AGOSTO | SETTEMBRE 2021
| Contiene I.R.
ANNO 62 | N°04
Speciale Progettare oggi l’economia di domani
Associazione Periferia trentina. Il futuro riparte da qui!
Innovazione Una miniera d’oro per la crescita del business
Energia sostenibile e nuova mobilità Un’opportunità per le imprese, per il territorio e per la società
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sommario
03
editoriale 7
Talloni d’Achille, patrimonializzazione e crescita
il punto 9
rubriche
innovazione
Rappresentanza e persona 5.0
34
Una miniera d’oro per la crescita del business
copertina
36
Il team di TechnoAlpin vince IPSP 2021
10
Progettare oggi l’economia di domani
14
I trigger della ripresa italiana
16
L’Autonomia è forte solo se ben gestita
eductaion 37
Tu Sei: ecco i premiati
40
Ta Vie, per un futuro di successo
speciale
aziende
10 copertina 18 speciale 26 associazione
18
Energia sostenibile e nuova mobilità
20
Peap: il contributo dell’industria
22 24
34 innovazione 37 education 43 aziende 53 internazionalizzazione 56 webook
L’avanguardia della mobilità elettrica Se l’efficientamento è un atto “politico”
43
Cinquant’anni di – sicura – esperienza
45
Soluzioni su misura per l’automazione
47
Tutte le forme dell’acqua
50
Ragazze STEM in Zv Meccanica
associazione
internazionalizzazione
26
Fondi per la trasformazione digitale e verde
53
Dogane senza più segreti
28
Periferia trentina.Il futuro riparte da qui!
55
Una sfida da non perdere
30
Pillole di Finanza d’Impresa
31
DIPINTO: ottimi risultati!
32
Stress e performance: come ottenere il massimo
webook 56
webook
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 62 | N. 4 Agosto - Settembre 2021
Direttore Responsabile
AGOSTO | SETTEMBRE 2021 ANNO 62 | N°04
Martina Togn Roberto Busato Nicolò Andreini Paolo Angheben Pierangelo Baldo Andrea Marsonet Eduard Martinelli Maria Cristina Poletto Luca Ribaga Redazione
Silvia Bruno
Speciale Progettare oggi l’economia di domani
Associazione
Illustrazione: KILLERIDEA - Elaborazione: GRAFFITI
Comitato di Redazione
| Contiene I.R.
Alessandro Santini
Periferia trentina. Il futuro riparte da qui!
Innovazione Una miniera d’oro per la crescita del business
Energia sostenibile e nuova mobilità Un’opportunità per le imprese, per il territorio e per la società
Direzione, Redazione e Amministrazione
Palazzo Stella, Via Degasperi, 77 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 Internet: www.trentinoindustriale.com e–mail: trentino.industriale@confindustria.tn.it
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Editore
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articoli, servizi, firme autorevoli e interviste a personaggi di spicco;
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editoriale
07
Talloni d’Achille, patrimonializzazione e crescita Tra le emozioni più forti che ci hanno regalato le Olimpiadi di Tokyo – dove anche il Trentino ha primeggiato grazie all’oro di Ruggero Tita nella vela – la medaglia d’oro nel salto in alto di Gianmarco Tamberi ha il sapore speciale della rivincita. Se la storia di ogni atleta passa attraverso l’impegno, il sacrificio e la fatica, non è di tutti l’approdo al risultato dopo la sventura. È il suo caso: dopo un infortunio che nel 2016 sembrava poter pregiudicare la sua carriera, Tamberi è riuscito a salire, per la prima volta, sul gradino più alto del podio. Non avrebbe potuto farlo se il suo tendine d’Achille non fosse stato ricostruito. Il paragone può sembrare azzardato, ma la strutturazione del patrimonio di un’azienda può essere ben individuato nel tallone d’Achille di un’impresa e questo può essere d’aiuto per comprendere il principio sostenuto dalla nostra Associazione nel confronto sul disegno di legge di assestamento del bilancio della Provincia, e in particolare sulla proposta di contributi straordinari per la patrimonializzazione delle imprese. In quella occasione, Confindustria Trento, che già stava lavorando a un progetto sulla patrimonializzazione delle aziende trentine, ha fatto presente che vincolare i fondi all’impegno di investimenti aggiuntivi in un arco temporale ristretto sarebbe stato inopportuno. Un po’ come la ricostruzione di un tendine d’Achille, la capitalizzazione è un valore in sé: per un’impresa, una struttura patrimoniale equilibrata è la conditio sine qua non del rilancio e della crescita. Non parliamo, si badi bene, di aziende in crisi – ci auguriamo che i tempi del foraggio allo zombismo d’impresa siano finiti – ma di realtà virtuose fiaccate dalla lotta contro gli effetti della pandemia, per le quali rafforzarsi, magari anche riducendo e diluendo il proprio debito, si configuri come uno step strategico. Quando è solida, quando è radicata, un’impresa è infatti nel pieno del suo potere: il potere di innovarsi e di espandersi sui mercati internazionali, dunque di investire nei tempi e nei modi dettati dai piani di sviluppo aziendali, e non dai lacci normativi, con il fine ultimo di crescere e far crescere il proprio territorio. Che si tratti della piccola o media impresa che intende posizionarsi all’estero, della struttura alberghiera che ha in animo di salire di categoria per rivolgersi a un nuovo target, del laboratorio artigiano che decide di diversificare una parte della produzione: mi piace ribadire che le indicazioni di metodo arrivate dalla nostra Associazione anche in questo frangente, come già accaduto in altre occasioni, guardano a un’idea di sviluppo tutt’altro che settoriale. A seguito della discussione del disegno di legge in consiglio provinciale, il nostro input è stato recepito: mancano, naturalmente, i regolamenti di esecuzione, ma lo strumento giuridico a sostegno della nostra proposta oggi c’è. Ed è un segnale più che positivo. All’alba del 2020 ci dicevamo che le cose non andavano. Ora non possiamo, solo perché le cose vanno peggio, voler tornare a quel tempo. Dobbiamo essere più determinati rispetto alle nostre necessità e fare la nostra parte, con la consapevolezza di essere parte di un tutto. Fausto Manzana Presidente di Confindustria Trento
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il punto
09
Rappresentanza e persona 5.0 Nel suo editoriale, il presidente Manzana dà conto dell’iniziativa sulla patrimonializzazione delle imprese portata avanti dalla nostra Associazione contestualmente alla definizione della manovra di bilancio della Provincia autonoma di Trento. Per le imprese Trentine, in un momento di assestamento e ripresa come quello che stiamo vivendo, diventa fondamentale consolidarsi e pertanto è necessario rafforzare la struttura finanziaria e patrimoniale aziendale. Certamente tra gli interventi più impattanti a favore del tessuto economico e produttivo trentino, si tratta soltanto - è il caso di dirlo - della più recente di una serie di azioni condotte anche in quest’ultimo anno dalla nostra Associazione nell’esercizio della rappresentanza degli interessi dei suoi imprenditori: un’attività che è a volte difficile da rendicontare, perché le tempistiche del rapporto causa-effetto travalicano la progressione dei bilanci annuali... Gli esiti della paziente interlocuzione operata dalla nostra struttura nei mesi scorsi si potranno vedere dunque sul medio-lungo periodo. Penso, ad esempio, al nostro contributo alla revisione dei principali strumenti provinciali di incentivazione, a partire dalle modifiche della Legge sugli incentivi alle imprese 6/99: i criteri generali, le agevolazioni per la ricerca e lo sviluppo, la compensazione fiscale, l’internazionalizzazione… O ancora al pacchetto di aiuti Industria 4.0, che ha subito notevoli miglioramenti: mai come dall’inizio del 2020 abbiamo visto, probabilmente di conseguenza, così tante imprese associate interessate alle misure, con un boom di investimenti anche da parte delle piccole e medie imprese. Penso anche, non occorre nemmeno ricordarlo, agli aiuti provinciali e nazionali destinati a fronteggiare l’emergenza Covid: non da ultimo il fondo di 400 milioni per il settore funiviario (di cui 70 per le nostre imprese trentine) sbloccato in questi giorni dalla Commissione Europea, che permetterà alle aziende del settore di ripartire e di essere pronte per la prossima stagione invernale. Risultati tangibili, certamente ottenuti anche grazie al supporto della Confindustria Nazionale, che ha permesso a molte imprese di riprendersi e di poter ripartire. Abbiamo registrato il più alto numero di contatti degli ultimi tempi, abbiamo visto associati più attivi, più vicini all’Associazione e a testimonianza del nostro lavoro, abbiamo avuto un numero significativo di nuove adesioni. Il filo conduttore della nostra azione è stato di guardare sì all’interesse delle imprese, ma sempre in un contesto collettivo, nell’ottica di trovare proposte e soluzioni di vantaggio per tutta la comunità e a favore del territorio. La pandemia ci ha reso ancora più consapevoli che al centro dell’interesse comune c’è sempre e in ultima battuta la persona: l’imprenditore con tutti i collaboratori. Vanno in questa direzione le attività che abbiamo pianificato per il prossimo futuro. Dal grande progetto “Duemilatrentino”, che svilupperemo durante l’Assemblea di ottobre, al nuovo appuntamento del nostro format “Una certa idea di futuro”, dal titolo “Persona 5.0: mettere al centro la persona per creare valore nell’impresa”, al quale porterà il suo prezioso contributo Natale Brescianini, monaco benedettino e formatore. Un’occasione per riflettere su ciò che a nostro avviso di più conta anche nell’ambiente aziendale: le donne e gli uomini che vi lavorano. Roberto Busato Direttore Generale di Confindustria Trento
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copertina
copertina
Progettare oggi l’economia di domani Nell’ambito del progetto Duemilatrentino, una prima analisi di The European House - Ambrosetti restituisce un quadro dell’attuale situazione socio-economica trentina e dei megatrend che la caratterizzano. di LORENZO TAVAZZI, Partner e Responsabile Area Scenari e Intelligence, The European House - Ambrosetti e PIO PARMA, Senior Consultant Area Scenari e Intelligence, The European House - Ambrosetti
IL SISTEMA
economico-sociale del Trentino deve intervenire su alcuni “campanelli d’allarme” per garantire lo sviluppo futuro. L’emergenza da Covid-19 ha innescato una delle più gravi crisi socio-economiche della storia recente, i cui effetti hanno determinato ricadute strutturali nel medio-lungo termine. Nel 2020 l’economia italiana ha registrato una contrazione dell’8,9% del Pil su base annua (il quarto anno peggiore da oltre 150 anni), tornando ai livelli del 1999. La crisi da Covid-19 ha impattato anche sul territorio del Trentino, che proveniva da un periodo di crescita del proprio sistema socio-economico: il Pil del Trentino si è ridotto del 9,8% nel 2020, un dato superiore di 0,9 punti percentuali rispetto alla media nazionale e che ha determinato un ritorno ai livelli del 2000. Lo scorso anno, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni in Trentino è cresciuto di
13,5 volte rispetto al 2019 (rispetto all’incremento di 11,4 volte a livello nazionale) e la capacità di investimento delle imprese trentine si è ridotta in un caso su quattro (27,4% nella manifattura). Investire sulla competitività territoriale è quindi di importanza strategica considerato che, nell’ultimo decennio, il Trentino ha perso posizioni in termini di dinamicità del Pil pro capite rispetto alle performance non solo dell’Alto Adige, ma anche di altre regioni europee comparabili del centro Europa, come Tirolo, Vorarlberg, Baviera e Salisburgo. L’industria manifatturiera rappresenta il cardine dello sviluppo socio-economico dell’Italia ed è un asset imprescindibile per la ripresa. Per ogni Euro investito nell’industria manifatturiera italiana, se ne generano 2,1 per il sistema-Paese, con una ricaduta rilevante in settori ad alto Valore Aggiunto. Negli ultimi 20 anni, l’indu-
135
130,1 129,9 127,3 126,5 123,6
130 125 120 115
113,1
110 105 100 2010
2011 Tirolo (AT)
2012
2013
Vorarlberg (AT)
2014 Baviera (DE)
2015
2016
Salisburgo (AT)
2017 Alto Adige
2018
2019
Trentino
Andamento del Pil pro capite del Trentino a confronto con l’Alto Adige e alcune regioni europee (valori a parità di potere d’acquisto; anno 2010=base 100), 2010-2019. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Eurostat, 2021.
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stria manifatturiera ha registrato la crescita più alta della produttività ed è stata l’unico settore ad aver aumentato gli investimenti. Tuttavia, il peso della manifattura è in progressiva contrazione, in Italia e in alcuni dei territori a maggior traino, richiedendo una urgente inversione di tendenza. Infatti, in Trentino sono presenti numerose eccellenze produttive, ma l’incidenza della manifattura è contenuta e meno dinamica rispetto ad altri territori del Nord Italia, con un peso sul Valore Aggiunto totale del 12,7% (anche per effetto delle dimensioni di Servizi e Costruzioni) e in crescita di soli 0,2 punti percentuali rispetto al 2010. Anche la dimensione media delle imprese manifatturiere è più bassa rispetto a quella delle altre regioni del Nord Italia (9,4 addetti rispetto agli 11,3 nel Nord-Est). Pur a fronte di un basso livello di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, di una elevata quota di laureati e di alti livelli di competenza digitale della popolazione, gli occupati nella manifattura e ad alto/medio-alto contenuto tecnologico sono meno della metà rispetto al Nord-Est. Inoltre, come il resto del Nord Italia (a differenza dell’Alto Adige), la quota di occupati nella manifattura è in costante diminuzione e le imprese incontrano difficoltà nel reperire manodopera qualificata. L’attuale contesto spinge verso una forte ripresa che non può prescindere, per un Paese come l’Italia fortemente proiettato sui mercati esteri, dalla rivalorizzazione della sua componente industriale e manifatturiera, così come dalla ricostruzione delle condizioni di competitività sui mercati globali e da una crescente apertura verso l’esterno. Dopo anni di crescita, l’export trentino nel 2020 ha subito un arresto più marcato rispetto all’Italia e al Nord-Est, con una diminuzione del 13,6%, rispetto al -9,7% dell’Italia, al -8,2% del Nord-Est e al -3,5% dell’Alto Adige. Le esportazioni contribuiscono al Pil trentino per il 19,9%, quasi 20 punti percentuali in meno rispetto alla media del Nord-Est. Infine, un punto d’attenzione riguarda la capa-
cità di continuare a presidiare l’innovazione, ambito su cui il territorio vanta centri di formazione e ricerca di eccellenza. La spesa in Ricerca & Sviluppo del Trentino è inferiore alla media del Nord-Est ed è in calo dal 2009, a differenza di altre regioni italiane ed europee comparabili. La spesa totale per R&S è infatti pari al 1,54% del Pil a prezzi correnti, rispetto all’1,64% medio del Nord-Est. Quota di occupati in manifattura (%), 2018 24,7
16,3
Trentino
18,4
Italia
Nord-Est
Quota di occupati in manifattura ad alto e medio-alto contenuto tecnologico (%), 2018 8,1 6,1
3,8
Trentino
Italia
Nord-Est
Quota di occupati in manifattura (%, in alto) e quota di occupati in manifattura ad alto e medio-alto contenuto tecnologico (%, in basso), 2018. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Sistan, 2021.
