INTERVISTE
COLMAR, DIREZIONE FUTURO L'amministratore delegato Giulio Colombo fa una panoramica sulle prospettive dell’azienda, per un inverno di ripartenza nel segno della sostenibilità # di Sara Canali
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iparte con lo sguardo aperto verso il futuro Colmar, consapevole di essere uno dei player di riferimento per la ripresa del settore neve per l’inverno 2021. In occasione della misurazione delle tute per gli atleti della Slovenia, avvenuta il 26 maggio nella sede di Monza, abbiamo intervistato Giulio Colombo, amministratore delegato assieme al fratello Carlo di un marchio che l’anno prossimo compirà 100 anni. Come vi state preparando per questo nuovo slancio dopo due anni che hanno messo in difficoltà il mondo dello sci alpino?
Stiamo continuando a fare quello che sappiamo fare: ovvero, stiamo lavorando sulla collezione Inverno 2022 con l’idea di portare grosse novità sia nelle collezioni sci che in quelle Originals. Questo era l’anno per rilanciarsi e per dare un segnale forte di resistenza e non solo aziendale, ma di tutto il movimento. C’è anche da dire che a compensare il segmento neve ha concorso la parte fashion che ha performato bene. stiamo tornando ai livelli pre-Covid e la risalita è addirittura più rapida di ciò che si poteva pensare. Inoltre nel 2023 ci sarà il nostro centenario e stiamo pensando a una serie di avvenimenti per festeggiare questo importante traguardo. Infine, stiamo mettendo mano al nostro archivio storico, operazione che non è assolutamente scontata visto che siamo di fronte a un qualcosa di gigantesco, con molte parti cartacee, foto, filmati e capi fisici che stiamo ricatalogando. Ci fa un breve riassunto di questi 100 anni?
Nel 1923 mio nonno Mario cominciò a produrre ghette di feltro visto che questa era la zona di produzione dei cappelli di questo materiale. Poi si è passati a produrre abiti da lavoro, di cui abbiamo ogni tipo di materiale racchiuso nel nostro archivio. Subito dopo la guerra mio padre e mio zio sono partiti con lo sport e dal 1942 al 1992 abbiamo vestito la Nazionale italiana Sci, dopodiché ci siamo legati alla Francia e ala Croazia quando Kostelic vinse la Coppa Generale nel 2011. Una ricchezza enorme quella dell’archivio visto che non racconta solo la storia di un’azienda, ma gli usi e i costumi di diverse epoche
Ci fa un bilancio della stagione invernale conclusa? È stata così disastrosa?
Questo periodo è stato ovviamente difficile, ma abbiamo tutti combattuto, ognuno con le proprie armi. Siamo riusciti a limitare i danni e abbiamo avuto risultati superiori a quelli preventivati. Questo forse perché il mercato sta premiando le aziende più solide e con più tradizione. Quando succedono queste cose, le aziende strutturate sono una garanzia, quindi siamo ottimisti per l’immediato futuro. Da oggi in poi bisogna assolutamente uscire da questa situazione perché altrimenti rischia di diventare davvero un’incognita ingestibile. Ovviamente, questi risultati sono da imputare anche ai top player che si sono organizzati con un loro e-commerce e si sono dati da fare. La distribuzione ha lavorato bene e anche le piccole realtà hanno trovato il loro modo per andare incontro alle necessità dei clienti.
storiche. Cosa vuol dire per voi?
È un patrimonio cui attingiamo quotidianamente dal punto di vista della creatività e dell’ispirazione. Abbiamo anche delle capsule pazzesche, delle collaborazioni con stilisti internazionali che rendono questo archivio davvero un qualcosa di unico. Anche nelle featuring più moderne la prima cosa da cui i vari stilisti e designer esterni restano incantati è proprio questo incredibile archivio.
Quanto è cambiato l’approccio alla montagna?
Tantissimo, soprattutto nel “come”. Chi è andato sulla neve lo scorso inverno l’ha vissuta in modo molto diversa e siamo convinti che questo trend possa rimanere, bisogna pensare a questo nuovo utente. Quando vi parlavo delle novità che ci saranno per il prossimo inverno, pensavo già a questo nuovo frequentatore della montagna e la
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Giulio Colombo, ad Colmar