasciate al giudizio e allo studio dei consiglieri militari del governo degli Stati Uniti e di quelli Alleati, dichiara che tanto lui che questi non possono prendere in considerazione la questione di un armist izio finché le truppe tedesche continuano a compiere azioni illegali e inumane. Mentre la Germania parla di pace, prosegue il presidente, i suoi sottomarini affondano piroscafi con passeggeri e le scialuppe di salvataggio e le truppe in ritirata in Francia spogliano, saccheggiano distruggono città e paesi!

Intanto nell'Impero Austro-Ungarico si è verificato un fatto di straordinaria importanza e foriero di imprevedibi li conseguenze. I Ceco-Slovacchi hanno proclamato nella loro patria la "Repubblica" Senza dubbio il mosaico asburgico s ta scricchiolando in modo impressionante! Secondo il capitano X, dal quale apprendo h1tte queste notizie, in Austria i viveri sono sufficienti per arrivare appena al febbraio dell'anno venturo.

19) Il miraggio di una pace non lont ana mi si fa sempre più cocente, anche perc hé nulla mi giunge di posta dalle persone a me care. La maggior parte delle truppe di stanza in Pordenone e nei dintorni è stata inviata al Piave dove si attendono una nostra offensiva.

In una strada di campagna mi imbatto in una canina che mogia mogia mi s i acc osta e mi segue. Forse sarà una sbandata dalle truppe che sono partite per il fronte, anche perché non dà ascolto ai miei richiami in italiano. Pur non essendo di pura razza fox-terrier, tuttavia ha le fattezze e la rassomiglianza di Ke tty, la canina di Siena. L'accarezzo e seguendomi docilmente la conduco in os peda le battezzandola con il nome di M itzi. Le preparo una cuccia accanto al mio letto.

20) Gli eventi incalzano!

Il comunicato tedesco del 18 riporta che le truppe tedesche hanno sgombrato parte delle Fiandre e dell.a Francia set t entrionale. Ma la notizia più spettac olare è quella che l'Imperatore d'Austria, Carlo, detto il Carletto, ha emanato

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un proclama in cui egli afferma che " l' Austria diventerà una federazione di stati, nei quali ogni stirpe formerà una comunità statale nel territorio da e ssa occupato. La citta di TRIEST E con il suo territorio, corrispondentemente al desiderio dei suoi abitanti, ottiene una posizione s peciale". Carletto tenta di salvare il salvabile, ma troppo tardi!

Circa verso le 15 nostri aeroplani sorvolano la città a bassissima quota gettando dei volantini scritti nelle diverse lingue del mosaico austro - ungarico . Ne ho potuto raccogliere uno in tedesco, in cui si dice che ormai non vi è più speranza per gli Imperi Centrali, che la vittoria è in mano all'Intesa, che in Franc i a sono stati catturati 56.000 prigionieri.

21) Si vive alla giornata, di ora in ora, ognuno d i noi ha i nervi e l'animo tesi, amico o nemico sente che il fato incalza, che finalmente la pace è vicina.

22) Indisturbati alcu n i nostri aeroplani hanno sorpassato Pordenone. Questa sera il capitano X, che generalmente viene a fare due chiacchiere con noi mentre ceniamo, ci ha assicurato che è prossima una nostra offensiva e come nelle immediate vicinanze di Treviso si trovi ammassata tutta la nostra cavalleria.

23) La situazione politico- diplomatica si complica sempre di più! Wilson, il padreterno della pace, ha rispos t o all'Austria che essendo subentrati in essa certi avvenimenti di grande importanza ed essendo stato riconosciuto che vige lo stato di guerra tra gli Imperi Centrali e i Ceco-Slovacchi, non può più occuparsi delle proposte avanzate dall'Austria. Riconosciuta anche da questa l'autonomia dei nuo v i popoli. Questi devono essere giudici di quali dovranno essere l'azione ed i criteri dei popoli che li soddisferanno. Oh "Infelix Austria"!

Il governo tedesco ha pure risposto a Wilson, rimettendosi a lui per le particolarità dell'armistizio e dopo aver espresso fiducia che Wilson "non approverà nessuna domanda che sia inconciliabile con l'onore del popolo tedesco (ma di che onore van blaterando questi criminali?) e con il trattamento di una pace di giu s tizia", protesta contro l'accusa di azioni illegali e inumane nel territorio occupato e contro l'affondamen t o di imbarcazioni di salvataggio . Spudoratezza infame teutonica! Proprio loro che fino ad ieri con la ]oro " Kultur" andavano vociando "Deutschland uber alles!" e "Gott mit uns!", commettendo infamie senza pari!

24) Come tener dietro a tutte le notizi e che si apprendono, a tutto ciò che i giornal i in buona o mala fede pubblicano! Nella Ostdeutsche Rundshaus7 si legge ch e "data la nuova riforma adottata dall'Austria ogni alleanza con l'lm-

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7 Rivista set t imanal e aust riaca fondata nel 1890 e chiu sa nel 1920.

pero germanico è sciolta". Altri g iornali danno come probabile l'abdicazione di Guglielmo II, altri piangono lacrime amare per la risposta di Wilson La Neue Frei Press cosi si espr ime : "la risposta di Wilson è una stilettata al cuore, rifiutandosi di trattare l 'armis tizio e la pace, mentre egli designa come arbi tri dell'A ustr ia coloro che il governo di Vienna considera come nemici!".

Neg li ultimi mesi della nostra neutralità lessi in un nostro giornale la biografia del kaiser Guglielmo II. Mi rimase dolorosamente impresso come allo sco ppio della rivolta dei Bo xer8 in Cina, l'Imperatore, nel sal utare le truppe che si recavano in quella nazione, s i paragonò ad A ttil a e paragonò allo stesso modo il popolo germanico agli Unni. Pe r opera loro, disse, il nome tedesco si sarebbe affermato per millenni nella Cina, tanto che mai più un cinese avrebbe osato guardare in cagnesco un tedesco9 !

Non differentemente si sono comportati nell'attuale conflitto ed è più che gius to che ora paghino il fio della loro barbarie, che l'Intesa deve pretendere, per il bene dell'umanità! Il capitano X, che s empre ci por ta le recentissime, stase ra ci dice che la nostra offensiva ha avuto inizio dalla parte di Belluno e che i Serbi, aiutati dagli alleati, hanno varca to il confine ungherese.

25) Corre in s istentemente la voce che a Fiume si ano avve nute delle lotte arma te tra gli ungheresi e i croati per il possesso della città. Sembra che gli infi di ed odiosi croati si siamo impadroni ti dell'italianissima cit tà.

26) Non oso sperare, ma ritengo che fina lm ente ci si avvii sulla buona str ada, il tutto a mio giudizio dipende dalla Germania e se ella dimostra una buona v olontà di pace. Wilson ha risposto che "a seguito delle assicurazioni date da questa nazione non può più rifiutarsi di proporre ai suoi alleati la questio ne dell ' armistizio, richi edendo però dalla Germania serie garanzie, in modo che venga a trovarsi nell'impossibilità di riprendere le ostili tà" concludendo che "si potrà trattare solo con i rappresentanti del popolo tedesco e non con i domina tori e gli autocrati della Germania".

Diversi ammalati ricoverati nell'ospedale di Vittorio Vene to sono stati sgombra ti nel nostro, il che fa arguire che quella loc alità v errà evacuata dalla popo-

s Ribe ll ione popolare avvenuta in Cina ne l 1899, contro l'influenza co lonialista s traniera 9 Gug li e lmo li pronunc iò effettivame n te quel discorso il 27Luglio 1900 ai soldati che partivario pe r la Cina. Di seguito il pa ssaggio a cui si riferisce l'autore: "Compor t atev i secondo la tradi zionale fe rmezza pruss iana ! Dimostratevi cristiani affron tando con g io ia i pagani' Possano onore e fama acco mpagnare le vostre insegne e le vostre armi.[ ... 11 on si concede perdono, n o n si fanno prigionieri! Co me mille a1mi or so n o g li Unn i, sotto il re Attila, si fecero un nome che li fa apparire ancora oggi fo rmidabi li nella tradizione e nella leggen da , possa così il nome d i ''tedesco", in Cina, per mezzo vos tro, acquistare per m ille anni tale reputaz ione, in modo c h e un Cinese non osi mai più nemmeno gua rdare di traverso u n tedesco". Cfr. T. W HIITLE, L' ultimo Kaiser Vita d i Guglielmo li imperntoredi German ia, Torino, Mursia, 1982

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!azione civile. La maggior parte di questi sono colpiti dalla spagnola, e purtroppo in forma assai grave per complicazioni bronco -po i monari, alcuni sono giunti in condizioni d isperate anche a causa del lungo e disagiato viaggio .

Imbarazzato incontro con Fiordaliso. Dopo i primi saluti mi accorgo che attende da me una parola che da tempo aspettava. È giovane, di grazioso e simpatico aspetto, sarebbe per me una faci le conquista, ma il mio riserbo natura l e e il rispetto che sempre fino ad oggi ho tenuto con le donne che ho giudicato di non dover ingannare non l'hanno incoraggiata a son d are maggiormente l'animo mio. Ed oggi, che si compie un anno dalla mia prigionia, a lei, se non mi fosse apparsa in tal guisa, avrei parlato differentemente!

27) Stamani, circa le sette, siamo stati svegliati da un intenso cannoneggiamento che sappiamo si era iniziato verso la mezzanotte . Ci auguriamo che sia il prodromo della nostra offensiva, anche perché nella Gazzetta del Veneto di oggi si legge che i nostri hanno attaccato violentemente tra la Val d' Assa e il mare, riportando degli insuccessi nel settore di Sisemol e in val Bella.

Già si sono verificati alcuni decessi tra gli ammalati provenienti da Vittorio Veneto, e così pure tra quelli di Pordenone.

La spagnola, che per qualche tempo decorreva in forma benigna e non destava un'eccessiva preoccupazione, ora è di una virulenza impressio n ante per la sua tossiemia e le compl icazioni bronco-p o lm o n ari . Si ricorre anche ai salassi del buon tempo antico, ma inutilme nt e Non nascondo che ne sono spaventato e temo sempre di contagiarmi, proprio o ra che si spera in una vicina e prossima pace.

Per rinfrancarmi scrivo a casa e a Metella, ma con nessuna fiducia che i miei scritti vengano ricevuti . È stato sufficiente il ricordo e il rimpianto della ca ra Metella per fugare i miei tristi pensieri.

28) Fatto per noi inspiegabi le è quello che mentre per tutto il giorno reparti di fanteria nemica retrocedevano verso Udine, numerosa artiglier ia s i d irigeva verso il fronte. Oso sper are che la fanteria si stia ritirando e che le artiglierie siano state inviate urgentemente per arginare la nostra avanz ata.

Circa verso mezzog iorno mi si presenta in ospeda le la signora Teresute accon,pagnata da Micaela. Rimango sorpreso e ap p rendo che sono venute a Pordenone per trovare un loro parente . Sarà vero? Non indago giacché non mi interessa un granché . Le ho accolte con mol ta cord ialità e la nostra conversazione è s tata mo lto affe t tuosa come da vecchi amici. Madre e figlia sono in trepida ansia di potersi tra non molto ricongiungere con i loro cari che si trovano al d i là del Piave. Mi danno però la triste e dolorosa notizia della morte del buono e caro Campagna, decedu to per la spagnola. Mi auguro che sia una fa.Isa notizia e che p ossa anche lui godere dell'ormai certa nostra vittoria e ritornare

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in mezzo ai suoi e alla sua Lu isella Non nascondo che tale notizia mi ha messo di mal umore pen sa ndo a me stesso!

29) Tutto quello che ora avviene e ciò che avverrà nei prossimi giorn i converrebbe che fosse impresso in un film e non nelle mie disadorne parole, ché davvero questi dramma tici momenti meritano di essere vissuti!

Verso le 21, mentre si cenava, è piombato come un bolide il capitano X che appena en t rato, con aria sconvolta e con profonda emozione ci ha detto:

«S iamo alla fine! Io sono vostro prigioniero! » . Ne rimaniamo stupiti e li per lì nessuno di noi gli h a rivol to alc u na domanda. Vedendo il nostro stupore l'ufficiale non ha allora perduto tempo ad informarci che secondo le ultime notizie pervenute al Comando l e n os tre truppe sono già in Oderzo 10 , non sa però se si tratti solamente di pattuglie o di un forte reparto . Ritiene che da un momento all'altro anche Porde n one verrà occupata e che p ossa essere catturato l 'intero Comando che fino ad ora non ha ottenuto alcun ordine di ripi egare. Anche se veste la d ivisa del nemico, egli si è mostrato sempre di sentimenti italiani e per quello che poteva ci ha se mpre aiutati, fornendoci t alvo l ta anche dei generi alimen tari . Lo rassicuriamo subito che se egli non vorrà seguire il suo Comando lo accoglieremo ben vo lent ieri in mezzo a noi e lo metteremo sotto l a nostra protezione. Ci ringrazia con le lacrime agli occhi e commosso poco dopo si congeda da noi, non prima di averc i dato a ltre drammatiche ed interessanti notizie.

Dopo aver superato l o stupore pe r q u esta no t izia che ci aveva lasciato inebetiti, abbiamo messo in relazione quanto ci ha riferi t o il nos tro "amico" con quan t o abbiamo stamani osserva t o dal piazzale dell'ospedale che guarda verso la strada per Udine. Un grosso reparto di fanteria, forse una brigata, in pieno asse tto di guerra, seguito dalle salmerie e carriaggi, ripiegava verso Udine. Procedevano ordinatamente e disciplina t ame n te.

Allora i l capitano X, a questa nostra informazione, ci ha detto che si trattava di reparti in rivolta che avevano diser t ato dalle prime linee. C i fornì anche altri part icolar i I rivoltosi erano escl u sivame n te cechi e polacchi, e si erano portati di e tro, oltre alle munizioni e alle armi, anche una scorta di viveri per dieci giorni . Il colonnello comandante del distretto di Pordenone, venu to a conoscenza di questo grave ammutin a mento, andò furibondo contro i ribelli intimando loro di ritornare ai posti di combattimento .

Alle sue parole sorse un se rgente, che comandava la truppa visto che ne ssun ufficiale era in mezzo a loro, dicendo che ormai non avrebbero più combattuto p er una patria che non era la loro, che la guerra era già perduta e quindi se ne sarebbero tornati disciplinatamente alle loro case! Di fronte a tali parole e al

10 Circa 28 ch ilometri a Sud-Ovest di Pordenone. 243

contegno risoluto di tutta la truppa, il colonnello è stato impotente a sbarrare loro la stra da e forse pensando anche lui alla disfatta avrà più saggiamente preferito di preoccuparsi della propria pelle! Sembra però che un battaglione germanico abbia avuto l'ordine di fermare con le armi la marcia dei ribelli.

L'ultima notizia che ci fornisce è quella che i nostri hanno oltrepassato il Pi.ave volgendo in fuga una brigata ungherese e che i nos tri aeroplani hanno gettato numerose bombe su Sacile, producendo numero se vittime fra i militari austriaci, con immenso spavento delle "fraulein" che ivi si trovavano; in tutta fretta han.no radunato le loro scatole dirigendosi alla v olta di Gemona . Ma ci arrivera1mo? Che bel simpa tico bottino sarebbe quello di catturare queste "sgualdrinelle"!

Quanto ci ha narrato il capitano ci ha prima ammu toliti e poi una gran gioia ha riempito i nos tri animi. Un angoscioso pensiero però turba Amato e Fioretti. Essi temono che il nemico in ritirata ci obb lighi a seg uirlo, con gli immancabili enormi disagi, senza contare il rischio di essere sottoposti alla rappresaglia di quella turba in fuga . Io sono di avviso contrario e conforto i colleghi, dicendo loro che se l'esercito nemico è volto in disastrosa fuga, come fu la nostra a Caporetto, e senza dubbio è tale, nessuno si curerà di noi giacché ognuno avrà interesse a mettersi in salvo .

