Italia Ornitologica - Numero 2 - 2021

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DIDATTICA & CULTURA

L’olfatto di DINO TESSARIOL, foto AMICIAQUATTROZAMPE.IT e TERRANIEW.IT

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rendendo spunto dal recente articolo sull’udito degli uccelli di Giovanni Canali, pubblicato sul numero 10/2020 di I.O., volevo scrivere qualche riga su un argomento ancora molto discusso tra gli zoologi e il cui mistero sembra ancora lontano dall’essere conosciuto in maniera compiuta. La conoscenza della biologia e dell’anatomia degli uccelli maturata fino a qualche anno fa era unanimemente orientata nel ritenere che gli uccelli non dispongano del senso dell’odorato. Una prima crepa su tali conoscenze, anche se con frequenti disparità di vedute, si registrò una decina di anni fa quando degli studi approfonditi rivelarono che i colombi viaggiatori usavano l’odorato per orientarsi nel ritorno verso la loro colombaia e, più recentemente, altri studi hanno confermato che anche i grandi uccelli pelagici come gli albatros e le berte dispongono di un odorato alquanto sviluppato che utilizzano per i loro lunghi spostamenti in ambiente marino. Sugli avvoltoi costantemente alla ricerca di carcasse in decomposizione, ed in particolare per le specie del Nuovo Mondo come ad esempio l’urubù dalla testa nera (Coragyps atratus - Bechstein 1793), è provato l’utilizzo del loro spiccato senso olfattivo su grandi spazi per individuare la posizione delle prede; riescono a percepire il lezzo di una carogna fino a 25 Km di distanza, contrariamente a quelli che vivono nel Vecchio Mondo e che individuano le carcasse sfruttando quasi esclusivamente il senso della vista. Studi più recenti che usano le nuove tecnologie biomolecolari con la relativa possibilità di indagare a livelli di singoli geni, hanno dimostrato come anche negli uccelli sia certamente presente il senso dell’odorato.

Fori nasali di un pappagallo, fonte: amiciaquattrozampe.it

La conoscenza della biologia e dell’anatomia degli uccelli maturata fino a qualche anno fa era unanimemente orientata nel ritenere che gli uccelli non dispongano del senso dell’odorato

Un gruppo di ricerca italo-tedesco ha per la prima volta svelato l’importanza dei segnali olfattivi per il riconoscimento dei parenti da parte degli uccelli.

Lo studio, al quale hanno partecipato Anna Gagliardo, del dipartimento di biologia dell’università di Pisa, e i tedeschi Barbara A. Caspers dell’università di Bielefeld e Tobias Krause del Friedrich-Loeffler-Institut, è stato pubblicato in un recente numero di “Behavioral Ecology and Sociobiology”. All’ateneo pisano spiegano che «la ricerca ha preso in esame il comportamento riproduttivo dei diamanti mandarini, uccelli passeriformi della famiglia degli Estrildidi. Nel corso dell’esperimento le femmine sono state divise in due gruppi, ad alcune è stato inibito l’olfatto, mentre altre potevano sentire gli odori. Ciascuna femmina è stata poi posta in una gabbia con due maschi, uno dei quali estraneo alla femmina, mentre l’altro era un fratello sconosciuto in quanto nato in un’altra ni-

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