L'Espresso 27

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Scritti al buio/cinema

ANCHE I GATTI HANNO UN’ANIMA Una ragazza si innamora di due ragazzi identici. Il tortuoso film di Hamaguchi

FABIO FERZETTI

Foto: Getty images (2)

In uno dei più bei momenti di “Asako I & II” un gatto steso sul letto lancia uno sguardo pieno di un sentimento indefinibile ma chiarissimo alla coppia sdraiata accanto a lui. Quella ragazza e quel ragazzo si amano e il gatto in qualche modo lo vede, o meglio noi lo vediamo attraverso i suoi occhi. Eppure quei due forse nemmeno lo sanno. Si può essere felici senza saperlo? Certo che sì. E il cinema è l’arte di rendere visibile questi momenti di grazia, o di verità, a cui tante volte nella vita reale passiamo accanto. Una verità che non è solo psicologica, dunque individuale, ma appartiene a un ordine superiore che lega tra loro esseri e luoghi, concetto forse più familiare alle culture orientali che a quelle occidentali. Chi ha avuto la fortuna di vedere gli altri film di Hamaguchi usciti in Italia, “Drive My Car” e “Il gioco del destino e della fantasia”, sa di cosa parliamo. Dunque seguirà con piacere questa pista parallela incisa dentro un racconto non sempre altrettanto brillante. Forse perché il romanzo originario di Tomoka Shibasaki impone al regista qualche tortuosità (e qualche cliché) di troppo. Come in un “Vertigo” al femminile, la Asako del titolo si innamora infatti, a distanza di tempo, di due ragazzi fisicamente identici ma per il resto opposti. Il primo, Baku, scapigliato, rubacuori (e inaffidabi-

social: per vincere bisogna esserci sempre, non ci ci può assentare, neanche la notte, neanche la domenica, non ci sono ferie e pause pranzo. Ma se seguite i profili di Tananai, di Rhove, di Blanco o di Mahmood la sensazione è la stessa. La fame social è sempre attiva, non dorme mai. Questo gli artisti lo sanno, molti di loro, i più giovani, ci sono cresciuti dentro e questo spiega anche perché i divi di oggi sono diversi dai divi di qualche tempo fa. Quelli di oggi, grazie ai social, sono sempre in scena, sono sempre davanti al pubblico, 24 ore su 24, non escono mai dal personaggio, non possono mai abbassare la maschera, Tik Tok,

Billie Eilish

le, come intuisce un’amica di Asako). Il secondo, Ryohei, riservato, ordinato, forse anche ordinario, ma affettuoso e presente. Insomma il prototipo del grande amore incancellabile e quello dell’uomo con cui restare. Imbrigliato da questo schema non proprio inedito (e da una protagonista eternamente adolescente, anche se gli anni passano) Hamaguchi dissipa a tratti un cospicuo capitale emotivo. Salvo colpirci improvvisamente al cuore in certe apparenti digressioni, magari legate a personaggi di contorno, o nei momenti più inattesi (su tutti quel nuovo incontro con Baku che però nemmeno la vede, letteralmente, e non diremo altro). Significativa anche la presenza di temi (il viaggio, le auto, la malattia, il teatro, la memoria...) che torneranno con ben altro respiro nel successivo “Drive My Car”. Come molti grandi, Hamaguchi è fedele a un nucleo preciso di elementi. Ma sa anche guardare il suo mondo dall’esterno con gli occhi rivelatori di un gatto. Su Mubi, la piattaforma del cinema d’autore. Q © RIPRODUZIONE RISERVATA

“ASAKO I & II” di Ryusuke Hamaguchi Giappone-Francia, 119’ su MUBI

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Instagram, Twitter ti inseguono, ti incalzano, generano una sorta di “second life”, un mondo parallelo al tuo in cui vive una parte di te che non può fare a meno di esistere. È anche impegnativo, richiede tempo ed energia. E quindi bisogna produrre contenuti, canzoni, concerti, per alimentare l’insaziabile fame di un mondo che non ammette tempi di recupero e insinua l’atroce sospetto che assentarsi voglia dire essere cancellati. E dunque la domanda va riconsiderata. Essere o apparire? E la risposta è automatica, da algoritmo: apparire, apparire, anche a costo di non essere. Q © RIPRODUZIONE RISERVATA

10 luglio 2022

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