A questa co nversazio ne partecipava pure l'economo dell'ospedale, ra gioniere Franceschini, giovane quasi al pari di noi. Costui era terrorizzato al solo pensi ero che il nemico in ritirata rastrellasse i giovani validi e condivideva il sospetto dei miei colleghi. Ne era talmente spaven t ato che pensò di consigliarci di trovare un nascondiglio prima che fosse troppo tardi , consiglio che gli altri accettarono con entusiasmo e che pure io reputai da non dispre zzare

Così Franceschini ci disse che entro l'ospedale esisteva un vecchio pozzo abbandona to, senza acqua, che poteva costituire la nostra salvezza in caso di necess ità. Guidati dal portiere e dallo stesso Franceschini, muniti di funi e di lanterne andammo ad esplorare il pozzo. La scena, guanto mai fantomatica e grottesca, s i svolse circa la mezzanotte nel più assoluto silenzio . Constatammo che il pozzo era abbastanza profondo, facilmente scalabi le a mezzo funi, e che poteva comodamente accog liere quattro persone. In tal modo, tutti rassicurati, ce ne andammo a letto, ma chi potrà dormire! In lontananza un cupo e persistente bombardamento!

29) Oh, Gran Dio ... !

Ormai nessu n dubbio può s u ssis tere! Si sta compiendo la "Anabasi"11 del 11 li termine" anabasi ", derivato dal greco, significa letteralmente "andare in sa Iita" e con que sto termine si descrive una spedizione effe ttuata dalla costa verso l'in terno di Lm terr it orio L'Autore fa probabilmen te anche riferimento all' Anabasi di Senofon te , opera nel quale lo s torico greco descrive la g uerra in tra presa, nel IV seco lo a . C., da Ciro il Giovane per spodestare il fratello Ar tasersc JJ dal trono di Persia. Ciro aveva asso ld ato un' imponente arma ta di mercenari greci c he ingaggiarono l'ese r -

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nemico! Ci siamo alzati di prima mattina e abbiamo visto una lunga serie di carriaggi, in cui si notavano anche de i carretti trainati a mano o da un as ino, o da cani, artiglierie di ogni ca libro e genere, quadrupedi in quantità, vacc ine, alcune delle quali at taccate a carri con sopra mobili e masser izie, che, accompagnata da un esiguo numero di militari, si dirigeva verso Ud ine.

Pensi a mo che il nemico abbia provvedu to per prima cosa a ce rc are di mettere in salvo le " impedimen ta" che avrebbero os tacolato i m ovimenti delle truppe. Per il momento tutt o procede con calma ed ordine. La visione del nemico ch e cer tamen te si s ta ritirando mette in orgasmo Franceschini, che contagia a nche i colleghi. Si ripensa quindi al pozzo e a preparare tutto l'occorrente per la sca l ata. Mentre ieri mi burla vo delle ap prensio ni degli altri, oggi, chissà perch é, anche io sono preso da u n s imile pensiero, forse dovuto al fat t o che il nemico stava ritirand osi ordinatamente.

Però l'idea di stare rinchiu si chissà per quanto tempo in fondo al pozzo non mi allettava gra nché e ne ero poco en tusias ta. Mi sorse allora l'idea di ricorrere all'aiuto di don Celestino Glabri, cappellano dell'ospedale, che aveva l'abitazio ne contigua all'ospedale stesso . Penso che egli potrebbe fornirmi un abi to talare sì da fig u rare come un suo coadiutore . Non ne faccio parola con nessuno e subito mi reco da don Celestino che trovo in compagnia di una sua graziosa nipote, Lu s ieta, ven uta da poco a far compagnia al vecc hio sacerdote.

La presenza della ragazza mi intimidisce, temo di non fare una bella figura dinnanzi a lei, chiedendo allo zio quanto avevo in anim o, e lì per lì rimasi interde tto , adducendo la scusa che mi ero recato presso il cappellano per prendere accordi sul da fare al momento in cui il nemico avrà d efinitivamente abbandonato la ci tt à. In tal modo la conversazione si avviò sui recenti avvenimenti, e così, per inciso, lanciai la mia preoccupazione di essere nuo vamente deportato dalle truppe in ritirata

Lusieta mi venne in aiu to e sorrid e nd o disse, rivolgendosi allo zio: «perché non si nasconde in un "buso" della chiesa?». Don Celestino rimase in sil enzi o, ed allora io, rivolgendo mi a ll a ragazza, dissi: «N on voglio assol utamente dare alc una preoccupa zio ne al cap pellano, né tantomeno che possa ritrovarsi nei gua i per causa mia. Ma se mi po tesse cedere una veste tala re e accompagnare in una vicina parrocchia gliene sare i molto grato e mi sottrarrei alle eventuali ricerche del nemico ». Lusieta scoppiò in un'aperta risata, mentre don Celestino non tardò ad assicurarmi che al momento opportuno m i avrebbe consegnato il ves tito sacerdotale e mi avrebbe accompagnato alla canonica di Villanova. Mi

ci to persiano a Cu n assa Lo scontro fu favo revo le ai greci, ma Ciro venne ucciso in battaglia, rendendo la sped izione del tutto inutile e la posizione de ll' armata elle ni ca , penetrata a fondo n el terr itorio n e mico, insostenibile. Così l' esercito mercenar io dovette compiere una lunga ed insidiosa ritirata fin o a raggiungere il mare .

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congedo da lui e gli es terno i sensi della mia più viva gratitudine Lusie ta mi accompagna alla porta e la sfaccia tella, nel salutarmi mi d i ce r idacchi ando: «L u sarà un bel pretin!».

Già ho det to che occorrerebbe una ripresa cinematografica per dar più vigore e chiarezza a tutti gli avvenimenti che si susseguono e si frammischiano in questi tragici e talvolta comici m o m enti . Così cerco alla meglio di riprodurli scrivendo, pur non riuscendo, senza dubbio, a dar loro il giusto risalto .

Ri tornato in osped ale verso le 18, i miei colleghi si recano al Comando per prelevare le sigarette, se pure ciò sarà mai possibile, e per avere recenti notizie da quel "feld webel" buon amico di Amato . Me ne stavo in carnera con i miei pensieri, leggendo il "Diavolo Meridiano" di Bourget12 quando verso l e 19 Teres ina arriva da me correndo ed ansimando, piena di spavento, gr idandomi con voce s trozzata: «Dottore per carità, si nasconda sub ito, i ge n darmi la ce rcano, Amato e Fioretti sono s tati già arrestati! ». Tal i parole mi spaventano e non so di che colore sia diventa ta la mia faccia, le ga m be m i tremano, mi sembra già di sentire le scarpe ferrate dei gendarmi. Teresina, vedendomi in quello stato, mi scuote, gridandomi: «Fugga, fugga !».

Allora mi precipito nel reparto degli uomini e mezzo vestito mi infilo ne l primo letto che trovo, con gra n de m eravig li a dei malati, a cui con cenni impongo il silenzio . Alla notizia portata da Teresina anche il sempre sorridente Pollastri, soldato di sanità e nostro attendente, si fa in testa una gran fasciatura a mo' di turbante e fila nel reparto di chirurgia. Costui ha un tal demoniaco terrore de i tedeschi che da più di un anno non è mai u scito da questo ospeda le per paura di qualche brutto incontro .

Ranni cchia to nel letto mi sorge il dubbio atroce che proprio in questo sia morto giorni or sono un uomo per la spagno l a. A ques to sconcertante pens iero ne so rge un a ltro, quello cioè che la mia giovane età possa destar sospetto ai gendarmi, che, ammala to o no, possono comun que impo rmi d i seguirli.

Ho le orecchie tese e il cuore mi batte come una locomotiva sotto pressione, sudo freddo, finché prendo un'es tre m a decisio n e, cioè di recarmi da don Celestino. Con la visione di vedermi sempre comparire davanti i gendarmi mi rivesto alla meglio e con grande circospezio ne m i dirigo verso l'abi tazione del cappellano passando per la chiesa . Mentre sono nel corridoio del reparto sen to distin tamente dei passi cadenzati .. . non possono essere che quelli degli sbirr i! Era già buio e il corridoio mal illuminato e trattenendo i l fiato mi rifugio in una la t r ina. I passi avanz a n o, ma nel chiudere cautamente la porta scorgo due infermieri c h e trasportavano in barella un amma lato ve rso il reparto . Passi di amici, quindi!

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' 2 L'au tore s i r iferisce al romanzo del francese Paul Bourget (1852-1935) , Le Démon de mid i, s critto nel 1914.

La chiesa è nella semi oscurità, intravedo la Vergine su di un altare e a Lei mi raccomando . La porta di accesso all'abitazione d i don Celes tino è aperta e direttamente mi introduco nel tinello dove siede il cappellano In breve gli espongo la mia situazione e quella dei colleghi e il buon parroco, senza perder tempo, mi fa passa re nella sua camera . Qui avviene la mia trasformazione in un perfetto sacerdo te, abito talare completo, scarpe con fibbie, zucc h et to e brevia rio in mano! Non esis te specch io per vedermi, ma senza dubbio devo essere alquanto buffo con questo travestimento. Già mi sento a disagio se dovessi incontrarmi con Lusieta.

Stavo chiacchierando con don Celestino degli ultimi avvenimenti, quando verso le 20 compare suo r Pasquina, dandoci la consolante notizia che il pericolo ormai era scomparso e che Amato e Fioretti erano già tornati in ospedale. Non ascolto altro e mi precipito dai colleghi per avere ragguagli, suscitando la più irrefrenab ile ilarità con il mio abito sacerdotale . I colleghi, dopo essersi dignitosamente ricomposti, mi raccontano sbigottiti quanto loro era accaduto.

Di ritorno dal Comando del Distretto erano stati fermati, proprio sulla porta dell'ospedale, da un forsennato sergente della gendarmeria che, dopo averli rinchiusi in portin eria pretendeva, con tono arrogante e prepotente, minacciandoli anche con la sciabola, che mostrassero il Passirchein o la loro Legittimation, documenti che il Comando mai ci aveva consegnato. Così gli sventurati colleghi furono tratti in arres to e Teres ina, avvertita dal portiere, venne subito a dirmi di mettermi in sa lvo .

Pur tremando verga a verga, Amato e Fioretti con un abile sotterfugio riuscirono ad inviare il portiere alla ricerca del giudice austriaco, trentino, che spesso con il capitano X ve niva a farci compagnia. Intanto il furioso sergente li aveva condotti al Comando del Distretto. Fortuna vo lle che dopo pochi passi incontrassero il giudice che senza alcuna fatica riuscì a liberare i malcapitati, con grave scorno dello sbirro.

La sera, dopo cena, riceviamo la visita del giudice, del cappellano militare, di nazionalità rumena e del capitano Luigi Cattelan di Trieste, addetto al Comando di Pordenone, il famoso cap itano X. Con immenso nostro stupore quest'ultimo ci ha portato una bottiglia di spumante per brindare alla vittoria italia na! Ci dicono che le nostre truppe si avviano a grandi passi verso Pordenone, e che si trovavano già sulla Livenza 13 In quel momento arrossisco, sono ancora in abito talare, e affrettatamente spiego il motivo del mio travestimento. In quell'is tante ci sentiamo tutti commossi ed affratellati, anche se dinnanzi a noi abbiamo delle uniformi nemiche, e tutti brindiamo alla vi ttoria italiana.

Non voglio indagare se sarà stato opportunismo il loro atteggiamento, se questo sarà stato motivato dal pensiero che noi potevamo essere loro di aiu to

13
247
Un fiume poco a sud di Pordenone

e di utilità al momento opportuno, certo è che i due ufficiali irredenti hann o sem pre manifestato i loro sentimenti italiani e spesso ci hanno aiutato Il cappellano è raggiante al pensiero che con la vittoria delle armi italiane, e quindi dell'Intesa, la sua terra occupata dagli Asburgo si ricongi un gerà alla madrepatria, la Romania.

Ci sa lutiamo e ci separiamo v i sibilmente commossi, in preda ad un nervosismo ben comprensibile. Nonostante tutt e queste ottime e lusinghiere notizie non mi sento tranquillo dopo q u anto è capitato ai colleghi e approfittando dell'invito di don Cel estino mi reco a dormire pre sso di lui. La porta era chiusa, suono, e viene Lusieta ad aprire e vede nd omi vestito da prete sbotta in una sonora risata. Taglio corto dicendole che lei era al sicuro, ma che io do vevo ancora pensare a sa lvarmi la pell e .

Nel frattempo don Celestino, cordiale e cerimonioso mi addi t a la camera già preparata per me e subi to approfitto di quell'asil o . Non molto tempo dopo, verso mezzanotte, quando tut t o era silenzio e don Celestino era già a l e tto, o d o Lusieta cantare in sordina una canzonet t a sull'ar ia della "Biondina in gondoleta " 14 il cui ritornello era :

Poareto elmi tosato

Ga paura a far l'amore

A lu da ria tuto il core

Che non l'ha dimenticato 1

Se non foss i s t a t o ospite fuggiasco dello zio sarei corso ad ab b racciarla dicendone "no go paura a far l'amore", ma mi limitai, socchiudendo la porta, a dire a Lu sieta, che era di fronte a me in cucina: «Lei ha ragione di essere a ll egra perché è al sicuro, ma io ne ho passate tante! » La ragazza forse ebbe compassione di me ed avv icina t asi cautamente, quasi supp l ice mi sussurrò: «L u ga rason, s ior, stanote veglierò per ela!» .

Lusieta mi ricorda la nip ote di un vecchio canonico di Mont epulcian o, quando ancora io ero un imberbe studentello della quarta ginnasiale. Costei, belloccia come al tret t anto civetta, andò sposa ad un povero citrullo e lo zio nel b enedire le nozze pronunciò un severo discorso sui doveri e gli obblighi dei coniugi, soffermandosi in particolar modo su quelli della sposa . A nulla giovò, ché dopo un anno marito e moglie, abbandonata la citt à nativa, p ensarono bene di separarsi . Nel buon l e tto di don Ce l estino ho dormito saporitame nte tutta la notte, ma ogni t anto e per poco mi svegliavo sotto il pensiero dei recen ti avvenimenti.

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14 Famosissimo stornello in versi composto nel 1788 dal venezian o Anton Maria Lamberti (17571832) e musicato dal tedesco Jo h ann Simon Mayr (1763-1845) .

Stamani ho creduto bene di togliermi l'abito talare, ma con mossa Fregoliana 15, ne ho indossato uno borghese sul qua le ho infil ato un camiciotto da infermiere .

Non so quello che s ia accaduto la scorsa notte, ma stamani dallo spal to dell'ospedale a ssis tiamo alla caotica ritirata del nemico che credo nulla abbia da invidiare alla nostra di Caporetto . È un a vera fantasmagor ia di uomini, di quadrupedi, di mezzi, che s i dipana confusamente lungo la strada per Udine. Alle 10 s i presenta un Feldwebe l che deve accompagnare Amato e Fioretti dal colo1rnello direttore dell'ospeda le militare, che a suo mezzo è venuto a chiamarli.

Vedo la faccia dei colleghi oscurars i e con v isibil e apprensione si recano all'ospeda le. Facciamo mille congetture e durante la loro assenza sto un po' trepidando per loro fino a quando tornano con aria serena e tranquilla. Lì per lì m i sembr ano imp acciati e poco volenterosi di riferirmi ciò che gli era stato detto. La loro reticenza, che mal faceva riscon t ro con la tranquillità che dimostravano mi insos p ettì s icché, impensierito, esclamai: «Ma perdio, ditemi qualcos a! » .

Così seppi che il direttore gli aveva com u nicato che essi erano autorizzati a rimanere nell'o s pedale civile, munendoli di un salvacondotto con timbr i e firma . I colleghi non esi t arono a far presente come in ospedale pr es ta ssi servizio anche io, domandando se mi sarei dovuto presentare da lui e se anche i o avessi potuto rimanere a l mio posto in ospedale. Rispose che non aveva avuto nessun ordine che mi ri guardasse e che quindi s i di sinteressava delle mie sorti, aggiungen do che non poteva nemmeno impiegarmi nell'ospedale militare, perché vi rimane va volontariamente un suo ufficiale per assistere i malati.

