L'arte nei secoli di Alice Vettorata
BEATRIX POTTER
L
’amore per la natura da parte della scrittrice e illustratrice Beatrix Potter è stato visibile sin dall’infanzia e si confermò in ciascuna sua produzione letteraria successiva. Da adulta, raccontando la vita di animali immaginari antropomorfi tramandò storie legate alla sua fanciullezza, alle giornate trascorse in camera, da sola. Com’è possibile però riuscire a descrivere in modo così accurato e allo stesso tempo fiabesco la natura e i suoi abitanti, trascorrendo la maggior parte del tempo in una stanza? Sicuramente facendo appello alla fantasia inesauribile di una bambina e studiando ogni comportamento dei propri animali domestici, trai i quali, un coniglio. Animale che infatti divenne il protagonista prediletto dei suoi racconti, i quali ad oggi, a più di 150 anni dalla nascita della Potter, è possibile trovare sugli scaffali delle librerie. Prima di giungere agli esordi della carriera di Beatrix è bene capire la sua personalità tenace e testarda, peculiarità che le permisero di affermarsi in futuro. Fu una di quelle bambine figlie dell'Inghilterra vittoriana altolocata, alle quali venivano imposte rigide regole di comportamento, istruzione e rari permessi che limitavano la possibilità di interagire con il mondo diverso da quello dell’élite. Suo padre, un avvocato che a seguito del riscatto
di una corposa eredità si ritirò dalla professione, e la madre, figlia di mercanti di cotone non la spronarono molto a coltivare la sua attitudine per l’arte. Beatrix fortunatamente continuò ad esercitarsi nel disegno, aggiungendo ai suoi soggetti preferiti i funghi, caratteristica che la portò successivamente ad essere una stimata micologa. A quasi trent’anni iniziò a proporre le proprie illustrazioni a diverse case editrici, ricevendo però molti riscontri non interessati alla sua visione fanciullesca che rappresentava conigli con panciotto abbottonato e oche con la testa adornata da una cuffia dalla tesa larga. La svolta avvenne nel 1901, anno in cui auto pubblicò The Tale of Peter Rabbit (I racconti di Peter il coniglio), libro che le permise di far conoscere i propri personaggi e racconti al vasto pubblico grazie alla casa editrice Frederick Warne & Co.. La Potter così innovò la letteratura per bambini, creando dei piccoli formati adatti ad essere maneggiati dalle loro piccole mani e utilizzando alcuni termini più complessi, in modo tale da educare durante la narrazione. Dopo pochi anni pubblicò un
secondo libro The Tale of Squirrel Nutkin (La storia dello scoiattolo Nutkin) confermando l’enorme successo, che soli quattro anni dopo le permise di essere economicamente indipendente. Nella casa editrice che la supportò conobbe inoltre Norman Warne, figlio del fondatore dell’azienda, che la Potter cominciò a frequentare indipendentemente dal lavoro. Contrastando le volontà dei genitori di lei, non entusiasti del suo legame sentimentale con un mercante, si fidanzarono. Pochi mesi dopo però Norman morì e Beatrix cambiò stile di vita, avvicinandosi ancora di più alla natura, continuando ugualmente a pubblicare libri per bambini. Diversi anni dopo si sposò con William Heelis trasferendosi in una fattoria con degli animali, tra i quali un porcospino, i quali continuarono a darle ispirazione per le sue storie. Successivamente acquistò 4.000 ettari di terreno che lasciò in eredità al National Trust con il fine di preservare l’ambiente, rinnovando così l’amore nei suoi confronti. Gli omaggi a Beatrix Potter sono stati numerosi dopo la sua morte; film, libri e addirittura un museo celebrano oggi le sue straordinarie doti. Una visione magica della natura nella quale possiamo immergerci ancor’oggi, sfogliando le pagine dei suoi meravigliosi e curati racconti. 47