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170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70
81 2009 Bolzano
2010
2011
Emilia-Romagna
2012 Salzburg
2013
2014 Vorarlberg
Veneto
2015
2016
Friuli-Venezia Giulia
2017
2018
Tirol
Trento
Incidenza della spesa totale per Ricerca & Sviluppo sul PIL (anno 2009=base 100), 2009-2018. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurostat e Ispat, 2021.
disegnano gli scenari di riferimento, chiamando le imprese e i territori ad organizzarsi per gestirli. Gli ambiti riguardano la nuova globalizzazione, le direttrici di sostenibilità, l’affermazione di nuovi stili di vita, lavoro e consumo, l’importanza dell’Healthy & Active Living e la disruption tecnologica.
Lo scenario globale post-pandemico è in rapida evoluzione ed obbliga le imprese trentine a rivedere i propri modelli di business ed organizzativi Il particolare momento che l’Italia e il mondo intero stanno attraversando durante e a seguito dell’emergenza da Covid-19 ha innescato e accelerato alcuni grandi tendenze (megatrend) che riInserire titolo del documento Duemilatrentino
Figura 4 1
2
Nuova globalizzazione
Sostenibilità
Decoupling USA-Cina Riconfigurazione delle Catene Globali del Valore (GVC)
Politiche per la transizione ecologica
Centralità di Finanza sostenibile, CSR e certificazioni Regionalizzazione delle ambientali supply chain e strategie Modelli e footprint di reshoring e delle produzioni nearshoring industriali
Fonte: rielaborazione The European House – Ambrosetti, 2021
3
4
5
Nuovi stili di vita, di lavoro e di consumo
Healthy & active living
Disruption e convergenza tecnologica
Lavoro da remoto e cambiamento dei workplace Digitalizzazione delle relazioni (con Clienti, P.A., fornitori, ecc.) Nuovi modelli di mobilità e di logistica
Affermazione di stili di vita più salutari «Longevity economy» «Società 5.0» e sviluppo delle filiere industriali e di servizi connesse
Sviluppo della robotica e sostituzione uomo-macchina Sviluppo dell’Intelligenza Artificiale Convergenza tra settori e tecnologie abilitanti
5
I 5 megatrend globali dell’epoca post Covid-19 e le sfide per le imprese trentine. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2021.
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Per quanto riguarda la nuova globalizzazione, la crisi ha polarizzato la contrapposizione tra Usa e Cina e l’antagonismo tra i due poli rischia di marginalizzare sempre più l’Europa. La crisi pandemica ha inoltre messo sotto pressione le supply chain globali tradizionali e la fragilità del modello di “catena di montaggio-mondo”. È aumentata l’attenzione verso i mercati di prossimità, con il ridisegno delle Catene Globali del Valore che potrà impattare (anche positivamente) sull’Italia, il cui export è inserito per il 46,5% nelle Cgv. Tuttavia, la crescita si concentrerà nei mercati lontani ad alto sviluppo, dove non sempre l’Italia detiene quote di mercato rilevanti. In termini di sostenibilità, oggi più che mai formulare obiettivi di sostenibilità chiari e misurabili nel tempo è un fattore richiesto dagli investitori. La sostenibilità integrata nelle scelte competitive aziendali può produrre benefici a più livelli, tra cui il miglioramento delle performance aziendali e della produttività, il rafforzamento delle relazioni con gli stakeholder, l’innovazione dei processi produttivi e l’ottimizzazione delle politiche aziendali e il riorientamento delle scelte strategiche. Vi è inoltre una correlazione positiva e incrementale tra il livello di sostenibilità di un’impresa e la sua produttività: a questo proposito, nel 2020 le imprese trentine sono state più propense ad investire in sostenibilità rispetto alla media regionale e nazionale. La transizione verso la sostenibilità è poi trasversale a più dimensioni e impatta su alcuni ambiti-chiave per l’impresa: il riorientamento delle scelte strategiche, le relazioni con gli stakeholder (clienti, investitori e banche), l’innovazione dei processi produttivi e, infine, i risultati economici complessivi. L’emergenza da Covid-19 ha rivoluzionato la vita delle persone e la digitalizzazione e i minori spostamenti stanno modificando progressivamente il modo di vivere, lavorare e fare business. Entro il 2025, un lavoratore italiano su quattro potrà essere sistematicamente in smart working, con una riduzione degli spazi degli uffici di circa il 30%. Già oggi, per un terzo delle aziende trentine il lavoro da remoto ha accelerato l’adozione di nuove
tecnologie, ma per una su quattro ha ridotto l’efficienza gestionale dei processi. Emergono infine nuovi modelli di mobilità e logistica che impatteranno sulla riprogettazione urbana dei territori e sulle strategie localizzative e produttive delle imprese. Si sta via via affermando una crescente domanda di salute (prodotti e servizi per l’Healthy & Active Living) e la “longevity economy” potrà abilitare lo sviluppo di una nuova offerta, considerando che la popolazione italiana continuerà ad invecchiare e le persone esposte ad un invecchiamento “attivo” aumenteranno da 14 a 21 milioni al 2050. Il modello di “società 5.0” – centrato sul benessere dell’essere umano e sul ruolo abilitante delle nuove tecnologie – favorirà un approccio di sviluppo integrato tra aziende, tecnologie e territori. Non da ultimo, le sfide globali stanno spingendo la rapida evoluzione di tecnologie abilitanti di sistema quali Internet of Things (IoT), Intelligenza Artificiale e robotica, il cui crescente utilizzo determinerà un impatto sui processi aziendali e in alcune funzioni tradizionalmente ad alto tasso di capitale umano. Le imprese, incluse quelle trentine, dovranno quindi gestire il rapporto uomomacchina, con uno sguardo attento ai lavoratori a rischio di automazione e la stessa Intelligenza Artificiale sarà il prossimo “game changer” che impatterà su tutte le funzioni aziendali. Nella definizione di un percorso di sviluppo virtuoso al 2030, come promosso dal progetto “Duemilatrentino” di Confindustria Trento, il sistema produttivo locale dovrà quindi tener conto dell’assetto di un mondo influenzato dalle tendenze legate all’affermazione nel medio-lungo termine di una “nuova normalità”, ma anche saper valorizzare elementi centrali per la competitività del territorio e delle sue imprese, come la centralità dell’individuo e della qualità della vita, la sostenibilità dei processi produttivi e il ripensamento del modello stesso di società in una direzione “5.0”.
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2021
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I trigger della ripresa italiana Gli investimenti del Pnrr e i fondi strutturali sono due strumenti potentissimi, a patto che siano gestiti nell’ambito di una strategia economica intelligente e a lungo termine. di DANIELE BERTI, Centro studi Confindustria Trento
A PARTIRE
dal terzo trimestre del 2021 l’Italia avrà a disposizione due strumenti che spingeranno la nazione nella ripresa dei prossimi 7 anni: il conosciuto Piano nazionale di ripresa e resilienza e i Fondi strutturali europei 2021-2027. Partiamo dal Pnrr: il nostro Paese beneficerà della fetta più grande dei fondi previsti dal Recovery Fund europeo, per un ammontare di circa 191,5 miliardi di euro, dei quali 69,5 miliardi nella forma di trasferimenti, e i restanti 122 miliardi circa sotto forma di prestiti. In primavera il Governo Draghi ha approvato il Pnrr che traccia le linee guida per l’utilizzo di queste risorse. Come detto nello scorso numero di Trentino Industriale, il Piano è articolato in sei missioni e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, Rivoluzione verde e transizione ecologica, Infrastrutture per la mobilità, Istruzione, formazione, ricerca e cultura, Equità sociale, di genere e territoriale e Salute. Il Pnrr è un piano di investimenti pubblici ben strutturato e ben comunicato ed è nell’interesse del Paese che sia stato approvato. Questo però non trasformerà un’economia ferma da quarant’anni, e non solo per colpa del ritardo del
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sud o della mancanza di investimenti pubblici o per la troppa burocrazia che affossa gli investimenti, ma anche a causa delle imprese private che hanno mancato la transizione da economia industriale a post-industriale e, nel nuovo secolo, alla economia della conoscenza. Probamente il vecchio paradigma economico fatto di Pmi industriali non ha prodotto quelle grandissime imprese innovative che sono i veri motori della innovazione e producono i lavori ad alto valore aggiunto ben retribuiti che creano incentivi allo studio per i giovani. La green economy è un tema innovativo, ma produce crescita economica se lo Stato crea incentivi per le grandi imprese private. La digitalizzazione della Pa è auspicabile ma gli investimenti pubblici nel digitale trasformeranno poco il Paese se le sue imprese continueranno ad essere tra le ultime d’Europa a investire nel digitale. L’unico progetto di investimento chiaramente trasformazionale del Pnrr sono i 5 miliardi di investimento nella banda larga che però sono una piccola parte rispetto a quelli fatti da società private. L’enorme quantità di denaro pubblico che il Pnrr riverserà sull’economia nei prossimi anni darà certamente un contributo alla ripresa nei prossimi tre-quattro anni, ma il rischio è una replica di quanto avvenuto negli anni Ottanta, quando l’aumento del debito da 25% a 100% del Pil drogò la crescita economica, nascondendo il deteriorarsi della competitività delle Pmi industriali che
A partire dal terzo trimestre del 2021 l’Italia avrà a disposizione due strumenti che spingeranno la nazione nella ripresa dei prossimi 7 anni: il conosciuto Piano nazionale di ripresa e resilienza e i Fondi strutturali europei 2021-2027.
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erano state alla base del «miracolo economico«. La «droga« durò fino al 1993 quando i nodi vennero al pettine e il Paese si trovò sull’orlo della bancarotta. La Ue ha chiaro che non saranno i 200 miliardi di euro di investimenti pubblici a trasformare la nostra economia. Lo stato non deve limitarsi agli investimenti pubblici e, peggio, diventare anche «imprenditore«. Deve invece essere un magnete di talenti di un capitalismo più innovativo di quello familista che abbiamo avuto per decenni creando incentivi e policies per il capitalismo smart, fatto di fondi private equity e infrastrutture. Senza università di ricerca di eccellenza non nasce l’econo-
Il nostro Paese beneficerà della fetta più grande dei fondi previsti dal Recovery Fund europeo, per un ammontare di circa 191,5 miliardi di euro.
stenti, si parla di 42 miliardi di euro di fondi Fesr e Fse più 10,7 miliardi del Feasr per lo sviluppo rurale e 1 miliardo per il Just transition found (Jtf). Considerando il cofinanziamento nazionale, si tratta di un pacchetto che sfiora i 90 miliardi di euro. Sarà necessario evitare sovrapposizione tra i fondi di coesione e il Pnrr, in modo che i due strumenti rimangano distinti e possano agire duplicando l’effetto positivo e non cannibalizzando le ricadute. Tutte le risorse che l’Italia avrà a disposizione dovranno essere utilizzate efficientando ogni singolo centesimo in termini di ricaduta positiva. Come più volte evidenziato dagli economisti, stiamo affrontando una situazione economica estrema e quindi servono misure di supporto estreme, partendo dal presupposto che questi strumenti fungeranno solo da boost iniziale. Servirà una strategia economica a lungo termine che consenta alla nostra economia di ridurre il più possibile il gap competitivo in termini di produttività nei confronti delle altre economie mondiali avanzate. Gli ingredienti ci sono tutti, le capacità imprenditoriali e creative sono di qualità eccelsa, bisogna iniziare a viaggiare compatti verso un obiettivo comune.
mia della conoscenza, ma farle nascere richiede che venga distrutto il tabù che rifiuta l’idea che gli atenei non sono tutti eguali. La meritocrazia e competizione sono fondamentali per questo processo. Come riporta Carlo Cottarelli nel suo ultimo libro “All’inferno e ritorno”, il nostro Paese dovrebbe rifondare la propria società e basarla sull’uguaglianza di possibilità come principio fondamentale. Quest’ultimo consente a cascata di operare in regime di criterio di merito come condizione di efficienza economica e di crescita. Solo in questo modo si può tornare a dare spinta all’ascensore sociale ormai fermo da anni in un circolo vizioso che amplia inesorabilmente le disuguaglianze e crea sfiducia sociale. Il secondo strumento che il nostro Paese avrà a disposizione da qui al 2027 sono i fondi strutturali che provengono dalla programmazione europea 2021-2027. Le cifre in gioco sono ugualmente consi-
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L’Autonomia è forte solo se ben gestita Oggi, avere una percezione chiara di come essa possa essere messa nelle condizioni di sostenere un nuovo e generativo processo di crescita è la vera emergenza a cui dobbiamo rispondere. di MAURO MARCANTONI
PER MEGLIO
cogliere la portata della straordinaria crescita economica di cui abbiamo potuto beneficiare, è opportuno partire dai dati. Rispetto alla media nazionale, nel 1971 il Pil pro capite era in Trentino pari al 98,2% e in Alto Adige al 104,5%: in entrambi i casi sostanzialmente basso. Negli ultimi cinquant’anni questo indicatore è schizzato verso l’alto, superando rispettivamente il 130% in Trentino e il 160% in Alto Adige. Per apprezzare meglio questo dato, è utile considerare che la crescita percentuale, sempre rispetto alla media nazionale, nel periodo considerato è risultata in Trentino doppia e in Alto Adige addirittura più che tripla rispetto al Veneto, che pure è la migliore performance tra le Regioni del nord. In Trentino, sempre rispetto alla media nazionale, negli ultimi dieci anni questa capacità propulsiva si è attenuata, ma se consideriamo il trend nel suo complesso il giudizio rimane positivo, pur con qualche preoccupazione. Se ci interroghiamo sulle ragioni che hanno consentito questi risultati, non possiamo prescindere da come, nel tempo, si è conformato il nostro sistema di autogoverno, sia in termini di assetti che di gestione. Innanzitutto, è utile precisare che questo sistema, in termini di competenze, a livello nazionale è di gran lunga il più potente e dotato. Un risultato dovuto alla eccezionale capacità di dare forma e sostanza alla nostra autonomia, non solo portando a compimento il disegno istituzionale previsto dal Secondo Statuto, ma anche potenziandolo acquisendo nuove competenze dallo Stato. E questo vale sia per Trento che per Bolzano. Un secondo fondamentale indicatore dell’ecce-
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zionale livello di compiutezza del nostro sistema autonomistico riguarda la quota di spesa pubblica gestita in loco, rispetto a quella gestita dallo Stato. Poco meno e poco più di due terzi del totale della spesa pubblica, a Trento e a Bolzano, sono gestiti direttamente dalle istituzioni dell’Autonomia. In Friuli-Venezia Giulia la quota gestita in loco quasi si dimezza, scendendo a poco più di un terzo, e in Sicilia, addirittura, scende ad un quarto. Ciò significa che in Trentino e in Alto Adige la presenza diretta dello Stato è bassissima, in Friuli-Venezia Giulia è media, in Sicilia è elevatissima. Siamo pertanto in presenza di un sistema di autogoverno fortissimo, senza uguali nel Paese, che proprio per questa forza, se gestito bene, produce frutti altamente positivi. Simmetricamente, e questo è il problema, se gestito male i risultati sono inevitabilmente di segno inverso. In una fase dove la pandemia ha scombinato tutti i nostri più consolidati riferimenti, avere una percezione chiara di come il “gioiellino” Autonomia Speciale può essere messo nelle condizioni di sostenere un nuovo e generativo processo di crescita è la vera grande emergenza a cui dobbiamo rispondere. Una grande emergenza che sfida la nostra capacità di autogoverno, quindi la qualità del capitale sociale e della classe dirigente su cui possiamo, e soprattutto potremo, fattivamente contare.
