Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media
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La rivista tecnica per il settore tessile dal filato al tessuto
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COLOPHON GIUGNO 2022
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La rivista tecnica per il settore tessile dal filato al tessuto
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SOMMARIO GIUGNO 2022 07
EDITORIALE UN ANNO SENZA STAGIONI A YEAR WITHOUT SEASONS di Beatrice Guidi
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INCONTRI CHIARA BIANCHI MAIOCCHI E MASSIMO MONTANARO LANECARDATE TRA TRADIZIONE E SFIDE DEL FUTURO BETWEEN TRADITION AND THE CHALLENGES OF THE FUTURE di Pietro Ferrari
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ART & TEXTILE SULL’ONDA DEL TEMPO - WAVES OF FASHION, HISTORY AND INNOVATION SULL’ONDA DEL TEMPO. MODA, STORIA E INNOVAZIONE NEL COSTUME DA BAGNO. UNA MOSTRA ALL’ADI DESIGN MUSEUM ON THE WAVE OF TIME. FASHION, HISTORY AND INNOVATION IN THE SWIMSUIT. AN EXHIBITION AT THE ADI DESIGN MUSEUM di Paola Govoni
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PERCORSI TESSILI FILPUCCI PROTAGONISTA NEL RICICLO PROTAGONIST IN RECYCLING di Beatrice Guidi
26 PERCORSI TESSILI
GUABELLO 1815 VISIONE E TECNOLOGIE SOSTENIBILI: IL BINOMIO DEL FUTURO SPECIAL OPEN DAY FOR GUABELLO 1815 BETWEEN INNOVATION AND SUSTAINABILITY di Pietro Ferrari
30 PERCORSI TESSILI
GHEZZI GHEZZI TORNA A FILO CON UNA COLLEZIONE “SEASONLESS” E PRESENTA IL NUOVO FILO VIS2LIFE GHEZZI RETURNS TO FILO WITH A “SEASONLESS” COLLECTION AND PRESENTS THE NEW VIS2LIFE YARN di Pietro Ferrari
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SPAZIO GREEN RUDOLF GROUP UNA VISIONE COMPLESSA DELLA SOSTENIBILITÀ A COMPLEX VISION OF SUSTAINABILITY di Pietro Ferrari
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COLOURS PANCONESI “VEGETALE, MINERALE E ANIMALE: I TRE MONDI DELLA TINTURA TESSILE NELLA STORIA” ANIMAL, VEGETABLE, MINERAL di Stefano Panconesi
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AREA DENIM ISKO NATA PER STUPIRE INTRODUCING ISKOTM LUXURY BY PG – ‘BORN TO AMAZE’ di Beatrice Guidi
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AREA MAGLIERIA LANIFICIO DELL'OLIVO IL POTERE BENEFICO DELLA MAGLIERIA THE HEALING POWER OF KNITWEAR di Pietro Ferrari
56 AREA TECNOLOGIE
MIMAKI EFFICIENZA E QUALITÀ INTRODUCING MIMAKI’S LATEST PRINTERS THE 330 SERIES di Pietro Ferrari
60 AREA TESSUTO TECNICO
RADICIGROUP DA BERGAMO ALLO SPAZIO FROM BERGAMO TO SPACE di Beatrice Guidi
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Beatrice Guidi
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Un anno senza stagioni La sessantesima edizione del Salone del Mobile di Milano è appena terminata ed è stata un successo, confermando ancora una volta che innovazione, qualità e creatività possono produrre eccellenze, con una grande attenzione alla sostenibilità. In un mercato sempre più internazionale, le ispirazioni sono state molteplici e anche gli intrecci tra il mondo del design e quello tessile. Tra i temi anticipati per i prossimi saloni estivi 2022, tra cui Pitti Immagine Filati e Milano Unica, emergono scenari naturali con Pitti Island, dove l’isola diventa uno spazio da esplorare ma anche un punto di incontro e di scambio. L’ispirazione della natura viene raccontata anche attraverso il concetto della prossima stagione di Milano Unica: si parla di SEASONLESS Opulence, SEASONLESS Nature e SEASONLESS Flexibility. L’idea di superamento delle stagioni
soddisfa le nuove esigenze dei consumatori a livello globale, influenzate anche dal cambiamento climatico. Si parla invece di Linguaggi con Gianni Bologna che anticipa il tema della 58a edizione di Filo: il macro-tema generale viene declinato lungo quattro interpretazioni tessili: Pittogrammi, Linguaggio del corpo, Emoj e Silenzio. “Sono quattro linguaggi espressivi del “sé” che possono caratterizzare tipologie di consumo e di auto-rappresentazione: la naturalità, la connessione, la coscienza del corpo e del benessere fisico, il bisogno di astrazione”. Non a caso, in questo numero di TEXTURES, le aziende presenti raccontano in modo sempre più trasparente, che anche se il settore tessile è caratterizzato da forti contrasti, se le competenze artigianali sono ben interconnesse con la tecnologia, la sostenibilità può essere raggiunta, sopratutto se si collabora con i partner giusti.
A YEAR WITHOUT SEASONS The sixtieth edition of the Salone del Mobile in Milan has just ended and it was a success, confirming once again that innovation, quality and creativity can produce excellence, with great attention to sustainability. In an increasingly international market, the inspirations were many and also the intertwining between the world of design and the textile one. Among the themes anticipated for the upcoming 2022 summer fairs, including Pitti Immagine Filati and Milano Unica, natural scenarios emerge with Pitti Island, where the island becomes a space to explore but also a meeting and exchange point. The inspiration of nature is also told through the concept of the next season of Milano Unica: they talk about SEASONLESS Opulence, SEASONLESS Nature and SEASONLESS Flexibility. The idea of overcoming the seasons satisfies the
new needs of consumers globally, also influenced by climate change. Gianni Bologna anticipates the theme of the 58th edition of Filo with “Languages”: the general macro-theme is declined along four textile interpretations: Pictograms, Body language, Emoj and Silence. "There are four expressive languages of the" self "that can characterize types of consumption and self-representation: naturalness, connection, awareness of the body and physical well-being, the need for abstraction". Not surprisingly, in this issue of TEXTURES, the featured companies tell in an increasingly transparent way, that even if the textile sector is characterized by strong contrasts, if the artisan skills are well interconnected with technology, sustainability can be achieved, above all when collaborating with the right partners.
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INCONTRI CHIARA BIANCHI MAIOCCHI E MASSIMO MONTANARO LANECARDATE www.lanecardate.com writer Pietro Ferrari
TRA TRADIZIONE E SFIDE DEL FUTURO
! Chiara Bianchi Maiocchi e Massimo Montanaro in stabilimento.
! La lana,
una materia prima preziosa.
Chiara Bianchi Maiocchi e Massimo Montanaro costituiscono un duo dinamico e coeso al timone di Lanecardate una realtà storica di grande rilievo nel mondo tessile biellese. Li incontriamo a Milano nello splendido showroom di Vitale Barberis Canonico, del cui Gruppo Lanecardate fa parte pur essendo autonoma, per raccontare il grande passato e il dinamico presente di questa realtà. PIETRO FERRARI – Raccontiamo un poco la storia dell’azienda? CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Siamo nati nel 1977 come realtà di filatura di Vitale barberis Canonico, dopo che mio nonno aveva chiuso il reparto di filatura cardata, mentre i miei zii si erano successivamente resi conto che la filatura cardata poteva essere importante per il Gruppo stesso, cosa che è tuttora una realtà.
Mio nonno era venuto a mancare e i miei zii hanno chiesto ai miei genitori, mia madre laureata in Bocconi e mio padre ingegnere, di tornare a Biella da Milano dove vivevano con me e mia sorella e fondare questa filatura a totale supporto di Vitale Barberis Canonico. PIETRO FERRARI – Erano momenti in cui già non era molto facile fare imprenditoria e soprattutto partire con una realtà industriale nuova… CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Erano anni dal punto di vista sociopolitico non facili e in fondo l’idea di spostarci da Milano a Cossato non ci dispiacque. La sfida piacque a entrambi e mio padre e mia madre, amanti delle cose belle, si impegnarono per creare un ottimo prodotto, investendo nelle migliori tecnologie disponibili, collocando gli uffici in un antico palazzo e arredandoli con un tocco domestico come fossero ambienti di abitazione. Pensavano di costruire una realtà di servizio nei confronti di Vitale Barberis Cano-
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! BETWEEN TRADITION AND THE CHALLENGES OF THE FUTURE Chiara Bianchi Maiocchi and Massimo Montanaro form a dynamic and cohesive duo at the helm of Lanecardate, a historical reality of great importance in the Biella textile world. We meet them in Milan in the splendid showroom of Vitale Barberis Canonico, of which the Lanecardate Group is part even though it is autonomous, to tell the great past and the dynamic present of this reality. PIETRO FERRARI – Can we tell a little about the history of the company? CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – We were born in 1977 as a spinning company of Vitale barberis Canonico, after my grandfather had closed the carded spinning department, while my uncles had subsequently realized that carded spinning could be important for the Group itself, which is still a reality today. My grandfather had passed away and my uncles asked my parents, my mother with a Bocconi degree and my father an engineer, to return to Biella from Milan where they lived with my sister and me and to found this spinning mill in full support of Vitale Barberis Canonico. PIETRO FERRARI – Those were moments when it was not very easy to do entrepreneurship and above all to start with a new industrial reality... CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Those were not easy years from a socio-political point of view and after all we did not mind the idea of moving from Milan to Cossato. We both liked the challenge and my father and my mother, lovers of beautiful things, worked hard to create an excellent product, investing in the best technologies available, placing the offices in an ancient building and furnishing them with a domestic touch as if they were home environments.
They thought they were building a service reality towards Vitale Barberis Canonico in reality in those years they realized that their yarn could also serve a wider market, and started working for a selected number of customers in an optimal market situation with the enviable, and no longer current, condition of simply waiting for orders. PIETRO FERRARI – We are therefore talking about a production reality born at the service of an exclusive reference company and then directly present on the market... CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – We must think that Vitale Barberis Canonico, not as a company but as an owner family, dates back as the first documentation to 1663, therefore a family passion from the seventeenth century, thirteen generations. PIETRO FERRARI – The birth of Lanecardate in 1977 I suppose involved an important investment in the best of the technology available on the market... CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – A technology, that of carded paper, which in any case has remained very consolidated in its production bases. With our parents' decision to pass the baton to a young manager who joined me, there was a very significant change of pace in Lanecardate, because we started to invest strongly again and the family believed in this. new road with a positive result and good results from the point of view of company growth with the doubling of company turnover over the last five years.
THE TURNING POINT
"Basically with our entry into the company – Massimo Montanaro intervenes – we changed the modus operandi of Lanecardate: previously a fixed production quota was destined for the wool mill, then we preferred to build a future that was based only on sales of Lanecardate, expanding and enlarging, slightly modifying the collections but above
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INCONTRI CHIARA BIANCHI MAIOCCHI E MASSIMO MONTANARO LANECARDATE
! Le macchine al lavoro.
nico in realtà in quegli anni si resero conto che il loro filato poteva servire anche un mercato più ampio, e iniziarono a lavorare per un numero selezionato di clienti in una situazione di mercato ottimale con la invidiabile, e ormai non più attuale, condizione di attendere semplicemente gli ordini. PIETRO FERRARI – Stiamo dunque parlando di una realtà produttiva nata al servizio di una ditta di riferimento esclusivo e poi presente direttamente sul mercato… CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Dobbiamo pensare che Vitale Barberis Canonico, non come azienda ma come famiglia titolare, risale come prima documentazione al 1663, dunque una passione di famiglia dal diciassettesimo secolo, tredici generazioni. PIETRO FERRARI – La nascita di Lanecardate nel 1977 suppongo abbia implicato un investimento importante nel meglio della tecnologia disponibile sul mercato… CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Una tecnologia, quello del cardato, che comunque è rimasta molto consolidata nelle sue basi produttive. Con la decisione di passare il testimone da parte dei nostri genitori a un giovane manager che si affiancava a me si è avuto un cambio di passo molto signi-
ficativo in Lanecardate, perché si è iniziato a investire di nuovo con forza e la famiglia ha creduto in questa nuova strada con un risultato positivo e buoni frutti dal punto di vista della crescita aziendale con il raddoppio del fatturato aziendale nel giro degli ultimi cinque anni.
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all bringing them more and more around the world, precisely because, if the generation previous to ours could afford to wait for orders, with our generation we had to go to look for. Over the years, we have woven a whole series of relationships based also on interpersonal friendships and, therefore, we have had the opportunity, season by season, year by year, to increase our customer base, while keeping
faith with what are the fundamental principles of Lanecardate". PIETRO FERRARI – Did this involve an important investment effort? MASSIMO MONTANARO – As soon as we took the reins, we went back to investing heavily, thanks to the cash-flow generated by the increase in turnover, gradually following the technological evolution and adaptation to new market needs. The technological and managerial thrust has been expressed on different fronts, also involving in a decisive way the commitment to the well-being of the people who work in the company, taking into account the fact that, if we have the opportunity to do the work we like and most of the time we spend in the company, this time must be rewarding, regenerative and never tiring. PIETRO FERRARI – Do you also pass this on to your collaborators? MASSIMO MONTANARO – Over the years, the double-digit growth of Lanecardate – if we exclude the year marked by the greater presence of Covid which caused a slowdown that was immediately recovered the following year - was determined by technological growth that allowed us to obtain greater results with the same workforce of 38 people: this would not have been possible if the technicians and workers had not felt an integral part of a large family in which everyone is giving their best in their respective skills. A great positivity and the ability to keep faith with the concept of quality and service of our client are the basis of our commitment and the results we have brought home: there are no secrets except the choice of the best wool on the market, with a spasmodic research, and processing in a very short supply chain from the raw material on site to combing (the Group includes Pettinatura Lane by Romagnano Sesia, one of the two remaining in Italy). We have thus developed our yarns and our relationships with our customers in the best possible way. PIETRO FERRARI – How is your clientele positioned? MASSIMO MONTANARO – To date, almost eighty percent of our clientele is made up of customers who are in turn suppliers of brands, whether European, American or Japanese who have honored us from the very beginning of their trust that even today, in moments difficult, they renew. CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Customers are either brands themselves or are knitwear and weavers who work for the brands themselves.
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INCONTRI CHIARA BIANCHI MAIOCCHI E MASSIMO MONTANARO LANECARDATE
! La purezza del filato.
IL PUNTO DI SVOLTA
«Sostanzialmente con il nostro ingresso in azienda – interviene Massimo Montanaro – abbiamo modificato il modus operandi di Lanecardate: in precedenza una quota di produzione fissa veniva destinata al Lanificio, successivamente abbiamo preferito costruirci un futuro che fosse basato solo sulle vendite di Lanecardate, ampliando e allargando, modificando leggermente le collezioni ma soprattutto portandole sempre più in giro per il mondo, proprio perché, se la generazione precedente alla nostra poteva permettersi di attendere gli ordini, con la nostra generazione gli ordini ce li siamo dovuti andare a cercare. Abbiamo tessuto, nel corso di questi anni, tutta una serie di relazioni basate anche su rapporti di amicizia interpersonale e, quindi, abbiamo avuto la possibilità, stagione per stagione, anno per anno, di incrementare il nostro bacino di clienti, pur tenendo fede a quello che sono i principi fondamentali di Lanecardate».
