Speciale Tesino In ricordo dei nostri eroi sono spostati a Pescaglia a far visita alla figlia e sorella Corinna. Al loro ritorno, troveranno soltanto cumuli di macerie fumanti e la madre impazzirà per il dolore. Con il Comune di Stazzema, insignito di Medaglia d'oro al valor militare conferita nel 1970, il Comune di Castello Tesino ha firmato, nell'agosto 2011, il patto di amicizia per costruire insieme un futuro di dialogo, anche sulle dolorose memorie del passato, per una cultura di pace e per cancellare la guerra dalla storia dei popoli, con l'impegno di commemorare annualmente don Fiore e la sua famiglia. L’11 ottobre di settantasette anni fa, la mattina all’alba, una madre prende per mano il figlio di undici anni e si incammina, a piedi, da Castello a Pieve, per cercare di ricomporre il corpo martoriato della sua unica figlia femmina, Clorinda, finita a pistolettate in faccia in Germania, dove si ammala gravemente. Su intercessione anche del Vescovo di Pisa, riesce ad essere rimpatriato e dopo un periodo di cura, nel maggio 1944 riprende a curarsi delle anime di Le Mulina. Non è facile il periodo ed il prete intrattiene rapporti con i partigiani che sono sulla montagna, cura i feriti e porta notizie dalla Versilia. A causa dei continui bombardamenti sulla costa, Fiore convince tutta la famiglia a prendere rifugio presso la sua canonica, intendendola luogo più sicuro. La mattina del 12 agosto, mentre i tedeschi transitano da Mulina per raggiungere Sant’Anna, i primi martiri sono loro, Fiore di 28 anni è ucciso sul sentiero che da Mulina porta a Farnocchia, i suoi cari trucidati e bruciati nella canonica: il padre Antonio di 65 anni, la sorella Teresa di 38 anni, la cognata Claudina di 28 anni e le due nipoti Graziella di 13 anni e la piccola Elena di 16 mesi. Si salveranno soltanto la madre ed il fratello Amelio, che il giorno prima si
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da due trentini del C.S.T., al servizio del Comandante Hegenbart. MENGUZZATO CLORINDA Medaglia d'oro al valor militare conferita dalla Presidenza della Repubblica Italiana nel 1944
Partigiana combattente Alla memoria motivazione: Valorosa donna trentina, fu audace staffetta, preziosa informatrice, eroica combattente, infermiera amorosa. Catturata dai tedeschi oppressori, sottoposta ad atroci sevizie, violentata dalla soldataglia, lacerate le carni da cani inferociti, con sublime fierezza opponeva il silenzio alle torture più strazianti, e nell'ultimo anelito gridava agli aguzzini: «Quando non potrò più sopportare le vostre torture mi mozzerò la lingua con i denti per non parlare ». La brutalità teutone poté violarne il corpo, ma non piegarne l'anima ardente e l'invitto coraggio. La leonessa dei partigiani rimane fulgido esempio delle più nobili tradizioni di eroismo e di fede delle donne italiane. Castel Tesino, 10 ottobre 1944. CLORINDA MENGUZZATO Nasce il 15 ottobre 1924. Durante la guerra è a Bolzano, lavora con il padre che è venditore ambulante di stoffe e cappelli, lavorano su diversi paesi del bolzanino. Dopo l’8 settembre Clorinda si reca ogni giorno alla stazione di Bolzano, dove transitano lunghi treni carichi di militari italiani destinati ai campi di concentramento tedeschi. Lei raccoglie i biglietti che vengono fatti cadere dai finestrini e scrive alle famiglie dando loro notizie della condizione di Internati militari italiani. (La madre, dopo la guerra, riceverà tantissime lettere di ringraziamento dai militari rientrati dalla prigionia). La situazione a Bolzano diventa pericolosa e Clorinda ed il padre rientrano a Castello. Clorinda lavora come cameriera presso l’Albergo Italia e stira anche per i militari tedeschi e del CST che soggiornano alla casa degli Orfanelli, quella di fronte alla canonica. Prima diventa staffetta per i partigiani dal paese alla montagna, poi, quando decide di seguire il fratello Rodolfo a Costabrunella, è l’agosto 1944. E’ domenica 8 ottobre 1944. Castello