PROFESSIONE
STATI UNITI
CAMIONISTA
Così gli americani chiamano la prima grande via di comunicazione tra Est e Ovest, nata quasi cento anni fa, poi lasciata morire, quindi riportata a nuovi fasti. Alla guida di un Freightliner lungo la mitica Route 66 di
La Strada
Fergus G. Flaherty
PRIMA
PUNTATA
S
e la strada è uno dei simboli degli Stati Uniti, il simbolo per eccellenza è la Route 66, la “Strada Madre”, come la chiamano gli americani. La Route 66 è stata la prima direttrice a collegare, poco meno di 100 anni fa, la costa Ovest con quella Est, 3670 chilometri, da Chicago a Los Angeles. Per anni la “66” è stata il grande simbolo della frontiera, la grande via di comunicazione per il West, per quei territori che, novanta, cento anni fa, erano considerati ancora terra promessa e,
per certi versi selvaggia, così diversi da quelli già industrializzati della costa Est. Poi, verso la fine degli anni Settanta, con la realizzazione dell’ultimo troncone di autostrada di collegamento, una delle tante Interstates, la Route 66 è andata lentamente, ma inesorabilmente morendo. Tutto il tourbillon di luci, di neon, quel via vai di camion, di vetture, è piano piano sparito quasi del tutto. Si sono spente le luci, i camion sono diventati sempre più rari, mentre l’asfalto cominciava a rompersi e a essere intervallato da qualche ciuffo d’erba.
UNA SORTA DI MUSEO ALL’APERTO
Fino a quando, una quindicina di anni fa, un vero movimento d’opinione ha fatto sì che la Route 66 diventasse una sorta di museo all’aperto, un sito storico da onorare, visitare e, perché no, da usare ancora come via di collegamento, magari per tratti brevi, ma comunque fuori Tommy Edwars, i suoi bambini e il suo Freightliner. Con il suo camion abbiamo percorso una parte della “Strada Madre”.
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dalle caotiche e disumane Interstates. La “66” parte da Chicago, nell’Illinois e si snoda per sette Stati. Dall’Illinois passa per il Missouri, per l’Oklahoma, per il Texas, poi il Nuovo Messico, l’Arizona e finalmente la California, Los Angeles, dove la 66 diventa il Sunset Boulevard (il famoso Viale del Tramonto) e poi fino al mare. Seguirla tutta, oggi, è assai difficile anche perché alcuni tratti, soprattutto nella parte più a Nord, praticamente non esistono più e si capisce di esserci sopra soltanto perché attaccato a un palo solitario c’è un cartello arrugginito che porta la caratteristica scritta: “Historic 66”.
DA CHICAGO A LOS ANGELES
Tommy Edwards è un ragazzone di 35 anni, ha due bei bambini ed è quello che da noi si chiama “un padroncino”. Ha un bel camion, un vecchio (forse troppo) Freightliner bianco e azzurro a cabina avanzata, con un motore da 500 cv. Lavora per un’azienda di Springfield, nel Missouri, e trasporta materiali agricoli, soprattutto per le grandi fattorie del Texas. Tommy è iscritto a uno dei tanti club di “adoratori”