PIETRO FERRARI – Questo ha implicato uno sforzo importante dal punto di vista degli investimenti? MASSIMO MONTANARO – Appena prese le redini siamo tornati a investire massicciamente, grazie al cash-flow generato dall’incremento di fatturato, seguendo via via l’evoluzione tecnologica e l’adattamento alle nuove esigenze di mercato. La spinta tecnologica e gestionale si è espressa su fronti diversi, coinvolgendo in modo deciso anche l’impegno nei confronti del benessere delle persone che in azienda lavorano, tenendo conto del fatto che, se abbiamo l’opportunità di fare il lavoro che ci piace e la maggior parte del tempo lo trascorriamo in azienda, questo tempo dev’essere gratificante, rigenerativo e mai faticoso. PIETRO FERRARI – Questo lo trasmettete anche ai collaboratori? MASSIMO MONTANARO – Nel corso degli anni la crescita a doppia cifra di Lanecardate – se si esclude l’anno segnato dalla maggior presenza del Covid che deter-
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MASSIMO MONTANARO – We are also fortunate to serve, in addition to the more "fashionable" market, a more traditional market that is based on essential basic concepts which is the world of woolen mills, of men's fabrics in particular, and of accessories, drapery and of the scarf. We make yarn, one cone looks the same as the other, in reality there is a universe of production, service, research, guarantee, certification that can make a difference today. CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – In fact, we consider our product something more than a semi-finished product, also thinking about how many people work to make that spool of yarn, from the shearer to the dyer to the spinner. MASSIMO MONTANARO – In the future, to continue our journey we will need to structure ourselves further, to verticalize ourselves even more, because never as in these times of uncertainty be able to demonstrate that we are there industrially and give ready answers and what can give serenity to our customer who in turn it has to go to market with its product. Today we define ourselves more than in the past as a service company with the ability to provide our customers with what they want in a short time. CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – The fact of communicating with our customers in a very direct way allows us to prepare ourselves to supply them based on market forecasts and taste forecasts what they will need. Of course we have digitized our history and our availability and we are able to create a forecast but the fact of placing ourselves with our customers as a partner allows us to give them a quick service and a targeted assortment. We have to understand months in advance what to launch in production to have the right product at the right time, without excessively weighing down the warehouse, in all this our self-produced program is very useful that allows us to adjust the shot, but dialogue with the customer.
ferences: I see in Prato a forge of talented entrepreneurs, even more multifaceted than the Biellese and better at riding the wave of trends, such as that of recycled materials recently. Prato by tradition, expertise, technology and inclination has always meant working with raw materials that are no longer noble and bringing them back to a second life. This tradition is very present in the Prato area, almost nothing in the Biellese area, because in our tradition, the culture is that of not questioning the product but of continuing to improve it: this has prompted a company like Lanecardate to focus more on the source of the raw material and, starting from the best, a carded yarn of a different quality is created, neither better nor worse, but with a different DNA and intonation. Biella is the capital of formal clothing – the jacket or coat which requires a high level of quality right from the raw material, in the field of external knitwear you can take some more freedom. So different raw materials in different declinations with a different vision in creating added value. CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Today, with the evolution of the market and taste, we are experiencing a new perspective of the visions of Biella and Prato: if in the past we felt rather competing, today we collaborate a lot, to the point of having formed a consortium together for spinning mills, because these two very different approaches, even for carded, are not opposed but can coexist and complement each other. Biellesi and Pratesi have chosen two different paths on the market that are often different but sometimes common with a positive result in both cases. We at Lanecardate try to do better what we do well.
RESPONDING TO THE CHALLENGES OF THE PRESENT AND BUILDING THE FUTURE
PIETRO FERRARI – How are you going through this long period of turbulence? MASSIMO MONTANARO – With several sleepless nights but without giving up, we are suffering from the raw materials effect because we are dependent on the market and also on the energy front but we have designed situations of autonomy, thanks to photovoltaics, which will come into operation during the year. Then there are problems that, for the most part, we will have to solve together as Europeans, taking into account the right timing, in harmony with the urgency – which also exists – of the ecological transition. We live in a world that THE WAYS OF THE CARDED runs a little too fast. PIETRO FERRARI – When we talk about carded, our thoughts We trust in the wisdom of those who govern us to allow us go to Prato, is there actually a via Biella to carded? who consider work not only a duty but also a great pleaMASSIMO MONTANARO – The Biella concept has some dif- sure to live our corporate mission with serenity.
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INCONTRI CHIARA BIANCHI MAIOCCHI E MASSIMO MONTANARO LANECARDATE minò un rallentamento subito recuperato l’anno successivo – è stata determinata da una crescita tecnologica che ci ha permesso di ottenere risultati maggiori con la stessa forza lavoro di 38 persone: questo non sarebbe stato possibile se i tecnici e le maestranze non si fossero sentiti parte integrante di una grande famiglia nella quale tutti stanno dando il massimo nelle rispettive competenze. Una grande positività e la capacità di tenere fede al concetto della qualità e del servizio del nostro committente sono alla base del nostro impegno e dei risultati che abbiamo portato a casa: segreti non ce ne sono se non la scelta della miglior lana sul mercato, con una ricerca spasmodica, e la lavorazione in una filiera molto corta dalla materia prima in loco alla pettinatura (del Gruppo fa parte la Pettinatura Lane di Romagnano Sesia, una delle due rimaste in Italia). Abbiamo così sviluppato al meglio i nostri filati e le nostre relazioni con i nostri clienti. PIETRO FERRARI – Come si colloca la vostra clientela? MASSIMO MONTANARO – Ad oggi quasi l’ottanta per cento della nostra clientela è composta da committenti che sono a loro volta fornitori di brand, che siano europei,
! Nello showroom
di Vitali Barberis Canonico.
americani o giapponesi che ci onorano fin dall’inizio della loro fiducia che ancor oggi, in momenti difficili, rinnovano. CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – I clienti o sono brand direttamente o sono maglifici e tessiture che lavorano per i brand stessi. MASSIMO MONTANARO – Abbiamo anche la fortuna di servire oltre al mercato più “modaiolo” un mercato più tradizionale che si basa su concetti di base irrinunciabili che è il mondo del lanificio, del tessuto da uomo in particolare, e dell’accessorio, della drapperia e della sciarperia. Noi facciamo filato, una rocca sembra uguale all’altra, in realtà c’è dentro un universo di produzione, di servizio, di ricerca, di garanzia, di certificazione che può oggi fare la differenza. CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Noi consideriamo infatti il nostro prodotto qualcosa di più di un semilavorato, anche pensando a quante persone lavorano per fare quella rocca di filato, dal tosatore al tintore al filatore. MASSIMO MONTANARO – In futuro per continuare il nostro cammino avremo bisogno di strutturarci ulteriormente, di verticalizzarci ancora di più, perché mai come in questi periodi di incertezza riuscire a dimo-
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strare di esserci industrialmente e dare risposte pronte e quello che può dare serenità al nostro cliente che a sua volta deve andare sul mercato con il suo prodotto. Noi oggi ci definiamo più che in passato un’azienda di servizio con la possibilità di fornire in tempo breve i nostri clienti di quello che desiderano. CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Il fatto di dialogare con i nostri clienti in maniera molto diretta ci permette di prepararci a fornire loro in base alle previsioni di mercato e alle anticipazioni di gusto quello che sarà loro necessario. Certo noi abbiamo digitalizzato il nostro storico e le nostre disponibilità e siamo in grado di creare una previsionalità ma il fatto di porci con i nostri clienti come partner ci permette di dare loro un servizio rapido e un assortimento mirato. Noi dobbiamo capire con mesi di anticipo cosa lanciare in produzione per avere il prodotto giusto al momento giusto, senza appesantire eccessivamente il magazzino, in tutto questo è utilissimo il nostro programma autoprodotto che ci permette di aggiustare il tiro, ma resta fondamentale il dialogo con il cliente.
LE VIE DEL CARDATO
PIETRO FERRARI – Quando si parla di cardato, il pensiero corre a Prato, in realtà c’è una via biellese al cardato? MASSIMO MONTANARO – Il concetto biellese ha delle differenze: vedo in Prato una fucina di bravissimi imprenditori, anche più poliedrici rispetto ai biellesi e più bravi a cavalcare l’onda delle tendenze, come recentemente quella del riciclato. Prato per tradizione, expertise, tecnologia e inclinazione ha sempre significato lavorare materie prime non più nobili e a riportarle a una seconda vita. Questa tradizione è molto presente nel Pratese quasi nulla nel Biellese, perché da noi, per nostra tradizione, la cultura è quella di non mettere in discussione il prodotto ma di continuare a migliorarlo: questo ha spinto un’azienda come Lanecardate a indirizzarsi maggiormente sulla fonte della materia prima e, partendo dal meglio, si realizza un filato
cardato di un pregio differente, né meglio né peggio, ma con un DNA e un’intonazione differente. Biella è la capitale del vestire formale – la giacca o il cappotto- che richiede un livello di qualità elevato fin dalla materia prima, nell’ambito della maglieria esterna ci si può prendere qualche libertà in più. Quindi materie prime diverse in declinazioni diverse con una visione diversa nel creare valore aggiunto. CHIARA BIANCHI MAIOCCHI – Stiamo vivendo oggi, con l’evoluzione del mercato e del gusto, una nuova prospettiva delle visioni di Biella e Prato: se in passato ci si sentiva piuttosto in competizione oggi si collabora molto, al punto di aver costituito un consorzio insieme per le filature, perché questi due approcci molto diversi, anche per il cardato, non sono contrapposti ma possono coesistere e completarsi. Biellesi e Pratesi hanno scelto due strade diverse su mercato spesso diversi ma talvolta comuni con un risultato positivo in entrambi i casi. Noi in Lanecardate cerchiamo di fare meglio quello che sappiamo fare bene.
RISPONDERE ALLE SFIDE DEL PRESENTE E COSTRUIRE IL FUTURO
PIETRO FERRARI – Come state attraversando questo lungo periodo di turbolenza? MASSIMO MONTANARO – Con parecchie notti insonni ma senza abbatterci, stiamo soffrendo l’effetto materie prime poiché siamo dipendenti dal mercato e anche sul fronte dell’energia ma abbiamo progettato delle situazioni di autonomia, grazie al fotovoltaico, che entreranno in funzione nel corso dell’anno. Poi ci sono problemi che, per massima parte, dovremo risolvere assieme come Europei, tenendo conto delle giuste tempistiche, in sintonia con l’urgenza- che pure esiste, della transizione ecologica. Viviamo in un mondo che corre un po’ troppo velocemente. Confidiamo nella saggezza di chi ci governa per permettere a noi che consideriamo il lavoro non solo un dovere ma anche un grande piacere di vivere con serenità la nostra mission aziendale.
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ART & TEXTILES writer Paola Govoni
SULL’ONDA DEL TEMPO. MODA, STORIA E INNOVAZIONE NEL COSTUME DA BAGNO. UNA MOSTRA ALL’ADI DESIGN MUSEUM
L’ADI Design Musem ha ospitato nella scenografica sede di Piazza Compasso d’Oro a Milano la mostra ‘SULL’ONDA DEL TEMPO - Waves of Fashion, History and Innovation’, nata dalla sinergia creativa di una scuola di Arte e di Design, l’Accademia Aldo Galli di Como - IED Network e un’azienda di moda YAMAMAY, due re-
altà che lavorano insieme da anni per accompagnare gli studenti nel mondo delle professioni, dando loro la possibilità di esprimere la creatività in modo completo, strutturato, contemporaneo e sostenibile. Aperta al pubblico dal 12 al 29 maggio 2022, la mostra ha confermato tutta la validità dei modelli basati su una interazione
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virtuosa fra la formazione, la realtà aziendale e il sistema distributivo. A questa sinergia vincente si è affiancato un nuovo, importante interlocutore: il Museo ADI del Design, che a Milano ha aperto i suoi spazi per ospitare un evento di ampio respiro, fra storia e futuro, in un dialogo fattivo fra il mondo della scuola e le aziende.
PERCHE’ L’ONDA ?
Come simbolo di questa narrazione, è stata scelta l’onda, manifestazione di energia in movimento e l’acqua, il mezzo attraverso il quale l’energia si propaga. Le onde nascono in mare aperto e percorrono grandissime distanze infrangendosi sulle coste, spesso in modo scenografico e spettacolare.
YAMAMAY nasce nel 2001 e oggi è tra i marchi leader nella vendita al dettaglio di prodotti intimo, corsetteria, lingerie, costumi da mare, abbigliamento e accessori con un’offerta di prodotti durevoli e di alta qualità con una attenzione speciale alla sostenibilità e ai criteri di responsabilità aziendale nei confronti dei clienti, del capitale umano, delle comunità locali, dei fornitori e delll’ambiente. EUROJERSEY s.p.a. fondata nel 1960 è una azienda del Gruppo Carvico e rappresenta nel settore dei tessuti tecnici indemagliabili lo stile e la creatività del Made in Italy interpretati dai tessuti Sensitive® Fabrics, scelti dai principali marchi del settore abbigliamento,
sport, costumi da bagno e lingerie. L’azienda ha una capacità produttiva annua di 13 milioni di metri di tessuto. RADICI GROUP – con circa 3000 dipendenti, un fatturato di 1019 milioni di euro nel 2020 e un network di unità produttive e sedi commerciali dislocate tra Europa, Nord e Sud America e Asia – è oggi leader mondiale nella produzione di una vasta gamma di intermedi chimici, polimeri di poliammide, tecnopolimeri ad alte prestazioni e soluzioni tessili avanzate, tra cui filati in nylon, filati in poliestere, filati provenienti da recupero e da fonti bio, non tessuti e dispositivi di protezione in ambito sanitario.
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ART & TEXTILES
‘SULL’ONDA DEL TEMPO è sembrata a ragione l’immagine più appropriata e ricca di suggestioni per ricostruire e riproporre la storia del costume da bagno attraverso il suo aspetto estetico, sociale ed emozionale. Gli studenti dei due corsi triennali di Pittura e Linguaggi Visivi e di Fashion Textile Design, accompagnati dai loro docenti,
hanno lavorato per interagire in modo interdisciplinare con le competenze acquisite durante il percorso di studi. Per questo gruppo di lavoro congiunto è stato subito naturale porsi alcune domande che sono alla base delle origini della filosofia, ma anche alla base di ogni lavoro di ricerca, ad esempio: qual è l’origine del costume da bagno? Dove andiamo con l’innovazione e l’evoluzione delle nuove tecnologie oggi a nostra disposizione?
LA STORIA DEL COSTUME DA BAGNO
I costumi da bagno ci hanno permesso un contatto con l’acqua attraverso i secoli, ci hanno consentito di vivere esperienze uniche e di esplorare gli Oceani prendendo sempre più consapevolezza di quanto la nostra vita sulla terra dipenda dall’acqua. Gli studenti sono partiti dallo studio della storia del costume da bagno dalla sua nascita nell’antichità fino ai giorni nostri per osservarne i cambiamenti di forme e i materiali che hanno seguito e anticipato passaggi importanti della storia dell’umanità, arrivando a creare una vera e propria narrazione, tanto più potente in quanto rivela una seconda chiave di lettura, più contemporanea e attuale: quella che va oltre
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l’estetica e il piacere, nella direzione di un cambio culturale che indica nell’eco design l’elemento chiave per progettare e realizzare costumi da bagno fatti con cura per durare nel tempo e per drenare sempre meno risorse dal pianeta, permettendoci di stare nella natura in armonia. Il tema della sostenibilità – oggi più che mai parte degli obiettivi di ogni produzione – ha attraversato tutta la mostra, dove erano esposti tessuti frutto di una visione a lungo termine, in grado di coniugare la bellezza con il rispetto del pianeta e del mare.
UNA CASCATA DI TESSUTI
Una cascata di tessuti ideata dagli studenti del terzo anno della scuola di Pittura e Linguaggi Visivi, faceva da sfondo alle installazioni presenti nella sala: costumi storici, disegni di archivio, nuove produzioni e filati sostenibili. I tessuti di cui era fatta la cascata erano i tessuti Sensitive® Fabrics di EUROJERSEY. Il tessuto Sensitive® Sculpt della linea Sensitive® Fabrics che è stato utilizzato per la realizzazione della collezione Sculpt di Yamamay offre caratteristiche innovative e altamente performanti in termini di elasticità tridimensionale, indeformabilità e lon-
gevità di prodotto. La sua costruzione tessile brevettata permette il ‘taglio al vivo’ e tecnologie di lavorazione come ultrasuoni, floccature e accoppiature anche con altri materiali. Tutta la gamma Sensitive® Fabrics di EUROJERSEY è prodotta con criteri di sostenibilità nel processo produttivo, dichiarando l’impronta ambientale di ogni singolo metro di tessuto prodotto. I filati sostenibili, come per esempio Repetable® sono prodotti da RadiciGroup realtà italiana leader nella produzione di poliammidi, tecnopolimeri e soluzioni tessili destinate ad applicazioni in diversi ambiti, tra cui il settore della moda e del beachwear, Repetable® consente di abbattere le emissioni di CO2 (-45%) e ridurre i consumi di acqua (-90%) e di energia (-60%), garantendo al contempo prestazioni tecniche elevate. In mostra, la storia del costume da bagno è stata raccontata attraverso un video prodotto da Olo Creative Farm con gli studenti della classe terza del corso di Fashion Textile Design che hanno ricercato, assemblato e rivisitato con disegni e segni le immagini dei costumi da bagno dagli anni ‘20 agli anni ’90 del Novecento. «La sfida è impegnare le nostre energie in
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ART & TEXTILES
! ON THE WAVE OF TIME. FASHION, HISTORY AND INNOVATION IN THE SWIMSUIT. AN EXHIBITION AT THE ADI DESIGN MUSEUM The ADI Design Musem hosted the exhibition 'SULL'ONDA DEL TEMPO Waves of Fashion, History and Innovation' in the scenographic headquarters of Piazza Compasso d'Oro in Milan, born from the creative synergy of a school of Art and Design, the Accademia Aldo Galli di Como - IED Network and a fashion company YAMAMAY, two realities that have been working together for years to accompany students in the world of professions, giving them the opportunity to express creativity in a complete, structured, contemporary and sustainable way . Open to the public from 12 to 29 May 2022, the exhibition confirmed all the validity of the models based on a virtuous interaction between training, the company and the distribution system. This winning synergy has been joined by a new, important interlocutor: the ADI Museum of Design, which in Milan has opened its spaces to host a wide-ranging event, amidst history and future, in acdialogue between the world of school and the industry.
