Speciale Tesino Conosciamo la nostra storia di Laura Trenti
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La Storia del Tesino
l territorio del Tesino è meta assai antica dell’uomo. Per millenni, nella preistoria, lo raggiunsero o attraversarono gruppi nomadi spinti sulle alte praterie delle Alpi Feltrine e del Lagorai da un’economia di caccia e di raccolta. Con la civiltà dei metalli, il Tesino conosce un rinnovato interesse legato alla ricerca e allo sfruttamento intensivo dei giacimenti minerari. Lo sfruttamento minerario e la spinta economica da questo prodotta favoriscono l’incremento demografico e, quindi, l’allargamento della colonizzazione su nuove terre; è comunque nella tarda età del ferro che l’abitato sorto sul dosso di Sant’Ippolito
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raggiunse una più chiara fisionomia, connotata da moduli abitativi sparsi. L’abitato Tesino resta vitale per tutta la seconda metà del primo millennio a.C.; rapida è poi la decadenza entro gli anni 60-90 d.C. Singolare è come ciò accada in concomitanza della realizzazione di una ben nota e trafficata strada, la Via Claudia Augusta ab Altino, strada portata a termine negli anni ’46-’47 d.C., voluta e promossa dall’imperatore Claudio come asse di collegamento, sicuro ed efficace tra due grandi bacini: quello padano e quello danubiano. La stessa strada, nei secoli prima del Mille, fu percorsa da barbari e stranieri che, ogni volta, mettevano a
ferro e fuoco villaggi e castelli. Forse fu durante una di quelle invasioni che fu nascosto o perduto il famoso calice del “Diacono Orso”, ritrovato in una caverna nella zona di Castel Tesino. La conca del Tesino apparteneva alla Diocesi di Feltre, e già nel IV secolo comprendeva la Valsugana, fino alle porte della diocesi di Trento. Il vescovo governava sia nel campo spirituale che temporale, con un’autorità che nel corso del Medioevo venne riconosciuta anche dagli imperatori e sovrani che cercarono il vescovo come loro alleato. Per un lungo periodo l’unica risorsa della zona fu la pastorizia, specie degli ovini, che, d’inverno, venivano fatti scendere in pianura. La povertà della terra e le difficoltà economiche sono all’origine di una locale istituzione medioevale, la “Vicinia”: una struttura che aveva in proprietà vaste estensioni collettive di terreni coltivabili, pascoli e boschi, ed era regolata con statuti propri, garantendo alle famiglie associate l’usufrutto e il godimento dei beni. Beneficiari della “Vicinia” erano gli abitanti dei tre villaggi: Castello, Pieve e Cinte (i nomi sono legati ad una fortificazione romana costruita a protezione della via Claudia Altinate). Tre comunità che ebbero sempre viva la conoscenza di appartenere ad