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Energia sostenibile e nuova mobilità Intervista a SIMONE CANTERI, presidente Sezione Energia e Servizi per l’ambiente.
PRESIDENTE
Canteri, come d’abitudine, che il mondo energia è stato duramente colpito. apriamo questa intervista con un identikit Abbiamo avuto cali nei consumi molto forti: per dare un dato, a livello mondiale si parla di della Sezione da lei presieduta. Va detto in primo luogo che si tratta di una una flessione del 6%, pari – per intenderci – al Sezione nuova, nata lo scorso anno con lo sco- consumo dell’India. Se le nostre aziende hanno po di dare ulteriore forza e rappresentanza alle sofferto meno di altre, se ci si può limitare a aziende che operano all’interno della filiera parlare di criticità temporanee, è perché si tratta energetica. Si tratta di circa 40 aziende, per un di realtà molto solide dal punto di vista finanziario. Le nostre imprese hanno saputo assorbire totale di circa 1600 dipendenti. Vi figurano imprese che si occupano di produ- il colpo grazie a una gestione oculata e profeszione e di distribuzione di energia elettrica, di sionale, che ha permesso di ammortizzare gli gestione dei rifiuti, di gestione di acquedotti e effetti di un anno straordinario. Con la ripresa, fognature, dunque che operano anche nel mon- le aziende sono ripartite: i dati dei primi mesi do dei servizi, al giorno d’oggi quanto mai fon- di quest’anno sono incoraggianti. La situazione è tuttora molto liquida, ma si può dire che damentali. vediamo davanti a noi grandi opportunità: preTracciamo dunque un quadro della situazio- vediamo un secondo semestre 2021 cautamente positivo. Sicuramente ci attendono mesi – direi ne attuale e dell’andamento del mercato. Veniamo da un anno nel corso del quale an- anni – molto sfidanti, ma sono convinto che sapremo cogliere gli obiettivi che ci siamo prefissati, anche grazie alle competenze della nostra Associazione. Il business della sostenibilità è sempre maggiore: quali le opportunità per le imprese su questo fronte? Si fa un gran parlare, soprattutto in questi ultimi mesi, della cosiddetta transizione energetica, del Green Deal europeo. Siamo nel bel mezzo di un cambiamento radicale, storico. Dal punto di vista energetico si va sempre di più verso il concetto di sostenibilità, che non va disgiunto da un approccio che è anche culturale: a cambiare deve essere la mentalità delle aziende. Ci sono grandi opportunità davanti a noi: viviamo e vivremo sempre più in un mondo dell’energia focalizzato al risparmio energetico e alla soste-
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nibilità. Di conseguenza tutte le aziende che riusciranno a organizzarsi su questo filone avranno sicuramente vantaggi competitivi rispetto alle altre. Le risorse disponibili sono e saranno moltissime: il Green Deal europeo, solo per la parte energetica, mette a disposizione oltre 60 miliardi. Bisogna però saperle cogliere e renderle disponibili per progetti sui territori. Purtroppo, lo sappiamo, l’Italia è fra i paesi che fino ad oggi hanno dimostrato una minore propensione all’utilizzo dei fondi europei. All’orizzonte si prospettano anche nuove frontiere per la mobilità. Per i nostri territori, in questo senso, sarà cruciale la partita delle infrastrutture per l’area dolomitica in vista delle Olimpiadi 2026. Nello scorso mese di febbraio, Confindustria Trento, Bolzano e Belluno hanno firmato un accordo con l’Università di Padova che ha il fine ultimo di rendere il più possibile sostenibile un evento della portata di un’Olimpiade di monta-
gna. Viviamo in un ambiente unico dal punto di vista delle risorse naturali, ed è per questo tanto più necessario valutare ogni investimento nell’ottica dei benefici che potrà avere sulle vite dei nostri figli e dei nostri nipoti. Dal punto di vista operativo, alcune delle nostre aziende si stanno già organizzando. Abbiamo competenze, conoscenze e grandi professionalità: elementi fondamentali per creare le condizioni per un futuro il più roseo possibile. Quali strategie mettere in campo per sostenere questa ripartenza? Come detto, le aziende sono pronte. Le risorse non sono illimitate, ma ci sono. La burocrazia rimane il principale avversario, e se non si interverrà per disarmarlo, avrà effetti devastanti anche sull’attuazione delle strategie sostenute da fondi europei. Quello che si chiede e che si auspica è dunque che si lavori per snellire i processi, affinché le risorse possano arrivare al territorio con gli esiti migliori.
Oriente occidente apre le porte a nuovi mecenati Oriente Occidente, il Festival di danza contemporanea che dal 1981 fa incontrare culture diverse, apre le porte a nuovi mecenati. Da oggi infatti aziende e privati possono contribuire a sostenere e far crescere quest’iniziativa grazie ad Art Bonus, un credito d’imposta per le erogazioni liberali a sostegno della cultura e dello spettacolo. Chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano può, infatti, recuperare tramite credito di imposta il 65% dell’importo donato. Oriente Occidente ha riscosso negli anni sempre più successo fino a diventare un appuntamento significativo nel panorama delle iniziative culturali della città di Rovereto e del Trentino. Grazie ad Art Bonus e a tutti coloro che vorranno investire in cultura, il Festival potrà ampliare ulteriormente le proprie iniziative, occasioni di incontro tra artisti e intellettuali che, ogni anno nel mese di settembre da ogni latitudine, arrivano in Trentino abitandolo per un po’, lasciando traccia del proprio passaggio e portando con sé qualcosa di questa terra e questo popolo in uno scambio e arricchimento reciproci. Dettagli e informazioni sul sito www.orienteoccidente.it nella sezione “Sostienici”.
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Peap: il contributo dell’industria L’Associazione, con Assoenergia, ha concorso alla costruzione delle strategie che porteranno la nostra provincia alla piena autonomia dal punto di vista energetico entro il 2050. di FEDERICO DECOL, Assoenergia
LA GIUNTA
provinciale ha approvato il Piano energetico ambientale provinciale 2021-2030. Il documento definitivo, integrato dopo il periodo di consultazione pubblica, traccia una traiettoria che attraverso dodici linee strategiche trasversali accompagna la transizione energetica e ambientale del Trentino. Seguendo questo percorso, fatto di azioni che riguardano tutti i settori e rendono tutti protagonisti (cittadini, istituzioni, industria, agricoltura, turismo) si arriverà al 2030 ad aver ridotto del 55% le emissioni climalteranti rispetto al 1990. L’obiettivo è di arrivare, nel 2050, a una provincia autonoma dal punto di vista energetico. Il Piano energetico ambientale è il documento di programmazione provinciale degli interventi in materia di energia, ed è frutto di oltre due anni di approfondito lavoro da parte dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia (Aprie) assieme a un gruppo di lavoro del quale hanno fatto parte l’Università degli Studi di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e la Fondazione Edmund Mach. Numerosi sono stati i contributi da parte delle Associazioni di categoria. Confindustria Trento, in collaborazione con Assoenergia, ha contribuito alla raccolta dei dati necessari alla creazione dello stato dell’arte, cioè la situazione di partenza sulla quale ragionare e da cui far partire i vari piani di azione. Il piano ha un ruolo importante e strategico in quanto racchiude in sé sia le azioni di mitigazione del cambiamento climatico previste dalla legge provinciale 19/2013, che prevedeva la riduzione del 50% delle emissioni al 2030, sia il nuovo limite definito dall’ultimo emendamento alla Climate Law europea che porta il target al 55%. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo non basta agire in un solo settore. È necessario porre in atto linee strategiche che vadano a incidere in
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tutti gli ambiti, per ridurre i consumi, efficientare i processi e massimizzare la produzione di energia rinnovabile. Per questo, partendo dal bilancio dei consumi energetici 2014-2016, sono stati delineati quelli che saranno gli scenari al 2030, tenendo conto delle previsioni legate al cambiamento climatico in termini di temperatura, precipitazioni e qualità dell’aria. Da un lato si è lavorato a individuare gli scenari di riduzione dei consumi nel comparto edilizio privato e pubblico (responsabile del 40% delle emissioni), nel settore industriale, e nella mobilità sostenibile. Parallelamente sono state indagate le modalità di implementazione delle fonti di energia rinnovabile: la valorizzazione della biomassa legnosa, la produzione di biogas, la produzione dell’energia idroelettrica, la nascita di comunità energetiche e l’estensione della distribuzione del gas naturale. Infine, sono state tracciate le azioni di pianificazione territoriale per facilitare l’applicazione di queste misure con una visione di pianificazione a lungo termine. Ne sono nate 12 linee strategiche, poi declinate in 83 azioni prioritarie che interessano trasversalmente i vari settori. È importante sottolineare che solo agendo assieme su tutti i fronti si possono raggiungere gli obiettivi pianificati. Confindustria Trento, con tutte le sue associate, considera centrale il tema della sostenibilità, focus dell’assemblea generale 2019 e di recenti iniziative: su tutte il progetto “Duemilatrentino”. L’energia ne è un fattore fondamentale, tanto che l’Associazione prevede una delega specifica all’interno del proprio Consiglio di Presidenza. È stata inoltre formata recentemente una Sezione “Energia e servizi per l’ambiente” che riunisce le aziende che operano nel settore e che possono fungere
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da traino sui temi della sostenibilità energetica e ambientale per l’intero comparto manifatturiero. Questa sezione è stata fondamentale nell’analisi della bozza di piano ricevuta da Aprie nel marzo 2021 e nella successiva formulazione delle osservazioni di Confindustria sulle quali vi è poi stato un confronto diretto con Aprie e con gli altri organi provinciali interessati. Il tutto si è svolto grazie alla preziosa collaborazione del Consorzio Assoenergia, collettore di esigenze ma anche di idee provenienti dalle aziende associate ai fini dell’efficientamento dei processi e della riduzione dei consumi. L’Associazione vuole quindi essere protagonista nel percorso di miglioramento del territorio trentino, consapevole che la sua rilevanza in termini di produttività, consumi ed emissioni possa fare la differenza sul raggiungimento o meno degli obiettivi posti all’interno del Piano. È perciò stata offerta piena disponibilità alla collaborazione con la Provincia autonoma di Trento sul Peap. Si riportano di seguito in estrema sintesi le linee strategiche sulle quali è stata posta maggiore attenzione da parte di Confindustria Trento. Riqualificazione energetica / mobilitazione degli investimenti Si è posta particolare attenzione circa l’apporto del Teleriscaldamento efficiente, quindi anche da calore di scarto o cogenerato, sia per i settori civile che industriale e agroindustriale. È intenzione dell’Associazione di costruire progetti ad hoc utilizzando le importanti risorse provenienti dall’Unione Europea. Riqualificazione energetica dell’industria Il patrimonio edilizio industriale presenta enormi margini di miglioramento prestazionale. Per questo l’Associazione ha richiesto maggiore attenzione all’incentivazione di questo ambito, sia sul lato delle coibentazioni/serramenti che sul lato del riscaldamento /raffrescamento/ climatizzazione degli ambienti, anche mediante l’utilizzo di sistemi a Pdc. Si è inoltre rimarcata l’importanza dell’utilizzo di strumenti di incentivazione come i bandi Fesr.
Produzione di energia da fonte rinnovabile e generazione distribuita La strategia contempla le varie forme di rinnovabile come lo sfruttamento dei salti residui nell’idroelettrico con mini o micro impianti a basso (se non nullo) impatto ambientale, il fotovoltaico sfruttando le coperture industriali, il potenziamento del teleriscaldamento a biomassa legnosa. Comunità energetiche L’Associazione ha chiesto un coinvolgimento del settore industriale all’interno delle comunità energetiche, al momento sviluppate solamente tra utenze abitative. L’industria è infatti parte fondamentale dell’evoluzione di questi soggetti. L’idrogeno in Trentino al 2030 Confindustria Trento ha manifestato assoluto interesse e offerto piena disponibilità riguardo al Piano per l’idrogeno in Trentino, sottolineando la presenza di alcuni rappresentanti del mondo industriale trentino al Tavolo tecnico istituito dal Sistema confindustriale nazionale. Politica energetica trentina Le Energy Service Company associate possono sicuramente essere un partner strategico per le aziende che volessero intraprendere un percorso virtuoso grazie al loro know how sistemico sul tema della sostenibilità. Educazione, formazione, informazione L’Associazione ritiene che le aziende trentine debbano essere orientate e assistite per poter beneficiare di fonti economiche anche diverse da quelle provinciali. L’informazione e formazione delle aziende sui finanziamenti nazionali ed europei e sulla piena utilizzazione di questi sarà oggetto di particolare attenzione nei prossimi anni. Confindustria Trento inoltre raccomanda con forza l’adozione di misure di premialità per i processi di economia circolare, ormai caratteristica fondamentale per affacciarsi a mercati sempre più sensibili sul tema.
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L’avanguardia della mobilità elettrica Terzo operatore nazionale del settore e vincitrice del “Premio 100 eccellenze italiane”, Neogy sta tracciando la rotta verso la transizione energetica. Le colonnine di ricarica superveloci sono già realtà. di ALESSANDRO DE BERTOLINI
SE IL TRENTINO
e l’Alto Adige sono oggi il territorio più performante in Italia e tra i migliori di tutta Europa per presenza di infrastrutture di ricarica pubbliche a energia verde – le colonnine di ricarica per automobili elettriche – il merito va a Neogy, azienda nata nel 2019 con lo scopo di promuovere la mobilità elettrica e oggi terzo operatore a livello nazionale. “Gestiamo oltre 800 punti di ricarica pubblici in tutta Italia – spiega Nicola Fruet, presidente di Neogy – dei quali 550 si trovano sul territorio regionale. Per quanto riguarda il Trentino, l’80% delle colonnine presenti in provincia appartiene a noi ed entro la fine del 2021 cresceranno ancora”. La rete infrastrutturale di Neogy è capillare e si distingue per l’erogazione di energia verde e per l’alto contenuto innovativo della tecnologia installata. “Le nostre stazioni – prosegue il presidente – sono di due tipi. Colonnine di ricarica di prima generazione: su cui si è basato il primo step del nostro piano industriale.