WHY THE WAVE?
As a symbol of this narrative, the wave was chosen, a manifestation of energy in motion and water, the medium through which energy propagates. The waves are born in the open sea and travel great distances breaking on the coasts, often in a scenographic and spectacular way. 'SULL’ONDA DEL TEMPO (ON THE WAVE OF TIME) seemed the most appropriate and suggestive image for reconstructing and re-proposing the history of the bathing suit through its aesthetic, social and emotional aspect. The students of the two three-year courses of Painting and Visual Languages and Fashion Textile Design, accompanied by their teachers, worked to interact in an interdisciplinary way with the skills acquired during their studies. For this joint working group it was immediately natural to ask some questions that are the basis of the origins of philosophy, but also the basis of all research work, for example: what is the origin of the bathing suit? Where do we go with the innovation and evolution of new technologies available to us today?
THE HISTORY OF THE SWIMSUIT
Swimsuits have allowed us to come into contact with water over the centuries, they have allowed us to live unique experiences and to explore the oceans, becoming more and more aware of how much our life on earth depends on water. The students started from the study of the history of the swimsuit from its birth in antiquity to the present day to observe the changes in shapes and materials that have followed and anticipated important passages in the history of humanity, coming to create a real narration, all the more powerful as it reveals a second interpretation, more contemporary and current: the one that goes beyond aesthetics and pleasure, in the direction of a cultural change that indicates in eco design the key element for planning and realizing swimwear made with care to last over time and to drain fewer and fewer resources from the planet, allowing us to stay in nature in harmony. The theme of sustainability - today more than ever part of the objectives of each production - ran through the entire exhibition, where fabrics resulting from a long-term vision, capable of combining beauty with respect for the planet and the sea, were exhibited.
ricette nuove dove anche gli ingredienti non sono più gli stessi e tutto questo è estremamente affascinante perché ci dà la possibilità di esplorare prima di tutto noi stessi in profondità e poi quel futuro diverso che ci attende, fatto di attenzione agli impatti, salvaguardia della natura e felicità dell’essere umano» dice Barbara Cimmino Head of Corporate Social Responsibility & Innovation Yamamay «La formazione oggi è il vero motore del nostro Paese, attraverso una solida base culturale e occasioni come queste che mettono in gioco le capacità acquisite in una concreta esperienza, possiamo trasmettere ai nostri studenti il valore e la complessità della professione per cui si sono preparati e consegnare loro la sfida per il futuro a cui sono chiamati» dichiara Nicoletta Castellaneta Direttrice Accademia Aldo Galli di Como- IED Network La mostra ‘Sull’Onda del Tempo. Waves of Fashion, History and Innovation’ - oltre a presentare l’impegno di Yamamay nel rispetto degli SDG 12 e 14, è stata candidata come progetto alla 3° edizione del Forum per lo Sviluppo Sostenibile 2022 di Regione Lombardia.
MILANO UNICA 12-13-14 Luglio 2022 a Rho Fiera Milano Collezioni tessili e accessori per abbigliamento Autunno/Inverno 2023/24 — milanounica.it
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PERCORSI TESSILI FILPUCCI www.filpucci.it writer Beatrice Guidi
PROTAGONISTA NEL RICICLO FILPUCCI RISCRIVE IL CAPITOLO FINALE DELLE STORIE TESSILI.
Ogni europeo consuma in media 26 kg di prodotti tessili all’anno e ne getta via 13 kg: sono dati della Commissione europea, che fotografano il problema enorme della sovraproduzione nel mondo della moda. Della montagna dei tessili che vengono gettati via, solo l’1% viene riciclato in nuovi capi d’abbigliamento: il resto viene recuperato in produzioni di minor valore oppure, ed è la percentuale maggiore, finisce in discarica. Filpucci, da anni, ha riscritto il finale della storia dei capi che indossiamo ed è diventata un’azienda leader nella produzione di filati riciclati, soprattutto in lana e cashmere. Recuperando e attualizzando
! Nel mondo del cardato.
una tradizione del distretto di Prato, dove si ricicla la lana da oltre 150 anni, l’azienda ha messo a punto un processo che permette di trasformare gli abiti usati in filati pronti per essere nuovamente impiegati nel mondo della moda. Questo avviene grazie ad un processo di riciclo meccanico, che ha i suoi punti di forza nella selezione manuale dei materiali di recuperare e nella successiva fase di suddivisione per colore. La selezione manuale permette di valutare con attenzione la qualità delle fibre che verranno riciclate, per garantire lo standard elevato del prodotto finale. La selezione di questi materiali per colore, è invece alla base della creazione di un arcobaleno di sfumature che permettono di evitare la fase di tintura della fibra che verrà poi filata. Quindi il processo di riciclo del cashmere e della lana, che Filpucci porta avanti anche con la collaborazione del consorzio Reverso, si caratterizza per la sua sostenibilità ambientale sia in termini di risparmio di risorse per la produzione di risorse vergini, che nel consumo di acqua e coloranti, che di fatto non vengono utilizzati. Un processo
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straordinario, anche molto bello da vedere, che si basa sull’esperienza decennale di tante persone che riescono a creare un risultato straordinario, grazie a una profonda conoscenza delle fibre. Il filato così ottenuto è tracciato ed è accompagnato dalla certificazione Global Recycling Standard di Textile Exchange. Nella collezione Filpucci si trovano articoli di finezza e fantasie diverse realizzati con materiale riciclato, che possono anche essere mischiati con poliestere o nylon sempre riciclati, per garantire performance diverse. Nemmeno gli addetti ai lavori riescono spesso a distinguere tra una fibra vergine e una riciclata, proprio grazie all’esperienza nella lavorazione. Per la realizzazione della fibra vengono utilizzati scarti sia pre che post consumo: questo significa che niente della lavorazione interna viene gettato via e che i ma-
teriali di scarto vengono nuovamente immessi nel ciclo di produzione, garantendo una produzione a scarto zero. Ma la cosa straordinaria è che il materiale riciclato da Filpucci è anche riciclabile. Un processo straordinario, che affonda le proprie radici nella storia, ma che l’azienda ha saputo rendere contemporaneo. Con Filpucci puoi riscrivere la storia dei tuoi capi, per non farla finire mai.
! PROTAGONIST IN RECYCLING Each European consumes an average of 26 kg of textile products a year and throws 13 kg away: these are data from the European Commission, which photograph the enormous problem of overproduction in the world of fashion. Of the mountain of textiles that are thrown away, only 1% is recycled into new clothing: the rest is recovered in lower-value productions or, and it is the largest percentage, ends up in landfills. For years, Filpucci has rewritten the ending of the history of the garments we wear and has become a leading company in the production of recycled yarns, especially in wool and cashmere. Recovering and updating a tradition of the Prato district, where wool has been recycled for over 150 years, the company has developed a process that allows the transformation of used clothes into yarns ready to be used again in the fashion world. This occurs thanks to a mechanical recycling process, which has its strengths in the manual selection of the materials to be recovered and in the subsequent phase of subdivision by color. Manual selection allows you to carefully evaluate the quality of the fibers that will be recycled, to ensure the high standard of the final product. The selection of these materials by color, on the other hand, is at the basis of the creation of a rainbow of shades that allow to avoid the dyeing phase of the fiber which will then be spun. So the cashmere and wool
! Al lavoro nella Nuova
Fratelli Boretti del consorzio Reverso.
recycling process, which Filpucci carries out also with the collaboration of the Reverso consortium, is characterized by its environmental sustainability both in terms of saving resources for the production of virgin resources, and in the consumption of water and dyes, which are not actually used. An extraordinary process, also very beautiful to look at, which is based on the decades-long experience of many people who manage to create an extraordinary result, thanks to a deep knowledge of fibers. The yarn thus obtained is tracked and accompanied by the Textile Exchange Global Recycling Standard certification. In the Filpucci collection there are articles of different finesse and patterns made with recycled material, which can also be mixed with polyester or nylon, always recycled, to guarantee different performances. Not even the experts are often able to distinguish between a virgin and a recycled fiber, thanks to their experience in processing. Both pre and post-consumer waste are used to make the fiber: this means that nothing of the internal processing is thrown away and that the waste materials are re-introduced into the production cycle, guaranteeing zero waste production. But the extraordinary thing is that the recycled material from Filpucci is also recyclable. An extraordinary process, which has its roots in history, but which the company has been able to make contemporary. With Filpucci you can rewrite the history of your garments, to never let it end.
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PERCORSI TESSILI GUABELLO 1815 www.guabello.it writer Pietro Ferrari
VISIONE E TECNOLOGIE SOSTENIBILI: IL BINOMIO DEL FUTURO GUABELLO 1815, QUALITÀ, TRADIZIONE E CONTINUE INNOVAZIONI PER RISCRIVERE LA STORIA DELLA LANA. «La lana ha per noi una valenza particolare e rappresenta la storia più che centenaria della nostra impresa; Marzotto Group è integrato lungo tutta la filiera produttiva dagli allevamenti fino al tessuto finito – ci dice Giorgio Todesco, CEO Marzotto Wool Manufacturing durante la nostra visita all'open day nella storica sede di Guabello 1815 – questo ci ha consentito di ricercare ed applicare nuove tecnologie in tutte le fasi del processo: il nostro obiettivo è fare innovazione, non solo a livello stilistico, ma ricercando continuamente soluzioni alternative per la trasformazione della lana in linea con richieste sempre maggiori di comfort e performance, con una particolare attenzione alla sostenibilità dei prodotti e processi industriali».
! Giorgio Todesco,
CEO Marzotto Wool Manufacturing.
! Al lavoro nello stabilimento Guabello 1815.
In questa direzione e in sinergia con società di engineering e costruttori di macchinari, è stata messa a punto un’innovativa tecnologia.
Questo processo assicura elevati livelli di elasticità, resistenza e comfort senza l’utilizzo di alcuna componente sintetica, nel totale rispetto della natura e garantendo sempre la riciclabilità e biodegradabilità del tessuto. Una riprova, questa, dell’anima sostenibile di Guabello 1815, che opera quotidianamente scelte responsabili. A partire dal risparmio d’acqua, la quasi totale eliminazione di componenti chimiche e l’utilizzo esclusivo di energie rinnovabili, fino alla scelta di materie prime etiche e completamente tracciabili, dalla farm alla realizzazione dei tessuti.
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Fondamentale è la selezione di lane conformi all’Integrity Scheme Authentico, che assicura il benessere degli animali e la tutela del loro ecosistema. La selezione di materie prime di qualità è l’irrinunciabile punto di partenza per tessuti di pregio dall’elevata finezza. Anche da questa consapevolezza, deriva il conseguimento di altre certificazioni, non solo del mondo laniero, come RWS - Responsible Wool Standard, ma anche su altre fibre naturali, come la selezione di cotone certificato BCI, proveniente da agricolture sostenibili. Ultima certificazione acquisita, la GRS - Global Recycle Standard, che cavalca il tema sempre più attuale del riciclo anche nel mondo fashion. In una sorta di un concreto sistema block-
chain, la rete di connessioni che parte dagli allevatori fino al consumatore finale, non potrebbe avvenire in assenza di una forte componente digital. A fronte del quotidiano confronto con marchi internazionali e stilisti, questo rappresenta ormai uno strumento irrinunciabile per la progettazione del tessuto in digitale, la realizzazione dello stesso, fino al confezionamento del capo finito. Concludendo la nostra conversazione Giorgio Todesco ha spiegato: “La sostenibilità è un tema irrinunciabile per il futuro del nostro pianeta e gli investimenti in una vision sempre più digitale, confermano il valore che il nostro gruppo attribuisce al rispetto dell’ambiente. Si inverte quindi la tendenza, in cui a prevalere non è più il
! SPECIAL OPEN DAY FOR GUABELLO 1815 BETWEEN INNOVATION AND SUSTAINABILITY On the occasion of a special Open Day, Guabello 1815 reopened its doors, in a day full of events that involved various realities of the Biella area. The Guabello 1815 Open Day, which took place on Sunday 12 June 2022, offered the opportunity to retrace, in an engaging and immersive way, the journey of wool up to the creation of our precious fabrics. This extraordinary opening of the plant therefore represented a concrete opportunity to get to know the history of the company directly, through all the manufacturing pha-
ses of the fabric with a particular focus on the daily attention that the company chooses to implement to protect the environment. In addition to significant water savings, the almost total elimination of chemicals and the exclusive use of renewable energy, Guabello 1815 chooses to act responsibly every day. Guabello 1815 fabrics have an ethical soul, which arises from small, great daily choices, such as the choice of planting an important number of trees each year which, over time, will contribute to improving the quality of the air and the territory or the invitation to collaborators not to use plastic bottles or glasses, for a plastic free target.
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PERCORSI TESSILI GUABELLO 1815
! Un logo storico sempre al passo coi tempi.
fast fashion. Oggi, la qualità e il servizio assumono un valore nettamente superiore alla quantità, e le materie prime utilizzate giocano un ruolo centrale, non solo per chi le lavora, ma anche e soprattutto per chi sceglie il capo finito.
SPECIALE OPEN DAY PER GUABELLO 1815 TRA INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ
In occasione di uno speciale Open Day, Guabello ha riaperto le proprie porte, in una giornata ricca di eventi che ha coinvolto diverse realtà del territorio biellese L’Open Day di Guabello, che ha avuto luogo domenica 12 giugno 2022, ha offerto la possibilità di ripercorrere, in modo coinvolgente ed immersivo, il viaggio della lana fino alla creazione dei nostri pregiati tessuti. Questa apertura straordinaria dello stabilimento ha quindi rappresentato una concreta opportunità per conoscere direttamente la storia dell’azienda, attraverso tutte le fasi di lavorazione del tessuto con particolare focus sulle attenzioni quotidiane che l’azienda sceglie di attuare a tutela dell’ambiente.
Oltre ad un notevole risparmio d’acqua, la quasi totale eliminazione di prodotti chimici e l’utilizzo esclusivo di energie rinnovabili, Guabello ogni giorno sceglie di agire in modo responsabile. I tessuti Guabello hanno un’anima etica, che nasce da piccole grandi scelte quotidiane, come la scelta di piantare ogni anno un importante numero di alberi che, nel tempo, contribuiranno a migliorare la qualità dell’aria e del territorio o l’invito ai collaboratori di non utilizzare bottiglie o bicchieri di plastica, per un obiettivo plastic free. In una vera e propria mission per la tutela della natura e del futuro, Guabello si impegna ogni giorno a migliorare i propri processi produttivi, riducendo l’impatto ambientale e salvaguardando uno dei beni più preziosi al mondo, l’acqua. L’Open Day ha così rappresentato un viaggio alla scoperta della tradizione e della ricerca tecnologica di Guabello, capace di guidare innovazioni e best practice nel settore tessile, per un miglioramento continuo sulle tematiche di sostenibilità ambientale e sociale.
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PERCORSI TESSILI GHEZZI www.ghezzi.com writer Pietro Ferrari
GHEZZI TORNA A FILO CON UNA COLLEZIONE “SEASONLESS” E PRESENTA IL NUOVO FILO VIS2LIFE DA SEMPRE UN’ANTICIPATRICE DI TREND, L’AZIENDA COMASCA NOTA PER IL SUO KNOW-HOW NELLA REALIZZAZIONE DI FILI INNOVATIVI E RESPONSABILI INCONTRA I BISOGNI E DESIDERI DEL MERCATO CON UN’OFFERTA AL PASSO COI TEMPI.
! Luigi Ghezzi
con chi scrive allo stand di Filo.