Anche se tutto questo mi faceva comprendere che il nemico sa rebbe rimasto a Porde n one ormai per poco questa noti zia mi sconcer tò alquanto. I co lleghi, già s piacenti che io fossi stato dimentica t o, mi ass icur arono che tanta e poi tan t a era la confus ione e il caos che avevano veduto, che ne ss uno s i sarebbe curato di loro, muniti di salvacondotto, né di me.

Venni in parte tranquillizzato e mi rasserenai. Dalla balconata del!' ospedale ass istevamo intan t o, come in una sa la cinematografica, allo snodarsi senza posa di una pellicola il cui sogget to ci impre ss ionava e, pur rallegrandoci, ci teneva i l respiro mozzo Chissà mai quando la pellicola avrebbe cessato di girare, annunziando sullo sc h ermo l a parola "fine"!

Improvvisamente alle 16 compaiono nostri areoplani che mitragliano a bassa quota la truppa in ritirata. Osse r viamo t ale spett aco lo proprio dinnanzi a noi e assistiamo a sce ne tragiche, terror izzanti! Tutta quella massa di militari

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15 L'au tore si riferi s ce a Leopoldo Frego li ( 1867-1936), sceneggiatore ed at tore divenuto famos issimo per la s ua abilit à nel trasform ismo scenico .

che forse speravano di arrivare alle loro case senza essere disturbati, si sbanda ora in un modo vertiginoso, tutti corrono all'impazzata cercando qualche rifugio, gettando a terra quello che hanno indosso per essere più liberi e svelti. Così vengono abbandonate non solo le armi e l'equipaggiamento, ma anche i carri, i camion, i pezzi d'artiglieria

Le vicine abitazioni, gli anditi, sono ben presto insufficienti a contenere tutta quella massa terrorizzata. Non pochi cadono feriti o morti, i quadrupedi si danno ad una vertiginosa fuga, aumentando in tal modo il disordine, la confusione. I nitriti echeggiano sinistri, non pochi carriaggi si ribaltano insieme a l quadrupede che stramazza al suolo colpi to dalla mitraglia . A tutta ques ta scena dantesca fanno r iscon tro gli spave nto si mu ggiti delle vacc ine che il nem ico s i portava dietro nella sua ritirata. Le bestie, ora in balia di se stesse, e terrorizzate, con il loro goffo e tardo trotto si sparpag liano per i vicini campi.

Non c'è scampo per nessuno, i mi traglia tor i colpiscono senza posa e purtroppo anche dei borghesi che forse stavano curiosando sono raggiunti dalle raffiche. Ma ecco che ad un tratto spunta chissà mai di dove un panciuto generale che con il frustino in mano, con alte grida e altisonanti comandi crede di ristabilire l'ordine, ma convintosi dell'inutilità dei suoi ges t i e delle sue parole, prudentemente si ritira in una garitta della pesa pubblica che era lì vicino!

Riaffiorano i pensieri a tale visione . Al momento della mia cattura mi tro vai in simili condizioni, anche se la morte non veniva dall'alto, che allora l'arma aerea in combattimento era quasi sconosc iuta. Da tergo le nostre ar tiglierie e mitragliatrici, per impedire a l nemico di avanzare ancora, sparavano senza posa su l terreno che noi prigionieri dovevamo a ttr aversare, mentre dinnanzi a noi altrettanto facevano le armi nemiche, onde le nostre truppe non si organizzassero per un contrattacco! Così, con un a rto dolorante fui tratto in salvo dalla pietà di due ufficiali del mio battaglione che per lungo pezzo mi sorressero e mi incoraggiarono .

Se prima lo svo lgim en to di una battaglia e della guerra in genere mi era dato di osservarlo tra i comba ttenti in prima linea, dinnanzi al nemico, ora dal mio gi un gere a S Daniele del Friuli, quasi per magia, lo osservo alle spalle dell'esercito austro-ungarico che in questo momento credo stia subendo la sua più dura sconfitta. I miei pensieri vengono distolti dall'arrivo in ospedale dei primi civili feriti, tra i quali purtroppo anche due bambini . Non indug iam o a medicarli e a rincuorarli, ché fortunatamente le ferite non sono gravi. Da questi apprendiamo come numerosi siano i morti e i feriti tra i mili tari nemici e come questi ultimi vengano trasportati nel nostro ospedale . Ci dividiamo il lavoro, coadiuvati dall'infaticabile Teresina, dalle suo r e e dal tre mebondo Pollas tri. Temiamo alle medicature di guerra e agli interventi dei posti di medicazione degli ospedali da campo.

Poco dopo vengono trasportati diversi militari, tra i quali vi sono cinque ufficiali, che si affidano a noi fiduciosi. Fu in va l Sugana, nel 1915, nei pressi di

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Roncegno, che per la pr im a volta medicai un so ldat o nemico, un "Korporal Alpenjager", un caporale deg li alpini . Mi ero volontariamen te aggregato ad una nostra forte pattuglia dell'83 ° reggimento fanter ia, che andava esplorando i dintorni dell'abita to che s i s uppone va sgo mbro d al nemico . Nei primi temp i della guerra in quel settore tutto si riduceva a scontri o imboscate di pattuglie, che vicendevolmente cercavano d i individuare le mo sse e le forze dell 'avversario . L'Austria, per i gravi rovesci subiti sul fronte russo aveva da lì ritirato gra n numero d elle sue truppe, concentran do qu elle rimaste s ulle ben munite e fortificate a lt ure di Tr en to, verso c ui noi n o n si poteva avanzare perché, a quanto si diceva, le ali estreme del nostro schieramen to non erano s u ffi ci e ntem e nte addentrate in territorio nemico . Me ntre s i attraversava un terreno boscoso partirono alcu ni co lpi di fucile con tro i nostri soldati, che però non raggiunsero il bersaglio. Fu il mi o b a ttesimo del fuoco, e nel medes imo istante in cui si rispondeva alla cieca, l'ufficiale co mand ò di avanzare a mo' diventaglio sì da aggirare gli assalitori . Ques ti però riuscirono a sot trarsi all'accerchiamento, la scia ndo nelle nostre mani un caporale fer ito . Presentava una grave ferita alla colonna ver tebrale per cui era già in atto w,a paralisi. Non nascondo che pur dinnanzi ad un nemico ebbi compassione di lui e lo m edicai amo revo lmente, e maggior compassione ne ebbi allorquando co n lo sguardo e con parole mozze mi chiese la rivo lt ella pe r farla finita con la vita .

Adesso, per primo medico u n "Oberleutnant infan te rist", un tenente di fanter ia, c o n una ferita t ransfossa alla coscia des tra senza l esioni ossee. Mi si affida fiducioso e pur tenendo un contegno riservato ma non diffiden te, mi racconta gli episod i d e l recente mitr agliamento. Preso l'abbrivio al discorso non ha diffico ltà a darmi notizia di u.n sensaz iona le avven imen to. Il nos tro attacco aereo, che si era spinto fin verso U dine , aveva falcidiato una brigata che si dirigeva su lla linea di combattimen to . A tale attacco la truppa si rifiutò di marciare ava nti, sì che truppe scelte ung h e res i s ulle quali si po teva fidare furono inviate in tutta fretta a domare la sedizione. Termina ta la medicatura, qu esto ufficiale di origine slovena mi ringrazia per la mia opera e in un suo speciale ita liano con accento prettamente slavo, mi prega di accet tare, in segno di riconoscenza, le medaglie che fregiano il suo petto . Non le r ifiuto, invece insis to che tenga per sé quella a l valor militare. Mi vuole però donare anche questa poiché, mi dice : «Or mai l' Imp ero a u s troungarico è del tutto sco mparso, m e ntre sta sorge ndo l a mia nuova patria, la Ju goslavia» . Di fron te alla sua insistenza non mi rima ne che accettare quella medaglia, che forse ora gli s ta bruciando sul petto.

C osì seguito a medicare al tri militari, mentre Amato si interessa, come chirurgo , di que lli che presentano una certa gravi tà o fra tture . Ne llo sfa ce lo totale de ll 'Imp ero Austro-Ungarico sorsero come d'incanto i vari na z ionalismi, come quello che ho sop ra ri cord a to, favori ti in gran parte anche da esuli politici delle va rie nazioni che s i erano rifu g i a ti, propagandando, nei paesi dell'Intesa.

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Non conviene però dimenticare che non fu così durante lo svolgimento d i nume rose battaglie, ché tutto l'eserci to nemico, senza distinzione di raz za e di paese, combatté s trenuamente e valorosamente contro di noi, macchian dosi di un infame crimine sul Carso, nel 1916 . In fatti, dopo aver lanciato gas asfissianti durante Ia notte, mentre i nostri pur vigilando riposavano, all'alba insorsero orde barbariche che a colpi di mazze ferrate de t tero il colpo di grazia agli agon izzanti! Ma furono in parte mal ripagati che, cambiato il ve n to, come per magia, il gas si riversò sugli assassini!

Verso le 17 ha termine il mitragliamento e la ritirata si co m pie in modo ancor più disordina to e prec ip itoso, ancora armi ed equipaggiamento abbandonati per la strada, e via veloci! Verso le 19 e 30 si scorge in paese un vasto incendio e si apprende che è stato appiccato il fuoco all'ex caserma dei Carab inieri, dove erano sta ti co ncentrati alcuni nostri prigionier i addetti ai lavori. Si va a letto abbastanza tardi, emozionati e fiduciosi .

31) La notte quasi insonne è trascorsa tranquilla, non un colpo d i fuc ile o di cannone, dove saranno ora i nostri? Visito i feriti di ieri e li trovo tutti in buone condizioni. Passo nella stanza degli ufficiali austriaci e Mitzi, la canina randagia da me raccolta, rizza s u bito gli orecchi nel sentire parlare tedesco e s i appressa all'ufficiale con cui stavo conversando . Ciò mi d im ostra, come avevo già sup po s to, che la bestio l a s i trovasse da tempo con le truppe austriache. Penserò io ad italianizzarla maggiormente.

A mezzogiorno giunge spaurita Fiordaliso e mi racconta di essere stata sorpresa dagli avvenimenti in ci t tà fin dal pomeriggi o di ieri e che non le era stato possibile ritornare a casa oltre il Noncello 16 , vis to che l'angusto ponte era zeppo di militari e di veicoli È i n grave pensiero per i suoi che l'attendono, mi chiede un co n s ig l io che interpreto come un invito ad accompagnarla . Per ovv ie ragioni mi è impossibi le allon tanarm i dall'ospedale e le propongo di far la accompagn are da qualcuno presso la famiglia nella quale si era già rif ugiata ieri, che certamente a vre bbe potuto ai u tarla ad arrivare fino a casa. Ma sarà poi vero quanto mi ha narrato, oppure si è spinta fino a Pordenone per la curiosità?

Non si attendeva certo questa mia risposta, rimane perplessa e imbarazzata, e sfuggendo l'argomento mi d ice ch e le nos tre truppe hanno già raggiunto la Liven za 17 e che da un momento all'altro saranno in Pordenon e . Ta le no t izia rassicurante mi induce a proporle d i accompagnarla soltanto fino al Noncello, che dista poche decine di metri. Usciamo seg ui ti da Mitzi, per la città circolano ancora numerosi soldati sban dati, la cui presenza per me in uniforme non è

16 Il fiume che attraversa Pordenone.
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17 La Livcn za si trova a circa 15 chilome tr i a s ud di Pordenone.

certo tranquillizzante. Evito di proposito le vie centrali e addentrandomi in vicoli e strade interne si raggiunge il Noncello.

Fiordaliso ha compreso il mio s tato d'animo e si rammarica di aver accettato la mia compagnia, è trepidant e per il mio ritorno in ospedale e v orrebbe tornare indietro per accompagnarmi. La dissuado nel modo più perentorio, ci s alutiamo molto affettuosamente ben augurandoci a vicenda. Mi chiede per ricordo Mitzi, che già aveva preso tra le braccia accarezza ndola, non ho avuto l'animo di ricusare la sua richiesta, anche perché la canina in seguito poteva essermi d ' impaccio, pur dispiacendomi di perdere l'una e l'altra.

Avevo percorso pochi passi per far ritorno in ospedale, quando alla svolta della strada che da Pordenone conduce ad Udine scorgo una turba di soldati nemici che si dirigeva verso il Noncello, nella nostra dir ezione. Non pers i tempo, volta tomi di scatto gridai: «Fiordaliso ! Fuggi, fu ggi!» . Al mio ben chiaro richiamo vede anche lei il nemico che, se pur sbandato, incede compatto e con voce spiega ta mi urla: «Salvati, salva ti! Addio amore!» .

Amore?

Scena degna di un romanzo alla Carolina lnvernizio18 o Matilde Serao19 !

Soltanto in questo momento comprendo quale sentimento e lla nutrisse per me e co me la sua temeraria gita a Pordenone non fosse stata di sola curiosità. Affretto il passo, e attraverso un vicolo raggiungo l'ospedale, non senza prima essermi sincera to della sorte di Fiordaliso, che certamente non vedrò mai più. Con in bracci o Mitzi aveva già abbandonato la s trada e si dirig eva agilmente a cas a attraverso i campi.

Al mio arrivo in ospedale Amato s i beffa di me: «Cosa ti impicci di queste donne con il rischio di farti infilare, quando tra non mo lto potremo riabbracciare le nostre! ». Pensai allora con tristez z a a Metella. Non so s e sorriderebbe se un giorno le capitassero in mano questi miei appunti.

Apprendiamo che tanto il Comando di Distretto che di Tappa so no già partiti per Pordenone. Ciò ci tranquillizza e ci fa ben sperare in w1a nostra so ll ecita liberazione. Della ritirata austriaca e della partenza dei co mandi ap profittano non pochi nostri prigionieri addetti ai lavori, che vengono a rifugiarsi in ospedale, alcuni di loro già arma ti di fucili e munizi oni abbandonate dal nemico. Mi sorge allora l'idea che qu esti uomini ci possano essere di note v ole utilità e cos ì di mia iniziativa organizzo con g li armati la difesa dell'ospedale. Picchetto a lla porta con l'ordin e tass ativo di catturare ogni n e mi co che tentasse di e ntrarv i e di accompagnarlo alla mia presenza. Colloco altre se ntinelle nei cortili e agli ingressi secondari.

1 ~ Carol ina Inverniz io ( 1851- 19] 6), UJ.1 a de ll e pitl famose a utr ici d i roma n zo d 'append ice. 19 Matilde Serao (1859 -1927), famosa sc r ittrice e gio rn alista fo nd ò e diresse, prim a donna in Ital ia , un qu ot idian o, "Il Mattino".

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Amato, Fioretti, e i tremebondi Franceschini e P ollastri sono addirittura entusiasti della mia iniziativ a e mi investono " Comandante della Piaz za urbi et orbi"! Intanto la buona suor Pasquina pensa a rifocillare il manipolo. intanto se nt o cantare dai soldati una delle tante canzoni di guerra: "ed il fucile che noi portiamo, è la difesa di noi soldà"!

La mia iniziativa ha avuto ben presto i suoi frutti e mi sento proprio investito dell'autorità conferitami, ché qui ora rappresento il nostro esercito! Era passato da poco mezzogiorno ed alla porta si sono presentati diversi ufficiali che erano venuti a cos tituirsi prigionieri. Tra costoro, una quindicina, molti sono irredenti italiani, cechi, croati, slove ni, polacchi, che tengono a precisare che si affidano alla nostra benevolenza e prote zione, giacché, affermano, appartengono a nazionalità che si sono ribellate agli Asbur go . Per carità cristiana accolgo le loro lamentazioni che non fanno presa sul mio animo, e li rassicuro dicendo loro che fino a t anto che saranno sotto la mia cus tod ia non avranno nulla da temere. Sparsa un po' di paglia per terra li faccio rinchiudere in un camerone, mentre l'infaticabile suor Pasquina li rifocilla che anche essi: «ghé son figli di Dio!» .

