GreenUp 194 - Settembre 2021

Page 14

g

Primo piano / UNDER 40

Vivaio, non garden center Un’identità propria che rifugge gli standard caratterizza Botanicus di Moncalieri, gestito da un ragazzo che è riuscito a realizzare il suo sogno: diventare un vivaista colloquio con MASSIMO VILLA di ALICE NICOLE GINOSA

M

assimo è giovanissimo ma all’età di trent’anni è già proprietario di un vivaio. No, non è l’attività di famiglia e il suo ruolo non se l’è guadagnato da un semplice passaggio generazionale. La sua storia è molto più interessante e me la sono fatta raccontare tutta d’un fiato in una trentina di minuti di un giovedì pomeriggio di settembre: il tempo è tiranno, il lavoro tanto ed essere il proprietario di un vivaio significa avere ritmi intensi. Ma partiamo da capo, da dove tutto è cominciato. Massimo si laurea in Agraria e successivamente si specializza in Architettura del paesaggio. Fin da subito trova lavoro nello stesso negozio di cui oggi è proprietario e lavora qui due anni e mezzo, prima come tirocinante poi come apprendista. Il pensionamento della precedente proprietaria e la conseguente messa in vendita dello spazio lo mettono davanti a una scelta. Acquisterà quell’immobile che diventerà quello che oggi è Botanicus. Una decisione che ha trasformato il suo sogno in realtà, una passione che sente sua fin da piccolo e che da ormai adulto lo fa sentire, come mi confessa, una persona felice.

Un nome diverso dai soliti vivai, come mai “Botanicus”? «L’idea e l’identità del mio vivaio sono nati grazie alla collaborazione con mia cugina e mio fratello. Volevo qualcosa lontano dai soliti stereotipi, né in inglese né con riferimenti a me o altre persone. Abbiamo tantissime parole in italiano o in latino per definire le cose, non volevo essere scontato; e poi, se devo essere sincero, per me si dovrebbe parlare di “vivaio” e non “garden center” perché l’inglese mi sembra richiamare la “grande distribuzione” dove si presta meno attenzione al dettaglio. Da tutto questo insieme di idee e pensieri è scaturito il nome Botanicus, con un chiaro rimando alla botanica e con un logo con la beccaccia, la regina dei boschi». Dall’idea, passiamo al concreto... «Parliamo di circa 3.000 mq e di una struttura non grandissima ma decisamente particolare. Nella parte centrale abbiamo una cupola esagonale in cui le pareti richiamano le grandi finestre bianche tipiche dell’Inghilterra e del nord Europa in generale, uno stile che ritroviamo anche all’interno della serra. Botanicus è compo-

NON MI PIACE CADERE NEGLI STANDARD, ANCHE NELLA PROPOSTA. COMPIO UNA RICERCA ATTENTA E SCRUPOLOSA PER EVITARE LE SOLITE VARIETÀ Interno di Botanicus.

14

greenup


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.