Nata nel 1949 in Lombardia, Ghezzi è un’azienda che si caratterizza per i suoi processi avanzati di binatura, torcitura, spiralatura e torci-testurizzazione di fili e filati grazie al suo prezioso heritage aziendale e un continuo investimento in personale specializzato e tecnologie innovative. Forte della sua nuova partnership con l’eco hub internazionale C.L.A.S.S., Ghezzi torna a Filo con una serie di innovazioni responsabili studiate per creare un impatto positivo per i nuovi consumatori, il business aziendale e l’ambiente circostante. Fra tutte risalta la prima collezione “Seasonless” ossia una proposta di referenze slegate dai concetti di stagioni e trend tanto cari alla moda tradizionale. Per uno stile adatto ai ritmi fluidi della contemporaneità, l’azienda comasca forte di un patrimonio esperienziale senza pari si è concentrata sulla lavorazione di filati molto ritorti, filati elasticizzati in fibre bava continua per tessuti dalla superficie “pulita” e dalla mano fluida, ma anche filati bava continua in mista con filati a fibra corta decisamente “puliti” e di titolo fine sempre per tessuti dalla mano fluida. Il range di titoli rimane tendente al basso, dal dtex 44 al dtex 200, con qualche punta sui titoli più grossi in viscosa o nylon
in modo da ottenere una spiccata fluidità e una mano cascante. Fra le fibre utilizzate per questa collezione all’avanguardia si trovano fibre tradizionali come Viscosa e Acetato, Microtencel™ e Micromodal™ spiralati con fibre nobili come Bemberg™, seta o elasticizzati, ma soprattutto fibre responsabili come bamboo, poliestere riciclato, Tencel™ Luxe e poliammide riciclata. Tutte proposte che saranno disponibili in maniera continua e veloce per ogni esigenza. Infine, a prova dei suoi investimenti continui nel campo dell’innovazione responsa-
! GHEZZI RETURNS TO FILO WITH A “SEASONLESS” COLLECTION AND PRESENTS THE NEW VIS2LIFE YARN Always a forerunner of trends, the Como-based company known for its know-how in the creation of innovative and responsible threads meets the needs and desires of the market with an offer in step with the times. Founded in 1949 in Lombardy, Ghezzi is a company that is characterized by its advanced processes of doubling, twisting, spiraling and twisting-texturing of threads and yarns thanks to its precious corporate heritage and continuous investment in specialized personnel and innovative technologies. Strengthened by its new partnership with the international eco hub C.L.A.S.S., Ghezzi returns to Filo with a series of responsible innovations designed to create a positive impact for new consumers, the company business and the surrounding environment. The first “Seasonless” collection stands out among all, ie a proposal of references unrelated to the concepts of seasons and trends so dear to traditional fashion. For a style suited to the fluid rhythms of contemporaneity, the Como-based company, strong in an unparalleled experiential heritage, has focused on the processing of very twisted yarns, elasticized yarns in continuous filament fibers for fabrics with a "clean" surface and a fluid hand, but also continuous filament yarns mixed with decidedly "clean" short-fiber yarns with a fine count, always for fabrics with a fluid hand. The range of counts remains tending to the low, from dtex 44 to dtex 200, with some points on the larger counts in viscose or nylon in order to obtain a marked fluidity and a sagging hand. Among the fibers used for this cutting-edge collection are traditional fibers such as Viscose and Acetate, Microtencel™ and Micromodal™ spiraled with noble fibers such as Bemberg™, silk or stretch, but above all responsible fibers such as bamboo, recycled polyester, Tencel™ Luxe and recycled polyamide. All proposals that will be available continuously and quickly for every need. Finally, proof of its continuous investments in the field of responsible innovation, on February 1st and 2nd in the center of the Innovation Area of Milano Unica a seamless look with a practical and sporty aspect, created by the manufacturer CIFRA with Ghezzi ingredients, stood out. To dress the mannequin two pieces made with warp knit seamless technology (WKS): a military green jersey designed with functional body mapping, in 55% Tencel™ and 42% recycled nylon; plus a black stretch pant in 55% Tencel™, 40% recycled nylon and 5% recycled elastane.
A TOTAL LOOK EXHIBITED AT MILANO UNICA, DEVELOPED WITH CIFRA FABRICS AND GHEZZI YARNS
Both products are characterized by lightness, intelligent moisture management and breathability. What stands out is the transparency and synergy of the supply chain, thanks to the presence and commitment of companies that focus on respect for people and the environment without forgetting the values of design, innovation and performance.
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PERCORSI TESSILI GHEZZI
bile, i giorni 1 e 2 Febbraio al centro dell’Innovation Area di Milano Unica spiccava un look seamless dall’aspetto pratico e sportivo, realizzato dal produttore CIFRA con ingredienti firmati Ghezzi. A vestire il manichino due i pezzi realizzati con la tecnologia warp knit seamless (WKS): una maglia di color verde militare disegnata con body mapping funzionale, in 55% Tencel™ e 42% nylon riciclato; più un pantalone stretch di colore nero in 55% Tencel™, 40% nylon riciclato e 5% elastane riciclato.
UN TOTAL LOOK ESPOSTO A MILANO UNICA, SVILUPPATO CON TESSUTI DI CIFRA E FILATI DI GHEZZI
Entrambi i prodotti sono caratterizzati da leggerezza, gestione dell’umidità intelligente e traspirazione. A spiccare è la trasparenza e sinergia della catena di fornitura, grazie alla presenza e all’impegno di aziende che mettono al centro il rispetto delle persone e dell’ambiente senza però dimenticare i valori di design, innovazione e performance.
LE NOVITÀ A FILO
! La panoplia
delle certificazioni ottenute dalla ditta Ghezzi.
Incontriamo nello stand dell'azienda a Filo Luigi Ghezzi che commenta per noi le novità che abbiamo presentato. PIETRO FERRARI – Vogliamo parlare del vostro impegno nell’ambito della sostenibilità? LUIGI GHEZZI – La responsabilità nel confronto della natura l’abbiamo coltivata
da parecchio, con una serie completa di marchi e certificazioni che sono presenti da una vita. Stiamo seguendo con particolare interesse non solo la responsabilità nei confronti dell’ambiente ma anche quella nei confronti delle persone. Utilizziamo, per esempio, nella logistica interna l’esoscheletro per gestire delle rocche di peso elevato. Grazie a questo dispositivo la percezione del peso è sparita. Stiamo valutando anche nuove tecnologie legate alla diminuzione del rumore, cosa non facile ma ci sono delle possibilità per la tutela soprattutto nei confronti di chi lavora. Più in generale la nostra attenzione va verso le fibre ecologiche, realizzate, per esempio, con lo scarto del cotone, oppure con il bambù che cresce da solo ed è addirittura un infestante. Infine, la viscosa VIS2LIFE viene recuperata dallo scarto in rocche di filatura e ritorna in circolazione. PIETRO FERRARI – Mi sembra di capire che il vostro impegno nella sostenibilità parta
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da lontano. Siete forse stati i primi con la viscosa con la certificazione FSC. LUIGI GHEZZI – Da tempo la nostra azienda ha implementato un’offerta fortemente legata alla sostenibilità, che si traduce nella scelta di prodotti in grado di diminuire l’impatto ambientale. Infatti, processiamo un’ampia scelta di articoli sviluppati a partire da materie prime riciclate, organiche o provenienti da foreste gestite responsabilmente. L’impegno nell’ambito di un’economia più pulita è provato da numerose certificazioni, come GRS® (Global Recycled Standard), RCS® (Recycled Claim Standard), FSC® (Forest Stewardship Council) e OEKO-TEX® 100. PIETRO FERRARI – Avete presentato anche una collezione Seasonless, qual è stato il concetto di base? LUIGI GHEZZI – Dopo due anni di prigionia
THE NEWS AT FILO
dati dalla pandemia durante la quale tutti stavano in tuta, abbiamo percepito il desiderio di tornare a una certa signorilità. Perciò abbiamo creato una collezione senza stagioni, pensando al fatto che molti hanno ripreso a mettere la giacca. La Seasonless, finalizzata a riportare la donna in una condizione di eleganza costruttiva, comprende tessuti fluenti, cascanti, molto spesso stretch, o meglio comfort, con varianti di colore serie o seriose che dir si voglia. PIETRO FERRARI – C’è meno stagionalità, dunque: in che modo? LUIGI GHEZZI – Il peso dei tessuti che abbiamo messo in opera può essere adatto sia all’estivo sia all’invernale: questo significa risparmiare materiale e realizzare dei capi "ogni tempo" grazie a pesi adatti a una media stagionale molto ampia.
We meet Luigi Ghezzi at the stand of the company in Filo who comments for us the novelties they presented. PIETRO FERRARI – What about your commitment to sustainability? LUIGI GHEZZI – We have been cultivating responsibility in the field of nature for a long time, with a complete series of brands and certifications that have been present for a lifetime. We are following with particular interest not only responsibility towards the environment but also that towards people. We use, for example, the exoskeleton in internal logistics to manage heavy packages. Thanks to this device, the perception of weight has disappeared. We are also evaluating new technologies related to the reduction of noise, which is not easy but there are possibilities for protection especially towards those who work. More generally, our attention goes to ecological fibers, made, for example, with cotton waste, or with bamboo that grows by itself and is even a pest. Finally, VIS2LIFE viscose is recovered from the waste in spinning reels and returns to circulation. PIETRO FERRARI – I understand that your commitment to sustainability starts a long time ago. You may have been the first to use viscose with FSC certification. LUIGI GHEZZI – For some time our company has implemented an offer strongly linked to sustainability, which translates into the choice of products capable of reducing the environmental impact. In fact, we process a wide range of items developed from recycled or organic raw materials or from responsibly managed forests. The commitment to a cleaner economy is proven by numerous certifications, such as GRS® (Global Recycled Standard), RCS® (Recycled Claim Standard), FSC® (Forest Stewardship Council) and OEKO-TEX® 100. PIETRO FERRARI – You also presented a Seasonless collection, what was the basic concept? LUIGI GHEZZI – After two years of imprisonment given by the pandemic during which everyone was in overalls, we felt the desire to return to a certain refinement. So we created a seasonless collection, thinking about the fact that many have started wearing jackets again. The Seasonless, aimed at bringing the woman back to a condition of constructive elegance, includes flowing, sagging fabrics, very often stretch, or rather comfort, with serious or serious color variations, if you prefer. PIETRO FERRARI – There is less seasonality, then: in what way? LUIGI GHEZZI – The weight of the fabrics we have put in place can be suitable for both summer and winter: this means saving material and making garments "every time" thanks to weights suitable for a very wide seasonal average.
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SPAZIOGREEN writer Pietro Ferrari
UNA VISIONE COMPLESSA DELLA SOSTENIBILITÀ CONTRO LA BANALITÀ DEL "CONFORMISMO ECOLOGISTA" LA RICERCA DI RUDOLF GROUP VA IN PROFONDITÀ E SPOSA UN APPROCCIO RIVOLUZIONARIO E UNO SGUARDO NUOVO SUL FUTURO . Una realtà di straordinaria rilevanza nel settore della chimica con una forte presenza nel mondo tessile è Rudolf Group, con base in Baviera e una eccezionale storia di cent'anni di ricerca e sviluppo di nuovi, non di rado rivoluzionari, prodotti e soluzioni. È Alberto De Conti, head marketing and fashion of Rudolf Group e responsabile dell'unità Rudolf HUB 1922 che ci racconta la storia e ci descrive l'approccio con ricerca e la sostenibilità del Gruppo nell'affascinante sede di HUB 1922 a Busto Arsizio, in un capannone ristrutturato che ospitava un'industria tessile in un lontano passato, anche questa è circolarità. PIETRO FERRARI – Cosa rappresenta Rudolf Group? ALBERTO DE CONTI – Rudolf Group è una realtà estremamente significativa, la sua esperienza comincia nel 1922, il primo gennaio – quindi per noi questo è un anno molto importante – da subito ha un’impronta molto orientata al tessile e quello che è particolarmente interessante è che per noi c’è stata una continua crescita a diversi livelli, sia in termini di volumi di fatturato, di portafoglio di prodotti, ma anche una crescita in termini di copertura territoriale: negli anni Ottanta, Rudolf Group ha cominciato a uscire dai confini tedeschi e, addirittura, europei.
Non è un caso che la prima filiale extraeuropea è stata in Sudafrica, poi c’è stata una costante crescita territoriale, dal Messico al
Vietnam, ovunque ci sia tessile troviamo Rudolf. L’azienda prende il nome dal ricercatore chimico che ha aperto l’attività in società con la famiglia Schumann, venendo a mancare Rudolf nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la società è rimasta di proprietà della famiglia Schumann che ha continuato l’attività in questa direzione, e oggi siamo alla quarta generazione in azienda. L’evoluzione dell’attività di Rudolf Group è sempre stata sotto il segno di una chimica rivolta alla funzionalità e alla performance, non c’è mai stata una connotazione fashion o lifestyle, se non attraverso l’attività dei clienti.
! Alberto De Conti, head marketing and fashion of Rudolf Group e responsabile dell'unità Rudolf Hub 1922. ! Aspetti dell'Hub 1922.
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! A COMPLEX VISION OF SUSTAINABILITY A structure of extraordinary importance in the chemical sector with a strong presence in the textile world is Rudolf Group, based in Bavaria with an exceptional history of one hundred years of research and development of new, often revolutionary, products and solutions. It is Alberto De Conti, head marketing and fashion of Rudolf Group and head of the Rudolf HUB 1922 unit who tells us the story and describes the Group's approach to research and sustainability in the fascinating HUB 1922 headquarters in Busto Arsizio, in a renovated warehouse that housed a textile industry in the distant past, this is also circular. PIETRO FERRARI – What does Rudolf Group represent? ALBERTO DE CONTI – Rudolf Group is an extremely significant reality, his experience begins in 1922, on January 1st - so for us this is a very important year He immediately has a very textile-oriented imprint and what is particularly interesting is that for us there has been continuous growth at various levels, both in terms of turnover volumes, product portfolio, but also growth in terms of territorial coverage: in the 1980s, Rudolf Group began to leave the German bor-
ders and even Europeans. It is no coincidence that the first extra-European branch was in South Africa, then there was constant territorial growth, from Mexico to Vietnam, wherever there is textiles we find Rudolf. The company takes its name from the chemical researcher who opened the business in partnership with the Schumann family, Rudolf passing away during the Second World War, the company remained owned by the Schumann family who continued the business in this management, and today we are in the fourth generation in the company. The evolution of Rudolf Group's business has always been under the sign of a chemistry aimed at functionality and performance, there has never been a fashion or lifestyle connotation, if not through the activity of customers. The company has in many cases pioneered a chemistry that was and is completely different and exceptional: for example, there is a whole series of products that fall under the defined chemistry of fluorocarbon which confer water repellency, used in textiles, in kitchen utensils. That type of chemistry has been criticized over the years or still is, to the point that some products characterized by the use of fluorocarbon chemistry are no longer allowed to be placed on the market. In 2003 Rudolf studied natural behaviors, that is what happens in nature (how the leaves shelter from the water, how the birds keep themselves dry) and develops a molecule called dendrine which has the appearance of the branches of the tree and which replaces in fact the fluorocarbon.
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L’azienda in molti casi è stata pioniera di una chimica che era ed è completamente diversa ed eccezionale: per esempio, c’è tutta una serie di prodotti che ricade nella chimica definita del fluorocarbonio che conferiscono repellenza all’acqua, usati nel tessile, negli utensili da cucina. Quel tipo di chimica è stata nel corso degli anni criticata o lo è tutt’ora, al punto che alcuni prodotti caratterizzati dall’utilizzo della chimica dei fluorocarburi oggi non sono più consentiti come immissione sul mercato. Nel 2003 Rudolf studia i comportamenti naturali, ovvero quello che avviene in natura (come le foglie si riparano dall’acqua, come gli uccelli si mantengono asciutti) e sviluppa una molecola denominata dendrina che ha l’aspetto dei rami dell’albero e che sostituisce di fatto le fluorocarboniche. Al suo lancio nel 2003 questo prodotto registra un assoluto insuccesso: nessuno lo compra perché comunque c’era già una tecnologia conosciuta, esistente e applicata con successo. Rudolf persevera al punto che oggi questa è la tecnologia per eccellenza
di Rudolf su tutti i mercati: Questo è tipico dell’azienda: vera scienza, caparbietà, visione e concezione valoriale. PIETRO FERRARI – La produzione di Rudolf è attiva in quali settori? ALBERTO DE CONTI – Questo è un argomento molto complesso e dibattuto in Rudolf Group e attiene all’identità stessa del Gruppo: “siamo un gruppo che produce prevalentemente prodotti chimici per il tessile e per attività satelliti oppure siamo un gruppo che produce chimica e si rivolge all’industria in generale?”. La risposta è che ci presentiamo come un gruppo che orgogliosamente ha le sue origini nel tessile e continua a essere connotato come un attore principale nel campo del tessile mondiale, in questo senso vogliamo essere conosciuti. In contemporanea ci sono tutta una serie di business che stanno crescendo in modo significativo: l’edilizia, in cui realizziamo ingredienti chimici per cementi, colle per stucchi e via dicendo; il personal care, ovvero tutti i vari spray per la cura dell’abbigliamento e dell’homewear; Join Ventures mirate. ! Hub 1922, un gioiello di archelogia industriale. ! Un elegante salottno. reception.
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very textile in our DNA.