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E colonnine di ricarica ultraveloce: su cui stiamo strutturando il secondo step di avanzamento. Queste ultime, che abbiamo già cominciato a installare, garantiscono la cosiddetta ricarica di spostamento”. Le prime sono distribuite in modo omogeno sulle due province di Trento e Bolzano, mentre quelle ultraveloci sono in corso di implementazione sul territorio regionale, al fine di colmare lo sviluppo della rete. Quel futuro che stiamo aspettando, verso una transizione energetica che sappia coinvolgere a pieno titolo il comparto dell’auto, è dunque alle porte. “I clienti che si riforniranno presso le nostre stazioni caricheranno i propri mezzi esclusivamente con energia 100% da fonti rinnovabile”, precisa Nicola Fruet. “È questa una politica di impresa e una scelta di principio che orienta tutto il nostro operato. Una scelta su cui si basa il rapporto d’intesa tra i soci di Neogy”. Neogy, infatti, nasce come joint venture tra i due maggiori provider energetici del Trentino-Alto Adige, Gruppo Dolomiti Energia e Alperia, allo scopo di promuovere la mobilità elettrica, un settore in cui entrambe le società hanno accumulato anni di esperienza servendo numerosi clienti privati e aziendali. “Per affrontare la sfida di una nuova mobilità – continua Fruet – i soci hanno voluto unire le forze sotto il nuovo marchio Neogy. Ad accomunare il Gruppo Dolomiti Energia (di cui Neogy fa parte) e il provider energetico altoatesino sono sia il core business, incentrato sulla produzione di energia verde e sulla gestione delle infrastrutture di distribuzione di energia, sia la condivisione di valori fondanti le politiche aziendali, come la sostenibilità e la responsabilità verso i propri clienti e verso il proprio territorio”. Il business di Neogy si divide in due macroaree:
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installazione di punti di ricarica per la rete pubblica e installazioni per soggetti e aziende private. “Sempre più spesso, a richiedere il nostro supporto in questo settore sono centri commerciali, alberghi, ristoranti e aziende che vogliono offrire ai propri clienti e dipendenti questo tipo di servizio, oggi molto richiesto ed apprezzato. Potersi presentare come azienda sostenibile o struttura ricettiva green è oggi una caratteristica che influenza notevolmente le preferenze di cittadini e consumatori. A rafforzare la scelta delle aziende in questo ambito e in questa transizione ecologica ci sono anche importanti vantaggi economici offerti dal super bonus, dagli incentivi provinciali e dalla ormai prossima normativa europea, “Tassonomia”, volta a classificare la sostenibilità delle attività economiche. Una cartina di tornasole della sostenibilità che potrà produrre effetti sul mercato finanziario e bancario, sui governi nella definizione degli incentivi da distribuire e direttamente sulle aziende che saranno chiamate a fornire informazioni sulle loro attività e prodotti relativamente al loro impatto ambientale”. Muovendosi in questa direzione, “Neogy vuole supportare il territorio e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione regionali e nazionali”. Alla base di questo fondamentale obiettivo, ci sono la convinzione che la transizione energetica (di cui la mobilità elettrica degli autoveicoli rappresenta una tra le voci decisive) sia ormai una concreta opportunità e la consapevolezza che il mercato delle auto elettriche vedrà una forte espansione nei prossimi decenni. A dimostrazione dell’impegno di Neogy e del valore aggiunto che ha saputo portare, a livello nazionale, in tutto il settore della mobilità elettrica, è motivo di grande soddisfazione vedere Neogy insignita con il “Premio 100 eccellenze italiane”, la cui cerimonia si è tenuta all’inizio di luglio, a Roma, presso il Campidoglio. La manifestazione, giunta quest’anno alla sesta edizione, è nata con lo scopo di premiare i “100 protagonisti della migliore Italia, in virtù del prezioso contributo recato da ciascuno di essi alla crescita del nostro Paese”. Tra i primati di Neogy, infine, anche il nuovo
hypercharger “made in Italy” per la ricarica di macchine elettriche in meno di mezz’ora. Installata a Merano, “è stata la prima colonnina di ricarica hyper-fast in Italia e una delle prime in tutta Europa che consenta di ricaricare con una potenza di 150 kW fino ad un massimo di 300 kW”.
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Se l’efficientamento è un atto “politico” Attiva nel settore delle Energy Service Company, Solesco è specializzata in riqualificazione energetica a 360° gradi, per una nuova visione del ruolo dell’impresa nella società.
NON SONO
ancora una corporate, ma le tre aziende lavorano insieme in stretta sinergia ed è proprio su questo che si stanno strutturando: “Solesco Service Contact è la mente – spiega Marianna Paonessa – mentre Elettroteam Srl e Sistemi Termoidraulici Srl sono i bracci operativi”. Un modello di business che è anche una filosofia aziendale. “Solesco rappresenta per noi il sapere, Elettroteam e Sistemi Termoidraulici sono il saper fare e l’interconnessione è il nostro saper essere”. Complessivamente, le tre imprese occupano circa 45 persone e sono presenti in Trentino-Alto Adige con sedi legali e operative in Val di Non, in Valsugana e a Bolzano.
Marianna Paonessa
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Marianna Paonessa è responsabile per la comunicazione e social di Solesco, con sede operativa a Pergine Valsugana. L’impesa trentina opera nel settore delle Esco (Energy Service Company) ed è specializzata in riqualificazione energetica a 360° gradi. “Garantiamo tutti i servizi tipici di una Esco – racconta – occupandoci di accompagnare le piccole e medie imprese nei percorsi di efficientamento energetico, economico e produttivo sia da un punto vista termico sia da un punto di vista elettrico. Ma non solo. I nostri interventi vanno ben oltre. Per dare ai clienti un servizio completo, forniamo supporto nei processi di certificazione: Uni Iso 9001:2015, Uni Iso 14000:2015, Uni Iso 45000: 2015, Uni Iso 5001:2015 e infine Uni 26000:2020 Responsabilità bilancio Sociale. Solesco è anche accreditata presso il Gse (Gestori Servizi Energetici) e certificata secondo la Uni Cei 11352. Tramite la sinergia con Elettroteam Srl e Sistemi Termoidraulici Srl, mettiamo a disposizione tutta una serie di competenze che vanno dalla progettazione all’installazione, dalla formazione alla manutenzione. I nostri obiettivi non si fermano alla creazione degli impianti di efficientamento, ma guardano anche e soprattutto alle necessità di mantenere gli impianti nel tempo, facendo buona manutenzione mediante personale esperto, formato e consapevole. Chi si rivolge a Solesco ha la possibilità di costruire assieme a noi veri e propri modelli organizzativi di medio e lungo periodo finalizzati all’efficientamento dell’azienda su tutti i fronti”. Il settore delle Esco è in forte crescita; un trend che si registra a livello locale e nazionale in ragione di una crescente sensibilità per le tematiche ambientali e per il fatto che i canali di finanziamento, sia pubblici sia privati, favoriscono quegli attori che spingono l’acceleratore sull’efficientamento delle loro aziende in un’ottica di politiche energetiche sostenibili. Ma la partita che si sta giocando è delicata, coinvolge stakeholders a tutti i livelli e la strada è ancora in salita. Ne è convinta Marianna Paonessa, che sottolinea la necessità di un cambiamento culturale e di un’attenzione maggiore da parte dell’ente pubblico. “Le nuove generazioni hanno compreso il problema – spiega – e si muovono spesso nella direzione giusta. Ma non è così per tutti. Talvolta incontriamo difficoltà anche all’interno delle stesse aziende, dove la componente più giovane della governance si scontra con politiche datate e posizioni anacronistiche
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all’interno dei Cda, bloccate ancora su modelli del passato, che tendono a sottovalutare l’importanza delle politiche energetiche. Ciò che è in discussione, voglio dire, non è soltanto una visione pro o contro l’efficientamento energetico, ma il ruolo stesso dell’impresa nella società. L’imprenditore di oggi non può più essere colui che pensa solo al profitto dell’azienda, ma deve essere una figura socialmente responsabile, che interagisce con la comunità del territorio, con il territorio e con l’amministrazione pubblica, avendo chiaro i concetti di sostenibilità ambientale e sociale. La posta in gioco, quindi, è una nuova vision di politica d’impresa. È chiaro, però, che anche l’ente pubblico deve accompagnare questa visione con una forte presenza e con grande convinzione. Cosa che, almeno a livello locale, non ci sembra stia avvenendo come dovrebbe”. Forte delle proprie posizioni, Solesco ha sottoscritto una carta dei valori che sottolinea l’importanza del legame con il territorio, nel segno di un efficientamento energetico che risponde a esigenze collettive e sociali di sostenibilità ambientale. “La Direzione di Solesco è pienamente consapevole che il miglioramento continuo delle proprie prestazioni in tema di qualità del servizio, sicurezza dei lavoratori e rispetto per l’ambiente, conduce a significativi
Massimiliano Rizzi
vantaggi commerciali ed economici, soddisfacendo, al tempo stesso le aspettative delle parti interessate e le attese di miglioramento relative al contesto territoriale in cui l’azienda opera”. (adb)
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Fondi per la trasformazione digitale e verde La Commissione europea ha pubblicato i Work Programme 2021-2022 di Horizon Europe: ammontano a 14,7 in due anni i miliardi destinati ad accelerare la transizione nell’Unione. di GIANLUCA FEDRIZZI, Confindustria Trento
UNA DOTAZIONE
finanziaria di 14,7 miliardi per il biennio 2021-2022: sono queste le risorse che l’Europa metterà in campo per accelerare la trasformazione digitale e green dell’Unione. La Commissione europea ha infatti approvato la prima tranche dei Work Programme di Horizon Europe, il Programma quadro per la Ricerca e l’Innovazione con una dotazione finanziaria complessiva di 95,5 miliardi di euro: 90,1 provenienti dal tradizionale bilancio comune e 5,4 dallo strumento di ripresa Next Generation Eu. Vengono così individuati gli obiettivi, i settori tematici specifici e le risorse che permetteranno di costruire ecosistemi dell’innovazione europei più connessi ed efficienti e di dare vita a infrastrutture di ricerca di eccellenza. Circa sei miliardi di euro verranno investiti nella ricerca e nell’innovazione per sostenere il Green Deal europeo e l’impegno dell’Unione a rendere l’Ue il primo continente climaticamente neutro entro il 2050.
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I fondi finanzieranno progetti che sviluppano soluzioni per l’adattamento a questi cambiamenti e la riduzione delle emissioni di gas serra. Le attività previste accelereranno, ad esempio, la transizione sostenibile ed equa verso l’energia e la mobilità pulite, contribuiranno ad adattare i sistemi alimentari e a sostenere l’economia circolare e incentiveranno l’adattamento ai cambiamenti climatici. Anche fare dei prossimi dieci anni il decennio digitale europeo e gettare le basi per nuove imprese digitali in futuro sono obiettivi fondamentali del Programma. Obiettivi che assicureranno una crescita sostanziale degli investimenti in questo settore permettendo, ad esempio, di usufruire degli strumenti digitali, della ricerca e dell’innovazione basate sui dati nei settori dell’assistenza sanitaria, dei media, dell’energia, della mobilità e della produzione alimentare, sostenendo la modernizzazione dei modelli industriali e promuovendo la leadership industriale. Proprio per questo, quattro miliardi di euro verranno destinati, nel periodo 2021-2022, allo sviluppo di tecnologie digitali di base. Infine, il programma di lavoro destinerà due miliardi di euro di investimenti per rimediare ai danni economici e sociali causati dalla pandemia. In linea con NextGenerationEU, i finanziamenti contribuiranno a costruire un’Europa post pandemia non solo più verde e più digitale, ma anche più resiliente alle sfide attuali e future, incentrandosi anche in settori che mirano a modernizzare i sistemi sanitari e a contribuire alle capacità di ricerca, in modo particolare per quanto riguarda lo sviluppo di vaccini. I primi inviti a presentare proposte sono stati pubblicati sul portale finanziamenti della Commissione il 22 giugno, mentre tra il 28 e il 9 luglio si sono svolte le giornate d’informazione di Horizon Europe, destinate ai potenziali proponenti.
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Periferia trentina. Il futuro riparte da qui! Periferie e borghi storici rappresentano un tesoro inedito di risorse riportato alla luce dalla pandemia. “Una certa idea di futuro” ritorna, in una nuova edizione, per approfondire quest’opportunità e cogliere l’occasione. di GENNY TARTAROTTI
IL TERRITORIO
trentino sta diventando sempre ha ricordato l’importanza ricoperta da momenti più un polo d’attrazione. Grazie in particolare al di scambio come questo. “L’incontro di oggi – ha lavoro a distanza, periferie e borghi sono protago- spiegato Lunelli – è il frutto dell’esplorazione fatta nisti di una vera e propria rinascita. Nuove abi- nel primo ciclo di incontri e da qui parte la notudini e stili di vita stanno portando alla luce stra riflessione. Cosa sono le periferie? Avranno il volto inedito di questi territori, da riscoprire, un ruolo diverso? Saranno nuove capitali? Non ripensare e riqualificare. Connessione digitale e vogliamo dare risposte, ma fare e farci delle doaccessibilità saranno elementi imprescindibili che mande, domande di qualità. Come il format che dovranno però inserirsi all’interno di un progetto Confindustria Trento ha iniziato a sviluppare con ampio e lungimirante di innovazione e rilancio The European House – Ambrosetti, tra i principali Think Tank privati a livello mondiale. Perché del sistema socio economico. Il Trentino ha tutte le carte in regola per ricoprire un’impresa, una famiglia, uno studente, un turista dovrebbero scegliere il Trentino? Sarà nostro forzo in questo scenario un ruolo da protagonista. Con un Pil sceso quanto la media italiana, no- intellettuale declinare le risposte per costruirci un nostante la rilevanza del turismo messo in ginoc- futuro diverso in un mondo che avanza, aprenchio dal Covid-19, l’economia trentina è riuscita a doci al nuovo e al diverso mantenendo la nostra contrastare gli effetti di una crisi senza precedenti, eredità. Costruendo il futuro così come vorremmo con previsioni di ripresa interessanti specie sul che fosse”. fronte degli investimenti, fondamentali per getta- In apertura il contributo dell’antropologo Duccio re le basi della crescita futura in un mondo in Canestrini ha dato avvio al dibattito attraverso un cui sostenibilità e qualità della vita sono parole elenco delle principali caratteristiche dell’“Homo d’ordine. Uno scenario positivo emerso nel cor- Tridentinus”. Montanaro, laconico, introverso, in so del quinto appuntamento del ciclo di incontri un certo senso insofferente nei confronti dei fore“Una certa idea di futuro”, il format promosso da stieri e degli stranieri, orientato più all’accumulo Confindustria Trento in collaborazione con l’U- che all’investimento e incongruente, poiché orienniversità di Trento, per riflettere da protagonisti tato alla green economy, ma poco lungimirante sul futuro che verrà. Titolo dell’incontro: “Capi- nello sfruttamento dell’ambiente. Un ritratto graftale periferia: i nuovi centri del valore”, un tema fiante, ma veritiero al quale ha fatto eco l’intervengià affrontato nella precedente edizione, grazie al to di Fabio Tamburini, Direttore de “Il Sole 24 contributo di Alessandra Faggian, professoressa Ore”, Radiocor e Radio24, che con una provocazioordinaria di Economia Applicata presso il Gran ne ha evidenziato come lo sviluppo e il benessere Sasso Science Institute (GSSI) all’Aquila, e ripreso del territorio trentino siano la conseguenza di imnuovamente in questo nuovo ciclo per la sua at- portanti contributi ricevuti dal Governo Italiano. tualità e per l’importanza che esso riveste nel ter- Affermazione subito smentita da Franco Ianeselli, sindaco di Trento, che ha ribattuto sottolineando ritorio trentino. Marcello Lunelli, membro del Consiglio di Presi- come il Trentino - Alto Adige abbia saputo indenza dell’Associazione degli Industriali di Trento, vestire in modo efficace ed efficiente i contributi
