Pagina 23
THE SUGARCUBES Zuccherini sotto spirito maligno di Stoto Massimiliano L’epopea degli Sugarcubes comincia, lo sanno tutti, quando John Peel inizia a trasmettere “Birthday” nel suo programma radio. E’ il 1987 e “Life’s To Good” il primo disco, verrà licenziato l’anno dopo in Aprile. Ma qualcosa si muove da prima. Tra la fine del 1986 e il primi mesi dell’87, gli Sugarcubes fanno una vita frenetica, a fine Novembre è uscito per l’etichetta Smekkleysa “Einn Mol'á Mann” firmato Sykurmolarniril (Sugarcubes in islandese), il 7” tirato in 500 cp presenta sul lato A “Ammæli”, che ben presto sarà anglicizzata e conosciuta come “Birthday”. Il gruppo è in procinto di firmare con la One Little Indian, la cui macchina promozionale però è già in movimento, se pensate che viene chiamato a immortalare “la banda dei cinque”, un fotografo importante come Ilpo Musto. Musto è un finlandese trapiantato in Inghilterra, ha studiato fotografia fin dalla fine degli anni ‘60 e nell’ambiente ha già lavorato con diversi artisti e firmato immagini iconiche. Realizzerà un set fotografico mozzafiato ai 5 ragazzi di Reykiavik. Sono le foto dove Björk ha il vestito rosso, quello che usa in certe parti del video di “Birthday”, e porta le calze verdi. I ragazzi sono quasi sempre sullo sfondo, vestiti in prevalenza di nero con alle spalle dei pannelli color grigio. Solo in una di queste foto Þór Eldon sfoggia, come la moglie, una t-shirt rossa con bretelle nere e in un altro scatto la band è ritratta sorridente su uno sfondo azzurro e con gli stessi abiti. Insomma la star è già lei, anche perché il buon Ilpo ritrae la stellina, appena ventunenne, in pose diciamo osè, scosciata con calza verde in evidenza e parte intima da scoprire appena giri l’angolo. Björk domina la scena e si presenta allo zenith della sua bellezza giovanile, e nonostante sia da poco diventata madre e sfoggi espressioni pensierose e un solo sorriso, è sicura di sé e irradia le foto di una luminosità contagiosa. La particolarità della bellezza di Björk nello star system europeo e mondiale è pressoché sconosciuta. Per provenire da un paese nordico è atipica, fuori dai canoni che vuole la tradizione scandinava, non è la classica bellezza tipo valchiria o Abba style, ma al contrario è minuta e ha dai lineamenti “asiatici” che, va detto, non sono un’esclusiva dei paesi a est di Samarcanda. L’epicanto, cioè la piega cutanea che si trova sopra l’occhio e davanti alla palpebra, sviluppato in forma mediale è una caratteristica di diverse popolazioni asiatiche, ma anche certe amerindie, certe africane e alcune europee. L’epicanto sviluppato in questa maniera lo si può trovare anche nei neonati i cui occhi in crescita vengono protetti da questa particolare piega cutanea. La selezione naturale ha fatto in modo che questa protezione neonatale, detta neotenia, (ovvero la persistenza in età adulta di tratti infantili) si sviluppasse anche in un individui adulti che vivono in un ambienti particolarmente ostili. L’epicanto mediale si può così trovare in popoli differenti come scandinavi, irlandesi, eschimesi, indigeni americani,
Björk and the Sugarcubes in London, 1986. Photo by Ilpo Musto
boscimani e asiatici. Tornando agli Sugarcubes io credo che tutto il gran parlare che se ne fece e la popolarità che ottennero fu principalmente dovuta alla voce di Björk, ma credo anche che una buona parte di quel successo fu dovuta al fatto che lei stessa era un personaggio nuovo, era una bellezza “esotica” che proveniva da un paese semi sconosciuto nel giro musicale di quel tempo….mentre sono convinto che le composizioni musicali del gruppo contribuirono ma in maniera limitata al sarabanda che venne messa in piedi. “Life’s To Good” esce per One Little Indian nell’Aprile del 1988 e contiene undici tracce. Una di queste non è indicata nella track list, si tratta di “Take Some Petrol Darling” ed è l’ultimo pezzo del lato B del vinile. I brani sono tutti firmati dai ragazzi islandesi, registrati tra Reykjavik e Londra e prodotti da Ray Shulman, noto come fondatore e membro , con i suoi due fratelli, del famoso gruppo prog inglese Gentle Giant e da Derek Birkett fondatore, a sua volta, della OLI Records nel 1985. Il disco dura poco più di mezz’ora esprime una buona energia attraverso tutti i pezzi, si muove tra remi-