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Supplemento del periodico Valsugana News - Numero di Luglio 2021
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Le ragazze “Tesine” di copertina. Partendo da sx: in piedi, Annalisa Fietta e Aurora Dellamaria. Sedute: da sx: Giuditta Boso, Cristel Dellamaria e Caterina Marighetto Foto by Riccardo Sordo
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Speciale Tesino Perché “Speciale Tesino” di Eleonora Mezzanotte
Una pubblicazione “UNICA” Questo “Speciale Tesino” nasce da un’idea fugace, dall’amore per la propria terra e dalla consapevolezza circa le potenzialità di un luogo, il Tesino, fino ad ora poco conosciuto e parimenti valorizzato.
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er chi nasce e cresce in un territorio limitrofo di montagna è talvolta difficile e non sempre immediato comprendere l’importanza che questo ha nel plasmare le nostre vite, le nostre abitudini; il valore del silenzio, della semplicità di tutti i giorni, la sensibilità nel cogliere la bellezza in ogni squarcio, in ogni via. Eppure soffermandosi solamente un attimo in più ad osservare la meraviglia di cui siamo circondati, ci accor-
giamo improvvisamente di non aver dato, fino a quel momento, il giusto peso e la sufficiente importanza alle cose più semplici e basilari: la nostra terra, la nostra storia, le nostre origini, il nostro vivere. Così si è concretizzato il progetto di una pubblicazione editoriale dedicata interamente al Tesino, questa piccola ed incontaminata conca trentina immersa tra il verde dei prati, la frescura dei boschi, incoronata da lievi pendii calcarei, cui fa da silente sentinella l’imponente e granitico gruppo di Cima d’Asta. Un altopiano che prende vita grazie a tre paesi: Castello, Cinte e Pieve; tre comunità di montagna unite dalla storia, dalle tradizioni secolari e da un passato unico e ricco di sorprendenti e inaspettate vicende. All’interno dello Speciale troverete interessanti articoli storici, approfondimenti culturali e
tradizionali, curiosità varie nonché utilissime informazioni turistiche per consegnare al lettore e al potenziale visitatore un’immagine del Tesino a trecentosessanta gradi. Essendo questa la prima e spero non ultima pubblicazione completamente riservata al Tesino, permettetemi di ringraziare tutte le persone che hanno partecipato attivamente al progetto: i sindaci dei tre paesi, i giornalisti, gli amministrazioni comunali, tutte le associazioni e gli esercenti che hanno
contribuito, in qualità di inserzionisti, alla riuscita di questo “Speciale Tesino”. Un particolare grazie al direttore Armando Munao’ per la fiducia e l’entusiasmo riposto in questa iniziativa, a Graziella Menato, a Laura Trenti, a Fabio Franceschini e al fotografo Riccardo Sordo per la loro fattiva e preziosa collaborazione. A tutti Voi una buona e piacevole lettura e l’augurio di buone ferie.
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Comune di Castello Tesino
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Speciale Tesino
S OMMARIO Speciale Tesino - Luglio 2021 Banda Folk di Castello Tesino a Shanghai al Tourism Festival ANNO 7 - LUGLIO 2021 DIRETTORE RESPONSABILE Armando Munaò - 333 28 15 103 direttore@valsugananews.com VICEDIRETTORE Chiara Paoli - Elisa Corni COORDINAMENTO EDITORIALE Enrico Coser COLLABORATORI Waimer Perinelli - Erica Zanghellini - Katia Cont Alessandro Caldera - Massimo Dalledonne Francesca Gottardi - Maurizio Cristini Laura Mansini - Alice Rovati Erica Vicentini - Laura Fratini - Patrizia Rapposelli Zeno Perinelli - Adelina Valcanover - Veronica Gianello Nicola Maschio - Giampaolo Rizzonelli - Mario Pacher CONSULENZA MEDICO - SCIENTIFICA Dott. Francesco D'Onghia - Dott. Alfonso Piazza Dott. Giovanni D'Onghia - Dott. Marco Rigo EDITORE - GRAFICA - STAMPA Grafiche Futura srl Via della Cooperazione, 33 - Mattarello (TN) IMPAGINAZIONE E GRAFICA Alessandro Paleari - Punto e Linea
PER LA TUA PUBBLICITÀ cell. 333 28 15 103 direttore@valsugananews.com info@valsugananews.com Registrazione del Tribunale di Trento: nr. 4 del 16/04/2015 - Tiratura n° 7.000 copie Distribuzione: tutti i Comuni della Alta e Bassa Valsugana, Tesino, Pinetano e Vigolana compresi COPYRIGHT - Tutti i diritti di stampa riservati Tutti i testi, articoli, interviste, fotografie, disegni e pubblicità, pubblicati nella pagine di VALSUGANA NEWS e sugli Speciali di VALSUGANA NEWS sono coperti da copyright GRAFICHE FUTURA srl e quindi, senza l’autorizzazione scritta del Direttore, del Direttore Responsabile o dell’Editore è vietata la riproduzione o la pubblicazione, sia parziale che totale, su qualsiasi supporto o forma. Gli inserzionisti che volessero usufruire delle loro inserzioni, per altri giornali o altre pubblicazioni, possono farlo richiedendo l’autorizzazione scritta all’Editore, Direttore Responsabile o Direttore. Quanto sopra specificato non riguarda gli inserzionisti che, utilizzando propri studi o agenzie grafiche, hanno prodotto in proprio e quindi fatta pervenire, a GRAFICHE FUTURA srl, le loro pubblicità, le loro immagini, i loro testi o articoli. Per quanto sopra GRAFICHE FUTURA srl, si riserva il diritto di adire le vie legali per tutelare, nelle opportune sedi, i propri interessi e la propria immagine.
Perché Speciale Tesino 3 Sommario 5 La storia del Tesino 6 Il Tesino: da Cinte a Pieve a Castello 8 Album fotografico 10 I nostri amministratori: Graziella Menato 12 Conosciamo Castello Tesino 14 Le medaglie d’Oro: Ancilla, Clorinda, Don Fiore 18 ECOMUSEO: al servizio della comunità 22 I nostri amministratori: Leonardo Ceccato 24 Conosciamo Cinte Tesino 27 Gli antichi mestieri: El Moleta 28 ECOMUSEO del Tesino 30 Il personaggio: Mirco Mezzanotte 33 Castel Tesino Camping 37 Alcide Degasperi: entrare nella storia 38 I nostri amministratori: Oscar Nervo 40 Conosciamo Pieve Tesino 42 Album fotografico 44 Album fotografico 45 ECOMUSEO: Salute e Benessere 47 Il costume tipico del Tesino 48 Villa Daziaro: una porta sulla Russia 50 Conosciamo il Tesino: la cartina 52 La Pro Loco di Pieve, la prima in Italia 54 I Franchini: una famiglia storica 56 Maso Franz: la bontà delle fragole e piccoli frutti 57 La donna nella storia: Francesca Degasperi 58 Green Plant - Extralab 60 Gli ambulanti del Tesino: viaggi e conquiste 61 ECOMUSEO: Vivi il Tesino 65 Il rifugio Cima d’Asta O. Brentari 65 Storie e tradizioni: Biagio delle Castellare 66 La dottrina del Monaco Seiun 68 La Villa Rossa del Tesino 71 Pizzeria Bett’y Hill 72 La leggenda dell’impiccato a Castello Tesino 73 Il Biolago a Castello Tesino 74 Dalla Valsugana e Tesino ci scrivono 75 La leggenda del vino Clinton in Tesino 76 Il Bicigrill del Tesino 78 L’artista di casa nostra:Alberto Boschetti 79 Il miracolo di Sant’Udalrico 80 Il Camping Valmalene 82 Tesino: Oasi di Natura e Storia 83 1914-1918, il Tesino e la Guerra 86 B&B Ai Marchetini 89 Un tesino al servizio degli Zar 90 Azienda agricola Maso da Tilio Bailo 93 Il museo delle pietre di Guido Granello 94 Baita Alice. Ospitalità e cordialità 95 La storia gastronomica 96 La Baita della Pace 97 Cucina e tradizioni tesine: Le Verde 98 Ci scrivono da Pieve Tesino 100 L’Osservatorio astronomico del Celado 102
Il Tesino
Castello Tesino
Cinte Tesino
Pieve Tesino
1919 - Donne in costume tesino
Lo SPECIALE TESINO è un progetto editoriale che nasce da un'idea della dott.ssa Eleonora Mezzanotte - è nata e vive in Tesino - la quale, oltre a curare i rapporti con le Istituzioni e le varie realtà sociali e commerciali del Tesino, ha fattivamente collaborato al coordinamento redazionale e alla stesura finale. A lei - e a quanti hanno partecipato allo SPECIALE TESINO - i miei più sentiti ringraziamenti e quelli di tutta la redazione di VALSUGANA NEWS. Un particolare grazie agli inserzionisti che con il loro contributo hanno permesso la realizzazione di questa pubblicazione. Il Direttore Armando Munaò
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Speciale Tesino Conosciamo la nostra storia di Laura Trenti
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La Storia del Tesino
l territorio del Tesino è meta assai antica dell’uomo. Per millenni, nella preistoria, lo raggiunsero o attraversarono gruppi nomadi spinti sulle alte praterie delle Alpi Feltrine e del Lagorai da un’economia di caccia e di raccolta. Con la civiltà dei metalli, il Tesino conosce un rinnovato interesse legato alla ricerca e allo sfruttamento intensivo dei giacimenti minerari. Lo sfruttamento minerario e la spinta economica da questo prodotta favoriscono l’incremento demografico e, quindi, l’allargamento della colonizzazione su nuove terre; è comunque nella tarda età del ferro che l’abitato sorto sul dosso di Sant’Ippolito
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raggiunse una più chiara fisionomia, connotata da moduli abitativi sparsi. L’abitato Tesino resta vitale per tutta la seconda metà del primo millennio a.C.; rapida è poi la decadenza entro gli anni 60-90 d.C. Singolare è come ciò accada in concomitanza della realizzazione di una ben nota e trafficata strada, la Via Claudia Augusta ab Altino, strada portata a termine negli anni ’46-’47 d.C., voluta e promossa dall’imperatore Claudio come asse di collegamento, sicuro ed efficace tra due grandi bacini: quello padano e quello danubiano. La stessa strada, nei secoli prima del Mille, fu percorsa da barbari e stranieri che, ogni volta, mettevano a
ferro e fuoco villaggi e castelli. Forse fu durante una di quelle invasioni che fu nascosto o perduto il famoso calice del “Diacono Orso”, ritrovato in una caverna nella zona di Castel Tesino. La conca del Tesino apparteneva alla Diocesi di Feltre, e già nel IV secolo comprendeva la Valsugana, fino alle porte della diocesi di Trento. Il vescovo governava sia nel campo spirituale che temporale, con un’autorità che nel corso del Medioevo venne riconosciuta anche dagli imperatori e sovrani che cercarono il vescovo come loro alleato. Per un lungo periodo l’unica risorsa della zona fu la pastorizia, specie degli ovini, che, d’inverno, venivano fatti scendere in pianura. La povertà della terra e le difficoltà economiche sono all’origine di una locale istituzione medioevale, la “Vicinia”: una struttura che aveva in proprietà vaste estensioni collettive di terreni coltivabili, pascoli e boschi, ed era regolata con statuti propri, garantendo alle famiglie associate l’usufrutto e il godimento dei beni. Beneficiari della “Vicinia” erano gli abitanti dei tre villaggi: Castello, Pieve e Cinte (i nomi sono legati ad una fortificazione romana costruita a protezione della via Claudia Altinate). Tre comunità che ebbero sempre viva la conoscenza di appartenere ad
Speciale Tesino Conosciamo la nostra storia una comunità più grande, il Tesino, che difesero con accanimento, resistendo alle interferenze vescovili o feudatarie, ottenendo privilegi da parte dei vescovi feltrini e dei signorotti della Valsugana. Il Tesino fino al XI secolo era stato retto dai “Signori Tesini”, fino a quando, nel XII secolo fu soggetto al dominio dei “Signori di Grigno”. Venne successivamente occupato dagli Scaligeri, dai Carraresi, dai Visconti e non ultima, dalla Serenissima di Venezia: tutti interessati al dominio dei passi Alpini. Nel 1365, invece, il malcontento contro il prepotente Biagio segnò la fine del dominio dei “Signori di Grigno”. Ma il momento più drammatico vissuto dal Tesino fu al tempo della guerra dell’imperatore Massimiliano d’Austria
nel 1500. I Feltrini, per vendicarsi di un tesino, Ippolito Pelloso, che si vantava di aver partecipato all’eccidio della loro città, si avventarono contro Pieve e Castello distruggendoli e incendiandoli. A loro volta, i Tesini saccheggiarono la zona di Lamon. Nel frattempo al possesso della Valsugana aspiravano i conti del Tirolo; la vallata
venne nel 1413 concessa come feudo degli Asburgo e sotto il loro dominio rimase fino al 1920, quando fu annessa, con il Trentino all’Italia.
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Gruppo di tesine di Castello e maestro Pietro Sordo ad un raduno regionale ad Innsbruck nel 1908
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Speciale Tesino Girovagando di Laura Trenti
Il Tesino da Cinte a Pieve e Castello
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a conca del Tesino è una piccola valle situata nel Trentino orientale. Confina con la Valsugana, il Primiero e la provincia di Belluno. In questa valle si trovano tre paesi: Cinte, Pieve e Castello. Il nome del luogo deriva dalla presenza in valle del tasso, una pianta sempreverde spontanea che vi cresce abbondantemente. La valle è stata abitata fin dall’antichità e per questo sono presenti molti reperti archeologici, come la Via Claudia Augusta ab Altino, (46-47 d.C.), voluta e promossa dall’imperatore Claudio come asse di collegamento tra il bacino padano e quello danubiano. La presenza romana ha influito molto sulla valle, determinando anche i nomi dei paesi. Il Tesino è anche famoso per aver dato i natali ad Alcide Degasperi, la cui casa natale, che si trova a Pieve Tesino, è stata trasformata in un museo; a lui è stato anche dedicato il “giardino Europa” che, durante il periodo estivo, è meta di molti turisti. Altri luoghi interessanti dal punto di vista turistico sono: il Passo Brocon, con i suoi impianti sciistici; il Trodo dei Fiori, un percorso escursionistico molto interessante per la particolare varietà
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di fiori; la forra del Grigno; il Lagorai con Cima d’Asta, una vetta alta quasi 3000 m da cui si possono vedere tutti i monti trentini a sud e ad est. L’economia della valle è basata sul turismo, sullo sfruttamento di risorse naturali come il legname e su alcune industrie presenti sul territorio, come: la Bailo che da trent’anni produce abbigliamento sportivo famoso in tutta Europa; la Spirale, un’altra azienda che produce ed esporta calzature. Tutti gli aspetti del Tesino denotano la sua integrità biologica, la ricchezza d’acque, la contenuta antropizzazione. Da sempre i suoi abitanti hanno cercato di mantenere un ambiente intatto, nonostante l’uomo sin dall’età più antica abbia testimoniato la sua operosa presenza con cinquanta malghe per l’alpeggio, settecento masi di monte e tre centri abitati che raccolgono l’attuale popolazione della conca tesina. IL TURISMO Lo spirito imprenditoriale dei Tesini diede impulso oltre all’attività commerciale anche all’abbel-
limento edilizio dei paesi e all’attività turistica di soggiorno estivo che, nel 1881, si concretizzò con l’istituzione della Società di Abbellimento del Colle di San Sebastiano, l’attuale Pro Loco di Pieve Tesino (prima Pro Loco d’Italia) e con l’erezione, da parte di una Società formata in gran parte da commercianti emigrati, dell’Hotel Tesino, nel 1885. Nel 1935 il Touring Club Italia nella sua “Guida pratica ai luoghi di soggiorno e cura d’Italia” così descriveva la valle del Tesino: “.. una delle valli più ricche di boschi e di pascoli del Trentino; una delle più interessanti per le sue numerose grotte e per il movimento dei forestieri che vi si svolge intenso nei mesi estivi ed invernali..”. Oggi la zona è ancora circondata da un ambiente intatto che presenta rare bellezze naturali, tanto preziose quanto poco conosciute. Questa area offre un turismo a dimensione umana, rispettoso della cultura rurale, fatto di accoglienza improntata a cordialità e schiettezza, con tradizioni e folklore legati ad una storia ricca, tangibile nei resti storici, nelle chiese medioevali, nelle trincee e nei forti della grande
Speciale Tesino Girovagando
guerra, nell’architettura delle baite e dei rifugi alpini. L’Apt Lagorai, la più “giovane” azienda di promozione turistica trentina, si propone di valorizzare il Tesino, quest’area naturale tra le meno antropizzate d’Europa, il Lagorai offre un’autentica immersione nella natura con km di sentieri e percorsi per mountain-bike, palestre di roccia per
l’arrampicata e il free-climbing, boschi e prati per l’orienteering, correnti costanti per il parapendio, torrenti e laghi alpini per la pesca sportiva. Nelle sue viscere si insinua una meravigliosa grotta carsica: unica turisticamente visitabile nel Trentino. Inverno vuol dire soprattutto sci, al passo Brocon, nella limitrofa valle di Malene, sull’altipiano di Celado e quello di Monte Mezza. Tutto questo è realizzabile
in una terra a portata di mano dove ancora è possibile vivere una vacanza all’insegna della natura incontaminata, dove esistono persone, luoghi, odori e sapori genuini, prerogative di un mondo dove i ritmi si adattano alle esigenze dell’uomo con il tempo e lo spazio.
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Speciale Tesino
Album fotografico
Queste foto e quelle di pag. 23, 44, 45, 85 sono tratte dal libro “ Saluti dal Tesino 1890 -1960 Edito da Senza Barriere - ONLUS- Cooperativa sociale, a cura di Graziella Menato, Paola Zotta Zampiero e Fabrizio Zotta. Patrocinio della FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO 10
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Speciale Tesino I nostri amministratori di Armando Munaò
GRAZIELLA MENATO
Sindaca di Castello Tesino
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indaca, cosa significa gestire un Comune caratterizzato dalla presenza Covid? Iniziare un percorso politico-amministrativo in questa particolare epoca storica è senza dubbio impegnativo e non privo di problematiche. Siamo stati messi alla prova fin da subito con la necessità di chiedere alla Provincia Autonoma di Trento e all’Azienda Sanitaria l’istituzione della zona rossa a metà novembre scorso, in quanto i contagi avevano subìto un’impennata e superato il 5,5%. Dobbiamo comunque ringraziare la popolazione che si è dimostrata consapevole, matura e capace di gestire anche una situazione emergenziale di tale portata, collaborando con l’Amministrazione comunale e consentendo il rientro del tasso di contagio al 1,2% in sole due settimane e continuando a scendere fino al 0,5% quasi costan-
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te per tutto il mese di dicembre scorso. Sono state due settimane di chiusura per gli esercizi commerciali, di isolamento sociale per tutta la popolazione, giorni difficili che hanno comunque dato i risultati positivi sperati, sforzi e restrizioni che hanno dato prova di grande tenacia e responsabilità civica della Cittadinanza. E' innegabile che il turismo di casa nostra sia stato penalizzato, e anche di molto, dalla pandemia. Il Tesino “turistico” come ha vissuto questo particolare periodo? E la cittadinanza? La situazione a Castello Tesino rispecchia in toto il quadro turistico regionale e nazionale. Le limitazioni, talvolta le chiusure obbligate, hanno cambiato il modo di fare turismo e di progettare il turismo futuro di montagna. La clientela chiede sicurezza, ma nel contempo sceglie la montagna come valvola di sfogo dalle restrizioni pesanti di un inverno e una
primavera che hanno provato tutte le fasce d’età, economicamente e soprattutto psicologicamente. Si percepisce la voglia di vivere la montagna con prospettive e stimoli nuovi. Sta quindi a noi Amministratori e agli Operatori Turistici di valle cogliere le nuove opportunità che questo particolare momento ci sta offrendo al fine di reinventare la nostra proposta turistica. Il Tesino pur essendo una zona geograficamente penalizzata, da sempre è stato richiamo per un particolare turismo montano. C'è stata e c'è una certa sinergia tra i vari Comuni e le
Speciale Tesino I nostri amministratori Istituzioni mirata al raggiungimento di obiettivi comuni? Consapevoli che la sinergia delle tre Comunità tesine è indispensabile per crescere culturalmente e turisticamente, abbiamo posto le basi per un dialogo costruttivo in tal senso. La Fondazione De Gasperi si propone da tempo come collante organizzando eventi di alto spessore, quali “Rifugi del pensiero – Destinazione Tesino” e “Buskers Festival” per l’estate 2021. Allo stesso modo sia l’Ecomuseo del Tesino che il Centro Tesino di Cultura stanno lavorando da tempo per rafforzare i legami tra i tre Comuni della conca, con risultati estremamente positivi. A tal fine, anche la Comunità Valsugana e Tesino opera attivamente con progetti di spessore attraverso il Piano Giovani di Zona e il Distretto Famiglia. E nel prossimo scadenzario di Castello Tesino ci sono nuove iniziative anche culturali e sociali? Se sì quali? Nel programma estivo delle attività turistico/culturali che troviamo a disposizione sono diverse le iniziative proposte, dedicate in modo particolare ad un’utenza familiare con lo scopo di raccontare e scoprire il Tesino attraverso i temi della sostenibilità economica, sociale ed ambientale quali elementi indispensabili per lo sviluppo ottimale del territorio. Possiamo contare, dal 15 luglio, su una struttura nuova di sicuro impatto turistico/sportivo, parliamo dell’impianto Bio-
lago, un nuovo valore aggiunto all’area sportiva in località Le Parti che finalmente, dopo anni di attesa, sarà a disposizione di valligiani, turisti e di chiunque vorrà ritemprarsi in modo naturale e rigenerante. Un progetto di partecipazione attiva rivolto a ragazzi e famiglie è stato messo a punto nei giorni scorsi, si tratta del “Passaporto turistico e culturale” che invita a visitare bellezze naturali e partecipare ad attività ludico/ricreative, organizzate sul territorio comunale, con più di una piacevole sorpresa a completamento delle tappe indicate. Cosa bolle in pentola? Già dallo scorso autunno sono stati ufficialmente allacciati i rapporti con la Soprintendenza dei Beni Culturali della P.A.T. e l’Università degli Studi di Trento al fine di realizzare nuovi interventi di ricerca e scavo sul Dosso di San Ippolito, dopo i lavori condotti in tal senso nel 1961 e nel 1977. Il progetto, che avrà durata di 3 anni, avrà inizio il prossimo settembre e sarà condotto da esperti del settore messi a disposizione direttamente dall’Ente Universitario, con la supervisione dell’arch. Nicola Chiavarelli. Una sofisticata indagine conoscitiva anticiperà le operazioni di scavo e saprà localizzare scientificamente manufatti e reperti che finora non hanno visto la luce. Ha infine preso il via, in località Figliezzi, la costruzione della nuova caserma dei Vigili del Fuoco Volontari, che sarà sede dignitosa e funzionale dell’Istituzione che da
sempre affianca l’Amministrazione comunale e la popolazione tutta nei momenti di criticità e bisogno. Chiunque transiti a Castello Tesino può godere, dai giorni scorsi, di 7 nuovi murales di notevoli dimensioni e pregio artistico. Trattasi di un ambizioso progetto presentato già in campagna elettorale, che si pone come obiettivo l’inserimento, nel giro di alcuni anni, nel circuito nazionale dei Comuni Dipinti d’Italia, per convogliare in valle un nuovo target turistico/culturale. Altri ambiziosi progetti stanno prendendo forma, ma per doverosa cautela mi riservo di condividerli in un prossimo futuro, quando vi sarà certezza di esecuzione e finanziamento. E per chiudere, un ultimo messaggio? Sindaca e Amministratori sono quotidianamente a disposizione della cittadinanza per risolvere quesiti e problemi. Preme sottolineare comunque che l’azione amministrativa è vincolata nel compiere le scelte concrete secondo la priorità, la continua riduzione di fondi a disposizione e la tempistica, fattori determinanti che ci costringono ad una non facile programmazione finanziaria.
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Speciale Tesino
Castello Tesino
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l comune di Castello Tesino è il maggiore dei tre centri abitati della Valle del Tesino con le sue numerose frazioni; collocato tra i Monti Picosta e Agaro possiede le più estese superfici boschive del Trentino, dal Celado al Passo del Brocon. Sul colle di Sant’Ippolito sono presenti i resti archeologici delle popolazioni retiche che qui si erano insediate nel VI-V secolo a.C.. Attraversato in epoca romanica dalla Via Claudia Augusta Altinate, a nord dell'abitato di Castello in direzione di Pieve, rimane a testimonianza un ponte di epoca romana realizzato a secco. In epoca medievale fu sottomesso al dominio del terribile ed odiato Conte Biagio delle Castellare, che viene ricordato ogni anno nel primo giorno di Quaresima con un processo in contumacia che ricorda le sue colpe e ogni cinque anni nel periodo di carnevale con una manifestazione popolare che rievoca la sua impiccagione. I danni causati dal primo conflitto mondiale furono ingenti, il paese venne quasi interamente distrutto da un bombardamento austriaco. Tra il 1943 ed il 1945 in Tesino era attivo il Battaglione Gherlenda, gruppo di partigiani della Brigata
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Garibaldi "Antonio Gramsci" che opposero resistenza al fascismo dilagante. Fra i ricordi di questo periodo affiorano i volti di due valorose partigiane native di Castello, Ancilla Marighetto (Ora) e Clorinda Menguzzato (Veglia), morte nel fiore degli anni per mano delle SS e decorate della Medaglia d'oro al valor militare. Ben otto gli incendi che hanno distrutto quasi interamente il paese, a partire dal 1487, fino al più recente, avvenuto nel 1916; essi hanno causato la quasi totale distruzione della documentazione relativa al paese. Il borgo di Castello Tesino è caratterizzato dall’elevato numero di chiese che lo impreziosiscono, tra cui la più antica parrocchiale dedicata a San Giorgio; che porta incisa sul grande arco gotico del Presbiterio la data in numeri romani 1103. Costruita probabilmente in seguito ad un voto pronunciato in Terrasanta dai Tesini, che di
rientro dalla prima Crociata, terminata nel 1099 importarono dall’Oriente il culto di San Giorgio e il Drago. La pieve distrutta per ben sette volte deve l’attuale assetto ai lavori del 1937, spiccano sulla facciata gli affreschi realizzati nel 1928 da Alcide e dal figlio Gianfranco Campestrini, La chiesetta di San Rocco sorge sul sagrato di quella principale, innalzata nel 1509 su di una precedente cappella dedicata all'Arcangelo Michele (ora cappella mortuaria), l'interno è in stile gotico. Dedicata alla Madonna delle Grazie, ma conosciuta ai paesani come Chiesa della Torricella per il suo alto campanile, l’edificio presenta un ingresso a doppia
Speciale Tesino scalinata. Eretta nel 1603, probabilmente su una precedente costruzione, vista la data riportata nell’affresco (1521), ora trasferito su pannello che rappresentava una Madonna che veniva ritenuta miracolosa e al cui cospetto giungevano persone da ogni dove, per richiedere la grazia. Sul colle omonimo a Ovest dell’abitato sorge la chiesetta di Sant'Ippolito e Cassiano, eretta nel 1436 da un certo Donato Pelloso come testimoniato da un incisione. In stile romanico con qualche accenno al gotico è una delle rare testimonianze di architettura medioevale della zona. Pregevoli il soffitto settecentesco a cassettoni e gli affreschi quattrocenteschi che ricoprivano interamente la chiesa, riscoperti nel 1927 e restaurati a partire dagli anni '70. Tra le pitture riportate alla luce: il Cristo Pantocratore nella mandorla iridata, una mirabile Annunciazione, di cui rimane solo l'Arcangelo Gabriele, la Trinità, l'Ultima Cena, l'Elemosina di San Martino, una splendida Incoronazione della Madon-
na con Bambino e Angeli e raffigurazioni degli Apostoli e di Santi. Inoltre episodi delle Stimmate di San Francesco, del Battesimo di Cristo e del Cristo della Domenica;. merita particolare attenzione la serie di riquadri che narrano il "Miracolo dell'Impiccato" di San Giacomo maggiore, protettore del santuario di Santiago de Compostela. Nel 1876 viene eretta dai Coronini la chiesa dedicata a Nostra Signora del Sacro cuore di Gesù, mentre è del 1901 la chiesetta della Madonna di Caravaggio, conosciuta come chiesetta del Colle, e ancora nella frazione Roa, troviamo la chiesa della Madonna di Lourdes edificata nel 1890. Fiore all’occhiello è la grotta di Castello
Tesino, cavità di natura carsica, ricca di gallerie, stalattiti e stalagminti, scoperta nel 1927 si estende per 700 m che conserva al suo interno le impronte dell’orso delle caverne vissuto nel quaternario. La natura d’intorno regna sovrana nello splendido parco La Cascatella con i suoi smisurati prati verdi ed il corso d’acqua e lo splendido Trodo dei Fiori al passo Brocon con le sue bellezze naturalistiche.