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ricevuti e da Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento, che ha sottolineato come l’autonomia trentina non comporti costi per lo Stato Italiano, mostrando come il Pil pro capite sia passato dai 99 punti percentuali del 1951 ai 131 del 2018. “Un territorio quello trentino – ha aggiunto La Regola di San Benedetto, che ha ispirato la vita dei monaci Tamburini – che funge oggi da polo di attrazione. per più di 1500 anni, si può interpretare e declinare nell’ambito Il lavoro a distanza rappresenta un’occasione foraziendale, per offrire spunti nella gestione d’impresa? midabile per ridisegnare la nostra vita, le città e i La domanda è all'origine del nuovo appuntamento di "Una certa territori. Un fenomeno che sta interessando tutto idea di futuro", che torna martedì 14 settembre con l'evento l’Occidente e che cambierà lo sviluppo urbanisti"Persona 5.0: mettere al centro la persona per creare valore co, dando una forte spinta verso il decentramento. nell’impresa". Un incontro che invita a guardarsi dentro, a Una partita da giocare, nella quale le infrastrutture ricopriranno un ruolo decisivo.” guardare all’azienda per ciò che più conta: non solo il mercato Un focus sull’economia trentina degli ultimi quine il profitto, ma le persone che fanno impresa, le donne e gli dici anni presentato da Renato Mason, Segretario uomini che ci lavorano. Interviene Natale Brescianini, Monaco CGIA di Mestre, Associazione Artigiani e Piccole benedettino e formatore, conduce e modera Alessandro Imprese di Mestre, e da Daniele Nicolai, ricercaGarofalo. Altri ospiti saranno annunciato in prossimità tore presso la CGIA di Mestre, ne ha messo in luce dell'appuntamento. punti di forza e criticità offrendo l’opportunità di riflettere partendo da dati oggettivi. “Prima del Covid il Pil della Provincia di Trento – ha eviden- care nella burocrazia, nella difficoltà di accedere ziato Nicolai – era di 4 punti percentuali al di al credito, nell’utilizzo poco ottimizzante delle risopra del culmine economico del 2007, mentre sorse acquisite con il fisco e nel rigido quadro quello italiano era al di sotto di 3,8 punti percen- regolatore”. tuali. Con il Covid-19 la Provincia Autonoma di “È il momento per rimbalzare – ha aggiunto ManTrento scende di 9 punti percentuali in linea con zana – il nostro obiettivo non è ritornare a come la caduta economica nazionale, ma le previsioni andavamo nel gennaio 2020. Dobbiamo intraprenannunciano una ripresa di 4-5 punti percentuali. I dere una strada nuova. Per far crescere la società consumi, fetta più importante del Pil, fondamen- deve crescere l’impresa”. tali per sostenere la domanda interna e la crescita Flavio Deflorian, rettore dell’Università di Trento, delle piccole imprese e dell’artigianato, nel 2020 ha ricordato l’importanza della collaborazione tra hanno registrato una flessione del 12% a fronte realtà accademiche e imprenditoriali per promuodi un reddito sceso del 3%. “Quella che si è creata vere innovazione e progettare il mondo di domani. – ha spiegato Mason – è una situazione di stagna- Un’alleanza attiva in Trentino già da tempo e che zione. Se il reddito aumenta e i consumi calano ha portato a risultati importanti. Un joint venture vuol dire che crescono in modo ingiustificato i che richiede capacità di analisi e apertura al nuovo depositi bancari. Segnale che indica un sentimen- e al diverso. “Saper mettersi in discussione – ha rito diffuso di poca fiducia. “Sono due gli aspetti cordato Manzana – e aprirsi al cambiamento. Quepreoccupanti – ha commentato Mason –. Il primo sta è la nostra idea di futuro”. riguarda il fatto che il passaggio di proprietà sta interessando sempre più anche le medie e piccole imprese mentre il secondo riguarda il fatto che le nuove generazioni sono sempre meno orientate all’autoimprenditorialità e le cause sono da ricer-
Prossima puntata sulla "persona 5.0"
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Pillole di Finanza d’Impresa Finanziamenti agevolati Simest: il servizio Finanza d’Impresa gestisce domande per 23 milioni per conto delle aziende associate di ARIANNA MONTEROSSO, Assoservizi, Confindustria Trento
Finanziamenti agevolati SIMEST: il servizio Finanza d’Impresa gestisce domande per 23 milioni per conto delle aziende associate
Il giorno 3 giugno SIMEST spa, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti che eroga finanziamenti a tasso fortemente agevolato per l’internazionalizzazione e l’espansione commerciale all’estero delle imprese italiane, ha riattivato il portale per consentire la richiesta dei finanziamenti agevolati. Poco meno di 48 ore dopo, alle ore 16:00 del 4 giugno, l’acceso al portale veniva sospeso, a seguito del massiccio afflusso di istanze presentate, in relazione alla disponibilità di risorse stanziate dal decreto “Sostegni bis”. Nei due giorni di apertura, il servizio Finanza d’Impresa di Confindustria Trento ha presentato, per conto delle aziende esportatrici associate, domande di finanziamento agevolato per quasi 23 milioni. Più della metà delle domande inoltrate, per un ammontare complessivo di circa 15 milioni di euro, ha riguardato i finanziamenti per l’inserimento sui mercati esteri, per la copertura dei costi del personale commerciale e per la realizzazione di uffici, showroom, negozi in Paesi esteri e relative attività promozionali. Nei prossimi anni, anche grazie ai finanziamenti ricevuti e alla quota a fondo perduto concessa (fino al 25%), le nostre aziende avranno quindi la possibilità di portare avanti progetti di espansione negli Stati Uniti, in Brasile, in Russia, nel Regno Unito e, per quanto riguarda l’Unione europea, in Olanda, in Germania e in Francia. La restante parte di domande ha interessato, invece, la tipologia di finanziamento per il miglioramento o il mantenimento del livello di solidità patrimoniale, con domande per più di 8 milioni di euro.
Estesa a otto anni la durata massima delle garanzie pubbliche sui finanziamenti bancari. Ok dalla Commissione Ue
La Commissione europea ha autorizzato la possibilità per le imprese di richiedere alle banche, fino al 31 dicembre 2021, l’estensione, fino a un massimo di otto anni, dei tempi di restituzione dei finanziamenti già in essere garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia per le PMI e da SACE. Anche i nuovi finanziamenti, concessi dopo il 1° luglio ed entro il 31 dicembre, per poter essere coperti dalla garanzia del Fondo Centrale o di SACE in Temporary Framework, dovranno avere una durata di otto anni. Si ricorda comunque che, per i prestiti concessi dopo il 1° luglio, il Decreto Sostegni Bis ha ridotto la garanzia al 90% per i prestiti fino a 30.000 euro e all’80% per quelli che superano questa soglia.
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DIPINTO: ottimi risultati! Concluso, con esiti superiori agli obiettivi preventivati, il progetto di Assoservizi e Delta Informatica, pensato per approfondire i temi dell’innovazione organizzativa, dell’internazionalizzazione e della digitalizzazione.
SONO STATE
24 le aziende coinvolte nelle attività formative promosse dall’Ati (Associazione temporanea d’impresa), composta da Assoservizi e Delta Informatica, nell’ambito del piano territoriale “DIPINTO - Digitalizzare, Internazionalizzare e Innovare per la competitività”, avviato nell’estate del 2019 e concluso nel mese di febbraio 2021. Il progetto, finanziato da Fondimpresa e presentato allo scopo di fornire alle piccole, medie e grandi imprese del territorio conoscenze e competenze sull’innovazione organizzativa, sull’internazionalizzazione e la digitalizzazione, ha visto le proprie attività svolgersi per un lungo periodo di tempo, causa anche l’emergenza sanitaria. Grazie alla prontezza degli Enti formativi, dei docenti e del Fondo finanziatore, si è potuto procedere in maniera costante, trasformando le attività di aula in attività di formazione a distanza, molto apprezzate dalle aziende utilizzatrici. Tutto ciò garantendo la massima efficacia delle azioni formative. Negli ultimi mesi è stato possibile reintrodurre anche parzialmente la formazione in presenza fino ad arrivare alla conclusione del piano a marzo 2021. In particolare, il percorso ha coinvolto, nella trattazione delle tematiche inerenti la digitalizzazione dei processi aziendali, le imprese del settore informatico e tecnologico, mentre per quanto riguarda i temi legati all’internazionalizzazione e all’innovazione organizzativa, diverse realtà interessate in maniera trasversale all’argomento. Molteplici i contenuti trattati: da focus sui sistemi operativi, Social Networking e Software specifici aziendali al Change Management, Project Management, Public Speaking, Teamworking, discipline pedagogiche e approfondimenti rela-
tivi all’utilizzo della lingua straniera. Molto elevato anche il numero dei lavoratori coinvolti: 172 partecipanti, a fronte degli 81 preventivati a inizio progetto, hanno beneficiato di almeno un intervento formativo. Positivi anche i risultati dei questionari di valutazione compilati dai partecipanti ai corsi e dai responsabili aziendali, analizzati dall’Università di Trento. Le valutazioni risultano molto positive ed evidenziano come le conoscenze apprese potranno essere utili e applicabili al proprio lavoro e necessarie per la competitività dell’azienda. Ciò grazie alle competenze dei docenti, esperti della materia, capaci di esporre i contenuti in modo chiaro ed efficace, abili nello stimolare la partecipazione e la riflessione, precisi e puntuali. Assoservizi offre dunque da anni un valido strumento alle aziende per finanziare la formazione dei propri dipendenti, andando a dettagliare i fabbisogni e le necessità sempre in continua evoluzione.
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Stress e performance: come ottenere il massimo Ospiti del progetto 4.manager, Andrea Zorzi e Samuele Robbioni, esperti nell’attività di mentoring sportivo, hanno parlato di obiettivi raggiunti, soddisfazioni, fatiche e sacrifici.
SI È PARLATO
di transizione lavorativa e massimizzazione delle performance in occasione del sesto workshop del progetto 4.manager organizzato da Confindustria Trento e Federmanager. L’incontro, ospitato a Palazzo Stella e diffuso in videoconferenza, era finalizzato all’acquisizione delle tecniche motivazionali e di gestione dei momenti ad alta concentrazione di stress con il fine della realizzazione della massima performance.
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A guidare il gruppo di partecipanti verso l’acquisizione delle tecniche motivazionali e di gestione dei momenti ad alta concentrazione di stress, l’ex pallavolista Andrea Zorzi e lo psicologo dello sport Samuele Robbioni, esperti nell’attività di mentoring sportivo. Focus principale dell’appuntamento è stato soprattutto il tema della gestione di momenti di transizione lavorativa laddove lo stress raggiunge i suoi massimi picchi e dove la motivazione del manager è ai suoi minimi. L’intervento ha dunque mirato ad agire sulle leve e sugli strumenti necessari a invertire questo trend e a permettere al manager di dare il meglio di sé in questi momenti della vita, per rioccuparsi il più rapidamente possibile e in posizioni idonee alla sua professionalità, o per affrontare riorganizzazioni
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Da sinistra: Zorzi e Robbioni
aziendali che abbiano puntualmente ripercussioni sul suo ruolo. Il racconto di Zorzi, che ha restituito una vivida esperienza professionale di superamento delle difficoltà in ottica di miglioramento continuo, e un clima particolarmente coinvolgente, hanno favorito tra i partecipanti la condivisione di obiettivi raggiunti, soddisfazioni, fatiche e sacrifici. “Oggi sono qui per raccontare le transizioni che caratterizzano l’esistenza di un atleta, che ha una specificità importante: deve essere capace di cambiare vita in giovane età, perché dal punto di vista professionale invecchia prima di chiunque altro. Prima dei quarant’anni, se ci va bene, dobbiamo diventare qualcos’altro: smettere di essere giocatori e diventare allenatori, dirigenti, o addirittura cambiare mestiere. Questa transizione è un obbligo, e di questo vogliamo parlare quest’oggi: quanti cambiamenti siamo costretti a fare - o abbiamo l’occasione di fare nella nostra vita? E spesso il cambiamento non è un momento piacevole”. In dialogo con Zorzi, Robbioni, che collabora da anni con Randstad nella gestione delle risorse umane, ha portato l’attenzione sui tratti di maggiore interesse per il pubblico dell’appuntamen-
to: “Il tema della transizione – ha detto – è un tema fondamentale: nello sport, nelle aziende, nella vita. Io credo che quello che ci spaventa di più in un’ottica di cambiamento non sia solo il fatto di abbandonare le nostre certezze, la nostra famosa zona di comfort, ma anche quello di scoprirci più adeguati di quello che pensavamo di essere. Perché tutto questo aumenta la responsabilità, e la responsabilità ha l’incredibile capacità di trasformare la pressione in una leva motivazionale di apprendimento e di crescita incredibile”.
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Una miniera d’oro per la crescita del business I sensori e i dispositivi posti sui macchinari produttivi forniscono enormi quantità di dati. Un evento online promosso da Confindustria Trento e HIT si propone di capire come sfruttarne al massimo le potenzialità.
COME SFRUTTARE
le potenzialità dei dati rilevati da sensori e dispositivi posti sui macchinari produttivi? A questa domanda hanno cercato di rispondere i relatori dell’appuntamento “Industry 4.0: tra Big Data Technologies e Intelligenza Artificiale” promosso in forma di webinar da Confindustria Trento e Hit. Tutte le fonti e i canali digitali attivi in impresa concorrono a raccogliere dati strategici, risorse da cui estrarre valore per guidare la crescita del business verso la trasformazione 4.0. I sensori posti sui macchinari pro-
duttivi, i canali digitali di comunicazione e altre centinaia di fonti: le informazioni provenienti dall’attività dell’impresa sono una vera e propria miniera d’oro da cui estrarre valore per guidare la crescita del business. Accumulare enormi quantità di Big Data non è affatto sufficiente: senza un’attività di analisi che consenta di ricavare informazioni utili in grado di individuare tendenze ancora sconosciute, essi rappresentano unicamente un gigante silenzioso. Il Digital Innovation Hub del Trentino offre alcuni strumenti per comprendere meglio come sfruttare la potenzialità dei dati provenienti dalla trasformazione 4.0. Al webinar sono intervenuti: Alfredo Maglione, presidente della sezione Informatica e Tecnologie digitali di Confindustria Trento; Paolo Traverso, direttore Marketing Strategico e Sviluppo di Business presso Fondazione Bruno Kessler; Stefano Di Persio, cofondatore e Ceo di Hpa | High Performance Analytics; Nicola Doppio, innovation officer di Hit.
Al via la nuova edizione della Mech Industry Academy Mech Industry Academy è un’iniziativa promossa e realizzata da Smartengineering Srl, in collaborazione con Trentino Sviluppo e con il patrocinio di Confindustria Trento, con l’obiettivo di diffondere e promuovere l’utilizzo della formazione on the job, sviluppando e aggiornando competenze sempre più performanti. L’obiettivo è individuare il portafoglio delle competenze richieste dalle imprese e sperimentare metodi e programmi di apprendimento innovativi, basati su percorsi formativi da attuarsi direttamente in azienda. I corsi Mech Industry Academy sono così articolati: • 2 settimane di lezioni frontali in aula, utili a verificare lo stato delle competenze tecnico-specialistiche del candidato al cui termine verrà accertata l’idoneità o meno del candidato per proseguire con lo stage. • 2 settimane di stage presso una delle sedi Smartengineering con affiancamento costante da parte di un tutor Senior. Il candidato lavorerà su materie e ambiti definiti secondo gli standard dall’azienda richiedente. Una volta raggiunta la professionalità richiesta, la risorsa potrà proseguire il suo percorso lavorativo con l’assunzione diretta da parte del cliente che ne ha richiesto la formazione. Mech Industry Academy organizza inoltre corsi di formazione dedicati alle aziende per i propri dipendenti sulle seguenti tematiche: Automation, Ricerca & sviluppo, Progettazione meccanica, Calcolo, Project management, Prototipazione rapida, Strumenti Cad/cae/cam e implementazione plm/pdm. Per informazioni: Caterina Caracausi, Responsabile Academy caterina.caracausi@sengineering.it | https://www.mech-industry-academy.it/ TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2021
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Il rapporto 2019 di AIG Europe relativo ai sinistri nei principali Paesi Europei dichiara che circa la metà dei danni ambientali è riconducibile a incendi, perdite di condutture o serbatoi interrati: fattori di rischio per quasi tutte le imprese produttive. E che, in caso di danni, possono avere costi molti elevati per l’azienda, che si aggirano tra i 200.000 € e i 2.000.000 € e possono raggiungere il valore di 20.000.000 €. È importante, quindi, poter contare su un partner professionale ed esperto, in grado di riconoscere e gestire questo tipo di rischi. A tutelare la tua impresa ci pensa Assicura Broker.