Poco dopo semplici soldati nemici affluiscono all'ospedale e una volta disarmati vengono concentrati in un altro camerone e sorvegliati da sentinelle. Sono stanchi, avviliti, taciturni, quasi ineb e titi e fumano di continuo. Suor Pa sq uina non può fare a meno di pen sare anche a costoro, mentre mi brucia il ricordo della fame spaventosa sofferta in prigionia.

li grosso delle truppe in ritirata deve essere già passato ché ormai non si vedono che gruppi spa ruti che alla spiccio lata se ne va nn o per conto loro. Credo certamente che sia l'ultima scena dell'immane carneficina che da ben quattro anni sco nvolge ed affligge l' umanità.

Di questo stato di cose ne approfitta subito la popolazione che si dà a saccheggiare i magazzini viveri in prossimità della stazione, abbandonati dal nemico. Però erano purtroppo nascosti alcuni gendarmi che non si peritarono a sparare con tro la folla, uccidendo e ferendo diverse persone, ma tale vigl iaccheria fu subito pagata cara. Mentre ciò avveniva comparvero alcuni nostri aeroplani che a bas sa quota principiarono a mitragliar e i fuggitivi. Nuovi morti e nuovi feriti. Ben presto l'ospedale si riempie di uomini doloranti e non pochi muoiono appena giunti .

Da Fran cesc hini, il ragioniere dell'ospedale, faccio togliere quanto hanno indosso per identificarli, facendo compilare un elenco dei morti, mentre don Celestino mormora le preci dei defunti, forse anche a qualcuno non cattol ico.

Pranziamo in tutta fretta e poi ci interess iam o dei feriti , s pecie dei civili.

Si passa di sorpresa in sorpresa. Alle 14 si presenta all'ingresso dell'ospedale un tenente medico austriaco che chiede di conferire con uno di noi. Due soldati armati, di g uardia alla porta, lo accompagnano alla mia presenza. È un giovane

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ufficiale, si pr esen ta con deferenza, quasi umilmente, dicendomi che ha la necessità di chiedermi un favore. Parla con accento spiccatamente veneto, senza dubbio sa rà un irredento che viene a mettersi sotto la mia protezione. Ma non è così.

Inizia a parl are in modo prima tortu oso e sibillino tanto da mettermi in forte sospetto, poi, rinfrancato, mi palesò quanto desiderava. Venuto a conosce nza all'ospedale austriaco c he uno d i noi aveva avuto l'autoriz zaz ion e a rimanere in questo ospedale aveva pensato, bontà sua, di venire ad aiutarlo. Pensai, fra me, "proprio ora che noi siamo i vittoriosi e che di nessun a iuto abbiamo bisogno dal vinto"!

Senza dubbio si accorse della mia sorpresa per quello che aveva detto. Stette un po' in si lenzio, mentre io lo sq uadravo in tutta la s ua persona. Riprese il s uo discorso affermando che l'arte sanitaria non fa discriminazione tra nemici, la scienza anzi affratella.

"Ma cosa mai vorrà da me cos tui?" , pensai, e lo invitai a rivelare senza ulteriore indugio lo scopo della sua visita e cosa desiderasse. Preso animo mi dice che l' uffic iale medico austriaco che vo lon tariamente s i era offerto di rimanere nei due ospedali militari durante la notte se ne era andato via. Lunga pausa e incertezza nel proseguire, finché, quasi a conclusion e di quanto mi aveva riferito, mi domanda se avrei avuto diffi co ltà a prendere in consegna quegli ospedali, assicurandomi che vi era ancora sufficiente per onale di assistenza, compreso il cappel lano militare ed una infermi era del.la Croce Rossa , di origini trentine.

Trasecolai a tale offerta e subito compresi che proprio dinnanzi a me stava quell'ufficiale che aveva abbandonato l'osped a le. Volli stare al gioco e con naturale indifferenza gli domandai perché non rimanesse Ju i a I posto del col lega che s i era dato alla fuga. Co lsi nel seg n o e con un'impudenza degna della miglior causa non si peritò, con aria quasi di mistero, a rispondermi come si trovava soltanto di passaggio a Pordenone, dove aveva appreso della fuga del collega e del fat to che uno di noi aveva avuto l'autorizzaz ione di rimanere in ospedale. Non g li era possibile sos tituire il collega fuggiasco dovendo portare a termine un' importante e delicata mi ssione a lui affidata. Pietosa e mi serevo le men zogna, visto che senza dubbio tutto era stato concertato in precedenza con la crocerossina rimasta in ospedale, che ben poco aveva da temere dalla disfatta austriaca.

Il caso poi vo lle che questo ufficial e si incon tra sse proprio con me che ero privo di qualsiasi docum ento. Gli feci ben comprendere che non avevo bisogno di alcuna autorizzazione p er rimanere in ospedale, che già mi cons ideravo libero di me stesso e che avrei deciso s ull a sua proposta dopo averci un po' ri flettuto.

Mi reco dai colleghi per avere un loro con s ig lio. Non soll evano a lcu na eccel.io ne, anche per le norme che in proposito sono contenute nella Convenzione

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di Ginevra. Però mi ammoniscono, a scanso di eventuali spiacevoli sorprese, di farmi rilasciare un salvacondotto.

Ripreso il discorso con l'ufficiale austriaco, gli dico che accetto l'incarico purché venga munito di un documento firmato da un Comando austriaco . Rimane sorpreso e sgomento perché, mi assicura, in Pordenone non vi è più alcuna au torità militare, e con mia viva gioia, quasi per ingraziarsi ai miei occhi, mi comunica che alcuni parlamentari austriaci si sono recati al nostro Comando Supremo per chiedere l'armistizio. Pur avendo la certezza che ciò corrispondesse a verità, tuttavia alcuni sbandati ancora si aggiravano per Pordenone e non potevo supporre quali intenzioni potessero avere nei miei riguardi nel caso fossi venuto in contatto con loro. Insistei quindi per un salvacondot to il quale, una volta sistematomi nell'ospedale militare, mi poteva dare affidamento di incolumità. «Non è escluso che qualche Comando possa transitare per Pordenone e in tal caso posso sempre richiedere per lei il documento», fu la sua risposta .

L'idea di capovolgere la mia situazione mi allettava e non nascondo che mi attraeva per una vol ta tanto di andare da vincitore e da padrone, sia pure in veste di medico, tra i nemici e quindi accettai l'invito di recarmi in sua compagni a all'ospedale militare dove, affermava, sarebbe stato più facile conoscere se qualche Comando passasse da queste parti.

Avverto i colleghi e ci incamminiamo verso gli ospedali, uno dei guaii è il contumaciale Lungo la strada sono ben visibili le tracce della disperata fuga, si cammina su un'infinità di armi, di munizioni, di elmetti gettati a terra Ogni tanto il cadavere di un militare o la carogna di un quadrupede . Passano ancora mili tari alla spicciolata, dall'aria triste e melanconica, che si dirigono senza speranza verso il confine.

Giunti in prossimità dell'ospedale compaiono nostri aeroplani che mitragliano i superstiti fuggitivi . Facciamo appena in tempo a salvarci entrando in ospedale. E l'armistizio, mi domando, maledicendo in cuor mio il momento in cui mi era venuta la fregola di far da padrone.

In ospedale, altra sorpresa, per me un po' misteriosa, cioè era presente w1 ufficiale medico di marca prettamente austriaca. Questo mi fa intuire che il mio accompagnatore non era il fuggiasco del!' ospedale, come avevo sospe ttato . Anche l'ufficia le presente mi dice di essere di passaggio - term in e molto eufemistico per nascondere la sua viltà - e mi prega di coadiuvarlo nell'assistenza dei degenti. Questi strani incontri con i due ufficiali mi danno un po' da pensare, ma mi facci.o ugualmente accompagnare nei reparti. Il numero dei ricoverati è notevole, il personale di assistenza sufficiente, composto per la maggior parte da nostri prigionjeri, che notata la mia presenza si accostano silenziosamente.

Mi si presenta il cappellano militare, austriaco senza dubbio, e la crocerossina Anna, schwester di origine trentina. intanto ripenso alla collaborazione propo-

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stami dall'ufficiale, che non mi soddisfa minimamente poiché oramai è cosa certa che noi siamo i vincitori . Visitati i reparti, a scanso di equivoci, interprete la schwester, faccio dire agli ufficiali che sono disposto a rimanere in ospedale soltanto in qualità di direttore, avendo sotto i miei ordini gli ufficiali e la truppa. Quasi di intesa g li altri mi obiettano che ancora si combatte in terra italiana e che l'armistizio non è stato firmato, impossibi le qu indi accettare le mie proposte. Mi vedevo già in mano loro quando un sergente degli alpini, che da vicino aveva assisti to al colloquio, mi fa cenno con la testa di acconsentire. Questo suo gesto mi rinfranca, penso che sia cosa più saggia dar ragione al tempo e agli eve nti; non a lungo potrà durare questa parad ossale situ azione, questi ufficiali, son certo, non attendono a ltro che il momento propizio per darsi alla fuga. Eludendo una precisa risposta domando che mi venga rilasciato un salvacond otto da un loro Comando che mi autorizzi a rimanere in quell'ospedale.

L'ufficiale medico che ho incontrato qui mi ricorda che in Pordenone non vi è più alcuna autorità militare, mi di ce che nei pr essi esiste un Comando da cui faranno compilare il documento da me richiesto, dandomi un appuntamento per le 18 e 30 sul ponte di Noncello .

Torno in ospedale alquanto sto rdito ché proprio con le mie mani mi ero cacciato in un simile ginepraio. Mi ricrea il can to dei nostri soldati che già in buon numero avevano tro vato ricetto presso di noi. Sono canzoni di caserma cantate con spavalda allegria, in attesa del loro ritorno alle loro case

Ufficiale di picchetto

Sulla porta del quartiere

Fa sonar dal trombettiere

L'adunata del congedà 1

Congedà, congedà

A casa si vaaa!

O congedan ti un passo avanti Chi questo fog li o vuole fir m ar! Or non c'è firma né firmamento Questo è il momento che a casa si va!

Prima di pranzo mi reco nella stanza dove avevo radunato gli ufficiali austriaci, li trovo in animata discussione di cui non afferro il senso. Mi si avvicinano, domandandomi quali novità ci siano, rispondo che da un momento all'a ltro si attende che truppe italiane entrino in Pordenone. Un tenente degli Alpenjager, con impudente ingenuità mi domanda: «E di me cosa ne faranno?». «Non le toccherà certamente la fine che il suo Imperatore decretò a Battis ti e a Filzi!», risposi in tono secco e me ne andai.

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A tavola ero di cattivo umore e i colleghi cercavano di rinfrancarmi. Amato, che aveva prestato servizio negli Alpini, mi citò un loro motto: «O la va o la spacca!». Avevo ormai deciso di andare nell'ospedale austriaco e non vedeva per quale ragione ora me ne dolessi. «E se si spacca?», soggiunsi io.

Intervenne allora Fioretti, forse in questo momento il più equilibrato e sereno di tutti noi, sentenziando che durante la notte o al massimo domattina a Pordenone non ci sarebbe più stata l'ombra di un soldato austriaco e che di conseguenza io sarei stato il padrone e dicendo così mi investì del grado di '' generalissimo" di tutto il servizio sanitario, compreso quello austriaco. Mi rasserenai dicendo: «cosa fatta, capo ha!», non senza averli pregati di inviare di quando in quando il portiere ali' ospedale austriaco per accertarsi della mia s ituazi one. Mi fu promesso.

Alle 18 ai soldati di guardia all'ospedale si presenta un colonnello medico austriaco che desidera conferire con l'ufficiale che si doveva recare a l loro ospedale. Accompagnato alla mia presenza mi raccomandò caldamente di aver cura dei malati e feriti ivi ricoverati, con il so lito ritornello che la nostra professione non conosce né inimicizie né rancori . Mi dà per certo che al massimo tra un paio di giorni le nostre truppe saranno in Pordenone, nulla mi accenna riguardo all'armistizio, né io glie lo domando.

Gli risposi gentilmente come si conviene ad un collega travagliato da gravi pensieri e preoccupazioni, chiedendogli una "legittimation" e il salvacondotto necessari per recarmi e rimanere in ospedale . Si dimostrò s piacente di non poter esaudire il mio desiderio, perché sprovvisto di carta intestata e di bolli, atti a sanzionare i documenti, e così dicendo fece con la mano un gesto significativo, vo lendomi far comprendere che ormai a nulla sarebbe valso un qualsiasi loro documento, che la guerra era finita e noi i vincitori. Lo vidi, in questo suo gesto, scoraggiato ed avvilito

Come d'intesa alle 18 e 30 mi reco, con un po' di trepidazione, nei pressi del ponte s ul Noncello per ritirare il problematico salvacondotto, ma rimango subito impressionato dalla caotica confusione che quivi regna. Ancora ressa di fuggiaschi sull'angusto ponticello, spaventoso ingorgo di veicoli e di quadrupedi. Si odono ordini e contrordini di cui nessuno si cura, preferendo ognuno mettersi in salvo per proprio conto. In mezzo a tale sarabanda mi ritrovo solo e sperduto, senza la possibilità di ritracciare i due ufficiali medici. Mi rigiro da tutte le parti, incedo a fatica e con grande circospezione. Ad un tratto, in un andito illuminato da una fioca candela, vedo i miei ricercati. Entro e mi accorgo che i soldati che erano intorno agli ufficiali mi guardano non so se con aria di sorpresa o di smarrimento. Interrotti gli ordini che impartiva uno dei medici mi si appressa dicendomi che anche loro se ne devono andare e che gli è stato impossibile redigere il passirchein, aggiungendo che n e posso anche fare a meno, giacché senza alcun dubbio durante la notte le truppe italiane saranno già a Pordenone.

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Respiro, le no tizie collimano! Si mostrano gentili e cortesi, mi raccomandano i loro ammalati, consigliandomi di stabilirmi nel loro ospedale per mia maggiore sicur ezza giacch é, a loro d ire, l' artiglieria austriaca aveva ricevuto l'ordine di concentrare i tiri su Pordenone, risparmiando i loro ospedali . Non ascolto a ltr o e me ne ritorno in ospedale, dov e i miei colleghi mi attendeva n o ansiosamente tanto che erano s ul punto di far fare " una so rt it a" ai nos tri uomini a r mati.

Mi accolgono con infinito sollievo te m pestandomi di domande. «Orm a i » dico loro «i passirchein e i salvacondo tti a nulla se rvono, tra breve saremo liberati!» . Fioretti ed Amato non condividono la mia idea di recarmi proprio s tasera all'ospedale austriaco, co ns igliandomi di riman ere con lo ro, data ormai l'ora tarda, la distanza che separa i due ospedali, e so prattutto la presenza di so ldati che ancora s i danno alla fuga . Trovo ben gius te le loro osservazioni e rinuncio al mio proposito.

Dopo ce na stavamo chiacchierando allo rché si presenta al nostro picchetto a l portone un sottote n e nt e austriaco con alcmù soldati. Faccio introdurre l'ufficiale in una stanza attigu a a quella da pranzo, procedendo all'identificazione e a ll 'inter roga torio. Mi si qualifica come un certo Rubino di Trieste, laurean do in medicina che ha con sé 15 uomini e alcune carrett e . Si sforza di a pp a rire ca lmo e tranquillo ma in lui si leggono b en p alesi i segni dello sbigottimento e della paura . Parla in p uro dialetto veneto, a scatti, concita tamente, arruffando spesso il discorso. M i accorgo ch e è reticente e titubant e perché sempre circondato dai miei so lda ti, che faccio subito a llontanare, invita n dolo ad essere esplici to e a dichiararmi lo sco po della s ua ven uta in questo ospedale.