Le Tesine della Banda Folk di Castello Tesino a Shanghai al Tourism Festival
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Speciale Tesino In ricordo dei nostri eroi di Graziella Menato
Ancilla, Clorinda, Don Fiore IL VALORE DELLA SCELTA
O
gnuno di noi è chiamato a scegliere, sovente nel corso della propria esistenza. Le nostre scelte condizionano inevitabilmente la vita, nostra ed altrui, e di ciò siamo responsabili. Durante la seconda guerra mondiale tutti furono chiamati a fare una scelta. Chi scelse di combattere contro il nazi-fascismo (Internati Militari Italiani, Partigiani), chi scelse di affiancare il nazi-fascismo (C.S.T., spie o delatori), chi scelse di non scegliere ed aspettare che la guerra finisse. Quello che successe nel mondo in quei terribili anni di guerra si rivelò purtroppo anche nella piccola comunità di Castello Tesino. Sovente il nome di Castello Tesino è associato alla Storia, in particolare al periodo storico della Seconda Guerra Mondiale. Lo troviamo nominato in occasione di ricorrenze e commemorazioni, a livello nazionale, quando si ricordano le 19 donne italiane decorate con Medaglia d'Oro al Valor Militare e quando, annualmente, si assiste alla cerimonia in ricordo della tristemente nota strage di Sant'Anna di Stazzema, in Toscana. Vero, Castello Tesino ha dato i natali alle due più giovani Medaglie d'Oro al Valor Militare italiane, Ancilla e Clorinda ed ha dato le radici a Don Fiore Menguzzo, il giovane sacerdote castelazzo che assieme alla sua famiglia fu il primo martire di quel tragico 12 agosto 1944, sui monti della Versiglia. Storie tragiche e dolorose che si sommano alle sorti di 10 civili uccisi in valle e di 10 martiri che persero la vita nei campi di concentramento. Una lapide li ricorda accanto al monumento ai caduti
ma sempre è necessario alimentare la fiaccola della memoria per far conoscere alle giovani generazioni ciò che avvenne, tra l'estate del 1944 e la primavera del 1945, affinchè non si affievolisca il significato del loro alto sacrificio. La volontà di ricordare e di conoscere il tragico destino di questo piccolo paese incastonato nella verde vallata tesina, prenderà forma anche il prossimo settembre, in occasione di un viaggio della memoria al campo di concentramento di Mauthausen, organizzato dal Centro Tesino di Cultura. Saranno partecipi tutti i giovani tesini che vorranno vivere un'esperienza culturale profondamente educativa, ripercorrendo il viaggio di altrettanti ragazzi catturati ed imprigionati nel campo di concentramento dell'alta Austria, dal quale non fecero più ritorno.
MENGUZZO FIORE Medaglia d'oro al merito civile conferita dalla Presidenza della Repubblica Italiana nel 1999 Sacerdote motivazione: "Durante l'ultimo conflitto mondiale, si prodigava in aiuto di chiunque avesse bisogno, offrendo a tutti assistenza e ricovero e, quale generoso sacerdote consapevole del suo ruolo pastorale, tentava di conciliare le opposte fazioni per preservare la popolazione dai pericoli degli scontri armati. Fedele fino all'ultimo alla sua missione, subì la rappresaglia degli occupanti che lo passarono per le armi dopo averlo costretto ad assistere allo sterminio dei familiari. Splendido esempio di umana solidarietà e alto spirito di abnegazione spinti sino all'estremo sacrificio. Mulina di Stazzema (LU), 12 agosto 1944." FIORE MENGUZZO I genitori di don Fiore sono di Castello Tesino: Antonio Menguzzo Zanolla e Amalia Menguzzato Gasparolo. Antonio esercita l'attività di arrotino e dopo il 1907 trasferisce la famiglia in Toscana. Fiore nasce a Cascina nel 1916. Diventa sacerdote e gli viene assegnata la parrocchia di Mulina di Stazzema, in provincia di Lucca. Scoppia la seconda guerra mondiale e don Fiore viene chiamato ad arruolarsi, trasferito a Bari arriverà a Durazzo, in Albania. Lì è cappellano militare ed è occupato anche in infermeria in quanto specializzato presso l’ospedale di Pisa. I giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre 1943 viene arrestato e tradotto in un campo di concentramento
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Speciale Tesino In ricordo dei nostri eroi sono spostati a Pescaglia a far visita alla figlia e sorella Corinna. Al loro ritorno, troveranno soltanto cumuli di macerie fumanti e la madre impazzirà per il dolore. Con il Comune di Stazzema, insignito di Medaglia d'oro al valor militare conferita nel 1970, il Comune di Castello Tesino ha firmato, nell'agosto 2011, il patto di amicizia per costruire insieme un futuro di dialogo, anche sulle dolorose memorie del passato, per una cultura di pace e per cancellare la guerra dalla storia dei popoli, con l'impegno di commemorare annualmente don Fiore e la sua famiglia. L’11 ottobre di settantasette anni fa, la mattina all’alba, una madre prende per mano il figlio di undici anni e si incammina, a piedi, da Castello a Pieve, per cercare di ricomporre il corpo martoriato della sua unica figlia femmina, Clorinda, finita a pistolettate in faccia in Germania, dove si ammala gravemente. Su intercessione anche del Vescovo di Pisa, riesce ad essere rimpatriato e dopo un periodo di cura, nel maggio 1944 riprende a curarsi delle anime di Le Mulina. Non è facile il periodo ed il prete intrattiene rapporti con i partigiani che sono sulla montagna, cura i feriti e porta notizie dalla Versilia. A causa dei continui bombardamenti sulla costa, Fiore convince tutta la famiglia a prendere rifugio presso la sua canonica, intendendola luogo più sicuro. La mattina del 12 agosto, mentre i tedeschi transitano da Mulina per raggiungere Sant’Anna, i primi martiri sono loro, Fiore di 28 anni è ucciso sul sentiero che da Mulina porta a Farnocchia, i suoi cari trucidati e bruciati nella canonica: il padre Antonio di 65 anni, la sorella Teresa di 38 anni, la cognata Claudina di 28 anni e le due nipoti Graziella di 13 anni e la piccola Elena di 16 mesi. Si salveranno soltanto la madre ed il fratello Amelio, che il giorno prima si
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da due trentini del C.S.T., al servizio del Comandante Hegenbart. MENGUZZATO CLORINDA Medaglia d'oro al valor militare conferita dalla Presidenza della Repubblica Italiana nel 1944
Partigiana combattente Alla memoria motivazione: Valorosa donna trentina, fu audace staffetta, preziosa informatrice, eroica combattente, infermiera amorosa. Catturata dai tedeschi oppressori, sottoposta ad atroci sevizie, violentata dalla soldataglia, lacerate le carni da cani inferociti, con sublime fierezza opponeva il silenzio alle torture più strazianti, e nell'ultimo anelito gridava agli aguzzini: «Quando non potrò più sopportare le vostre torture mi mozzerò la lingua con i denti per non parlare ». La brutalità teutone poté violarne il corpo, ma non piegarne l'anima ardente e l'invitto coraggio. La leonessa dei partigiani rimane fulgido esempio delle più nobili tradizioni di eroismo e di fede delle donne italiane. Castel Tesino, 10 ottobre 1944. CLORINDA MENGUZZATO Nasce il 15 ottobre 1924. Durante la guerra è a Bolzano, lavora con il padre che è venditore ambulante di stoffe e cappelli, lavorano su diversi paesi del bolzanino. Dopo l’8 settembre Clorinda si reca ogni giorno alla stazione di Bolzano, dove transitano lunghi treni carichi di militari italiani destinati ai campi di concentramento tedeschi. Lei raccoglie i biglietti che vengono fatti cadere dai finestrini e scrive alle famiglie dando loro notizie della condizione di Internati militari italiani. (La madre, dopo la guerra, riceverà tantissime lettere di ringraziamento dai militari rientrati dalla prigionia). La situazione a Bolzano diventa pericolosa e Clorinda ed il padre rientrano a Castello. Clorinda lavora come cameriera presso l’Albergo Italia e stira anche per i militari tedeschi e del CST che soggiornano alla casa degli Orfanelli, quella di fronte alla canonica. Prima diventa staffetta per i partigiani dal paese alla montagna, poi, quando decide di seguire il fratello Rodolfo a Costabrunella, è l’agosto 1944. E’ domenica 8 ottobre 1944. Castello
Speciale Tesino In ricordo dei nostri eroi
Tesino in stato d’assedio. I tedeschi salgono da Grigno lungo la strada del “Murelo”, che si snoda per undici chilometri fino a Castello Tesino, con cannoncini e mortai trainati da cavalli, e da Strigno con moto e autocarri. I partigiani si danno alla fuga verso la montagna alta. Gastone Velo, (Nazzari), vice comandante del Battaglione Gherlenda, è ferito e ha la febbre alta, Veglia non se la sente di lasciarlo e, dopo una breve sosta a casa dai genitori, si dirigono verso il maso di famiglia, in località Duna. Sulla strada verso il maso, sicuramente per una spiata, sono arrestati da due del CST e torturati nel maso dei Lucca, per poi essere trasferiti all’hotel Savoia. In un racconto-memoria, la coetanea Ida Lucca descriverà nel 1980 la notte di torture a carico di Clorinda e Gastone, avvenuta nella cucina del suo maso, in località Duna. Nelle tre notti tra l’8 e l’11 ottobre, “Veglia” è sottoposta a continue torture anche da parte dello stesso Hegenbart, che le lancia contro il suo cane lupo. Tra l’altro il capitano vuole sapere il nome del compagno assieme al quale è stata sorpresa. Clorinda Menguzzato di Augusto e di Dorigato Maria è uccisa con arma da fuoco all'alba dell'11 ottobre ed il cadavere sarà trovato sulla strada verso Pieve poco prima della villa Daziaro, lungo una scarpata. Quattro giorni dopo avrebbe compiuto vent’anni.
Per tre giorni sarà lasciata a cavalcioni dei cespugli della radura nei pressi della villa Daziaro, alla mercè di chiunque e fatta obbligatoriamente vedere ai passanti quale monito. Don Silvio Cristofolini si premunirà di coprirla e vestirla con il vestito tipico tesino. Sarà sepolta in un lenzuolo, fuori del cimitero di Pieve, lungo il muro a levante dello stesso cimitero il 14 ottobre 1944. Mimmo Franzinelli, noto storico e scrittore, ha riservato a Clorinda Menguzzato una pagina del suo libro intitolato “Tortura”, storie sull’occupazione nazista e guerra civile dal 1943 al 1945 e sulle pratiche di tortura dei nazisti e dei fascisti per estorcere informazioni ai prigionieri. MARIGHETTO ANCILLA Medaglia d'oro al valor militare conferita dalla Presidenza della Repubblica Italiana nel 1945 Cenni storici e normativa dell'onorificenza Partigiana combattente
Alla memoria motivazione: Generosa figlia del Trentino abbandonò la propria casa e la famiglia per rispondere all’appello della Patria a cui già il padre aveva sacrificata la vita. Unitamente al fratello maggiore divise i gravi rischi e i grandi sacrifici della lotta partigiana nella stagione più rigida e in zona impervia e pericolosa. Durante un rastrellamento, con uno sci spezzato da raffiche nemiche, si rifugiò sopra un albero. Individuata, scaricò la pistola sul nemico fino ad esaurimento delle munizioni. Catturata e sottoposta a sevizie e torture non si piegò. 0ffertale salva la vita purché denunciasse i propri compagni, rifiutava sdegnosamente sputando in faccia ai carnefici e gridando: «Ammazzatemi, ma non tradirò mai i miei fratelli». Il piombo nemico stroncò la sua eroica esistenza. Col del Tocco - Passo Broccone - Comune di Castel Tesino (Trento), 19 febbraio 1945. ANCILLA MARIGHETTO. Nasce il 27 gennaio 1927. E’ la più giovane donna medaglia d’oro al valor militare italiana. Dopo alcuni mesi passati a fare la mondina con la sorella, rientra in Tesino con un quantitativo di riso per la numerosa famiglia. Salita sulle montagne del Tesino con il fratello Celestino, condivide i mesi di
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Speciale Tesino In ricordo dei nostri eroi
lotta partigiana con i ragazzi del Battaglion Gherlenda. Dopo i tragici fatti dell’ottobre 1944, il gruppo si sfalda ed i rimanenti si rifugiano in alta montagna, tra il Passo Brocon ed il Coppolo, ai confini con la provincia di Belluno. Il 19 febbraio 1945, i tedeschi, si pensa su delazione, giungono alla malga Vallarica di Sotto, dove i partigiani avevano trovato rifugio. La pattuglia di tedeschi, composta per lo più da elementi del CST, entra nella malga rovistando dappertutto senza alcun risultato. Si divide allora in due gruppi: uno segue le tracce degli sci di “Tom” e “Tormenta”, l’altro si mette all’inseguimento di “Ora” e “Raul” che, a circa mille metri dal Col del Toc, si arrampicarono su due abeti poco distanti
l’uno dall’altro. Qualche istante dopo passano gli inseguitori senza accorgersi di nulla. Solo l’ultimo, alzando lo sguardo, vede qualcosa di strano su una pianta. Chiama indietro i commilitoni. Hegenbart intima alla giovane partigiana di scendere. Lei esita portando la rivoltella alla tempia, pensando probabilmente alla fine che il capitano aveva riservato alla sua compagna “Veglia”. Non si sa se la rivoltella non funziona o se la giovane spera, non avendo sparato, che i militari non abbiano il coraggio di ucciderla. Fatto sta che butta l’arma e scende. E’ circondata: Il comandante incomincia a interrogarla. Sa che sono in due e vuole sapere dove è nascosto il suo compagno. “Raul” è nascosto su una pianta a pochi metri da loro e da
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quel punto vede e sente tutto quel che dicono. “Ora” rifiuta più volte di rispondere. I tedeschi cominciano a colpirla con violenza con le punte di ferro delle racchette da sci, ma nonostante il dolore lei non dice una parola. Il comandante quindi ordina ad un sottufficiale di ucciderla: questi punta la rivoltella alla nuca di “Ora” e spara. I tedeschi tornano indietro, abbandonando la zona. “Raul”, impotente, segue sull’altro abete lo svolgersi del dramma, scende e, prima di andarsene, seppellisce il corpo di ‘Ora’ sotto la neve, poi cammina tutta la notte e raggiunge e la frazione di Pugnai, dove racconta tutto alla gente del posto. Le persone che recuperano il corpo di “Ora” e lo seppelliscono provvisoriamente in una vecchia carbonaia, dicono che è stata uccisa da una scarica di mitra, ma con tutta probabilità le ferite che vedono sono quelle provocate dalle punte delle racchette dei poliziotti trentini. Il sottufficiale che ha eseguito l’ordine di Hegenbart di uccidere “Ora” è il maresciallo del CST Rocca, originario di Cavalese. Dei quindici uomini di quel plotone solo due sono tedeschi, i rimanenti sono trentini. Ad Ancilla e a Clorinda sono intestate due vie a Castello Tesino, due vie a Trento e due vie a Roma, la Scuola Media di Borgo Valsugana è intestata a loro ed il Centro Giovani AMO di Lamon (BL)è intestato ad Ancilla.
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ECOMUSEO, realtà sociale
al servizio delle comunità
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onostante la pandemia, che nell’ultimo anno ha messo in ginocchio l’Italia intera, l’Ecomuseo del Tesino, terra di viaggiatori, ha proseguito nella propria attività sotto la guida del Presidente Lorenzo Gecele e Marina Piasente, vicepresidente. L’Ecomuseo, come da statuto, ha operato e fattivamente opera per la realizzazione di iniziative volte a valorizzare il territorio in collaborazione con le realtà associative e istituzionali della zona. In particolare, è attivo in quattro ambiti di intervento: “Cultura e coltura” intesa come recupero della memoria storica locale, del folklore e della vita di un tempo attraverso la valorizzazione di antichi mestieri praticati sul territorio, dei vecchi alberi da frutto e delle vecchie coltivazioni; “Paesaggio, ambiente e patrimonio rurale” inteso come il proposito di realizzare itinerari che mettano in relazione i singoli paesi, recuperando immobili storici a testimonianza dell’architettura locale
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e rurale e valorizzando i percorsi sul territorio già esistenti e ora abbandonati o in disuso; “Partecipazione” intesa come volontà di coinvolgere la popolazione, soprattutto i giovani e le associazioni locali attraverso la realizzazione di iniziative mirate; e inoltre, “Pubblicazioni” con la finalità di raccontare il Tesino anche attraverso la letteratura. Tra le iniziative attualmente in campo troviamo l’importante progetto legato alla realizzazione di tracce audio-guida in lingua italiana, inglese e tedesca che verranno collegate a postazioni dotate di QR-Code disseminate su tutto il territorio. L’obiettivo è, infatti, quello di consentire a paesani e turisti di utilizzare il proprio smartphone per ottenere informazioni precise ed approfondite, senza l’ausilio di una guida fisica e semplicemente venendo reindirizzati al sito web dell’associazione, circa i luoghi di maggior interesse del Tesino. L’Ecomuseo è stato, inoltre, promotore e partecipa attivamente al progetto di realizzazione della “Fondazione Villa Daziaro”. Infine, con la volontà di catturare panorami, prospettive nascoste, insolite e tutto ciò che circonda e racconta la storia passata e quotidiana della Conca, sul finire dello
scorso anno, l’associazione ha indetto un concorso fotografico per fotoamatori che ha per tema gli “Scorci nascosti della Valle del Tesino”, con lauti premi per i primi cinque classificati. Di sicuro un’ottima opportunità sia per i partecipanti, che avranno l’occasione di mettere in mostra la propria arte, sia per l’associazione la quale potrà continuare a crescere quantitativamente e qualitativamente con il supporto del Tesino e dei suoi abitanti. Qui di seguito i riferimenti per eventuali approfondimenti e per diventare socio dell’Ecomuseo del Tesino Terra di viaggiatori: www.ecomuseodeltesino.it - info@ ecomuseodeltesino.it.
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Album fotografico Foto Trintinaglia
Processione di S. Antonio 1943 non viaggiata
Rovine Castel Tesino
Rovine Castel Tesino con la chiesa in vista ottobre 1918
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Speciale Tesino I nostri amministratori di Armando Munaò
LEONARDO CECCATO Sindaco di Cinte Tesino
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indaco Ceccato, come significa gestire un Comune caratterizzato dalla presenza Covid? Purtroppo è una situazione particolare che nessuno era pronto a gestire. Credo sia difficile per tutti applicare in maniera puntuale tutte le direttive che si sono susseguite dai primi mesi del 2020 ad oggi. Tra decreti ministeriali e ordinanze provinciali (ad oggi sono 76) abbiamo dovuto applicare nel migliore dei modi e comunque sempre in maniera restritti-
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va norme che riguardavano un bene prezioso per tutti: la salute. In marzo abbiamo temuto anche che il Comune dovesse diventare zona rossa perché gli indici di contagio si stavano pericolosamente avvicinando ai limiti di legge. Per fortuna non ce ne stato bisogno e tutto si è risolto per il meglio. Il turismo italiano e quindi anche quello trentino sono stati molto penalizzati per la presenza Covid. I suoi cittadini come hanno vissuto questo particolare momento. Credo sia stato percepito un senso di isolamento generale. Le notizie dei telegiornali, soprattutto ad inizio pandemia, erano confuse e nessuno sapeva con certezza il comportamento che doveva adottare fino a quando non è stato de-
cretato il lockdown. Rimanere chiusi in casa o nelle immediate vicinanze della propria abitazione credo non sia stato facile per nessuno. Le uniche persone che si incontravano erano quelle del negozio alimentare. Immagino però, se è stata dura per noi, nel nostro ambiente, come poteva essere nei condomini delle grandi città. Ne siamo usciti abbastanza bene anche se questa situazione emergenziale ha fatto capire che alcuni lavori vanno comunque portati a termine a livello dell’intera provincia (penso ad una rete internet ultraveloce che ritengo indispensabile soprattutto nei piccoli comuni come Cinte). Ritornando al turismo la prova del nove si è avuta la scorsa estate quando, con il “libera tutti” il turismo montano ha
Speciale Tesino I nostri amministratori
vissuto un boom che non vedeva da anni. Io sono convinto che dal punto di vista delle presenza in montagne anche quest’estate sarà come quella del 2020. In qualsiasi caso però, non potremo permetterci di perdere la stagione invernale per la seconda volta consecutiva. Per questa ragione chi ci governa, vista anche l’esperienza passata, dovrà prendere decisioni puntuali. Per fortuna stiamo iniziando la tanto auspicata ripartenza, specialmente a livello economico e turistico. Il Comune di Cinte ha pensato e messo in essere particolari iniziative per concretizzare questa ripartenza specialmente turistica? Come gli altri Comuni anche Cinte sta lavorando e organizzando eventi in base a protocolli che attualmente sono ancora quelli del 2020 cioè piuttosto restrittivi (divieto di assembramenti e numero contingentato). Ciò limita di molto la pianificazione. Abbiamo rifatto il bando per la gestione del parco avventura e spero questa sia la volta buona. Altre iniziative verranno gestite con l’ausilio dell’APT. A suo avviso le pubbliche Istituzioni sono state vicine e sostenuto le varie amministrazioni comunali e quindi anche il suo Comune? Credo di si. Sono state messe in campo iniziative, soprattutto economiche, che permetteranno di poter aiutare in modo concreto le aziende del territorio attraverso l’erogazione di fondi che
verranno distribuiti in modo puntuale nei prossimi mesi. Anche al Comune sono stati concessi benefici economici sia di parte corrente che di parte straordinaria per affrontare al meglio il periodo della pandemia. Arte, cultura , sport e società : quali le nuove iniziative del dopo Covid? Come dicevo prima è ancora difficile organizzare manifestazioni o iniziative proprio perché stiamo ancora ragionando su vecchi protocolli. Credo che anche quest’anno sia un anno di transizione. A parte il parco avventura di cui accennavo prima speriamo di poter
organizzare qualche manifestazione sportiva come la Tesino Bike nel mese di agosto insieme a qualche festa paesana di cui noi tutti sentiamo un gran bisogno (senza dimenticare che servono per finanziare le associazioni del paese). Abbiamo istituito un servizio di aiuto alle famiglie per il mese di luglio (per i ragazzi dai 6 ai 12 anni) e spero che in autunno possano ripartire i corsi della terza età in presenza. Come Comune entreremo anche nella “Fondazione Daziaro” per il recupero del patrimonio culturale, artistico e immobiliare del compendio di Pieve. Castello Tesino, Pieve Tesino e Cinte Tesino. Tre Comuni in una zona che necessita di una significativo rilancio. Il suo parere? Credo che su alcuni temi i tre comuni siano obbligati a fare un ragionamento univoco e in parte questo lo stiamo già facendo per non disperdere risorse. Bisogna, secondo me, trovare il coraggio di fare qualcosa di innovativo e di coinvolgere tutta la società tesina. Un’idea ce l'ho ma prima ne devo parlare con gli amministratore del Tesino e poi vedremo se si concretizzerà.
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Speciale Tesino
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Cinte Tesino
inte Tesino, collocato tra le pendici orientali dei monti Mezza, La Presa e il torrente Grigno ha origine molto antiche, probabilmente abitato già nel periodo delle incursioni degli Euganei, cui seguono poi Veneti e ancora gli Etruschi e quindi i Romani che collegano i vari paesi della valle attraverso la realizzazione della via Claudia Augusta Altinate, che si dice passasse sul ponte del “Corvo”. Gli abitanti di Cinte Tesino, hanno affiancato all’agricoltura e alla pastorizia, a partire dal XVII secolo, l’attività di cromeri (venditori ambulanti), inizialmente si spostavano con le loro cassele per lo smercio di pietre focaie, ma poi divennero noti soprattutto per il commercio di stampe dell’editore Remondini di Bassano del Grappa, che in Tesino aprì una succursale. Gli abitanti di Cinte si industriano anche nel commercio di stoffe e biancheria per la casa. Il paese di Cinte Tesino subisce ripetutamente danneggiamenti, nel 1876 a causa dello scoppio di un tragico incendio, che distrusse gran parte dell’abitato, e durante la Prima Guerra Mondiale, quando venne preso di mira dai bombardamenti. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Lorenzo, nominata nel 1533, ricostruita
nell’ottocento e restaurata dopo l’incendio del 1876 e più recentemente negli anni ’50 del ‘900. Durante i lavori di restauro sono stati scoperti interessanti resti di affreschi datati al 1501, che sono stati strappati e restaurati (Madonna con bambino e Crocifissione); l'interno ha un’unica navata e presenta sopra gli ingressi laterali due nicchie con statue; quella di sinistra risale al 1753 ed è identificata come la Madonna della Neve. La navata viene decorata tra il 1902 ed il 1903 da dipinti di Luigi Peschedasch, restaurati da Vico Basaglia tra il 1952 e il 1953, che si occupò anche della realizzazione del bassorilievo in ceramica invetriata della facciata. La storia del Comune è altalenante, nel 1810 Cinte perde per la prima volta la sua autonomia divenendo frazione. Nel 1818 ritorna a costituire un comune autonomo, sino al 1928, data che lo vede aggregato a Pieve (dal 1935 amministrazione separata dei beni
di uso); la Comunità ottiene nuovamente l’autonomia nel 1947. All’esterno dell’ex Municipio, oggi centro anziani è posta una lapide marmorea (1919) in ricordo di Vigilio Ceccato, Console a Mosca, che negli anni del primo conflitto mondiale si impegnò fortemente per aiutare i prigionieri Trentini in Russia. Lo stesso edificio, è arricchito da un affresco di Aldo Fabbro, datato 1997, che rappresenta le Tradizionali attività degli abitanti di Cinte: sono infatti rappresentati boscaioli, pastori, moleta (arrotino) e venditori ambulanti di stampe. Cinte Tesino, offre molte possibilità di trekking che regalano panorami mozzafiato e natura incontaminata; tra le cime da esplorare: Sasso Rosso, Monte Lasta, Monte Cismon, Monte Presa, le Pale della Caldiera. Dalla Val delle Fornace si possono raggiungere le praterie di Monte Mezza, che offrono uno splendido balcone naturale con vista sulla Valsugana.