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Il team di TechnoAlpin vince IPSP 2021 Il primo posto sul podio di IPSP se lo è guadagnato la squadra che ha colto la sfida di TechnoAlpin: rendere più efficiente la centralina meteorologica integrata sui generatori per l’innevamento tecnico.
QUELLA
dell’innevamento tec- mondo della ricerca e Ipsp rappresenta in tal senso un’iniziativa particolarmente significativa”. nico è una pratica largamente diffusa, la cui precisione e il cui “I nostri impianti – spiega Luisa Cunico di TechnoAlpin – sono caratterizzati da un elevato tasso di automazione e l’intero sitasso tecnologico sono cresciuti negli anni in modo importante, stema d’innevamento si basa su sensori che comunicano dati al sistema di gestione, il quale decide, tramite avanzati algoritmi, fino a raggiungere vere e proprie di dare avvio all’innevamento nel momento ottimale. Volevamo eccellenze. Oggi, ad esempio, ogni generatore prodotto da TechnoAl- però capire come mantenere in perfetta efficienza questo sistema. Perché gli inverni miti rendono il ruolo dell’affidabilità dei pin è dotato di una centralina sensori ancora più centrale”. meteorologica integrata, in grado Gli studenti e le studentesse del team vincitore – Federico Beldi rilevare le condizioni ottimali alle quali la macchina deve ac- lamoli, Fabio Brugnara, Giorgio Dalmasso, Sophie Bini, Michele Castelluzzo, Ersilia Cozzolino, Riccardo Franchi e Cesare cendersi. Una centralina rispetto al cui funzionamento TechnoAl- Montesano – lavorando a stretto contatto con i rappresentanti di TechnoAlpin e con i tecnici dell’azienda e quelli del Diparpin – multinazionale con sede a timento di Fisica di UniTrento, hanno capito, come utilizzare i Bolzano leader mondiale nella produzione di impianti di inne- dati registrati dai sensori per mantenere perfettamente efficienti le tempistiche di accensione e spegnimento delle macchine da neve. vamento tecnico – ha deciso di I dati complessivi di questa edizione 2021 degli Ipsp parlano infatti, sfidare gli studenti: come rendere ancora più accurate le sue rileva- accanto ai due altri progetti finalisti proposti dalle aziende Areazioni? Una sfida lanciata all’inter- Derma e AnteMotion, di altre tre aziende interessate a partecipare e di 76 domande pervenute da studenti di tutta Italia. no del contest Industrial problem solving with Physics (Ipsp), l’evento organizzato da UniTrento in collaborazione con Confindustria Trento e Polo Meccatronica - Trentino Sviluppo, per far cimentare giovani ricercatori e ricercatrici con i problemi sottoposti dalle aziende. “È necessario – ha dichiarato Alfredo Maglione, membro del Consiglio di Presidenza di Confindustria Trento con delega al Sistema locale della ricerca e innovazione, – rafforzare sempre di più quel ponte che collega l’industria al
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Tu Sei: ecco i premiati Il progetto di collaborazione tra scuola e impresa targato Confindustria Trento e Provincia autonoma di Trento giunge alla XIII edizione: celebrati i vincitori nel tradizionale evento finale.
"UN PROGETTO
capace di anticipare cosa sia il mondo dell’impresa e di lasciare un segno indelebile nel percorso di formazione dei ragazzi coinvolti, l’obiettivo rimane quello di creare una sostanziale osmosi tra queste due dimensioni”, in apertura dell’evento di premiazione ha così sintetizzato l’anima dell’iniziativa il presidente di Confindustria Trento Fausto Manzana, soffermandosi non solo a constatare i buoni risultati ma rilanciando: “Il prossimo passo sarà inserire questo progetto in un percorso di formazione che Confindustria sta disegnando per i propri imprenditori”. Il progetto Tu sei ha raccolto anche il plauso del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti: “Desidero complimentarmi con tutti gli attori di Tu sei; un progetto che ha radici profonde, ma che guarda al futuro con grande capacità innovativa. Il rapporto tra il mondo della scuola e quello delle imprese è centrale e anche quest’anno, nonostante la pandemia siete riusciti a portare avanti il progetto con serietà e volontà. L’Autonomia del Trentino è fiduciosa e orgogliosa dei risultati che anche quest’anno avete raggiunto”. Riscontri positivi che arrivano anche da Stefania Segata, vicepresidente di Confin-
dustria Trento con delega a capitale umano e giovani, che del progetto è da sempre entusiasta partecipante e da molte edizioni responsabile, e dall’Assessore provinciale all’istruzione, università e cultura Mirko Bisesti il quale ha sottolineato la caratterizzazione di un “progetto vincente che mette in campo una serie di esperienze trasversali che aiutano la scuola non solo ad aprirsi, ma anche a rinnovarsi”. Notevoli anche quest’anno i numeri: 17 progetti (9 quelli in gara, 8 quelli in corso di realizzazione perché biennali), 316 studenti, 17 imprese e 17 gli istituiti scolastici coinvolti. “A fronte delle numerose e variegate soluzioni presentate dagli alunni – segnala Stefania Segata – tutte, nessuna esclusa, si sono distinte per creatività, talento, operosità”. Il progetto Tu sei parallelamente, oltre alla dimensione proget-
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Da sinistra: Busato e Bisesti
tuale, si configura come occasione importante di orientamento dei ragazzi al mercato del lavoro ancorandosi a tre valori fondamentali: formazione, territorio e visione di lungo periodo, elementi necessari ad istituire un’esperienza essenziale all’interno di un percorso formativo di valore. Alla cerimonia di premiazione, sostenuta da Südtiroler Sparkasse Ag e Fondazione Trentino Università, sono intervenuti anche Roberto Busato, direttore generale di Confindustria Trento, Sergio Casetti, presidente della commissione di valutazione dei progetti Tu sei, Viviana Sbardella, sovrintendente scolastico Provincia autonoma di Trento, Cristina Ioriatti, dirigente del servizio formazione professionale, terziaria e funzioni di sistema della Pat. I progetti vincitori di quest’anno sono: • Per la categoria realizzazioni annuali Istituti Comprensivi Istituto comprensivo di Avio con Falconeri Srl • Per la categoria realizzazioni biennali Istituti Comprensivi Istituto comprensivo di Borgo Valsugana con Dial Funghi Srl
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Per la categoria realizzazioni annuali Istituzioni Formative Cfp Enaip di Cles con Ecotrentino • Per la categoria realizzazioni annuali Istituti secondari di II grado Itt “M. Buonarroti” di Trento con Gpi Spa Dalla commissione del progetto sono state assegnate delle menzioni particolari, nello specifico: • Menzione Speciale per l’orientamento di qualità Cfp Enaip di Borgo Valsugana con Silvelox Group Spa • Menzione Speciale per la creatività Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche con Manica Spa • Menzione Speciale per la didattica innovativa Liceo “Galileo Galilei” di Trento con Delta Informatica Spa • Menzione Speciale Sparkasse per l’impatto digitale Ite “A. Tambosi” di Trento con Segata Spa
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Ta Vie, per un futuro di successo Fulcro del progetto, supportato da Confindustria Trento, è lo strumento per la misurazione delle competenze globali degli ingegneri più richieste per entrare nel mercato del lavoro. di VALERIA BREUKER, VIRNA ECCLI, MARCO TOFFOLON, GIAN DOMENICO SORARÙ
FORMARE GLI INGEGNERI
del futuro significa non solo fornire competenze tecniche ma anche prepararli a vivere e operare in un contesto globalizzato. Il possesso delle cosiddette competenze globali è ciò che può fare la differenza nelle opportunità di impiego di un neolaureato, ma i curricula universitari hanno poco spazio per attività mirate in modo specifico allo sviluppo di queste competenze. La partecipazione ad un programma di mobilità internazionale (Erasmus, doppia laurea...) è sicuramente uno dei canali privilegiati per arricchire, anche in questa direzione, la propria formazione.
I ricercatori dell’Università di Trento si sono interrogati sull’efficacia dei programmi di scambio internazionale nello sviluppo delle competenze globali e sulla capacità di studenti e neolaureati in Ingegneria di esprimere le abilità acquisite in maniera chiara e puntuale. Si sono inoltre chiesti quale contributo possa dare l’università alla formazione “globale” dei suoi studenti. Da queste riflessioni è nato il progetto Ta Vie, Tools for enhancing and Assessing the Value of International Experience for engineers, https://blogs.upm.es/ tavie/, nell’ambito di un partenariato internazionale con prestigiose università di Spagna, Francia,
Figura 1. Un esempio del report ottenuto attraverso la compilazione del questionario TA VIE.
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Svezia e Ungheria. Il fulcro del progetto, cofinanziato dal programma Erasmus+, è lo strumento per la misurazione delle competenze globali degli ingegneri più richieste per entrare nel mercato del lavoro. Partendo dalla definizione di competenza globale dell’Ocse1, sono state identificate quelle ritenute più utili per il successo nella professione, grazie anche al coinvolgimento di aziende selezionate2 reso possibile dal supporto di Confindustria Trento, partner associato del progetto. Esperti di Hr hanno risposto a questionari e interviste semistrutturate e partecipato a focus groups, concorrendo a individuare 37 diverse competenze. Sulla base di un’analisi comparativa dei risultati emersi dalla stessa indagine condotta negli altri Paesi coinvolti, il numero di competenze è stato ridotto a undici, raggruppate in tre cluster (relazionali, individuali e organizzative), al fine di poter essere misurate con lo strumento sviluppato dal progetto. Uno degli aspetti interessanti emersi dall’analisi è che le competenze globali ritenute importanti dalle aziende spesso combaciano con quelle che sono meno sviluppate nei giovani laureati. Lo strumento ideato dal progetto Ta Vie si configura come un questionario (http://surveytavie. industriales.upm.es/) che utilizza una serie di scenari situazionali per individuare il livello delle undici competenze selezionate: comunicazione; orientamento alla performance; curiosità; pensiero analitico; risoluzione dei problemi; flessibili1 “Competenza globale: è la capacità di esaminare le questioni locali, globali ed interculturali, comprendere, apprezzare le prospettive e le visioni del mondo degli altri, impegnarsi in interazioni aperte, appropriate ed efficaci con persone di culture diverse e agire per il benessere collettivo e lo sviluppo sostenibile” (Ocse, 2018; Pisa, 2018).
Figura 2. Il dettaglio relativo all’ambito delle competenze relazionali.
tà; autoconsapevolezza; orientamento alle sfide; resilienza; empatia; accettazione delle differenze. Ciascuno scenario è caratterizzato da cinque opzioni di risposta che misurano il grado della competenza, senza specificare esplicitamente quale al fine di ridurre l’errore di autovalutazione. Come risultato, è possibile ottenere un report delle competenze globali, scoprire i propri punti di forza e lavorare sulle competenze che invece hanno bisogno di essere potenziate. UniTrento metterà questo strumento a disposizione di tutti gli studenti e neolaureati in Ingegneria, che potranno così riconoscere le loro competenze globali per poterle poi esprimere al meglio nel Cv. Seppur pensato inizialmente per le scuole di Ingegneria, l’analisi della letteratura e gli studi condotti hanno dimostrato come lo strumento possa essere utilizzato da utenti di altre aree, rendendolo uno strumento efficace per qualsiasi studente o neolaureato interessato a misurare le proprie competenze.
2 Per la parte curata da UniTrento hanno contribuito aziende diverse per dimensione e area di competenza nell’ambito dell’ingegneria: Accenture (civile e gestione); Zobele (chimica); ETC Engineering (civile e ambientale); Eurostandard (materiali); Röchling Automotive (industriale, automotive e medicina); Edison (energia); Piovan (industriale); Scania Italia (automotive) Vinci (elettrica e elettronica); Wärtsilä (energia e manifattura); Adige Spa Blm Group (materiali).
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Academy aziendale: perché strutturarla in azienda? In un contesto di Industria 4.0, dove la digitalizzazione del business ha trasformato molti settori, sempre più attenzione viene rivolta alle cosiddette Academy aziendali, sottolineando l’importanza e il valore affidato alla formazione. Si sta facendo strada una nuova idea di formazione, non intesa soltanto come catalogo di corsi, prevalentemente incentrati su obblighi normativi, argomenti tecnici, specialistici o manageriali, bensì come luogo fisico o virtuale, finalizzato alla produzione e condivisione continua della conoscenza; viene messo al centro dei processi produttivi non più il solo bene tangibile, ma anche questa risorsa, intangibile e facilmente condivisibile. Ciò che rende l’Academy
una vera innovazione è dato dal fatto che la generazione del sapere non è finalizzata semplicemente al consolidamento di gap formativi, ma è legata a doppio filo con la strategia dell’organizzazione. L’Academy contribuisce a raggiungere gli obiettivi di business dell’azienda e a creare valore e occupabilità. Al suo interno è possibile non solo erogare corsi inclusi nei percorsi di crescita dei dipendenti, ma anche offrire opportunità di formazione per fornitori o clienti, o perfino organizzare convegni su tematiche d’interesse. Perché quindi abbiamo bisogno delle Academy? Per diversi motivi: l’Academy crea occupabilità; Attraverso i programmi di collaborazione con i tradizionali incubatori della conoscenza, attrae giovani talenti e diffonde la cultura e
La piattaforma di E-learning che consente di gestire la Trasformazione Digitale dei processi di apprendimento aziendali. Progetta, crea, eroga, monitora e gestisci facilmente e velocemente tutti i processi di sviluppo delle competenze e generazione della conoscenza. Contattaci per una demo gratuita www.edutech.it
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i valori; grazie all’attenzione dedicata alla persona e alla crescita della sua professionalità, aumenta l’engagement e il senso di appartenenza, e permette all’azienda di superare in maniera efficace eventuali processi di change management; Infine, può favorire la crescita e la sostenibilità promuovendo progetti alla cui implementazione possono partecipare in partnership anche attori esterni del mercato (imprese, associazioni e territorio). Attualmente tutte le grandi aziende hanno strutturato un’Academy al loro interno, e anche le medie imprese stanno cercando di dotarsene. Edutech attraverso la piattaforma ADEVICO (ADvanced learning Environment for VIrtual COmmunities) permette la progettazione e la strutturazione di un’Academy aziendale in modo semplice e completo. Supera il concetto di classica piattaforma E-learning LMS dedicata all’erogazione di corsi, caratterizzandosi come un ambiente aperto, integrabile, flessibile e personalizzabile. Abilita infatti uno spazio condiviso, dove non è più solo possibile seguire un corso, ma anche partecipare ad eventi, trovare aggiornamenti e novità aziendali, collaborare con i colleghi e molto altro. Offre quindi la possibilità di progettare e gestire completamente la formazione e promuovere la generazione continua di conoscenza.
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Cinquant’anni di – sicura – esperienza Il mezzo secolo del Gruppo Wegher, oggi leader in Trentino-Alto Adige per antincendio, antinfortunistica, segnaletica di sicurezza, linee vita e… trekking!
