Voci - Numero 2 Anno 6 - Amnesty International in Sicilia

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Umanità violata: storie di popoli perseguitati

REPUBBLICA POPOLARE CINESE: LA REPRESSIONE E LE MINORANZE ETNICHE di Paolo Pobbiati

Cittadini mongoli protestano presso il Ministero degli Affari Esteri di Ulaanbaatar, capitale della Mongolia, contro il piano cinese di ridurre l’insegnamento in mongolo nelle scuole della vicina regione cinese della Mongolia Interna il 31 agosto 2020. © BYAMBASUREN BYAMBA-OCHIR/AFP via Getty Images

15 ottobre 2020. La Cina ottiene un seggio nel Consiglio ONU per i Diritti Umani, il massimo organo per la tutela dei diritti nel mondo. Certo si trova in buona compagnia: in questa tornata sono stati eletti dall’Assemblea Generale anche Russia, Cuba, Pakistan e Uzbekhistan. Non certo paladini dei diritti umani, danno più l’idea di un gruppo di volpi messe a fare la guardia a un pollaio. In questo contesto che di fatto delegittima non solo il Consiglio ma tutta la comunità internazionale, non può non colpire l’assoluta indifferenza nei confronti di ciò che stava avvenendo proprio in quelle settimane ad Hong Kong la violenta repressione del movimento filo democratico e la nuova legislazione sulla sicurezza nazionale – e di quanto la mancanza di trasparenza e di una informazione libera in Cina abbia avuto conseguenze tragiche sulla diffusione della pandemia di Covid 19 nel resto del mondo. Ma se queste due questioni sono comunque sotto gli occhi della stampa internazionale, le violazioni dei diritti umani in Cina hanno aspetti forse meno visibili ma molto più diffusi ed altrettanto gravi. Teniamo presente che in Cina risiede il 20% della popolazione mondiale e non è un mistero che l’influenza economica e politica di Pechino sul resto del mondo sia da anni in crescita assieme al suo PIL, e non soltanto in Africa o nel sudest asiatico. Sarebbe un grave errore pensare che tutto ciò non ci riguardi. Voci - DICEMBRE 2020 N.2 / A.6

Protesta a sostegno del popolo uiguro. Londra, Regno Unito l’8 ottobre 2020 © HASAN ESEN/ANADOLU AGENCY via Getty Images

L’immagine della Cina è quella di un paese che, sebbene sulla strada di una modernizzazione e di una crescita economica talmente rapide e impetuose da avere pochi precedenti nella storia, non abbia imboccato anche quella di una crescita dal punto di vista sociale e politico e che non riesce a metabolizzare un aspetto che caratterizza la maggior parte delle società moderne: il dissenso, la cui gestione è demandata a un efficace quanto violento apparato repressivo. Così non soltanto attivisti per la democrazia, difensori dei diritti umani, membri di ONG, avvocati, giornalisti, 30


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