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Speciale Tesino Gli antichi mestieri di Eleonora Mezzanotte
Il MOLETA
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inte Tesino conserva la memoria di un antico mestiere, il moleta, ossia l’arrotino ambulante che era solito spostarsi di paese in paese, di regione in regione, per affilare a domicilio strumenti da taglio quali roncole, coltelli, accette, forbici da rosa, potatoi ecc. Dalla metà dell’Ottocento e in parte durante il Novecento, ad eccezione dei periodi di guerra, furono molti i cintesi che si dedicarono a questo mestiere, raggiungendo mete sempre più lontane, fino in Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania e addirittura Sardegna. La mola era originariamente montata sul tipico carrettino a mole, che veniva spinto a fatica dato il peso non indifferente; in seguito incorporata alla bicicletta per rendere più agevole il trasporto e più veloce il viaggio. Gli arrotini, lungo il percorso, trovavano spesso accoglienza presso stalle o fienili di case contadine, spostandosi per lo più dall’autunno alla primavera, per far rientro in paese quando era il momento di dedicarsi ai lavori nei campi e di provvedere al bestiame, anche se in molti casi, il lavoro li teneva lontani dal paese anche per anni. Un lavoro duro e di sacrificio, che occupava gli arrotini per molte ore al giorno, senza considerare le incognite e le difficoltà di un mestiere di strada. A Cinte è visitabile il museo del Moleta, inaugurato nell’agosto del 2011, che attraverso un percorso fatto di oggetti, fotografie, documenti d’archivio e video filmati, racconta questa particolare pagina di storia e trasmette il ricordo di questi uomini nei loro contesti di lavoro." Per informazioni: tel. 345 8615499 museodelmoleta@gmail.com www.comunecintetesino.it Pace Emilio 28
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Speciale Tesino
Gaetano Casata
bicicletta di Rinaldo Buffa
Gisberto Buffa
Licenza Sisinio
Mezzanotte Sisinio
Arrotino a Cinte
Buffa Giuliano
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ECOMUSEO DEL TESINO, terra di viaggiatori
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’Ecomuseo del Tesino, terra di viaggiatori, si trova nella Valsugana Orientale, ai confini con il Veneto, e comprende i tre Comuni della Conca del Tesino: Pieve, Castello e Cinte. Il territorio è, quindi, caratterizzato da tre centri urbani dislocati tra gli 800 e i 900 m slm, con 2.162 abitanti in totale e una popolazione che varia tra le 353 e le 1.165 unità a seconda della dimensione del paese di riferimento I tre Comuni, pur amministrativamente separati l’uno dall’altro, un tempo costituivano la Magnifica Comunità di Tesino per trattare gli affari di interesse comune. In passato l’economia della Valle si basava, infatti, su attività agro-silvo-pastorali e sull’artigianato, in particolare la lavorazione del legno. Molto importanti furono anche le miniere di pietra focaia, utilizzata e commercializza-
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ta per l’utilizzo delle armi da fuoco fino al XIX secolo. Attualmente l’economia della Conca si basa ancora su alcune attività agricole e rurali, come la coltivazione di piccoli
Granito, il Giro del Zimon, il sentiero didattico del Passo Brocon, il sentiero di Monte Mezza, il Sentiero Carsico, il Trodo dei Fiori, il Trodo delle malghe, il sentiero didattico delle Marande ed
frutti, e sul turismo, grazie ad un ambiente incontaminato e alla possibilità di effettuare escursioni e camminate in montagna o, in inverno, sciare al Passo Brocon. In questo vasto territorio sono numerosissimi gli itinerari percorribili e i luoghi visitabili, tra cui: le grotte di Castello Tesino, l’Arboreto creato dal Centro Studi Alpino dell’Università della Tuscia di Viterbo, l’Osservatorio Astronomico di Celado, la forra di Sorgazza e del Grigno, l’Alta Via del
il percorso della Via Claudia Augusta Altinate (antica via di comunicazione di epoca romana che partivadal porto di Altino sul mare Adriatico e raggiungeva le rive del Danubio, nell’attuale Germania meridionale). Il viaggio è il tema trasversale di questo Ecomuseo che, rifacendosi alla presenza sul territorio della Via Claudia Augusta Altinate intende celebrare gli antichi ambulanti tesini che partivano a piedi dalla Valle lungo le vie del mondo per offrire la propria mercanzia in Europa e non solo. In loro ricordo è stato inaugurato, nel 2014 a Pieve Tesino, il Museo Tesino delle stampe e dell’ambulantato Per Via. Il tema del viaggio riguarda, inoltre, gli arrotini ambulanti di Cinte a
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cui è stato dedicato il Museo del Moleta, inaugurato nell’agosto del 2011. In materia di natura e territorio, invece, a Castello Tesino è stato aperto nel 2013 il Centro Permanente della Flora e della Fauna Alpina. In onore del padre dell’Europa unita Alcide De Gasperi, nato a Pieve Tesino il 3 aprile 1881, nel 2006 è stato allestito, all’interno dell’abitazione in cui il celebre statista visse per i primi anni della sua vita, il Museo Casa De Gasperi. L’ASSOCIAZIONE Istituita il 3 ottobre 2007, con la denominazione di Ecomuseo del viaggio, l’associazione comprendeva inizialmente, oltre ai Comuni del Tesino, anche le vicine realtà di Bieno, Spera, Samone, Strigno, Villa Agnedo e Ivano Fracena. In data 19/10/2012 la Giunta Provinciale ha riconosciuta la sua configurazione attuale e la denominazione di Ecomuseo del Tesino, terra di viaggiatori. Di poi, il 12/02/2016, la stessa Giunta ha, inoltre, approvato i requisiti e degli standard qualitativi minimi per il riconoscimen-
to della qualifica di Ecomuseo e del modulo di domanda di riconoscimento di Ecomuseo”. In seguito a tale deliberazione l’allora associazione di riferimento, il Centro Tesino di Cultura, anziché adeguare il proprio statuto per divenire a tutti gli effetti associazione di indirizzo ecomuseale, si espresse sostenendo la libertà di operare in tutti i campi della cultura e quindi anche in ambiti non strettamente ecomuseali. Questo il motivo per cui si rese necessario fondare una nuova associazione il cui statuto rispettasse i requisiti richiesti dalle Provincia Autonoma di Trento. L’Atto costitutivo e lo Statuto dell’associazione “Ecomuseo del Tesino, terra di viaggiatori”, è stato depositato il 07/02/2017 unitamente al programma pluriennale e alla nuova domanda di riconoscimento, presso il Servizio Attività Culturali della PAT. E’ stato successivamente concesso il riconoscimento della qualifica di Ecomuseo alla neoformata associazione cui è seguita la revoca della Convenzione tra il Comune capofila ed il Centro Tesino di Cultura per la gestione di attività e manifestazioni di interesse ecomuseale. Un’analoga Convenzione è, pertanto, stata stipulata con
l’Ecomuseo del Tesino, terra di viaggiatori. A svolgere il ruolo di capofila per la gestione associata è il Comune di Pieve Tesino. LA MISSIONE dell’ECOMUSEO L’Ecomuseo del Tesino, terra di viaggiatori si propone di recuperare la memoria storica locale, la vita e la cultura tradizionali divenendo strumento concreto di sviluppo della comunità tesina attraverso la riscoperta, la ricerca e il recupero di usanze, memorie, costumi tipici, vicende socio-culturali e relazioni tra ambiente naturale e ambiente antropizzato. I VALORI dell’ECOMUSEO I valori di riferimento dell’Ecomuseo del Tesino, terra di viaggiatori sono:
ï la ricerca e la valorizzazione del patrimonio storico, sacro, culturale, degli antichi mestieri e quello legato alle malghe e all’alpeggio; ï la salvaguardia del territorio in tutte le sue forme, favorendone la conoscenza e lo sviluppo e collaborando con i soggetti locali e le aziende agricole che si dedicano a coltivazioni di nicchia per l’elaborazione di prodotti tipici; ï coinvolgimento attivo delle popolazioni e degli operatori commerciali e turistici. Sede: 1° piano Centro Polifunzionale via G. Buffa, 1 Pieve Tesino tel. 340 2909776 – e-mail: info@ecomuseodeltesino.it www.ecomuseodeltesino.it
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Speciale Tesino Il personaggio di casa nostra di Eleonora Mezzanotte
MIRCO MEZZANOTTE
Il Camoscio del Tesino (e del Lagorai) tra ori mondiali e primati ad alta quota.
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chi lo avrebbe mai detto che un piccolo paese del Tesino (CINTE) avrebbe dato i natali ad un atleta destinato a diventare una vera e autentica leggenda dello sport alpino. Un personaggio che, senza tema di smentita, può essere paragonato a Gustav Thoeni, Tomba, Gros e a tutti quei campioni di ieri che hanno onorato la bandiera italiana. Per un decennio, atleta della Squadra Nazionale italiana di scialpinismo; dal 2000 con la selezione di Cervinia è stato uomo di punta a livello mondiale di questa disciplina, così dura ma affascinante. E sono i suoi risultati ottenuti nella varie discipline che documentano questa nostra affermazione. Vincitore di una Coppa del mondo, una Coppa Italia, tre Coppe delle Dolomiti, una Coppa Dolomiti orientali, quattro Titoli italiani assoluti, Argento in Coppa Europa, Argento Overall in Coppa del Mondo (individuale e coppie), Bronzo agli Europei, Bronzo Vertical race agli Europei. Primo in svariate gare di Coppa del Mondo e Coppa Europa (Le Gran Bornard, Pirenei, Valtellina ski race, Adamello ski raid). Ha vinto la prestigiosa Mountain Attak in Austria e decine di Classiche italiane per più volte: Lagorai Cima d'Asta, Pizolada delle Dolomiti, Transcavallo, Trofeo Pilati, tutte per ben tre volte, primeggiando ancora sulla Marmolada, Adamello,
Monviso, Gran Sasso, tra Friuli e Valle d'Aosta fino all' Etna. L’ultima sua gara è in Turchia, nel 2012, e tanto per non smentirsi si mette al collo la medaglia d’oro. Per saperne di più e per meglio conoscere questo straordinario atleta che tanto lustro ha dato alla sua terra natia e all’Italia tutta , lo abbiamo intervistato in un dialogo veramente amichevole dove ci racconta e si racconta. L’INTERVISTA Come e’ nata la tua passione per la montagna e a che eta’ hai cominciato a gareggiare? Vivendo in montagna la passione e la curiosità di scoprire ciò che mi
circondava e allargare sempre più gli orizzonti, è stata una conseguente passione rafforzata poi negli anni. Fin dalle scuole elementari, con l'allora U.S. Cintese, ho iniziato a partecipare a corse su strada e campestri e successivamente, con U.S Borgo, presieduto da Giorgio Zottele, al quale sarò sempre riconoscente, perché di persona veniva a prendermi a Cinte la domenica, assieme a Tullio Bortolotti, per portarmi a gareggiare in tutta la Provincia. Gli stessi anni, durante la stagione invernale partecipavo ai corsi sci, gareggiando nel fine settimana. Quali sensazioni hai provato quando sono arrivate le prime vittorie e quando hai capito che l’agonismo
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Speciale Tesino Il personaggio di casa nostra
era la tua strada? Fino 14 anni non mi sono mai realmente allenato, andavo spensierato alle competizioni e comunque ero spesso sul podio. A 16 anni mi sono appassionato alle corse in montagna d'estate e allo scialpinismo in inverno, mi allenavo sempre da solo, scoprendo via via il mio talento, sono diventato atleta e preparatore di me stesso, andando a "sensazione", ascoltando il mio corpo, senza imposizioni o tabelle, che negli anni ho costantemente riposto nel cassetto. Senza dei compagni di allenamento del tuo livello ci si deve organizzare autonomamente, ci vuole un'autentica passione, grandi motivazioni, auto disciplina e un po’ di sano masochismo per arrivare a certi titolo e primati. Ho partecipato alla mia prima gara di scialpinismo nel 1993 in coppia con Mario Piasente e nel 1994 la mia prima Lagorai Cima d'Asta e con 4,5 kg per gamba, in due ore e qualche minuto da Malga Sorgazza ero sul "Zimon". Dal 1995 con attrezzatura più leggera, sono migliorato costantemente, di anno in anno, fino a garantirmi nel 2000, un posto nella Squadra Nazionale di scialpinismo, alla storica gara di qualificazione di Cervinia Ti sei mai ispirato a qualche atleta nrel corso della tua carriera ago-
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nistica? Quali compagni di viaggio ricordi con affetto? Avevo grande ammirazione per Fabio Meraldi, atleta simbolo a livello mondiale negli anni '90 (attuale Commissario Tecnico della Nazionale di Sky running) e che ho poi battuto nella massacrante Mountain Attak a Salbach in Austria nel 2002, solo pochi anni prima, inimmaginabile pensiero; è stato l'inizio della mia ascesa ai vertici
mondiali, con la conquista della Coppa del mondo nel 2004 in coppia con Guido Giacomelli e i numerosi titoli individuali. Franco Nicolini, guida alpina di Molveno è stata la persona con la quale ho condiviso competizioni ed esperienze in montagna (vice Campioni europei, campioni italiani, record di salita al Cho Oyu 8.201m, spedizoni al Nanga Parbat 8.126m, Dolomiti, Alpi, Ande). Uomo di una tenacia infinita, disposto alle sofferenze più estreme, ci siamo trovati entrambi nella ricerca dei nostri limiti e in alcune occasioni, le energie più sconosciute ci sono servite ad evitare situazioni tragicamente irreversibili; la velocità in montagna, spesso diventa sinonimo di sicurezza. Con la conquista della medaglia d'oro in Coppa del mondo, dopo cinque gare tiratissime, contro Esercito, Squadra nazionale francese e svizzera, sei in cima al mondo, il peso del tuo prestigio e popolarità diviene però schiacciante, diventi l'uomo da battere, l'obiettivo di pochi agguerriti rivali; lo stress negli anni seguenti è stato elevatissimo, sulla linea di partenza a momenti, pare che le energie mentali per affrontare la gara svaniscono in
Speciale Tesino Il personaggio di casa nostra
considerazione delle smisurate fatiche che dovrai sopportare lungo il percorso. In Austria, alla Mountain Attak del 2002 sono arrivato "silenziosamente" non ero io il favorito, ma nel proseguo della gara (3.000 metri di ascesa in tre salite) la fatica andava "scomparendo", ho staccato tutti, ripreso l'ormai "certo vincitore", l' austriaco Martin Hornekker, davanti di quattro minuti sull' ultima salita che ha pagato altri quattro minuti al traguardo; lo speaker all'arrivo e i tifosi, hanno impiegato un paio di minuti per capire che il loro idolo si era dissolto ed ero io il "Mountain Man" di quell' anno con anche il record del percorso. Quei giorni sono rari in una vita di un atleta ai massimi livelli, senti gambe e braccia che spingono leggere, senza dolore e tu voli verso una grandiosa vittoria, salutando e sorridendo gli avversari, sono sensazione e momenti che ricordi per un'intera vita (due ore prima avevo mangiato due piatti di pasta cotta per mezz'ora, che nuotava nel burro fuso).
Tornando indietro con la memoria, c’è una medaglia che ti e’ rimasta nel cuore? La gara vinta, ma più sofferta della mia carriera, è stata l'edizione del 2006 dell'Adamello ski raid, (3.600 m di ascesa in 45 km) una formula insolita con squadre di tre atleti, assieme a me Guido Giacomelli ed Ansjorg Lunger. In una giornata per me assolutamente negativa, ho dovuto attingere energie da ogni singolo neurone del mio cervello, per tenere a bada la squadra svizzera che ci incalzava troppo da vicino. Al traguardo, una grande liberazione, vittoria mai così sofferta, principalmente con me stesso, certo non mi sono "sono voluto bene", mi sono alzato solo per le foto e la premiazione e sono riuscito a mangiare qualcosa solo a casa in tarda serata. Nelle gare a coppie avrei potuto vincere di più, infatti in alcune
occasioni per vari motivi, ho dovuto gareggiare con compagni non così preparati, anche se con qualche rimpianto da atleta, ricordo con piacere la loro umanità e la stima e amicizia nei miei confronti. Quali emozioni hai provato quando hai raggiunto la vetta del Cho Oyu a 8201 m.? La conquista del Cho Oyu 8.201m è stata un'esperienza che nel mio cuore e nella mia mente, avrà sempre un posto di rilievo assoluto, sesta montagna più elevata della pianeta, salita in tempi record, dal campo base a 5.700m fino alla vetta in 11 ore, senza l'ausilio dell'ossigeno e con un acclimatamento minimo; 35 giorni totali, compreso l'avvicinamento e le rigide fermate imposte dal regime cinese. Oltre i 7.800 metri nella così detta "zona della morte" l'assoluta determinazione di conquistare la cima, si fonde con la consapevolezza che a quelle quote il tuo organismo muore, i tuoi neuroni si dissolvono; rallentando troppo a meno 50 gradi significa raffreddarsi e in pochi minuti congelare. Simone Moro era rimasto indietro, eravamo rimasti io e Franco Nicolini, ognuno chiuso in se stesso con i pro-
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pri demoni, ti rendi conto che l'esile fiamma che ti mantiene in vita perde il suo vigore. Il forte vento ci accompagna fino in vetta e solo negli ultimi metri si vede l'Everest a 30 chilometri di distanza, severo testimone della nostra conquista diventa la conferma che il punto più alto è sotto i nostri piedi, siamo a metà del viaggio. La maggior parte delle tragedie accadono durante la discesa, Franco, la sera al campo base, confesserà che non sapeva più chi era quella presenza, che lo precedeva scendendo verso campo 3 a 7.100 m, quello "sconosciuto" assieme a lui, su quel gigante himalayano ero ovviamente io. La sensazione da me avvertita maggiormente sulla cima è stata una profonda solitudine, lontanissimo dalle prime forme di vita, (a quella quota volano gli aerei di linea) sospeso in un cielo che poco assomiglia a quello terrestre, un inconscio istinto ti dice che sei in un luogo fuori dalla umana natura. Come ti ha accolto la tua comunita’ al rientro dall’Himalaya? Il ritorno dal Cho Oyu è stata una vera e propria liberazione, ad ogni metro che mi allontanavo dal campo base il mio animo si alleggeriva, l'acqua, il cibo, gli odori erano diventati nauseanti, a 5700 metri per un mese e dormire in tenda a meno 20 diventa logorante. Circa una settimana dopo arrivai a Trento, mio papà e mio zio vennero
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a prendermi al treno, lungo la strada stranamente temporeggiavano con scuse e strani atteggiamenti, a mia insaputa a Cinte il mio paese, si stava preparando una festa. A Pieve Tesino arrivarono i pompieri a prendermi, ero imbarazzato, due chilometri e tutto fu chiaro, nella piazzetta sotto casa mia mamma commossa, (e liberata da un macigno sul cuore) tutti i miei amici, venuti anche da lontano, un enorme buffet; non mi sposavo, non ero morto, ma suonavano le campane, solo una festa per una grande impresa. In seguito ufficialmente i tre Sindaci, di Cinte, Pieve e Castello, mi resero merito pubblicamente, con una targa, la banda che suonava e ancora tanti amici con grandi sorrisi. Guardandoti indietro, puoi ben essere soddisfatto dei numerosi e prestigiosi risultati raggiunti. Quali consigli ti sentiresti di dare ai giovani che intendono intraprendere una carriera nello sci d’alpinismo? Nella vita poi è tutto relativo e molto personale, non tutti i campioni sono felici o sereni così come del resto la gente "comune". Ho cercato il più possibile di assecondare le mie passioni ed in particolare il mio animo, sono stato bravo ma ho avuto anche molta fortuna, devo ringraziare in particolare i miei genitori, credo che mio papà abbia vissuto in se stesso, al mio pari, i miei successi, ripeto, nella vita
è tutto relativo e molto personale, io vincevo e lui vinceva; sono soddisfatto di avergli regalato giorni felici. Pochi come me, hanno avuto il tempo per fare liberamente ciò che hanno voluto, mesi in giro per il mondo, infiniti giorni in montagna, d'estate, d'inverno, corse, sci, biciclette ecc. l'entusiasmo certo non mi manca, le forze per ora sono quelle dei 20 anni, forse anche di più. "Sei nato con due camice", questo dicono i miei famigliari, ma, dico io, sudate e messe in gioco più volte. Ai giovani dico di vivere con umiltà, basso profilo, non perdersi nel materialismo o nel possesso di beni inutili, fuori c'è un mondo di "cose", montagne, oceani, sentieri che portano ovunque, culture, bellezze infinite; tutto "gratis", la differenza la facciamo noi apprezzando con intelligenza questo Paradiso a nostra disposizione. Alla fine di una Vita sono le emozioni che ci siamo regalati che in modo assoluto contano, cercate di viaggiare, concedetevi qualche sana pazzia rispettando voi stessi, il prossimo e l'ambiente; voi principalmente rappresentate la vostra Felicità, alle volte qualche buon amico e una/o una buona compagna/o. Ricordate ogni giorno che le persone care spesso non ci sono per sempre, meriti ed esperienze si condividono quando si è ancora in vita. Il tempo vola più dei nostro pensiero.
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Speciale Tesino Il personaggio di casa nostra di Waimer Perinelli
Nascere in Tesino, per entrare nella storia
ALCIDE DE GASPERI
«Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione» (cit. Alcide De Gasperi)
Ci sono trentini che hanno saputo lasciare il segno nella storia e uno di questi è certamente Alcide Amedeo Francesco De Gasperi, nato sotto il governo Austroungarico a Pieve Tesino, il 3 aprile 1881. De Gasperi, dopo aver vissuto l’annessione del Trentino all’Italia, è stato l’ultimo presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia e il primo della neonata Repubblica Italiana; annoverato tra i padri fondatori della Repubblica Italiana e dell’Unione europea. A tutto questo si aggiunge il fatto che la Chiesa cattolica lo venera come servo di Dio ed è in corso la causa di beatificazione.
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Pieve Tesino ha sede il Museo Casa De Gasperi che ha restituito vitalità e riempito di significati quella che era la casa natale dello statista trentino. Questo luogo vuole essere un incubatore di idee e messaggi, trasmessi attraverso installazioni multimediali, portatori del messaggio umano, politico e spirituale, di un uomo che ha vissuto in prima persona un periodo storico di grandi cambiamenti. Alcide è il primogenito di Amedeo di Sardagna, maresciallo maggiore della gendarmeria locale tirolese, e di Maria Morandini, che avrebbe dato alla luce altri tre figli, due maschi e una femmina. Lo statista, di madrelingua italiana, conosceva perfettamente la lingua tedesca e dopo la formazione all’Imperial Regio Ginnasio superiore di Trento, si laurea in Filologia presso l’Università di Vienna. Fin da giovane prende parte ad attività politiche d’ispirazione cristiano-sociale e, terminati gli studi, entra a far parte della redazione del quotidiano Il Trentino divenendone in breve tempo il direttore. I suoi articoli sono un manifesto a difesa dell’autonomia culturale del Trentino, pur sotto l’egida dell’Impero austro-ungarico. In seguito
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alla repressione messa in atto dalle autorità asburgiche, muta il suo pensiero che si orienta verso il diritto all’autodeterminazione dei popoli; con l’annessione del Trentino all’Italia, prende la cittadinanza italiana ed entra a far parte del Partito Popolare Italiano promosso da don Luigi Sturzo. Nel 1922 sposa a Borgo Valsugana Francesca Romani, dalla cui unione nasceranno quattro figlie: Maria Romana, Lucia, Cecilia e Paola. Il 16 novembre 1922 vota per la fiducia al governo Mussolini, ma l’anno successivo assieme al PPI cerca di trovare un compromesso alla legge Acerbo, voluta dal duce per assicurare al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare. Il 20 maggio 1924 assume la segreteria del Partito popolare, ma a seguito della sua opposizione al fascismo viene arrestato
alla stazione di Firenze l’11 marzo 1927. Scarcerato alla fine di luglio del 1928, è tenuto sotto controllo dalla polizia; segue un periodo di ristrettezza economica ed emarginazione. Nella primavera del 1929 viene assunto presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, i suoi articoli in questo periodo sostengono l’opinione della chiesa tedesca, in contrasto con le accuse di “scristianizzazione” mosse al Partito Socialdemocratico austriaco. Durante il secondo conflitto mondiale, compone l’opuscolo intitolato “Le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana”, diffuso clandestinamente sotto lo pseudonimo Demofilo il 26 luglio 1943, opera che diede avvio alla DC. Il 10 agosto 1946 interviene come ministro degli Esteri alla Conferenza di pace a Parigi, cui
Speciale Tesino Il personaggio di casa nostra
segue l’accordo De Gasperi-Gruber, per la tutela della minoranza di lingua tedesca in Alto Adige. Il 18 aprile 1948 la DC ottiene il 48% dei consensi, eleggendo De Gasperi quale primo Presidente
del Consiglio dell’Italia repubblicana. Il suo impegno è concentrato sull’integrazione europea, con il sostegno alla fondazione della CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio) e la firma del Trattato di Bruxelles che diede avvio all’Unione Europea. Nel 1952 per scongiurare l’affermarsi di posizioni marxiste, la Chiesa vorrebbe vedere la DC unita al Partito Nazionale Monarchico, ma De Gasperi rifiuta, fedele al suo spirito antifascista. Si dimette dalla carica di presidente del Consiglio nell’agosto del 1953, dopo il fallimento della legge elettorale, definita “truffa”. Nella sua amata casa in Val di Sella, dove ha trascorso i momenti più belli con la sua famiglia, esala l’ultimo respiro il 19 agosto del 1954. La salma, nel lungo viaggio in treno che la conduce a Roma per i funerali di Stato, viene acclamata dalla popolazione. La tomba opera dello scultore Manzù trova
collocazione nel porticato della Basilica di San Lorenzo fuori le mura. (Per le foto si ringrazia la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi)
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Speciale Tesino I nostri amministratori di Armando Munaò
OSCAR NERVO
Sindaco di Pieve Tesino
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indaco, il Tesino è una zona turisticamente molto accattivante ma che purtroppo è stata penalizzata dalla pandemia Covid. Come hanno vissuto i cittadini, ma soprattutto le attività ricettive la loro quotidianità? La pandemia ha indubbiamente lasciato il segno anche da noi. Anche Pieve ha purtroppo pianto delle vittime da Covid e questo è sicuramente l’aspetto che più ci ha colpito
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come comunità. Le strutture ricettive hanno attraversato un periodo difficile, subendo probabilmente le restrizioni maggiori e hanno dovuto stringere i denti per riuscire a far fronte alle mancate entrate previste. Fortunatamente il Tesino ed i Tesini sanno reagire di fronte alle difficoltà e tutte le attività hanno ripreso per la stagione estiva appena iniziata. Ripartenza è sinonimo di inizio per un nuova vita economica e turistica. Il Comune di Pieve Tesino ha pensato e messo in essere particolari iniziative per concretizzare questa ripartenza? L’amministrazione comunale sta cercando di mettere in campo alcune iniziative che vanno proprio in questa
direzione. Alcune sono finalizzate proprio nell’aiuto alle attività economiche e ricettive che sono state penalizzate dalla pandemia. Ci faremo carico del 100% della quota fissa relativa alla TA.RI per tutto il e stiamo attivando un bando pubblico per la concessione di contributi a fondo perduto a sostegno alle attività economiche artigianali e commerciali nelle aree interne. In maniera più ampia e programmatica stiamo invece cercando di lavorare per far si che Pieve, ed il Tesino in generale, diventi sempre di più una meta turistica ricercata e dotata di tutti i servizi necessari. Abbiamo già acquistato 6 colonnine e-bike che
Speciale Tesino I nostri amministratori
installeremo in tutti i punti di ristoro del Comune di Pieve Tesino, in modo da offrire al turista la possibilità di trovare un punto di ricarica non solo in paese ma anche presso le attività ricettive site in Spiado, Val Malene e Sorgazza. Altra iniziativa molto importante è stata l’adesione al Club denominato “I Borghi più belli d’Italia” e proprio a fine luglio è prevista la visita della commissione che dovrà pronunciarsi in merito alla richiesta fatta. Indubbiamente, riuscire ad entrare in questo Club, porterebbe una grande pubblicità turistica a Pieve ed al Tesino, considerando anche che attualmente in trentino i comuni che ne fanno parte sono solamente 6. Quanto è auspicabile una sinergia d’intenti e di obiettivi comuni tra Castello Tesino, Pieve Tesino e Cinte Tesino? Le tre amministrazioni comunali stanno collaborando molto sotto l’aspetto turistico ed economico, consapevoli che le cose da fare sono molte ma allo stesso tempo consapevoli
che la PAT, su questi temi, ci deve necessariamente ascoltare e dare una mano concreta. A suo avviso le pubbliche Istituzioni sono state vicine e sostenuto le varie amministrazioni comunali e quindi anche il suo Comune? Come accennato prima abbiamo bisogno che le istituzioni ci ascoltino e
ci diano una mano. Abbiamo sul tavolo alcuni importanti progetti che vanno proprio nella direzione di sviluppo turistico e lavorativo della valle. Le idee, concrete e realizzabili, sono già al vaglio dei nostri amministratori provinciali nella speranza che ci diano davvero un aiuto concreto per far ripartire la nostra Valle. Arte, cultura , sport e società: quali le nuove iniziative del dopo Covid? Quest’anno, le associazioni di Pieve, metteranno in campo per il periodo estivo delle iniziative volte soprattutto alle famiglie. Vogliamo che le famiglie tornino ad uscire in piazza e nel contempo vogliamo dare una mano agli esercenti che hanno subito le restrizioni maggiori; per questo, durante tutta l’estate, saranno organizzati cinema all’aperto per bambini, musica d’autore e saranno proiettati filmati che racconteranno la storia delle nostre associazioni, tutto questo spostandoci di volta in volta per le piazze e le strade di Pieve.