BETWEEN TWO WORLDS
At its launch in 2003, this product was an absolute failure: no one buys it because, in any case, there was already a known technology, existing and successfully applied. Rudolf perseveres to the point that today this is Rudolf's technology par excellence on all markets: This is typical of the company: true science, stubbornness, vision and value concept. PIETRO FERRARI – Rudolf's production is active in which sectors? ALBERTO DE CONTI – This is a very complex and debated topic in Rudolf Group and relates to the identity of the Group itself: "we are a group that mainly produces chemical products for textiles and satellite activities or we are a group that produces chemicals and to industry in general? ". The answer is that we present ourselves as a group that proudly has its origins in textiles and continues to be characterized as a major player in the world of textiles, in this sense we want to be known. At the same time there are a whole series of businesses that are growing significantly: construction, in which we make chemical ingredients for cements, glues for stucco and so on; personal care, i.e. all the various sprays for clothing and homewear care; Join Ventures targeted. An example is the joint venture with the American company Access which today has become Access Rudolf Technologies (ART), the brand with which we address the market above all but not only for the industrial application of silicones, of which the main one is washing. of cars, detergents and waxes which are then collected in the washing process and recycled. So there are application families that go beyond the textile sector but we are still
PIETRO FERRARI – Instead now let's talk about her and her path ... ALBERTO DE CONTI – I am professionally disguised: I was born in Milan where I study food technologies and in the context of food science and technology I specialize in the field of biochemistry that fascinated me and still am passionate about. I finish the university cycle and I start working in the Bustese area where we are today, precisely in Albizzate, where I am for four years at Lamberti who in those years had interests in the field of biotechnology, with the aim of experimenting and testing the production of enzymes and biopolymers. In this context, I spent three months in Vienna at the university, three months in Berlin, then still in the Soviet quadrant, to learn new things. In 1997 Levi's is looking for someone who has competence at an enzymatic level, I answer and they, with a modicum of unconsciousness, hire me. I move to Brussels, I leave the chemical world and for fifteen years I dive into the world of fashion. From 1997 to 2012 I stay in Brussels, albeit with long stays in San Francisco and Hong Kong. At the same time my skills evolve from a technical figure to a figure in merchandising, then in marketing and strategic marketing, I conclude my career at Levi's as head of product innovation and in 2012, with the decision of the company to close its offices operating in Europe and Asia, I make the choice to return to the world of chemistry, passing through San Marino, through a very interesting project from the Garmon company. In 2018 I began to dialogue with Rudolf, starting from the consideration that it is difficult to be a key player in the world of chemistry if you do not have a wealth and research capacity and a dialogue was born with Wolfgang Schumann, fourth generation of the family that owns and CEO of Rudolf, with whom we begin to design something different: to bring a company like Rudolf, a true multinational with a hundred years of history and incredible research skills, closer to the great players in fashion. This is the logic behind a place like the one we are in. The commitment is to make two worlds talk to each other, two universes, both large and powerful, with completely different languages, which struggle to communicate with each other. This is what brought
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Un esempio è la joint venture con l’azienda americana Access che oggi è divenuta Access Rudolf Technologies (ART), il marchio con cui ci rivolgiamo al mercato soprattutto ma non solo per l’applicazione industriale dei siliconi, tra cui il principale è il lavaggio delle automobili, detergenti e cere che poi vengono raccolte nel processo stesso di lavaggio e riciclate. Dunque ci sono famiglie di applicazione che esulano dal settore tessile ma noi siamo ancora, nel dna, molto tessili.
TRA DUE MONDI
PIETRO FERRARI – Invece ora parliamo di lei e del suo percorso… ALBERTO DE CONTI – Io sono professionalmente mascherato: nasco a Milano dove studio tecnologie alimentari e nel contesto delle scienze e tecnologie alimentari mi specializzo nel filone della biochimica che mi appassionava e mi appassiona tutt’ora. Finisco il ciclo universitario e comincio a lavorare nella zona del Bustese in cui ci troviamo oggi, precisamente ad Albizzate, dove sto per quattro anni alla Lamberti che aveva in quegli anni interessi nell’ambito delle biotecnologie, con l’obiettivo di sperimentare e testare la produzione di enzimi e biopolimeri. In questo contesto ho trascorso tre mesi a Vienna in ambito universitario, tre mesi a Berlino, allora ancora nel quadrante sovietico, per imparare delle cose nuove. Nel 1997 Levi’s cerca qualcuno che abbia competenza a livello enzimatico, rispondo e loro, con un briciolo d’incoscienza, mi assumono. Mi trasferisco a Bruxelles, esco dal mondo chimico e per quindici anni mi tuffo nel mondo
della moda. Dal 1997 al 2012 rimango a Bruxelles, sia pure con lunghi soggiorni a San Francisco e a Hong Kong. Parallelamente si evolvono le mie competenze da figura tecnica a figura nel merchandising, poi nel marketing e al marketing strategico, concludo come responsabile dell’innovazione di prodotto la mia carriera in Levi’s e nel 2012, con la decisione dell’azienda di chiudere le proprie sedi operative in Europa e in Asia, faccio la scelta di tornare nel mondo della chimica, passando da San Marino, attraverso un progetto molto interessante dell’azienda Garmon. Nel 2018 comincio a dialogare con Rudolf, partendo dalla considerazione che è difficile essere un key player nel mondo della chimica se non si possiede un patrimonio e una capacità di ricerca e nasce un dialogo con Wolfgang Schumann, quarta generazione della famiglia proprietaria e amministratore delegato di Rudolf, con il quale cominciamo a progettare qualcosa di diverso: avvicinare un’azienda come Rudolf, una vera multinazionale con cent’anni di storia e incredibili capacità di ricerca, ai grandi player della moda. Questa è la logica che sta alla base di un luogo come quello in cui ci troviamo. L’impegno è quello di far parlare tra loro due mondi, due universi, entrambi grandi e potenti, con linguaggi completamente diversi, che faticano a dialogare tra loro. Questo è quello che mi ha portato qui ed è quello che come Rudolf vorremmo fare: per questo oggi porto avanti dal punto di vista manageriale HUB 1922 di Rudolf e rivesto il ruolo di marketing manager per la corporation. ! L'ufficio direzione immerso nell'attività.
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me here and what we like Rudolf would like to do: this is why today I carry on from the managerial point of view Rudolf's HUB 1922 and I cover the role of marketing manager for the corporation.
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PIETRO FERRARI – Instead now let's talk about her di lei and her di lei path of her... ALBERTO DE CONTI – I am professionally disguised: I was born in Milan where I study food technologies and in the context of food science and technology I specialize in the field of biochemistry that fascinated me and still am passionate about. I finish the university cycle and I start working in the Busto Arsizio area where we are today, precisely in Albizzate, where I am for four years at Lamberti who in those years had interests in the field of biotechnology, with the aim of experimenting and testing the production of enzymes and biopolymers. In this context, I spent three months in Vienna at the university, three months in Berlin, then still in the Soviet quadrant, to learn new things. In 1997 Levi's is looking for someone who has competence at an enzymatic level, I answer and they, with a modicum of unconsciousness, hire me. I move to Brussels, I leave the chemical world and for fifteen years I dive into the world of fashion. From 1997 to 2012 I stay in Brussels, albeit with long stays in San Francisco and Hong Kong. At the same time my skills evolve from a technical figure to a figure in merchandising, then in marketing and strategic marketing, I concludes my career at Levi's as head of product innovation and in 2012, with the decision of the company to close its offices operating in Europe and Asia, I make the choice to return to the world of chemistry, passing through San Marino, through a very interesting project from the Garmon company. In 2018 I began to dialogue with Rudolf, starting from the consideration that it is difficult to be a key player in the world of chemistry if you do not have a wealth and research capacity and a dialogue was born with Wolfgang Schumann, fourth generation of the family that owns and CEO of Rudolf, with whom we begin to design something different: to bring a company like Rudolf, a true multinational with a hundred years of history and incredible research skills, closer to the great players in fashion. This is the logic behind a place like the one we are in.
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UNA VISIONE PARTICOLARE
PIETRO FERRARI – Quando si parla di chimica applicata al tessile oggi si va sul tema della sostenibilità…qual è la filosofia di base del Gruppo Rudolf e come lei la declina nel mondo del tessile? ALBERTO DE CONTI – Per noi è difficile parlare di sostenibilità perché, per quanto il termine abbia in realtà un significato estremamente preciso, nell’arena che gli sta attorno si trova di tutto e di più. Noi cerchiamo di definirci in modo diverso: all’interno del Gruppo Rudolf noi parliamo di “chimica aspirazionale”, un nostro termine che ci identifica e con cui intendiamo qualcosa che noi siamo in grado di controllare e influenzare, cioè quel crocevia tra una ricerca chimica responsabile e una coscienza ambientale estrema: a questo crocevia troviamo la chimica aspirazionale. Quando io parlo di coscienza ambientale, io intendo una volontà di capire le implicazioni di certe azioni a 360 gradi e cercare di offrirle come spunto alle aziende con cui noi lavoriamo. Per fare un esempio: lei si interfaccia con molte aziende e persone e tutte fanno il massimo per risparmiare energia, per instaurare processi che usino meno acqua e via dicendo. Ma il discorso è diverso: se io prendo un paio di jeans e faccio un’analisi del suo ciclo di vita da quando il cotone è nel campo a quando il jeans viene buttato, focalizzandomi per il momento sull’acqua, due sono le fasi in cui i consumi d’acqua sono rilevanti: nel campo in cui il cotone viene coltivato e quando il capo, acquistato, viene lavato a casa dai consumatori. Il trenta per cento dell’acqua va in quei 480 milioni
di macchine per lavare che ci sono al mondo. La domanda che ci poniamo è perché dobbiamo spendere fatica e denaro per andare a sviluppare tecnologie che ci permettano di risparmiare un po’ d’acqua nel percorso industriale, quando nella realtà è a casa del consumatore che avvengono enormi consumi d’acqua? Per rispondere a questa domanda abbiamo sviluppato tecnologie che possono essere applicate ai capi d’abbigliamento e fare sì che questi capi possano essere soggetti a un numero molto inferiore di lavaggi. Questo esempio ci dice come il nostro sia un modo di pensare radicalmente diverso. All’inizio dall’altra parte si trova scetticismo e incomprensione - e questi due anni di pandemia non ci hanno aiutato, perché è difficile convincere le persone attraverso uno schermo, oggi però vediamo che questi discorsi cominciano a trovare ascoltatori attenti. Un altro esempio – di attualità – è che noi, diciotto mesi fa, abbiamo cominciato a renderci conto che i prezzi di alcune materie prime stavano andando fuori controllo: parlo del silicio che per il 75 per cento proviene dalla Cina ed entra nei trattamenti siliconici, parlo del fosforo che noi usiamo in una serie di sintesi ma che entra soprattutto nelle batterie. Su questi fatti ci siamo detti: cosa succederebbe se anche il petrolio dovesse cominciare a scarseggiare o diventasse molto costoso? ed è quello che sta accadendo oggi. Quindi diciotto mesi fa abbiamo cominciato a sviluppare un approccio diverso alla chimica, creando una famiglia di prodotti che noi chiamiamo OFFUEL e che oggi è
! Il reparto lavatrici.
completa, noi oggi la usiamo a 360 gradi. Ogni attività che noi svolgiamo qui oggi si basa su questi dodici prodotti che fanno parte del range OFFUEL. Abbiamo cominciato a parlare di questi prodotti sei mesi fa incontrando un’accoglienza relativamente fredda, sei mesi dopo con l’aumento del costo dei carburanti, c’è più sensibilità e constatiamo che c’è molto più interesse: questi prodotti che vanno dallo stone-washing enzimatico, al candeggio, all’ammorbidente, al disperdente, ai prodotti ausiliari per il laser e provengono tutti da materie prime diverse dal petrolio sono sempre più apprezzati.
NUOVI MATERIALI
PIETRO FERRARI – Quali sono queste materie prime di base? ALBERTO DE CONTI – Abbiamo materie prime provenienti dalle biotecnologie, quindi processi di fermentazione, materie prime che derivano dai minerali, poi estratti di tipo vegetali, senza entrare in competizione con l’alimentazione
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The commitment is to make two worlds talk to each other, two universes, both large and powerful, with completely different languages, which struggle to communicate with each other. This is what brought me here and what we like Rudolf would like to do: this is why today I carry on from the managerial point of view Rudolf's HUB 1922 and I cover the role of marketing manager for the corporation.
A PARTICULAR VISION
PIETRO FERRARI – When we talk about chemistry applied to textiles today we go to the theme of sustainability… what is the basic philosophy of the Rudolf Group and how do you interpret it in the world of textiles? ALBERTO DE CONTI – It is difficult for us to talk about sustainability because, although the term actually has an extremely precise meaning, in the arena around it you can find everything and more. We try to define ourselves differently: within the Rudolf Group we speak of "aspirational chemistry", a term that identifies us and by which we mean something that we are able to control and influence, that is, that crossroads between chemical research responsible and extreme environmental awareness: at this crossroads we find aspirational chemistry. When I speak of environmental awareness, I mean a willingness to understand the implications of certain actions at 360 degrees and try to offer them as an inspiration to the companies we work with. To give an example: you interface with many companies and people and they all do their utmost to save energy, to establish processes that use less water and so on. But the situation is different: if I take a pair of jeans and do an analysis of its life cycle from when the cotton is in the field to when the jeans are thrown away, focusing for the moment on the water, there are two phases in where water consumption is significant: in the field where the cotton is grown and when the garment,
purchased, is washed at home by consumers. Thirty percent of the water goes into those 480 million washing machines in the world. The question we ask ourselves is why do we have to spend effort and money to develop technologies that allow us to save some water on the industrial path, when in reality it is in the consumer's home that enormous water consumption occurs? To answer this question, we have developed technologies that can be applied to clothing and ensure that these items can be subjected to a much lower number of washes. This example tells us that ours is a radically different way of thinking. At first, on the other side, there is skepticism and misunderstanding - and these two years of pandemic have not helped us, because it is difficult to convince people through a screen, but today we see that these speeches are beginning to find attentive listeners. Another example – topical – is that we, eighteen months ago, began to realize that the prices of some raw materials were getting out of control: I'm talking about silicon which 75 per cent comes from China and enters silicone treatments, I am talking about the phosphorus that we use in a series of syntheses but which enters above all in the batteries. On these facts we said to ourselves: what would happen if even oil were to start running low or became very expensive? and that's what's happening today. So eighteen months ago we began to develop a different approach to chemistry, creating a family of products that we call OFFUEL and which today is complete, today we use it at 360 degrees. Every business we carry out here today is based on these twelve products that are part of the OFFUEL range. We started talking about these products six months ago, meeting a relatively cold reception, six months later with the increase in the cost of fuels, there is more sensitivity and we see that there is much more interest: these products ranging from stone – enzymatic washing, bleaching, softener, dispersant, auxiliary products for the laser and all come from different raw materials.
NEW MATERIALS
PIETRO FERRARI – What are these basic raw materials? ALBERTO DE CONTI – We have raw materials from biotechnologies, therefore fermentation processes, raw materials that derive from minerals, then vegetable extracts, without competing with human nutrition, and then there are the two "jewels".
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umana, e poi ci sono i due “gioielli”. Questi ultimi sono il risultato di un lavoro superlativo che è stato svolto in Germania dai nostri colleghi: componenti derivanti dagli scarti alimentari non utilizzabili in nessun modo, nemmeno come concimi, ma soprattutto straordinario è il lavoro sulla plastica, che viene utilizzata oggi come materia prima: le bottiglie in PET vengono ridotte in flakes, questi frammenti vengono depolimerizzati, riportati ai monomeri di base e poi ri-polimerizzati. Quello che poi è assolutamente nuovo è che si ripulisce il pianeta per fare qualcosa di diverso e più utile, tenendo conto anche dal fatto che ogni singolo pezzo di plastica che è stato prodotto dagli anni Cinquanta a oggi è ancora disperso nell’ambiente. Stiamo anche cercando di lavo-
rare sul poliestere in fibra oltre ad altri tipi di plastiche: è un lavoro complesso che si chiama Chemical recycling e afferisce alle ultime frontiere della sintesi chimica, un lavoro estremamente nobile e in quest’area il Gruppo Rudolf è all’avanguardia.
UN HUB DI ECCELLENZA
PIETRO FERRARI – Come si inserisce questo luogo, HUB 1922, nella logica del Rudolf Group? ALBERTO DE CONTI – Al suo esordio si è inserito con molta difficoltà, perché era un po’ troppo lontano per essere abbracciato dalla cultura aziendale. Oggi è diverso, io credo che ci si sia capiti: siamo riusciti, con un percorso complesso, ad avere qualcosa che è unico, abbiamo regolarmente tecnici che arrivano dalla Germania e che hanno un im-
The latter are the result of a superlative work that was carried out in Germany by our colleagues: components deriving from food waste that cannot be used in any way, not even as fertilizers, but above all the work on plastic, which is used today as a raw material, is extraordinary. PET bottles are reduced into flakes, these fragments are depolymerized, brought back to the base monomers and then re-polymerized. What is absolutely new is that the planet is cleaned up to do something different and more useful, also taking into account the fact that every single piece of plastic that has been produced since the 1950s is still lost in the environment. We are also trying to work on fiber polyester in addition to other types of plastics: it is a complex job called Chemical recycling and it refers to the last frontiers of chemical synthesis, an extremely noble job and in this area the Rudolf Group is at the forefront.
