GreenUp 194 - Settembre 2021

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Tendenze / POTENZIALITÀ

Il garden center del domani Tradurre i cambiamenti in opportunità: di essere riferimento, buon esempio, impegno e visione futura. Il punto vendita ha tutte le carte in regola per il salto di qualità di LUCIO BRIOSCHI

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bbiamo affrontato una pandemia che ci ha lasciati per 18 mesi nel buio assoluto, in cui una comunicazione poco chiara si è sommata alla confusione generale. Nel mezzo di tutto questo il garden si è trovato nella situazione di dover stare al passo: essere reattivi è stato il modo per differenziarsi. Dopo lunghi mesi in cui il Covid-19 è stato il grande protagonista dei nostri discorsi e dei nostri pensieri, oltre che preoccupazioni, cosa ha lasciato nel canale garden center e florovivaismo? MENO FISICITÀ DELL’ACQUISTO E PREZZO MATEMATICO Prima di tutto si è modificata la percezione del prezzo: si è passati dal prezzo matematico, sempre alla base di ogni ragionamento, al prezzo psicologico ovvero il prezzo raffrontato al beneficio che il consumatore ne ricava. Questo non vuol dire che spariranno i prezzi civetta, le promozioni e le offerte, al contrario, il prezzo deve diventare uno strumento vero dell’offerta del garden center e non solo una cifra su un cartellino sulla quale discutere. Il prezzo deve parlare, deve suggerire, deve dire cosa vale il prodotto a cui è collegato. Siamo reduci anche dall’esperienza dello smart working o near working (a poca distanza dalla propria residenza). Il blocco della mobilità nel 2020 e le restrizioni sanitarie applicate ai

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luoghi di lavoro hanno fatto sì che le nostre abitudini cambiassero. Oggi abbiamo imparato a muoverci di meno pur lavorando, divenendo inconsapevolmente più green e abbiamo appreso, in parte, che non è indispensabile fare sempre ciò che facciamo. E che si può cambiare. Viviamo meglio la nostra esistenza, la dimensione domestica, i figli, il tempo, conferendogli uno scorrere certamente più umano, seppur non lento. Il concetto alla base di ogni acquisto così cambia: la costante presenza del web sulle abitudini di acquisto non rende assolutamente necessario muoversi per comprare. Ne consegue meno fisicità nell’acquisto e meno atteggiamento da “gregge” (così fan tutti). NEXT STEP: DIVENTARE RIFERIMENTO In un panorama così mutevole e mutato il garden center deve saper rispondere fornendo personalizzazione, valore aggiunto, tutto ciò che fa la differenza rispetto al servizio base. Il modo di offrire l’assortimento e di valorizzarlo, il non considerare il cliente uno dei tanti ma adattarsi alle sue richieste, anche se riconducibili a pochi argomenti,

Secondo il Sole 24 Ore siamo passati da circa 570 lavoratori in smart working - nel 2019 (pre Covid)presenti solo presso grandi aziende ai 6.580 di marzo 2020, occupati ad ogni livello (grandi aziende, PMI, PA). Il dato si è assestato a circa 5.400 persone nella fase post Covid-19.

è esattamente ciò che ci eleva da punto vendita come tanti altri a riferimento per la clientela. Puntiamo sulla collezione stagionale, un’esposizione dinamica e nel passaggio automatico da venditore a consulente. STIMOLARE INIZIATIVE GREEN Occorre muoversi sempre nella direzione della crescita se si vuole cambiare, non è più tempo di guardare al proprio piccolo orticello: dobbiamo interagire con gli orti vicini e massimizzare i risultati. Il garden center del domani oltre ad essere green dovrà, contemporaneamente, garantire acquisti e offerta smart. Nel primo caso potrebbe offrire un luogo dedicato per la raccolta del materiale ottenuto dalla manutenzione hobbistica degli spazi verdi privati (in UK esistono già fenomeni di questo tipo e da tempo), fornendo così in un solo viaggio in macchina due soluzioni a quella clientela che presta attenzione alla propria impronta ecologica. In più, si potrebbero stringere accordi con partner dedicati alla raccolta e smaltimento dei rifiuti verdi. Sensibilizzando di più la PA e tutti gli attori si potrebbe fare qualcosa

IL GARDEN CENTER DEL DOMANI OLTRE AD ESSERE GREEN DOVRÀ, CONTEMPORANEAMENTE, GARANTIRE ACQUISTI E OFFERTA SMART

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