Ripreso animo mi riferisce di essere s tato in v iato a Pord e n o n e da un generale per p rovve d e re allo sgombero dei militari degenti nei loro ospedali . Ne è imbarazza to e sgome n to s ia per i pochi m e zzi m essi a sua disposizione e sop rattutto si chiede se, per l'approssimarsi delle no s tre trupp e, sarà in g rado di portare a termine l'incarico che gli era stato affidato . La sua preoccupazione, mi precisa, è quella di essere cattura to prigioniero sen za aver assolto il compi to asse gnatogli g ia cché, incredibile a udirsi, "ha giurato fedeltà e devozione all'Impera tore " ! Tali parole proprio dalla bocca di un "irredento"! Mi fe ce sc hifo! È vero che "una serpe non fa estate" ma il suo contegno mi nauseò. Ripen so che durante la mia v ia crucis ve rso il Lager di Sigmunsherberg inc ontrai a Oberlaibach, in un edificio dove erano concentrati i prigionieri italiani, il tenente medico Venier, di Trieste. Questi non dissimulava con me e con un altro collega, entrati in confi d enza co n l u i, la s ua angoscia di essere riconosciu to dal nemico e di finire sulla forca, come tanti al tri irredenti. Lo rincuorammo dicendogli che fino a tanto c he si trova va con noi avremmo sempre gi urato che lo conoscevamo già prim a della g uerra e come fosse il dottor

Rolando Zanot di Marostica, medi co condotto di quella città, come peraltro era

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indicato nella tessera rilasciatagli dal suo comando di reggimento. Venier si era laurea to nel 1914 nell'Università di Padova, dove era rimasto come interno in una clinica . Non appena si iniziarono le ostilità non si peritò, suddito a u stri aco e con i genitori ancora a Trieste, a presentarsi volontario e a farsi assegnare ad un reggimento in prima linea.

Nel Luglio del 1915 trovai nel trentino, tra le truppe che operavano in quel settore, il tenente medico Bressan di Trento. Anche lui s i era arruolato volontariamente nonostante fosse suddito austriaco . Poi, per varie vicissitudini, persi ambedue di vista.

Questo avrei voluto ricordare a ch i mi stava parlando. Come potevo non se ntirmi irritato verso cos tui? Non di meno volli esse re generoso e gli feci ben comprendere che se avesse nutrito sentimenti di italianità ero ben disposto ad ospitarlo in mezzo a noi, garan tendo per lui, ma che se si sentiva ancora legato alla monarchia asburgica io non l o avrei certamen te trattenuto anche se nulla mi impediva di farlo e lo consigliai a mettersi s ubito in salvo, se gli fosse stato possibile.

Imperturbabile mi ripete che era pur sempre vincola to ad un gi ur ame nto e, come se n on gli avessi detto nulla, nù prega di accompagnarlo all'ospedale austriaco per accertarsi di quanti siano gli infermi da sgombrare. lo gli feci presente che n on vedevo alcw1 motivo di fargli da guida e l'ufficiale mi fece ben comprendere che egli temeva, vilmen te, per la su a incolumità nel caso che si fosse incontrato con qualche pattuglia italiana. "A nemico che fugge, ponti d'oro", pensai. E siccome doveva compiere una pietosa missione, avvertiti i colleghi ci dirigiamo verso l'ospedale. Non nascondo che presi questa decisione anche per il desiderio di accertarmi di quanto stesse accadendo fuori.

Intanto continua l'esodo delle truppe nemiche, silenziose e cupe si avviano verso un ignoto destino, talvolta dobbiamo farci largo a forza in mezzo a co d esto gregge, che Rubino osserva amaramente. Alcuni ufficiali ci domandano dove siano i locali Comandi e alla nostra risposta che non es istono più, tristi e tacitunù riprendo n o il loro cammino .

In ospedale vi so no ancora circa 50 degenti tra ammalati e feriti. Alcuni, specie fra i primi, sono di una certa gravità per comp licazioni broncopolmonari della spagno l a . Vedo che il collega austriaco è scoragg iato per l'arduo compi to che gli era stato affidato, che adesso non si sen te più in g rad o di poter portare a termine. Credo oppor t uno dargli un consiglio : «Ritengo più prudente e umanitario lasciare gli infermi in ospeda l e che caricarli in p oche n on adatte carrette, giacché senza dubbio questo trasporto accelererebbe la fine di molti di costoro. Per andare poi dove?». Mi domando clù sarà m ai s tato quell'incosciente a dare un simil e ordine, assurdo e bestiale, affidando lo sgombero a sconnesse carrette da battaglione! All'u ltimo momento, poi, in piena disfa tta!

L'ufficiale aus triaco non mi dà alcuna risposta e torniamo in ospeda le. Qui, mentre Rubino sta parlando con i suoi uomini, m e tto al corrente i colleghi di

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quanto era avvenu to in tut te g.ues te ore, non tacendo chi fosse l'aspirante ufficiale med ico austriaco Sorse su allora Fioret t i, l'idealista, dicendo: «A coloro che appartengono a ll a stessa razza che da secoli gridano "Vae Victis!" risponderemo con carità cristiana, invitandolo a cena con noi, a n ch e se si tratta di un fratello degenere» .

Così fu e Rubino si sedette alla nos t ra mensa, co n fuso e smarrito non osava p ro n unciare parola. Fioretti interruppe il penoso silenzio avviando il discorso sugli studi medici e sulla spag n ola c h e ancora mieteva vittime R u b i no allora prese parte alla conversazione, finché, con n ostro stupore, non ebbe a dire che la ci tt à di Tries te a t te n de co n a n sia di ricongiungersi a ll 'Ita lia, protestando egli s tesso sent i m enti di italianità . Pur tacendo, quelle affer m azioni ci meravigliarono n o n p oco, anche quando ci disse che un suo fratello aveva disertato in Italia, mentre lui frequentava a Vienna il quinto anno di med ici na . Fu chia m a to alle a rmi e fu in un primo tempo assegnato all'ospedale militare di Linz .

Incoraggiato dal nostro silenzio e dalle sue stesse parole, ci chiede il permesso di pernottare da noi assieme ai suoi uomini . Non ta rdo a concedergli quan to m i domanda, mentre vedo oscurarsi le facce dei miei colleghi e di Pollastri che ci serviva in tavola . Non ap p ena questi è uscito per dare ordini ai s u o i uom ini i miei commensali m i in vestono, tacciandomi di imperdonabil e ingenui tà, di soverc h ia credulità su q u a n to ci aveva de tto Rubino . Non tardo a comprendere, specie dalle paro le conci tate di Pollas tri, come per l'ambiguo comportamento dell'ufficiale a u stri aco ess i temano nientemeno di essere stati abilmen te giocati, caden d o in una trappola ben congegnata, quella cioè che con l'aiuto de i suoi solda ti abbia in animo di prelevarci tutti quanti durante la no t te.

Li irrido, ris p o nd e n do che sono b en essi che tremano e cercano la nostra ospital ità i n attesa della resa fina le, i loro timo ri sono da femmi nucce . Soggiungo che se qu anto sospe ttano fosse lo scopo e l'ordine r icevu to da Rubino, a q uest'ora avrebbe già cercato d i raggiunger lo, t ut tavia no n senza che i nostri uomini avessero prima ragione di questi tremebondi fuggiaschi. Questo mio d ire sembrò rinfrancarli, ma n o tai, andandomene a dormi re, che ognuno aveva barrica to la p ropria porta . Io mi limitai a dare o rdine ai miei uomini di sorvegliare gli ospiti.

La gi o rna ta trascorsa era s tata non poco mov im en tata, piena di imprevisti e densa di emozioni, ch e avevano teso a ll 'estre m o lim ite il mio sis tema nervoso , ta nto che non sentivo nemmeno la necess ità di coricarmi, pur essendo già le undici.

In quel momento avre i vol u to avere vicino una persona che mi intrat tenesse a parlare d i tu tt' al tro che degli a t tu a li avve n i m e nti, volevo distrarmi e calma re la mia nervosità . Ma ch i poteva essere in questo frangente se non una donna!

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Sebbene l'ora fosse un po' tarda mi recai con una banale scusa da don Celestino ch e, ancora alzato, stava discorrendo con la nipote. Lusie ta non tardò a riferirmi quanto conosceva sugli ultimi avvenimenti e mi domandò se le s u e informa zioni coll imassero con le mie. Non era ques ta la conve r sazion e che io desideravo e, cambiato argomento, con don Celestino ci intrattenemmo sul nos t ro "curriculum vi tae" e sull'op ulenza d i que ll e zo n e ri gog li ose. Lusieta, allontanandos i dallo zio, non esi tò a confidarmi un suo segreto amore, la sua v iva sp eran za ch e l' u o m o a m a to fosse sta to r isp a rm ia to d alla guerra sì da aver pres to la fe l icità di riabbracciarlo. Pensai con doloroso accorament o a Me tella, che so n o ce rto pens asse le stesse cose di Lusie ta, a cui aprii il mio animo, e così, a vicenda, ci raccon t ammo delle nostre p ene d'a m ore! «C a ro lu, l'amore ghe se una b ru ta m aladia!)), sen tenziò la fanciulla. <<Ti ga rason, p u tela», le dissi, sal u tandola.

Me ne tornai in camera rasserenato e dormii p rofondame n te. Prima d i coricarmi, come tutte le sere, con il lapis, tirai un frego nel calendario s ul g io rno ch e stava passando. Lessi, 31 Ottobre, S. Quintino . Che il martire mi sia benigno.

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No v embre

Arrivanogliitaliani!

1) Stamani vengo informato che l'ufficiale ed i suoi uomini sono partiti a ll e 5 per una destinazi one ignota, con a mpio respiro dei colleghi e di Pollastri. Posso ringraziare la Provvidenza se ieri sera, accettando il consiglio di Amat o e di Fioretti, non mi sono recato all'ospedale austriaco. Non so se l'alba d'Ognissanti mi avre bbe ritrovato fra i viventi. È s tata una vera n otte di S. Bartolommeo1 !

Infa tti durante la notte e fino all'alba gli ultimi fuggiaschi h anno invaso come belve indemoniate le abitaz ion i, sparando all'impazzata, aprendo con vio l enza le p o rte, e ovunque spargendo il terrore hanno saccheggiato e rapinato! Seppur con le baionette italiane alle reni hanno sfogato i l oro p iù bassi e barbari istinti, nessuno in Pordenone s i sentiva più tranquillo, più sicuro della propria vi ta e dei p r opr i averi! Le donne erano te rr or izza te e i loro uomini, se p u r ve ne erano, si trovavano nel la dura impossibilità di difenderle. Questi barbari non h anno risparmia to n e mm e n o i loro a mma lati e feriti, saccheggiando buona parte dei viveri dell'o spedale.

Verso l'alba però mol ti anim osi po polan i, a c u i si unirono nostri soldati, hanno rint u zza to ferocemente le ingiurie patite. Raccolte le armi e le munizioni che in abbond anza s i trovavano di ssemina te per le strade, si sono dati ad u na caccia spietata sui vandali, sparando a bruciapelo non appena se ne ved evano comparire uno innanz i, e inseguendoli come mastini .

Medico una donna che per difendere, inuti lm en te, l'onore della figlia era s ta ta co lpit a alla testa con il calcio del fucile , dopo che gli energumeni avevano fatto allontanare il vecchio nonno e il picco lo fratello. Anche ora, a mattinata inoltrat a, s i odo no in paese colpi di fu ci le e di rivo ltella: so n o gl i ultimi sprazzi di una feroce lo tta .

1 L'au tore si riferisce all'even to occorso a Parigi nella notte fra il 23ed il 24 Agosto 1572, quando i cat tolici assalirono gli ugonotti de ll a c it tà massacrando li, e passato a lla sto ria come "massacro di s an Bart olomeo" o "no tte di sa n Ba rt olomeo". e l dire comune significa un evento imprevisto, inc r edibilme n te confus ionario e vio len to .

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Rinforzo la vigilanza alla porta e poi mi reco dagli ufficiali austriaci, ai quali comunico quanto era accaduto durante la not te, e li avverto che pagheranno di persona se verranno a far violenza in ospedale.

Intanto corrono le più disparate voc i circa la nostra avanzata. C'è chi afferma che il nemico oppone sempre valida resistenza, altri assicura no invece che i nostri s i trovano non lontano da Pordenone. A riscuoterci da tale angoscioso dilemma sopraggiunge il non equivocabile "gracchiare'' di mitragliatrici in lontananza, e quasi contemporaneamente il rombo di motore di aeroplani che ancora una volta mitragliano indisturbati i resti dei fuggiasch i Sono c irca le undici e viviamo momenti pieni di commossa agitazione e di spasmodi ca attesa, quando una violen ta esplosione ci fa sobbalzare. Il nemico ha fatto saltare il ponte sul Noncello, a cui ben presto seguono, con forti boati, gli altri ponti.

Si era appena udita l ' ultima esplosione che ad un tratto il cortile si riempie di malati, di infermiere, di suore, di soldati e si odono delle voci che gridano: "ci sono gli italiani"! Lungo la strada sottostante scorgiamo una gran quantità di gente che con le ali ai piedi si dirige ve rso il centro della città, un brivido di commozione percorre tutti quanti noi.

Mi precipito fuori dall'ospedale e appena giunto nella via principale e nella piazza che mena alla stazione, in mezzo ad una moltitudine di gente esultante e plaudente, pazza di gioia, scorgo, bello e maestoso, un nostro artigliere a cavallo che agita una bandiera tricolore

Un groppo alla gola mi fa ristare, sento i miei occhi umidi! "Dove sono i nostri?", si sente gridare da più parti. Le donne , che sono in maggior numero, non si stancano di ripetere "Benedetti! Benedetti! Qu anto ve gavemo spetà, quan t a farne gavemo ciapà"!

L'artigliere è del tutto solo con il suo fido cavallo che mostra ancora i segni di una fantastica e gloriosa galoppata, è ricoperto di schiuma e batte violentemente gli zocco li come a testimoniare il s uo giubilo. Fendo la folla e d'un balzo abbraccio l'artigliere, mente la gen t e a quel nostro gesto irrompe in ap plausi e in acclamazioni al nostro esercito.

Da lui apprendo che nostre pattuglie si trovano nei pressi di Sacile e che il nemico oppone, se non valida, accanita resistenza Ritiene che nel pomeriggio le nostre avanguardie possano raggiungere Pordenone. Mi racconta che ottenuto il permesso dal proprio Comandante si è spin to da solo innanzi a tutti per essere il primo ad entrare nel suo paese nativo, Cimpello, e riabbracciare così subi to i suoi . Scorgo accanto a me Lusieta "dal mal d'amore " che vorrebbe interrogare l'artigliere, ma d'un tratto la folla scomposta la allontana da lui e la perdo di vis t a.

In breve Pord enone è tutta imb andierata e la gente impazza dalla g io ia. Le donne sono quelle che più s i agitano e gridano, e nel loro entusiasmo scordano

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che non poche di loro attendono con spavento il ritorno del proprio marito, che avreb b e c hi esto ragione di un figlio non suo.

Perché tutto questo? Forse la fame, la viltà, talvolta la violenza o la stanchezza disperata di una donna che non sa o non ha voluto far tacere la lussuria dei propri sen si avranno contribuito a far nascere dei bastardi innocenti da germanici, da tedeschi, magiari, boemi e croati! Penso che tale si tuazione si troverà invero capovolta nel Trentino e sull 'Isonzo , dove per due anni circa sostarono le nostre truppe, anche là i vinti, coloro che torneranno dai campi di concentramento, domanderanno di un figlio non loro! Chiudo l'inciso e riprendo la narrazione.

La presenza di un so lo nostro soldato fu sufficiente a fugare quei nemi c i che ancora si aggiravano per la città oppure a farli tenere ben nascosti, ma non furono dimenticati da quelli che tanto e a lungo avevano sofferto a cagione di costoro.

Uomini, ragazzi, nostri soldati già prigioni e ri e anche donne non persero tempo ad armarsi, iniziando una vio lenta e accanita battuta contro gli ultimi rimasti. La caccia è temeraria e sp ietata, anche perché i "todeschi" e gli "sciavi" che fuggono sono ancora armati. Ciò n onostante un bell'aggiustato colpo di fucile stende spesso a terra il nemi co che cerca scampo in mezzo ai campi.