A HUB OF EXCELLENCE
PIETRO FERRARI – How does this place, HUB 1922, fit into the logic of the Rudolf Group?
printing di solidità scientifica, mentre il nostro contributo è quello di impadronirci di questi elementi estremamente tecnici e di usarli in modo creativo in stretto dialogo con i clienti. Posti così non ne esistono molti. PIETRO FERRARI – Qual è la direzione in cui andare per voi come gruppo, e per il pianeta, se vuole avere un futuro? ALBERTO DE CONTI – Cominciare a pensare a una chimica che sia diversa, che usi tutto il male che è stato fatto al pianeta come una risorsa, orientandosi verso materie prime che siano sempre più rinnovabili o comunque riciclabili, sempre tenendo presente, come azienda chimica, il nostro dovere di essere trasparenti e di informare il pubblico, tenendo presente la linea della preservazione e della discrezione nei confronti del know-how aziendale.
ALBERTO DE CONTI – At his debut he entered with great difficulty, because he was a little too far away to be embraced by the corporate culture. Today it is different, I think we understand each other: we have managed, with a complex path, to have something that is unique, we regularly have technicians who come from Germany and who have an imprint of scientific solidity, while our contribution is that of master these extremely technical elements and use them creatively in close dialogue with customers. There aren't many places like this. PIETRO FERRARI – What is the direction in which to go for you as a group, and for the planet, if it wants to have a future? ALBERTO DE CONTI – Begin to think of a chemistry that is different, that uses all the harm that has been done to the planet as a resource, moving towards raw materials that are increasingly renewable or in any case recyclable, always keeping in mind, as a chemical company, our duty to be transparent and to inform the public, keeping in mind the line of preservation and discretion towards corporate know-how.
CONSULENTE IN TINTURE NATURALI PER L’INDUSTRIA
dottor STEFANO PANCONESI Via Italia, 6 - 13843 Pettinengo Biella Italia T. +39/348 3326570 stefano.panconesi@gmail.com www.pancolori.eu
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COLOURS PANCONESI www.pancolori.eu writer Stefano Panconesi
“VEGETALE, MINERALE E ANIMALE: I TRE MONDI DELLA TINTURA TESSILE NELLA STORIA” Fino alla fatidica data del 1856, anno in cui Perkins inventò il primo colorante di sintesi, i colori si potevano estrarre unicamente da risorse naturali come i vegetali, gli insetti e i minerali. Questi ultimi sono i primi ad essere stati scoperti e utilizzati in quanto si trovano in natura pronti per l’uso: terre e pietre. I pigmenti minerali però non sono solubili in acqua ed è per questo che sono stati utilizzati per molti generi di decorazioni, dal corpo ai muri, ma non per la tintura tessile - naturale - che necessita dell’acqua come veicolo per permettere di assorbire in maniera stabile il colore. Per la tintura si fa uso da sempre di alcuni sali minerali - in particolare allume e ferro – per fissare il colore.
! GROTTE DI LASCAUX FRANCIA.
grande diffusione del colore potrà avvenire unicamente quando l’aumento della popolazioni di fine Settecento e l’uscita da anni “bui”, portò il ricercatore inglese Perkins alla scoperta del primo colore chimico. La scoperta fu però casuale; infatti lo scienziato stava cercando soluzione a due problematiche: l’aumento delle malattie infettive dovuto all’aumento della popolazione e la cattiva igiene, e la necessità di smaltire lo scarto di lavorazione del carbone della centrale elettrica. Questo primo colore, che chiamò Malvina dal color malva, ebbe un grande successo nella società inglese e nel mondo. In seguito, partendo dallo studio delle strutture chimiche delle piante tintorie, si riuscì ad ottenere chimicamente anche tutti gli altri colori e successivamente a industrializzarne la produzione.
! ALLUME DI POTASSIO.
Anche se il bisogno di decorare con il colore il proprio corpo e i propri utensili è assai antico, la diffusione del colore è stato molto parco per diversi motivi: difficoltà di reperire le materie prime, difficile elaborazione delle ricette, segretezza delle botteghe, lunghi tempi necessari alla riuscita della tintura. Così che possiamo dire che, in verità, la
! WELLIAM HENRY PERKIN.
! ABITO IN SETA 1862 TINTO DA PERKIN COLOR MALVINA.
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L’uso dei coloranti naturali ha accompagnato la vita delle persone di ogni parte del mondo fin da tempi davvero antichissimi; in particolare la scoperta dei colori che ancora possiamo usare provengono da radici, fusti, foglie, fiori, bacche, cortecce, funghi, licheni così come da alcuni insetti e molluschi. L’estrazione e preparazione dei coloranti sono menzionate in testi cinesi già nel 3000 a.c. e potrebbero essere stati ancora più antichi i tentativi umani di cimentarsi con la chimica tintoria. Per molto tempo i colori furono diversi per ogni territorio perché diverse erano le materie prime disponibili; ma con l’avvento dei grandi viaggi esplorativi le materie coloranti così come altri prodotti quali il cibo e le spezie vennero diffuse da una parte all’altra del mondo. Per l’Europa furono fondamentali i viaggi, di Marco Polo, che alla fine del 1200 descrisse l’estrazione e l’utilizzo dell’Indaco (Indigofera tintoria), pianta che cresce in Cina ma anche in India dalla quale si ottengono varie tonalità di azzurro, fino al blu e quello di Cristoforo Colombo della fine del 1400, che favorirono la conoscenza, l’importazione e l’applicazione dei coloranti utilizzati dai Maya, dagli Atztechi e dagli Incas, e in particolare del rosso ottenuto dalla cocciniglia (Dactylopius coccus), piccolo insetto infestante della pianta del cactus. Fino a queste due date strategiche per la storia dei coloranti e della tintura naturale
in Europa il blu veniva estratto dal Guado (Isatis tintoria) pianta che in Italia era coltivata in molte zone specialmente dell’Umbria e della Toscana; mentre in Francia , nella zona di Tolosa, chiamato Pastel (Isatis tintoria); mentre il rosso veniva estratto dalla radice di robbia (Rubia tinctorum) particolarmente diffusa in Belgio e Olanda.
! GUADO (ISATIS TINC.).
! RESEDA ( RESEDA LUTEOLA).
È molto curioso sapere che il verde, colore principale del mondo vegetale, non si riesce ad estrarre per uso tintorio. In fatti si usava fare una doppia tintura, prima il giallo (Reseda Luteola) e poi in Guado (Isatis tinc.) o viceversa. Oggi invece si utilizza la clorofilla, che può essere ottenuta dalle foglie di diverse piante come gli spinaci o il gelso, ma risulta molto poco stabile alla luce. Alcuni gialli si possono far virare verso il verde attraverso l’uso di sali minerali o altri modificatori del pH; ma come abbiamo già detto, il vero magnifico verde smeraldo lo si ottiene solamente attraverso una doppia tintura blu e gialla.
! ANIMAL, VEGETABLE, MINERAL Until the fateful date of 1856, the year in which Perkins invented the first synthetic dye, colors could only be extracted from natural resources such as plants, insects and minerals. The latter are the first to have been discovered and used as they are found in nature ready for use: earth and stones. However, mineral pigments are not soluble in water and that is why they have been used for many kinds of decorations, from the body to the walls, but not for textile dyeing - natural - which requires water as a vehicle to allow it to be absorbed in a stable color.
For the dyeing, some mineral salts have always been used - in particular alum and iron – to fix the color. The path of natural dyes goes hand in hand with the history of mankind and is never over. Over the last few years, the growth of interest in natural dyes has also pushed research towards alternative sources of color: algae, microalgae and food waste. These studies are very interesting because they tend to solve multiple problems at the same time: finding a color that is not harmful to the health of people and the environment, not overloading the land with alternative crops to food, using what would become waste to be disposed of.
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COLOURS PANCONESI Famoso era un colore verde cinese, particolarmente bello sulla seta, ottenuto da una pianta che cresce lì; il famoso Lo-Kao. Anche il nero è un colore assai difficile da ottenere; presuppone ricette e metodiche di sovra tintura molto lunghe e raffinate ed è difficile togliere completamente una dominante che può essere di volta in volta, a seconda delle piante utilizzate, viola, blu o marrone. Nei tempi passati lo si otteneva con prodotti coadiuvanti terribilmente tossici che per fortuna ora sono vietati (bicromato di potassio). Un bellissimo nero veniva usato per riprendere le pezze ammuffite dai bombardamenti anche a Prato tra la prima e la seconda guerra mondiale e veniva usato il legno di Campeggio (Hematoxilum Camp.) e usando come mordente i sali di cromo.
Questo è probabilmente il motivo per cui l’approfondimento della materia è importante e i tintori sono da sempre stati riconosciuti come alchimisti molto rispettati. Possiamo classificare così le nostre risorse coloranti in: - Minerali - Insetti - Piante A sua volta le piante possono essere: - Spontanee - Coltivate - Scarti da altri utilizzi Possono essere utilizzate in forma: - Fresca - Secca - Estratta Inoltre possiamo dividerli in: - Piante del territorio (ovvero quelle delle diverse tradizioni popolari) - Piante storiche (quelle che da sempre l’uomo ha coltivato a questo scopo)
! CAMPEGGIO (HAEMATOXILUM CAMPECHIANUM ).
! GALLA( CECIDIO).
Insomma abbiamo a disposizione moltissimi beige più o meno rosati o freddi, tanti gialli più o meno brillanti o dorati, diversi rossi aranciati o violacei, pochissimi blu e viola, quasi niente verde e vero nero.
Rispetto alla metodica di tintura possiamo dividerli in: - Diretti (che non necessitano di mordenzata) - A mordente (che hanno bisogno di un bagno di mordenzata con sali minerali o tannini) - Al tino (che devono essere fatti fermentare)
Chimicamente possiamo dividerli in: Carotenoidi: Flavonoidi: Antociani: Chinonici: Clorofille: Antrachinonici: Indigoidi: Tannini:
Reseda Grani di Persia Uva Cocciniglia Foglie Robbia Indaco Catecù
Anatto Curcuma Ginestra Campeggio
Guado Tara
Mirabolano
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Da qualche anno la crescita dell’interesse nella tintura naturale ha spinto la ricerca anche verso fonti alternative di colore: alghe, microalghe e scarti di prodotti alimentari. Questi studi sono molto interessanti perché tendono a risolvere più problemi nello stesso tempo: trovare un colore non dannoso alla salute delle persone e dell’ambiente, non sovraccaricare i terreni di colture alternative a quelle alimentari, utilizzare quelli che diventerebbero scarti da smaltire.
Infine possiamo affermare che i colori naturali sono “colori viventi” in quanto hanno la capacità di cambiare nel tempo e interagire con gli utenti; soprattutto cambiano più che sparire per ricordarci che la natura non è completamente controllabile ma è libera e segue i suoi fini. Diventare tolleranti alle irregolarità dei prodotti naturali ci aiuta a diventare consumatori consapevoli.
! ALGHE SPIRULINA.
dottor STEFANO PANCONESI Via Italia, 6 13843 Pettinengo Biella Italia T. +39/348 3326570 ! FUNGHI TINTORI VARI.
stefano.panconesi@gmail.com www.pancolori.eu
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AREA DENIM ISKO https://iskodenim.com writer Beatrice Guidi
NATA PER STUPIRE UNA PARTNERSHIP VINCENTE NEL MONDO DEL DENIM: ISKO™LUXURY DI PG. Una nuova entusiasmante collaborazione è arrivata nel mondo della moda denim: ISKO e Paolo Gnutti aprono nuove strade nel mondo del denim di lusso. Combinando le tecnologie avanzate di ISKO per il mondo del denim con la visione creativa di PG, il risultato è una speciale collezione ISKO™ Luxury by PG, caratterizzata da un fascino unico di alta gamma. La collezione, lanciata per la prima volta al Denim Première Vision a Berlino, racchiude le innovazioni tecnologiche più rivoluzionarie di ISKO combinate con
! Paolo Gnutti con l'insegna Born to Amaze. ! Un programma senza compromessi.
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ISKO fa parte di Sanko Tekstil, la divisione tessile del Gruppo Sanko. In qualità di premium denim ingredient brand scelto per i jeans più amati al mondo, ha un'importante presenza globale in 35 paesi e con 60 sedi internazionali. Grazie a un approccio votato alla Responsible Innovation™ che si basa sui valori di creatività, competenza e citizenship, ISKO opera per rendere il mondo un posto migliore e per diffondere maggiore consapevolezza in merito agli aspetti ambientali e sociali. Impegnata in un'ottica di miglioramento continuo, ISKO si avvale del coinvolgimento di stakeholder esterni con l'obiettivo di stringere partnership virtuose e ottenere certificazioni di terze parti. Questa visione ha portato a molti risultati positivi, tra cui spiccano bluesign® Partnership, STeP by OEKO-TEX®, Textile Exchange, SAC, ZDHC, EU Ecolabel, The Jeans Redesign by the Ellen MacArthur Foundation e Green Deal Circular Denim. ISKO is part of Sanko Tekstil, the textile division of the Sanko Group. As the premium denim brand behind people’s favorite jeans, it has a strong global presence in 35 countries with 60 international locations. By virtue of its Responsible Innovation™ approach, founded on creativity, competence and citizenship, ISKO works to make the world a better place, bringing awareness to environmental as well as social aspects. Committed to an approach of continuous improvement, ISKO relies on external stakeholder engagement, striving for third-party certifications and partnerships. This has led to many achievements, including bluesign® Partnership, STeP by OEKOTEX®, Textile Exchange, SAC, ZDHC, EU Ecolabel, The Jeans Redesign by the Ellen McArthur Foundation and Green Deal Circular Denim.
A PROPOSITO DI PG
PG si rivolge a un segmento di mercato molto specifico: un cliente che ha bisogno di un prodotto che, dopo essere stato lavorato, diventa unico. Questo è il lavoro che PG fa ogni giorno: creare prodotti alla moda e unici, cercare di incrociare il denim con altri mondi che non hanno nulla a che fare con il mondo blu. PG crea un mondo ricco di colori, stampe, effetti laminati, floccature e finiture che rendono il mondo del denim indaco unico e affascinante. Al timone di PG c'è Paolo Gnutti, che ha dedicato una vita all'innovazione e alla creatività del denim. Considerato il “wizard"del mondo indaco, Gnutti ha iniziato la sua carriera lavorando come R&D in un'azienda manifatturiera più di 35 anni fa. Le competenze di Gnutti partono dalla conoscenza del filato fino al finissaggio del capo, coprendo tutti step produttivi. Sviluppa costantemente le sue competenze per creare concetti unici e indimenticabili nel mondo tessile.
ABOUT PG
PG is aimed at a very specific market segment: a client who needs a product that after being worked becomes unique. This is the work that PG do every day – to create fashion and unique products, try to cross denim with other worlds that have nothing to do with blue world. PG creates a world full of colors, prints, laminated effects, flocks and finishes that make the world of indigo denim unique and fascinating. At the helm of PG is Paolo Gnutti with his lifetime dedicated to denim innovation and creativity. Considered a “wizard” of the indigo world, Gnutti began his career working in R&D at manufacturing company more than 35 years ago. Gnutti's skills start from knowledge of the yarn through to finishing on the finished garment, coveringall stages of production. He constantly developing his skills to create unforgettable and unique concepts in the textile world.