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Pieve Tesino P
ieve Tesino prende il nome dalla chiesa parrocchiale della vallata che aveva la sua sede qui, sui terrazzamenti del Monte Silana, da un tempo imprecisabile, leggenda vuole sia il 125 d.C. Il paese fin dalla fine dell’Ottocento contava un’Azienda di Soggiorno che curava questa attività. In passato Pieve era il centro religioso dell’altopiano e fin dal Medioevo vantava un’organizzazione comunitaria detta “Vicinia”. Noto come paese natale del celebre statista Alcide Degasperi (1881-1954), una targa commemorativa è apposta sul palazzo del Municipio ed un'altra sulla sua casa natale in Via Roma. Il 18 agosto 2006 è stato inaugurato il Museo Casa Degasperi, percorso costruito attraver-
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so testimonianze, oggetti d’epoca, ricostruzioni ed effetti multimediali, cui si è affiancato dal 2011 un nuovo spazio all’interno dell’Arboreto del Tesino, il Giardino d’Europa, che con la sua forma richiama il Parlamento europeo. Grazie alla Fondazione Trentina Alcide Degasperi il 12 aprile 2014 è stato inaugurato il Museo Per Via dedicato all'attività che per secoli ha connotato gli abitanti del Tesino, quella del commercio ambulante. La piazza principale, denominata Maggiore, mostra i segni della dominazione veneziana per la sua forma a campiello; al centro la monumentale fontana ottagonale di pietra rossa, con quattro getti d'acqua sgorganti dalla bocca dei mascheroni e stemma del paese. Sulla piazza si affacciano edifici che mettono in luce l'antico splendore della località: il Municipio Vecchio con il raffinato portico quattrocentesco, casa Carestia-Pellizzaro dove Giovanni Antonio Remondini conservava le stampe per il commercio girovago e la casa della famiglia Buffa-Caporale, che durante la
Grande Guerra fu sede di un ospedale militare. Connubio tra lo stile russo e quello veneto è la Villa costruita da Giuseppe Daziaro, fondatore degli omonimi negozi in Russia. In alto è collocata la Pieve dell'Assunta, tra i più apprezzabili edifici gotici del Trentino, consacrata nel 1184 e modificata più volte nei secoli a seguire. Restaurata ed affrescata tra il 1872 e il 1873 da Andrea Papler; all’interno pregevole pala novecentesca di Santa Maria Assunta di Orazio Gaigher che realizza anche un San Sebastiano per l’omonima chiesa sul colle, opera del 1479 e frutto di un voto per lo scampato pericolo dalla peste.
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Speciale Tesino
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Castello Tesino Foto F. Busarello 04.05.1956
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Speciale Tesino di Fabio Franceschini
SALUTE E BENESSERE
P
er effetto degli unanimi consensi e alla luce delle massicce adesioni che hanno caratterizzato le ultime stagioni, tornano anche quest’anno i “Dieci giorni del benessere” per un programma davvero imperdibile pensato per allietare l’estate post quarantena di paesani e villeggianti, vero e proprio fiore all’occhiello della proposta turistica tesina. “L’evento – spiegano gli organizzatori – nasce con la volontà di offrire agli amanti della montagna dieci giorni indimenticabili, dal 19 al 29 agosto, da vivere a stretto contatto con la natura incontaminata del Tesino”. Il progetto, realizzato dall’Ecomuseo del Tesino si presenta come un programma specifico capace di mettere in relazione movimento, relax, meditazione e alimentazione per regalare una serie di esperienze mirate immersi in un contesto territoriale unico. “Sempre più consapevoli dell’importanza di raggiungere un equilibrato benessere psicofisico – sottolineano gli organizzatori – i “Dieci giorni del benessere” s’identificano come un progetto indirizzato sia alla cura del corpo che della mente con una serie di attività outdoor in grado di stimolare positivamente l’individuo nella sua totalità”. Corsi di radiestesia, Hatha Yoga e Tai Ji Quan all’aperto, escursioni in e-bike e passeggiate guidate alla scoperta delle bellezze e dei sapori del territorio, ma anche giornate dedicate alla meditazione in compagnia del monaco del
tempio buddhista di Cinte Seiun, sono solo alcune delle iniziative che caratterizzeranno l’ultima decade dell’agosto tesino. A completamento del programma una serie di conferenze, workshop e laboratori oltre ad un’imperdibile giornata interamente dedicata alla riscoperta dell’antichissimo fagiolo del Tesino. “Quello che terminerà con il 29 agosto – concludono gli organizzatori – sarà, dunque, un prodotto interamente dedicato alla ricerca di un rapporto diretto con l’ambiente circostante grazie al quale i partecipanti potranno riscoprire il piacere e l’emozione di vivere la natura nella sua più pura essenza”. Per prenotazioni sarà necessario rivolgersi
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Speciale Tesino Storie e tradizioni di casa nostra di Graziella Menato
IL COSTUME TIPICO TESINO L’identità della donna tesina tra le pieghe di un vestito
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l Tesino, splendida conca posta all'estremo angolo orientale del Trentino, mantiene vivi ed originali gli usi, le tradizioni, la parlata ed il costume tipico delle donne tesine. Quest'ultimo, non trova analogie con gli altri delle regioni dell'arco alpino ed arriva ai giorni nostri con la specificità dei tessuti, dei colori e dei gioielli tutt'ora ancora unici. Traspaiono, tra le fitte pieghe del vestito tesino, le storie della gente che costruì passo dopo passo una tipologia di commercio girovago forse tra i più singolari d’Europa, che arrivò a confini inimmaginabili della Terra e condivise culture lontanissime. I gioielli, le stoffe ed i nastri, parti integranti dell’abbigliamento femminile tesino, sono infatti il risultato di una raccolta che nei secoli scorsi giunse dall’Oltralpe, fortemente caratterizzata
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dall’influenza Mitteleuropea; nei secoli scorsi, infatti, gli uomini tesini che rientravano in valle dopo aver camminato lunghi mesi sulle polverose strade d’Europa, erano soliti recare in dono alle loro spose oggetti di raffinata bellezza, orientati ad arricchire sempre più l’abbigliamento femminile. Fu così che in Tesino divenne usuale indossare preziose collane di granato a più fili ed orecchini in oro sapientemente lavorati a filigrana, appuntare spille e monili delle più svariate fattezze, sfoggiare variopinti nastri di raso e grembiuli di mussola di lana o di seta cangiante. In special modo la domenica, le donne solevano recarsi a messa grande e fare foggia dei tessuti e dei monili giunti dai più sconosciuti negozi dell’Austria, della Francia e della Russia. Illustri personaggi locali ed altri giunti a visitare il Tesino, riportarono aspetti e peculiarità che sono unici della nostra valle e del nostro carattere cogliendo in particolare la singolarità dell'abbigliamento tipico delle nostre donne. Fu Eugenio Prati che dipinse, nel 1888 “Nozze in Val Tesina” riportato in copertina su L'Illustrazione Popolare dello stesso anno e nel 1896 “Nozze d'oro” uno dei suoi dipinti più celebri (ora custodito a Vienna, alla Öster- reichische Galerie Belvedere), mentre Giulio Cesare Prati raffigurò il tipico abbigliamento tesino sull'opera “La cresimanda” del 1885. Troviamo riscontro inoltre con Santo Fietta Chioli, ne “Notizie storico-critiche intorno a Tesino e
suoi abitanti in generale con particolare riguardo alle donne di Pieve e al loro vestiario”, stampato a Borgo nel 1878, con Carlo Gambillo ne “Il Trentino appunti e impressioni di viaggio” del 1880, con Baldassare Pellizzaro ne “Pieve Tesino e la sua Vicinia” del 1894, con Angelico Prati nel capitolo intitolato “I Tasini” contenuto ne “I Valsuganotti”, del 1923. Anche Carl von Lutterotti, etnografo bolzanino (1793-1872) manifesta grande interesse per gli aspetti della vita popolare del Tesino e nei suoi numerosi viaggi ritrae con gli acquarelli la gente che incontra, nei suoi vestiti tradizionali; nella collezione di rappresentazione dei costumi tirolesi, conservata presso il Museo Ferdinandeum di Innsbruck, il singolare abbigliamento tesino ne è largamente documentato.
Speciale Tesino Storie e tradizioni di casa nostra Nella imponente sfilata del 1909 ad Innsbruck, ove presero parte 35.000 persone, decine di donne tesine sfilarono con orgoglio assieme agli Schuetzen, rappresentando la loro Valle, al cospetto dell'Imperatore Francesco Giuseppe. La tragicità della guerra costrinse nel 1916 anche i Tesini alla profuganza nel Regno d'Italia, le donne, varcarono forse per la prima volta la frontiera, portando appresso soltanto cinque chilogrammi ciascuna della propria quotidianità, dovendo decidere cosa portare e cosa lasciare in balìa della
guerra; indossarono così i loro vestiti l'uno sull'altro, provvedendo a murare negli avvolti di casa, in tutta fretta, il resto del guardaroba assieme ai pochi oggetti preziosi. Gli eventi non impedirono alle donne tesine di custodire gelosamen-
te le loro tradizioni ma furono però costrette a dismettere i secolari costumi per adottare vestiti più semplici e meno vistosi, per adattarsi alle condizioni di vita durante l'esilio. Al loro ritorno trovarono i paesi distrutti, saccheggiati di ogni cosa, la guerra non aveva risparmiato nulla e tanto meno i preziosi vestiti. Sarà verso il 1927 che il costume tesino diventerà Folklore. Lo ritroviamo all'Adunata dei costumi tipici delle Tre Venezie dell'estate 1928 e al Corteo dei Costumi Nazionali organizzato a Roma il 7 gennaio 1930 in occasione delle nozze del principe di Piemonte Umberto di Savoia e di Maria Josè del Belgio Il pregevole volume di Gino Massano, intitolato “Grazie e splendori dei Costumi Italiani” del gennaio 1930, ne riporta foto e descrizione. Anche Gente Nostra, illustrazione a tiratura nazionale, nel 1929 dedica ben due copertine ad altrettante splendide tesine in costume tradizionale. E' doveroso ricordare l’importanza dell’attività folkloristica durante il secolo scorso, sospesa solamente durante il secondo periodo bellico, che ha permesso di mantenere forti i legami alla storia e alla tradizione identitaria. Un plauso all’attuale folklore di valle, egregiamente rappresentato dai Gruppi Folkloristici di Castello e di Pieve, dalla Banda Folkloristica di Castello e
dalla Schuetzenkompanie Tesino 3 Santi Heiligen, che mantengono viva l'antica tradizione delle ballate e dell’abbigliamento tipico tesino. Ancor oggi, di madre in figlia, è tramandato il corredo antico e forte è il messaggio di eleganza e fierezza, tipico delle donne tesine, differenze caratteriali che le hanno contraddistinte nei secoli, rafforzando identità e bellezza. I gioielli, in particolare i fili di granate ed i singolari orecchini in filigrana a cestello, si possono ancor oggi commissionare nell'antico laboratorio dell'orefice Renzo Mueller, che sapientemente tramanda la tradizione orafa tesina.
Foto tratte dal libro "Donna tesina" di Graziella Menato Podestà - Stampa Litodelta
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Speciale Tesino Uno scrigno per la storia di una Valle di Mario Pernechele
Villa Daziaro:
una porta sulla Russia
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venuto a mancare, questa primavera, l’ingegner Stefano Gaudenzi “Daziaro”. Persona riservata e umile, mai sopra le righe, l’ultimo discendente della famiglia Daziaro ha sempre perseguito un grande obiettivo: fare in modo che rimanesse traccia dell’importante storia di famiglia e venissero valorizzati, oltre agli spazi immobiliari, i preziosi documenti e le stampe che hanno permesso alla ditta Daziaro, in quasi un secolo di attività, di diventare un importante punto di riferimento per la cultura popolare russa nell’ultimo secolo degli Zar. Sempre disponibile a ospitare importanti iniziative culturali che hanno poi permesso di giungere alla creazione del Museo per Via, l’ingegnere Gaudenzi-Daziaro ha sempre voluto che particolare attenzione fosse riservata alla cura e alla valorizzazione dei rapporti storici e culturali tra la ditta degli antenati (e con essi tra il tesino-Trentino/Italia) e la Russia, grazie anche alla collaborazione con soggetti provinciali, nazionali e internazionali a ciò deputati. Ma da dove nasce questa opportunità che, se colta, permetterebbe di aprire
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e far funzionare al meglio la Villa, come luogo di promozione e conservazione/ valorizzazione degli aspetti culturali legati al mondo della grafica, dell’immagine e, in senso ampio, dei rapporti con il mondo europeo esteso alla sua componente slava e russa in particolare? Un po’ di storia (1) Nati da genitori tesini, il padre Cristoforo Dallemule era di Castello e la mamma Anna di Pieve, i fratelli Daziaro, Giuseppe e Giacomo, sono i fondatori di una ditta che ha documentato con dovizia di particolari la storia gloriosa della ricostruzione russa post-napoleonica e molti momenti della vita dei popoli del vasto impero zarista nelle sue diverse componenti. La ditta, fondata a Mosca da Giuseppe Dallemule “Daziaro” nel 1827, è molto nota a per gli indubbi successi culturali e commerciali oltre che per la ricercata qualità delle stampe ai cultori, appassionati e studiosi, con par-
ticolare riferimento al mondo russo. Il giovanissimo Giuseppe Dallemule Daziaro era, agli esordi, soprattutto un venditore ambulante con frequentazioni abituali nelle fiere e mercati, prassi che continuò anche a notorietà raggiunta. Durante un viaggio in Austria, fece conoscenza col giovane Dal Trozzo, originario della Valsugana, i cui parenti avevano un negozio a Varsavia. Tentò l’avventura mettendosi in società. I due soci pensarono di penetrare nella vicina Russia, alla ricerca di nuovi sbocchi e migliori “piazze” ove far circolare la merce. Giunto a Mosca dopo cinque anni di vita errabonda, Giuseppe coraggiosamente aprì un negozio di stampe in uno dei luoghi simbolo, Piazza Lubjanka; era, come detto, il 1827. L’iniziativa ebbe successo e Giuseppe aprì, prima, un secondo negozio a Mosca al Pont des Marechaux e, poi, chiamando a collaborare anche il fratello minore, Giaco-
Speciale Tesino Uno scrigno per la storia di una Valle
mo, bisnonno dell’ingegner Gaudenzi, e nel marzo del 1838 aprì un terzo a S. Pietroburgo, sulla prospectiva Newskj, come dice egli stesso in una lettera al
fratello “in faccia del Palazzo Imperiale”. Più tardi vennero aperti altri due negozi; il primo nel 1850 a Parigi, ed il secondo nel 1855 a Varsavia. Quest’ultimo, dopo cinque anni fu ceduto ad uno degli impiegati, che poi fu costretto a liquidare a causa delle perdite conseguenti alla rivoluzione Polacca del 1863.
Giacomo assunse la direzione del negozio di Parigi, 15 Boulevard des Italiens. Il negozio di Parigi rimase attivo fino al 1865, anno della morte di Giuseppe, e contemporanea cessazione dell’attività editoriale. Gli anni dal 1850 al 1865 sono sicuramente il periodo d’oro. La qualità delle stampe “fini” di gusto tipicamente “occidentale” che ritraggono, però, soggetti russi fino ad allora più grossolanamente rappresentati, unita a una politica che potremmo definire di marketing sociale e relazionale ante litteram (una seppur piccola parte del ricavato delle stampe veniva assegnato all’orfanatrofio di Mosca), fanno di Giuseppe un “benefattore” (2) e dell’attività ditta una meritoria manifestazione di vicinanza al popolo russo anche agli occhi del nuovo governo rivoluzionario(3). Gli eredi si radicano profondamente nella realtà russa, pur continuando a coltivare forti legami con la terra di origine, e la ditta passa di mano in mano, conservando l’insegna originaria, fino all’avvento della Rivoluzione d’ottobre. L’attività meritoria finisce, ma non la fama che rimane custodita prezio-
samente nei principali musei russi. Le prospettive Recenti incontri da parte della proprietà con autorevoli esponenti politici e culturali di livello provinciale, nazionale e internazionale hanno rafforzato l’idea che quanto a lungo desiderato si possa realizzare. Le premesse e i presupposti vi sono tutti, si tratta di trovare la formula più utile e sicura per rispettare le volontà dello scomparso ingegner Gaudenzi-Daziaro. La strada è tracciata. -----(1) Le informazioni sono tratte da S. GAUDENZI, Documentazione della famiglia Daziaro in “I Tesini e la Russia” a cura di E. Fietta, A. Milano, M. Perne-
chele, Litodelta, Strigno, 2012. (2) Si veda un volume non ancora edito in traduzione Mosca e dintorni nelle Litografie della ditta di Giuseppe Daziaro, Casa Editrice Arte, Mosca 1996 (3) Questo in sintesi è quanto si ricava da una lettera che il Commissario Lunaciarskij scrive a Lenin per perorare la causa della liberazione dal carcere dei commessi del negozio di San Pietroburgo
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Speciale Tesino
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Speciale Tesino
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Speciale Tesino Realtà di casa nostra
La Prolo Loco di Pieve Tesino La prima in Italia
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ra il 12 Agosto 1881 quando Pietro ( francesizzato Pierre) Pellizzaro, dopo lunghe permanenze all'estero chiedendosi perché anche a Pieve Tesino non potesse nascere qualche forma di turismo, fondò quella
che sarebbe poi diventata la prima Pro Loco italiana. All’epoca l’associazione si chiamò Società per l'abbellimento del Colle di San Sebastiano, lo scopo era quello di rendere più bello ed accogliente il paese, con la costruzione del primo albergo e l’arrivo dei primi ospiti.
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Sono trascorsi 140 anni dal quel giorno, la società italiana e non da allora ha subito dei grossi cambiamenti, ma il sogno di Pierre si è realizzato, oggi Pieve Tesino è una piccola località che tutti gli anni accoglie numerosi turisti, per lo più dal Nord Italia, ma anche da Francia, Belgio e Germania. Nonostante sia passato oltre un secolo dalla Nascita della Pro Loco, e gli scopi siano aumentati e cambiati con la società, lo spirito che ha mosso e muove i volontari che ne fanno e ne hanno fatto parte non è mutato. L’intento è stato ed è tuttora quello di esprimere la propria presenza sul territorio, di modificarlo per renderlo più bello ed attraente, per sé e per gli altri, di partecipare attivamente alla vita del paese e di essere di aiuto per gli altri. Tutto ciò oggi è possi-
bile grazie alla fruizione di alcuni servizi e ad azioni di promozione del territorio, come ad esempio l’apertura di un ufficio di informazioni turistiche attivo sul territorio nei mesi di Luglio e Agosto, e l’utilizzo di canali più innovativi come un sito internet ed i canali social; alla sinergia con le diverse associazioni del paese, che permette di far scoprire a
chi visita il paese per la prima volta, ma anche a chi lo abita, le diverse opportunità che il nostro territorio offre, la vasta cultura e di mantenere vive le tradizioni di chi ci ha preceduto. L’organizzazione di diverse tipologie di eventi, spaziando da manifestazioni sportive, serate culturali, eventi benefici, sagre di paese a eventi di semplice intrattenimento adatti a tutte le classi di età.
Speciale Tesino
PIEVE TESINO ESTATE 2021
16/17/18 Luglio PerVia Buskers Festival.
Rassegna di spettacoli di strada e mercatini e street food per le vie del paese (Quest’anno gli spettacoli si terranno presso la Villa Daziaro, evento gratuito prenotazione obbligatoria).
13/14/15 Agosto Sagra de la Madona de Agosto.
Sagra patronale con mercatini e street food per le vie del paese e spettacoli di intrattenimento vari
11/12 Settembre “Dal Lagorai al Mare” - Transumanza 2021.
Week end dedicato alla scoperta e riscoperta della semplicità, della gente di montagna, degli antichi Mestieri, dei prodotti caseari.
Dal 27 luglio al 05 settembre.
140° Pro Loco di Pieve Tesino, la prima Pro Loco d’Italia. Mostra di foto e documenti storici e recenti;
Tutti i martedì: convegno sui temi: pro loco, turismo, associazionismo, montagna; Mercoledì 1 Settembre: Canti del Coro. Giovedì 2 Settembre: convegno sui temi: pro loco, turismo, associazionismo, montagna; Venerdì 3 settembre: Canti Popolari. Week End del 4 e 5 Settembre: festeggiamenti finali con intrattenimento per bambini, visite ai musei, momenti istituzionali,
incontro con le Pro Loco d’Italia, spettacolo teatrale, taglio della torta.
Contatti:
Mail:primaprolocopieve@gmail.com - Tel: 0461 594292 Sito web:http://www.prolocopievetesino.it - Pagine Social Instagram e Facebook : Pro Loco Pieve Tesino Canale Telegram per rimanere sempre aggiornati: Pro Loco Pieve Tesino
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Speciale Tesino Il passato di casa nostra di Massimo Dalledonne
I FRANCHINI, Una famiglia storica
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a storia della famiglia Franchini di Pieve Tesino è tutta da raccontare. È solo uno dei nuclei familiari che, durante la Resistenza, operarono con i partigiani per contrastare la presenza nazista dei tedeschi in Valsugana. Per farlo ci siamo avvalsi, ancora una volta, del volume “Uomini e fatti del Gherlenda”, edito tanti anni fa dal Circolo Croxarie e dall’Associazione Mosaico e scritto da Giuseppe Sittoni. Una famiglia composta da tre persone: Lodovico, il padre, e dai due figli Luigi e Sergio. Il capostipite, nato nel 1895, venne incarcerato nel 1944 a Trento e poco dopo rilasciato. Lavorava per la Società Idroelettrica Trentina (la Sit) come magazziniere e sorvegliante della teleferica che da Sorgazza portava a Costabrunella. Aveva anche la passione per la fotografica. Quando entrò nel battaglione Gherlenda il suo nome di battaglia era “Tosca” e quando ci fu il trasferimento del comando a Costabrunella curava i viveri del magazzino e preparava gli esplosivi. Ebbe un ruolo fondamentale quando, il 15 settembre del 1944, salvò diversi partigiani presenti
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presso la diga dal rastrellamento dei tedeschi. Come scrive Sittoni “ricercato dalle SS fuggì in Veneto alla ricerca del figlio Sergio. Si aggregò alla brigata partigiana di Edoardo De Bortoli partecipando alle azioni di Arsiè. Tornato a Pieve collaborò con il comando del Gherlenda nel redigere relazioni e biografie di caduti e dispersi”. Sergio Franchini, nome di battaglia “Trento”, sopravvisse al rastrellamento tedesco del settembre 1944 sul monte Grappa. Faceva parte della prima brigata d’assalto “Giacomo Matteotti” e durante un’azione in località Venegazzù, assieme ad un compagno, venne accerchiato ed ucciso dai tedeschi. Era il 22 novembre del 1944. Sergio Franchini è stato ricordato dai suoi compaesani di Pieve che gli hanno intitolato una strada. Luigi era nato nel 1921, lavorava come aiuto macchinista sulla ferrovia Fortezza-Venezia. Nel 1943, con il nome di “Franco” entra a far parte del battaglione ferroviario Matteotti che dava assistenza anche ai soldati italiani deportati in Germania dopo l’armistizio. “Il battaglione – scrive ancora Giuseppe Sittoni – svolgeva attività d’informazione sui depositi di rifornimenti tedeschi. Segnalava ai partigiani gli obiettivi e relazionava sui danni inferti con i bombardamenti”. Collaborò anche nella missione “Margot Hollis” con informazioni H24 sui principali punti obbligati dal traffico delle truppe tedesche. Messaggi crittografici precisi. Eccone uno riferito alla Valsugana. “Ferrovia da Primolano a Trento (stop) 400 metri dopo Strigno ponte ferro 40 metri su torrente Maso per 2 chilometri, dopo Caldonazzo ferro 36 metri torrente Mandola per 300 metri prima San Cristoforo al lago torrente Merdar (sic) 30 metri ferro per 400 metri dopo Roncegno”.