In tal modo ebbe termine la mia prigionia alle 12 e 45 del 1° Novembre 1918, mercè l'ardire dell'artiglier e

CROZZOLI Luigi da Cimpello

54° Reggimento Artiglieria da Campagna, 6° batteria

Si mangia in tutta fretta e con Amato e Fioretti, seguiti da alcuni popolani, ci dirigiamo verso Sacile per andare incon tro alle nostre valorose truppe. Lungo la strada i ben noti segn i della disfatta, di quando in quando si scorge il cadavere di qualche militare, un silenzio profond o domina su tutti e su tutto . Nei pressi di Fo ntanafredda ci incontriamo con i nostri primi reparti, costituiti da un battaglione di fanteria. Affretta ta e commovente presentazione agli ufficiali, ai quali assicuriamo che la strada è sgombra del tutto dal nemico.

Così alle 16 Por deno n e è occupata e presidiata da nos tre truppe, mentre altre si danno all'inseguimento del nemico, fiduciose di poter dettare la pace in suolo austriaco .

Alla se ra su l tardi il portiere ci annuncia tutto so ddisfatto e allegro, che dei "siori di Roma " g iunti in ospedale avevano domandato di noi. Ci precipitammo verso di loro, si trattava di borghes i di una cer ta importanza e no tor ietà: l'onorevole Chiaradia 2 di Pordenone, l'onorevole Ciriani3 , deputato di Spi lim-

2
1909
19 19. 265
S i tratta di Att ilio Chiaradia, deputato perla XXIII e XXIV leg islatura, da l
al

bergo, monsignor Costantini4, segretario del Patriarca di Venezia, ed un corrispondente del giornale La Tribuna5 La nostra commozione fu pari alla loro nel ritrovarsi, dop o tante traversie e avvenimenti così spaventosi, nelle loro terre.

Suor Pasquina fa addiri ttura miracoli per approntare un pranzo degno della memorabile circostanza. Gli argomenti della nostra serra ta conversaz ione sono ben facili a comprendersi. Il corrispondente della Tribuna, con un taccuino in mano, ci rivolge un'infinità di domande, in modo da essere uno dei primi a inviare le recentissime notizie della liberazione del territorio invaso e su.i nefasti dell'occupazione. Più che agli altri le domande sono rivol te a me, avendo avuto l'esperienza dei campi di concentramento e di un periodo viss uto in due località, S. Daniele e Pordenone.

Era quasi l'alba quando ci siamo sal utati, mon signore mi assicura che provvederà a far giungere notizie alle famiglie, av r ei voluto dargli anche l'indirizzo di Metella ma l'abito sacerdota le non me ne dà l'ardire .

2) Notte del tutto insonne. Al mattino, anche per consiglio dei colleghi, vado ad installarmi da "vero padrone" all'ospedale austriaco, rimasto isolato ed in balia di se stesso . Tutto è in perfetta calma, tutti sono ammutoliti, sgomenti, poche e sommesse parole si odono nelle spaziose camerate. I nostri prigionieri si erano per la maggior parte allontanati, specie quelli vene ti e friulani. Era rimasto il cappellano, la Schwester e qualche soldato di san ità austriaco. Do un'occhiata ai malati e feriti più gravi, affidando la disciplina al cappellano, che ne risponderà personalmente, e all'infermiera affido l'as sistenza degli infermi e la distribuzione del vit to con i pochi v iv eri ancora rimasti.

3) Pur non dandomi soverchio pensiero e preoccupazione lo sfacelo del1' ospedale austriaco, dove regnano la calma e la fame e pur ricordando con infinita amarezza le condizioni disumane in cui erano tenuti i nostri prigionieri negli ospedali austriaci, non potevo disconoscere come per i degenti non vi fosse possibilità alcuna di provvedere al loro sos tentamento. I viveri erano già quasi tutti finiti e non mi sentivo in grado di chiederli alla popolazione che per colpa loro aveva patito a lungo la fame e la miseria. Mi rivolsi allora al Comandante del Presidio, che pur avendo da pensare a tutt'altro, s i adoperò a che fosse trovato un po' di latte per gli ammalati più gravi. Mi assicurò che non dove va tardare a giungere un nostro ospedaletto da campo che avrebbe pro vve duto ai bisogni di quell'ospedale e in pari tempo mise a

' Si tratta di Marco Ciriani, deputato dalla XXIV alla XXVI leg islat ura, dal 1913 al 1924.

4 Giovanni Battista Costantini (1880-1956), fu segre tario del Patriarca d i Venezia Pietro La Fontaine, in seguito vescovo di Luni e infine arcivescovo di Colossi.

5 Giorna le a diffusione nazionale fondato ne l 1883 e chiuso ne l 1946

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mia disposizione due carabinier i per la sorveglianza degli ammalati e del personale d'assistenza.

Intanto affluivano a Pordenone, scortati da carabinieri, i prigionieri che erano stati rastrellati in quelle zone. Venivano ammassati in un cortile cintato da una cancellata che dava sulla strada. Li vidi, erano smunti, dalla faccia contrat ta dai disagi, dalla stanchezza, dalla fame, con barbe incolte, con occhi che esprimevano rassegnazione in alcuni, terrore e avvilimento in altri. Aggrappato ad una inferriata scorgo Rubino, anche lui mi vede e non sopportando il mio fugace sguardo si ri tira precipitosamente in mezzo al gregge. No n era venuto meno a l suo giuramen to all'Imperatore!

L'ARMISTIZIO!

4 Novembre) Così alla bell'e meglio tenni la direzione dell'ospedale austriaco fino al g iorno 4, in cui unitamente a forti reparti di truppa, tra cui con mia viva gioia trovai alcuni poliziani, giunse in Pordenone un nostro ospedaletto da campo, diretto dal maggiore medico De Simone che lo prese in consegna con mio grande sollievo, sicuro in tal modo di potermene tornare a casa . Ma così non fu!

Il generale medico Santucci, giunto in ispezione e per provvedere all'assistenza sanitaria alla popolazione in cui la spagnola sta va dilagando paurosamente e letalmente, ebbe la peregrina idea di destinarmi a tale compi to per le campagne ed i paesi limitrofi, met tendo a mia dispos izione un'au toambulanza, medicinali e personale spec ializzato per le disinfezioni. Già al corren te della mia speciale situazione ed avendogli io fatto timidamente presente come fosse mio vivo desiderio di riabbraccia re subito i miei famigliari, mi rispose che per il momento non aveva medici disponibili ed era necessario che sbr igas si io tale servizio, dopo di che sarei sta to inv iato in licenza. Obbedii tacendo, e maled icendo!

Tra gli ufficiali medic i dell'ospedaletto vi era il capitano medico Collatino Cantieri, assistente alla clinica medica dell 'Università di Si.ena con il quale ero in buoni rapporti di amicizia essendo s tato "interno" per tre anni in quella clinica. Con lui ripassa mmo gli anni trascorsi insieme e da lui appresi i particolari dell'armistizio, alcuni dei qua li da me già conosciuti, essendo arrivati assieme al le nostre truppe anche i nostri g iorn ali.

Ritengo utile riepilogare in questo diario gli ultimi event i d ella nostra vitt oriosa guerra.

L'ultima nostra battaglia cominciò .il 24 Ottobre, mentre l'eserci to austriaco era ancora saldo, tanto che l'Imperatore C a rlo nel suo ultimo proclama lo aveva pa r agonato ad "una rupe contro cui si infrangono tutti gli attacchi e tutte le tempeste" . I nostri in un primo te mpo furono ostacolati dalla pioggia, dalla neve e dal nevischio in montagna, per cui il Maresciallo von Boroevic poté

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emanare il seguente ordine del giorno: "Esprimo alle truppe uno specia le riconoscimento ed i l mio cordiale ringraziamento, con la sicurezza che esse sapranno persuadere il nemico che il suo sangue è s parso invano".

Ma la mattina del 27 e bbe inizio il pass aggio del Piave ed il 28 il n emico iniziò i suoi movimenti di ritirata ed il giorno seguente lo stesso Imperatore Carlo così telegrafa va a Berlino: "situazione insostenibile".

Il 3 Novembre le nostre truppe entravano quasi contemporaneamente a Tren to (generale Pecori Giraldi6) e a Trieste (genera le Petitti di Roretc7) e alle 18 dello stesso giorno l'armistizio tra l' Italia e l'Aus tria era già firmato a Villa Giusti.

I colpi di rivoltella di Gavrilo, che il 28 Giugno 1914 avevano freddato a Sarajevo l'arciduca ereditario d'Austria Francesco Ferdinando e la sua consorte morganatica, ora, mercé il valore dell'esercito italiano, avevano steso a terra e per sempre il più antico e potente Impero d'Europa!

Ogni giorno con l'autoambulanza e con i disinfettatori mi reco per i casolari delle campagne e nei borghi per visitare i numerosi colpiti dalla s pagnola, ma pur avendo a mia disposizione medicinali, generi di conforto e disinfettanti, poco o nulla potevo contro quella malattia e non pochi erano i casi letali.

Ciò che maggiormente mi ra ttristava era l'i nopin ata fine di non pochi nostri prigionieri che, abbandonati i lontani campi di concentramento, non più vigilati, cercavano con tutti i mezzi, spesso con lunghi percorsi a piedi, di d irigersi verso le loro case, anche le più lon t ane nel mezzogiorno , ma sfiniti dai disagi e colpiti dal morbo non avevano la gioia di riabbracciare i loro cari.

Un giorno giunsero a Pordenone alcuni camion della Croce Rossa americana e dell'Y.M .C.A. 8 , associazio n e pur essa americana, con fessio nale, non cat toli ca, che generosamente distribuirono alla popolazione, come già avevano fatto altrove, viveri, generi di conforto, indumenti e coper t e e a no i medici non poche specialità farmaceutiche. Fu in uno di questi g iorni che, durante la mia assenza dall'ospedale civile, chiese di me i l Cav Chiaradia, stretto congiunto dell'on. Chiaradia, di Caneva di Sacile, per avere notizie di un suo conoscente che io avevo in cura . Davvero un a coincidenza notevole visto che pochi anni dopo avrei conosciuto e poi sposato la figlia, Enric hetta!

Qu esta grandiosità di mezzi e di beneficenza mi f ece riflettere quali e quante immense ri cchezze dovessero possedere g li Stati Uniti d'America, che già com-

6 Guglielmo Pecori Giraldi (1856- 1941 ), già comandante del Vll co rpo d'arm ata, comandò d al J 916 la I armata. Enh·ò a Te n to il 3 novemb r e 1918, fu nominato Maresciallo d'J tali a n el 1926

7 Carlo Petitti di Roreto (1862 -1 933), già comandante del corpo di spedizione italiano in Macedoni a (19 16-17), fu nomina to generale di corpo d'armata nel 1918. Fu governatore di Tri este e della Venez ia Giulia fino al 1919 ed in seguito fu nominato coma nd an te generale dell'Arma de i Carabinieri

6 L'autore si rife ri sce alla Young Male Chri stian Associa t ion, estremamen te att iva s ul fronte iJ1temo it aliano pe r po rtare so ll ievo ai soldati nelle retro vie e a ll e fam ig lie Per maggiori delucidaz ion i s u ques to argomento s i rimanda al comple to tes to di Daniela Ro ss in i, Il mi/o americano nel/'ltalin della Grande Guerra, Milano, Laterza, 2000.

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battendo al fianco degli alleati li avevano riforniti di ingenti materiali. Per ta le constataz ione non comprendo come la Germania, o per meglio d ir e i suoi Marescialli, abbiano potuto illudersi di sconfiggere l'America e l'Intesa. Soltanto l'ultimo Cancelliere, che se non erro fu il pr i nci p e Max von Baden'l, ammonì il Kai ser e gli strateghi dell'ineluttabilità della sconfitta allorché l'esercito ameri cano si affian cò va li damente a q u elli dell'I n tesa .

TI "momento" del generale medico Santucci durava molto e ne ero già insofferente, allorché mi occorse u no spiacevole incidente causa to da un curioso equivoco. Pur occupandomi dell'ospedale civile, dovevo comunque "montare la gua rdia" all'ospedale mili tare due vol te la se t timana. In un buio e piovigginoso pomeriggio mi fu annunziato dal piantone all a porta che da un'automobil e erano discese due crocerossine accompagnate da un "borghese" che volevano visitare l'ospeda le. Andato loro incontro mi trovai innanzi a due signore che indossavano l'w1iforme delle infermiere volontarie della Croce Rossa . La più anziana al ta, quasi stecchita, dallo sguardo duro che distaccava, sull'uniforme portava, oltre alle decorazioni di guerra, il distintivo di grado a me del t ut to sconosc i uto, che mai avevo av ut o a che fa r e con donne in u ni forme . L'altra, più giovane, semb rava in sottordine, pur avendo un distintivo del grado che r ivestiva. Il bo rghese, vestito correttamente di nero m i spiegò che desideravano visitare l'ospedale

Nessuna prese n tazio ne avvenne e li accompagnai nei repar ti di cura. La persona che maggiormente si interessava ai malati e che mi rivo lgeva domande era la signora anziana alla quale io, nuovo alle gerarchie femminili, non sapendo quale grado o appellativo darle, mi limitavo a rispo n dere un "Sissignora, no Signora". Poco durò la mia titubanza che, mentre essa stava parlando più del solito con un ammalato facendo prendere appunt i alla sua segretaria, il distinto signore ves t ito di nero, fattomi un cenno mi chiamò in disparte e con aria di sussiego mi disse: «Tenen te si ricordi che lei ha l'onore di p a rl are co n Sua Altezza la Duchessa d 'Aosta ».

Non mi scompos i né mi im p ressionai, da que l mome n to alla "signora 11 m i limita i a sost itu ire "Al tezza" . Cos ì conobbi la seconda Hélène 10 che, a quan to si di ceva, malignava s ull a Nostra Sovra n a e s ul di Lei Augusto Consorte .

La mattina seg u ente rifer i i a rapporto i l cur ioso eq u ivoco . Il maggiore, tra il serio e i l d iver t i to mi disse: «Si aspe t ti da quella persona w1a bella grana». «N o n m i imp icc h eranno per lesa altezza! », risposi, e scoppianuno entrambi in una fragorosa risata.

9 Maximill ian von Baden (1867-1929), fu Cancell ie re e Primo Ministro di Prussia dal 3 Ottobre 1918 a l 9 Novembre 1918.

10 Elena d'Aosta (1871-1951), era nata Hélène d'Orleans.

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Intanto tu t to ovembre era tr ascorso e già a Dicembre inoltrat o m i trovav o

sempre nella spas mod ica at tesa di tornare a casa, qu ando venne final mente il sospirato ordine per il mio r impatrio.

Giunsi in famiglia pochi giorni prima di Natale . Prima dovetti passare da Mirandola do ve era insediata la commissione per l' interrogatorio dei prigionieri. In mezz o a noi man cava mio fratello Ricca rdo, e nulla si s ap eva d i lui.

La spagno l a seg ui tava ancora a mietere vittime in m o do impress ionante e non ri s parmi ò nemmeno la fiorente g io vinezza di Metella, cara fanciulla appena ven tenne! Mi recai a Brescia, ignaro della sua fin e, e trovai l'angos cioso pianto dei de so lati genitori. Sulla Sua tomb a deposi fiori ed i l m io acerbo dolore. Un anonimo comp osito re di versi del '400 in tal gu isa cantò la beltà di un ' altra fanciulla lombarda che portava lo s tesso Suo nome:

Cec ilia! Si b e lli ss ima oggi è que ll a Che a' suo i begli occhi so l par umbra oscura Così ora nel mi o duo! ha da dir di Lei !