"SERVIZI E PRODOTTI
per lavorare al meglio e nel pieno rispetto delle normative in materia di sicurezza”: questa la mission del Gruppo Wegher, da cinquant’anni impegnato nella sicurezza per la protezione di lavoratori, luoghi di lavoro e ambienti domestici sia in ambito pubblico che privato, con un’esperienza costruita a partire dal 1971, quando la società fu fondata da Renzo Wegher, poi affiancato negli anni dai fratelli Fausto e Cesare. Con mezzo secolo di storia, il Gruppo Wegher è leader nel settore sul mercato del Trentino e dell’Alto Adige. Al timone della holding, che nel corso del tempo ha inglobato anche altre società, c’è ancora Renzo Wegher, ma il passaggio generazionale ha segnato il passo. Con continuità – l’azienda è
sempre stata e rimane a conduzione famigliare – Renzo rimane il presidente, ma il Gruppo è diretto dai figli Emanuel, Natascia e Katiuscia e dal nipote Andrea. Dal 1971 a oggi, quando l’azienda nasceva in un piccolo magazzino a Borgo Sacco di Rovereto, l’impresa si è struttura in una realtà industriale con 54 dipendenti e una gamma di prodotti che copre a 360 gradi le esigenze del cliente: antincendio (consulenza e fornitura di prodotti e impianti), antinfortunistica (scarpe, abbigliamento, fornitura e manutenzione dei Dpi), segnaletica di sicurezza (stradale e personalizzata), linee vita (progettazione, installazione e manutenzione) e trekking (abbigliamento, calzature e accessori). Quest’ultima specializzazione si è sviluppata attorno alla vendita
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di calzature antinfortunistiche, dando origine alla recente apertura di un punto vendita, a Rovereto, in via Paoli. Qui, diversificando il proprio business, il Gruppo Wegher commercializza anche abbigliamento per la montagna e per il tempo libero di diversi brand sportivi. Tutte queste attività sono supportate da un forte impegno nella formazione del personale. “È questa una delle nostre priorità” spiega Natascia Wegher. Il Gruppo Wegher promuove anche corsi di formazione in tutti gli ambiti della sicurezza. In tempo di pandemia, inoltre, questo settore ha richiesto grandi attenzioni e un rinnovato sforzo. “Quest’anno – fanno sapere dall’azienda – abbiamo dovuto fare i conti con molti cambiamenti, vista l’emergenza sanitaria che ci siamo trovati a fronteggiare”. Tra i settori che, negli ultimi anni, hanno segnato i maggiori indici di crescita, l’attenzione va posta sull’impiantistica per sistemi di antintrusione e videosorveglianza, domotica e automazione: “Sono mercati in espansione – spiega Emanuel Wegher – sui quali ci stiamo continuamente aggiornando per installare le migliori soluzioni innovative”. Si spiega così la recente acquisizione da parte del Gruppo Wegher di un’azienda specializzata in automazione, Angeli Automazioni Srl, che vantava
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una lunga esperienza nel campo dell’installazione e automazione di porte e cancelli. A Rovereto si trova lo stabilimento principale, nella zona industriale della città, in viale Caproni, con un’area di 2mila metri quadrati suddivisi tra laboratorio, magazzino, uffici e punto vendita. Ma il Gruppo opera su più sedi e punti vendita: a Trento (in via dell’Asilo), a Spini di Gardolo e poi ad Albiano (a stretto contatto con il comparto del porfido). I mercati di riferimento si concentrano sul Trentino-Alto Adige, dove Wegher è presente con una rete fittissima di rapporti commerciali, maturata negli anni con un forte legame sul territorio. “Il mercato regionale – precisa Emanuel Wegher – rappresenta per noi oltre il 90% del fatturato. Al di fuori del Trentino e dell’Alto Adige lavoriamo bene in altre regioni del Nord, in Veneto e in Lombardia. Forse, in futuro, penseremo ai mercati esteri, nelle aree di Paesi confinanti”. I primi cinquant’anni di Wegher, con il passaggio generazionale ormai consolidato, confermano così la leadership della governance familiare e guardano al futuro con mezzo secolo di storia, di knowhow e di esperienze. (adb)
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Soluzioni su misura per l’automazione Novotic accompagna i clienti verso la trasformazione digitale, valorizzandone le potenzialità, attraverso un percorso che è culturale prima che formativo.
NOVOTIC – sede a Rovereto presso il Polo della Meccatronica – si occupa di “progettare, realizzare e installare impianti di automazione e robotica”. Il team dell’azienda, che opera soprattutto in Trentino e nel Nord Italia, fornisce “impianti chiavi in mano, partendo dallo studio dei processi produttivi dei clienti per arrivare alla realizzazione dell’automazione, portando a un miglioramento delle fasi lavorative e aumentando la produttività”. Gli ingegneri di Novotic sono da anni “integratori autorizzati” dei migliori brand del settore dell’automazione (Kuka, ABB, Fanuc, MIR, Siemens, Schunk, Omron, IFM, Keyence, Cognex, Epson e altri): un caso di eccellenza in un comparto altamente competitivo e innovativo. In poche parole, questa è la descrizione dell’azienda. Ma il pensiero che sta alla base del business va ben oltre. “Vendiamo robot e automazione – spiega Manuel Todesco, fondatore assieme a Graziano Passerini – ma siamo fortemente convinti che questo non basti. Vogliamo accompagnare i nostri clienti verso questa trasformazione digitale, valorizzandone le tante potenzialità, attraverso un percorso
culturale prima che formativo. È questa la nostra mission e la mentalità che abbiamo consolidato nel tempo, con cui ci rivolgiamo ai nostri partner. Basiamo le nostre soluzioni e le nostre forniture, quindi, non soltanto sul valore aggiunto dei servizi e dei prodotti che mettiamo a disposizione, ma cercando di divulgare quale sia il corretto approccio mentale alla transizione digitale. Proprio per questo cerchiamo di essere in prima linea nell’adottare soluzioni innovative. Utilizziamo simulazioni mediante realtà virtuale, per mostrare i progetti che proponiamo e renderli visibili in ogni dettaglio, così che il cliente possa già immaginare lo sviluppo e la collocazione dell’automazione all’interno dei propri spazi. Nei passi successivi, focalizziamo la nostra attenzione sull’utilizzatore finale della macchina, sviluppando una serie di interfacce software intuitive per una interazione diretta con l’operatore, accompagnandolo nella formazione con percorsi di user experience. Infine, quando il cliente ha cominciato a utilizzare i nostri prodotti e maturato una propria casistica, ci serviamo di una piattaforma edge/cloud (NovoticCloud) per innescare, mediante l’uso dell’intelligenza artificiale, processi di monitoraggio e di miglioramento”. Novotic si rivolge ad aziende di piccole, medie e grandi di-
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mensioni del manufatturiero, che hanno biso- dell’intelligenza artificiale, richiedono grandi gno di automatizzare i loro processi produtti- capacità di ricerca e sviluppo e un continuo vi. “Quando incontriamo il cliente – sottolinea contatto con altri partner e soggetti del settore. Todesco – cerchiamo di condividere la nostra “Per questo – continua Todesco – ci siamo trasfevisione di cambiamento culturale oltre che di riti nel 2019 presso il Polo della Meccatronica transizione digitale, puntando il focus sul be- di Rovereto, dove abbiamo stretto rapporti di nessere degli operatori in termini lavorativi e di collaborazione fondamentali, che alimentano la sicurezza, oltre che di business per l’impresa”. nostra crescita”. (adb) Tutta la parte di progettazione, programmazione, messa in servizio, formazione e assistenza è gestita dal personale di Novotic: “Siamo noi il cuore e il motore di tutto il business”, sottolinea Todesco. Solo il confezionamento del macchinario avviene tramite l’ausilio di partner esterni. “Il nostro obbiettivo è fornire tutto, chiavi in mano. Progettiamo, vendiamo, installiamo e formiamo i clienti per guidarli verso la totale autonomia”. Le necessità di un settore così dinamico, quello dell’automazione nei processi produttivi e
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Tutte le forme dell’acqua Fondato nel 2017, il marchio Water Way ha conosciuto fin da subito una costante ascesa. Intraprendenza e innovazione sono le parole d’ordine.
CON L'ARRIVO
dell’estate anche le piscine e i lidi all’aperto hanno finalmente potuto riaprire. L’energia vitale delle persone, gli schiamazzi e le risate dei bambini stanno facendo rivivere questi spazi per lungo tempo silenziosi e desolati. “Veniamo da mesi difficili – confida Daniele Armelao, amministratore insieme ad Anna Fontana di Water Way, società che gestisce gli impianti natatori della Rari Nantes in Valsugana –. È una grande gioia e una grande soddisfazione poter vedere i nostri centri riprendere vita e farlo con una marcia in più.”
Sono attualmente sei gli impianti gestiti da Water Way a Levico Terme, Borgo Valsugana, Castel Ivano, Marostica, Pergine Valsugana e Roncegno Terme, gli ultimi due attualmente chiusi in fase di ristrutturazione, ai quali si aggiungono due nuovi progetti in fase di realizzazione in Veneto e in Alto Adige. “Abbiamo sfruttato i nove mesi di chiusura – racconta Armelao – per ripensare i nostri servizi ed innovarli, sulla base del periodo che stiamo vivendo e dei cambiamenti in atto. Da un lato ci siamo attivati per predisporre tutte le misure necessarie a garanzia della salute e della sicurezza dei nostri utenti, dall’altro abbiamo sfruttato la chiusura per dedicarci alla ristrutturazione e riqualificazione degli impianti con un aumento del capitale da 10mila a 100mila euro e un investimento di 500mila euro su un fatturato di 2,2 milioni nel 2019. Venti dipendenti e cento collaboratori sportivi, per lo staff dei vari impianti”. Un progetto coraggioso reso possibile, come sottolinea Armelao, an-
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che grazie alle agevolazioni e alle garanzie sui mutui messe in atto sia a livello statale che provinciale. “Oltre all’incremento della pulizia e dell’igiene degli spazi – spiega Armelao – tutti i centri sono stati dotati di termo scanner e accesso digitalizzato con obbligo di indossare la mascherina FFP2 sia all’interno che all’esterno e dal 6 agosto con il Green Pass obbligatorio. In ogni impianto è presente un punto cassa innovativo dove i sistemi di incasso digitali sono i preferiti e si eviterà il passaggio di contanti tra il receptionist e il Cliente. Da pochi giorni dal sito www.waterway.it si possono acquistare i ticket in e-commerce a prezzi scontati con carta di credito. Le prenotazioni ai nostri centri avvengono velocemente mediante whatsapp oltre che telefonicamente. Particolare cura è stata data alla disinfezione dell’acqua, trattata con tecnologia a raggi Uv e ozono. Una soluzione moderna, affidabile e particolarmente efficace che non richiede l’utilizzo di prodotti chimici e che permette di eliminare l’odore di cloro tipico delle piscine e di ridurre il consumo di acqua come vuole una delle nove nostre certificazioni l’Emas e la 14064-1 sulla riduzione delle Co2”. L’obiettivo è quello di realizzare dei centri moderni, sicuri e green: per questo negli investimenti futuri è stata prevista l’installazione di impianti fotovoltaici, di co-generatori e di nuove Uta con filtri Hepa sempre in collaborazione con le Amministrazioni Comunali di riferimento. “Il nostro modello di piscina del futuro è un centro di aggregazione di benessere sociale e acquatico ove l’obiettivo è quello di estendere la presenza degli utenti per un lasso di tempo sempre più lungo. Per quanto riguarda i servizi il nostro obiettivo è dare la massima cura al cliente con un feedback continuo utilizzando i sistemi social che consentono una veloce valutazione continua dei nostri servizi. Ci approcciamo alle Amministrazioni mediante dei partenariati pubblico privato e mediante il sistema innovativo di leasing in costruendo. Le operazioni devono sempre essere sostenibili e devono essere in grado di remunerare in maniera certa, equilibrata e costante nel tempo la quota parte di investimento privato”. Le famiglie sono al centro degli obiettivi di qualità. La certificazione Family Audit e Family oltre che la partnership con l’Agenzia della
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Famiglia della PAT per i possessori del Euregio Family Pass sono una prova di questo. L’ obiettivo è di innovare tutti i centri in gestione con tre tipologie di servizi, lo sport, il gioco mediante piccoli parchi acquatici inseriti nell’impianto ed il benessere con dei corner di fontane rilassanti, idromassaggi e geyser. “In tutti gli impianti offriamo corsi di nuoto, per tutte le età e organizzati in modo che i genitori in due ore possano usufruire del centro per tutti i figli ed anche per delle attività con i genitori. Nel periodo estivo organizziamo campus acquatici estivi per bambini e durante tutto l’anno viene offerta un’ampia gamma di attività di fitness sia acquatico che terrestre (come l’aquagym, l’hydrobike, l’aquawork, Aquadynamic, Body Pump etc), proposta da istruttori e tecnici formati presso le scuole più prestigiose, quali Les Mills, l’Okeo Academy e la Eaa (European Aquatic Association). I centri Water Way ospitano inoltre i tirocini formativi del corso di laurea in Scienze Motorie delle Università di Verona, Padova e Urbino. Diversi nostri collaboratori sono laureati in Scienze Motorie.” Attiva in Valsugana dal 1997 con lo scopo di diffondere la passione per gli sport acquatici, Rari Nantes Valsugana è affiliata al Coni, alla Federazione Italiana Nuoto, alla Federazione Italiana Sport Subacquei, alla Fitri per il Triathlon, alla Finp per gli atleti con disabilità fisiche e alla Fisdir per gli atleti con disabilità mentali. Lo staff tecnico sportivo è composto da trenta tecnici delle varie federazioni ai massimi livelli internazionali con i Capi allenatori con trent’anni di esperienza coadiuvati da giovani coach. Nel mese di luglio 2021, una atleta delle giovanili Rnv del settore nuoto che da dieci anni frequenta la scuola nuoto federale Fin è stata convocata in nazionale azzurra junior di fondo ottenendo un ottimo quarto posto ai campionati europei junior di Parigi di nuoto di fondo. Un altro atleta per diversi anni in Rnv settore nuoto, ha partecipato all’Olimpiade di Tokyo 2021 per il settore Triathlon. La società Rnv è stata campione italiano Csi di nuoto a Lignano Sabbiadoro. Più di duecento atleti all’anno frequentano i vari team sportivi Rnv. (gt)
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Ragazze STEM in ZV Meccanica All’interno delle aziende metalmeccaniche, soprattutto in produzione, siamo abituati a incontrare quasi esclusivamente una manodopera di genere maschile. Non è il caso dell’azienda di Arco. di FEDERICO PESSOT, Confindustria Trento
È ORMAI
inequivocabile che siamo di fronte a uno scenario che, anche nel mondo industriale, delinea cambiamenti epocali legati soprattutto a nuovi modelli produttivi e organizzativi, con un conseguente impatto sull’ambito dell’incontro tra domanda e offerta di competenze, che sarà sempre più orientato alla richiesta di profili specifici, in modo particolare di tipo scientifico e ingegneristico. Cambiamenti i quali non richiedono quindi solo adattamenti da un punto di vista tecnologico, ma impegnano le aziende soprattutto nella ricerca di capitale umano che soddisfi questi requisiti. Servono più giovani che scelgano percorsi formativi tecnici e invogliare più studentesse a sceglierli. Infatti, il dato a cui bisogna fare fronte è quello riportato dal Centro Studi di Assolombarda nel suo rapporto sul “Gender Gap” nelle facoltà Stem (Acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics) che indica un fatto significativo: solo il 18,3% degli iscritti ai corsi universitari in queste materie sono donne. Dato sicuramente insufficiente se uno dei problemi principali è costituito dal difficile reperimento di risorse umane altamente specializzate.
