WolverNight fanzine - n°54, luglio 2021

Page 57

Pagina 57

La voce bambina di

MARA REDEGHIERI Intervista di Massimiliano Stoto

La voce di Mara Redeghieri ha segnato gli anni ‘90 della musica indipendente italiana. Una delle poche voci femminili, a dir la verità, che hanno caratterizzato quel momento. Dopo la fine dell’esperienza Üstmamò, un lunghissimo silenzio e il ritorno con “Recidiva” nel 2017, presentato, due anni dopo, anche in una versione plus dove l’autrice duetta con vari interpreti del panorama musicale italiano (Carboni, Berti, Ruggiero, Nannini e altri). Fra questi due momenti della sua carriera, Mara, non è mai uscita di scena ha scritto per altri, ha interpretato canzoni scomode e cantato la sua terra: l’Appennino. Per non farsi mancare niente ha anche insegnato, e insegna tuttora, e combattuto duramente per la sua salute. La disponibilità che mi ha concesso una volta presentata l’idea di questo numero e la sintonia/ironia che si è creata tramite mail, messaggi vocali e non, fra malintesi e una “proposta”, forse nuziale, non è stata comune. Fra il dubbio “ti do del tu, ti do del lei” e formalissimi “alla cortese attenzione di” etc etc…. Mara mi ha messo a mio agio in un attimo, il ringraziamento a questo punto sembra una lisciata di pelo ma è la cosa più normale che mi esce. WN: Lei è stata una delle prime donne a caratterizzare fortemente un gruppo “indie rock” italiano, ovvero gli Üstmamò. Se è vero che certo rock “mainstream” è decisamente “macho” non è che negli ambiti “alternativi” le possibilità per le ragazze fiocchino….si è mai sentita, in questo senso, una pioniera ? Non mi sono ma vista così. La mia idea di cosa volesse dire essere la ‘front woman’ di una band Indie/Alternativa/ Underground, che dir si voglia non ha mai compreso un essere femminile o maschile. Nella numerosa famiglia che al tempo raggruppavano le etichette indipendenti ‘Dischi del Mulo’ e ‘Consorzio Suonatori Indipendenti’ di Ferretti ,Zamboni e Maroccolo le ragazze erano parecchie, sia cantanti che musiciste. Quello io l’ho considerato un progetto pilota parecchio pionieristico. WN: Nel canto è stata un autodidatta ? Sì, Il mio avvicinamento al canto è stato completamente autodidatta, associato e radicato alla nascita del gruppo Üstmamò, che i musicisti Ezio Bonicelli e Luca Rossi stavano sognando da tempo, avendo iniziato a suonare assieme da adolescenti.

Photo by Lawrence Watson

“Donna di verde acerba Non ancora cresciuta Donna di vaghe attese Sono di notte fonda Cerco ciò che non trovo Mi muovo a stento Tra fili di rosespine” Da “Cuore/Amore” WN: Il canto è terapeutico ? Considero il fare musica, il canto, la danza assieme a tutte le attività artistiche creative, squisitamente terapeutiche e legate alla più profonda e vera natura del nostro animo. WN: Una domanda su gli Üstmamò….ad un certo punto vi bastò alzare i cursori delle ritmiche e inserirne di nuove per tracciare un asse, scrisse qualcuno, “tra l’Appennino e Bristol”. Era un suono che andava di moda, certamente, ma voi eravate anche altro….soprattutto contaminazione linguistica e musicale…. L’asse “Appennino Reggiano / Bristol” è legato ad quel tipo di sound con cui i nostri produttori dell’epoca, assieme ai musicisti, hanno voluto confezionare i tre album “UST”, “Stard’Ust” e “Tutto Bene”. Per quello che riguarda il contenuto concettuale dei brani, e la nostra radice culturale non mi sono spostata di un millimetro. Sempre e comunque schierata ideologicamente e personalmente, in accordo con tutto il gruppo. WN: Gli anni novanta sono stati anni incredibili, per voi gruppo ma per tutto quello che girava al mondo CSI….ha dei ricordi particolari legati a situazioni, concerti, incontri ? Beh i fatidici ‘ Anni ’90, quelli della nostra giovinezza, sono costellati di ricordi ed episodi emblematici. Direi che quello più vivido resta sempre la nostra presenza come gruppo spalla all’apertura dei concerti Italiani dell’ indimenticabile David Bowie nel 1996. WN: In “La mia generazione”, l’album di Mauro Ermanno Giovanardi che rilegge una certa scena italiana degli anni ’90, c’è un


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.