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Vent'anni dopo 1937

Prossimo al gra do di Te n e nte Colonnello fui nel 1937 tra s ferito a ll'ospedal e militare di Udin e. Appen a mi fu po ss ibile mi recai a S. Daniele d el F riuli , a cu i ero legato a tanti ricordi della mia prigionia. li grosso pae e mi si presentò n elle stesse co ndizioni in cui lo avevo lasciato circa ve nt'anni o r s ono. Soltanto un ma gg ior num ero di abitanti e div e rs i nego zi di mode s ta es t e tica con so mmari a e dozzinale merce, tra questi però spiccava un accoglient e e b en messo caffè, la farmacia e l'Albergo Italia dove si poteva, come ai bei tempi, gustare il famoso e d e li ca to pro sci utto di S. Daniele.

L' os pedale e il manicomio sono s ta ti trasformati secondo nuo vi e moderni concetti. Qui non ritrovai più né la stanza ne lla quale consumavamo i pasti, né la mia camera, del pari era sparito quell'andito c h e era stato te stimone, quasi giorn a liero, d ei miei colloqui con Micael a e di q u elli fugaci e s altu ari con Tuere se e con Katte. Più n on esis teva la primitiva porta d'ingresso d ove su di una panca si faceva Ja siesta con il collega Campagna . Suor Ciriaca e suor Dorot ea av evano già la sc ia to que s t a terra e gli infermi e ri e rano d e l tutto nu ovi Ne u sci i ra ttr istato!

La mia prima vis ita fu per le "zie" che mi accolsero così affe ttu osamente da essere profondamente commosso. La z ia Elena da alcuni anni era rimasta vedova e la mia improvv isa ap p arizione risv eg liò in l ei il co cente do lore, p erché non poch e vo lte dur an te la prigio nia la conso la vo a non disperare del marito che s i trovava a l di là del Piave. La zia Amalia, nonostante che l a sua artrite deformante l'avesse ridotta curva e piena di dolori, si aggirava ancora per la casa ed era rimas ta la solita e ia rli e ra linguacciuta.

on ebb i bisogno di domandare delle persone che a suo tempo avevo conosciuto ché le "zie", quasi a gara, mi ragguagliarono di quanto era accaduto in ques ti lung hj venti an ni. La siora Teresute morì poco dopo la liberazione per la grave infe rmità di cui l'avevo curata, una ca rdi o patia. Il Cielo le fu benigno perché poté riabbracciare il marito e i figlioli che, fuggiti dal paese al momento deIJ'invasione, riuscirono ad attrave rs are il ponte di Pinzano e ripara re al d i là del Piave.

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E Micaela? Da alcuni anni era sposa a Codroipo di un villanzone che si era arricchito fornendo scarpe con suole di cartone all'esercito. Micaela così fragile e sentimentale in mano ad un simile uomo!

"Chez Elle" non tardò a scomparire improvvisamente, si diceva che fosse ri tornata in Francia, dove avrebbe preso il velo in un convento delle Orsoline . Questa sua decisione, se vera, non mi sorprese, ben conoscendo il soggetto. Del marito catturato dai germanici non si seppe più nulla.

Notizia oltremodo dolorosa fu per me quella di apprendere la morte per cancro alla gola del caro amico Corradini, che speravo di poter riabbracciare. Monsignor Grillo, orma i pieno di anni, si era ritirato nel seminario vescovile di Udine, mentre don Valentino, dopo aver espiato e meditato a lungo in un convento con gli esercizi s pirituali la tentazione della carne, era stato trasferito in un lontano e alpestre paese della Carnia.

Nel conversare con le "zie" venne in visita la s ignora M. che io avevo lasciato bambina di 8-9 anni, allorché curavo la madre per una grave dissenteria bacillare e che non so come potei salvare. La s ignora mi pregò di gradir e un tè in casa sua nel pomeriggio, prima che io ripartissi. Le "zie" ins istettero perché la domenica successiva mi recassi da loro a pranzo con la mia famiglia, che desideravano tanto conoscere.

La gita a S. Daniele finì in un modo de l tutto imprevisto e un po' conturbante. Mi recai dalla signora M . e questa, ricordandomi le assidue cure che prodigai alla s ua defunta mamma, che tanta stima aveva di me, volle me ttermi al corrente, come medico mi dis se, della sua infelice situazione . Sposata ad un vedovo di età a lquanto maggiore della sua, facoltoso indu st ri ale di calzature, il suo ma trimoni o era stato una vera delusion e, pur avendo due figli . Non si peritò a confidarmi che nonostante nutrisse affetto e stima per il marito ne aveva una ripug na nza fisica per i loro contatti e da tempo non gli s i concedeva. Rimasi sbalordito di questa confidenza intima, anche se ella insistesse di vo lere da me un consiglio come medico p er stornare questa sua "deviazione":

Volle entrare anche in particolari più scabrosi e non mi attardai a comprendere co me costei fosse una "frigida" e nulla fosse da imputarsi al marito. Le suggerii di consultare un celebre clinico che da anni si era dedicato allo studio delle sec rezioni interne e degli ormoni, diavolerie, queste, che non esistevano ai tempi dei miei studi in medicina.

Recatomi una volta da Udine per servizio a Pordenone incontrai Fiordaliso, quantum mutata ab illa 1! Precocemente invecchiata, i s uoi occhi che un tempo erano faville, smorti e nebulosi, la bocca già fresca, avvizzita quasi deforme, il

1 L'autore fa riferimento ad una frase dell'Ene id e di Virgilio, Libro II: "Quan t um mutatus ab ili o". Tradu ce ndo: "Quanto è diversa da quello che è s tata!"

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suo abbigliamento denotava trascuratezza e poca proprietà in lei che tanto teneva, una vo l ta, alla s ua toilette! Lei "dall'ascoso e picciol seno" ! Le dissi del mio matrimonio e dei miei tre figli, anche lei era sposata con un ufficiale ed aveva due figlioli. Ambedue si ebbe il buon senso di non ricordare il lontano passato, però porgendomi la mano nel salutarmi e volgendo volutamente la testa in basso, mi disse che Mi t zi, la canina che le avevo regalato in un drammatico momento della ri tira ta aus t riaca, era morta di vecchiaia.

Per ultimo conviene che io ricordi Geneviève, la figlia di Madame la Comtesse di Siena. Divenuta amante e poi sposa di un ufficiale mutilato francese, si era stabi l ita g ià da anni in Algeria. Così mi assicurò Aldo Gati, il "Pater" senese degli s tudi poliziani in quella città .

Le sorprese di "venti anni dopo" quando i miei capelli sono già brizzolati, ancora continuano. Nell'estate del 1938, a!Jorché la mia famiglia si trovava al Lido di Venezia, mi recai a Lignano di cui tanto avevo sentito magnificare quella "sabbia d'oro", sebbene la spiaggia non abbia mai avuto per me alcuna attrattiva, per il mare e le scottature. Indeciso su dove pranzare mi attirò la scri tta Pensione Paolini, che mi ricordava una famiglia poliziana. Entrato mi assisi ad un tavolo, dal quale un cameriere molto cerimoniosamente mi fece sgo mbrare additando un cartello con la sc ritta "riservato", e automaticamente mi sedetti al tavolo accanto.

Avevo da poco finito la minestra quando vidi entrare una signora bionda, alta e s lanciata, con grandi occhi azzurri che mi ricordavano le donne slave ammfrate alcuni anni or sono a Varsavia e a Craco via. El egantemente ves tita con un ab i to celeste e co n ricchi monili ai polsi e al collo, era accompagnata da due figli, un giovanetto ed un a bambina di minore età. Si sedettero al tavolo riservato e con immenso stupore credetti di riconoscere nella bionda signora Micaela, che avevo lasciato poco più che sedicenne a S. Daniele, co n ancora le trecce sulle spalle, e che ora mostrava i segni di una ben acconciata permanente.

Mi sentii un po' a disagio e questo crebbe ancor più quando la signora che s tava a me di faccia, dop o avermi osservato fugacemente, disse alla bambina che stava assaporando un gustoso intingolo: <<Micaela, ti sei macchiata il vestitino». Non vi era più alcun dubbio, supposi che la madre rivolgendosi alla figlia, vo le sse farmi capire che era proprio lei e che mi aveva riconosciuto a tanta distanza di anni anche in abito borghese. Cercai di darmi un contegno e con os tentata indifferenza finsi di addentrarmi nella lettura del giornale. Volevo affrettare il pasto e andarmene, ma la tentazione di poter scambiare due parole con lei fu più forte dell'incerto d eside rio di abbandonare la sala .

Finito il pranzo l a madre, rivolgendosi ai figli d isse: «Ora si va a riposare» e passatami vici no con un fi l di voce mi sussu rrò: «M i aspetti» . Non tardò a riapparire e a sede rsi in una poltrona dell 'a mpio parco che circondava la pens ione. La raggiunsi e le sedetti accanto: «Si ricordi ch e per lei sono sempre

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Micaela come allora mi chiamava, considerandomi una sua sorellina minore. A tanti anni di distanza ho sempre fiducia e stima in lei e nella sua discrezione».

Così a poco a poco mi aprì l'animo suo. Già avevo saputo dalle "zie" del suo poco felice matrimonio e Micaela non tardò a confidarmi tutta la sua delusione per aver trovato un uomo che, per la sua volgarità e bassezza d'animo, non ha mai saputo comprenderla spiritualmente dedito unicamente a far denari e ad accumulare ricchezze. Di lei s i curava poco o nulla perché di continuo in mezzo agli affari e alle speculazioni, mentre lei avrebbe desiderato un uomo che le stesse più vicino e non la imbonisse di continuo con cifre, con operazioni di borsa, di mercatura, e sulla solidità dei titoli azionari.

«Nulla mi manca per la mia vita quotidiana. Vivo in perfetta agiatezza, qualunque mio desiderio è appagato, ma lui non sa comprendere il mio disagio spirituale, mi considera materialmente alla pari dei suoi preziosi magazzini e null'altro. Il mio unico conforto è nei figlioli e nel mio orgoglio per cui, lo creda, sono del tutto fedele a mio marito, che da alcuni mesi si trova in Africa orientale per una sua nuova speculazione».

Ne fui rattris tato, specie quando ad una sua domanda dovetti sinceramente dirle che ero pienamente felice della mia vita matrimoniale. Con pari sincerità lei proseguì: «A lei ho voluto un po' di bene p erché nel grigiore e nella tristezza della nostra v ita, con il nemico che ci angariava e con i nostri cari dispersi, apportava a me e alla povera mamma tanto conforto e fiducia nell'avvenire. Il mio sogno di fanciulla non si avverò e così sposai mio marito e in ricordo di un'epoca per me tanto cara a mia figlia ho imposto il nome che lei mi aveva dato ».

Insistette per farmi accompagnare ad Udine con una s u a lussuosa automobile, ma la distolsi dal pensiero perché non avrei voluto che i solit i sfaccendati delle spiagge marine avessero poi mormorato su di lei, specialmente avendo il marito così lontano.

Quando, nel congedarmi, molto affettuosamente le strinsi la mano notai che una lacrima scendeva lentamente e dolcemente s i adagiava sulla rorida guancia. Me ne ritornai tris te e conturbato, anche io avevo voluto un po' di bene a Micaela e ciò che si legge nei romanzi, e che se mbra un'irrealtà dovuta alla fantasia dello scrittore, può invece avverarsi nella vita di ognuno.

274

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276

Indice delle illustrazioni

Il Faiti-Krib da una foto militare austriaca dell'epoca.

CC, FC 2, Lubiana in una foto -cartolina dell'epoca, in particolare il cas tello.

CG, FC2, Cartolina che mostra una prospettiva del campo di concentramen to di Sig mu ndsherberg. All'epoca il campo conteneva 6000 prigionieri ed era w1a vera e propria cittadina.

Pista da pattinaggio de l campo di Sigmundsherberg.

CG, FC2, cartolina raffigurante Meisseldorf negli anni del conflit to.

CG, FC2, foto che mostra l'ingresso del Lager -Spital di Sigrnundsherberg.

CG, FC2, cartolina che mostra varie prospettive di Rodingersdorf.

CG, FC2, cartolina che mostra il santuario di S. Maria Drei Eichen.

T1 teatro "Manzoni" del campo di Sigrnundsherberg.

CG, FC2, prospettiva di uno dei baraccamenti per i solda ti prigionieri .

Il cinema di Sigmundsherberg.

CG, FC2, la farmacia del campo di concentramento.

L'inverno a Sigmundsherberg.

L'arrivo dei pacchi a Sigmundsherberg.

Il comando del campo di concentramento

CG, FC2, Dino Giannotti.

Lo smis tamento dei pacchi.

Montepulciano, quarta ginnasio, 1902-1903. Prima fila da sinis tr a: Carlo Muzzi, Dino Giannotti, Serafino Ferranti, Emilio Pere ll i, Francesco Sorbini, Ferdinando Chimenti. Seconda fila, da sinistra: Valente Vincenti, Paolina Tarugi, Gino Conti, Athos Barchi.

277 Pag. » )) » )) ) ) )) )) » » )) )) )) )) » » )) » 27 48 53 60 62 65 68 68 70 71 75 76 83 85 89 94 95 97

CG, FC2, Ispezione al Lagerspital.

CG, FC2, Programma del teatro d e i prigionieri del ca mpo di concentramento .

CG, FC2, Dino Giannotti in uniforme.

CG, FC1, fnvito al concerto di beneficienza, Montepulciano, 9 novembre 1911 .

CG, FC2, Foto del Club Sport Montepulciano. In alto da sinistra, prima fila: C. Nerazzini, V. Vincenti, Rosini, E. Menciot t i, Q . Vincenti, Duchini, M. Contucci, Corsini, Vivarelli. Seconda fila in piedi: Goracci, Contucci Quintani. Seconda fila seduti: Montiani, L. Bontadi, Dino Giannotti, G. Monciotti. Terza fila da destra: Riccardo Giannotti, Giulio Contucci.

CG, FC2, La chiesa del campo di concentramento

CG, FC21 Prospettiva del campo di concentramento.

CC, FC2, Il campo di Sigmundsherberg in lontananza.

CG, FC 2, Il municipio di Vienna.

CG, FC2, L'Hofburgtheater di Vienna.

CG, FC2, TI palazzo imperiale.

CG, FC2, Dino Giannotti nel 1909 durante il II anno di medicina a Siena.

CG, FCl, Passirchein 7 agosto 1918. "Al prigioniero di guerra i taliano tenente medico Dr Dino Giannotti che è assegnato al dpartimento pazienti civili di detto ospedale, viene concesso il permesso di muov e rsi liberamente nella guarnigione di San Daniele per fare visite urgenti a malati della popolazione civile. Valido fino alla rimozione"

278 Pag. » » » » » » » » » » » » 101 105 107 113 115 116 118 120 121 122 123 151 206
.

Indic e dei nomi

L'autore del diario utilizza spesso riferirsi a suoi conoscenti o colleghi esclusivamen te per cognome, quindi, per completezza, è stato scelto di inserire anche questi riferimenti nel presente indice .