Verso la fine della guerra la ferrovia era inservibile. Nella notte tra il 4 e 5 aprile 1945 un convoglio di camion venne assalito dai partigiani della “Panarotta” nei pressi di Levico. “A Borgo c’era anche il Franchini che si recava a Venezia. Nella sparatoria – riporta Giuseppe Sittoni – venne colpito da due pallottole alla coscia sinistra. Urlando si fece riconoscere dai partigiani che sospesero immediatamente gli spari. Ricoverato in ospedale ma in possesso di documenti compromettenti, il giorno dopo se ne andò anche se le sue condizioni erano critiche”. Per gli altri civili trasportati le conseguenze furono più disastrose. Nell’archivio della pretura di Borgo, infatti, sono riportati i nomi dei morti: Antonio Baggio (34 anni), Giovanni Pigato (33 anni), Maria Zigsele (25 anni), Luigi Boninsegna (38 anni) e Domenico Bazzanella di 56 anni. Il 33enne Angelo Rivoletto riportò solo delle lesioni. “Dell’imboscata sulla strada tra Levico e Novaledo – conclude Sittoni – non si conoscono le perdite dei tedeschi perché portarono a Trento i loro caduti”.
MASO FRANZ La bontà delle fragole e dei piccoli frutti.
L
'azienda agricola Maso Franz Naturalmente Lagorai - nasce nel 2009 a Cinte Tesino dal p.a. Francesco D'Alfonso. Nel 2017 diventa società semplice agricola con l'entrata della compagna dott. sa Ilaria Nervo. L'azienda è specializzata nella coltivazione di fragole e piccoli frutti. Le coltivazioni si trovano a circa 1.100 mt di altezza, circondate da prati e boschi, luogo ideale per coltivazioni a basso impatto. L'azienda infatti predilige l'utilizzo di prodotti biologici e di insetti utili, più trappole cromotropiche e di cattura massale, riducendo di molto l'uso della chimica. Il core business dell'azienda è la vendita all'ingrosso della frutta fresca, fin dal 2010 però al prodotto fresco si affianca una linea di trasformati alimentari come le confetture extra senza pectina, i nettari di frutta, un integratore alimentare e una piccola linea di cosmesi naturale, realizzata con ricette personalizzate dell'azienda. A breve ci sarà l'inaugurazione del nuovo laboratorio aziendale così da chiudere il cerchio, aumentare la produzione propria di trasformati e fornire anche un servizio di trasformazione per altre aziende agricole. Sono presenti su Facebook come "Azienda agricola Maso Franz" ed entro fine anno il sito web aziendale www.masofranz.com avrà una nuova veste grafica e il servizio di e-commerce. (P.R.)
Azienda agricola Maso Franz
Via Campestrin, 12 - Pieve Tesino (TN) Cell. Ilaria 338.3352789 - Cell. Francesco 345.4553663 - sito web www.masofranz.com
Speciale Tesino La donna nella Storia di Waimer Perinelli
Francesca Romani DEGASPERI Di lei si è scritto poco, la sua figura è stata sempre data per scontata e quello che conosciamo emerge soprattutto dagli studi e memorie compiuti sulla vita del celebre marito e statista. Ma forse i fiori più belli sono quelli che vivono nella penombra.
A
lcide Degasperi desiderava avere un figlio maschio. Ebbe quattro figlie l'ultima nata nel 1933, la chiamarono Paola. Racconta Cecilia, la terza, nata nel 1930, che la madre Francesca, tagliò corto ai desideri di Alcide e disse: "bé adesso basta ad aspettare sempre questo Paolo, chiameremo Paola lei." Ecco il carattere vero di Francesca Romani, moglie di Degasperi, aveva 39 anni quando diede questa testimonianza di forza e determinazione. Era nata a Borgo Valsugana il 30 agosto del 1894. Figlia di un commerciante benestante che aveva avuto otto figli,
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tre dei quali morti da piccoli e un altro in Russia durante la grande guerra; i quattro rimasti hanno frequentato le scuole elementari di Borgo. " La mamma, racconta Cecilia Degasperi in una conversazione del 2005 con il giornalista Giuseppe Sangiorgi, nel 1906 è stata iscritta nel prestigioso collegio delle dame di Sion, a Trento, nel quale le allieve dovevano parlare unicamente francese, anche a tavola e nei momenti liberi, ed é rimasta per cinque anni. Poi l’hanno mandata a Ninfenburg, in Germania, vicino a Monaco, a studiare il tedesco e poi l’hanno mandata a Brighton, in Inghil-
terra, a studiare l’inglese”. Un'educazione raffinatissima, data l'epoca, che ha certamente costruito la donna forte, libera ed indipendente dalla quale il giovane Alcide venne affascinato. Una donna in grado di rivestire un ruolo importante nella società, in molte professioni, ma che scelse quello di moglie e amica accanto al proprio uomo. La loro unione era fondata sull'amore e forti di questo sentimento sono cresciuti assieme nella società. Lui fin da giovane attirato dalla politica, lei che aveva seguito anche un corso di dattilografia, ad aiutarlo trascrivendo a macchina i discorsi che Alcide scriveva a mano. E di questo Alcide le fu sempre riconoscente. La testimonianza dell'amore e collaborazione, è nelle lettere che le scrisse pubblicate con il titolo "Cara Francesca" dalla figlia Maria Romana nel 1999. Sono lettere scritte tra il 1921 ed il 1928 nel periodo del fidanzamento e primi anni di matrimonio. Nel carteggio mancano quelle scritte da Francesca, forse distrutte dalla donna stessa o andate smarrite. Non fu mai sottomessa e non le fu mai richiesto. Scrive Degasperi: "Ti voglio libera compagna, amica di pari iniziativa e indipendenza e nulla mi ripugna di più che il farti da maestro e di frugare nella tua coscienza". Si erano sposati nel 1922, lei era più giovane di 13 anni. Egli era parlamen-
Speciale Tesino La donna nella Storia
tare ma la scelta di opporsi al fascismo gli costò molto cara. Fu condannato a quattro anni di reclusione e trascorse in carcere 16 mesi. Sono anni difficili, di ristrettezze economiche, in cui Francesca e le figlie si devono spostare da Roma al Trentino. Cecilia racconta:" Quando papà è stato in prigione la mamma prima è stata a Trento con le bambine, poi è andata a Borgo Valsugana a casa di sua madre che le ha mantenute perché lei non aveva niente. Queste persone aiutavano mia madre, che a sua volta aiutava molto
papà. Gli batteva le traduzioni a macchina, dell’amministrazione di casa si è sempre occupata lei, mio padre in casa non sapeva fare niente, zero, neppure un caffè, non sapeva dove erano le cravatte, non sapeva pagare l’affitto, faceva tutto la mamma. Lui dava i soldi alla mamma, anche quando era presidente del Consiglio le consegnava la busta senza sapere quello che c’era dentro e non tratteneva un soldo per sé". Nel 1928 Alcide ottenne la libertà condizionata lavorò come traduttore e per alcuni anni, come collaboratore precario aggiunto, nella Biblioteca Vaticana. La situazione economica rimase precaria ma venne affrontata con coraggio e determinazione grazie all'affetto e all'intelligenza di Francesca. Doti riconosciutele dal marito. E' lo statista a scriverle " la nostra vita in comune è stata avventurosa e drammatica, ma siamo stati felici," Francesca ha reso a sua volta testimonianza all'intelligenza di Alcide. "Mio marito ricordava in una delle rare interviste concesse - si occupava e si preoccupava della gente; era un uomo che ha
rappresentato l' Italia senza fare l' uomo di partito. La scelta democratica è stata la sua linea politica, accompagnata da un grande senso dello Stato, una totale onestà e una profonda religiosità". Alcide Degasperi muore a Sella Valsugana il 19 agosto del 1954. Francesca proseguì con discrezione l'attività sociale e nel 1966 fu nominata presidente del comitato femminile della Croce Rossa italiana, e vi rimase per dieci anni. Nel 1998, all'età di centoquattro anni, Francesca muore a Roma. Questa donna intelligente, colta, preparata, ha scelto la famiglia, la casa: ha vissuto una vita piena, ma discosta dalla storia, entrandovi come compagna, amica di un uomo importante. Alcide scrive a Francesca: …sento che Dio mi dà in te il suo compenso e la sua benedizione. Tu sei il sovrabbondante premio di tutta l’opera mia”.
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di Nicola e Silvia Nervo
reen Plant è un'Azienda agricola di Pieve Tesino, nata nel 2005 dalla passione per l’agricoltura di Nicola Nervo, coadiuvato dalla sorella, Silvia, che iniziano con la produzione di piccoli frutti, ma da qualche anno producono anche Canapa sativa Light per uso industriale. Una pianta dalle molteplici potenzialità, capace di interessare moltissimi altri ambiti produttivi, oltre a quello agricolo. La trasformazione della Canapa coinvolge, infatti, il settore del tessile, della bio-edilizia, delle bioplastiche, il settore alimentare e quello cosmetico. Nicola e Silvia sono impegnati il più possibile nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema, e utilizzano metodi di difesa naturale, come per esempio gli insetti utili, preferendo nutrienti di origine organica. La Canapa si presta molto bene alla coltivazione ecocompatibile, in quanto molto resistente e adattabile anche al clima di montagna. Le infiorescenze vengono prodotte per conto terzi, ma vendute anche direttamente con possibilità di consegna a domicilio. Silvia ha da poco ideato Extralab, un laboratorio di estrazione e trasformazione, per offrire un prodotto sempre più naturale e da coltivazione nota, a km 0, sfruttando l’intera pianta con il pieno controllo del processo di lavorazione, dal seme al cliente finale, confezionando l’estratto tale e quale, da utilizzare come integratore alimentare in gocce (quindi tinture, tinture madri, macerati glicerici, oleoliti) o come materia prima nella formulazione di cosmetici naturali. (P.R.)
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Speciale Tesino Gli ambulanti tesini di Eleonora Mezzanotte
GLI AMBULANTI TESINI:
Una storia di viaggi e conquiste “I Tesini, che con la loro attività furono diffusori di una cultura per immagini che accomunava uomini lontani che parlavano lingue diverse, crearono invisibili legami tra i popoli del mondo, si confrontarono con culture a loro sconosciute, appresero nuove lingue per comunicare e seppero adattarsi ai modi di vivere degli altri senza però perdere la propria identità. Per questi motivi essi, benché inconsapevoli del loro ruolo, appartengono alla storia culturale dell’Europa e sono, a tutti glie effetti, «cittadini del mondo»”
Ambulanti tesini a Orleans (Davide Pinato e Serafino Patata), Fotografia, 1930 ca. (Museo Per Via)
(Elda Fietta) Alcuni esempi delle prime stampe realizzate dal Remondini.
Giovanni Fietta si fa ritrarre con la cassela e le stampe, Fotografia, 1880 ca (Museo Per Via)
Il negozio Daziaro di San Pietroburgo, fotografia, fine XIX secolo (Museo Per Via)
Discritione del paese di Chucagna dove chi manco lavora più guadagna, Bulino colorato a pennello, seconda metà del XVIII sec, Remondini (Bassano del Grappa)
Si ringrazia la Fondazione trentina Alcide Degasperi per le fotografie e il presidente Marco Odorizzi.
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Speciale Tesino Gli ambulanti tesini
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uella dei Tesini è una storia che si snoda nei secoli, fatta di trame che si intrecciano e si compongono, di uomini e famiglie, di viaggi, mete, costumi e tradizioni che rimangono solidamente protetti e trasmessi dalla gente che abita questo piccolo, ma prezioso, angolo del globo. Dapprima ambulanti stagionali con la “cassela” in spalla, si spingono verso mete sempre più ardite e lontane anche per lunghi periodi, riscuotendo, in alcuni casi, grande fortuna e fama potendo così sostituire il pesante fardello con un nobile cilindro in testa. La Valle del Tesino a causa e grazie alla sua posizione di confine, è da sempre stata zona di passaggio, il cui suolo è stato calpestato nel corso dei secoli, da genti forestiere e foriere di nuove e diverse culture, di gusti, tendenze, idee, stimoli e novità. Dapprima con i retici, di cui ci sono testimonianze archeologiche nella zona di Sant’Ippolito a Castello Tesino (dal V e IV secolo a.C. fino alla seconda metà del I secolo d.C.), i romani, che qui vi costruirono un tratto della via Claudia Augusta Altinate (prima metà del I sec. d.C.), successivamente la presenza della Serenissima e dopo ancora la dominazione asburgica che termina con la prima guerra mondiale. Niente di cui stupirsi, pertanto, se da sempre, per i Tesini, il viaggio è un’esperienza quasi ineludibile, che ne forgia e tempra gli abitanti. Circondato da monti boscosi, ma avaro di terre fertili, poiché le brevi estati non sempre permettevano la piena maturazione dei cereali, nel Tesino fu da sempre
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praticata la pastorizia, con il relativo fenomeno della transumanza verso le campagne incolte della pianura Padana fin verso l’Adriatico, per far godere alle pecore un clima più mite e un suolo più florido. La pratica della pastorizia cominciò ad entrare in crisi verso la metà del XVI secolo, dopo che furono imposti frequenti divieti di pascolo, in virtù dei quali molte terre vennero convertite in campagne coltivate. L’opportunità di riscatto e di rivalsa economica per i Tesini arrivò presto e la si scoprì essere molto vicina, anzi, proprio sotto i piedi, proveniente da un suolo ricco di quel “biancume”, ossia calcare compatto che racchiude noduli di silice o pietra focaia, che, se di buona qualità, era oggetto d’interesse nel mercato militare per l’accensione della polvere da sparo nelle armi da fuoco; la silice tesina si rivelò di ottima qualità. Furono proprio queste “prie fogarole” - chiamate così nel dialetto della valle – ossia pietre focaie, a introdurre i Tesini nel mondo del commercio ambulante. L’alzata d’ingegno è da attribuire ai fratelli Gallo da Castello, i quali cominciarono ad utilizzarla per preparare le pietre focaie da archibugio, attorno al 1600. I Gallo si servirono di valenti uomini della valle che si offrirono
di partire per cercare fortuna e profitto. Di certo, le “prie fogarole” dovevano avere un peso non da poco; la memoria collettiva, sia essa affidabile o meno, ci tramanda di maniche imbottite e chiuse sul fondo da una legatura, dentro le quali i commercianti trasportavano le pietre. La fine di questo esercizio si colloca all’inizio del 1700, quando una grande fabbrica francese riusciva, grazie all’impiego di nuovi e moderni macchinari, a produrre pietre focaie in grandi quantità e a un prezzo Così, dopo aver battuto le pianure italiane in veste di pastori, essersi avventurati oltre le Alpi con le pietre focaie nel Seicento, una nuova merce attira l’attenzione dei Tesini, ormai avvezzi a lunghe peregrinazioni. Questa si distingueva dalle altre, era leggera da trasportare, a basso prezzo e richiedeva un po’ più d’attenzione nel maneggiarla data la sua delicatezza. Un prodotto che si rivolgeva ad una clientela inusuale: la massa, fatta di contadini, allevatori e artigiani che non poteva di certo permettersi alcunché di superfluo o non necessario. Il nuovo prodotto consisteva in fogli stampati con raffigurazioni varie, colorate ed essenziali, perlopiù a soggetto religioso, sciolti o assemblati e talvolta cuciti tra loro in maniera da formare i cosiddetti “libri da risma”. Questi venivano custoditi e portati di città in città all’interno della “cassela”, una cassetta in legno che i Tesini caricavano sulle spalle per proteggere
Speciale Tesino Gli ambulanti tesini
la merce durante il viaggio. Il fornitore di queste stampe e libretti era Giovanni Antonio Remondini, che dal 1650, aveva inaugurato a Bassano la sua attività di stampatore ed editore producendo con telai in legno e in rame, ancora un po’ rudimentali, immagini per lo più a sfondo religioso. Forse all’inizio i Tesini, attratti da quei colori vivi, da quelle figure di santi e madonne avvolti in mantelli variopinti, decisero di portare con sé, passando per Bassano e con il consenso del Remondini, assieme alle “prie” anche alcuni fogli stampati, il cui peso sicuramente non incideva nella fatica quotidiana. Forse l’iniziativa partì dal Remondini, il quale dovette essersi accorto delle valevoli doti dei Tesini nel commercio ambulante. L’impresa remondiniana si apprestò a diventare la prima e più grande stamperia della Repubblica di Venezia. In piazza Maggiore a Pieve Tesino i Remondini avevano, poi, stabilito un magazzino permanente presso il quale gli ambulanti in partenza potevano rifornirsi senza dover scendere a Bassano per approvvigionarsi. Capitava spesso che i Remondini, consci delle difficoltà nelle quali gli ambulanti potevano incorrere durante i viaggi, della possibilità che tali stampe potessero venire danneggiate, perse o rubate, si premunissero, richiedendo in pegno ai Tesini un orto o un campo, che incassavano se questi non tornavano in valle con la buona notizia di una fortunata vendita. Da qui il detto: “I Santi Remondini i se g’ha magnà i campi dei Tesini”. Il compito dei Tesini, però, non si limitò alla media-
zione tra produttore e acquirente, ma si estese a comprendere la mansione di consulenza di mercato. In sostanza, i Tesini sondavano le preferenze, valutavano i gusti e la sensibilità artistica delle più svariate genti e culture, per poi comunicare alla Casa di Bassano l’impatto del prodotto nei fruitori ed eventuali modifiche da apportare per renderlo più piacevole e appetibile al gusto popolare. Per questo, ai bordi di alcune stampe remondiniane si ritrovano scritti alcuni suggerimenti per variazioni e ritocchi. Riferivano i moduli cui ci si doveva attenere, nei vari Paesi, per la raffigurazione dei personaggi biblici e dei luoghi di culto. Le stampe a tema religioso erano quelle più richieste e vendute. Ci sono poi le stampe profane, dove vengono narrati scorci di vita quotidiana con finalità morali, o che materializzano, attraverso il potere dell’immagine, le fantasie e i desideri riposti dei più umili, come nella stampa riportante la Discritione del paese di Chucagna dove “chi manco lavora più guadagna”. Vennero fondati, lungo i consueti percorsi di vendita, dei deposi stabili in punti tattici, così che venissero agevolati il rifornimento e il commercio in quelle aree. Questi depositi, dove inizialmente la merce veniva custodita e accumulata in maniera disordinata e sparsa non tardarono a trasformarsi in vere e proprie botteghe, che prendevano il nome delle compagnie di giro prima e delle famiglie che la fon-
darono successivamente. Essendo queste botteghe stabili - pur servendosi sempre di ambulanti tesini per smerciare le stampe altrove - la clientela alla quale si rivolgevano ora, o con la quale dovevano confrontarsi e intrattenere i rapporti era mutata. Artigiani, bottegai, facoltosi esponenti della media e alta borghesia, ricchi mercanti e gente di cultura, interpreti e portavoce di tendenze e gusti d’avanguardia, anche in fatto di arte. Pubblico nuovo, altre richieste. Le immagini devozionali dei Remondini non suscitavano di certo l’interesse di questa élite sociale, pertanto i Tesini andarono a rifornirsi presso stamperie inglesi e francesi, che meglio sapevano interpretare e tradurre i mutati gusti della gente locale. I Tesini cominciarono, quindi, ad emanciparsi dalla Casa di Bassano. Le prime testimonianze di negozi stabili pervenuteci, si trovano in un documento del 1781. Gli inizi dovettero essere modesti, ma i più fortunati e abili riuscirono ad aprire importanti e rinomati negozi nelle maggiori città europee, vendendo, accanto alle stampe, anche oggetti d’arte e d’antiquariato. Si arriverà attorno al 1830 ad una trentina di negozi tra Russia, Austria, Belgio, Germania e Francia. In quegli stessi anni, un’altra meta divenne l’America. L’attività che raggiunse i risultati di maggior prestigio e fama fu quella della ditta Daziaro in Russia e a Parigi, citati in testi da Dostoevskij e Tolstoj, diretti fornitori dello Zar di Russia.
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Speciale Tesino di Fabio Franceschini
VIVI TESINO
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opo l’enorme successo degli ultimi anni anche quest’anno in Valle verrà riproposto il programma “Vivi
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Tesino” per un’estate all’insegna del turismo lento e sostenibile. Progetto questo che nasce per raccontare e scoprire il Tesino attraverso i temi della sostenibilità economica, sociale ed ambientale quali elementi indispensabili per lo sviluppo del territorio. Ogni giorno della settimana per tutta la stagione estiva verranno, infatti, promosse molteplici attività all’aria aperta svolte da idonee figure professionali e rivolte principalmente a bambini e famiglie. Un modo questo senza dubbio ideale per vivere l’estate post-Covid. Tre i filoni scelti per valorizzare la
Valle del Tesino: laboratori per educare i piccoli alla natura, camminate con accompagnatori di media montagna per conoscere tutti i segreti del Tesino oltre ad escursioni in mountain bike ed e-bike in compagnia di guide professioniste per viaggi su due ruote alla scoperta della natura selvaggia ed incontaminata del Lagorai (dieci percorsi per una lunghezza totale di 110 km, dai 600 m ai 2070 m di quota con tour ad anello per ogni livello di allenamento ed itinerari completamente tabellati e tracciati disponibili in gpx). Il progetto, che ha preso il via già nel mese di giugno, si compone di numerose iniziative tra cui: corsi di ginnastica all’aperto, laboratori e passeggiate a misura di bambino a cui si aggiungono le consuete visite culturali al Giardino d’Europa, le escursioni con meditazione in compagnia del monaco buddhista di Cinte Seiun oltre alle“camminate del gusto” alla scoperta dei sapori del Tesino e tante altre escursioni in montagna a piedi o in bike ed ebike. Inoltre, non mancheranno anche quest’anno le visite guidate all’Osservatorio astronomico del Celado oltre alla possibilità di esplorare le Grotte di Castello Tesino, le uniche visitabili del Trentino. Il tutto per un progetto che ha lo scopo di coordinare, arricchire e valorizzare l’outdoor per proporre al turista indimenticabili attività all’aria aperta sette giorni su sette.
Speciale Tesino
Il Rifugio Cima d’Asta “O. Brentari”
Situato alla base dell’ omonima CIMA D' ASTA vicino al lago alpino dalle splendide tonalità che spaziano dall’ azzurro cobalto all’ Indaco, fino al blu scuro del centro, riesce a far svanire la fatica della salita sui ripidi lastroni granitici. La parete “El Zimon” in dialetto pievese, cosi grande ed imponente, quando ci si trova ad ammirarla da vicino, fa sentire l’ escursionista cosi piccolo ed inerme di fronte a tanta maestosità. Ma una volta arrivati alla croce sommitale ci si sente cosi soddisfatti e gratificati che il senso di impotenza si trasforma in forza e felicità. ll Rifugio è confortevole ed accogliente, dispone di 56 posti letto suddivisi in camerate e stanze più piccole con vista Lago e Cima.
Diversi sentieri conducono al Brentari, ognuno con le loro peculiarità e difficoltà, il sentiero 327 è la via di accesso più diretta e comoda per arrivare al rifugio. Degno di nota, sicuramente, è il sentiero 392 Giro del Zimon che circumnaviga letteralmente la Cima d’ Asta. Un occasione unica ed imperdibile per visitare il versante nord, placido, quanto aspro lembo di terra dai ripidi versanti, forcelle e cime incontaminate. Il recondito Lago del Bus, piccolo gemello del lago di Cima d’ Asta, segna la metà del percorso ad anello che parte e arriva al Rifugio. La comoda ed ospitale presenza di questo Rifugio vi farà ancor più apprezzare le bellezze offerte dalla natura incontaminata di questo piccolo angolo
di paradiso. Passa una notte al Brentari e goditi un tramonto spettacolare, gustati le nostre prelibatezze offerte dalla cucina del rifugio e svegliati all alba per salire sulla Cima e toccare il cielo con un dito. Presenti su facebook Rifugio cima D’Asta e su instagram Rifugio cima d asta www.rifugio-cimadasta.it
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Speciale Tesino Tra storia e tradizioni in Tesino di Fabio Franceschini
Castello Tesino e la liberazione
dalla tirannia di Biagio delle Castellare Ancora oggi, a sei secoli di distanza, il paese di Castello e gli abitanti del Tesino rivivono i fatti del 1365 attraverso il carnevale storico ispirato alle vicende del Conte Biagio delle Castellare. L’evento si ripete ogni cinque anni nella versione completa di corteo e processi, a Castello Tesino, piccolo Comune del Trentino sud-orientale che con Pieve e Cinte compone l’Altopiano del Tesino. È la rievocazione carnevalesca dalla tradizione secolare ispirata ad un evento storico realmente accaduto: la sconfitta e la cattura del crudele Signore locale, il Conte Biagio delle Castellare, avvenuta nel 1365 per mano delle truppe di Francesco da Carrara.
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a storia ci racconta che … inviato nella vicina Valsugana da Francesco da Carrara per difenderla dalle incursioni degli alleati di Carlo IV di Lussemburgo, Biagio abbandonò i suoi buoni propositi già dopo la sconfitta militare inflittagli da Siccone da Caldonazzo nel 1356. Deluso per l’insuccesso e adirato con la popolazione locale per il mancato invio di uomini, cavalli e vettovaglie a sostegno dello scontro, il Conte si ritirò per i successivi 9 anni nei castelli d’Ivano e Grigno (quest’ultimo detto anche “delle Castellare”), tormentando la
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Valsugana ed il Tesino in particolare, con ogni sorta di soprusi. Un regno di terrore che durò sino al 1365 quando il despota scelse di voltare le spalle al proprio protettore, Francesco da Carrara, per allearsi con il nemico, Rodolfo IV d’Asburgo. Le truppe carraresi mossero così alla volta della Valsugana con il proposito di punire il tradimento e destituire lo scellerato tiranno. La tradizione vuole che … una volta saputo dell’assedio in corso al maniero “delle Castellare”, i Tesini, armati di forche e bastoni, fossero giunti sino a Grigno in appoggio all’esercito Carrarese. Ciò che
Speciale Tesino Tra storia e tradizioni in Tesino
è certo è che la fortezza venne rapidamente conquistata, ma del Conte al suo interno nessuna traccia. Era fuggito nel vicino castello di Antonio d’Ivano! Dopo alcuni giorni di dura battaglia anche le ultime difese qui schierate capitolarono ed il Conte Biagio, Antonio d’Ivano e le loro famiglie vennero fatti prigionieri. Nonostante le insistenti richieste dei Tesini, che fremevano dalla voglia di poterlo giustiziare, Francesco da Carrara ritenne politicamente più vantaggioso tenere Biagio come ostaggio piuttosto che lasciarlo alla mercé della popolazione. Gli abitanti del Tesino furono così costretti ad impiccarne l’effigie stabilendo di celebrare periodicamente un simbolico processo per ricordare le crudeltà perpetrate dal loro Signore.
