Pagina 53
Il canto POPolare di ORIETTA BERTI Intervista esclusiva di Massimiliano Stoto Una delle voci più pure e cristalline della nostra tradizione canora. Un pezzo unico della storia del bel canto italiano. Uno scrigno di storie, esperienze e canzoni. E’ un orgoglio per le nostre pagine ospitare le sue parole e presentarvi, colei che è una “Professionista e Protagonista” assoluta della nostra canzono popolare. Cari lettori e lettrici: ORIETTA BERTI Quando in redazione abbiamo sviluppato “il tema” di questo numero, la vocalità femminile, più che la sola Bjork, ho pensato che fosse doveroso parlare anche di qualcuno dei tanti talenti di casa nostra. Il primo nome a cui pensi su un tema del genere è il più irraggiungibile: Mina. Poi hai solo l’imbarazzo della scelta. Volevo però due nomi che provenissero da due mondi distanti, una voce popolare e conosciuta e una più di nicchia, più indiealternative diciamo. Così mi sono buttato su Antonella Ruggiero e Mara Redeghieri e non essendo riuscito a convincere la Sig.ra Ruggiero dei miei intenti, Mara mi ha involontariamente portato a Orietta. E’ stata infatti la loro “Cupamente” a farmi scattare la scintilla e a provare a contattare il suo entourage. Le prossime pagine contengono le interviste a Orietta e Mara e due brevi pezzi su Antonella Ruggiero e Giuni Russo, di cui negli scorsi mesi, sono usciti due nuovi dischi. Quattro angoli diversi per parlare del bel canto italiano. Buona lettura.
WN: Come stati i suoi inizi e come si è accorta di avere particolari doti vocali? La passione per la musica mi è stata trasmessa da mio padre, era un appassionato di musica lirica e avrebbe voluto diventare un tenore, però allora dovette lasciare gli studi ed andare a lavorare per mantenere la sua famiglia e i suoi fratelli. Cosi decise di trasmettere a me questa sua passione. Fin da piccola mi incoraggiava a cantare e a prendere lezioni di canto lirico. Per lui avrei dovuto fare la cantante a tutti i costi, per fortuna avevo i mezzi vocali. Mi portò a studiare canto lirico a Reggio e a Bologna, allora (fine anni ’50) era un sacrificio non era semplice come può sembrare oggi. Poi durante un concorso di “voci nuove” a Reggio Emilia nel 1962 o 1963
conobbi Giorgio Calabrese (grande autore di canzoni e programmi tv) che da “talent scout” apprezzò la mia voce e si impegnò per farmi fare dei provini a Milano e per farmi ottenere un contratto discografico.
WN: Ha sempre posseduto una predisposizione naturale al canto ma quanta tecnica ha dovuto imparare per indirizzare al meglio il talento? Lo studio del canto è fondamentale e non si smette mai di studiare e di imparare. Ancora oggi dopo 55 anni di carriera “alleno” la voce attraverso esercizi vocali combinati con il cantare il mio repertorio per almeno 2 ore al giorno. Perché la voce dipende dalle corde vocali che sono muscoli e devono essere “allenate” e curate come un atleta sportivo allena il suo fisico in vista di una gara o di una performance. Ovviamente con il tempo la voce se curata può acquisire anche delle tonalità nelle note più basse, ma allo stesso tempo mantenere la brillantezza nelle note più alte. La predisposizione naturale al canto e le doti possono esserci in ognuno di noi, perché ognuno di noi ha una voce unica però occorre lo studio e la tecnica per controllare e salvaguardare il talento della voce. WN: La vittoria al disco d’oro e l’incontro con Giorgio Calabrese è stato fondamentale per lei, l’ho può ricordare? Grazie alla sua fiducia ottenni il contratto presso la Polydor-Philips (oggi Universal Music Italia) e nel 1965 vinsi il primo premio a “Un disco per l’estate” con il brano “Tu sei quello” e da li la mia carriera inizio. A Giorgio sarò sempre grata perché se non ci fosse stato lui ad incoraggiarmi e a convincere mia madre che avrei potuto intraprendere la carriera di cantante…e a perseverare nel trovarmi una casa discografica adeguata, oggi forse non avrei potuto festeggiare 55 anni di carriera nella musica. E pensare che