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All’interno del nostro territorio, un soggetto che sta interpretando in modo virtuoso questi cambiamenti può essere sicuramente la Zv Meccanica guidata da Angelo Angeli e dalla moglie Sabrina Avancini, realtà che opera nella meccanica di precisione. Durante questi mesi infatti l’azienda di Arco ha deciso di accogliere all’intero dei propri reparti produttivi tre studentesse nella cornice dello svolgimento delle ore di Alternanza scuola-lavoro. Le ragazze coinvolte sono Chiara e Nicol, provenienti dall’Istituto Tecnico Tecnologico “G. Marconi” di Rovereto, e Elisa, dell’Istituto Tecnico Tecnologico “M. Buonarroti” di Trento, per tutte e tre indirizzo meccanica meccatronica. Nonostante conosca bene il significato di lavorare in un contesto a prevalenza maschile, Sabrina Avancini, titolare dell’azienda, ci tiene a rimarcare: “Quando ci è stato proposto di coinvolgere le tre studentesse, il nostro primo pensiero è stato
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quello di costruire un progetto formativo di valore. Sulla questione di genere non ci siamo minimamente soffermati, se non per rallegrarci per i segnali di un cambiamento che non può che portare nuova ricchezza al sistema”. Il focus della visione che ZV Meccanica da anni cerca di portare avanti rimane lo stesso: valorizzare in tutto e per tutto il rapporto con gli istituti scolastici, in modo da formare studenti e studentesse capaci di inserirsi in modo efficace nel mondo del lavoro. Una particolare attenzione che non si riscontra solo a parole. Lo testimonia il fatto che per ogni giovane coinvolto, anche se non espressamente richiesto in questi termini, viene predisposto un fascicolo all’interno del quale si traccia una roadmap delle varie fasi e degli obiettivi che guideranno il progetto formativo. Il dossier viene poi corredato di evidenze documentali di tutte le esperienze maturate accompagnate anche da un reportage fotografico. Angelo Angeli, però, dal suo punto di vista di imprenditore guarda al futuro e non si accontenta: “Dobbiamo essere più ambiziosi – spiega –. Nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro le aziende devono diventare una sorta di laboratorio per le scuole”. Non solo i titolari, ma anche le ragazze coinvolte ci tengono a raccontare le esternalità positive del loro primo inserimento in azienda. Anche in questo caso, nonostante un ambiente a prevalenza maschile, non emergono considerazioni legate alla questione di genere. Piuttosto le studentesse ci tengono a sottolineare l’importanza dell’esperienza nel loro iter formativo. “Grazie ad essa abbiamo avuto la conferma di aver fatto la scelta giusta rispetto al percorso scolastico scelto” dicono Chiara e Nicol, studentesse dell’Itt Marconi di Rovereto. Un altro aspetto fondamentale, fatto emergere da Elisa, studentessa dell’Itt Buonarroti di Trento, è quello di individuare in questa tipologia di esperienza formativa “una delle poche concrete occasioni per mettere in pratica la teoria studiata tra i banchi di scuola”. Quello dell’alternanza scuola-lavoro sicuramen-
te è un momento formativo che sotto diversi profili può essere affinato e migliorato. Appare però chiaro che se sfruttato con metodo e visione può configurarsi come un’occasione decisiva per indirizzare gli studenti e le studentesse verso scelte più consapevoli, sia per quanto riguarda il momento in cui entrare nel mondo del lavoro, ma soprattutto con quali competenze farlo.
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Dogane senza più segreti L’Associazione lancia uno sportello di consulenza e un corso di Alta Formazione che assegna la qualifica di Responsabile delle questioni doganali aziendali Aeo. di NICOLÒ ANDREINI, Area Internazionalizzazione Confindustria Trento
LA MATERIA
doganale interviene certamente fin nella prima pianificazione delle strategie di internazionalizzazione di un’impresa. Se si esclude l’Unione europea, dove il principio della libera circolazione di merci, persone e capitali ha abbattuto le tradizionali barriere tariffarie, l’azienda che si orienta sui mercati internazionali passa attraverso dazi e tariffe, che variano per paese o area geografica e in virtù degli accordi commerciali esistenti, bilaterali o multilaterali che siano. La normativa doganale può variare per iniziativa di un solo Stato. Ad esempio, l’Egitto ha deciso di implementare, a partire dall’ottobre 2021, un proprio nuovo sistema doganale nazionale, che prevede per l’importatore l’obbligo di anticipare all’autorità doganale tutte le informazioni relative alla spedizione via mare prima dell’arrivo delle merci in Egitto, per consentire un’adeguata analisi dei rischi. Il sistema egiziano genererà un numero di identificazione della spedizione, detto Acid, che andrà riportato nei relativi documenti, a partire dalla fattura commerciale e dalla bill of lading (B/L). Questa e altre decisioni nazionali inevitabilmente richiedono alle imprese esportatrici di monitorare costantemente e rivedere le proprie procedure doganali. Al fine di attenuare le complessità che originano dai sistemi doganali statali, si sono moltiplicati gli Accordi di libero scambio, mirati proprio all’eliminazione in tutto o in parte di dazi e tariffe e alla semplificazione dei controlli e delle procedure doganali. Esempi ne sono l’Accordo di partenariato economico Ue-Giappone, in vigore dal 1° gennaio 2019, l’Accordo Stati Uniti-Messico-Canada (Usmca), in vigore dal 1° luglio 2020 e, ad ultimo, il 1° agosto 2020
l’entrata in vigore dell’Accordo di Libero Scambio Ue-Vietnam. La recente uscita del Regno Unito dall’Ue, come noto, rendendo il paese a tutti gli effetti “terzo” e quindi soggetto a controlli e applicazione di dazi doganali con l’Unione, ha prodotto
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anch’esso la firma di un Accordo sugli scambi e la cooperazione Ue-Uk che ha definito nuove procedure giuridiche, finanziarie e operative per le imprese, oltre a maggiori costi e tempi inerenti le procedure doganali, sebbene con dazi limitati. L’iniziativa tesa alla semplificazione dei processi doganali è lasciata anche alle singole imprese. Nel quadro dell’Origine preferenziale delle merci – di cui, è utile ricordarlo, l’Agenzia delle Dogane ha pubblicato nel dicembre 2018 le linee guida per una corretta, omogenea ed uniforme interpretazione delle norme – lo status di esportatore autorizzato, come noto, permette al titolare di attestare l’origine preferenziale delle merci mediante apposizione della “dichiarazione di origine su fattura” a prescindere dal valore della merce esportata. Si tratta di un utilissimo strumento, a cui un numero sempre maggiore di aziende italiane ricorrono per gestire le proprie esportazioni extra-europee, nonché per gestire il superamento, in atto, dei certificati Eur.1, EurMed e A.Tr. “in bianco”, già timbrati e firmati dall’Ufficio doganale. L’azienda può poi procedere con un livello ulteriore di certificazione: l’acquisizione dello Status di Aeo, ovvero di Authorized economic operator, Operatore economico autorizzato, secondo normativa europea (Art. 39, lettera d) del Regolamento Ue n: 952 del 2013 e art. 27, par. 1, lett. b) del Regolamento di Esecuzione Ue n° 2447/2015). Lo status Aeo, infatti, dà diritto a numerose semplificazioni doganali e agevolazioni, permettendo risparmio di tempi di consegna e di costi aziendali, e soprattutto certifica, nei confronti dei partner commerciali, competenza e professionalità nel commercio internazionale, proponendosi come un vero e proprio “bollino di qualità” a livello globale. Lo status Aeo richiede, per normativa, che l’azienda si doti di una figura, in organico o in consulenza continuativa, con la qualifica di Responsabile delle questioni doganali. Confindustria Trento, quindi, propone alle impre-
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se associate, l’attivazione di un Corso di Alta Formazione Doganale, organizzato da Assocad, l’Associazione nazionale Centri di Assistenza Doganale, e Ar.Com, che si articolerà in 200 ore complessive di formazione interamente online, con inizio il 30 settembre 2021 e termine in giugno 2022, per una lezione settimanale ogni giovedì, ore 14.00-19.00. Il percorso, riconosciuto e accreditato dall’Agenzia delle Dogane, è tenuto e gestito da docenti e professionisti di altissima competenza, con un’esperienza certificata in materia doganale, sotto la direzione scientifica dell’avvocato Sara Armella. Il corso – costruito per dirigenti e manager, responsabili legali e fiscali, responsabili amministrativi, export manager, responsabili della logistica, addetti alla supply chain – si conclude con un esame finale, il cui superamento permette al partecipante di conseguire la qualifica di Responsabile delle questioni doganali aziendali Aeo, valida a ogni effetto di legge. Le aziende interessate a partecipare possono procedere all’iscrizione contattando, entro e non oltre il 13 settembre 2021. L’Associazione, nel quadro della rinnovata attenzione alle tematiche doganali, ha inoltre avviato una nuova collaborazione in materia di diritto e gestione doganale, con il noto Studio Armella & Associati, che prevede l’attivazione di uno sportello di consulenza continuativo e percorsi di formazione ad hoc per le imprese associate, per cui la stessa Area Internazionalizzazione dell’Associazione rimane a disposizione.
Per informazioni Area Internazionalizzazione Nicolò Andreini T 0461 360092-79 Email andreini@confindustria.tn.it
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Una sfida da non perdere Per le aziende trentine, la Cina post Covid è un enorme bacino di utenza per l’import-export e il mercato online più grande al mondo, con un potere di acquisto in continua crescita. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export
NEL QUADRO
del Piano operativo internazionalizzazione Pmi trentine, Trentino Export, in collaborazione con Confindustria Trento, Monte dei Paschi di Siena e Gwa Tax & Law, ha organizzato a inizio giugno il webinar “La Cina post Covid: una sfida da non perdere per le aziende trentine”. “Nonostante gli sconvolgimenti causati dal Covid-19, la Cina ha iniziato il 2021 su basi molto più solide rispetto al 2020. Con l’accelerazione della ripresa economica e l’allentamento delle tensioni politiche con gli Stati Uniti, restiamo ottimisti riguardo ai prossimi mesi. Dopo un andamento altalenante ma comunque positivo lo scorso anno, l’economia cinese dovrebbe continuare a crescere a ritmo sostenuto nel 2021, sulla scia della continua ripresa interna e di un futuro rimbalzo dell’economia globale dopo lo shock del Covid-19 di marzo e aprile 2020” questo secondo Magdi Alimerigo El Sawi, referente commerciale di Trentino Export per il mercato cinese. La Cina è un enorme bacino di utenza per l’importexport, il mercato online più grande al mondo e un potere di acquisto dei consumatori in continua crescita. Fare business in Cina è un’opportunità imperdibile per le piccole e grandi imprese. La presidente di Trentino Export e titolare di Metalife Srl nell’illustrare la sua decennale esperienza sul mercato cinese ha poi sottolineato come “Il Made in Italy è da sempre considerato come sinonimo di qualità da parte dei consumatori cinesi. Purtroppo, l’imprenditoria trentine ed italiana ha tradizionalmente guardato con diffidenza a questa enorme nazione, vedendo in essa soprattutto una minaccia rappresentata dalla concorrenza a basso costo, anziché un’area appetibile per l’export dei propri prodotti”.
Con le sue regole di accesso del tutto peculiari, il mercato cinese rappresenta senza dubbio una grande sfida, in particolare per le piccole e medie imprese trentine alla ricerca di nuove opportunità di business all’interno delle economie emergenti. Sulla scorta di questa consapevolezza, Trentino Export supporta da tempo l’internazionalizzazione delle aziende trentine all’estero grazie a servizi dedicati e consulenze p ersonalizzate. L’obiettivo di Trentino Export è quello di agevolare la creazione di connessioni tra Trentino e Cina, rendendo accessibile a ogni realtà imprenditoriale del nostro territorio un mercato dalle potenzialità sconfinate: dalla mappatura dei poli industriali più importanti fino all’individuazione di nuovi partner commerciali. Trentino Export offre alle Pmi trentine le competenze tecniche e linguistiche con cui sfruttare le nuove opportunità di business offerte dalla Repubblica Popolare.
Per informazioni Trentino Export Giorgio Zagonel info@trentinoexport.it T 0461 931011
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we|b|ook Per l’orso Buby, grosso e rumoroso ma buono e gentile, è davvero difficile avvicinarsi agli altri animali senza spaventarli. E per lo scoiattolo Spunk,
Le avventure di Buby e Spunk
piccolo e vivace ma un po’ pauroso, è molto complicato scampare a tutti i pericoli della foresta senza un aiuto. Cosa succede, però, quando l’orso
Luca Cattoi
Independently Published, 2020 154 pagine, 13 Euro
Buby e lo scoiattolo Spunk scoprono che le loro affinità sono più forti delle loro differenze? E quando imparano ad aiutarsi a vicenda per compensare le difficoltà dell’altro? Diventano amici per la pelle e protagonisti delle straordinarie Avventure di Buby e Spunk. La favola trasporta i lettori in una foresta magica e li accompagna in un viaggio divertente e istruttivo, pieno di sorprese, di risate e di emozioni. Pagina dopo pagina, i due amici dimostrano come non bisogna fermarsi all’aspetto per giudicare uno sconosciuto; come le differenze non siano sempre motivo di divisione; come sia bello meritare un premio, senza ottenerlo con l’inganno, e come sia possibile diventare più forti e coraggiosi facendo qualcosa di utile sia per sé che per gli altri. Avventura dopo avventura, Buby e Spunk conquisteranno i piccoli con la loro bontà e li faranno divertire con la loro simpatia. Non solo, l’orso e lo scoiattolo li aiuteranno a riflettere su temi importanti come la differenza tra buoni e cattivi, la gioia derivante dell’essere altruisti e generosi e l’importanza di avvicinarsi agli altri senza pregiudizi. Autore è l'imprenditore associato Luca Cattoi.
Il premuroso ricordo da tener vivo di un fratello perso troppo in fretta. La
Coco gioca col vento. Viaggi di Tomaso
passione di Tomaso (Coco nel libro) per i viaggi che, alternati alle cure, hanno segnato i suoi ultimi dodici anni di vita: le campagne verdi dell’Olanda, quelle portoghesi con Lisbona, la Svizzera e poi l’America da Santa Cruz a Chicago
Romina Michelotti
passando per Ann Arbor e Manchester. Una memoria di migliaia di foto
Erickson, 2021
scattate da Tomaso stesso che non potevano rimanere senza pubblico.
56 pagine, 15 Euro
Nasce così questo libro: una raccolta di incantevoli scatti in un racconto per bambini dove le immagini la fanno da padrone. Buffi animali parlanti, maestosi paesaggi e audaci mezzi di trasporto si alternano, delineando la vita di Tomaso, con la stessa allegria e leggerezza tipiche del suo carattere. Delicato e spensierato come il vento, sempre presente nella storia, che porta Coco di qua e di là per il mondo. Il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto in beneficienza all’Associazione 27 Giugno Onlus – che collabora con il centro di Protonterapia di Trento – proponendo progetti di accoglienza alle famiglie dei bimbi ospedalizzati e cercando di garantire la qualità di vita anche durante le cure del bambino.
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2021
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