Una tradizione carnevalesca che si perde nel tempo e che fa da sempre il paio con la pittoresca impiccagione del fantoccio raffigurante l’odiato Conte Biagio sulla pubblica piazza. “Il Biagio delle Castellare esprime con chiarezza esemplare alcuni dei valori originari più significativi del carnevale europeo” Queste le parole che Giovanni Kezich, direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele All’Adige, ha scelto per descrivere questa secolare tradizione tesina, vera e propria rappresentazione popolare (niente attori, ma solo paesani!) che costituisce uno dei più antichi e tipici carnevali del panorama storico italiano: solo in pochissime località dell’arco alpino, infatti, si è riusciti a tramandare, senza soluzione di continuità, una tradizione che è resistita nei secoli anche ai più severi divieti e tentativi di soppressione d’ordine religioso. Tradizionalmente celebrato il Mercoledì delle Ceneri grazie ad una speciale dispensa della Chiesa, il “Biagio delle Castellare” si presenta come una rievocazione carnevalesca unica nel suo genere che ha consentito alla
gente del Tesino di ritardare, per secoli, l’inizio dei rigori quaresimali. La manifestazione, organizzata da un competente comitato, si distingue in tappe ben definite quali: l’imponente sfilata da Castello Tesino a Pieve Tesino con ardui cavalieri e nobili, donzelle, armigeri, balestrieri, combattenti e carrozze, tamburini e musicanti, popolo tutto e molti altri personaggi; arrivo a Pieve e primo processo al Conte Biagio dal Tribunale Speciale di Pieve Tesino, in piazza Maggiore; ritorno della sfilata a Castello Tesino con successivo processo al Conte Biagio da parte della Corte Suprema di Castello Tesino, in piazza San Giorgio. La manifestazione culmina con la sentenza e l’impiccagione del tiranno e grande festa in piazza con pastasciutta e musica. Serate informative e di intrattenimento completano il programma della manifestazione.
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Speciale Tesino Il personaggio di casa nostra di Eleonora Mezzanotte
Nel monaco SEIUN
Il Buddha e la sua Dottrina
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ome è nata la sua vocazione alla dottrina del Buddha e quando è diventato monaco? Ero molto giovane quando ho sentito la spinta interiore alla vita religiosa, ma non mi era chiaro che sarebbe stata all’interno della religione buddhista, perché di Buddhismo non se ne parlava molto e nemmeno si trovavano facilmente informazioni! All’epoca frequentavo attivamente la vita in parrocchia. Grazie alla pratica delle arti marziali, tra i 14 e i 15 anni, cominciarono i primi contatti con la filosofia del Buddha, attraverso dispense che il maestro ci dava da studiare con la storia e la filosofia della disciplina seguita. Il Buddha e la sua Dottrina si fecero strada in me senza forzature, con gentilezza e con rispetto! Attorno ai vent’anni, dopo aver approfondito sia il cattolicesi-
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mo che il buddhismo, capii che la dottrina del Buddha era quello che il mio animo cercava. In particolare mi sentivo attratto da un ordine monastico. Forse questa particolare affinità era dovuta al fatto che un ramo della mia famiglia, quello paterno proveniva proprio dalla montagna, dal Tesino. Quali sono i principi cardine del buddhismo e quali quelli a cui lei si sente maggiormente ispirato? Buddha, durante i suoi anni d’insegnamento ha saputo trasmettere la Via della Liberazione in maniera totale, egli stesso disse infatti: “tutto è stato trasmesso e nulla è rimasto nel pugno chiuso del maestro!” Intendendo proprio che aveva trasmesso tutto ciò di cui ogni essere ha bisogno per liberare se stesso dalla sofferenza. La dottrina è composta da molti insegnamenti che vanno ad approfondire vari ambiti esperienziali: Buddha ha saputo toccare non solo questioni che riguardano il mondo interiore dell’essere umano, ma anche questioni che oggi ritroviamo nelle scoperte della fisica, fisica quantistica e astrofisica. Personalmente sono sempre stato attratto dalla logica e grazie anche all’opera del monaco e filosofo Nagarjuna, la logica buddhista mi ha aiutato a superare diversi momenti difficili.
Come è arrivato a Cinte Tesino e perché ha fondato lì, nella solitaria Valle dei Mulini, il suo tempio (tra l’altro il primo in Trentino)? Questa è una simpatica domanda che mi fanno spesso, e la mia risposta è sempre la stessa: credo sia stato il tempio chiamarmi, aveva già deciso lui di stare lì! Io frequento il Tesino fin da bambino, prima grazie alla presenza della nonna Carmela e poi anche dopo il suo trapasso. Mi ricordo di quando mangiavo il gelato che il titolare del bar Milano, Remo, mi offriva, con lo sguardo rivolto a Cinte. Ora, al di là della simpatia che può suscitare di questa storia, posso confermare senza dubbio che Cinte Tesino era il posto giusto per dare i natali al tempio! La comunità cintese mi ha fatto sentire affetto e accoglienza fin da subito, dando esempio di apertura che, credetemi, non è facile da trovare. Il perché della Val Molin? Ma avete visto che paradiso è questo luogo? Molti considerano il buddhismo come una filosofia di vita più che una vera e propria religione. Può farci chiarezza in merito a questa questione? Si me lo chiedono spesso, ma io rispondo sempre che il Buddhismo è capace di essere ciò che ogni persona desidera che sia per la sua serenità ed il suo benessere! Può essere religione, filosofia, scienza della mente, stile di vita. È merito anche e soprattutto suo se al Dalai Lama è stata conferita la cittadinanza onoraria di Cinte Tesino nel 2017. Quali sensazioni ha provato in quella circostanza? In realtà anche se molti pensano questo, il merito non è mio. Forse io sono stato solo uno strumento, ma il merito va alla
Speciale Tesino Il personaggio di casa nostra
precedente amministrazione a alla lungimiranza del sindaco che vide nella figura del Dalai Lama un perfetto esempio di pace, giustizia e fratellanza tra i popoli. La scelta di conferire la cittadinanza onoraria e, altresì, di posizionare una
con i festeggiamenti del Vesak (in cui si ricordano nascita, illuminazione trapasso del Buddha) e abbiamo avuto una buona partecipazione nonostante il brutto tempo. Appena pronto si potrà trovare il programma estivo nel sito del tempio o nella pagina Facebook mia e del tempio. Contatti: cell 3920318142 Facebook: Ven Seiun Tenryuzanji Temple Email: fushin.seiunbo@gmail.com
bacheca lignea all’entrata del paese proprio per il Dalai Lama fa sì che Cinte sia l’unico comune in Italia ad avere come cittadino onorario Sua Santità! Il suo tempio è visitabile? Di quali iniziative si è fatto promotore in questi anni e quali ha in programma? Si il tempio è visitabile, però consiglio sempre di avvisarmi con un messaggio, email, telefonata perché non sono sempre presente a causa dei molti impegni. In questi anni come tempio abbiamo collaborato a diverse iniziative con l’amministrazione di Cinte Tesino per incontri pubblici, camminate meditative, pranzi comunitari ecc. Come tempio organizziamo anche eventi di studio, di pratica spirituale, di arti marziali, assistenza spirituale, ma personalmente sono impegnato anche con diversi istituti scolastici della provincia di Trento, con ospedali, carceri, ecc. Quest’anno, abbiamo ricominciato
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Speciale Tesino Conosciamo Villa Daziaro di Chiara Paoli
La Villa Rossa del Tesino
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hiunque percorra la strada che collega Pieve a Castello Tesino, l’ha sicuramente vista, ma forse non sa cosa nasconde quella costruzione rossa, che porta il nome di Villa Daziaro. Si tratta di un edificio dichiarato di “interesse culturale”, dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Trento, non solo per lo stile architettonico che lo caratterizza, ma anche per le sue vicissitudini. L’edificio è stato costruito nella seconda metà dell’ottocento, per volere di Giacomo dalle Mule Daziaro, che assieme al fratello Giuseppe aveva fatto fortuna vendendo stampe, come molti altri ambulanti del Tesino. In giovane età egli parte per commerciare innanzitutto in Austria, per poi raggiungere Lituania, Ucraina e nel 1825 Varsavia in Polonia. Trova lavoro presso Ditta Daltrozzo, i cui proprietari sono nativi di Borgo Valsugana, e saranno proprio loro a indurlo ad intraprendere la via del successo in Russia. Nel 1827 Giacomo è a Mosca, dove apre il primo negozio in piazza Lubjanka, da allora e sino al 1855, seguiranno altre 5 aperture di empori per la vendita di stampe e prodotti legati alle belle arti: due a Mosca, uno a Pietroburgo, uno a Parigi, e uno a Varsavia. L’edificio, completato nel 1874, appare come il coronamento di un sogno, quello
di Giacomo, di tornare nel proprio paese d’origine per passarvi la vecchiaia, dopo anni di duro lavoro che lo hanno tenuto lontano da casa. Questo luogo sarebbe divenuto anche un polo scolastico, dove insegnare ai giovani locali le lingue straniere, così che potessero più agevolmente intraprendere la via del commercio di stampe in Europa. Il corpo principale della costruzione si contraddistingue per l’uso di mattoni rossi, mentre le strutture laterali appaiono come porticati, lavorati in pietra bianca, con annessi edifici a fini agricoli: la scuderia e la casa del mezzadro. La struttura a ferro di cavallo ha subito alcune piccole modifiche nel corso del tempo: si è provveduto all’apertura di due ampi archi nei loggiati laterali, mentre la torretta centrale è stata sopraelevata, quando si è scelto di sostituire il tetto piatto della costruzione, tipico dell’architettura russa, con quello a spiovente. Si tratta di un’architettura unica nel panorama Trentino, che mescola lo stile caratteristico delle ville lombardo-venete, con un tocco nordico e il chiaro richiamo all’eleganza della maniera zarista. L’edificio centrale, a pianta rettangolare è dotato di un ampio salone al piano nobile, che si conserva nella sua bellezza originaria, contraddistinta dalle
colonne quadrilobate in legno di larice. La scala principale, che collegava il pianterreno con quello superiore, si collocava un tempo al centro della struttura e tutt’attorno, trovavano spazio le stanze, riservate al proprietario e agli ospiti. Lo scalone nel 1920 è stato spostato sul lato destro dell’accesso principale; all’ultimo piano si trova la mansarda e dalla torretta si può accedere alla terrazza che offre una splendida vista sulla valle del Tesino. Splendido anche il giardino che circonda la costruzione, che si suddivide in tre settori, collegati da un sentiero in ghiaia, che porta al portone di ingresso alla villa. La prima area è quella di accesso, delimitata dalla cancellata in ferro battuto, dalle due colonne che riportano l’iscrizione Villa Dazario e vede la presenza di un secolare cedro dell’Himalaya che incornicia due zone aiuole erbose e fiorite. La seconda superficie verde si connota per la fontana di forma rotonda che si colloca al centro, qui il vialetto è realizzato con lastre di pietra, mentre nella terza e ultima zona, sopraelevata, trova spazio l’orto, di forma semicircolare, oltre il quale si staglia il bosco. Durante la Grande guerra, la villa venne tramutata in un ospedale militare.
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Pub Pizzeria Ristorante
Betty`s Hill
di Pieve Tesino
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l Pub Pizzeria Ristorante Betty`s Hill ha portato lo stile inglese a Pieve Tesino. Con i 120 coperti a disposizione, un ampio e comodo parcheggio, un servizio professionale e veloce, si fa apprezzare per la sua eleganza austera, per il suo lusso classico, ma al tempo stesso attuale e accattivante. Un esempio di raffinatezza e buon gusto, per ritrovarsi a tavola tra amici, gustando fascino e funzionalità, in un’atmosfera unica e accogliente dove, colori tenui, stampe floreali, tessuti pieni e colorati, valorizzano al meglio un locale a conduzione familiare che offre ai suoi clienti la buona cucina tipica del Trentino unita a competenza, professionalità e conoscenza del proprio mestiere. Un assortito menù che prevede pizza, dall’impasto leggero a base di farina kamut o integrale, primi piatti fatti in casa, quali strangolapreti e canederli. I secondi piatti tipici della tradizione, come carne salada, alla piastra o cruda, tosella del Primiero con polenta e formaggio fuso alla piastra, oppure una gustosa tagliata di manzo con patate al forno, bistecca ai ferri, cotoletta con patate, braciola ai ferri, il tutto accompagnato da salumi di prima qualità accompagnati e da formaggi locali e non. Tutti i prodotti scelti sono freschi e di ottima qualità. Al pranzo si offrono menu fissi e, su prenotazione, è possibile gustare specialità di selvaggina e pesce. Sempre su prenotazione, si organizzano feste di compleanno e cene aziendali. Il locale propone una vasta scelta di birre: bionda Hallertau, rossa Dikke Matilde non filtrata biologica, Guinness, e Waizen. (P.R.)
Ci trovate in Localita Pradellano, 1 - Pieve Tesino Tel: +39 0461 594015
Speciale Tesino Storie di casa nostra di Francesco Zadra
La Leggenda dell’impiccato a Castello Tesino Una condanna a morte, un furto e una gallina.
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osa unisce il caldo ritmo del flamenco alle miti alture trentine? Esiste davvero un fil rouge tra le terre iberiche e la piccola valle del Tesino? Apparentemente no. Nada. Eppure i 1643 km che separano il comune di Castello Tesino dal pueblo di Santo Domingo de la Calzada vengono quasi azzerati entrando nella chiesa di Sant'Ippolito. Situata sull'omonimo colle in località S.Polo, riporta sulle sue mura (datate 1436) la “telecronaca” di un presunto delitto avvenuto nella Spagna medievale, quando quelle lande sconfinate ricadevano sotto la corona di Navarra. Un efferato spargimento di sangue la cui fama ha attraversato l’Europa, varcando Alpi e Pirenei, per giungere sino a noi. Oggigiorno, epoca di videochat e cronaca nera in prima serata, un tale passaparola sembra scontato. Quasi banale. Ma per il XV⁰ secolo non lo era affatto. Imbiancato nel '600 per ordine del vescovo di Feltre e rinvenuto nel 1927 grazie alla fortuita scoperta di Ermete Sordo, l'affresco narra una vicenda che pare uscita dalle più intricate trame poliziesche: una pia famigliola di pellegrini, un'accusa di furto e un innocente condannato a morte. Un giallo degno di Sherlock. Padre, madre e figlio giungono alla lo-
canda, una delle tante che costellano il Cammino di Santiago. Stremati, dopo ore di viaggio sotto il sole cocente, sperano di trovare ristoro e qualcosa da addentare. Ma quello che sembrava un normale pellegrinaggio in famiglia si tramuterà presto in tragedia… La figlia del locandiere, addetta alla tavola calda, adocchia il giovane. Lo fissa a lungo, comincia a girarci attorno. Vuole farsi notare. Ma lui, nonostante le ripetute avances, sembra interessato solo al tagliere di salumi sotto al suo naso. Questo la fece andare su tutte le furie. "Non posso avere ciò che voglio? Gliela farò pagare...” La vendetta della locandiera non tardò a palesarsi: un prezioso calice era scomparso dalla mensola, il colpevole? Ovviamente LUI! Poco importa che non si fosse mai schiodato dal tavolo e avesse infranto tutt’al più, gozzovigliando e tracannando vino, il divieto di bere alcolici in minore età. Alibi di ferro che non salverà lo sventurato giovane dal patibolo. Scossa e affranta per la perdita dell’unico figlio, la coppia decise di incamminarsi comunque verso Santiago, per venerare la tomba dell'apostolo Giacomo. Al ritorno la risposta alle loro preghiere: il figlio, vivo e vegeto, li attendeva nello stesso luogo in cui era stato giustiziato. La voce si sparse fino ad arrivare sul tavolo del giudice che aveva ordinato l’esecuzione. Inizialmente il magistrato la bollò a fake news: il ragazzo - diceva era vivo quanto le cosce
di pollo che stava addentando. Tra lo stupore generale, le chiocce arrostite per pranzo resuscitarono prendendo a razzolare tra pietanze e calici di vino. Da qui il proverbio: “Santo Domingo de la Calzada donde cantó la gallina después de asada (cotta)”. Tutt’ora nel villaggio iberico, a memoria del prodigio, troviamo un pollaio in cattedrale completo di gallo e gallina. Vivi. Evidente brutta copia dell’orso di San Romedio. E la locandiera? Non si può parlare di altrettanto “happy ending”. Di lì a poco l'accusatrice sarebbe stata a sua volta impiccata. Iux damnatur ubi nocens absolvitur, dicevano i latini. “Si è ribaltata la situazione”, concluderebbe Giovanni Storti. Ringraziamo di cuore Aurora Dellamaria e Riccardo Sordo per la cortese disponibilità e l'encomiabile servizio fotografico. Non di meno la parrocchia e l'amministrazione comunale di Castello Tesino per aver aperto le porte del luogo di culto ai nostri inviati. La Leggenda vi ha incuriositi? Non perdetevi le visite guidate alla chiesetta, organizzate dalla Pro Loco. Per info: 0461 727730 (ApT Valsugana)
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Speciale Tesino
Il Biolago in località Le PARTI a CASTELLO TESINO
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prirà sabato 24 luglio la struttura balneare che integrerà l'offerta turistica del Tesino. Parliamo del BIOLAGO in località Le Parti, inserito nel verde della zona sportiva, multiservizi e parco giochi per bambini, un'opportunità ulteriore volta al relax e al contatto con la natura. Un progetto iniziato nel 2014, ripreso poi tra il 2017 e 2018 con l’intervento del S.O.V.A. Della Provin-
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cia Autonoma di Trento e giunto ora a completamento con gli spogliatoi, i bagni e la sistemazione dell'area verde circostante. La struttura, fiore all'occhiello e nuovo valore aggiunto alla valle, ha una superficie balneabile di 700 mq, raggiunge un'altezza massima di mt. 1,45 e comprende all'interno una piscina per bambini con un'altezza massima di 45 cm. La sua caratteristica principale è la depurazione naturale dell’acqua attraverso l'impiego di materiali naturali, tra i quali diverse tipologie di argilla e ghiaia, che permettono che l'acqua, filtrata e depura-
ta naturalmente, ovvero senza l'aggiunta di agenti chimici, sia più calda ed abbia una carica batterica minore, permettendo di integrarsi perfettamente con l'ecosistema circostante. Un'area fitoterapica completa esteticamente la proposta assieme all'area servizio esterno con docce ad acqua riscaldata da un sistema solare termico, gli spogliatoi e l'uso infermeria. Si trova ampia possibilità di parcheggio nell'immediata vicinanza. Il biolago, gestito per la stagione estate 2021 da A.P.T. Valsugana e Lagorai, sarà aperto tutti i giorni, previo pagamento d'ingresso, dalle 10.00 alle 18.00, sino a metà settembre. Non è necessaria la prenotazione ma ci sarà
la possibilità che gli ingressi possano essere contingentati una volta raggiunta la capienza massima. Un ringraziamento al fotografo Riccardo Sordo per la gentile concessione delle foto e il Piccolo Mondo di Glenda che ha dato i costumi.
Speciale Tesino
Dalla Valsugana e Tesino ci scrivono
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’America, che è attualmente il paese che si eleva sopra ogni altro per attività e ricchezza e per sorprese inaspettate, tanto nel movimento della vita politica, che nello sviluppo ed applicazioni delle scienze, ha destata recentemente la curiosità, e lo stupore, con due scoperte che sono veramente sorprendenti. Graham Bell è l’inventore di amendue, e non sono che applicazioni dell’elettricità, mediante il telegrafo elettro-magnetico da ognuno conosciuto. La prima che si chiama Telefono di cui i nostri lettori avranno già da tempo inteso parlare da molti giornali, è un apparato mediante il quale si riesce a conseguire che il suono prodotto ad una stazione telegrafica si riproduca e si oda ad un’altra stazione, benché distante dalla prima più centinaia di chilometri. Quei che assistettero agli esperimenti
fatti fra la stazione di Boston e Malden, non riavenivano dallo stupore, udendo le spiccate parole, che in tuono ora alto, ora sommesso sortivano da un magico scrigno, che avevano dinanzi, e sembravano pronunciate da lui, mentre invece si proferivano a nove chilometri di distanza, col suono sì fedelmente riprodotto, che alla cadenza si poterono riconoscere le persone. Infine una valente cantatrice inviò per telegrafo da Malden a Boston un mottetto di congedo, e pella stessa via né ricevette i fragorosi battimani. Lo stesso signor Bell inventò da poco un altro apparecchio detto Teleletroscopio, col mezzo del quale comparisce alla stazione opposta una persona, un oggetto, un monumento, un panorama nella sua pienissima verità, sicchè non si può solo conversare dall’Europa in America con un amico, un fratello, una madre; ma ancora vederli vivi e sorridenti, udire la loro voce, gli adii, perché il Teleletroscopio forma parte integrante dello stesso Telefono. La parola Teleletroscopio significa – sita di cose lontane mediante il telegrafo elettro-magnetico. Della costruzione di questi apparati non si hanno notizie sufficienti per farne una descrizione, si sa soltanto che il Teleletroscopio si compone di due camere ottiche, una al punto di partenza, l’altra al punto d’arrivo collegate fra loro per una combinazione di fili metallici. La parete interna della prima camera è compo-
sta dalle punte di fili metallici sottilissimi stretti fra loro in modo da formare in apparenza una superficie continua e piana. La stessa disposizione si deve supporre all’altra estremità, alla camera d’arrivo. Ora se davanti alla prima superficie si supponga collocato un oggetto qualunque, e se le variazioni luminose, corrispondenti alla particolarità delle forme, e dei colori, sieno ritratte da ciascuno dei fili conduttori sottoposti ad una corrente elettrica, esse si riprodurranno identiche all’altra estremità. Questi sono certo dati troppo scarsi per comprenderne il maneggio. Così è pure del Telefono che per difetto d’un
esatta descrizione, siamo ancora all’oscuro del come si riproduca la voce, non solo quanto al tuono, ma quanto ancora alla qualità. Per questo non possiamo negare il fatto affermato esplicitamente da chi ne fu testimonio. La Valsugana n. 20, 15 ottobre 1877 Foto tratte dal libro “ Saluti dal Tesino 1890 -1960 Edito da Senza Barriere – ONLUS- Cooperativa sociale, a cura di Graziella Menato, Paola Zotta Zampiero e Fabrizio Zotta.– Patrocinio della FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO
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Speciale Tesino Tra storie e fantasia di Franco Zadra
La LEGGENDA del
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CLINTON in TESINO
miti e le leggende che non vengono tramandati, sono destinati a scomparire, e così possiamo presumere di aver perso una quantità inimmaginabile di storie legate al territorio Tesino che per ragioni del tutto contingenti non sono divenuti leggenda. Vi sono però anche, e sono la maggioranza, di quei racconti famigliari che si comportano nel corso della storia di varie generazioni come quei fiumi carsici che dopo aver percorso misteriose e sotterranee vie lungo svariati chilometri, riemergono per percorrerne altrettanti in superficie. Tramite di queste storie carsiche, veri e propri miti domestici, sono anche insignificanti (in apparenza) confidenze scambiate in un pomeriggio estivo qualunque tra nonna e nipote, circa un fatto avvenuto tanto, tanto, tanto tempo fa, che la stessa nonna aveva conosciuto per tramite della propria nonna, la quale lo sapeva da sempre, o almeno da quando la sua
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di nonna glielo aveva confidato in un qualunque pomeriggio d'estate, mentre spalmava una fetta di pane con il burro appena rassodato nella zangola e servito alla nipote assieme a una marmellata di fragole della quale non sapremo mai più che cosa ci siamo persi. Una di queste storie è riemersa da poco arrivando fino a noi, per la prima volta scritta su carta in favore dei lettori di questa rivista, e riguarda un fatto molto addietro nel tempo, ma che nulla impedisce possa riprodursi tale e quale ai nostri giorni. Il poterlo mettere nel proprio tesoro personale di storie conosciute, già vissute, con il suo corredo di insegnamenti morali e valori umani, non può che considerarsi un arricchimento che potrebbe tornarci utile per il nostro quotidiano. La storia che vogliamo raccontarvi (a questo punto si tratta di un regalo), ha come protagonisti due cugini, il Bepi e
il Toni, entrambi appassionati lavoratori della campagna e in particolare dei vitigni che coltivavano per arrivare a produrre un vino riservato allo stretto consumo domestico. Era il tempo in cui i vitigni di tutta la valle del Tesino subirono una grave decimazione a causa della fillossera, e così i due cugini si ritrovarono dall'oggi al domani con le viti disseccate e inservibili. Solo il Bepi salvò un centinaio di piante sulle quali aveva sperimentato un nuovo innesto di vite europea su una radice di vite americana che si dimostrò resistente al parassita. Mentre dunque tutti i contadini del Tesino erano rimasti senza uva, il solo Bepi poteva contare per quell'autunno su settantotto piante di Clinton, derivate dall’incrocio tra Vitis Riparia e Vitis Labrusca che avrebbero fornito alla sua famiglia anche quell'anno un vino profumatissimo e dalla bassa gradazione alcolica, caratterizzato dall’inconfondibile
Speciale Tesino Tra storie e fantasia sapore “selvatico” e dall’intenso colore violaceo che lasciava una densa traccia nei bicchieri e, per il disappunto risentito della moglie Rosa, qualche volta anche sulle tovaglie. Un mattino d'aprile però, svegliatosi come di consueto al primo albeggiare e uscito per la sua solita passeggiata in contemplazione della natura, il Bepi dovette constatare con grande dispiacere che ben trentanove esemplari di quelle viti gli erano stati rubati, estratti con perizia dal terreno senza lasciar traccia. Trascorsero alcune settimane da quel fatto e Bepi si era del tutto rassegnato a veder dimezzata la sperata produzione di vino quando, uscito di messa una domenica mattina si vide affiancare da un compaesano che gli chiese ragguagli sulla coltivazione del Clinton. Sorpreso Bepi gli domandò come si fosse trovato a coltivare quel tipo di vite e quello gli disse che aveva ricevuto in regalo da Toni tre piante di Clinton. Bepi non ci mise molto
ad andare a vedere la campagna del cugino e a contarvi, costernato, le trentasei piante che mancavano al conto complessivo. Il suo dispiacere più grande fu nel constatare che l'autore del furto era uno della sua famiglia, ma appena fatto questo pensiero si rese conto che gliene veniva anche una sorta di consolazione che non seppe spiegare. Quella stessa notte, Bepi sognò un ragno morto, impigliato nella sua stessa ragnatela e circondato dalle sue prede, le mosche morte che aveva catturato in vita. Uno spiffero di vento era la sola parvenza di animazione di quella scena spettrale che fece risvegliare il Bepi madido di sudore. Tre giorni dopo si ritrovò in chiesa a scambiare uno sguardo stupito con il contadino che gli aveva chiesto del Clinton mentre questi spargeva di acqua santa il feretro del cugino Toni. Colto improvvisamente da infarto, Toni
aveva avuto solo il tempo di dire alla moglie Agnese, «...le viti di Clinton son quelle del Bepi, vedi che sia lui a curarle...».