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AREA DENIM ISKO
! Tutte le possibilità espressive del denim.
l'esperienza di lunga data di Paolo Gnutti, che ha esplorato un'estetica altamente personalizzata rivolta alle esigenze del mercato del lusso attraverso 7 mood principali: Denim addicted, che celebra i total look denim, proponendo silhouette classiche mixate con volumi e dettagli rivisitati. Y2k, che riporta in auge lo stile tipico degli anni 2000, dove era d’obbligo mostrare “più pelle possibile”, indossando micro top, minigonne, pantaloni a vita bassa, capi rimpiccioliti, decorazioni a farfalla e impreziosimenti Fanatacism: Colori vivaci, stampe intriganti che si mescolano con i loghi e volumi ampi
Bounder glam, con effetti glamour in pelle ispirati allo stile dei motociclisti e applicati a modelli oversize, con lace-ups. Moto'roll, dove l'iconico stile biker degli anni '60 e '70 è tornato con un tocco di modernità e una vasta gamma di trattamenti e tessuti, che offrono a uomini e donne la possibilità di diventare l’idolo della folla. Gingham mania, un'esplorazione approfondita della tendenza gingham che trova espressione attraverso varie dimensioni e tecniche che si adattano a qualsiasi silhouette. Rugged re-made, che celebra l'abbiglia-
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mento da lavoro e i capi storici creando uno stile che combina la storia con le tecnologie, soluzioni e trattamenti per ricreare quel look vintage che sta a cuore agli amanti del denim heritage. «La collaborazione con ISKO è entusiasmante su tanti livelli» spiega Paolo Gnutti, Fondatore di PG, «perché insieme possiamo davvero portare il settore del denim premium ad un livello successivo, grazie alle tecnologie pionieristiche e rivoluzionarie dell'azienda. Come risultato, l'estetica del lusso sarà caratterizzata da tessuti nuovi ed esclusivi che avranno un aspetto unico per permettere al denim di lusso di entrare nell’età moda». «Il risultato della collaborazione di una delle figure più apprezzate nella comunità
del denim Paolo Gnutti, con ISKO è una cosa davvero entusiasmante da vedere – ha dichiarato Marco Lucietti, Direttore di Progetti strategici di ISKO – è un ottimo momento per il denim: c'è innovazione e creatività e siamo molto entusiasti di aprire la strada all'intero settore attraverso l'innovazione tecnologica più rivoluzionaria mescolata al tocco creativo di Paolo che sappiamo farà emergere il meglio delle qualità del denim ISKO».
! INTRODUCING ISKO™ LUXURY BY PG – ‘BORN TO AMAZE’ ISKO’s partnership with Paolo Gnutti, featuring exclusive creations for the luxury segment, lands at Denim Première Vision in Berlin. Merging sustainable and innovative fashion with new premium aesthetics. An exciting new collaboration has come into the denim fashion world as ISKO teams up with Paolo Gnutti, to break exciting new ground in the world of premium, luxury denim. Combining ISKO’s advanced denim technologies with PG’s creative vision, the result is a special ISKO™ Luxury collection by PG, characterized by a unique high-end appeal. The collection, launched for the first time at Denim Première Vision, embodies ISKO’s most revolutionary technological innovations combined with the long-standing expertise of Paolo Gnutti, who explored aesthetics highly profiled to the unique needs of the luxury segment through 7 main moods: ● Denim addicted, celebrating total denim looks, offering classic silhouettes mixed up with revised volumes and details; ● Y2k, bringing back the 2000s typical style featuring exposed skin, low waist pants, micro tops, mini skirts, shrunken garments, butterfly decorations and embellishments; ● Fanaticism, featuring bright, bold colors, intricate prints and logos combined with details that meet ample volume styles; ● Bounder glam, all about glammed up leather effects inspired by bikers' unapologetic style and applied to oversize fits, cutouts and lace-ups styles;
● Moto’roll, where the iconic 60s and 70s biker style is back with a modern twist and a vast range of treatments and fabrics, offering men and women true crowd-pleasers; ● Gingham mania, an in-depth exploration of the gingham trend which finds expression through various dimensions and techniques that cater to any silhouette; ● Rugged re-made, which celebrates workwear and historical garments creating a style that combines history with technologies, solutions and treatments to recreate that vintage look dear to the heart of lovers of denim heritage. “The collaboration with ISKO is exciting on so many levels” explains Paolo Gnutti, PG founder, “because together we can really take the premium sector to the next level thanks to the company’s pioneering and game-changing technologies. As a result, luxury aesthetic will feature new and exclusive fabrics that will bring a unique twist to the world of fashionable luxury denim”. “That one of the most appreciated figures in the denim community and ISKO have teamed up is a really exciting thing to see”. Claimed Marco Lucietti, Director of Strategic Projects, ISKO. “It is such a great time for denim, innovation and creativity and we are very thrilled to be paving the way for the whole industry with the most revolutionary technological innovation mixed with Paolo’s creative touch which we know will bring out the very best of ISKO denim’s qualities.
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AREA MAGLIERIA LANIFICIO DELL'OLIVO https://lanificiodellolivo.com writer Pietro Ferrari
IL POTERE BENEFICO DELLA MAGLIERIA IL LANIFICIO DELL'OLIVO È PARTNER DI PSICOKNIT, UN PROGETTO DI FROY E DEL GRUPPO DI RICERCA KNIT DESIGN DEL POLITECNICO DI MILANO IN MOSTRA AL FUORISALONE DURANTE LA MILANO DESIGN WEEK. Lanificio dell’Olivo è partner di PsycoKnit, ideato e realizzato da FROY e del Gruppo di Ricerca KnitDesign del Dipartimento Design del Politecnico di Milano, un progetto di inclusione e innovazione che vuole sensibilizzare le persone sulle tematiche della salute mentale, presente alla Design Week 2022.
! La locandina dell'evento milanese. ! Un concetto di Psycoknit. ! Materiali e semilavorati.
Un percorso innovativo sul mondo tessile che si suddivide in sette stanze, dove il visitatore viene portato a riflettere sui diversi stati emotivi, attraverso ansia insicurezza gioia fino alla meraviglia. L'obiettivo dell'installazione è duplice: da un lato quello di mettere in primo piano i problemi di salute mentale, evidenziando le dinamiche alterate che la situazione pandemica globale ha generato, e dall'altro suggerire soluzioni, come una maggiore attenzione all'ascolto dell'altro per prendere consapevolezza del proprio sé e creare un nuovo modo di stare insieme e ritrovarsi come comunità.
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! THE HEALING POWER OF KNITWEAR
The dual role of the thread is emblematic, which by twisting on itself can give life to an object without ever breaking; in Lanificio dell'Olivo is partner of PsycoKnit, conceived and the same way the project acts as a link between people created by FROY and the KnitDesign Research Group of to re-connect emotions and sensations. the Design Department of the Politecnico Milano an inclusion and innovation project that aims to raise awareness of ABOUT LANIFICIO DELL'OLIVO the issues of mental health, present at Design Week 2022. Lanificio dell’Olivo, founded in 1947, is a leader in the proAn innovative path on the textile world that is divided into duction of fancy yarns for the knitwear and knitting industry. 7 rooms, where the visitor is led to reflect on the different As precursors and protagonists of Made in Italy, technoloemotional states, through anxiety, insecurity, joy to the gical research is supported by creativity, experience and point of wonder. The goal of the installation is twofold: on an overview at the service of production. The fibers are prothe one hand to highlight mental health problems, highli- cessed at the Prato factories equipped with modern digital ghting the altered dynamics that the global pandemic si- control technologies and a series of mechanical parts spetuation has generated, and on the other to suggest cially designed by Lanificio dell’Olivo. solutions, such as greater attention to listening to the other The exclusive network of suppliers in the world ensures Lato become aware of one's self and create a new way of nificio dell’Olivo precious materials derived exclusively from sources that ensure a high level of quality, in compliance being together and finding oneself as a community. "The experience of knittherapy was already known to us" with international standards. affirms Fabio Campana, CEO of Lanificio dell'Olivo – "During Over the years Lanificio dell'Olivo has developed a unique Covid, the request for balls for knitting, which we produce know-how in the worsted spinning of noble fibers such as in addition to the collections for the industry, is significantly alpaca, mohair, cashmere, silk, the finest wools, cottons increased and we felt in tune with the FROY project, which and linen, as well as the twisting of unique, high-perforhighlights the beneficial power of knick-knacks on emotio- mance and precious materials for the creation of fantasy effects with the most varied colors. nal states”. Protagonists: Molla, Luke and Sauvage, chosen from the With the Going Green program and with the 4Sustainability rich range of proposals of the fantasy yarn collections, certification for the elimination of toxic and harmful subcompletely cover the rooms where the visitor can immerse stances in production processes through the MRSL ZDHC, Lanificio dell'Olivo is committed to the creation of sustainahimself in an all-encompassing sensorial experience.
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! Fasi di lavorazione.
AREA MAGLIERIA LANIFICIO DELL'OLIVO
«L’esperienza della knittherapy ci era già nota – afferma Fabio Campana, CEO di Lanificio dell’Olivo – durante il Covid, la richiesta di gomitoli per il lavoro a maglia, che produciamo oltre alle collezioni per l’industria, è notevolmente aumentata e ci siamo sentiti in sintonia con il progetto di Froy, che mette in luce il potere benefico della maglieria sugli stati emotivi». Protagonisti: Molla, Luke e Sauvage, scelti tra la ricca gamma di proposte delle collezioni filati fantasia, rivestono completamente le stanze dove il visitatore può immergersi in una esperienza sensoriale totalizzante. È emblematico il duplice ruolo del filo, che ritorcendosi su se stesso può dare vita ad un oggetto senza mai spezzarsi; allo stesso modo il progetto funge da collegamento tra le persone per ri-connettere emozioni e sensazioni.
DUE PAROLE SU LANIFICIO DELL'OLIVO CHE QUEST’ANNO FESTEGGIA 75 ANNI DI ATTIVITÀ
Lanificio dell’Olivo, fondato nel 1947, è leader nella produzione di filati fantasia per l’industria della maglieria e della aguglieria.
Da precursori e protagonisti del made in Italy, la ricerca tecnologica è supportata dalla creatività, dall’esperienza e dalla visione d’insieme al servizio della produzione. Le fibre sono lavorate presso gli stabilimenti di Prato dotati di moderne tecnologie a controllo digitale e di una serie di particolari meccanici progettati appositamente da Lanificio dell’Olivo. Il network esclusivo di fornitori nel mondo assicura a Lanificio dell’Olivo materiali pregiati e derivanti esclusivamente da fonti che assicurano un alto livello qualitativo, in conformità con gli standard internazionali. Negli anni Lanificio dell’Olivo ha sviluppato un know-how unico nella filatura pettinata di fibre nobili come alpaca, mohair, cashmere, seta, le lane più fini, i cotoni e il lino, oltre alla ritorcitura di materiali unici, performanti e pregiati per la creazione di effetti fantasia dai colori più svariati. Con il programma Going Green e con la certificazione 4Sustainability per l’eliminazione delle sostanze tossiche e nocive nei processi produttivi attraverso la MRSL ZDHC, Lanificio dell’Olivo si impegna alla
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realizzazione di forniture sostenibili con prodotti e lavorazioni di qualità che rispondano al rispetto dell’ambiente, della salute dei lavoratori e dei consumatori. Sensibile all’impatto delle produzioni su larga scala nell’ambiente, nel 2016 Lanificio dell’Olivo ha sottoscritto Detox, un progetto promosso da Greenpeace che ha come obiettivo l’eliminazione delle sostanze pericolose dalla filiera produttiva. Viene redatto annualmente il Rapporto di sostenibilità e viene completato l’HiggIndex, uno strumento di valutazione delle pratiche sostenibili in ambito sociale e ambientale messo a punto dal SAC (Sustaina-
ble Apparel Coalition). Numerosissime le certificazioni di prodotto che pongono l’azienda ai vertici della moda sostenibile. Lanificio dell’Olivo è una realtà internazionale con due terzi delle vendite rivolte all’estero: Europa, Stati Uniti e Far East annoverando tra i clienti i marchi più prestigiosi del panorama mondiale. L’azienda sta investendo in capacità produttiva e logistica. Forte spinta sul servizio di stock service e investimenti in formazione del personale e nei sistemi informativi. Il tutto con una spinta strategica sulla sostenibilità e sulla crescita globale.
ble supplies with quality products and processes that meet compliance with environment, health of workers and consumers. Sensitive to the impact of large-scale production on the environment, in 2016 Lanificio dell’Olivo signed Detox, a project promoted by Greenpeace which aims to eliminate hazardous substances from the production chain. The Sustainability Report is drawn up annually and the HiggIndex is completed, a tool for evaluating sustainable social and environmental practices developed by the SAC (Sustainable Apparel Coalition). Numerous product certifi-
cations place the company at the top of sustainable fashion. Lanificio dell’Olivo is an international company with two thirds of sales directed abroad: Europe, the United States and the Far East, counting among its customers the most prestigious brands on the world scene. The company is investing in production and logistics capacity. Strong push on the stock service and investments in staff training and information systems. All with a strategic boost on sustainability and global growth.
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AREA TECNOLOGIE MIMAKI www.mimakieurope.com writer Pietro Ferrari
EFFICIENZA E QUALITÀ
! Mimaki JV330-160. ! Mimaki CG-AR.
! Mimaki CJV330-160.
Mimaki Europe annuncia la nuovissima serie 330 di stampanti a getto d’inchiostro di grande formato, comprendente i modelli JV330-160, CJV330-160 e TS330-1600, nonché la nuova gamma di plotter da taglio CG-AR. Lanciata in occasione dell’evento Global Innovation Days, la serie 330 sfrutta la strategia cross-platform di Mimaki per offrire una soluzione di stampa di alto livello, performante ma allo stesso tempo conveniente e competitiva nel prezzo, per numerosi settori. Allo stesso modo, la serie CG-AR, disponibile in tre formati, garantisce agli utenti nuove funzionalità per i plotter da taglio entry-level di prezzo destinate a migliorare il flusso di lavoro. Entrambe le novità rispecchiano gli obiettivi di crescita di Mimaki, impegnata ad ampliare il proprio portfolio di prodotti con soluzioni dall’ high-end all’entry-level per sostenere e incoraggiare ancora di più i clienti a migliorare l’offerta di prodotti e di servizi di stampa.
! Mimaki TS330-1600.
LE ULTIMISSIME STAMPANTI MIMAKI – SERIE 330
Dopo il successo delle serie 100 e 300 Plus, Mimaki ha messo a punto la serie 330, concentrandosi sulla produttività e sull’alta qualità dell’immagine. Mimaki è un’azienda rinomata per la qualità e la sua ampia gamma cromatica, le nuove stampanti possono realizzare stampe durevoli ad alta risoluzione per i settori del tessile e della grafica e cartellonistica. Le stampanti a getto d’inchiostro eco-solvente, JV330-160 e CJV330-160, assicurano l’elevato standard di colore necessario nella grafica e cartellonistica per interni ed esterni grazie anche al nuovo profilo di input “Deep Color Natural”, garantendo tinte piatte intense e accattivanti, incarnati naturali, ma anche rossi scuri e grigi neutri. Con velocità di stampa di 21,0m2/ora in modalità standard 4 colori, questa serie di stampanti è ideale per i progetti che devono essere
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! INTRODUCING MIMAKI’S LATEST PRINTERS THE 330 SERIES Following on from the success of the 100 and 300 Plus Series, the 330 Series was developed to offer mid- to high-end printing models, focusing on high image quality and productivity. As a company renowned for its high-colour range, Mimaki’s newest printers can achieve high resolution, durable prints for both the Sign Graphics and Textile industries. The eco-solvent inkjet printers, the JV330-160 and CJV330160, deliver the high-standard of colour required for indoor and outdoor sign graphics through the new “Deep Color Natural” input profile, offering eye-catching and vivid solid colours, natural skin tones, as well as deep reds and neutral greys. With printing speeds of 21.0m2/h during standard mode while using 4 colours, this printer is ideal for print jobs that require quick delivery. The in-built cleaning mechanisms and monitoring features ensure an efficient workflow and allow for longer running times. Both models feature a newly designed unwinding system that allows three rolls of media to be loaded simultaneously, greatly reducing the time and manpower required to change print media. One operator can bring the desired
media into position simply by turning the media changer. Another standard feature is an “XY slitter” – a highly precise cutting technology, which provides in-line X-axis and Y-axis sheet-fed cutting. This eliminates the unwinding and rough cutting from the workflow, helping printers to significantly speed up and streamline the post-process, with less interference needed. The print-only model JV330-160 as well as the integrated printer and cutter CJV330-160 will be available globally in April 2022. In addition to the sign & graphics solutions, Mimaki has also released the TS330-1600, a sublimation transfer inkjet printer, for the textile industry. Enabling both high production and high image quality, and equipped with new functions to improve stable operation, the TS330-1600 can achieve a printing speed of 69m2/h in Draft mode with a 4-colour ink set, and the fastest mode reaching up to 135m2/h. The newest cleaning mechanism applies a cloth wiper that removes unwanted ink from the nozzle surface, reducing ink splatter and improving the overall upkeep of the machine. The TS330-1600, also has optional add-on to further increase efficiency, including the “10kg ink tank supply unit”, which reduces cost per cc compared to the standard 2L ink pack
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! Mimaki TS330-160
ambientata nello Showroom Mimaki a Tradate.