Alberti, Aberlard 180

Alighieri, Dante 37, 45, 72, 88

AJJe m andi 29

Amato, Costantino 181, 182, 194, 195, 196, 197, 198, 199, 201, 202, 207, 209, 211, 212, 214, 215, 2)6, 219, 222, 224, 227, 234, 235, 244, 246, 247, 249, 251, 253, 254,258,259,263,265

Ambrogi 57

Andreatta 185, 186, 187, 189, 192, 194, 195, 197,198,200,209,214,215,216,219,221

Annibaldi 117,119,1 25,127,1 29,131,134, 142,144,149,153,156,157,171, 172

Anselmi, Azelio 24

Apelle 76

Artaserse II 244

Asinari di Bernezzo, Vittorio 104

A ttila 241

Au b er, Daniel 85

Barbieri 166

Barchi Athos 97

Baroni 37

Basso 29

Battisti, Cesare 193,213,257

Benetti69

Ber tini 117,118,119, 166

Boccaccio, Giovanni 161

Boffa, Cesare 86

Bo nazzi, Cecilia vedi Metella 91, 108, 143,

145,207

Bontadi L. 115

Bonzo d i Valfré, Teodoro 100

Borgherini 229, 231

Boroevic von Bojna, Svezotar 173, 182, 191, 267

Boselli, Paolo 187

Bourget, Paul 246

Branca, Vittore 161

Bressa, Ten. Med . 260

Bressan 189, 190, 199, 201, 202, 216

Bulgarini, Alceo 24, 77, 78

Cadoma, Luigi 37, 168

Cambronne, Pierre 37

Campagna 11, 67, 117, 118, 119, 120, 124, 125, 127, 128, 129, 130, 131, 134, 142,

191, 192,194,195,216,24 2,271

Cantieri, Colla tino 267

Capaneo 72

Capuana, Luigi 98

Carmer 155, 175, 176

Carpani 57

Casaglia, Quirino 91

Casali, Antonio 115

Castoldi 65, 83

Catte lan, Luigi 247

143, 144, 153,
169, 170, 171, 172, 174,
157, 158, 160, 161, 167,
177, 179, 181, 182, 183, 184, 185, 186, 187, 190,
279

Cevo lo tt o, Giorgio 65, 67, 70, 72, 74

Chaplin, Charlie 74

Chlaradia, At tilio 265

Chlaradia, Eruichetta 14

Chiaradia, Enzo 21, 268

Chimenti Fer dinando 97

Cigliana, Giorgio 23

Cinausero, Barbara 128

Cirillo, Ferruccio 193

Ciro il Giovane 244

Clemenceau, Georges 237

Collodi, Car lo 55

Concina 167

Con ti, Gino 96, 97

Contucci M., 115

Contucci Quintani 115

Contucci, Giulio 115

Contucci, Stefano 207

Corradini 147,155,161, 162, 164, 165, 166, 173, 175, 177, 178, 180, 181, 185, 197, 198, 200, 201, 205, 206, 207, 209, 212, 213,218,219,222,223,227, 228, 230, 272

Corsini 115

Crozzoli, Luigi 265

Czabo 131, 134, 139, 140, 142, 143, 149, 153, 155,156,157,158,159,160,162,173

D'Annun z io, Gabrie le 81, 211

Dari D. 114

De Amicis, Edmondo 98

De Simone 267

Dell'Acqua 37

Della Torre 135

Dessano, Giuseppe 87

Didone 153

Donnarumma, Elvira 167

Drudi, Alessandra 102

Duchini, Pietro 114, 115

Elena d'Aosta 269

Enea 153

Falvo 57

Fan tozzi Micali, Osanna 90

Fara lii, Ce lest ino 23

Federighi 203

Feld t, Richard 174

Ferdinando I di Sassonia-Coburgo-Gotha 235

Ferranti Serafino 97

Ferro, Ca tina 152, 153, 203, 212, 213

Ferro, Elena 152, 213, 271

Feruglio 162,

Fioretti 222, 229 , 230, 231, 235, 244, 246, 247,249,254,258,259,261,263,265

Fiorito, Angelina 78, 87, 90, 91, 98,145,234

Fiorito, Luigi 24, 30, 31, 87, 88, 164, 186

Florio 167

Foch, Fe rdinand 223

Fontana, Ferdinando 112

Franceschini244,245,254

Francesco Ferdinando d'Asburgo 268

Francesco Giuseppe d'Asburgo 7, 10, 47, 49, 110, 122, 123, 191

Fregoli, Leopo ld o 249

Freud, Sigmund 173

Frezza, Antenore 99

Furlan, Karl 158

Fumo 229

Gabrielli 155

Gallerani 222

Galli, Dina 71, 79

Galvani 234

Ganzl, Kurt 111, 112

Garbo, Greta 23 4

Gasta ld on, Martino Stanislao 112

Gati, Aldo 273

Gat ta, Gianluca 150

Gelli, Angiolina 113

Gelli, Oreste 113

Gherard i del Testa, Tommaso 95

Ghillino, Leonardo 134, 156, 157, 197, 198, 201

Giannotti, Agnese 77, 171, 183, 200, 203, 214, 226,233

Giannott i, Benvenuto 13, 75, 78, 79, 88, 91, 179,186,207,233,234

Giannotti, Delia 71, 77, 78, 88, 91, 98, 99, 109, 114, 148, 171, 179, 184, 186, 200, 207,222, 233,234

Giannott i, Riccardo 13, 45, 78, 92, 1.09, 115, 169, 172, 179, 183, 186, 207, 214, 221, 223,226,233,234,270

Giannotti, Rogero 13, 78, 79, 169, 172, 179, 183,186, 207,214,226,234

Gilbert, Jean 30

Gilberti 179

Giolitti, Giovanni 49

G iu sti, Giuseppe 131

280

Glabri, Celes t ino 245

Goethe, Wolfang 92

Goracci 115

Core tti 97

Graziani 29

Grillo, Francesco 133, 157, 173,201,272

Grunberg 139, 141, 144, 150, 154, 156, 158, J 60, 162, 169

Guazzo 37, 51

Guglielmo II di Ge rmania 9, 210, 238, 241

He,mequin, Maurice 79

Invernizio, Carolina 98, 253

lpponoo 72

Jandl, Dieter 126

Jogalia 188

Kublic 160, 161, 172, 173, 185, 186, 187, 190, 192,193,194

Lamberti, Anton Maria 248

Lehar, Franz J 01, 112

Leopoldo II di Toscana 121

Leuvielle, Gabriel Maximillien 74

Linder, Max 74

Linussa 155

Lotz 155, 175

Lucheni, Luigi 123

Lutz, Ralph H. 225

Lu tz, Ten. Med., 173

Manabuoni 119

Manfredi 109,110,119

Maometto V 191

Marco Licinio Crasso 12, 82

Maria Antonia di Borbone 121

Mario, Alberto 85, 86

Marzuol

Mayr, Johann Sirnon 248

Mencio tti E. 115

189,207

Menelik II 187

Meoni50

Mere ll i 31, 40

2]1, 212, 214, 221, 222, 227, 228, 242, 271,272,273,274

Moncio tti G. 115

Mon t iani 281

Morozzo della Rocca, Federico 86

Muzzi Carlo 97

Nerazz ini C. 115

Notari, Umb e rto 192

Novelli, Augus to 87

Oliva, Gianni 86

Paraskowich 121

Paula zz i 237

Peccianti 59

Pecari Giraldi, Gug lielmo 268

Pellizz ari 96

Pennati 29

Perelli, Emilio 97

Petitti di Roreto, Carlo 268

Pieropan, Giann i 86

Fi lacci 62

Pio Il 126

Pironti 57

Pisapia 66

P lini o il Vecchio 76

Poccianti 213

Poggi87

Polinice 72

Pollastri 246, 250, 254, 261 , 263

Priamo 72

Princip, Gavrilo 268

Puccini, Giacomo 112

Quagliarello 100,109,110

QLù.ntero, Joaqu in A lvarez 69

Quintero, Serafin 69

Quin to Orazio Fiacco 102

Racema, Fe rdinand o 177, 178, 189, 190

Reghezza 119

Roediger 226

Romby, Giuseppina Carla 90

Ronchi 155

Roseli i, Pie ro 90

Rosenthal, Harold 8 5

Resini 115

Rossi, Giuseppe 136

Rossini , Daniela 268

Rovetta, Gero lamo 74, 104

Rubino 7, 8, 258, 260, 261, 267

Salice ti 234

43, 47, 79, 91, 186
i, Gino 24, 29,
89, 119, 145, 147, 184,
Mendel, Enrica 71,
70, 71, 81, 82, 91, 94, 102, 104, 105, 108, 111, 114, 119, 123, 134, 143, 144, 145, 147, 154, 169, 174, 179, 190, 193, 201, 207, 215, 216, 222,226,227,238,242,253,262,266,270 Micae la 12, 146, 147, 149, 153, 158, 162, 169, 183, 190, 191, 197, 200, 205, 208, 209,
Metella ved. Bonazzi, Cecilia
281

San Francesco di Sales 192

Sant'Agos tino 107, 192

Santucci 267, 269

Sa rami, Ubaldo 234

Sarri 33

Sarti, Carlo 209

Scaliotti 35, 36

Sciortino 35, 36

Scolari, 109, 110, 230

Segnini 62, 63

Semon, Larry 74

Senofonte 244

Serao, Ma tild e 253

Se rra, Vi rginia 87

Sessa 119

Sigismondo II Augusto Jagellone 188

Silvestri, Giovanni 90

Sondel-Cedarrnas, Joanna 49

Sonnino, Sidney 25

Sorbini, Francesco 97

Spanò 67

Spighi 51, 59

Spiller 119,120,122,124,125,126,127,128

Sudermann, H e rmann 234

Tarugi Pao lin a 97

Teresute 146,147, 149, 152, 158,168, 178, 183, 200,205,212,214,222,227,228,242,271

Thomas, Charles Ambroise 92

Tiochet, Carlo 112

Toscanini, Arturo 67

Tou ssaint, Maurizio 228

Treves, Claudio 9, 115, 116

Vannozzi 115

Venier 259 , 260

Verne, Jules 98

Vincenti Valente 97, 115

Vincenti, Mino 79

Vincenti, Oscar 114

Virgilio 131, 153, 272

Visentin 135, 197, 217

Vittorio Emanuele II di Savoia 229

Vittor io Emanuele lil di Savoia 7, 71

Vivarelli 115

Volpi, Giovanni 150

Von Baden, Maxirnillian 269

Von Kirchbach 175

Von Kuhlmann, Richard 182

Von Suppé, Franz 111

Warrack, John 85

Whittle, Tyler 241

Wilson, Woodrow 227, 232, 234, 235, 236, 237,238,239,240,241

Zanot, Rolando 259

Zita di Borbone-Parma 150

282

Indice dei luoghi

Arezzo 14, 33, 87,150,203,214

Artegna 181, 194,195,209,234

Av iano230

Berat 216

Bolzaneto 201

Borgnano24

Brescia 81, 104,114,270

Brezovica 47

Buja224

Calais 144

Calci 203

Cambrai 237

Caneva di Sacile 14, 21,268

Caporetto 5, 14, 86, 87, 103, 146,157,223,231, 244,249

Carpacco 171

Casarsa 229

Castiglion Fiorentino 23

Cetona 229

Chianciano 24, 96

Cimano 156

Cimpello 264, 265

Clusone 81, 82, 94,105,201

Codroipo 272

Conegliano 224

Cordenons 234

Cormons99

Coseano 141, 167

Cosinetto 141

Cracovia 188, 273

D ignano 169, 170

Dosso Faiti 27

Durazzo239

Fagagn a 164, 165

Feltre 210

Fieri 216

Firenze 13, 14, 16, 17,42,46, 58,62,69, 74, 78, 85, 89, 90, 99, 113, 114, 119, 121, 123, 166, 171, 176, 209

Fiume 160, 241

Flagogna 221

Flaibano 168

Fonta n afredda 265

Fossano 78, 87

Gabrje 24

Gemona 119, 120, 125, 128, 131,184,214,218, 224

Genova 134, 201

Giavons 178

Gorizia 27, 46, 107, 155, 212

Grad isca 23

Grado 177, 189

Graz 49, 89, 125, 177

Innsbruck 102

Jamiano42

Klagenfur t 126

Kosturino 23 1

Lignano 273

Linz 261

Lipa 164

Loquizza 24

Lub iana 40, 48

Lucca 14, 150

Madrid 69

Manasson 221, 222

Ma ndrisio 165

Marostica 259

Mauthausen 6, 51

Meiseldorf 62

Mestre 178

283

Milano 16, 24, 55, 69, 74, 86, 89, 112, 119, 161,185,192,194,200,222,238,268

Modruzzo 166

Moggio Udinese 220

Montepulciano 13, 16, 17, 24, 29, 62, 77, 90, 96, 97, 111, 112, 113, 114, 115, 150, 183, 207,248

Murria 134

Murris 173, 174, 176, 20]

Napoli 115, 127

Oderzo 243

Onedis 156

Orleans (U.S.A.) 174

Ortigara 86

Parigi 85,111,198,223,263

Parma 15, 16, 30

Paularo 204

Pignano 157, 196

Pinzano 131, 136, 146, 152,197,204,271

Pisa 118

Pisino 135

Pola 217 Pon

Posillipo 127

Pulkau 99

Quarto 211 Ragogna

190,191,224

Reifenberg 37

Rive d'Arcano 166

Rodeano 139

Rodingersdo r f68,70,90,91 ,95, 108,119

Roncegno 251

S.

176, 178, 179, 180, 181, 183, 182, 184, 185, 190, 198, 203, 204, 205, 206, 209, 212, 219, 22 1, 222, 223, 224, 227, 230, 23 1,232,233,250,266,271,272,273

S. Maria la Longa 42

S. Tomaso 135, 137, 142, 143, 145, 150, 156, 157, 170,178,191,198,204,217,220

Sacile 244, 264, 265, 268

San Daniele del Carso 38

Sa n Vito di Fagagna 166

Sarajevo 268

Sdrauss ina 24, 27, 79

Siena 13, 49, 113, 150, 151, 239, 267, 273

Sigmundsherberg 14, 51, 53, 57, 58, 60, 62, 65,70,74,75,83,85,9 1,98,99, 101,103, 119/ 120,166,1 84,203,213,215

Spilimbergo, 130, 140, 141, 150, 158, 159

Ste in bruch 48

Susans 135, 142

Tarce n to 173, 21 2

Tarvisio 217

Tebe 72

To r ino 101, 179, 241

Treviso

125, 155, 189, 193, 217, 224, 240, 247,259,260,261,268

Troia 72, 153

Ud

245,249,251,253,271,272,274

Varsa v ia 273

Venezia 128, 147, 167, 174, 178, 179, 194, 266,268,273

Vienna 7, 9, 51, 72, 82, 88, 90, 100, 101, 108, 112, 119, )20, 121, 122, 125, 139, 173, 2 08, 209,210,211,223,226,241,261

Villach 126

Villanova 142, 156, 166, 170, 176

Vittorio Vene to 5, 14, 212, 226, 241, 242

Wiener Neus tadt SO

128,217
21, 222, 223, 226, 227, 229, 230, 231, 233, 234, 235, 236, 237, 239, 240, 242, 243, 247, 249, 252, 253, 255, 256, 257, 258, 259, 263, 264, 265, 266, 267, 268,272
tebba
Pordenone
Primolano 210
170, 176, 177, 182, 183, 184, 185,
Danie
14, 130, 131,133, 134, 136, 137, 144, 146, 149, 152, 154, 158, 161, 162, 165, 166, 168, 169, 170, 175, 284
le de l Friuli
23, 65, 147, 177, 178, 180, 240
39, 43, 45, 46, 57, 89, 90, 92,
110,
122,
Tries te
93,
120,
126, 136, 155, 166,
200, 206,
ine 14, 40, 42,
170, 174, 176, 178, 179, 182, 191,
212, 213, 224, 228, 229, 230, 242, 243,

BIOCRAFTA DI DTNO GI ANNOTTI

U N MEDICO OLTRE lL FRON TE

Ubaldo Moro zz i
Franco Cardini
PREFAZIONE
INTRODUZIO N E
Indice generale
cura di Benvenuto Giannotti, Ubaldo Morozzi
a
POSTFATIO PR EMESSA Dal Faiti- Krib ad Oberlaibach La mia cattura La quaran tena Verso i l campo di co n cen t ramento L'arrivo al lager di Sigmu ndsherberg Al primo reparto ufficiali II Lagers pital Dicembre - Retico lati, malattia e teatro Gennaio - Un brutto inizio Febbraio - Statistiche e ricordi Marzo - Verso l'Italia Aprile - A San Daniele del Friuli Magg io - Nuovi comandanti e nuove amicizie Giugno - La battaglia del solst iz io Luglio - La prima "spagnola" Ago s to - lnfelix Au stria 5 7 13 21 23 27 33 41 47 53 59 65 69 81 93 107 139 155 171 187 203
Ottobre - Il nemico si ritira Novembre - Arrivano gli italiani! Venti anni dopo - 1937 BJB UOGRAFTA I NDICE DELLE ILLUSTRAZIONI INDICE DEI OMI lNDlCE DEI LUOGHI 219 233 263 271 275 277 279 283
Settembre - Dietro le linee nemiche

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