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BICIGRILL DEL TESINO
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iete alla ricerca di un momento di relax e tranquillità in un ambiente accogliente e familiare? Un locale carino ed ospitale dove mangiare durante la vostra permanenza nella Valle del Tesino? Il Bicigrill del Tesino è ciò di cui avete bisogno! Nella splendida valle del Tesino, è un ottimo punto di incontro e di ritrovo per un momento di relax in un locale a gestione familiare accogliente e ben arredato. Potete venire a trovarci per degustare un ottimo caffè o per un aperitivo, ma non è tutto: abbiamo anche una cucina semplice e casalinga che usa prodotti naturali che spazia da panini a primi e secondi piatti e non dimentichiamoci del dolce! Da noi potrete trovare massima disponibilità e cortesia nel consigliarvi al meglio sulle varie attività, escursioni, percorsi e itinerari dove poter godere al massimo delle bellezze del nostro territorio. Luogo di partenza per vari percorsi per e-bike e mountain bike. Qui da noi potrete ricaricare le vostre e-bike per proseguire al meglio la vostra esperienza nell’altopiano del Tesino e prossima-
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mente presso la struttura sarà possibile il noleggio di biciclette elettriche. Stiamo lavorando anche ad alcuni progetti per valorizzare e promuovere ulteriormente il nostro amato territorio. Seguiteci su Facebook e Instagram per rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità e promozioni! Dove ci trovate: sulla strada provinciale n. SP78 del Tesino, tra i comuni di Pieve Tesino e Castello Tesino. Siamo sul percorso storico della Via Claudia Augusta Altinate e sul percorso della ciclopedonale del Tesino di prossima realizzazione! Vi aspettiamo nella splendida Valle del Tesino. Non vi resta che venirci a trovare! (P.R.)
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Loc. Casolin, 1 - CASTELLO TESINO Tel: 347 7341215 - Facebook: pagina Bicigrill del Tesino - Instagram: bicigrilldeltesino
Speciale Tesino L'artista di casa nostra
Alberto Boschetti, Scultore del legno
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lberto Boschetti è uno scultore del legno, vive e lavora a Pieve Tesino, nella sua valle di origine. La sua formazione ed esperienza in campo artistico inizia fin dalle scuole medie, ma la passione gli viene frequentando un gruppo di scultori amatoriali che si trovavano una sera in settimana per lavorare assieme e avere qualche consiglio da parte di Guido Granello, uno scultore autodidatta di notevole maestria. Alberto ha imparato da Granello e dagli altri scultori del gruppo i primi rudimenti della scultura, prendendo confidenza con gli scalpelli e con il legno, realizzando qualche semplice figura in bassorilievo. Grazie a questa nuova esperienza scopre la passione innata per il disegno e si iscrive al Liceo Artistico Alessandro Vittoria a Trento, dove approfondisce lo studio delle figure, della storia dell’arte e la tecnica della progettazione. Durante gli ultimi due anni di liceo conosce a Ziano di Fiemme Loris Paluselli, artista ed artigiano del legno, ne frequenta
lo studio e, nel corso di due stages di una settimana nel 2015 e 2016, sotto il suo vigile occhio, approfondisce la propria formazione. Finiti gli studi liceali ,diplomandosi nella lavorazione del metallo, sceglie per gli studi post diploma la scultura lignea e si iscrive ad un corso di specializzazione ad Ortisei, in Val Gardena. Per tre anni e mezzo si dedica completamente allo studio delle arti figurative scultoree, dalla scelta e preparazione del pezzo di legno, alla progettazione su carta, la creazione di un modello plastico per la metodica realizzazione in legno. Finita l’esperienza in Val Gardena, con il conseguimento del diploma di lavorante artigiano scultore, Alberto ritorna in Tesino, e a settembre 2020 decide di avviare la propria attività e attrezza il proprio laboratorio di casa con diversi macchinari. Lavora soprattutto su commissione, realizzando ogni scultura valorizzando quel carattere di unicità che il fatto a mano porta con sé. Si cimenta spesso anche nella realizzazione di sculture da tronchi ancora radicati nel terreno, in giardini privati e per enti o associazioni. La sua filosofia di lavoro è sicuramente lo studio attento di ogni figura, con l’attenzione al dettaglio e la valorizzazione di tratti caratteristici, la ricerca del carattere nell’espressione e nelle
posture in modo che la figura dia a colpo d’occhio un’impressione di vita" Sta
all'osservatore, dice Boschetti, tramite le proprie esperienze, trarre qualcosa che risveglia un ricordo o un’emozione".
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Speciale Tesino Storie di ieri di Andrea Casna
Il miracolo di Sant’Udalrico
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l Trentino, sin dall'antichità, è sempre stata una regione di frontiera e di passaggio. E in questo contesto rivestì un ruolo fondamentale anche la Valsugana dove, sin dai tempi di Roma, vi passava la via imperiale conosciuta con il nome di Via Claudia Augusta. L'antica via imperiale passava anche per la zona del Tesino. Ed ecco che la Valsugana divenne, sin dall'antichità, una delle più importanti vie di collegamento fra mondo tedesco e italiano. Con la caduta dell'Impero Romano la Valsugana non perse la sua importante funzione di collegamento. Anzi, nel medioevo, soprattutto con la nascita dell'Impero tedesco, prima dell'anno Mille, il Trentino e la Valsugana mantennero la loro importanza strategica. Nella storia e nel paesaggio possiamo trovare ancora oggi segni e testimonianze dell'antico ruolo strategico assunto dalle vallate del Trentino. E in questo caso specifico ci si riferisce al culto di Sant'Udalrico, vescovo di Augusta e uomo fedele all'Imperatore Ottone I di Sassonia. Nel corso della sua vita, Udalrico effettuò, nelle vesti di ambasciatore, diplomatico e uomo di chiesa, una serie di viaggi a Roma. Una delle direttrici che all'epoca collegavano il mondo germanico con quello latino era, come detto sopra, il Trentino. Ancora oggi abbiamo luoghi di culto dedicati al santo vescovo di Augusta: a Lavis (antico confine e tappa obbligata sulla strada Trento-Brennero); valle dei Laghi (la chiesa dedicata al santo sorge sull'omonimo passo e sul confine fra i comuni di Cavedine e Drena) e Valsugana a Grigno (la tradizione vuole far risalire la sua fondazione al X secolo e quindi al passaggio del santo in questa zona Trentino). Entrando nel dettaglio, la chiesetta dedicata a Sant'Udalrico, è della parrocchia di Grigno, proprio lungo la strada che porta nel Tesino. La
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Speciale Tesino Storie di ieri
prima notizia relativa all'esistenza della chiesa risale al 1585, ma la tradizione la vuole vedere legata al passaggio, come riportato in molte leggende, di Sant'Udalrico nel X secolo: a costruirla, secondo la tradizione, sarebbero stati gli abitanti di Grigno e del Tesino. IL MIRACOLO Udalrico, vescovo di Augusta, prima dell'anno Mille attraversò il Trentino accompagnato da un piccolo gruppo di servitori. Era già, possiamo dire, famoso per la sua devozione e santità. Era diretto a Roma ma, a causa delle inondazioni dell'Adige, giunto a Lavis, fu costretto a cambiare strada e scendere in Italia verso la Valsugana passando per l'Altopiano del Tesino. Il viaggio verso Roma, al tempo, era pericoloso e soprattutto faticoso. Alla popolazione non sembrò vero di poter ospitare una personalità così importante per la Chiesa e per l'Impero. Lì, nel Tesino, dopo il lungo viaggio il tanto amato e venerato vescovo poté finalmente riposare. Il pievano del Tesino, infatti, consigliò a Udalrico di non prendere la strada per Feltre, ma di scendere a valle, verso Grigno, per poi dirigersi direttamente verso la pianura veneta: in questo modo avrebbe accorciato di molto il suo viaggio verso Roma. Udalrico seguì il consiglio. La mattina seguente, il vescovo con i suoi servitori, accompagnato da tutta la gente del Tesino, scese verso le rive del fiume Brenta. Giunto a
Grigno, il vescovo fu accolto da tutta la gente della Valsugana. Furono momenti di gioia e di festa. Due anni dopo, di ritorno da Roma, Udalrico decise di passare per il Tesino. Anche in quest'occasione la gente accolse con gioia e festa il ritorno del tanto amato vescovo. Ma la popolazione del Tesino, in quell'occasione, si mostrò al vescovo stanca, preoccupata e affaticata. Era da mesi, infatti, che non pioveva in quella zona del Trentino e mesi di siccità stavano mettendo a rischio i pascoli e le colture. Gli abitanti chiesero, quindi, al vescovo un miracolo. «Da molti mesi -disse il capo comune, rivolgendosi al vescovo – che non piove. Le fontane e i corsi d'acqua sono secchi. I nostri campi stanno morendo. I nostri animali rischiano di morire. Siamo disperati. Non sappiamo più cosa fare». A quel punto Udalrico preoccupato per la condizione in cui versava quella gente devota si rivolse al capo comune dicendo: «tutti voi venite allora con me. Accompagnatemi lungo la strada che porta a Trento, e vediamo cosa succede». La gente del Tesino si riunì e seguì il vescovo e i suoi diaconi. Ad un certo punto, prima della Forcella, il cielo si riempì di nuvole e dopo pochi minuti iniziò a piovere. Ecco il miracolo di Sant'Udalrico in Valsugana. Udalrico morì ad Augusta, la sua città, il 4 luglio 973 d. C. Fu una delle personalità più influenti del suo tempo. Appoggiò sin da subito il re di Germania, Ottone I di Sassonia, nella costruzione di un impero tedesco e cristiano: il Sacro Romano
Impero Germanico. Nel 954 d.C durante l'ultima sommossa contro Ottone (voler costruire un impero vuol dire farsi di nemici, e i nemici ad Ottone non mancarono), Udarlico riuscì a negoziare una tregua, evitando lo scontro fra gli eserciti di Ottone e del duca Liudolfo di Svevia. Nel 955 d.C fu lo stesso vescovo a organizzare la difesa di Augusta contro l'invasione degli Ungari. Erano, infatti, anni tumultuosi caratterizzati da nuove invasioni, con gli ungari, popolo proveniente dalle steppe dell'est, che depredavano e minacciavano la stabilità dei già fragili regni. Sant'Udalrico, di fronte a questa minaccia, organizzò la difesa di Augusta. Nell'anno 993 d. C divenne santo per volere del pontefice Giovanni XV. E fu proprio dopo la sua canonizzazione che, stando alla tradizione, le genti del Tesino e quelle di Grigno costruirono una chiesa in suo onore, a ricordo di quel suo viaggio miracoloso. Fino a non molto tempo fa la chiesetta fu meta di numerosi pellegrinaggi durante le siccità.
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Speciale Tesino CAMPING VALMALENE
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sistono particolari angoli in Valsugana che per la loro naturale bellezza attirano lo sguardo del turista o di chi, amante delle due ruote, si lascia attrarre da paesaggi incontaminati. Tra questi la Val Malene, suggestiva conca alle porte del Lagorai, merita un posto particolare nel depliant delle cose da visitare e conservare poi nel cassetto dei ricordi più belli. Ed è lontano dallo smog e dal traffico e a stretto contatto con la natura che si potrà godere, grazie all’ospitalità del Camping Valmalene a Pieve Tesino, di un particolare momento di vera assoluto relax o una vacanza indimenticabile. Un piccolo paradiso, immerso negli spettacolari scenari delle montagne trentine con i suoi ambienti naturali incontaminati e di grande fascino.
Il Camping Valmalene è anche villaggio vacanze aperto tutto l'anno e offre tutte le comodità necessarie per vivere la natura: piscina, campo da tennis, bocce, sala giochi, pallavolo, supermercato, ristorante, bar e grill, pizzeria, teatro tenda, Baby room con area giochi interna ed esterna. e biblioteca con prestito testi in tutte le principali lingue. Immerso nel verde a 1150 metri di altitudine oltre ai numerosi servizi, il Camping Valmalene, offre soprattutto il piacere di gustare e apprezzare i sapori delle buona cucina tipica trentina e dove il gusto per le cose buone e genuine trova la sua giusta dimensione. Un’accogliente sala da pranzo dove la modernità si inserisce armoniosamente con un ambiente rustico di montagna che mette a proprio agio l’ospite e gli permette di assaporare deliziose prelibatezze che non hanno tempo e che appagano il palato, anche quello dei più esigenti. Gustosi piatti tipici e tradizionali e specialità culinarie uniche, preparati da sapienti mani che usano solo prodotti genuini e a Km zero. Ma il Camping Valmalene è anche villaggio vacanze con bungalow perfettamente attrezzati, villette in muratura dislocate all’interno del camping e dotate di ogni confort, 3/4 posti letto, bilocale con angolo cottura e frigo, bagno con doccia, TV satellitare,
CAMPING VALMALENE sas
attrezzatura da cucina e riscaldamento, servizio biancheria e lettini per neonati su richiesta, e una Spa con sauna finlandese, bagno turco, doccia a chiocciola, kneipp,
e zona relax con angolo tisane. Un angolo di vera quiete naturale per godere, nel migliore dei modi, il benessere del corpo e della mente. E per gli amanti dei percorsi in E-Bike vi è la concreta possibilità di una sosta ristoratrice per ricaricare le proprie energie o la propria bike per poi proseguire l’avventura magari percorrendo i 185 km delle piste ciclabili del Tesino. (P.R.)
Via Valmalene - PIEVE TESINO Tel: 0461 594214 – email: info@valmalene.com
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Speciale Tesino
Tesino: oasi di natura e storia
C’è un angolo segreto di Valsugana dove, protetti da una corona di alte montagne, passato e futuro s’incontrano e si fanno conoscere. È il verdissimo altipiano del Tesino: un territorio nel territorio, custode orgoglioso delle incredibili storie di un’intera stirpe di grandi commercianti di immagini e terra natale di uno dei padri fondatori dell’Europa moderna, Alcide De Gasperi. Un amalgama di storie capace di emozionare e di rivivere grazie al Museo Casa De Gasperi, al Museo Tesino delle Stampe e dell’Ambulantato Per Via e al Giardino d’Europa: tre tappe di un percorso che
si snoda tra avventure picaresche, spunti di grande profondità umana e civile e l’atmosfera rasserenante della montagna. Un viaggio che parte dal grazioso
borgo Pieve Tesino, cuore dell’epopea dei venditori ambulanti che fin dal Seicento s’incamminarono in cerca di fortuna lungo le strade d’Europa per vendere le loro stampe, diventando in breve tra i protagonisti della nuova civiltà delle immagini. Le loro vicende li porteranno tra alterne fortune a toccare ogni angolo del Vecchio continente e a fondare una rete commerciale fatta di decine di negozi, tanto che pressoché in ogni grande capitale dell’età moderna troviamo traccia della presenza tesina. Il Museo Per Via oggi ci fa toccare per mano questa storia di comunità, fatta sia di successo – si pensi alla famiglia Daziaro, che si affermerà come stampatrice ufficiale degli zar di Russia! - sia di silenziosa fatica: quella delle donne tesine, che in assenza dei mariti commercianti ressero per quasi tre secoli l’intero peso della vita quotidiana della vallata. Un Museo moderno e interattivo, che dal 13 luglio al 3 novembre 2019 ci racconta anche un’altra grande storia legata all’immagine grazie alla mostra Lutero Per Via. Le immagini, infatti, ieri come oggi non sono solo un diletto estetico, ma sono anche un potentissimo veicolo di pensiero: ecco perché già nel Cinquecento la propaganda luterana varcò le Alpi portando anche in Trentino la sua feroce critica anticlericale proprio attraverso le stampe e
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Speciale Tesino
i venditori ambulanti. Tra immagini di cardinali raffigurati come buffoni, ecclesiastici che si trasformano in mostri crudeli e rarissimi esemplari di bibbie luterane scampate ai roghi dell’Inquisizione, l’esposizione racconta i tratti di una vera e propria battaglia ideologica, combattuta cinquecento anni fa a colpi di immagine. A pochi passi dal Museo Per Via, sorge la casa dove il 3 aprile 1881 nacque Alcide De Gasperi, lo Statista che guidò l’Italia e l’Europa nella Ricostruzione postbellica. L’edificio oggi è un museo di quattro piani, il Museo Casa De Gasperi, pronto ad accogliere i visitatori che da tutta l’Europa vengono proprio a Pieve Tesino per trovare i valori fondamentali che stanno alla base di questo grandioso progetto di integrazione. Grazie alla disponibilità guide preparate e appassionate o alle potenzialità interattive di modernissime videoguide - disponibili in italiano, inglese,
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tedesco e francese - le sale della Casa Museo, interamente restaurata e allestita con moderne installazioni multimediali, ci permettono di ammirare il coraggio e la determinazione di chi seppe vedere il futuro oltre le distruzioni di due guerre mondiali. Il messaggio umano e civile di Alcide De Gasperi è considerato oggi un patrimonio prezioso, tale da rendere questo speciale luogo della memoria il primo sito italiano a essere insignito del prestigioso Marchio del Patrimonio europeo.
visite guidate incluse nel prezzo del biglietto alle 15 e alle 16.30 al Museo De Gasperi e al Museo Per Via. Dal 1° luglio al 23 settembre ogni giovedì è possibile fruire di un’ulteriore visita guidata al Museo Casa De Gasperi inclusa nel prezzo del biglietto alle ore 15.00, che si competa con la visita al Giardino d’Europa alle ore 16.30 (vedi box relativo al Giardino) Possibilità di altre visite guidate su prenotazione. www.degasperitn.it
Giardino d’Europa
“Un giardino è una cosa da cui dobbiamo essere stati cacciati; altrimenti, come avremmo potuto abbandonarlo?” (Rudolf Borchardt) Lasciata la Casa Museo, il Tesino è
Museo Casa De Gasperi e Museo Per Via
Orari d’apertura 1 maggio – 30 settembre: *martedì - giovedì: 14.30-18.30 *venerdì - domenica (e festivi): 10-13 e 14.30-18.30 1 ottobre – 30 aprile: *sabato e domenica: 10-13 e 14.30-18 Visite guidate Dal 13 giugno al 26 settembre ogni domenica i Musei propongono due
pronto a rivelarci il suo magnifico volto naturale. Prima di proseguire nei boschi sui tanti sentieri che la zona offre, non può mancare una sosta al Giardino d’Europa: un’opera unica nel suo genere, che tra aiuole fiorite e richiami simbolici rende omaggio ad Alcide De Gasperi e al suo sogno di un’Europa unita. Il Giardino unisce modelli ambiziosi alla concretezza dell’ambiente di montagna entro cui nasce: la sua forma ad emiciclo richiama il teatro antico, luogo di educazione e democrazia a cui si ispirano i moderni parlamenti, ma non mancano i riferi-
Speciale Tesino
menti all’ambiente alpino circostante e alla tradizione degli “orti-giardino” e dei “giardini in vaso” che ancora oggi ravvivano le strade di Pieve Tesino, realizzando un bellissimo giardino diffuso che dialoga con il Giardino d’Europa. Il motto europeo di “unità nella diversità” trionfa nelle sue grandi aiuole fiorite, dove piante autoctone crescono vicino a varietà esotiche arrivate
da luoghi lontani: le peonie, ‘regine’ della composizione, fioriscono accanto ad astri, rose, cosmee, digitali, anemoni, campanule, potentille, spiree, prunelle. Luogo di svago e meditazione, regala la sua pace e la bellezza delle sue fioriture da maggio fino ad ottobre inoltrato, all’arrivo delle prime gelate. È accessibile liberamente in tutte le stagioni e si trova all’ingresso dell’Arboreto del Tesino, un’area di boschi e prati adatta a facili escursioni e passeggiate.
BOX giardino
Visite guidate – Dal 1° luglio al 23 settembre tutti i giovedì, al costo di 2 euro a persona, con partenza alle 16.30 dal Museo De Gasperi, al costo di 2 euro. Gratis per i possessori di Valsugana card! www.degasperitn.it
Album fotografico
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Speciale Tesino Ieri avvenne di Andrea Casna
1914-1918
Il TESINO e la GUERRA
La Valsugana, o meglio, in questo caso, la Bassa Valsugana, non era nuova alla guerra. Già dai tempi di Napoleone prima, e del Generale Medici poi (1866), gli abitanti della Valsugana erano “quasi” abituati alla guerra. Anzi, la Valsugana stessa, in quanto via di collegamento fra Trento e il Veneto, ha sempre visto, sin dall’antichità, il passaggio di truppe di ogni lingua e nazione. Ma quello che successe nell’estate del 1914 fu una novità, un’amara novità, per tutti. Con lo scoppio della Grande Guerra la maggior parte degli uomini fu chiamata alle armi. In Trentino si stima circa 60mila uomini arruolati: ne moriranno 11mila. Per quanto riguarda il Tesino, allo stato attuale, si parla di 124 caduti. (http://www.valsugana14-18.it/)
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A GUERRA IN TESINO - Ma la guerra nel Tesino colpì anche la popolazione civile. Il 24 maggio l'Italia dichiarò guerra all'Austria, e il Trentino (Valsugana compresa) si trasformò in un grande campo di battaglia. Fra il 24 maggio e il 6 giugno 1915 gli italiani occuparono il Tesino e la Valsugana nel settore compreso fra il Primiero e Ospedaletto, iniziando subito a piegare il territorio alle
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proprie esigenze costruendo strade e postazioni per le artiglierie. Più a ovest, all'altezza di Levico-Caldonazzo, stavano gli austroungarici che già da qualche tempo si erano preparati alla guerra costruendo una linea trincerata che si appoggiava ai forti di Tenna, Benne e Busa Granda. PROFUGHI E SFOLLATI IN ITALIA - Le genti della Valsugana furono costrette, a
causa delle ostilità, ad abbandonare le proprie case. Già prima del 24 maggio 1915 gli austroungarici avevano organizzato il trasferimento di alcuni gruppi di civili. Ma non tutti riuscirono ad andarsene. La popolazione civile del Tesino, con l'offensiva del maggio 1916, fu sfollata in Italia e, con i villaggi quasi disabitati, il Regio Esercito occupò le abitazioni abbandonate: le vecchie case furono usare come l'alloggio delle truppe o come magazzini. Lo sfollamento fu un dramma. A livello generale dal maggio 1915 al maggio 1916, 35.000 profughi trentini, delle Giudicarie Inferiori, Vallagarina, Vallarsa, Valsugana, del Tesino, del Vanoi, Cismon e dell’Ampezzano, furono portati in Italia. Il governo italiano, impreparato a gestire un numero così alto di profughi, decise di frazionare questi sfortunati in più di trecento comuni, dal Piemonte alla Sicilia, dislocati, come si legge nel saggio di Quinto Antonelli, Le ore di Trento (In Gli italiani in guerra: conflitti, identità, memorie dal Risorgimento ai nostri giorni. Vol. 3.2: La Grande Guerra: dall'intervento
Speciale Tesino Ieri avvenne
alla 'vittoria mutilata', a cura di Mario Isnenghi e Daniele Ceschin. Torino: Utet, 2008, pp. [688]-701), «senza riguardo al comune di provenienza e spesso neppure ai legami di famiglia, presso alloggi privati, ricoveri in comune, vecchi monasteri, ospizi, scuole, asili». CURIOSITÀ - Sfogliando i carteggi del Capitanato Distrettuale di Borgo, presso l'Archivio di Stato di Trento, si trovano una serie di documenti di un certo interesse. Si tratta di una documentazione relativa alle richieste di indennizzo - inoltrate dagli abitanti della Bassa Valsugana (in modo particolare di Castello Tesino) sfollati nelle regioni del Regno d'Italia per l'utilizzo fatto dall'esercito. Oltre alle abitazioni private, il Regio Esercito prese anche in “affitto” alcuni edifici pubblici come per esempio il vecchio ospedale di Castello Tesino. A fini militari, inoltre, furono riutilizzati sempre dall'esercito lo stabilimento dell'ex birrificio (Castello Tesino) e la ex locanda al Broccon. Per esempio, nell'agosto del 1917, una certa Maria Braus, profuga a Passalacqua di Tortona (Provincia di Alessandria, Piemonte), fece richiesta di pagamento dell'affitto per l'utilizzo della propria abitazione da parte delle autorità militari italiane.
Sono occupate dai militari anche l'abitazione di Giacomo Boso di Castel Tesino, profugo a Schiavone, provincia di Vicenza, e quella di Boso Battista Cecolo, numero civico 323 di Castel Tesino occupata dal Genio Divisionale ed Ospedaletto da Campo 108. Si parla poi dello sgombero della Fabbrica di Birra, da parte del Comando della 15° Divisione di Fanteria, Ufficio Stato Maggiore, 20 maggio 1917 (timbro del Commissariato Civile di Borgo), oggetto: Fabbrica di Birra di Castel Tesino «Si comunica a codesto Commissariato che l'Intendenza della 6° Armata ha stabilito che il materiale esistente nella Fabbrica di Birra in Castel Tesino, venga sgomberato, per essere impiegato per uso militare. Al riguardo un ufficiale della Commissione
Recuperi è già venuto in Castel Tesino per stabilire modalità d'acquisto, e per regolare lo sgombero dei materiali stessi, sgombro che è già stato iniziato». Concludiamo questo breve viaggio con un contratto di locazione fra Barbieri Angelo (rappresentante del Commissario Civile del Distretto di Borgo) e Palumbo dott. Giuseppe (direttore dell'Ospedale da Campo 108, delegato a rappresentare l'Amministrazione Militare): “si da in affitto all'amministrazione militare i locali detti “l'antico ospedale civile” ad un costo di 60 lire mensili: era il 4 maggio 1917”.
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Speciale Tesino
Album fotografico
Castello Tesino - Fontana Piazza Trento Carlo Valentini Ed. Trento 1929
Chiesa di S. Giorgio - Ed Mass. Marchetto Trento - 30.08.1911
Località Piancavalli - Prem. Fotoedizioni 1930
Foto tratte dal libro “ Saluti dal Tesino 1890 -1960 Edito da Senza Barriere – ONLUS- Cooperativa sociale, a cura di Graziella Menato, Paola Zotta Zampiero e Fabrizio Zotta.– Patrocinio della FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO 88
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Speciale Tesino B&B AI MARCHETINI
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ieni a Cinte Tesino per una vacanza all'insegna del relax e del contatto con la natura fra boschi pregiati, passeggiate, escursioni, e scopri la storia dei Tesini e di un territorio particolarmente caratteristico. Al B&B Ai Marchetini, a soli 24,4 km da Passo Brocon, 56 km da Trento, 4 km dal Golf Club Tesino e 2 ore in auto dall'Aeroporto di Treviso, fregiato del Marchio Family, le famiglie con bambini anche piccoli trovano tutto ciò di cui hanno bisogno per un soggiorno piacevole e rilassante, con uso della cucina in comune, lavatrice, passeggino, zaino porta bimbo, scalda biberon, fasciatoio, lettino da viaggio, e altro ancora, senza costi aggiuntivi. B&B Ai Marchetini, socio di Arte Sella, offre barbecue, WiFi, e parcheggio privato gratuiti. Le camere dispongono di TV, sistema di riscaldamento geotermico (primo B&B di qualità in Trentino), bollitore, e bagno privato con accappatoi e asciugacapelli. È presente una sala in comune dove ogni mattina vi attende una squisita e abbondante colazione con prodotti fatti in casa, locali e trentini. Partner di AIC (Associazione Italiana Celiachia), offre agli ospiti intolleranti/allergici al glutine che lo segnaleranno al momento della prenotazione, una colazione gluten free, fatta in casa, con crepes, torta di mele, strudel o crostata, oltre a cereali, fette biscottate, pane, biscotti, crackers. Durante il soggiorno avrete modo di praticare varie attività, come il golf e il ciclismo. La struttura accetta animali di tutte le taglie senza costi aggiuntivi. Prenotazioni al numero: 349 2841585 oppure su Visitvalsugana. (P-R.)