AREA TECNOLOGIE MIMAKI consegnati rapidamente. I meccanismi di pulizia incorporati e le funzionalità di monitoraggio assicurano un flusso di lavoro efficiente e una maggiore operatività. Entrambi i modelli integrano un sistema di svolgimento materiale di nuova progettazione che permette di caricare simultaneamente tre bobine di supporti, riducendo sensibilmente il tempo e la manodopera necessari per cambiare i supporti di stampa. L’operatore può portare in posizione il supporto desiderato con la semplice rotazione del dispositivo cambia supporti. Un’altra funzionalità standard è il “tagliabordi XY”, una tecnologia di taglio ad altissima precisione che effettua in linea il taglio dei fogli lungo gli assi X e Y. Questa procedura alleggerisce il flusso di lavoro delle fasi di sbobinatura e taglio grezzo, e grazie al minor numero di interventi permette agli stampatori di velocizzare e razionalizzare notevolmente le operazioni di poststampa. Il modello JV330-160 per la sola stampa e la versione CJV330-160 con stampa e taglio integrati saranno disponibili a livello mondiale ad aprile 2022. Oltre alle soluzioni per il settore sign & graphics, Mimaki ha lanciato la stampante inkjet a sublimazione, TS330-1600, destinata al settore tessile. La nuova stampante TS330-1600 integra funzioni avanzate che migliorano la stabilità di funzionamento, garantisce elevata produttività e alta qualità d’immagine e può raggiungere una velocità di stampa di 69m2/ora in modalità Bozza a 4 colori, mentre nella modalità più veloce arriva fino a 135m2/ora. Il nuovissimo meccanismo di pulizia del wiper con panno rimuove l’inchiostro indesiderato dalla superficie degli ugelli, riducendo la diffusione dell’inchiostro e migliorando la manutenzione generale della macchina. Il modello TS330-1600 dispone, inoltre, di add-on opzionali destinati ad aumentarne ulteriormente l’efficienza, come per esempio “l’unità di rifornimento inchiostro con taniche da 10 kg” che, rispetto alla confezione standard da 2 litri, riduce il
costo di produzione e permette di stampare più a lungo. È possibile aggiungere l’optional che permette l’utilizzo di bobine mini-jumbo di carta sublimatica e ridurre così ulteriormente i costi operativi. Un sistema di raccolta migliorato, con due motori su entrambi i lati della stampante, distribuisce il carico e intensifica la potenza per garantire l’avvolgimento stabile della carta stampata, persino alle alte tirature. TxLink4, il software RIP di Mimaki dedicato al mercato tessile, è incluso in ogni unità TS330-1600. Tutti i prodotti della serie sono dotati di tecnologia MWDT (Mimaki Weaving Dot Technology) che ottimizza l’ordine di posizionamento delle gocce d’inchiostro in funzione delle condizioni di stampa – evitando irregolarità dovute alla stampa o alle regolazioni. Mimaki mette a disposizione l’accesso alla app MRA (Mimaki Remote Access) che migliora la facilità d'uso consentendo agli utenti di accedere da remoto alla macchina e di verificarne lo stato operativo.
MAGGIORE EFFICIENZA CON LA SERIE DI PLOTTER DA TAGLIO ENTRY-LEVEL CG-AR
Insieme alla serie 330, Mimaki ha lanciato i plotter da taglio della serie CG-AR.
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Disponibili in tre diversi formati (CG-60AR, CG-100AR e CG-130AR), questi plotter compiono un notevole passo in avanti rispetto ai modelli entry-level che il mercato mette attualmente a disposizione. Considerato che i clienti richiedono tempi di consegna più ridotti, questi plotter migliorano la velocità e la precisione assicurando un’operatività estremamente intuitiva. Le unità, inoltre, possono gestire una vasta gamma di materiali, come PVC, fogli fluorescenti e riflettenti. Anche la serie CG-AR consente il funzionamento da remoto tramite accesso all’app MRA. Dispone inoltre della funzione Mimaki ID Cut che permette di effettuare la stampa e il taglio integrati, mediante il recupero automatico dei dati di taglio con un codice a barre, se il plotter da taglio è utilizzato con una stampante Mimaki.
La serie sarà lanciata in tutto il mondo ad aprile 2022. «Dopo l’accoglienza favorevole della serie 100 da parte dei nostri clienti, abbiamo riscontrato un’importante richiesta del mercato in generale, in svariati settori come la grafica, cartellonistica e il tessile, di tecnologie più efficienti ed economiche», ha dichiarato Arjen Evertse, General Manager Sales EMEA. «È questo che ci ha spinto a creare la nostra nuovissima tecnologia cross-platform: la serie 330. Nel rispetto della nostra strategia tesa a migliorare l’efficienza produttiva e a razionalizzare i flussi di lavoro, le nuove funzionalità di questa serie sono pensate per i clienti di diversi settori che intendono migliorare la qualità e i tempi di consegna. Non vediamo l’ora di mostrare questi prodotti ai clienti, esistenti e potenziali, in occasione di FESPA 2022 a Berlino».
also launched the CG-AR Series plotting cutters. Available in three different sizes (CG-60AR, CG-100AR and CG130AR), these plotters go above and beyond current entrylevel options available today. Recognising customer demand of shorter delivery times, these cutters provide increased speed and accuracy, all with user-friendly operability. In addition, the cutters have the ability to handle a diverse range of materials, such as PVC, fluorescent and reflective sheets. Similarly, the CG-AR Series is equipped with MRA, allowing for remote operation. It also features Mimaki’s ID Cut function, which allows integrated print-and-cut operations when used in combination with a Mimaki printer, by automatically retrieving cutting data via a barcode. The product range will be released worldwide in April 2022. “Following the positive reception of the 100 Series among our customer base, we saw, from Sign Graphics to Textile, that there is a significant market demand for more cost-effective, mid- to high-end technologies”, says Arjen Evertse, General Manager Sales EMEA. “This is the drive behind our newest cross-platform technology, the 330 Series. Adhering to our strategy of enhancing production efficiencies and streamlining workflows, the new capabilities of this series cater to customers, across vaINCREASING EFFICIENCY rious sectors, who are looking to improve on quality and deWITH ENTRY-LEVEL CG-AR livery time. We look forward to demonstrating these PLOTTING CUTTER SERIES products to customers and prospects alike at FESPA 2022 in Alongside the 330 Series, Mimaki has Berlin”.
and allows for longer continuous printing. A mini jumbo roll unit can also be added to load long transfer paper and further reduce running costs. An improved take-up system featuring dual motors equipped on both sides of the printer distributes the load and strengthens the winding power, allowing stable winding of printed paper even for long runs. TxLink4, Mimaki’s RIP software dedicated to the textile market is included with every TS330-1600. All products in the series are fitted with ‘Mimaki Weaving Dot Technology’ (MWDT), a technology that changes the order of ink droplet placement depending on the printing conditions – avoiding streaks or uneven printing due to print head or adjustment issues. ‘Mimaki Remote Access’ (MRA) is also available across the series, improving ease of use, by allowing users to remotely access the machine and check the operation status.
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AREA TESSUTO TECNICO RADICIGROUP www.radicigroup.com writer Beatrice Guidi
DA BERGAMO ALLO SPAZIO I FILATI RADICIGROUP VESTONO GLI ASTRONAUTI “ANALOGHI” DI MARS PLANET CHE PARTECIPANO ALLA MISSIONE DI SPERIMENTAZIONE MARZIANA “SMOPS”.
! Il futuro è già cominciato per Radici Group, tra i protagonisti della missione SMOPS.
Un team di aziende della filiera tessile italiana, guidato da RadiciGroup, ha realizzato la prima tuta spaziale di simulazione analoga interamente progettata e ingegnerizzata in Italia, per l’utilizzo nella missione Space Medicine Operations (SMOPS), promossa e organizzata da Mars Planet, sezione italiana di Mars Society con sede in provincia di Bergamo, con il patrocinio dell’Agenzia Spaziale Italiana.
La missione SMOPS è focalizzata sulla medicina dello spazio, sul monitoraggio della salute dei futuri astronauti e sullo sviluppo di tecnologie di supporto alla simulazione della vita in ambiente spaziale e planetario. RadiciGroup, facendo squadra con importanti gruppi tessili italiani come Eurojersey, Vagotex e DEFRA, si è impegnata per trasformare questo progetto in realtà. Ha, infatti, fornito i materiali per la realizzazione del vestiario dei sei astronauti analoghi che hanno partecipato alla missione, coordinando lo sviluppo tecnologico che ha portato alla creazione dell’abbigliamento tecnico per utilizzo in condizioni estreme. I capi sono stati utilizzati, dal 10 al 23 aprile, per svolgere una serie di esperimenti nella stazione di ricerca installata nel deserto dello Utah, simulando le condizioni di vita e lavoro su Marte. «Partecipando a SMOPS, RadiciGroup e le altre aziende tessili che abbiamo coinvolto nel progetto hanno potuto avvicinarsi a un settore di frontiera come quello aerospaziale, rafforzando e ampliando il proprio know how e sperimentando soluzioni innovative che potranno poi avere applicazioni in ambito business, ad esempio nel settore biomedico o dove siano richiesti elevati standard di sicurezza – commenta Filippo Servalli di Radici InNova, la società di Ricerca e Innovazione di RadiciGroup – in questa missione abbiamo potuto mettere a frutto le competenze relative allo sviluppo di indumenti per la protezione individuale (DPI) acqui-
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site durante la pandemia e poi applicate al settore industriale, portandole ad un livello superiore». Il contributo alla missione SMOPS da parte del team guidato da RadiciGroup è consistito nella realizzazione di tre capi tecnici, caratterizzati da elevati standard in termini di benessere, comfort e performance, che hannp permesso agli astronauti analoghi di muoversi agevolmente e in sicurezza all’esterno della stazione base con l’ausilio di sistemi avanzati di controllo, monitoraggio e comunicazione. Un completo intimo composto da maglietta a maniche lunghe e pantaloncino realizzati con tessuti indemagliabili Sensitive® Fabrics di Eurojersey (nylon), in grado di garantire comfort e traspirabilità.
! FROM BERGAMO TO SPACE A group of companies in the Italian textile industry, headed by RadiciGroup, has created the first spacesuit for analogue simulation fully designed and engineered in Italy for the Space Medicine Operations (SMOPS) Mars mission. This endeavour was promoted and organized by Mars Planet – the Italian chapter of the Mars Society headquartered in the province of Bergamo – under the patronage of the Italian Space Agency. The SMOPS analogue mission is mainly focused on space medicine: health monitoring of future astronauts and development of support technologies for the simulation of life in space and planet environments. RadiciGroup teamed up with major Italian textile companies, such as Eurojersey, Vagotex and DEFRA, to realize the spacesuit project. The Group supplied the materials to make the suits for the six analogue astronauts participating in the mission and coordinated the development of the technologies needed to realize technicalwear for extreme environmental conditions. From 10 to 23 April, the spacesuits has been used in a series of experiments carried out at the Mars Desert Research Station in the state of Utah, USA, simulating the life and work conditions mission crews will face on the Martian surface. “By participating in the SMOPS mission, RadiciGroup and the other textile companies involved in the project have had the opportunity to approach the frontier sector of aerospace, thus expanding and strengthening their know-
how by experimenting with innovative solutions that may, in the future, be applied in business sectors, such as biomedical or others that require high safety standards,” commented Filippo Servalli of Radici InNova, the RadiciGroup Research & Innovation company. “Working on this mission, we were able to capitalize on the skills related to the development of personal protective equipment (PPE) acquired during the pandemic and then applied to the industrial sector, taking them to a higher level.” The team headed by RadiciGroup contributed to the SMOPS mission project by developing and producing three items of technicalwear, featuring high health, comfort and performance standards, to allow the analogue astronauts to move easily and safely outside the base station, with the support of advanced control, monitoring and communication systems. The undergarment set of the spacesuit consists of a longsleeve shirt and shorts made with nylon warp-knit Sensitive® Fabrics from Eurojersey to ensure comfort and breathability. The shirt is equipped with electrical circuitry and sensors designed to measure the vital signs and geospatial parameters of the astronauts. The sensors can be detached, so that the garment can be washed with no risk of damaging the internal circuitry. Hence, a comfortable flight suit suitable for use during work activities and capable of supporting the analogue astronaut in an environment simulating the Martian atmosphere. Made lighter by eliminating all superstructure, the suit meets both aesthetic and performance needs; in fact, the dou-
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AREA TESSUTO TECNICO RADICIGROUP
La maglietta è provvista di circuiti elettrici e sensori che permettono di rilevare i parametri vitali e geo-spaziali degli astronauti. I sensori possono essere rimossi in modo che l’indumento sia completamente lavabile senza rischio di danneggiare i circuiti interni. Una flight suit comoda e confortevole, adatta per essere utilizzata durante attività lavorative e di supporto in un ambiente che simula l’ambiente analogo a quello di Marte. Il capo, alleggerito da qualsiasi sovrastruttura, risponde sia ad esigenze estetiche che di performance: è realizzato, infatti, con una cucitura double face che consente di ridurre al massimo gli spessori e aumentare di oltre il 30% mobilità e legge-
rezza.La tuta è dotata di tasche per dispositivi di “wearable technology” pensate per ottimizzare spazi e volumi. È inoltre caratterizzata da un ottimo contatto pelle e garantisce la massima comodità, grazie all’elasticità e alla traspirabilità dei materiali usati (in particolare il nylon), è impermeabile alla polvere, protegge dai raggi UV e ha una buona resistenza termica grazie all’aria contenuta nei tessuti, che, circolando all’interno di una struttura 3D alveolare, garantisce anche la termoregolazione corporea. Per la prima volta, un team di aziende italiane ha anche realizzato la parte inferiore di una tuta spaziale analoga a quella utilizzata nelle missioni nello spazio, un indumento protettivo composto da diversi strati e progettato per un utilizzo in ambienti e situazioni anche molto estreme. Questa tuta, oltre a possedere tutti i sistemi di protezione della flight suit, comprende uno strato di aerogel per un’ulteriore protezione e degli strati di imbottitura, in lana e ovatta di nylon, per un efficace isolamento termico. «Per la nostra missione SMOPS abbiamo trovato in RadiciGroup un partner ideale, che ha da subito colto le potenzialità applicative insite nella ricerca spaziale – sottolinea Antonio Del Mastro, presidente di Mars Planet – la collaborazione per questo progetto è stata non solo occasione per realizzare i primi prototipi di tuta di simulazione analoga, ma ha consentito di contaminare le nostre rispettive competenze, in campo spaziale e tessile, nel tentativo di creare un valore aggiunto particolare. L’auspicio è che altre aziende dell’ecosi-
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stema industriale di Bergamo e Lombardia possano avvicinarsi al settore spaziale con la stessa sensibilità di RadiciGroup, al fine di costituire in tempi brevi un comparto locale del settore spazio». «Quella con Mars Planet e il team di gruppi tessili italiani è stata una collaborazione di grande valore – conclude Servalli – sia per gli aspetti innovativi del progetto, che ci
hanno consentito di sperimentare soluzioni tessili adatte a condizioni estreme e che ora possiamo trasferire nella protezione delle persone negli ambienti di lavoro, sia per l’aspetto di networking che si è venuto a creare con tutte le realtà protagoniste di questa sfida: un esempio concreto della capacità di fare squadra tra eccellenze del nostro territorio».
ble-sided stitching allows for reducing thickness to the minimum and improving mobility and lightness by 30%. The garment has wearable technology pockets designed for optimal usage of space and volume. Furthermore, it has excellent skin contact properties and is designed formaximum comfortand flexible movement, thanks to the elasticity and high breathability of the materials used (nylon, in particular). The suit is also dustproof, offers UV protection and ensures good thermal resistance. The latter property is achieved through air trapped in the fabric interstices that flows freely inside a 3D alveolar structure, thus providing a self-regulating body temperature system. For the first time, a team of Italian companies has also designed and realized the lower part of an analogue spacesuit, similar to the one used in actual space missions: a protective garment made up of several layers designed for use in extreme environmental conditions and situations. The suit is equipped with all the protection systems typical of a spacesuit and also has an aerogel layer for further protection and layers of wool and nylon padding for effective thermal insulation. “RadiciGroup immediately grasped the application poten-
tial inherent in space research, and thus we found an ideal partner for our SMOPS mission”, Antonio Del Mastro, president of Mars Planet, pointed out. “Collaborating on this project not only gave us an opportunity to make the first prototypes of an analogue spacesuit, but also allowed for a spillover of knowledge among project participants in the fields of space and textile technologies, while we worked on creating very special added value. We hope that other companies in the Bergamo and Lombardy industrial ecosystem will approach the space sector with RadiciGroup’s thoughtfulness and lead to the formation of a local industrial space sector within a short time frame”. “The collaboration between Mars Planet and the team of Italian textile companies was of great value in two respects,” Mr. Servalli concluded. “Firstly, the innovative aspects of the project allowed us to experiment with textile solutions suitable for extreme conditions, which we can now transfer to applications for worker protection in the workplace. Secondly, the networking among the participants in this challenge was a real example of teamwork among the excellent enterprises in our territory” .
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