B&B AI MARCHETINI
Loc. Monte mezza, 36- CINTE TESINO Tel: 349 2841585 –email: masomarchetini@gmail.com
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Speciale Tesino Tra passato e presente di Chiara Paoli
Un tesino al servizio degli zar Due ingialliti scatti firmati B. Avanzo testimoniano la parata per l’incoronazione avvenuta a Mosca nel 1881, di quello che fu il penultimo zar di Russia, Alessandro III.
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ueste due fotografie sono appese in una stanza, che segue la cosiddetta “sala cinese” e lo studio privato dello zar Alessandro III, nel palazzo di Caterina, noto anche come Grande Palazzo di Carskoe Selo. Questo complesso architettonico in stile rococò è costituito da più palazzi, che occupano la cittadina di Puškin, che dista circa 25 km da San Pietroburgo e era la residenza estiva degli zar di Russia. La costruzione venne avviata nel 1717 proprio per volere dell’imperatrice Caterina I, figlia di contadini e di umili origini, che divenne amante e quindi sposa di Pietro I, ottenendo il titolo di zarina. Dopo il declino della monarchia zarista, il palazzo venne tramutato in sede museale e gravemente danneggiato nel corso del secondo conflitto mondiale. A guerra finita è stata avviata una lunga campagna di restauro, per riportare il complesso all’antico splendore. Qui trovano ancora collocazione le im-
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magini fotografiche realizzate dal tesino GioBatta Avanzo. Tra i numerosi Tesini che cercarono fortuna in Russia, non soltanto i venditori di stampe, il cui girovagare è noto ai più, ma anche un tale Gecele Antonio Moscolo originario di Pieve, che nella città di San Pietroburgo aveva aperto una bottega di cornici e che per conto della Marina Imperiale aveva decorato la guglia del palazzo dell’Ammiragliato. All’arte della decorazione, si aggiunge anche quella della fotografia, praticata da GioBatta Avanzo
Marchi, venuto alla luce l’8 settembre 1850 nel piccolo borgo di Pieve Tesino e attivo in qualità di fotografo in Russia negli anni ’80 del XIX secolo. In questa terra lontana GioBatta apre bottega, dedicandosi a questa nuova arte, che ancora meglio delle stampe dei Remondini rappresenta la realtà,. Una professione nuova che richiede il sapiente uso della luce, con la quale si riesce a impressionare, cogliere e fissare per sempre un ritratto, un’istante di vita o un’occasione speciale. In terra russa il giovane tesino trova anche l’amore della sua vita, Teresa Elisa Lemercier, di quattordici anni più giovane, che sposa il 20 settembre del 1882. La fotografia è in quegli anni un’invenzione relativamente recente, ancora in divenire e soprattutto soggetta a miglioramenti e cambiamenti continui. Non ci è dato sapere se GioBatta Avanzo operasse per mezzo del veterano dagherrotipo, fissando quindi le immagini su lastra di rame, come teorizzato da Luis Daguerre, che presentò la sua invenzione nella città di Parigi il 7 gennaio del 1839, oppure
Speciale Tesino Tra passato e presente con metodi più innovativi. In ogni caso appare chiaro che il nostro tesino fosse un fotografo di grande talento e molto apprezzato, tanto da essere annoverato tra i primi fotoreporter al servizio della corte imperiale. Le notizie sulla vita e sull’operato del fotografo tesino sono scarse e la sua figura ci è nota grazie alle ricerche portate avanti dalla professoressa Elda Fietta Ielen all’interno dell’archivio comunale di Pieve Tesino. Da questa analisi risulta che nel 1846 furono ben 14 i Tesini che scelsero di emigrare, dirigendosi verso il territorio russo per cercare fortuna, tra questi ben quattro portavano il cognome Avanzo, e si trattava soprattutto del ramo soprannominato “Marchi”. La fortuna aiuta gli audaci, ma soprattutto si apre a coloro che si rimboccano le maniche, si impegnano con passione nel proprio lavoro e operano senza sosta con intraprendenza, come avvenne per i 5 figli di Gio Batta Avanzo (1803-1844), nonno del nostro pregevole fotografo. Questi trentini si mettono in gioco praticando non soltanto attività commerciali, ma anche dedicandosi alle arti e ai mestieri più innovativi, come appunto la fotografia, dimostrando capacità imprenditoriali e inventiva. Nel giugno del 1900 Francesco Avanzo Marchi si trova in Russia per una visita e in questa occasione 16 Tesini si incontrano per stilare un censimento dei propri conterranei che qui si erano stabiliti. Il resoconto fornisce una stima di ben 82 persone residenti in Russia al primo giugno, per la maggior parte residenti a Pietroburgo e nella città di Mosca con 7 individui sparsi in borghi più piccoli. In questo scritto compare anche il nome di Gianbattista Avanzo di 50 anni, originario di Pieve. La sua “avventura” russa termina però appena un mese dopo, con la partenza avvenuta il 19 luglio 1900, lasciando ad altri fotografi il compito di immortalare gli ultimi scatti della dinastia Romanov, sterminata nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 1918 dai rivoluzionari russi, per sancire la fine dell’Impero Zarista.
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Speciale Tesino
CRONACA COMUNALE
(S.) Ci viene riferito, che il progetto dell'ing. Visintainer per il rifabbrico di Cinte vada per successive disposizioni di quella rappresentanza comunale a subire delle modificazioni per modo, che, così continuando, alla fine si arriverà a ricostruire il paese né più né meno come era prima. Ciò è a deplorarsi, perchè Cinte cosi largamente sovvenuto e con un erario comunale fiorente, poteva meglio d'ogni altro fare qualche sagrifizio a vantaggio della pubblica igiene e della pubblica sicurezza; ed è a deplorarsi in pari tempo, che le franchigie comunali vietino in simili casi alle autorità dello stato di intervenire per impedire la attuazione di disposizioni, che mettono un permanente pubblico vantaggio al disotto d'un meschino momentaneo risparmio. La Valsugana n. 4, Borgo 15 febbraio 1877
Album fotografico
Albergo Alpino, prop. Gabriele Peloso - Primi del '900
Attuale Via Roma - Ditta Garioni Piacenza 23-07-1929'
Piazza Crosara- foto Trintinaglia 06-08-1936
Foto tratte dal libro “ Saluti dal Tesino 1890 -1960 Edito da Senza Barriere – ONLUS- Cooperativa sociale, a cura di Graziella Menato, Paola Zotta Zampiero e Fabrizio Zotta.– Patrocinio della FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO 92
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L'Azienda Agricola
Maso da Tilio Bailo
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na realtà che nasce da un sogno e dalla voglia di portare avanti tradizione, cultura e amore per la natura e gli animali, ci trovate in località Fradea a Castello Tesino, a circa 4,5 km dal centro, sulla strada Provinciale del Passo Brocon. Da noi troverete la serenità, respirerete aria di casa, potrete passare una giornata all'aria aperta in compagnia dei nostri simpatici e coccolosi animali (il cervo Babi, cavalli, asini capre, pecore, conigli, galline..) gustando le nostre specialità culinarie. Punto di forza è la nostra fattoria didattica dove potrete conoscere e scoprire il mondo contadino e divertirvi in originali laboratori didattici e ricreativi per tutte le età. In azienda trovate il nostro punto vendita sempre fornito di prodotti ottenuti con le sole nostre materie prime coltivate, prodotti sia freschi che trasformati: confetture, nettare, sciroppi, liquori, farina, trasformati di verdura, cosmetica di vario tipo, ecc… e frutta e verdura fresca raccolta ogni giorno. Le visite all’azienda e i laboratori sono su prenotazione contattando Valentina, per chi non potesse raggiungerci c’è possibilità di spedizione con corriere dei prodotti. Se volete visitare il nostro sito www.masodatiliobailo.com oppure la nostra pagina facebook “Azienda Agricola - Fattoria Didattica Maso da Tilio Bailo” troverete tutte le novità e tutto quello che riguarda i nostri prodotti e attività se invece volete scriverci il nostro indirizzo mail è masodatiliobailo@gmail.com. Il nostro riferimento telefonico è 340 5776183, dove Valentina potrà aiutarvi e darvi tutte le informazioni necessarie. (P.R.)
Azienda Agricola MASO da TILIO BAILO Loc. Fradea, 14 - CASTELLO TESINO (TN) Email: masodatiliobailo@gmail.com
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Speciale Tesino L’artista in controluce di Eleonora Mezzanotte
Il MUSEO delle PIETRE di GUIDO GRANELLO
Qualcuno un giorno disse che la creatività artistica non ha tempo e non ha età. Una affermazione che indiscutibilmente trova concreto riscontro in un personaggio, un artista di casa nostra, che quotidianamente, seppur dilettante, si impegna a dare vita a “particolari” creazioni di assoluto e originale valore artistico.
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irovagando per i prati di Spiado, in località Brentana nel comune di Pieve Tesino, si possono infatti scoprire opere scolpite sul granito la cui particolarità colpisce l’occhio e la curiosità dei passanti. Vere e autentiche sculture di un personaggio che, a nostro modesto avviso, merita, giustamente, di essere citato nel libro artistico del Tesino. Stiamo parlando di Guido Granello,
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un uomo che per hobby, per suo diletto e passione, da anni forgia questo materiale, appunto il granito, che per caratteristiche sue proprie, poco si presta al lavoro dello scalpello. Alla fine, però, il “nostro” Guido riesce a dare vita a vere opere e sculture “uniche”, frutto dell’arte, della tecnica, nonché dalla pazienza e fatica che da ben 40 anni,
e nonostante la sua non più giovane età, continua a “creare”. Lui racconta di lasciarsi ispirare, nella ricerca del tema da imprimere sul duro granito, dalla forma della pietra stessa. Bassorilievi dipinti, fiori, volti, animali, la fantasia di Guido non ha limiti. Ha saputo imprimere alle “sue” pietre un’anima dando loro vita attraverso forme e colori che noi oggi ammiriamo stupefatti
passeggiando in questo museo che, senza tema di smentita, non ha eguali. Guido, oltre a scolpire il granito, modella anche il legno e, infatti, nella sua casa a Spiado si possono ammirare un gran numero di opere lignee di meravigliosa fattura, tra cui un modellino di casa con un mulino alimentato grazie all’utilizzo di piccoli pannelli solari. L’ultima sua opera, degna di essere citata, è la Madonnina del Covid, una scultura raffigurante la Vergine posta lungo il sentiero Fernanda Rio a Pieve Tesino, che Guido ha donato alla comunità in segno di devozione e di buon auspicio per una progressiva rinascita.
BAITA ALICE Speciale Tesino
Ospitalità e cordialità
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Per farvi sentire a casa vostra
a nostra struttura nasce nel 2005 nella piana del Tesino, più precisamente a Monte Mezza, Cinte Tesino; per far conoscere la nostra meravigliosa zona e per vivere un’esperienza indimenticabile a contatto con la natura. Realizzata e progettata per offrire ogni comfort, con una particolare attenzione alla sostenibilità edilizia e all’efficienza energetica, infatti è una casa clima. Ogni singolo spazio presente è stato ideato per stimolare i sensi e le emozioni più profonde di ognuno di noi. Situata a 1100 m s. l. m. è una meta indiscutibile per gli amanti della natura, un punto di partenza per gli escursionisti e per chi vuole ritrovare l’armonia interiore gustandosi ogni momento della giornata in totale tranquillità. L’obiettivo principale è quello di offrire un soggiorno da sogno, far riscoprire la meravigliosa connessione fra l’uomo e quello che ci circonda. Vacanza adatta alle famiglie, alle coppie e agli escursionisti che praticano sport di montagna. Inoltre, gli animali sono ben accetti nella nostra struttura. Baita Alice offre 6 posti letto con due camere matrimoniali e una singola con due letti, cucina dotata di ogni comfort ed elettrodomestico, giardino recintato con scivolo per bambini, salotto e barbecue esterni, parcheggio privato e connessione internet. Per maggiori informazioni visitate il nostro sito internet www.baitaalice.com (P.R.)
I nostri contatti Email: info@baitaalice.com - Telefono: 328-8175978 Instagram: baita.alice - Facebook: Baita Alice augana
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Speciale Tesino di Laura Trenti
La Storia Gastronomica
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l Tesino ha una storia gastronomica particolare, dovuta ai cambiamenti del tipo di economia sviluppata dai suoi abitanti e ad un’agricoltura che deve fare i conti con estati brevi e temperature basse. In compenso, alcuni alimenti hanno trovato in questa terra un habitat ed una valorizzazione ottimali: è il caso dei cavoli cappucci. La propensione agli spostamenti è la nota più caratteristica degli abitanti del Tesino che ad un certo punto trasformarono le proprie abitudini e l’economia dell’intera valle diventando dei “perteganti”. Nei loro spostamenti i tesini hanno raggiunto mete come la Russia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Grecia, Inghilterra, Turchia, America e Polonia. Proprio in
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Polonia i tesini hanno appreso il metodo di conservazione dei cavoli cappucci; tutt’oggi in questo stato c’è, come in Tesino, la tradizione delle verde. Sull’altopiano l’attività principale però era la pastorizia che generava una serie di preparazioni gastronomiche legate all’utilizzo del latte e delle carni di pecora e di capra. Di questo tipo di alimentazione non rimane traccia. La polenta era la prima protagonista delle mense tesine, che veniva fatta con il grano saraceno, poiché l’introduzione del mais in queste zone è stata tardiva, verso la fine del ‘800. I tesini nei loro spostamenti necessitavano di carni conservate; alcune di queste sono ancora presenti nella cucina locale: il lardo utilizzato con il rosmarino per il caratteristico “pesto” e per il “pendolom” di patate, una purea condita con lardo fritto o burro fuso; il “baldon”, un insaccato di sangue di maiale
o agnello, dalla ricetta originalissima: il sangue fresco veniva mescolato con latte per evitarne la coagulazione, farina, lardo fritto insieme al porro, sale e spezie varie, il tutto insaccato nelle budella del maiale e cotto lesso, al momento di consumarlo veniva tolto dal budello e ripassato nel burro; la carne salada; salumi e salsicce affumicate. Importanti prodotti agricoli di questo territorio sono stati nei secoli l’orzo, il miglio, cavoli, patate, verze e i fagioli di Lamon, poiché il tesino confina con questo comune. Altri prodotti gastronomici provenivano dalla pesca e dalla caccia, e sono tutt’ora presenti nella tradizione: le trote, il
salmerino, la lepre, il capriolo, ed ora il cervo che una volta non era presente su questo territorio. Il recupero della tradizione gastronomica riveste per il tesino oggi un’importanza rilevante, sotto il profilo della promozione dei prodotti locali e del miglioramento dell’offerta turistica. Ma non secondario è il fatto che rappresenta la parte più vera di un popolo che ha tanto lottato per una dignitosa, e magari gustosa, sopravvivenza.
Speciale Tesino
LA BAITA DELLA PACE
“Da Monte Mezza, aperto altopiano sopra Cinte Tesino, si snodano diversi percorsi, ideali da fare a piedi per un’escursione non troppo difficile da fare anche in giornata. Interessante è la cosiddetta “Baita della Pace”, un piccolo baito in legno, nato dall’idea di un paesano, per offrire ai viaggiatori ristoro e accoglienza. Prima per strada forestale percorribile in auto e poi, dal parcheg-
gio in località Le Buse, si prosegue a piedi per forestali e sentieri; il percorso è ben segnalato e di moderata difficoltà. La baita è situata a circa 1650 metri di quota, in cima al monte La Presa, in posizione aperta e panoramica, con una vista mozzafiato sulla Valsugana e sul gruppo di Cima d’Asta. La baita è calda e accogliente, affidata al senso civico di chi ne usufruisce. È dotata di
tavole, sedie, panche, legna e punto fuoco, viveri e bevande che i visitatori e gli escursionisti lasciano per chi, dopo di loro, si potrebbe trovare senza provviste. Non può essere considerato un bivacco poiché sprovvisto di posti letto, la Baita della Pace, come dice il nome stesso, dà rifugio e sollievo; un posto unico, che merita di essere scoperto.” (E.M.)
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Speciale Tesino Cucina e tradizioni gastronomiche in Tesino di Laura Trenti
Le VERDE L
e verde insieme al barbusto è uno dei due prodotti che appartengono alla cucina tradizionale tesina e dell’intera bassa Valsugana. Entrambi questi prodotti sono nati dalla necessità di conservare alimenti deperibili, come sono appunto i cavoli cappucci e le frattaglie del maiale, in tempi in cui non esistevano
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certo i frigoriferi. Ad oggi questa necessità non sussiste più, ma la tradizione viene portata avanti con orgoglio dalla gente per conservare memoria delle attività dei loro progenitori e i sapori di una volta. Soprattutto le verde , secondo documentazione storica sono nate a Cinte Tesino, dove, in autunno, le famiglie si riuniscono nelle piazze
per “pestare” le verde in diversi gruppi che corrispondono alle “contrade” del paese e questo diventa un giorno di festa. La lunga giornata di lavoro è ravvivata dai racconti degli anziani, maestri nella preparazione delle verde, e solitamente accompagnata da un pranzo in compagnia. Io ho assistito personalmente molte volte a queste giornate convivia-
Figura 1: 1: Ii cavoli cappucci vengono raccolti e puliti Figura cavoli cappucci vengono raccolti Figura 1: i cavoli cappucci vengono raccolti ee puliti puliti
Figura 2: si procede con la pestatura Figura 2:2: si si procede con la la pestatura Figura procede con pestatura
Figura 3: vengono dispodte le foglie sul fondo del mastello Figura 3:3: vengono disposte le le foglie sulsul fondo Figura vengono disposte foglie fondo del mastello del mastello
Figura 4: le verde vengono pressate con il pestello in legnopressate con il Figura 4:4: le le verde vengono Figura verde vengono pressate con il pestello in legno pestello in legno
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Figura 3: vengono disposte le foglie sul fondo del mastello
Figura 5: le verde vengono ricoperte con le foglie e i coperchi in legno Figura 5: le verde vengono ricoperte con le foglie e i coperchi di legno
li, accompagnando la mia nonna, depositaria dei segreti di questa lavorazione, che dirige il suo piccolo gruppo di “pestatori”. È anche un alimento che conosco molto bene, perché a partire da gennaio, quando le verde hanno raggiunto il giusto grado di fermentazione e acidità, a casa mia si mangia polenta e verde tutte le domeniche! Infine credo sia importante dare più larga diffusione alla conoscenza di questo prodotto, sconosciuto ai più perché legato ad una zona così ristretta e spesso confuso con i crauti. La stessa cosa vale anche per il barbusto, poco noto al di fuori della Valsugana. Per la preparazione delle verde si utilizzano i cavoli cappucci, che vengono raccolti nel periodo compreso
Figura 4: le verde vengono pressate con il
Speciale Tesino pestello in legno
Figura 6: si procede con la stagionatura Figura 6:si procede con la stagionatura
tra fine settembre e metà ottobre. Questi vengono lavati in acqua corrente e privati delle foglie esterne, sistemati su di un tagliere vengono tagliati a quarti e privati del torsolo. A questo punto si ripongono nell’apposito contenitore di legno dove si inizia la “pesta”, praticata con delle apposite lame che vanno a sminuzzare il cavolo in piccole scaglie. Sul fondo di un mastello si ripongono foglie intere di cavolo, in modo che il prodotto non sia a contatto con il fondo del tino; quindi si iniziano a depositare le verde in strati alternati ad una manciata di sale (circa 1 Kg per 100 Kg di verde). Dopo la salatura ogni strato viene pressato con un apposito pestello in legno. Una volta riempito il mastello, si ricopre il tutto con uno strato di
Promuovere crescita è da sempre il nostro volano. Siamo felici di affermare la riuscita del nostro intento.
foglie di cavolo e poi con un coperchio di legno a cui vengono sovrapposti dei pesi, in genere delle pietre. Per effetto della salatura e della pressatura le verde iniziano a perdere l’acqua che le andrà a ricoprire fino alla fine della stagionatura. Ha così inizio il processo della fermentazione, durante il quale le verde devono riposare in un ambiente fresco per almeno quaranta giorni. In questo periodo bisogna provvedere alla pulizia del prodotto, che avviene con l’eliminazione del liquido in eccesso e la lavatura delle pietre, del coperchio e delle foglie poste a chiusura del mastello. La stagionatura ideale è di circa cinque settimane. A questo punto le verde sono pronte per essere consumate.
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Speciale Tesino
Ci scrivono da: Pieve Tesino.
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nche nella valle di Tesino finalmente si vide spuntare un’aurora serena e dischiudersi un lietissimo giorno, veramente degno d’essere tramandato alla memoria dei posteri di quest’alpestre dimora. Il 2 Settembre 1877, cui non varrà certo l’oblio a nascondere sotto il suo nereggiante velo, fu una festa solenne per quelli di Pieve massimamente, i quali s’adoprarono con ogni cura per rendervi più viva, più palese la loro compartecipazione. E inver mirabile amor di patria essi esternarono in
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questa circostanza peregrina, poiché spontanei offersero quanto era loro dato di offerire onde potesse tornar il più possibilmente gradita l’accoglienza che s’erano prefissi d fare agli ospiti Tridentini. Leggere sugli organi pubblici il nome del loro paese come del luogo, che era stato scelto a svolgere il programma di un’eletta comitiva che è speciale onore il poter soltanto avvicinare degnamente e sentirsi nel sacro dovere di dimostrarne la più sincera gratitudine fu un subitaneo pensiero che commosse concor-
demente quasi tutti i PIevesi e che li accesse ad un festevole incontro. Né fu vana ambizione di grandeggiare o gara scipita, né fu orgoglio di loro ben essere od altro meschino sentimento, sibbene un giusto desiderio di acquistare al loro paese la simpatia e l’amicizia di così degne persone, che suscitò in essi quell’operosità, per cui solo poteansene ripromettere l’ambito gradimento. Peperò se i Pievesi cercarono di fare lieto viso alla società degli Alpinisti Tridentini e se, guardando la costoro venuta, come una speciale onorificenza che la prima volta s’impartiva al loro paese, si prepararono a riceverli nel mondo che meglio permettevano le condizioni, nelle quali versavano, non poterono certo non sentirsi generosamente ricompensati dalle nobili espressioni che tratto tratto facevano echeggiare quegli egregi Signori. Durante il pranzo infatti eglino vollero esser frammessi ai terrieri o fu là
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che giulivi scambiarono con essi alla prosperità di questo ridente alti-piano ed ai comodi, che ancora vi mancano, ripetuti lietissimi evviva. Il parlarne ora più diffusamente ci pare, non tenderebbe ad altro che a ripetere inutilmente ciò che fu di recente scritto da penna assai più esperta che la nostra; per noi sarebbe ancora audacia colpevole solo il permetterci aggiungere e sopprimere qualchecosa. Non tralasceremo però di dire che
la sera del 2 Settembre, conosciuto l’esito della festa, parea che aleggiasse intorno a questi alpigiani una certa aura d’ilarità, che di rado, così unanime, suolsi osservare fra un popolo così lontano dai grandi centri e quasi appartato da ogni civile consorzio. Perfino i più rozzi ed incolti villici
s’erano composti ad una rimarchevole giovialità, come se il breve contatto ch’ebbero con un mondo così straniero avesse infuso in essi quello spiro d’insolita piacevolezza che è pianta esetica nell’aero in cui traggon vita. E quella quasi universale serenità, che traspariva a tutti in volto e quel continuo interrogarsi a vicenda e quel comporsi e disciogliersi di crocchi e quel brulichio di gente, che girava qua e là quasi in cerca di nuove informazioni che significava egli se non la generale commozione ond’era compreso l’intiero villaggio per gli indimenticabili accenti di simpatia e di stima che in sul partire avevano loro esternato quegli egregi alpinisti? I Piovesi avevano adunque conseguito il loro intento e la soddisfazione dimostrata dai loro ospiti scendeva ad essi dolcemente al cuore a farvene destare un’altra maggiore, quella cioè d’aver adempito ad un sacro dovere di civiltà. Ma se molto si deve all’unanime operosità dei Piovesi, non deesi però dimenticare quanto abbia influito al buon umore di quella stupenda giornata la banda di Strigno. Noi non vogliamo trascendere con esagerati encomi, né vogliamo dichiarare inappuntabili
le sue esecuzioni, ma non possiamo neanche disconoscere che in breve lasso di tempo quei giovanotti hanno dato prova di costante applicazione e di musica intelligenza non a tutti comune. Un bravo di cuore al maestro pei risultati della sua perseveranza ed un cenno d’approvazione ai Direttori, che non vollero neanche questa volta deludere i Piovesi della simpatia che hanno mai sempre nutrito per gli amici di Strigno.
La Valsugana n. 18, Borgo 15 settembre 1877. Foto tratte dal libro “ Saluti dal Tesino 1890 -1960 Edito da Senza Barriere – ONLUS- Cooperativa sociale, a cura di Graziella Menato, Paola Zotta Zampiero e Fabrizio Zotta.– Patrocinio della FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO
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Castello Tesino
Osservatorio Astronomico
del Celado
L
'osservatorio astronomico di proprietà del Comune di Castello Tesino, è gestito dall'Unione Astrofili Tesino e Valsugana che propone visite guidate su prenotazione nei fine settimana e su richiesta anche in altri giorni. E' situato sull'altipiano di Celado a quota 1253 metri.
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Al pianterreno l'Osservatorio dispone di un'aula didattica con circa 30 posti a sedere, utilizzata per l'introduzione alle viste guidate e per laboratori didattici. Al primo piano è presente una biblioteca fornitissima di libri sull'Astronomia prestati dal Prof. Favero. La cupola che sovrasta la struttura ha un diametro di 7 metri e può essere aperta e ruotare su se stessa per permettere di puntare il telescopio sulla stella che si vuole inquadrare. L'attività dell'Osservatorio è rivolta agli studenti di ogni ordine e grado, alla popolazione del territorio e ai turisti
che frequentano il Tesino nei mesi estivi e invernali. L'Osservatorio è anche aperto agli studiosi che vi potranno condurre ricerche astronomiche ormai impossibili nelle grandi città, affette da livelli proibitivi di inquinamento luminoso. Il telescopio principale dell'Osservatorio è un riflettore in configurazione Newton, dotato di uno specchio principale di 800 mm di diametro e 3200 mm di focale (N800). Il telescopio è munito di varo accessori: 2 camere CCD, spettrografo Lhires III, webcam, portaoculari, rifrattore e telescopio Coronado per l'sservazione del sole.
INFO: www.osservatoriodelocelado.net APT Ufficio di Castello Tesino Tel: 0461 593322
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LOCALITÀ CELADO - CASTELLO TESINO